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Autore: Giuls_breath    10/09/2014    3 recensioni
Elena Gilbert era una ragazza come le altre almeno fino a che la sua vita non si è incrociata a quella dei fratelli Salvatore.
Tratto dal secondo capitolo:
"Mamy" sussurra addormentata.
"Amore, torna a dormire" le rispondo con dolcezza "Fai tanti bei sogni, ti voglio bene".
"Secondo te anche il mio papà me ne vuole?"
Sento il mio cuore sbriciolarsi a quella domanda così innocente e una lacrima mi riga il volto.
"Ma certo che te ne vuole. E ora fa' la nanna".
Prima storia sulla mia coppia preferita.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Never Let Me Go
 
Capitolo I


 
“Ciao.” mi salutò dolce.
Rimasi imbambolata a fissare quelle due pozze così azzurre, mi sentivo un’idiota perché non riuscivo ad articolare neanche una parola. In qualche angolo remoto della mia testa volevo ricambiare quel saluto tanto cordiale, ma non mi ricordavo più come si faceva.
“Sei un’amica di Stefan?” mi chiese.
“Chi? Io?” continuavo a comportarmi da ebete.
“Non vedo altre persone nella stanza eccetto noi due.”
Abbassai lo sguardo arrossendo vistosamente. Sembravo una poppante, una ragazza alle prime armi, e in effetti era così. Insomma con Tyler Lockwood ero stata fidanzata per qualche mese, ma poi per incompatibilità di carattere tutto era finito.
“S – sì, io.. sono un’amica di Stefan.” dissi finalmente alzando lo sguardo, ma abbassando subito gli occhi “E tu chi sei?”
“Io mi chiamo Damon e sono il fratello di Stefan.”
“Ah.” riuscii solo ad articolare.
“Ti va di fare un giro della casa?”
“Eeeehm….” mi guardai in giro come se temessi che da qualche angolo fosse saltato fuori un mostro pronto a divorarmi “…non lo so.”
Mi prese la mano e la strinse nella sua, era calda e morbida.
Scattai più per quel contatto che per la paura di quel gesto. Lui pensò che mi fossi spaventata e perciò mi disse: “Non temere. Non ti faccio niente.”
Mi sorrise ancora e così ricambiai con una smorfia più che con un sorriso.
Mi mostrò il soggiorno enorme, la cucina nuova di zecca e che stonava con il resto dell’arredamento, i corridoi con tante stanze adibite ai vari hobby dei due fratelli, le camere da letto. La stanza da letto di Damon consisteva solo in poche cose: un letto matrimoniale, due comodini, una cassa ai piedi del letto e un armadio.
“Non rimango mai molto a Mystic Falls. Ecco perché non c’è molto qui.”
“Viaggi spesso?”
“Sì.”
“Di che ti occupi?” gli chiesi sinceramente interessata.
“Di…. immobili.” mi rispose come se avesse appena trovato una scusa.
“Come mai allora sei qui?”
“Mio fratello doveva tornare qui. Aveva nostalgia di casa e siccome nostro zio Alaric non può occuparsi di lui, sono tornato io assieme a lui.”
“Perché doveva tornare qui?”
“Dimmi di te.” mi disse cambiando totalmente argomento.
“Ehm, beh, non c’è molto da dire. Sono una ragazza normale, tranquilla.”
“Sei solo una ragazza tranquilla? Senza un nome?”
“Oh, no il nome ce l’ho! Mi chiamo Elena.”
Continuava a lanciarmi occhiate curiose e divertite.
“Ho qualcosa di buffo da farti sorridere?” chiesi con raro coraggio, ma vedendo i suoi occhi sgranarsi per lo stupore, avvampai.
“No. Sei solo singolare come ragazza.”
“Singolare?”
“Sì.”
Dov’era Stefan o chiunque altro che potesse salvarmi??
Caroline mi chiamava continuamente perché allora non lo fece?
“Dov’è Stefan?” riuscii finalmente a domandare.
“E’ fuori città. Nostro zio aveva bisogno di aiuto.”
“Capisco.”
“Vieni ti faccio vedere il giardino.”
“Oh no, ti ringrazio ma devo andare. Mia madre mi aspetta.”
“Cinque minuti.” dice guardandomi con gli occhi di chi ti sta pregando di restare.
“E va bene.” dico sorridendo.
Sempre tenendomi per mano mi trascina giù per le scale continuando a parlarmi della storia della casa, della sua famiglia, ma sempre tralasciando la sua vita. Chissà perché, che ragazzo misterioso!
Mi condusse lungo un corridoio lungo pieno di quadri raffiguranti paesaggi naturali.
Aprì la porta che dava sul giardino e ricordo che ne rimasi stupefatta: il giardino era curatissimo, pieno di fiori, c’era anche un ruscello che solcava il retro e il fianco della villa.
