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Autore: _Skyline_    13/09/2014    0 recensioni
" Dylan non lasciare la mia mano!"
Fu l'ultima cosa che riuscì a dirgli prima di vederlo cadere, prima di buttarmi nel vuoto per cercare di salvarlo. Prima di scoprire qual'è la mia vera natura.
Ciao a tutti, questa è l'ennesima storia che scrivo su l'ennesimo attore per cui ho una cotta ahah, questa fan fiction presenterà il nostro amato Dylan O'Brien nelle vesti di un adolescente con poteri sovrannaturali, rinchiuso in un campus per persone speciali, li incontra Chloe, una ragazza apparentemente senza poteri, ma lui vede qualcosa in lei, per cui valga la pena lottare.
Un insieme di: Percy Jackson e gli dei dell'olimpo, Teen Wolf e Fallen, spero vi piaccia :) Aspetto con ansia vostre recensioni.
Genere: Avventura, Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Inspirai profondamente quell'aria fresca e dolce del mattino, almeno credo fosse mattino, lasciando che i miei polmoni potessero riempirsi fino allo sfinimento. Mi stiracchiai sentendomi riposata e tranquilla nonostante non mi ricordassi in che modo sono andata a dormire, adesso che rifletto non so nemmeno quanto ho riposato. Scostai le coperte invernali dalla mia pelle liscia lasciandomi accarezzare da quel morbido tocco, appoggiai i piedi sul gelido pavimento e a fatica, in punta di piedi per evitare di congelarmi le dita, guardai fuori dal piccolo oblò posto nella mia stanza. Il cielo era di un bellissimo azzurro chiaro, in effetti sembrava quasi finto, era troppo limpido, senza nemmeno uno straccio di nuvola, bianca come il cotone. Da piccola, guardandole su quel prato verde della scuola ho sempre pensato potessero essere enormi letti fatti di felicità, dove gli angeli ballano e si divertono. Ora, mi sembrava così strano e triste non vederne nemmeno una. Un pezzo di ghiaccio galleggiava sull'acqua vicino all'imbarcazione, lentamente e con molta calma la vidi sorpassarci, o forse eravamo noi ad aver sorpassato lei. Come potevo dirlo, mi sembra di aver perso totalmente la cognizione del tempo. Uscì dalla mia stanza raggiungendo la cucina dove trovai Dylan con una matita in bocca e un'altra sulla mano destra, contemplare un paio di mappe, mentre si dondolava sulla sedia. - Ciao. - la mia voce era roca e secca, bassa e trasformata in un sussurro, evidentemente non mi sentivo più abituata a parlare, tossì per schiarirmi la voce e per attirare la sua attenzione; appoggiai una spalla sullo stipite della porta incrociando le braccia al petto e guardandolo divertita. Alzò la testa incredulo per poi – spaventato dal mio improvviso arrivo – cadere all'indietro in un tonfo. Il suono della sedia sul pavimento era insopportabile da ascoltare per le mie povere orecchie stanche che dovevano ancora abituarsi al risveglio, ma non potei trattenere una risata. La sua risata risuonò nella stanza mischiandosi con l'ossigeno che respirai profondamente sentendomi più viva che mai, quella risata...era qualcosa di così dolce e giovanile, di così buffo e divertente che chiunque avrebbe riso insieme a lui. Era qualcosa di essenziale. Incrociai i piedi continuando a fissarlo, per la prima volta dal nostro incontro mi soffermai sui lineamenti del suo viso, concentrandomi su quanto fosse bello e puro, la sua carnagione così chiara era in netto contrasto con i suoi occhi scuri, profondi come il mare e pieni di pensieri. Quel color cioccolato così dolce da causare un iper glicemia, ne rimasi quasi incantata, rapita, nei suoi occhi ci potevo benissimo affogare, morire in quelle sue iridi che sembrano sempre abbracciarti e confortarti ogni volta che ne hai bisogno. Poi i miei occhi si soffermarono sulle sue labbra, l'arco di cupido davano una forma più a cuore alla sua bocca rosea, erano carnose ma non troppo, quel giusto per farti impazzire dal desiderio. Come potevo essermi accorta solo ora di quanto fosse bello e angelico il mio mentore? Devo essere stata davvero una stupida, accecata dall'odio e il rimorso che provavo verso gli altri avevo dimenticato che lui non faceva parte di quel gruppo, avevo quasi dimenticato che lui mi aveva salvata, che lui mi sta salvando. I miei pensieri stavano volando progressivamente a una velocità inconcepibile di fronte a me, sembravano così vividi che sentivo che lui poteva leggerli e volendo anche rileggerli per sicurezza, tanto non se ne sarebbero mai andati. Mi sentivo in soggezione a stare nella stessa stanza con lui, era troppo bello e intelligente per me. Io in fondo non sono niente di che.

