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Autore: Dryas    14/09/2014    6 recensioni
Estate, stagione di mare e di serate con gli amici.
Di fronte a una distesa color cobalto, immersi nel relax più totale, dieci ninja di Konoha dovranno fare i conti con nuove emozioni e nuove situazioni. Ma a mischiarsi con i sentimenti più nobili ci saranno anche scontri, che siano verbali o in vetta a una montagna innevata, e amicizie vecchie di anni rischieranno di rompersi. Perché il pericolo è sempre dietro l’angolo, anche in spiaggia!
Seconda classificata al contest “Summer in Love.” di Tomoko_chan sul forum di EFP , vincitrice dei premi Coppia Migliore e Miglior Grammatica.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Neji/TenTen, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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COBALTO

-Raven’s Love-


#9. Pietra









-Hinata-chan, cosa significa?-
Naruto guardò con gli occhi sbarrati il volto arabesco della Hyuga, che si poneva di fronte a lui e a Shikamaru in posizione di attacco. Ino, invece, avanzò verso di loro, legando le mani e i piedi di entrambi.
-E’ una semplice precauzione- spiegò con voce calma, mentre tre uomini in nero comparivano alle loro spalle. –Per essere certe che ascoltiate, ma non provate a scappare. Queste corde bloccano il vostro chakra, sarebbe inutile.-
-Ascoltare cosa?- domandò Shikamaru, fissando lo sguardo acuto in quello celeste di Ino.
-La verità.-
-Sì, che l’Uchiha è scappato.- Uno degli uomini in nero si fece avanti, andando a guardare dalla finestra che dava sull’ingresso. Imprecando, fece segno all’altro di prendere i due ragazzi.
-Non erano questi gli accordi!- gridò Ino, ma il ninja fu più rapido di lei. Lanciò una corda, alle cui estremità vi erano due pesi di metallo: si arrotolò sul polso di Ino, facendola cadere a terra con un urlo di dolore.
Hinata fu più agile. Il ninja cercò di colpirla con la stessa arma, ma grazie al byakugan poteva riconoscere il chakra che lo impregnava ed evitarlo con più facilità. Tuttavia, le sue possibilità di fuga erano inesistenti.
-Prendete me!- gridò. La sua frase  provocò la paralisi di tutti i presenti. –Sono una Hyuga. Mio padre è ricco, vi darà tutto quello che volete.-
-Hinata, non farlo … - mormorò dolorante Ino.
-Ci darà tanto quanto c’è sulla testa dell’Uchiha?- domandò uno dei ninja.
-Anche di più, ma dovete lasciare andare loro tre.-
Dopo aver sciolto i lacci alle loro caviglie, Naruto, Ino e Shikamaru furono sollevati da terra e spinti fuori dallo chalet.
-No!- esclamò Naruto, cercando di divincolarsi dalle corde attorno ai polsi. Guardò Hinata fino a che la porta non si chiuse di fronte al suo viso e gridò il suo nome. Le vene gonfie sulle sue braccia e i tendini tesi del suo collo sembrarono esplodere quando cercò in un ultimo tentativo di liberarsi. Fu tutto inutile, più chakra rilasciava, più ne perdeva.
-Ci lasciate andare qui?- chiese Shikamaru, storcendo il naso di fronte al dislivello che li separava dalla pianura. Il suo viso si incupì ulteriormente quando cominciò a piovere.
-Mi dispiace, ragazzi- mormorò Ino, pallida in volto e con le lacrime agli occhi.
-Chi diavolo erano quelli?!- gridò Naruto, furente. –Perché ce l’hanno con Sasuke? E perché ora hanno preso Hinata?! Non ci capisco più niente!-
-Quelli sono ninja del Paese della Roccia - cominciò a spiegare Ino. –Vogliono la taglia che c’è ancora sulla testa di Sasuke.-
-Ma Sasuke è cambiato!- esclamò l’altro. –Perché non li avete fermati?!-
-No, Naruto, non è cambiato- gli disse, sentendo una parte di sé morire di dolore vedendo gli occhi del biondo velarsi di tristezza. –Sakura lo ha scoperto mentre leggeva un libro proibito sulle tecniche segrete del villaggio. Ci ha ingannati, un’altra volta.-
-E questi tizi da dove saltano fuori?- si intromise Shikamaru, l’unico dei tre ad aver mantenuto il sangue freddo.
-Sakura questa notte ha fatto delle strane conoscenze- rispose Ino –e ha elaborato questo piano insieme a loro, ma noi non ne sapevamo niente fino a quando non siamo arrivate qua.
-Siete diventati intimi in fretta, vedo- commentò acido.
-Dovevamo solo catturare Sasuke- continuò l’altra, lanciandogli un’occhiataccia e tornando a rivolgersi a Naruto, –e spiegare a voi la situazione. Vi abbiamo attirati qui facendovi credere che fossimo in pericolo, ma qualcosa dev’essere andato storto. Dove sono finiti Sakura e Sasuke?-
-Spero che Sakura lo stia riempiendo di botte- mormorò il biondo, curvo in avanti, come se tutta la sua energia vitale fosse scomparsa.
-Ehi, datti una svegliata.- Ino spalancò gli occhi di fronte alle parole di Shikamaru e persino Naruto lo guardò con stupore. –Vuoi lasciare che si portino via Hinata?-
Lo sguardo del biondo tornò ad accendersi. Osservò le corde che imprigionavano le sue mani e un ringhio uscì dalle sue labbra, mentre una nuvola luminosa dello stesso colore del tramonto cominciò ad avvolgerlo. Il suo viso assunse lineamenti ferini e il calore del suo chakra era tale da far evaporare ogni goccia di pioggia che lo colpiva. Le corde cominciarono a sfilacciarsi e si ruppero completamente quando comparvero le nove code.
Tutto quel chakra le aveva fatte implodere e Naruto corse a salvare Hinata.