“Wow.” dissi senza fiato e sorrisi estasiata.
Quello che mi colpì in particolare fu un cespuglio di rose rosse che cresceva vicino ad un muro di pietra della casa, mi avvicinai estasiata e accarezzai alcuni petali.
“Sai, un mito greco racconta della dea Cloris che inciampando in una bellissima ninfa morta la trasformò in fiore: Afrodite aggiunse la bellezza, le tre Grazie la gioia e la seduzione, Dionisio il profumo delicato, lasciando a Zefiro il compito di allontanare con il soffio le nuvole in modo che Apollo potesse inondarlo di sole. Fu poi donato a Eros, dio dell'amore, che nominò la rosa "regina dei fiori".”
“Wow, è una bella storia.” commentai.
“Simboleggia anche e soprattutto l’amore, la sensualità e la bellezza.” disse staccandomi una rosa con il gambo. Stavo per afferrarlo, ma ritrasse la mano dicendo “Aspetta, tolgo le spine. Così la tua splendida mano non perderà sangue.”
Arrossii appena. Volevo darmi un contegno e sorridergli appena, ma non ci riuscivo proprio. Prese delle cesoie e tagliò via tutte le spine e poi me la porse.
“Mi ha fatto piacere trascorrere un po’ di tempo con te.”
Io afferrai la rosa e ne annusai il profumo, lo guardai mentre mi disse quella frase e sorrisi come per dire che anche a me aveva fatto piacere. Era il ragazzo più affascinante, carismatico che avessi mai incontrato.
Era anche più carismatico del fratello.
“Ora devo proprio andare.” dissi.
“Lo temevo.”
Cominciai ad andare verso la porta per poter tornare dentro ed uscire, ma lui mi prese la mano e mi fece voltare, gli finii addosso e lui mi sorrise come solo lui sapeva fare in modo dolce e al tempo stesso strafottente, sembrava soddisfatto del fatto che gli fossi finita addosso. E forse era proprio così.
“C’è una stradina laterale che conduce proprio sulla strada, vieni.” e così, tenendomi per mano mi riportò sul vialetto principale costeggiando il ruscello.
Ormai lo dovevo salutare, fu lui a stupire me, io lo avrei salutato con un cenno della mano, ma lui invece mi salutò dandomi un bacio sulla guancia. Rimasi stupita e con la testa completamente tra le nuvole tornai a casa.
Naturalmente la mamma e Care erano molto preoccupate, così spiegai loro che ero andata a casa di Stefan, ma di lui non c’era traccia e avevo conosciuto e parlato con il fratello. Non raccontai tutto, ma la mia aria sognante – e soprattutto la rosa – mi tradì.
“Sputa il rospo, sorellina.” mi disse il diavoletto dai capelli biondissimi.
“Di che cosa parli?” chiesi sistemando la rosa in un vasetto verde acqua che avevo preso dal giardino.
“Di quella rosa? O forse dovrei dire di quegli occhi che brillano? O forse ancora del fatto che sembra tu stia camminando su una nuvola?”
Poggiai il vaso sul davanzale.
“Ho scritto una serie di appunti più approfonditi, così non avrai nessuna difficoltà quando tornerai.”
La bionda si gettò sul mio letto prendendo il mio orso di peluche tra le braccia e incrociando le gambe continuò a tempestarmi di domande.
“Allora, com’è il fratello di Stefan? E’ come lui? E’ bello, è brutto, ha la calvizia?”
“Okay, Care, hai vinto tu!” dissi ridendo.
Era impossibile!
“E’ molto diverso da Stefan. Ha i capelli neri lucenti e gli occhi sono così azzurri che sembrano volerti inghiottire, quando parla sa rendere uniche le cose, anche quelle più banali. Ha un sorriso molto particolare, criptico, ma attraente.”
Quando guardo Care ha un’espressione preoccupata e poi esclama: “Ahia! Qui c’è qualcuna che è già cotta!”
“NO! NO!” esclamo quasi gridando “Io non sono cotta del fratello di Stefan, lo trovo solo..”
“Bellissimo, chiacchierone, criptico. Elena, questi tre aggettivi messi insieme sono la tua rovina! Insomma per i tipi così hai sempre avuto un debole.”
“E’ vero i tipi misteriosi mi affascinano molto.” dico sfiorando un petalo della rosa. “Sai, mi ha anche raccontato una leggenda sulle rose.”
“Oddio, Elena, ti sta seducendo! Ricordati che hai quasi 17 anni e lui? Stefan ne avrà 18 e Damon? Sarà sui 20 – 22 - non so. Stai attenta! Rischi – così facendo – di cacciarti in grossi guai.”
“Stai tranquilla, non succederà.”
 
