8. Mia
-Credo che tu abbia
preso qualche botta in testa di troppo, negli ultimi giorni!- La provocò Will,
ridendo.
Aria alzò gli occhi
al cielo e si mise in posizione di difesa. Gli scontri erano quasi terminati,
così gli iniziati avevano diverso tempo libero da dedicare agli incontri
amichevoli.
Sul ring, Edward e
un’altra ragazza stavano combattendo da diverso tempo, altri ragazzi si
allenavano correndo, qualcuno facendo flessioni, la maggior parte era impegnata
in piccoli duelli proprio come lei e Will.
Lo scontro vero fra
loro due c’era stato giusto la settimana prima e, con immensa fatica, la
ragazza era riuscita a vincere portandosi come ricordo un occhio nero e una
mano dolorante. Ma Will si era accasciato a terra dopo tutti i calci presi allo
stomaco e non si era più alzato.
Fortunatamente Aria non
aveva dovuto combattere contro Sasha.
-Non ricordarglielo
poverina, credo abbia battuto un record. Insomma, nello stesso giorno ha
battuto la testa due volte ed è pure svenuta due volte…- Intervenne proprio la
bionda, poco distante.
Will rise.
-Fatemi sapere
quando avete finito di prendermi in giro!- intervenne Aria, avanzando verso
Will e colpendolo ad una spalla con un pugno.
Christina e Tris,
molto amiche di Will, assistevano da lontano provando fra di loro qualche
tecnica di combattimento appresa.
-Andiamo, non essere
permalosa, è solo che adesso posso vincere! Voglio dire, ti ci vorrà del tempo
per riprenderti dalla caduta…- disse Will, avanzando con i pugni alzati verso
di lei.
Aria si spostò e lo
spintonò via con forza. –Sono perfettamente in grado di batterti una seconda
volta!-
Dopo la sua caduta al
Pozzo, Aria si era ritrovata in infermeria e ci era rimasta per un giorno
intero, dovendovi passare anche una notte. A quanto le era stato detto, durante
l’atterraggio dopo il suo volo di diversi metri dal sentiero che saliva verso
il centro di controllo, aveva compiuto alcune rotazioni involontarie che le
avevano permesso di scaricare il peso della caduta su più parti del corpo
invece che su una sola. Per cui niente ossa rotte, solo diversi tagli e ferite
che erano state abilmente medicate. La ferita sulla testa, la più preoccupante,
fortunatamente si era aperta e aveva sanguinato invece di formare un coagulo
all’interno. Le erano stati applicati dei punti, spalmata una crema di fattura
Erudita per accelerare il processo di guarigione e, dopo qualche ora in osservazione,
era stata dimessa.
L’unico segno
dell’incidente rimaneva la macchia violacea sullo zigomo destro, che le creme
degli Eruditi non erano riusciti a risanare del tutto. I tagli sulle braccia
erano scomparsi, ma il livido sul volto ci avrebbe messo un po’ di più a
guarire.
-Credo di doverti
dare una dimostrazione!- disse Aria, afferrando Will da un braccio e
piegandoglielo dietro la schiena.
Il ragazzo protestò
dal dolore. –Va bene, va bene, mi stai facendo male adesso!-
-Cosa devi dire?- lo
punzecchiò Aria, stringendo la presa al braccio.
-Che hai ragione,
sei più forte di me. Ahi, mi stai facendo male!-
Aria lo lasciò
andare e scoppiò a ridere.
-Non hai pietà
neppure per gli amici, che cattiveria!- sentenziò scherzosa Sasha, scuotendo
addirittura la testa per fingersi indignata.
Aria rise ancora.
-Già, ha ragione!-
disse Will, massaggiandosi il gomito dolente. –Un po’ di rispetto almeno per
me, dopo tutto quello che ho fatto per te!-
Aria sapeva che
stava solo scherzando, ma avvertì un nodo in gola.
