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Autore: SerenitaDolce95    15/09/2014    6 recensioni
Vi dico immediatamente che non ci penso neanche a riportare la collana alla negoziante di quella bigiotteria. Questa collana è il solo ricordo che ho di Ottaviano e non mi separerei da lei per niente al mondo. Sapete cosa faccio? Io scapperò via da questo posto schifoso. Tornerò nell’Antica Roma costi quel che costi. Domani non riporterò indietro nessuna collana. Se mia madre non intende chiarire quello che deve chiarire con Cesare vuol dire che ci penserò io a parlare a Cesare. Metterò a rischio la mia vita; ma se devo morire, non morirò fino a quando, non avrò chiarito questa storia.
Devo riprendermi quello che è mio. Devo riconquistare anche la fiducia di Ottaviano in me e rimettere a posto la nostra storia. L’unico problema è che mi serve un piano strategico per uscire fuori di casa. Non posso aspettare domani mattina. Domani mattina potrebbe essere troppo tardi. Eppure, questa non sarebbe la prima volta che evado di casa in piena notte. La cosa si ripete a quanto pare. Lo capisco che è un metodo del tutto incivile uscire di casa senza dirlo ai genitori, ma devo farlo. Non ho intenzione di arrendermi. Ho deciso: questa notte evado. Adesso mi metto
Genere: Commedia, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Verso le quattro del pomeriggio, mi ero ritrovata di nuovo nell'Antica Roma e la cosa più strana era che fossi arrivata lì, prima di Ottaviano che non capivo dove poteva essere finito, visto che lo stavo aspettando da dieci minuti. Stavo pensando di tornarmene a casa perché ero sicura che lui ci aveva ripensato nel rivedermi ancora tante volte. Si vede che suo padre lo aveva preso in giro tutto il tempo, dicendogli che io ero la sua ragazza e se ricordo bene, mi pare che Cesare aveva affermato una cosa simile anche davanti ai miei occhi. In ogni modo, dovevo la mia vita a suo figlio visto che mi aveva salvata, quando ero a un passo dalla morte.

Stavo per arrendermi ed ero sulla strada per tornare a casa mia, quando captai dei passi dietro di me. Mi ero girata e avevo riconosciuto una faccia famigliare in lontananza: era Ottaviano, la persona che ero ansiosa di rivedere. Probabilmente, prima di presentarsi all' appuntamento con me, era andato alla ricerca di una ragazza alternativa, che non fossi io visto che non mi sopportava neanche, ma faceva finta di niente. Ero diventata molto seria in faccia e volevo sapere dove si era cacciato, visto che mi aveva fatta aspettare a lungo, il suo arrivo. I motivi del ritardo erano due: era andato a caccia di cuori oppure, aveva ricevuto una predica da Cesare poco prima di partire. Secondo me, il primo motivo era quello più probabile perché non penso che Cesare poteva averlo rimproverato un'altra volta, dopo la predica di ieri.

« Come mai questo ritardo? » domandai.

« Non sapevo che cosa indossare e poi, Cesare aveva trovato un altro modo per rimproverermi, quindi ho tardato anche per colpa sua... scusami! » mi aveva risposto.

« Per cosa ti ha rimproverato, questa volta? » avevo chiesto per curiosità.

« Le solite cose. Mi ripete ogni mattina che non mi rendo conto del futuro che mi aspetta e che ho un carattere complicato da tollereare. A volte, vorrei avere un fratello maggiore in modo che lui si prenda questo peso al posto mio. Non penso che sarò capace di comandare come mio padre, un giorno e la cosa mi preoccupa. Capisco che è un peso enorme, quello che mi porterò nella testa un domani, ma quando provo a cambiare quello che sono mi rendo conto che cambio sempre in peggio quindi, non dirlo a mio padre, ma penso di non essere all'altezza! » mi spiegò Ottaviano.

