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Autore: Shikayuki    11/09/2014    3 recensioni
Dal Cap 1
Mi arresi e uscii allo scoperto, fronteggiando un paio di occhi verde smeraldo incastonati in un volto delicato dalla pelle pallida e le labbra sanguigne e piene.
Il suo sorriso si spense:-Oh mio dio, ma tu sei…-
-Vuoi diventare turnista della nostra band?- non le diedi il tempo di chiacchiere inutili, avevo deciso, e quando Synyster Gates decide nessuno puo’ discutere.
*I capitoli da 1 a 6 sono in revisione, ma non verranno apportate modifiche alla struttura della storia*
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Little talks.




*BRIAN'S POV*
Anche se avevo tentato di non darlo a vedere, ci ero rimasto malissimo quando Roxy aveva chiesto ad Arin e non a me di accompagnarla al matrimonio, e soprattutto non mi era sfuggita l'occhiata trionfante che il batterista mi aveva lanciato mentre stringeva la ragazza tra le braccia.
La stringeva lui e non io.
L'idea di quei due da soli, a fingersi un'allegra coppia, in una giornata intrisa di cuoricini e schifezze simili, non mi andava giù per niente, e sicuramente i ragazzi non mi stavano aiutando a non pensarci.
-Briiiiian!-
-Che vuoi gnomo?- risposi acido.
Lui e Matt si erano autoinvitati a casa per una giornata tra soli uomini, dato che ero l'unico senza moglie e che da quando c'era Roxy in giro non avevamo più potuto fare una serata mutande, birra, schifezze e videogiochi. Inutile dire che io avrei preferito passare la giornata da solo, rintanato nella sala della musica con qualche bottiglia di birra e di Jack a farmi compagnia e i miei pensieri a martoriarmi il cervello.
Alla fine avevo detto tutto ai ragazzi, incoraggiato da Roxy e messo con le spalle al muro con le continue domande che mi facevano riguardo a Michelle.
Michelle… quando ci pensavo, sicuramente più di quanto avessi voluto, perdevo un battito e mi mancava il respiro, sentimento che non sapevo assolutamente interpretare, soprattutto a fronte dei sentimenti che stavo scoprendo di provare verso Roxy. Che disastro.
-Guarda, i ragazzi ci hanno mandato qualche foto e video dal matrimonio! A quanto pare gli sposi sono fan della band e quindi i ragazzi hanno improvvisato un concertino per loro!- disse Johnny, mettendomi il cellulare sotto il naso tutto eccitato. No, non mi aiutavano affatto.
-Fantastico...- commentai atono, mentre le foto mi scorrevano sotto gli occhi.
Roxy era davvero stupenda e anche se l'avevo già vista con quel vestito addosso, non l'avevo mai vista acconciata e truccata per bene. Era perfetta, tanto che la sposa di fianco a lei spariva, nonostante fosse lo stesso una ragazza bella e particolare.
Arin poi, era radioso di fianco a lei, e nessuno avrebbe potuto negare che i due formavano una coppia perfetta. Che rabbia.
-Guarda il video, sono stati stupendi!-
Sbuffai e mi arresi mio malgrado a quell'altra sferzante ventata di invidia per non essere al posto del batterista.
Il video partì, mostrando una Roxy armata di chitarra intenta a cantare le folli parole di A little piece of heaven, mentre Arin la sosteneva con la batteria e cantando i coretti. Nonostante erano solo due su cinque, eseguirono la canzone in un fantastico riarrangiamento, con solo batteria e chitarra, e quando arrivò il momento della strofa del matrimonio, invitarono gli sposi sul palchetto per fargli ripetere le promesse. Stupendo.
-Roxy è proprio sprecata come chitarrista ritmica e basta... potrebbe tranquillamente essere la nuova Lzzy Hale, solo decisamente molto più brava alla chitarra.-
Il commento serio di Matt mi riportò alla realtà e sbattendo gli occhi mi voltai a guardarlo interrogativo, mentre Johnny non si accorgeva di nulla, troppo intento a guardare e commentare i video dei ragazzi mentre si dirigeva in bagno.