Will aveva fatto
molto per lei in passato, era vero, e vederlo lì a scherzare tranquillamente
con lei, come se nulla fosse cambiato rispetto ai giorni in cui erano fra gli
Eruditi, le riempì il cuore di gioia.
-La prossima volta
lasciami vincere però, okay?- le disse Will, avvicinandosi per scompigliarle i
capelli.
Quando le fu vicino,
Aria non riuscì a trattenere il fremito del suo cuore, così gettò un braccio
attorno al collo di Will e lo stritolò in un abbraccio, premendo la tempia
contro quella del ragazzo.
-Grazie Will!- gli
disse sottovoce, seria.
Will capì, si
divisero e la guardò con un sorriso sincero, facendo un cenno con la testa.
–Vedi di fare la brava d’ora in poi, non ci sarò sempre io a guardarti le
spalle!-
Aria scosse la
testa. –Devo ricordarti che sono più forte di te?-
-Come vuoi!- le
rispose il ragazzo, avviandosi verso la sue amiche Christina e Tris.
-Cos’era quello? A
me non mi abbracci mai!- protestò Sasha, incrociando le braccia al petto.
-Finiscila!-
Era vero però, Aria
non era tipo da abbracci, al massimo da spinte affettuose, ma mai da abbracci.
Era difficile per lei aprirsi a qualcuno, permettere ad un'altra persona di
entrare in contatto con lei e di scavare dentro il suo animo. Era molto più
facile difendersi, difendersi sempre, e valutare ogni contatto prima di
accettarlo.
-Eravate amici anche
prima vero, quando eravate ancora Eruditi?-
Alla domanda di
Sasha, Aria sollevò lo sguardo.
Con Will era diverso
però, lui era sempre stato suo amico, si fidava di lui, e non era riuscita a
trattenersi, concedendosi così un puro gesto d’affetto come un piccolo
abbraccio.
-Io non avevo tanti
amici,- Continuò Sasha. –Gli altri erano tutti così… gentili e pacifici, era difficile per me trovare
qualcuno con cui giocare da piccola. Adesso che sono fra gli Intrepidi è tutto
diverso.-
Aria si guardò le
scarpe e sospirò. –Credo sia il destino dei trasfazione. Will, infatti, era il
mio unico amico…-
Pioveva a dirotto.
Sembrava quasi una
pioggia irreale da quanto era forte. Cadeva insistentemente, goccia dopo
goccia, creando un frastuono insopportabile e ingrigendo totalmente
l’atmosfera.
Quando il ragazzino
undicenne che correva per la via principale del proprio quartiere, si fermò di
colpo vedendo la figura seduta sui gradini davanti alla porta di una casa, la
piccola non lo guardò neppure.
Il bambino si
avvicinò e vide che si trattava di una bambina della sua stessa età, che se ne
stava lì seduta sotto la piaggia, con i capelli e i vestiti fradici.
-Ariana, che stai
facendo?- urlò per sovrastare il rumore costante del temporale.
Si fermò proprio
davanti a lei, mettendosi una mano davanti agli occhi per proteggersi
dall’acqua.
La bambina non
rispose subito, era immobile con le ginocchia al petto e la mani sulle gambe,
lo sguardo puntato per terra. –Mia madre dice che dato che mi comporto come un
animale, devo stare fuori, proprio come un cane…- Disse poco dopo, parlando con
un tono neutro e basso, tanto che il ragazzino dovette sporgersi per sentirla.
Will scosse il capo,
guardò la sua camicia azzurra bagnata e poi la sua amica, sempre più inzuppata.
–E ti ha detto anche di restare proprio sotto la pioggia a prenderti un
malanno?- le disse ad alta voce, indicando
con la testa la tettoia del capanno lì di fianco.
Vedendo che non
rispondeva, Will l’afferrò da un braccio e la trascinò al riparo sotto la
tettoia, dove il rumore della pioggia era anche meno insistente. La bambina lo
seguì obbediente, in silenzio.