« Posso capire che ti senti un po' sconfortato e confuso, ma c'è un motivo se tuo padre ti rimprovera: perché si preoccupa per te e un giorno, vorrà essere sicuro di lasciare il suo popolo, a un erede meritiero. Purtroppo, io non so come funzionano le cose qui, ma so benissimo che ogni sovrano, prima di prendere il potere, veniva ripreso spesso dalle persone che lo circondavano quindi, credimi... Cesare si comporta in questo modo, proprio perché vuole prepararti a quello che ti aspetterà in futuro, non perché ti disprezza! » tentai di spiegare.

« Molto bene, vedo che sei una giovane che ha la capacità di capire le cose! Questa è una delle cose che mi colpiscono di una ragazza. Inoltre, sei anche bellissima, insomma, ti vedo come un capolavoro, ma posso essere sicuro che non è una trappola in cui vuoi farmi cadere? Elena non sò se lo hai capito ma... » si fermò all'improvviso perché era diventato leggermente rosso in faccia.

« Ma? » domandai, guardandolo in faccia.

Lui mi aveva preso per il braccio tirandomi delicatamente a sè; continuava a guardarmi negli occhi e d'improvviso, mi mise le sue braccia intorno al bacino. Poco dopo esserci ritrovati faccia a faccia e occhi negli occhi, lui fece una cosa che mi lasciò stupita... mi aveva dato un bacio sulla bocca e io avevo ceduto alla voglia di baciarlo. Quella fu la prima volta che persi la testa per qualcuno e non per un ragazzo dietro la mia porta di casa, ma per il figlio di Giulio Cesare. Per la prima volta, mi ero innamorata. Lo sapevo fin da quel momento, che sarebbe stato un'amore molto particolare, lui era un uomo antico e io una ragazza dei nostri giorni. Non solo ero innamorata di lui, ma ero stata anche fortunata a incontrarlo. Quante sono le probabilità che una ragazza dei nostri giorni, incontri un ragazzo antico, vissuto molti anni e secoli prima di lei? Direi che sono molto scarse, ammesso che ci siano. Scusatemi, se ci sono riuscita io a trovare l'Antica Roma, non escludo la possibilità che possa capitare a qualcun altro perché c'era stata un'altra ragazza che aveva trovato il modo di raggiungere l'Antica Roma, ancora prima di me, ma chissà, chi era quella ragazza. Avevo una grande voglia di conoscerla, per vedere se potevamo andare d'accordo e magari, saremo potute diventare anche amiche.

Quel pomeriggio, c'era un sole forte ma io volevo restare a lungo vicina a Ottaviano, per passare il tempo a baciarlo. Non avevo neanche voglia di tornare da mia madre, ma sarei dovuta rientrare a casa prima che sarebbe calata la notte. Mi piaceva avere vicina una delle poche persone che mi facevano stare bene anche se è una persona molto lontana dal mio tempo, ma chi se ne frega dopo tutto? L'importante è che mi dimostra di tenerci davvero a noi due e per ora, lo stava facendo molto bene. Eravamo rimasti a baciarci per molto tempo, io desideravo che non finisse mai; era una bella sensazione toccare le sue labbra molto spesse e non sottili come le mie. Ora, lui era tutto il mio mondo. Per me esisteva solo lui nei miei pensieri e nella mia vita. Non avrei mai pensato che il mio destino, mi avrebbe portata a conoscere il figlio di Cesare. Eppure, ci conoscevamo solo da due giorni, ma per me Ottaviano era già importante. Avevano ragione quelle persone che sono convinte, che per amare qualcuno non sempre, serve molto tempo.