-Come scusa?-
-Pensavi che non venissi a saperlo vero?-
-Ma di che stai parlando Matt? Non ti seguo.-
-Del fatto che stai preparando un debutto solista per Roxy nel caso che Zacky decida di rifarsi vivo dalla sua crisi mistica, prima o poi.-
Sbiancai. Come diavolo aveva fatto a saperlo?
-Dimmi che non stai meditando anche tu di abbandonarci all'improvviso per seguire quella ragazza, Brian. Non potrei reggerlo, non dopo la perdita di Jimmy e l'abbandono di Zacky.-
Il dolore negli occhi di Matt era tangibile e mi sentii un cane per non avergli parlato subito dei miei progetti futuri in caso di rientro di Zacky. Mi ero sempre confidato con Matt da quando Jimmy non c'era più, ci eravamo tirati su a vicenda, in fondo eravamo stati i più colpiti dalla sua more, eppure quella volta non mi ero fidato, forse sapendo che gli avrei dato un immenso dispiacere.
-Non lascerò la band per seguirla. Sto preparando un b-project, ma come produttore, non come musicista.- ammisi guardandolo dritto negli occhi -Quello che mi fa battere il cuore sono gli Avenged Sevenfold e se dovessero finire, morirei con loro.-
-Che ti sta succedendo Brian? Non ti riconosco più, sei lunatico, hai lasciato Michelle e la cosa non sembra turbarti tanto perché ti sei fatto incantare da una ragazzina incasinata forse peggio di noi, organizzi progetti senza metterci a parte delle tue idee e soprattutto non ti confidi più con me. Dove sei finito Brian? Sei ancora lì dentro?-
Mi guardava triste, cercando di carpire ogni più minima reazione da parte mia, che non sapevo cosa ribattere e me ne stavo in silenzio, senza neanche il coraggio di guardarlo in faccia. Fortunatamente venni salvato da Johnny, che tornò dal bagno sorridente, annunciando che i ragazzi gli avevano inviato un nuovo video dal matrimonio, nel quale la band spalla si cimentava in una penosa cover di una qualche band famosa.
-Hey ragazzi, ma cosa è successo mentre ero in bagno?- chiese preoccupato, notando finalmente le facce scure di me e Matt.
-Niente, niente!- mi affrettai a sorridere, dissimulando il tutto -Solo una discussione accesa su chi sia il migliore a letto tra me e Matt!-
Cercai di alleggerire la tensione e per fortuna Johnny finse di bersela, ma sapevo che prima o poi avrei dovuto affrontare anche lui.
-Brian, è inutile che continui ad insistere, è risaputo che il migliore a letto sono io!-
-Ma zitto nano!- dissi ridendo e anche Matt si unì alla risata.
L'atmosfera si era alleggerita e finalmente la serata riprese a scorrere leggera tra fiumi di alcool e cazzate tra amici.

*MICHELLE’S POV*
Era il giorno prima che i ragazzi partissero di nuovo per iniziare il tour in Europa, e con la complicità di Valary ero riuscita ad organizzare un incontro con Roxy. Avevo bisogno di sapere.
Da quando avevo discusso con Brian non ci eravamo più sentiti e il nostro unico contatto era stato qualche giorno prima: gli avevo mandato un messaggio per avvisarlo che sarei stata ospite da Valary e Matt finché non sarebbe ripartito e lui mi aveva risposto che andava bene. Stop. Non mi aveva scritto neanche per avere notizie su Pinkly, dalla quale lui di solito si separava a fatica, e ciò non mi faceva ben sperare in un eventuale recupero del nostro rapporto.
Avevo capito che ero stata precipitosa, che lo stress del momento mi aveva fatto comportare da stupida e avventata e che forse Brian meritava un'altra possibilità. Inoltre in quei mesi da sola avevo riflettuto molto ed avevo capito che anch'io avevo giocato un ruolo non indifferente nella nostra inevitabile crisi. Mi ero accorta di essere diventata una tanto temuta moglie trofeo ed ero inorridita da me stessa. Fortunatamente avevo capito il mio sbaglio e facevo ancora in tempo a cambiare e a tornare la ragazza spontanea di una volta, ero salvabile, forse al contrario del mio matrimonio.
Avevo deciso di parlare con Roxy per capire e magari per carpire qualcosa della vita di Brian in quel tempo separati, in fondo lei ci viveva ogni giorno insieme.