Scossi la testa cercando di annullare ogni sorta di pensiero o immagine poco casta nei suoi confronti, non potevo permettermi di mostrarmi debole, o di fargli capire quello che pian piano sta crescendo dentro il mio cuore nei suoi confronti, non potevo perché eravamo una squadra, ogni errore che ci avrebbe portato a separarci avrebbe aggravato entrambi, e questo, io non lo potevo permettere.

Mi avvicinai a lui stringendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi, le risate soffocate mi rendevano difficile il compito, ma riuscì a farlo tornare sui suoi passi. Mi sorrise, altra cosa che mi fece letteralmente avvampare, come faceva ad essere così sexy e impacciato contemporaneamente? Non sarei mai riuscita a spiegarmi cosa ci fosse in lui di tanto particolare da farmelo piacere, ma qualsiasi cosa fosse non dovevo prestarci troppa attenzione per evitare di distrarmi dal mio compito. Diventare un Avatar e aiutare le persone speciali come me ad essere integrate nel mondo senza discriminazioni. Questo era il compito che mi ero prefissata, ero stufa di nascondermi, non ne potevo più di fingere di essere normale, di fingere di essere qualsiasi cosa. Solo ora, dopo aver scoperto in parte chi sono, mi rendo conto ti quanto sia stata soffocante e dolorosa la mia vita.

  • Come ti senti? - domandò portandosi le mani ai capelli per pettinarsi il suo ciuffo perfettamente disordinato. Anche il suo costante caos mi piaceva. - Mi sembra di aver dormito per troppo tempo, di essermi persa troppe cose. - abbassai lo sguardo fissando i miei piedi nudi che lentamente si stavano abituando al pavimento gelato, i deboli raggi del sole che filtravano dal vetro dell'oblò mi raggiunsero scaldato sotto di me il pavimento, subito mi sentì sollevata. - Hai dormito per quattro giorni. - quella rivelazione mi sembrava totalmente indicibile. Quattro giorni? Perché avevo dormito così tanto? Ora si spiega il pezzo di ghiaccio che vidi in mare al mio risveglio. Devo aver dormito così allungo da non essermi accorta di aver raggiunto la nostra meta.

Poi ricordai: la tempesta, il mio predecessore, i miei poteri poi...tutto buio, per quattro lunghi giorni. A fissare l'oscurità tormentata dalla voce del vecchio Avatar che mi suggeriva come padroneggiare i miei poteri, come entrare in contatto con lui attraverso il mondo degli spiriti. Quattro giorni a lasciare che la mia mente viaggiasse in un'altra dimensione, mentre Dylan, tutto solo, ha governato questa enorme imbarcazione, abbattuto, forse, per il mio momentaneo stato di coma. Ecco perché mi sento priva di energie, intorpidita e affamata, con la gola secca. Ora si spiega il mio iniziale disagio al mio risveglio. Ora è tutto più chiario.