*********
 
Sono passati 6 anni da allora.
C’è un fortissimo temporale in atto.
Sto stringendo tra le mie braccia mia figlia, Astrid, di quattro anni. Ha i capelli foltissimi, castano scuro e liscissimi e gli occhi sono azzurri. Azzurri come quelli del padre. La mia bambina ha paura dei temporali e perciò quando c’è brutto tempo vado nel suo letto a dormire. Si rannicchia sempre e poi piano, piano comincia a respirare sempre più profondamente finché non si addormenta.
Un tuono improvviso la fa svegliare e così geme chiamandomi.
“Mamy” sussurra addormentata.
“Amore, torna a dormire” le rispondo con dolcezza “Fai tanti bei sogni, ti voglio bene”.
“Secondo te anche il mio papà me ne vuole?”
Sento il mio cuore sbriciolarsi a quella domanda così innocente e una lacrima mi riga il volto.
“Ma certo che te ne vuole. E ora fa’ la nanna.”
Le poso un bacio sulla sua testolina e sorrido amaramente.
Aspetto una decina di minuti e poi mi alzo.
Non posso fare a meno di cercare una foto che avevo nascosto sopra l’armadio.

 

 
E’ in una scatolina in stoffa con delle rose, la usavo quando avevo 17 anni: ci sono tutti i ricordi miei e di Damon.. la rosa appassita sopra una foto mia e sua. Una collana con un piccolo cuore d’argento e la sua ultima lettera:
 
Elena,
quando leggerai questa mia io sarò già lontano.
So di essere un vigliacco ai tuoi occhi, ma credimi non avevo scelta.
Non provare a cercarmi – so che ci proveresti – ma ti invito a NON farlo.
Non mi troveresti. Mai.
Damon
 
Non posso fare a meno di piangere su quel fogliettino spiegazzato.
Accartocciato già tante volte eppure è ancora qui con me, le parole sono ancora lì.
Il dolore, quel vuoto sono ancora lì.
Nonostante gli anni passati, nonostante la vicinanza costante di Stefan, Caroline e dei loro compagni April e Klaus. I quattro mi sono stati vicini da subito, ma non pensare a Damon è stato inevitabile. Soprattutto nel momento in cui sono rimasta incinta.
 