Valary mi aveva detto di averli osservati e di aver notato un interesse solo da parte di Brian, mentre Roxy era amichevole con lui e manteneva le necessarie distanze, anche perché catturata da Arin, e io mi fidavo del giudizio di mia sorella, era molto brava a capire le persone lei, pertanto non ero ostile nei confronti della ragazza. Volevo solo capire.
Erano le quattro e la caffetteria iniziava a riempirsi di persone, soprattutto studenti appena usciti dalle scuole, ma il tavolo nell'angolo che avevo preso era abbastanza tranquillo, così mi distrassi a guardare fuori senza essere disturbata, per lo meno fino a quando una voce femminile e delicata richiamò la mia attenzione. Mi voltai e mi ritrovai faccia a faccia con Roxy, che mi sorrideva amichevole, anche se però i suoi occhi mi scrutavano curiosi ed indagatori. Come biasimarla dopo il nostro primo e disastroso incontro? Sono proprio dovuta sembrare una grandissima stronza patentata ai suoi occhi.
-Ciao, scusami se ti ho fatto attendere!- disse leggermente affannata -Posso sedermi?-
-Ma certo che puoi!- dissi indicandole la sedia e osservandola lasciarcisi cadere come se fosse esausta -Come mai di corsa, se posso chiedere?-
-Diciamo che delle volte sono un po' troppo sulle nuvole e il rischio spazia dal cadere inciampando su qualcosa a perdere qualsiasi mezzo pubblico nel raggio di chilometri!- mi sorrise di nuovo e non potei non trovare quel sorriso contagioso.
-Uao, sei una piccola catastrofe allora!- risi a mia volta e non potei fare a meno di notare che mi sentivo a mio agio con quella strana ragazza vestita come un adolescente nel pieno della ribellione -Non hai la macchina?-
Negò con la testa.
-No non ho la macchina al momento purtroppo, fino ad adesso il mio mondo si limitava al quartiere, quindi non mi serviva e adesso c'è Arin che mi porta ovunque, ma oggi non volevo disturbarlo, è riposo anche per lui!-
Nel parlare di Arin la sua voce si fece più dolce e anche i suoi occhi brillarono un po', così capii che ancora una volta mia sorella aveva visto lungo e alla ragazza mio marito non interessava neanche un poco. Povero illuso se credeva di avere qualche chance con lei.
-Mi sembra di capire che tu e Arin avete legato molto, o sbaglio?- chiesi scavando più a fondo.
-Si, anche perché essendo i più piccoli del gruppo non possiamo fare altro se non squadra contro i veterani, non pensi?- rispose candidamente. Era proprio una ragazza semplice e senza malizia, e non potei fare a meno di provare simpatia per lei.
Scoppiai a ridere asserendo e in quel momento arrivò la cameriera a prendere le nostre ordinazioni.
-Un chocolate chai tea latte e un muffin al cioccolato per me, grazie!- disse Roxy senza pensarci troppo su.
La guardai inorridita ad occhi sgranati per quell'accostamento ipercalorico, per poi ordinare a mia volta.
-Per me invece un thè verde...- ecco, lo stavo facendo di nuovo, stavo cadendo nel classico stereotipo di donna alla moda che si nutre di aria pur di mantenere la linea -Oh, al diavolo… anzi, prendo un frappuccino al cioccolato e un brownie, per favore.-
Appena la cameriera se ne andò, riprendemmo a chiacchierare come se ci conoscessimo da una vita.
-Adesso devi spiegarmi dove diavolo metti tutta la roba che mangi, dato che hai appena fatto un’ordinazione da paura e sei decisamente magra!- le chiesi davvero stupita.
Scoppiò a ridere di gusto –In genere non mangio così tanto, ma da quando sono entrata a far parte di questa pazza famiglia ho sempre fame, tra il nervosismo e i miliardi di cose da fare che mi prosciugano le energie, per non parlare dei concerti che mi provano proprio a livello fisico. E poi ammettiamolo, è impossibile non ingrassare dietro a quei quattro… ad essere oneste, sono stupita anch’io del fatto che invece di ingrassare, sono anche dimagrita qualche chilo… mi mancano però quei chiletti in più, adesso sono troppo magra!-
-Davvero?- quella ragazza mi stupiva sempre di più.