***





-Fino a quando pensi di scappare?- domandò Sasuke al ninja che inseguiva da più di un quarto d’ora. Cominciava ad essere stanco di fare i suoi comodi e il temporale sopra la loro testa era un altro inconveniente di cui avrebbe fatto volentieri a meno. Se il suo avversario non avesse avuto Sakura sottobraccio l’avrebbe già incenerito con un katon.
Il ninja sembrò ascoltarlo. Il campo di battaglia era un altopiano roccioso, circondato da un ventaglio di vette appuntite come canini. Non crescevano piante, se non qualche raro arbusto sempreverde, e le nuvole grigie cariche di pioggia sembravano unire terra e cielo.
-Lasciala andare e non ti farò troppo male.-
Di nuovo il ninja fece come gli venne chiesto. Senza troppi riguardi, lasciò cadere Sakura a terra.
-Cosa vuoi?- gli chiese Sasuke, diventando sempre più sospettoso.
-La tua taglia- rispose l’altro, e subito dopo le dimensioni della sua mano destra cominciarono ad aumentare. La pelle cambiò colore, assumendo la stessa dell’ambiente circostante, e forme irregolari si crearono fino al gomito.
Appena le dita si chiusero, il pugno di pietra gli sfiorò lo zigomo destro. Sasuke evitò anche l’attacco successivo, mentre lo sharingan tornava a brillare nei suoi occhi. Lanciò uno shuriken, nel tentativo di stabilire una distanza tra di loro, ma il ninja lo scansò con facilità. Era ormai di fronte a Sasuke, pronto a colpirlo, quando anche l’Uchiha alzò il suo braccio destro ed entrambi i loro pugni colpirono il bersaglio.
-Arte della Terra- disse Sasuke, massaggiandosi la guancia. –Ecco perché hai scelto un posto del genere. Un vantaggio decisamente scarso con me.-
Il ninja si irrigidì alla vista del braccio di Sasuke: anche il suo era diventato di pietra. L’Uchiha sogghignò di fronte alla reazione dell’avversario, il quale però tornò subito all’attacco. Attorno a Sasuke le rocce cominciarono a smuoversi. Il fragore della pietra che si crepa echeggiò per tutto l’altopiano e nuvole ocra si alzarono lì dove la terra franava. Poi, dei massi di diverse dimensioni si alzarono in aria, muovendosi attorno a lui come dei pianeti attorno alla loro stella.
-Bara di roccia!- gridò il ninja, e all’improvviso Sasuke se li vide venire incontro. La luce scomparve e l’aria, pungente fino a qualche istante prima, divenne rada. Il suo avversario era riuscito a imprigionarlo in un sarcofago di pietra. Se fosse stato a conoscenza di un sigillo, per lui sarebbe stata la fine.
Non poteva muoversi e non poteva vedere nulla. Il suo sharingan serviva a ben poco in quella situazione, che tanto gli ricordava un vecchio avversario, Gaara della Sabbia; ed esattamente come nella bara di sabbia, le rocce lo avrebbero stretto sempre di più fino ad ucciderlo.
Tuttavia, il suo avversario aveva commesso un errore.