Mi sedetti a tavola bevendo del caffè dalla tazza di Dylan, guardando a mio modo quelle vecchie ed ingiallite carte fingendo di capirci qualcosa, poi mi arresi. - Dove siamo? - si riprese il caffè dalle mie mani facendosi scappare una lieve risata. - Siamo arrivati, entro mezzogiorno arriviamo a riva. - guardai l'enorme orologio posto sopra al forno della nave, mancava un ora al nostro arrivo e io non potei fare altro che sentirmi elettrizzata all'idea di trovare una persona come me. Mi avviai verso il piccolo bagno, dovevo farmi una doccia, dopo quasi una settimana senza bagno mi ci voleva proprio. Mi spogliai lasciando che i vestiti luridi che portavo da troppo tempo ricadessero nella cesta dei panni sporchi, mi guardai allo specchio, i capelli erano secchi e increspati, puzzavano di salsedine e sudore, la pelle bianca la sentivo unta e sporca per non parlare delle mie mani, le unghie erano diventate marroni da tutto lo sporco che si celava sotto. Ero davvero ripugnante, come ha fatto Dylan a non girarsi e vomitare stamattina? Io l'avrei fatto e solo ora mi rendo conto di quanta vergogna provo verso me stessa per essermi presentata in quelle condizioni. "Chloe smettila! Che t'importa!" pensai, non potevo permettere a un ragazzo di rendermi vulnerabile. Proprio no, io sono più forte di una stupida adolescenta infatuata del solito ragazzo impossibile. Entrai nella doccia e feci scorrere l'acqua tiepida sul mio corpo lasciando che la cullasse, che la trasformasse. Quanta energia riusciva a darmi questo elemento, quanto potere riuscivo a sentire crescere dentro di me ad ogni goccia che scivolava sul mio corpo, la sentivo nelle vene, come se mi fosse sempre appartenuta. Chiusi gli occhi e lasciai che l'acqua mi bagnasse il viso mentre con il dito indice la sollevavo con una facilità tale che sembrava stessi muovendo l'aria, anche se contrattare con quel elemento così banale agli occhi di tutti non era facile, serviva spiritualità e calma interiore, bisognava sentirsi leggeri come l'aria e padroni di ogni cellula del proprio corpo. Questo richiedeva un enorme sforzo morale, e dato che non ho mai frequentato la scuola, e la pazienza non è il mio forte l'Aria mi avrebbe causato molti problemi.

Uscì dalla doccia sentendomi subito più fresca e profumata di quando entrai, la mia pelle aveva un colorito molto più roseo, nonostante la mia carnagione fosse praticamente lattea, i capelli erano tornati al loro biondo naturale, si avvicinavano di molto al platino ma non ho mai tinto i capelli. Mi infilai l'intimo nero in netto contrasto con la mia pelle e poi i vestiti, invernali, dato che eravamo arrivati al polo sud. E qualcosa me lo confermò appena la punta della nave toccò la riva.

N.A
Ciao a tutti, eccomi con il quarto capitolo. Mi scuso per il ritardo della pubblicazione ma non ho avuto molto tempo, perdonatemi se è corto e forse noioso e magari scritto male, ci tenevo ad aggiornare e ho fatto le cose di fretta. Spero comunque che la storia mi vi piaccia. Recensite se vi va :)

In oltre volevo dirvi che ho pubblicato il primo capitolo della mia FF sugli One Direction "Stay Alive"
Seguitemi su Twitter: @GiorgiiaG ricambio tutti e anche su Wattpad: Ardemonium.
Sul secondo mio account riportato sopra                                                ^^^^^^^^^^^^            ho appena iniziato la mia nuova storia su Harry Styles: Madness. Parla di una ragazza rinchiusa in un ospedale psichiatrico dove incontra Harry, li succederanno tante cose spaventose, ma anche cose belle. Qualcosa di leggermente simile, ma non uguale, a ciò che è successo al nostro amato Stiles Stilinski alla Echo House, ma niente di troppo ugule. Passate, passate, passate!!! :D

 

 

   
 
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