-Cosa hai combinato
sta volta?- le chiese il ragazzino, alzando gli occhi al cielo.
Ariana si strinse
nelle spalle. –La palla di mia sorella era finita sulla grondaia in cortile…-
-E tu che hai
fatto?- chiese lui. –Ti sei arrampicata per riprenderla?-
Per il tono che usò,
la bambina non riuscì a trattenersi e si liberò in una risata. –Sì!- ammise.
Anche Will rise,
mentre scuoteva la testa.
Ariana si strinse
ancora nelle spalle, decisamente più serena rispetto a qualche minuto prima, ma
non disse nulla. La presenza dell’amico però, le era molto d’aiuto. Era
riuscita a non piangere isolandosi sui gradini davanti la porta di casa,
affogando i suoi pensieri e dispiaceri sotto la pioggia prepotente, sperando
che l’acqua le lavasse via di dosso le spiacevoli sensazioni.
Ma Will era stato
più efficace.
-Senti,- iniziò
quest’ultimo. –Stavo tornando a casa per la merenda, e mia madre mi rimprovera
sempre perché dice che non porto mai nessuno a giocare con me. Potresti venire
anche tu, così lei sarebbe contenta di farti assaggiare i suoi biscotti e di
vedere una mia amica, e poi non dovresti restare qui al freddo!-
Ariana si voltò
timidamente verso la casa, ed abbassò la testa.
-Ascolta, mi
dispiace dirlo, ma tua madre non si accorgerà nemmeno che ti sei allontanata.
E, se dovesse accorgersene, magari si prenderà un bello spavento e così impara
a lasciarti fuori!- disse Will.
La bambina rise
insieme a lui.
-Quei biscotti sono
davvero ottimi, ed io non posso certo mangiarli da solo. Allora, voi venire con
me?- Le chiese.
Guardò un’ ultima
volta la propria casa e, dopo di che, Ariana si voltò verso il suo amico e
sorrise. –Grazie Will!-
Non era mai stato
bravo con le gentilezze, perciò, quando la vide camminare da sola nel corridoio
in penombra, la prese da un braccio e la trascinò in una zona cieca per le
innumerevoli telecamere che sorvegliano la residenza.
Nonostante l’avesse
colta alla sprovvista arrivandole alle spalle, lei non oppose resistenza, quasi
sapesse anche senza vederlo che era lui. Così la trascinò in un angolo
appartato e la fece voltare verso di sé, spingendola delicatamente con le
spalle contro la parete.
-Ehy!- La salutò
brevemente, senza tuttavia incrociare il suo sguardo.
I suoi occhi si
persero sui contorni del suo viso, seguendo la forma della testa avvolta da un
manto morbido di capelli neri e, per ultimo, sulla macchia violacea che
ricopriva il suo zigomo.
-Ehy!- disse lei,
con tranquillità assoluta.
Non si mosse, non
disse nulla. Restava semplicemente lì ad osservarlo con quel suo sguardo freddo
e le labbra sensualmente corrucciate. Sollevò il mento e attese, con così tante
cose che avrebbe potuto dire, evidentemente, aspettava che fosse lui a parlare.
Come al solito, lei non aveva niente di cui scusarsi, quella mossa spettava a
lui.
E, come sempre, lui
non avrebbe mosso un solo muscolo verso quella direzione.
-Avanti!- Le disse
allargando le braccia. –Dimmi tutto ciò che hai da dirmi!-
Aria sollevò un
sopracciglio e la sua espressione si fece ancora più distante e altezzosa.
-Non pensi che sia
stato un mostro a farti camminare dopo quella caduta?-
A quel punto, Eric
la vide fare qualcosa di assolutamente spiazzate: la vide sorridere.
-E perché mai dovrei
essere arrabbiata? Non sono debole, e non puoi certo fare favoritismi…-
La sua risposta lo
spiazzò, si allontanò leggermente e rimase ad osservarla. Sapeva che era
sveglia, ma sentirsi dire quelle esatte parole gli fece provare una sensazione
elettrizzante.