-Beh, la mia idea di bellezza femminile è un po’ la pin-up anni ’50… erano magre, ma non anoressiche come le modelle che si vedono oggi in giro! Una donna senza forme e fatta solo di ossa secondo me non ha senso!-
Era una ragazza dai sani principi e convinta delle sue idee e non potei che ammirarla di nuovo.
-Ecco vedi?- continuò a parlare indicandosi il volto –Mi si sono scavate le guance, quando in realtà le ho sempre belle tonde. Inoltre ho dovuto ricomprare qualche vestito, anche se per fortuna posso tenere i vestiti che mi passano per i concerti, qualcosina è riadattabile per tutti i giorni.-
Appena finì di parlare arrivarono le nostre ordinazioni e vidi i suoi occhi illuminarsi, proprio come quelli di una bambina davanti ad una torta.
Mi pentii immediatamente di tutti i pensieri cattivi che avevo fatto su di lei all’inizio, senza conoscerla. Era una ragazza semplice, ancora un po’ bambina, e non si poteva fare a meno di amarla, soprattutto quando ti guardava con quegli enormi e sinceri occhi verdi.
Forse un pochino la invidiavo per la sua spontaneità e forse riuscii a capire cosa stava passando per la testa a mio marito. Come biasimarlo in fondo? Si era ritrovato con una vuota moglie trofeo in un periodo difficile della sua vita e all’improvviso era spuntata fuori dal nulla quella ragazza, semplice e piena di vita, dallo spontaneo sorriso contagioso, che in qualche modo lo capiva, al contrario della persona che aveva al fianco e che era troppo impegnata a rimirarsi nello specchio per preoccuparsi della gente intorno a se.
Se tutto andava a rotoli era solo colpa mia e ne avevo avuto finalmente la conferma.
-Sai Michelle, io ho sempre invidiato te e Valary.-
L’affermazione seria di Roxy mi colpì come un fulmine a ciel sereno e così alzai gli occhi dal frappuccino che stavo rimestando per osservarla stupita.
-Come scusa?-
-Hai capito bene, vi ho sempre invidiate, ma non un’invidia cattiva nella quale vi auguravo le peggio cose, un’invidia sana, nella quale vi prendevo come modello.-
Glielo leggevo negli occhi che non stava mentendo.
-Vi ho ammirato perché voi li avete sempre seguiti dall’inizio e gli siete rimaste fedeli, anche quando loro erano in tour lontani e tentati da tante groupies. Li avete visti nascere come band e ne avete seguito lo sviluppo, forse rendendoli gli uomini che sono adesso, supportandoli sempre con il vostro amore. Ne ho sentite di fan velenose sputare sentenze su tradimenti, fidanzamenti di convenienza e altre cazzate simili, ma poi vedevo le foto, quelle foto in cui vi guardate con gli occhi innamorati, vi vedevo ai bordi del palco nei concerti in cui faticosamente conquistavo la transenna, e capivo che quello che dicevano quelle vipere erano solo cattiverie sputate per gelosia. Seguo i ragazzi da quando si sono formati e voi eravate sempre lì, anche quando erano solo un progetto che si pensava si sarebbe distrutto ancor prima di partire, una band sulla quale nessuno voleva scommettere. Nessuno tranne te e Val, che ci avete creduto talmente tanto da investirci i vostri stessi soldi. Quindi un po’ il merito è anche vostro.-
-Ma tu quanti anni avevi, scusami?- era l’unica idiozia che mi era passata per la testa da chiedere.
-La prima volta che li ho visti in concerto? Avevo dodici anni la prima volta che sono scappata per andarli a vedere e fu una vera follia.- rise con lo sguardo un po’ perso, forse rivivendo il momento –Avevo convinto Travis, mio cugino di soli cinque anni più grande di me, ad accompagnarmi a vedere quella band di cui avevo sentito parlare tanto bene in conservatorio e lui non se lo fece ripetere due volte, ne aveva sentito parlare anche lui da dei compagni di scuola di Huntington beach. Chiesi il permesso ai miei che ovviamente mi dissero di no, visto che neanche mio cugino era maggiorenne, ma non mi persi d’animo, così scappai. Mi ero tinta i capelli di un improbabile rosso e mi ero truccata e vestita in un modo assurdo, non me lo scorderò mai! Fu un concerto epico e sono così orgogliosa di poter dire di essere stata al mitico concerto del Chain reaction.-
-E i tuoi cosa fecero quando lo scoprirono?- chiesi curiosa.