Quando le rocce esplosero, si trasformarono in proiettili acuminati che colpirono il loro stesso padrone, il quale indietreggiò, terrorizzato. Gli occhi brillanti di Sasuke emersero sullo sfondo grigio del suo corpo, completamente di pietra.
-Se avessi usato subito la tecnica della bara di roccia, mi avresti messo in seria difficoltà- gli spiegò, avanzando verso di lui. –Ma grazie allo sharingan ho copiato la tua prima tecnica e la roccia non può schiacciare altra roccia, idiota.-
Il ninja smise di arretrare, indurendo lo sguardo. Cominciò ad eseguire altri segni con le mani, pronto a contrattaccare, ma prima di riuscire a concludere si ritrovò a terra, privo di sensi. Sasuke aveva esaurito la pazienza.
Sakura, invece, era ancora a terra. L’abito stropicciato si era alzato, lasciando intravedere le sue gambe scurite dal sole, ma gli occhi rimanevano chiusi. Sasuke rimase ad osservarla da lontano: vederla stesa su quel manto di rocce, indifesa e ferita, aveva fatto nascere in lui il bisogno di portarla in luogo sicuro. I suoi pugni si strinsero e il suo sguardo si indurì, mentre compieva il primo passo verso di lei.
Non si era mai preso cura di qualcuno, forse perché nessuno si era mai preso cura di lui. Sakura, però, sconvolgeva il suo modo di pensare. Di fronte al suo viso pallido, resistere al desiderio di correre in suo aiuto era impossibile. Con chiunque altro, invece, sarebbe rimasto a distanza, aspettando che riprendesse conoscenza per conto suo.
-Sakura?- la chiamò, dopo che si fu abbassato verso di lei. Le mise una mano dietro alla testa, sollevandola dalla pietra e lasciando che le ciocche rosa gli solleticassero la pelle. Le sue labbra, appena socchiuse, catturarono il suo sguardo. Con un dito tracciò il loro contorno, scoprendo il loro calore e la loro morbidezza. Poi sfiorò le sue guance, dagli zigomi alti, trasformando il suo tocco in una carezza.
Quando il suo corpo fu spinto da una forza che non conosceva verso quello di Sakura, le sue braccia circondarono istintivamente le spalle della ragazza. Come il ghiaccio al sole, sentì la morsa attorno al suo cuore cominciare a sciogliersi.
-Se pensi che questo cambi qualcosa ti sbagli di grosso.-
La parole di Sakura, basse e calme, lo sorpresero sia per l’estrema vicinanza sia per il loro significato. Aprendo gli occhi, che non sapeva di aver chiuso, Sasuke si accorse del kunai puntato dietro la sua schiena. All’improvviso si ricordò delle parole di Tenten, e capì di essere caduto nella sua trappola.












Come promesso, aggiornamento flash!

E’ il terzultimo capitolo. Manca poco alla fine.
Visto il calo di recensioni, mi piacerebbe sapere se c’è qualcosa che non va. Non per fare la piagnona, ma per poter migliorare!
Grazie.
A presto,

Dryas


   
 
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