-Anche se, forse,
era quello che volevi…- il suo sorriso cambiò e passò da dolce a intrigante. Da
solare e provocatorio.
Serrò la mascella e
fece un cenno con il capo, mai abbassare la guardia con quella ragazzina, non
perdeva occasione di provocarlo. La vide mordersi le labbra e guardarlo con
attenzione, pronta a cogliere ogni suo segno di debolezza.
Ma era davvero la
debolezza che voleva vedere? Se l’avesse vista davvero, però, probabilmente
avrebbe provato un altro tipo di emozione. Sarebbe rimasta soddisfatta, certo,
ma non solo.
Se la ragazza voleva
vedere quel lato di lui allora l’avrebbe accontenta, poiché gli avversari
cambiano sempre tattica quando colgono le debolezze del nemico.
Alcuni abbassano la
guardia.
Tuttavia non voleva
solo valutare la sua reazione, ma anche la propria, poiché non era mai arrivato
al punto di mostrare le sue vulnerabilità a nessuno. Quella sarebbe stata un’
esperienza nuova anche per lui, e a lui, le sfide erano sempre piaciute.
Aria era una sfida.
Le accarezzò con la
mano la testa, con delicatezza, e poi sfiorò con attenzione il livido sotto il
suo occhio destro. –Come stai?- le sussurrò, senza togliere gli occhi dalle sue
labbra.
Aria ebbe un
fremito, si scostò dal suo tocco e abbassò la testa. –Sono tutta intera!-
ammise con un piccolo sorriso.
Colpita.
Come era prevedibile,
la piccola lottatrice non aveva più il coraggio di provocarlo, quando era lui
ad avvicinarsi a lei in maniera così evidente e intima. Sfuggiva abilmente al
contatto, abbassavo lo sguardo e nascondeva il rossore delle guance. Senza
contare la dolcezza da cui si lasciava avvolgere come un velo di protezione.
Come il gatto fa con
il topo, Eric adorava stuzzicare la sua giovane preda, poiché non solo amava la
lotta, ma anche esserne il vincitore.
-Ho visto che tu e
il tuo amichetto Will oggi eravate in vena di effusioni, è il tuo nuovo
fidanzatino?- le chiese maligno, accarezzandole con la punta delle dita le
braccia scoperte.
-Cosa c’è, sei
geloso?-
Il più terrificante
dei sorrisi gli illuminò il volto. Si passò la lingua fra le labbra e lasciò
che il suo ghigno si trasformasse in una piccola risata. Eccola di nuovo lì la
lottatrice, con il suo sguardo deciso e il broncio fra le labbra seducenti. Fece
scorrere le proprie dita sulla pelle fresca delle braccia di Aria, salendo
verso le spalle per poi scendere verso i polsi, in una lenta carezza che in
realtà era più simile ad un graffio.
-Forse è ora che tu
capisca una cosa, piccola…-
La vide inarcare le
sopracciglia a sentire l’ appellativo con cui le si era rivolto, ma non vi
prestò attenzione. Al contrario, piegò la testa di lato riservandole un’
occhiata irrisoria ed allargò le labbra in un sorriso beffardo.
Le prese il viso con
una mano, facendo scorrere il proprio pollice su quelle labbra che aveva già
assaporato. –Tu sei mia!-
-Tu sei pazzo!- gli
rispose senza scomporsi, si limitò a spalancare gli occhi e a guardarlo come se
fosse un insetto sul punto di saltarle sul viso.
Piegò la testa dal
lato opposto e rimase a godersi la sua reazione, sorridendole senza alcun
riguardo.
-E immagino che tu,
invece, non sia di nessuno!- gli disse Aria, sul punto di perdere la pazienza, e
lo spintonò mettendogli entrambe le mani sul petto.
Si lasciò spostare e
fece qualche passo indietro, incrociando le braccia al petto. –Esattamente!-
ammise.