A me e Ottaviano erano bastati solo due giorni, per capire che eravamo innamorati. La sensazione che provavo quando lo baciavo, era una sensazione che volevo tenere incisa nel mio cuore e nella mia anima. Speravo che anche per lui fosse la stessa cosa. Non avevo più incertezze; lui non guardava le altre ragazze proprio perché era innamorato di me, ma lo sapevo che in realtà, avrei avuto ancora tante incertezze da superare se volevo far durare il nostro amore. Forse, fra qualche anno, verrò ricordata come la prima cotta di Ottaviano e magari, lascierò anche io un piccolo segno nella storia; ora però, dovevo solo sognare di riuscirci. Volevo essere molto di più, che la sua prima cotta, ma a questo ci avrebbe pensato il tempo. Solo lui avrebbe potuto fare in modo che io fossi di più per Ottaviano, ma anche viceversa: forse oggi vedevo il figlio di Cesare innamorato pazzo di me, ma il giorno dopo, potrei scoprire che a suo figlio non importa niente di me. Io incrociavo le dita, per augurarmi che la nostra storia andasse a buon fine perché lo desideravo davvero. Non saprei come potrei reagire se un giorno, Ottaviano mi venisse a dire che non mi ama più. Ero certa che avrei desiderato la morte, in questo caso. No, avrei fatto di tutto per far durare la nostra storia, anche affrontare mille ostacoli e al costo di battermi contro dei gladiatori, se fosse stato necessario. Non sapevo da quanto tempo, io e Ottaviano andavamo avanti a baciarci sulla bocca, ma poi eravamo stati raggiunti da una voce famigliare.

« Ehi, vedo che ti tratti bene Ottaviano! ».

Avevamo staccato le nostre labbra, per vedere chi aveva parlato anche se avevo dei sospetti. Non era la voce di Cesare, dato che era una voce molto giovanile. Davanti ai nostri occhi, c'era un ragazzo dai capelli castani, occhi neri e alto. L'espressione del viso, era molto seria. Ahimè! Quello che aveva parlato alle nostre spalle, era Bruto. Come aveva fatto a trovarci? In questo posto, non c'era mai nessuno. Si vede che anche lui, fosse a conoscenza di questo posto. Pensai che alla festa ci sarebbe mancato solamente Giulio Cesare e poi, saremmo stati al completo. Non penso che Cesare sarebbe rimasto contento, se mi avesse vista pomiciare con suo figlio anzi, se c'era una cosa che non sarebbe stato, trovando una scena simile davanti ai suoi occhi, era essere felice. Nemmeno Cesare sapeva da dove venivo e forse, non sapeva che esiteva un'altra città chiamata Roma ovvero, la città di Roma in cui vivevo da sempre. Non avrei detto niente dell'esistenza di una città come la loro, fino a quando non lo avrebbero scoperto da soli. Bruto era apparso proprio in un momento utile, dato che mi ero convinta a fargli conoscere la mia amica. Dovevo trovare solo il modo, di combinare l'appuntamento. Speravo che domani, Bruto sarebbe stato libero nel pomeriggio, quindi avrei potuto passare tutto il pomeriggio, in sua compagnia e con il mio nuovo compagno.

« Bruto capiti proprio nel momento giusto! Senti, domani sei occupato a lungo? » domandai.

« No. Cosa dovrebbe succedere, domani? » mi rispose.

« Voglio presentarti una persona. Devo chiederti una cosa però! Hai per caso una ragazza o sei sposato? » chiesi guardandolo in faccia.

« No, ma perché nessuna mi vuole come compagno. Invece, vedo che ti tratti bene visto che ti baciavi con Ottaviano! » fu la sua risposta.

« Vero, che non dirai niente a Cesare, di questo? » disse Ottaviano con la massima serietà.

« Beh, prima o poi dovrai presantarla a tuo padre, non credi? Comunque, non dirò una parola! » rispose a Ottaviano.

« Sarà meglio! » sbuffò Ottaviano.

