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Autore: SoleLuna    15/09/2014    0 recensioni
Ashley e Julie, due gemelle con una vita apparentemente normale, ma con un segreto ancora da scoprire che cambierà per sempre il loro destino...
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sei un’aspirante giornalista Ashley, non farti prendere dal panico, mantieni la calma e…”Ciao Deannnnn!” le parole mi escono dalla bocca senza che io riesca a controllarle, l’intera squadra di football si gira verso di me e scoppia in una risata fragorosa, non male come inizio.
Vedo Dean parlottare con i suoi compagni e poi corrermi incontro, spero che la mia faccia abbia smesso di colorarsi di rosso.
-“Ciao ragazza urlante” dice porgendomi la mano e facendomi un sorriso a 32 perfettissimi denti.
-“Mi chiamo Ashley” riesco a biascicare, il contatto fisico mi ha destabilizzata.
Provo a riprendere il controllo.
-“Allora, come sai devo farti un paio di domande, la scuola è curiosa di sapere come il loro capitano vive questa popolarità nella sua vita privata” dico con tono professionale.
-“Beh di certo entrare a far parte della squadra di football è stata una gran botta di culo, mi sono guadagnato certe pomiciate!” mi fa l’occhiolino ridendo.
Rido imbarazzata, non era proprio la risposta che mi aspettavo ma non demordo.
-“Ehm si..quindi i tuoi allenamenti non influiscono troppo sul tuo rendimento scolastico?” domando ostentando serietà.
-“Riesco a ritagliarmi un po’ di tempo per lo studio, ho alcune amiche che mi aiutano con i compiti in classe, poi beh.. baby, con un fisico così a cosa serve avere buoni voti a scuola? ” mi guarda ammiccando.
Baby?! Mi ha davvero chiamata baby?!?! Cerco di mantenere la calma, Dean non può essere così, lui è intelligente e simpatico non rozzo e stupido, formulo la prossima domanda, ti prego non mi deludere.
-“Si giusto..ma come affronti il fatto di essere un leader e come si approcciano con te i tuoi compagni di squadra al di fuori del campo?”
Vedo il suo viso illuminarsi, ti prego ti prego ti prego..
-“Tra di noi non ci sono problemi, ascoltano i miei consigli e i miei ordini di gioco, non sono un tipo troppo pressante, amo condividere tutto con i miei compagni…
Si Dean finalmente, ero sicura che la generosità fosse una tua qualità!
-..d’altronde il nostro motto è, chi trova un amico.. trova un’amica”
Ok questo è troppo, forse Lisa ed Andrew non avevano tutti i torti. Decido di concludere l’intervista, mi inventerò le risposte che il mio Dean ideale avrebbe dato nel mio mondo immaginario. Con estrema agilità riesco a simulare una finta chiamata, saluto il capitano con un gesto della mano e in tutta risposta ricevo un “Ciao Julie”. La botta finale al mio ego, io e mia sorella non siamo uguali diamine, ho i capelli 20 cm più corti dei suoi! Non mi preoccupo neanche di correggerlo, voglio solo andarmene, ora forse riesco a capire perché Julie ha ridotto in cenere i suoi pon pon.
Andrew mi sta aspettando in macchina, stasera gli avevo promesso che sarei andata a cena da lui, i suoi genitori hanno insistito molto perché non mancassi.
Jack e Rachel, i genitori di Andrew, sono come degli zii per me, d’altronde, da quanto i miei genitori mi hanno raccontato,  ci hanno aiutato molto quando ci siamo trasferiti a Roswell.  Sono molto presenti, sia con me che con Julie, Rachel spesso ci chiama e ci manda messaggi, Jack non perde occasione per venirci a trovare e fare quattro chiacchiere.
Arriviamo sotto casa di Andrew.
-“Mi vuoi dire che ti è successo? Non ti ho mai vista fare scena muta per 10 km. Dean Thomas ti ha tolto le parole di bocca?” Mi chiede increspando le labbra per imitare un bacio.
-“Sta zitto! La mia giornata è già stata alquanto deludente non ti ci mettere pure tu”
-“Il Dean Thomas dei tuoi sogni si è rivelato per quello che è in realtà immagino”