-Assolutamente niente! Non mi dissero nulla, capendo che anch’io avevo ripreso il loro stesso spirito ribelle e dal quel giorno preferirono darmi il permesso per andare a vederli, piuttosto che costringermi a scappare scendendo dal ciliegio che avevamo nel giardino della nostra vecchia casa. Sai, i miei si sono conosciuti quando avevano sedici anni ad un concerto dei Black sabbath, figurati se io potevo venire tanto diversa da loro!- rise per quell’affermazione, contagiando anche me con il suo sorriso spontaneo.
-Già, sarebbe stato strano il contrario, no?-
Rispose annuendo alla mia domanda e poi mi guardò per un momento.
-Chissà chi era il ragazzo dal quale hai sentito del concerto dei ragazzi…- chiesi sovrappensiero, pensando che magari era qualcuno che presumibilmente conoscevo, ma non mi veniva proprio in mente chi dei nostri amici dell’epoca frequentasse il conservatorio di Los Angeles.
Roxy sembrò per un attimo a disagio e si agitò un pochino sulla sedia, prima di sorridere nervosa e rispondermi vaga.
-Beh, a dir la verità non ricordo, sono passati così tanti anni! E poi ad essere oneste ho la memoria di un criceto… forse anche peggio!-
Risi di nuovo con lei, ma non mi era sfuggita la sua incertezza nella voce, mi stava nascondendo qualcosa.
-A che età sei entrata al conservatorio?-
-Ho iniziato a seguire dei corsi pomeridiani tre volte a settimana durante le elementari, quando avevo nove anni e suonavo la chitarra da quattro, poi mi sono proprio iscritta ai corsi alla scuola media, quindi ad undici anni. Ovviamente ci ho fatto anche le superiori e la specializzazione. Poi mi avevano offerto una cattedra, ma ho avuto un periodo di ribellione e ho rifiutato per andare a lavorare in un bar letterario con annessa pasticceria, finché quest’anno avevo messo la testa a posto e ho deciso di accettare la cattedra che il rettore del conservatorio continuava ad offrirmi. Stavo iniziando con il corso estivo, ma poi una band di svitati mi ha ingaggiata ed eccomi qui!- finì di raccontare con un alzata di spalle e prese una sorsata dal suo bicchiere, guardandomi poi placida.
Presi anch’io un sorso di frappuccino e una cucchiaiata di brownie e rimuginai su quello che mi aveva detto. Praticamente era vissuta solo in funzione della sua chitarra, proprio come Brian.
-Tu invece Michelle? Raccontami qualcosa di te!- chiese curiosa.
-Ecco io…- ci pensai un po’ su –Non ho mai saputo cosa volessi fare da grande. Avevo ottimi voti a scuola e ho frequentato delle ottime superiori e anche l’università qui a Los Angeles, ma mi sentivo sempre fuori posto con i miei capelli tinti strani e l’abbigliamento decisamente più adatto ad un concerto, non riuscivo ad adattarmi alla rigidità della scuola privata e della facoltà di Economia. Finita l’università volevo un lavoro che mi permettesse di stare nel mondo dello spettacolo come Brian, anche perché finché ero stata all’università e lui era impegnato con la musica non ci eravamo visti quasi mai, infatti diventammo ufficialmente una coppia fissa dopo che mi laureai. Diventai modella, ma ottenni solo il risultato di essere ancora più lontana da Brian e tornammo punto a capo nel nostro rapporto, così dopo un paio d’anni lasciai e diventai curatrice della Syn clothing, nata da una stupida scommessa con Zacky. Avevo trovato finalmente un equilibrio e poi successe di Jimmy e poi beh, penso che il resto ti è noto.-
-Quindi, esattamente, tu e Brian come siete arrivati a questo punto?-
Lei sapeva.