Non posso dire che presentare la mia amica a Bruto può essere la cosa giusta. Il fatto era, che avevo notato alcune cose in comune tra lei e Bruto. Anche la mia amica stabiliva la bellezza di un uomo solo dal fisico e anche Bruto faceva la stessa cosa, ma con le donne. Aveva iniziato a dire che sono bellissima solo dopo, avermi guardato le tette e ora, mi difendeva come se fossi una sua amica. Non mi sarei aspettata di sentirlo dire che non avrebbe riferito niente a Cesare della storia tra me e Ottaviano. Era una mia impressione, oppure Bruto ci stava proteggendo? Ero confusa; non mi sarei mai aspettata una cosa del genere. Sapevo però, che ero decisa a presentarlo alla mia migliore amica poi, io non credo che tra loro due possa nascere qualcosa, ma almeno, avrei fatto modo di farli conoscere. La mia amica non poteva aspettare che un ragazzo dei nostri giorni venisse a bussarle alla porta di casa con un mazzo di fiori perché dalle nostre parti, siamo noi ragazze che dobbiamo bussare alla porta della nostra vittima e tante volte, finiamo per bussare alla porta del principe sbagliato. Visto che non sopportavo di vederla sola e per lo più, con me che mi ero trovata da poco un compagno, dovevo fare in modo che anche lei si sistemasse con qualcuno e forse, Bruto era una trovata intelligente, ma anche no. Bruto e Ottaviano erano tutti e due molto affascinanti, ma per me era Ottaviano che sembrava una vera opera d'arte e non lo dico, solo perché era l'erede di Cesare. C'era anche da dire che Ottaviano e Bruto avevano anche una grande differenza di età; Ottaviano andava per i diciotto anni mentre Bruto era quasi ventiseienne; riguardo a me, avrei compiuto diciasette anni fra tre mesi. Ho pensato fino adesso, che nonostante Bruto avesse quasi ventisei anni, era il genere di ragazzo adatto alla mia amica che ne avrebbe compiuti diciannove a breve. Avevano anche loro due, una notevole differenza di età, ma per quello che ne so io, l'età non era altro che un numero. Una mia cara cugina che al tempo aveva ventidue anni, si era sposata con uno che ne aveva quarantacinque quindi, volendo, io avrei potuto avere una storia con Giulio Cesare che poteva essere mio padre se non, mio nonno. Peccato, che non fossi interessata ad avere una storia con Cesare, dato che stavo con suo figlio. Scusatemi, ma che diamine stavo pensando, dato che mi ero ritrovata persa, nei miei pensieri? Va bene, neanche io ero così normale alla fine, ma quale persona dei miei giorni, poteva considerarsi normale? La normalità non è mai esistita e mai esisterà; tutti abbiamo i nostri problemi, chi più, chi meno quindi, fino a quando ci saranno problemi, nessuno potrà definirsi "una persona normale". Spero di avervi messo in chiaro come la penso da sempre, sul concetto "normalità". Chissà, quale idea avessero Ottaviano e Bruto sulla normalità, ma scommeto che neanche loro sarebbero in grado di spiegare cosa vuol dire essere normali, quello nessuno riusciva a spiegarlo e mai nessuno, ci sarebbe riuscito fino a quando la parola normalità, non avrebbe trovato alcuna definizione per spiegarla.

Restai d'accordo con Bruto, per domani. La mia amica non aveva idea che le avrei presentato due personaggi importanti del nostro passato in una sola giornata. Ero certa, che non avrebbe voluto credere che quei due fossero realmente Ottaviano e Bruto, in carne e ossa anzi, non avrebbe mai creduto che l'avrei portata nell'Antica Roma per davvero. Pensai che avrei potuto andare in qualche museo per presentare quella collana che mi aveva portata nell'Antica Roma. Non potevo crederci, che l'ingresso nell'Antica Roma era stato nascosto all'interno di una collana, che per di più, l'avevo trovata in un negozio di accessori e non l'avevo neanche pagata. La ragazza che aveva trovato quella collana prima di me, non era stata molto furba a riportarla alla negoziante; fossi stata io in lei, l'avrei portata subito in qualche museo di storia e forse, mi avrebbero pagata una bella cifra per il ritrovamento di un oggetto di grande valore. Solo che lasciarla in un museo, per me avrebbe significato non rivedere mai più, il mio amico Bruto e il mio compagno, visto che la collana era il solo modo che avevo per raggiungerli.