-“Senti avevi ragione, contento? Ora entriamo per favore” lo prendo per un braccio e lo trascino dentro notando la sua espressione soddisfatta.
Adoro quando ad accoglierti in casa c’è profumo di cibo, specialmente di pollo al curry, Rachel mi conosce troppo bene e non perde occasione per viziarmi.
-“Mamma  papà siamo arrivati” urla Andrew.
Rachel e Jack vengono a salutarmi, ci sediamo in sala da pranzo, Rachel serve la cena in tavola.
Dopo la preghiera di rito, mi butto letteralmente sul cibo, sono affamata. Mi sento stranamente osservata, alzo lo sguardo e Rachel e Jack mi stanno fissando con aria preoccupata, un boccone mi va di traverso e tossico, entrambi con uno scatto si alzano in piedi.
-“Cos’è un nuovo gioco? Al primo che tossisce ci si alza in piedi?” domanda Andrew con tono ironico.
-“Buono questo pollo Rachel” dico dopo aver bevuto un bicchiere d’acqua “ ha un sapore diverso dal solito però, hai usato qualche spezia nuova?”
-“In realtà si cara, ho modificato la ricetta aggiungendo un po’ di verbena” risponde Rachel.
-“Qualunque cosa sia questa verbena è davvero ottimo” continuo a mangiare vedendo Jack e Rachel scambiarsi uno sguardo.
La cena prosegue, secondo contorno e dolce. Provo un certo sollievo a potermi alzare dal tavolo, questo gioco di sguardi cominciava a pesarmi.
Dopo aver aiutato a sparecchiare e a lavare i piatti Rachel mi chiede di seguirla in camera sua, dice che deve farmi vedere una cosa.
-“Vieni cara entra pure”. Non ero mai stata in camera di Jack e Rachel, è accogliente come il resto della casa, oltrepasso la porta un po’ a disagio per questa improvvisa intimità. Apre un cassetto e con una scatolina tra le mani si avvicina.
-“Ieri mattina cercando nell’armadio ho trovato questo vecchio braccialetto, apparteneva a mia madre, io l’ho messo per molto tempo promettendomi che l’avrei a mia volta donato alla mia erede. Ora mi farebbe piacere che accettassi questo regalo Ashley, sei come una figlia per me e non credo che Andrew sia disposto ad accontentarmi”
Sorrido imbarazzata, non posso non accettare.
-“Ma certo Rachel, mettimelo subito al polso” dico porgendole il braccio.
E’ una catenina semplice con delle decorazioni al centro che sembrano formare un occhio ingiallito. Non è per niente il mio genere ma non posso farlo notare.
-“E’ stupendo! Grazie”dico  sperando che l’allenamento a mentire con i regali di natale abbia dato i suoi frutti.
Torniamo al piano di sotto, vedo Rachel andare incontro a Jack sussurrandogli qualcosa all’orecchio per poi fissarmi di nuovo.  Non riesco a capire perché si comportino in modo così strano, sono sempre stata al centro dell’attenzione durante le nostre cene ma oggi c’è qualcosa di diverso, percepisco la loro tensione.
Mentre racconto del bracciale ad Andrew, Rachel ci interrompe.
-“Ashley ,cara, non posso fare a meno di notare che è da 10 minuti che ti stai grattando il polso all’altezza del braccialetto che ti ho appena dato, tutto bene?”
In effetti sento un lieve fastidio ma non l’avevo collegato al braccialetto.
-“ E’ fatto d’argento, é una reazione al materiale, il tuo corpo non riesce a sopportarlo” dice Jack con tono perentorio aggiungendo sottovoce verso Rachel “Ora è tutto chiaro”.
Non so cosa sia tutto chiaro ma io so di non essere mai stata allergica all’argento.
-“Non credo, è molto più probabile che sia stata la lana nell’armadio, visto dove si trovava il braccialetto. Ma non è così grave sta già passando. Oh Andrew sono già le 10 forse è meglio che mi accompagni a casa, devo ancora finire i compiti di biologia per domani. Grazie per la cena. A presto” dico tutto d’un fiato, sperando di non essere fermata.
Prendo Andrew per la mano e lo trascino fuori. Dopo la delusione di Dean Thomas anche l’atteggiamento da sbirri sotto copertura di Rachel e Jack. Non vedo l’ora di tornare a casa e porre fine a quella che doveva essere la giornata più bella della mia vita. 
 