-Ed io invece sarei
tua?-
-Come ho appena
detto!-
Gli rivolse il più
disprezzevole degli sguardi, scosse la testa, ed esibì una smorfia. –Forse stai
male!-
Detto ciò fece per
andarsene, ma lui la bloccò da un braccio.
-Dove credi di
andare?-
-Magari trovo
qualcuno che ha ancora un po’ di cervello!- rispose lanciandogli un’
occhiataccia.
Il modo in cui
passava dalla lottatrice provocante, alla bambina indignata, era disarmante. Ma
gli piaceva, sorrise e l’avvicinò a sé tirandola dal braccio da cui ancora la
teneva.
-Cosa non ti è
chiaro? Sei mia, mi appartieni e nessun altro può toccarti!- le alitò sulle
labbra.
Aria si scostò
bruscamente dalla presa e lo spintonò ancora, sta volta decisamente più
arrabbiata. –E per cosa dovrei essere tua? Perché tu possa farmi quello che ti
pare, e poi mandarmi al diavolo quando ti va?- gli ringhiò contro. –Trovati un
altro giocattolo!-
Si voltò ancora una
volta e fece un passo, ma lui la riafferrò prontamente dalle spalle e appoggiò
le proprie labbra al suo orecchio. –Chi ti dice che io voglia giocare con te?-
Eric sentì la
ragazza paralizzarsi fra le sue mani, tenendola ancora da entrambe la spalle la
guidò davanti a lui, per poterla guardare negli occhi. Vide che era disarmata,
senza fiato, con quei suoi occhi blu che lo fissavano intensamente.
-E allora cosa
vuoi?- Gli chiese con un filo di voce.
La liberò dalla sua
presa e fece spallucce. –Sei troppo piccola per me, perché io possa fare sul
serio!-
Aria arricciò le
labbra e fece un passo indietro. –Perché, quanti anni hai?-
-Ventidue.-
-Che grande uomo!-
lo canzonò, alzando gli occhi al cielo.
-Tu ne hai
sedici!- Le ricordò.
-Fra tre giorni
diciassette!- affermò incrociando le braccia al petto. –Per tre mesi di
differenza non ho fatto la Scelta l’anno scorso…-
Eric scoppiò a
ridere. –Che meraviglia, un anno in più cambia tutto! Allora siamo a posto!-
Aria era infuriata,
mantenne le braccia al petto e lo guardò con rammarico. –Da diciassette a ventidue
sono solo cinque anni di differenza, cosa ti dà il diritto di trattarmi come
una bambina?-
Eric prese un
respiro profondo e le accarezzò le spalle con le mani, prendendola poi dal
viso. –Perché sei una bambina!- le
disse tranquillamente. –Voglio solo che tu faccia la brava e non ti conceda a
nessun altro, per il momento.-
Aria batté le
palpebre, incredula. –Mi stai dicendo che…-
-Ti sto dicendo che
voglio che tu rimanga vergine fino a quando non sarai grande abbastanza!- Le
disse, stringendo la presa delle sue mani attorno al suo viso.
-Chi ti dice che io
lo sia ancora?- chiese per coprire il suo imbarazzo, ma fingersi decisa non
servì a nascondere il rossore delle sue guance.
-So che è così…- le
sussurrò ad un soffio dal viso.
Non negò.
-Quando sarà il
momento…- disse piano, facendo scorrere le proprie mani lungo le sue braccia,
per poi prenderla da fianchi. –Sarò io a farti diventare una donna…-
Con la scarica di
elettricità che gli attraversò la nuca, per poi scendergli lungo la schiena e
attraversagli lo stomaco, decise che non era ancora il momento di rinunciare a
quel contatto che per giorni si era negato. Si avvicinò con il viso al collo
della ragazza, le respirò sotto l’ orecchio sinistro, posando poi un piccolo
bacio sulla parte di pelle tatuata.