La guardai con gli occhi sgranati per un attimo, per poi abbassare lo sguardo, dandomi della stupida. Ovvio che sapeva, ormai lo sapevano tutti. Non avrei pianto a tale consapevolezza, non rientrava nel mio carattere orgoglioso. Non avevo pianto neanche quando avevo lasciato Brian e non avrei pianto adesso, in un posto pubblico davanti a tutti.
-No, aspetta, non fraintendermi, non voglio farmi gli affari vostri, voglio solo aiutarvi. E poi non sarebbe male vedere un sorriso sincero sia su di te che su Brian, sai?-
Era davvero sincera, glielo leggevo negli occhi, ma non riuscivo ad aprirmi, così mi limitavo a tacere.
-Hai anche ragione, infondo sono una sconosciuta per te, ma tranquilla non mi offendo se non te la senti di aprirti con me!- mi sorrise di nuovo, cercando di rassicurarmi.
-È solo…- sussurrai interrompendola mentre richiamava la cameriera per avere il conto –è solo che non lo so neanche io come siamo arrivati a questo punto.-
Si risistemò sulla sedia e non disse nulla, pronta ad ascoltare la mia storia.
-Semplicemente, con il matrimonio, all’improvviso tutto è cominciato a declinare nella routine. Non mi serviva più di stupire Brian, ormai era mio, e poi venivamo invitati sempre a più feste e mi sono ritrovata risucchiata in quel mondo che vedevo solo nei giornali di gossip e pian piano mi sono trasformata in quella che non sarei mai voluta essere in vita mia: una stupida moglie trofeo, totalmente vuota e stupida abbastanza da pensare solo a moda e altre cazzate simili. Non mi sono neanche accorta che Brian mi stava scivolando tra le dita, perso nel suo dolore che in realtà si era solo assopito momentaneamente e dopo un anno di tregua era tornato a tormentarlo. E io non sono stata in grado di capirlo… che moglie inutile.-
-Io non credo tu sia stata una moglie inutile Michelle.-
La guardai scettica inarcando un sopracciglio.
-Piuttosto credo che nella tua stessa condizione anch’io ci sarei cascata. Una solidità economica, la fama e la bella vita sono bestie tentatrici per chiunque! Anzi, tu ti sei accorta dei tuoi errori e sei ancora in tempo per rimediare, ma c’è gente che non se ne accorge mai e continua a vivere quella vita finché non ne viene completamente consumato e svuotato del proprio essere.-
Forse aveva ragione.
-È solo che adesso non so come fare a riprendermelo, ormai lo sento così distante… è tutto finito e la colpa è solo mia.-
-No Michelle, non è vero, la colpa non è solo tua, è anche colpa sua. Invece di lasciarti andare così avrebbe dovuto lottare, invece non lo ha fatto, passando per vittima, ma non è così-
Roxy era decisamente più intuitiva di quanto mi aspettassi e forse aveva captato anche i sentimenti di mio marito per lei, ma non ne parlava per ferirmi.
-E come posso fare allora?- chiesi, cercando un consiglio.
-Dagli ancora un po’ di tempo, vedrai che passato il suo momento di crisi tornerà tutto a posto, tu nel frattempo impegnati a tornare te stessa… non lo so, trova un lavoro, qualcosa che ti piace davvero, e magari rinuncia a qualche festa!-
Mi sorrise dolcemente, mentre le sue parole si facevano pian piano strada dentro di me.
-Un lavoro?-
-Beh, hai detto che quando curavi la Syn clothing eri felice, allora perché non fare qualcosa nel campo della moda? Potresti seguire un corso e magari creare una linea tutta tua, la possibilità economica e l’ambiente giusto non ti mancano!-
Era davvero un’idea geniale e onestamente io non ci sarei mai arrivata a pensare una soluzione tale.
-Hai ragione, sei un piccolo genio tu!-
-Grazie, lo so! Per sdebitarti mi passerai vestiti gratis a vita, giusto?-
-Certo che si!-
Scoppiammo a ridere entrambe, mentre il peso sul mio cuore si scioglieva, lasciandomi decisamente più speranzosa verso il mio futuro. Inoltre, avevo decisamente trovato una nuova amica.

*ROXY’S POV*
La chiacchierata con Michelle era stata decisamente più facile di quanto mi fossi aspettata, e quando ci salutammo fuori al caffè, ebbi l’assoluta certezza che avevo una nuova amica. Magari adesso le cose sarebbero andate meglio anche con Valary, chissà.