 

        ***

 

La mattinata era stata abbastanza ordinaria, lezione di matematica e biologia, palline di carta lanciate dagli stupidi dell'ultima fila, alcune maledizioni rivolte a Dean sorridente in corridoio, ed infine un bel compito a casa assegnato dall'insegnante di arte.  Non ero neanche riuscita a pranzare con Ashley in mensa, era impegnata in non so cosa per il giornalino.
Però appena ero tornata a casa avevo intravisto Rachel, la mamma di Andrew, seduta in cucina intenta a parlare con mia madre.
“Ciao Rachel, mamma”
“Ciao tesoro bentornata”
“Io vado in camera a finire i compiti” Sparisco in un attimo su per le scale, ma non so perchè facendo molta attenzione torno indietro di soppiatto.
Le sento bisbigliare.
“Certo che è cresciuta in fretta, se penso a quando... beh tu sai...”
“Sento che è quasi tempo...la situazione laggiù non è delle migliori”
“Non so come ringraziare te e Jack per quello che avete fatto e state facendo in tutti questi anni”
“Lo sai che non avremmo potuto fare altrimenti, ci siamo offerti volontari, Lilian era come una sorella per me”
“Le assomigliano così tanto...Secondo te potrebbero essere come loro?”
“Non lo so, ma lo scopriremo molto presto”
Ma chi è Lilian? Loro chi?
Jack e Rachel si comportano in modo un po' strambo ultimamente, sono spesso a casa nostra, a scuola e non fanno altro che osservare me ed Ashley come se da un momento all'altro potessimo saltare in aria. Inoltre questa conversazione è alquanto strana e ambigua, devo assolutamente parlarne ad Ashley, lei è così legata ad Andrew forse ne sa qualcosa.
Io, Ashley ed Andrew siano cresciuti assieme ma tra loro due c'è sempre stata una sorta di chimica, con uno sguardo riescono a capirsi al volo, forse sono un po' invidiosa del loro rapporto ma sono contenta che almeno a lei non sia capitato uno stronzo patentato.
A proposito di Ashley chissà dove si è cacciata?
Prendo il cellulare e scrivo un sms “Dove sei? Devo parlarti...”. Un bip mi annuncia la sua risposta fulminea“Ciao sorellina, sto andando a casa di Andrew, ceno da lui. E' successo qualcosa?” Digito “No, ne parliamo più tardi, buona cena” .
Prendo il blocco da disegno e inizio ad abbozzare qualcosa per il compito d'arte, dobbiamo esercitarci sui paesaggi.
Chiudo gli occhi ed immagino una collina con una grande quercia proprio sulla cima, le foglie luccicano al sole e su un ramo del maestoso tronco si intravede una graziosa altalena. Una bambina si sta dondolando spinta da un ragazzino un po' più grande di lei, è felice e ride mentre i capelli le svolazzano davanti al viso “Jonathan...”.
Riapro gli occhi di scatto, il mio cuore batte all'impazzata, non riesco a togliermi dalla testa un paio di occhi azzurri che mi sussurrano “Julie non devi avere mai paura, qualunque cosa accadrà io ti proteggerò”.
Io non conosco nessun Jonathan, non sono mai stata su una collina del genere e soprattutto odio andare sull'altalena. Forse posseggo solo una fervida immaginazione, può capitare dopo una lunga giornata ritrovarsi a fantasticare un pochino.
Sento mia madre che mi avverte che la cena è pronta, devo essermi addormentata, raccolgo il blocco da disegno che mi è scivolato dalle mani e lo poso sulla scrivania.
Mi stiracchio e tiro su i miei capelli in una coda disordinata.
“Julie!”
“Si, sto arrivando!”
Esco dalla stanza e inizio a scendere dalle scale, quando mi accorgo di un particolare e torno immediatamente sui miei passi.
Nell'angolo in basso a destra del blocco da disegno posato sulla scrivania una piccola scritta fa mostra di sé: “Sto arrivando,
Nathan”.   

  
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