Sono Damon lasciate un messaggio.
Damon…. sono ancora io, ti prego, ti imploro, almeno rispondimi. Parliamo e poi… ti devo dire una cosa importante. E’ veramente importante e non posso farlo lasciandoti un messaggio in segreteria. Damon, almeno dimmi perché.
 
Ripongo ogni ricordo, seppellisco ogni lacrima chiudendo la scatola e posandola sull’armadio, poi torno dalla mia piccola che si è girata dall’altra parte del letto.
Mi stendo accanto a lei e posando un bacio sul suo capo mi addormento.
 
°°°
 
2001
 
Damon mi ha completamente stregata.
E’ gentile e poi è pieno di attenzioni nei miei confronti.
Peccato che debba partire!
 
Sono a casa mia assieme a Stefan, Caroline ed April.
“Elena, ti prego, stai attenta! E’ pericoloso.”
“Togli il cd Stefan, hai già rotto i timpani!” gli dico seccata da questo suo ennesimo monito.
“Seriamente, Elena, non sai cosa può fare alle ragazze! All’inizio è gentile, ma poi… senti ti cito solo alcune delle donne che ha preso e trattato male Rebekah Mikaelson,
Isobel Flemming e…”
“E Stefan, Damon con me è diverso. Io mi fido completamente di lui.” dico sorridendo “Sono sicura che non mi tradirà mai.” taccio un momento “Ciao, ciao. Fate i bravi!” dico salutando Care, Stefan ed April.
April Young è un’amica di Stefan – anche se penso sia qualcosa di più per Stefan – ed è tra le ragazze più buone e gentili che abbia mai conosciuto, non le ho mai sentito dire una parolaccia o parlar male di qualcuno e per i suoi modi così garbati, gentili che Stefan deve essersene innamorato.
Esco e la Camaro di Damon è già fuori casa nostra, sorrido come un’ebete ed entro in macchina. Pronta per una bella serata con il mio bel tenebroso dagli occhi di ghiaccio. Mi sorride dolce e dopo esserci scambiati un bacio parte.
Non so verso dove, poco m’importa, sono con lui e quindi tutto andrà bene.
La Camaro si ferma venti minuti dopo davanti ad un motel.
Ho capito, ma ho anche improvvisamente paura.
E se non ne sono capace?
Comprende la mia paura, la mia ansia e mi stringe la mano nella sua.
Non dico niente, ma lui lo capisce.


                                                             
 
Quando chiude la porta, mi guarda e non mi butta sul letto – come temevo – mi accarezza piano delicatamente, mi bacia con trasporto e il resto, le carezze, i nostri gemiti e sospiri vengono naturalmente. Non fa che ripetermi che sono l’unica, che mi ama e io gli credo perché SO che è così. Sento che è VERO.


Quando mi sveglio, lui sta ancora dormendo.
Lo fisso estasiata, ha i capelli nerissimi arruffati dalle mie stesse mani, le labbra schiuse e un’espressione serena. Non credo di averlo mai visto così.
Vorrei sapere perché ha sempre quest’aria preoccupata mascherata a volte da arroganza e strafottenza. Io lo conosco e so che non è uno stronzo.
Io so chi è.

°°°

Ero veramente convinta di conoscerlo.
Credevo di aver veramente visto qualcosa di buono in lui, una luce.
Sicuramente mi ero sbagliata.




******


Note autrice: 

Ciao, io dovrei stare già a letto, ma invece ho cominciato a scrivere e ho fatto questo capitolo e il banner.
Come avrete sicuramente notato la posizione dei personaggi, le coppie sono quasi tutte stravolte. 
Spero di aver scritto qualcosa di decente, di non avervi fatto schifo.
Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate.
  
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