Non c’era niente di
dolce in quel bacio, né nel modo in cui la teneva stretta da fianchi, ma
sentirla totalmente in sua balia gli diede una forte emozione che gli solleticò
le gambe e gli infiammò il petto.
La strinse più forte
sui fianchi e risalì il lato sinistro del suo collo per assaporarle l’orecchio
in un lieve morso, senza ferirla. La sentiva immobile, rigida come una stata e
silenziosa, ma era impossibile che non stesse provando le sue stesse emozioni.
Il fuoco che gli era esploso nel petto e gli incendiava la gola, il cuore, lo
stomaco e scendeva verso il basso, era così potente che di sicuro era arrivato
anche a lei. Lo sentiva dai leggeri brividi che la scuotevano appena, dal modo
in cui si sforzava di rimanere ferma nonostante il respiro affannoso che non
era riuscita a nascondere.
-Quindi è solo
l’esclusiva che vuoi? Dopo potrò anche andare con chiunque altro?- disse Aria,
gelida.
Si fermò, sentendola
parlare nonostante non si fosse mossa. Sollevò la testa e la guardò negli
occhi, senza dire nulla. La trapassò con il suo sguardo, cercando ogni sua
debolezza, ogni più piccola incertezza dietro quell’espressione gelata.
Aria colse la
risposta e serrò le labbra, una strana scintilla le attraversò lo sguardo e gli
rivolse l’ennesima smorfia indignata.
Profondamente
indignata.
-Non toccarmi più!-
Sibilò, poi si voltò e si allontanò da lui.
Eric non la fermò,
rimase a pensare ed incrociò le braccia la petto. Evidentemente aveva tirato
troppo la corda, sapeva che con lei doveva essere estremamente cauto.
Ma non tutto era
ancora tutto perduto.
-Ti va di uscire da
qui per un po’?-
Come al richiamo di
uno strumento magico, Aria si fermò di colpo e si voltò ad occhi spalancati,
cercando di nascondere il suo desiderio.
Il ragazzo nascose
un sorriso abbassando la testa e le si avvicinò. Sapeva che tutti gli iniziati
soffrivano la reclusione forzata all’interno della residenza, era successo
anche a lui d’altronde, ed era deciso ad usare quel bisogno per rimediare al
suo sbaglio.
-Magari dopo gli
allenamenti, prima di cena, potremmo incontrarci ai binari del treno. Che ne
dici?- propose, rimettendole a posto una ciocca di capelli dietro l’orecchio, e
lanciando qualche occhiata alle spalle della ragazza per vedere se arrivava
qualcuno.
Aria lo guardò e analizzò
con assoluta attenzione la sua espressione. Sapeva che non si sarebbe mai
scusato apertamente, e che non avrebbe certo ammesso di aver esagerato, ma era
arrivata al punto di conoscerlo abbastanza a fondo da cogliere ugualmente le
sue intenzioni di riappacificazione. Soppesò fino all’ultimo la propria
risposta prima di concedergliela, arricciò le labbra un’ ultima volta, mostrò
il suo solito sguardo altezzoso e fece un cenno con la testa.
Eric si concesse un
ghigno nella penombra. –Allora a più tardi, piccola!-
Continua….
Eccoci
qui, altro capitolo diciamo particolare!!
Come
vi avevo già accennato ad inizio storia, avrei cambiato qualche età. In
particolare ho alzato quella di Eric e, per quanto possibile, anche quella di
Aria, per renderli più adatti alle tematiche della FanFic. Per la storia
d’amore che sto creando mi servivano personaggio un po’ più maturi, in
particolare il personaggio maschile, e mi piaceva l’idea che fosse più grande
di lei e non più un ragazzino…
Come
avrete visto, ho anche messo un immagine, vi avevo lasciato il tempo per farvi
la vostra idea del personaggio femminile, coincide con come l’avevate
immaginata?
Che
ne dite? Fatemi pure sapere le vostre opinioni.
Baci
e grazie per aver letto! : ) : ) : )