Comunque si erano fatte le cinque del pomeriggio e dovevo sbrigarmi a correre a casa per cambiarmi e per andare al falò sulla spiaggia organizzato dai ragazzi, era una sorta di tradizione prima di partire per i tour e l’indomani saremmo partiti per il tour europeo. Ero un mix tra l’agitato e l’eccitato, dato che era la prima volta in vita mia che lasciavo l’America, ma allo stesso tempo sapevo che i fan europei erano molto più esigenti di quelli Americani e, vedendo qualche blog per puro caso, avevo scoperto che non avevano preso molto bene l’abbandono di Zacky. Avrei dovuto aspettarmi di tutto.
Arin sarebbe passato a prendermi per le sei, almeno avevo tutto il tempo di prepararmi.
Misi degli shorts di jeans e presi quelli lunghi di ricambio, il bikini con i teschi, una canotta dei Sevenfold (ne avevo l’armadio pieno) e una felpa della Vengeance. Mi guardai allo specchio e ripensandoci la felpa non era un’ottima idea, così la levai e la tirai sul letto, sostituendola con una felpa dei MyChem.
Osservai la felpa scomposta e abbandonata sul letto e la raccolsi, stringendola tra le mani e chiedendomi cosa aveva spinto Zacky a mollare tutto. Mi era sempre piaciuto e avevo visto lui e Brian come la coppia di chitarristi perfetti, il mancino e il destro. Certo, la gente sputava continuamente veleno su di lui, paragonandolo a Brian, obiettivamente tecnicamente migliore, ma in realtà era un ottimo chitarrista e sembrava non dare peso alle critiche più di tanto. Forse però era stata una somma di cose: la morte di Jimmy, il divorzio, magari altri problemi di cui non ero a conoscenza… comunque non capivo il perché.
Aveva abbandonato i suoi migliori amici così, nel bel mezzo del rilascio del nuovo album, senza più di tante spiegazioni… chissà cosa gli passava per la testa.
Il campanello mi riscosse dai miei pensieri e tirando di nuovo la felpa sul letto, mi affrettai ad andare ad aprire. Senza rendermene conto si erano fatte le sei ed Arin, puntuale come sempre, era arrivato.
-Hey Rox, sei pronta?- chiese entrando in casa e raggiungendomi in camera, ormai era di casa.
-Certo! Recupero la borsa e lego i capelli e andiamo!- risposi da dentro la cabina armadio, mentre cercavo la borsa da mare. Quando uscii lo trovai seduto sul letto con la felpa della Vengeance tra le mani e lo sguardo triste e un po’ perso.
-Arin…-
-Sai, li seguo dall’epoca di Waking the fallen e li ho sempre ammirati. Jimmy poi era il mio esempio da seguire nella vita, non avevo mai visto un batterista così talentuoso ed istintivo. Quando è morto mi è crollato il mondo addosso, anche perché avevo avuto la fortuna di conoscerlo, aveva assistito ad uno dei concerti della mia vecchia band ed era venuto a complimentarsi, dicendomi di continuare così.- fece una pausa –Quando seppi dell’audizione andai a farla senza sperarci troppo, era impossibile che mi avrebbero preso. Poi però mi sedetti dietro quella batteria, e quando mi presentai vidi gli occhi dei ragazzi illuminarsi e cominciarono a parlottare tra di loro, indicandomi, ancor prima che prendessi le bacchette in mano. Jimmy aveva parlato di me a loro, ma non potevo saperlo. Feci Beast and the harlot e Bat country, poi mi chiesero qualche pezzo loro e li eseguii tutti. Quando finii ci fu un attimo di silenzio, poi Matt urlò al ragazzo che chiamava ad entrare nella saletta per sostenere l’audizione che avevano finito e che avevano il nuovo batterista. Non credevo alle mie orecchie e per un attimo non capii neanche cosa volesse dire, poi però mi si strinsero tutti quanti intorno per congratularsi e scoppiai a piangere come un bambino e Zacky è stato quello che mi ha aiutato di più ad ambientarmi in quella nuova vita. Quando ha lasciato tutto, anche se in un certo senso me lo sentivo dato che lo vedevo sempre più spento sul palco, è stato un duro colpo per me, soprattutto vedere gli altri di nuovo abbattuti e tristi, quando forse si stavano davvero riprendendo da Jimmy.-
Lo avevo ascoltato in silenzio, senza interromperlo, perché era la prima volta che si apriva così tanto, quindi lo lascia fare, senza mettergli pressioni.