« Sognami questa notte, hai capito? » mi disse Ottaviano.

« Da questo giorno in poi, tu sei tutta la mia vita! » avevo risposto.

Ci baciammo un'ultima volta, prima di salutarci. Non vedevo l'ora che fosse già domani, per rivederlo ancora. Ottaviano era un ragazzo dal cuore d'oro e per me, stava dimostrando ogni minima attenzione e sopratutto, mi ero innamorata di lui senza avere dei perché, ma sapevo che questa sarebbe stata una storia importante per me e non l'avrei mai fatta giungere alla fine. Ora che lui era entrato nel mio cuore e nella mia vita, difficilmente avrebbe potuto uscirne anche se speravo, che mi rimanesse sempre vicino, ma nulla è per sempre... neanche l'amore. Arrivai a casa mia, con la solita sensazione di caldo e un tremendo batticuore. Avevo voglia di gridare al mondo, la felicità che avevo trovato, ma non potevo mettermi a gridare in tutte le strade di Roma che Ottaviano mi ama. Non sarei stata presa come una persona seria, se avessi gridato forte una simile notizia. Mia madre si stava preoccupando, dato che ero rimasta fuori di casa, un pomeriggio intero. Non sarebbe stato l'ultimo pomeriggio che avrei passato lontana da casa mia. Si era messa a guardarmi nuovamente in faccia, con un'espressione che avevo visto nella faccia di qualcun altro, quando era arrabbiato o preoccupato, ma non ricordavo a chi paragonare l'espressione che aveva mia madre, scolpita sul suo volto. Non era di Ottaviano visto che non lo avevo mai visto arrabbiato, per ora e speravo di vederlo sempre felice o almeno, sereno. Tornai a guardare mia madre con uno sguardo rivolto ai suoi occhi seri.

« Che cosa ho fatto questa volta? » le chiesi.

« Ti sembra questa, l'ora di rientrare a casa? » mi disse, con un tono arrabbiato.

« Ho avuto un contrattempo... la prossima volta, cercherò di non tardare! » le risposi.

« Mi avrai risposto così, almeno una ventina di volte, da domani spero che inizierai ad essere un po' più responsabile, signorina! » mi disse arrabbiata.

« Che noia! Devi sempre trovare una scusa per riprendermi, uffa! » le risposi.

« Posso dirti una cosa? Da questa sera, ti arrangi da sola! » mi disse.

« Benissimo! Non potrei desiderare di meglio... » mi ero osata rispondere.

Non avevo voglia di andare a dormire tanto che avevo deciso di guardare la televisione. Quando l'accesi avevo scoperto che in un programma, stavano parlando della statua che rappresentava Ottaviano e decisi di ascoltare quello che dicevano. Mia madre nel frattempo, stava girando avanti e indietro tra la camera da letto e la cucina. Strano. Non aveva mai assunto un simile atteggiamento. Per poco, iniziai a farmi l'idea che mia madre dubitasse su chi poteva essere il mio ragazzo e per questo, si era messa a guardarmi per quattro minuti filati, ma non penso che possa arrivare a pensare che il mio ragazzo era il figlio di Cesare, al primo colpo. Con tutti i ragazzi che c'erano, per me sarebbe stato molto improbabile che sarebbe risalita subito a Ottaviano.  






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Mi dispiace informarvi che la storia è momentaneamente sospesa, a causa di un blocco che non mi permette di sviluppare al meglio le idee che vorrei espandere in queste righe. Per ora ringrazio tutti quelli che hanno recensito e... spero di non assentarmi troppo!! Per ora, saluti!!
   
 
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