-Sai Arin, ci stavo pensando poco prima che arrivassi.- cercai le parole adatte –Credo che Zacky, si sia trovato all’improvviso ad affrontare tutta la pressione di questi tre anni e non ce l’abbia fatta. Magari all’inizio riusciva a non dargli peso, ma si arriva ad un punto in cui il peso diventa troppo opprimente da sopportare, e si sceglie sempre la strada che sembra più facile pur di sfuggirgli, lo so, ci sono passata anch’io.-
Mi guardò senza dire nulla, forse aspettando che continuassi, e lo ringraziai per non aver fatto domande.
-Sono sicura che quando avrà sistemato il suo tumulto interiore tornerà, e gli Avenged Sevenfold torneranno di nuovo quelli di prima!-
Quelle parole mi facevano male, perché il progetto futuro non includeva me, ma sapevo che prima o poi avrei dovuto dire addio a quel sogno.
-Grazie Roxy, grazie davvero per tutto!-
Si alzò e mi abbracciò di scatto, e io non potei far altro che ricambiare, perdendomi nel calore di quell’abbraccio forte e sicuro. Forse gli abbracci di Arin erano quello che mi sarebbe mancato di più quando Roxy non sarebbe più stato un nome dei Sevenfold.
-Allora, che dici, andiamo? Credo che stiamo facendo un po’ tardi…- disse Arin e riluttante dovetti lasciarlo andare.
-Certo, andiamo…-
Recuperai la borsa e ci avviammo, ma quando stavo per salire in macchina Arin mi fermò e mi diede un bacio sulla guancia.
-Grazie di esistere Roxy.- mi sussurrò, prima di lasciarmi per andarsi a sedere al posto di guida.
Con il cuore a mille mi sistemai sul sedile, non sapendo cosa dire o fare e il viaggio passò nel silenzio più totale, ma non fu fastidioso, perché entrambi eravamo persi nei nostri pensieri e forse anche lui, come me, si stava chiedendo cosa passasse nella mente dell’altro.


*Schecter's corner*

E dopo tre vergognosi mesi di silenzio, eccomi qui che finalmente aggiorno!XD Scusate come sempre il ritardo, ma tra lo studio e il lavoro non ho avuto neanche il tempo di pensare a cosa scrivere c.c Ieri sera mi sono praticamente costretta a finire la bozza iniziale e finalmente ecco a voi il capitolo 13! Sono perdonata?
AnyWay, questo capitolo mi piace particolarmente, ed ho inserito il POV di Michelle, e qualche chiarimento in più sulla storia! Credo che arrivati a questi punto si risolverà tutto nel giro di 5 capitoli massimo, che spero di riuscire a scrivere più velocemente con il rinizio delle lezioni all'università! Nel frattempo sto lavorando alla famosa spin-off con i MyChem, ad un'altra ff corta (5 capitoli massimo) e ad un'altra challenge, spero di riuscire a fare tutto u.u
Va bene, adesso vi lascio, se magari vi va di lasciarmi un commentino, e se volete potete anche contattarmi su Twitter a @RadiantEclipse7.
Prima di salutarvi definitivamente però, vorrei ringraziare tutte le persone che seguono, preferiscono, ricordano e recensiscono, in particolare le ultime quattro ad avermi recensito che sono Chillergirl, JudeNera, la mia splendida Longview e la new entry kirarmstrong, e scusatemi se non vi rispondo direttamente alle recensioni, ma con la connessione del telefono già è tanto se riesco a pubblicare... ah, la vita da fuorisede!XD Grazie di tutto, davvero! ♥

A presto,
Schecter

P.S. rileggendo la storia ho notato strafalcioni assurdi nella trama, quindi man mano che riuscirò a sistemarla (se ci riuscirò) vi avvertirò, se magari vorrete rileggere i capitoli sistemati e con dei buchi, scusate per l'inconveniente >.<

  
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