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Autore: Erule    15/09/2014    3 recensioni
- Guardami bene, Stiles. Ti sembro uno che ha voglia di scherzare? - disse Scott facendo un movimento circolare con il dito di fronte al proprio viso, con gli occhi assottigliati.
Stiles deglutì.
- Non direi, amico. -
- Bene. - replicò Scott, flettendo il busto in avanti. - L’ultima fetta di pizza è mia! -
Scott si sporse per afferrarla, ma Stiles si buttò sul tavolo nello stesso momento, con il risultato di ritrovarsi entrambi con le teste che dolevano. Melissa scese le scale con un cesto di panni sporchi fra le mani e scosse la testa, senza nemmeno parlare. Ormai aveva capito che con quei due era completamente inutile. Stiles prese la fetta di pizza e la tagliò a metà, porgendone un pezzo a Scott.
- Offerta di pace. Prendere o lasciare. - disse.
Scott alzò un sopracciglio, poi scrollò le spalle ed accettò.
- Giuro che la prossima volta comprerò una pizza più grande. -
- Lo dici ogni volta. Il problema è che non ci ricordiamo mai se prendiamo quella extra large o quella extra extra large. -
- Questa era decisamente una medium, comunque. - fece Scott, sparecchiando la tavola.
Genere: Azione, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allison Argent, Derek Hale, Lydia Martin, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6
Dead l
ines
 
<< Lydia, ehi. >> esordì Stiles quella mattina, avvicinandosi alla ragazza.
Lydia emise un suono soffocato fra un Ehi ed un Vai.
<< Ciao, Stiles. >>
<< Tutto bene? L’altra sera sei sparita. Mi sarei offerto di riaccompagnarti a casa, ma forse l’ha fatto Parrish. >> disse. Lydia trasalì.
<< Non… Non importa, ci ha pensato lui. >>
<< Lydia, sei pallida. >> notò Stiles, preoccupato. << Senti, se è ancora per quella storia… >>
<< No, non è per quello. Scusa, devo andare a lezione. >>
Lydia scomparve nella folla di studenti. Stiles si fermò a pochi passi dall’entrata. Cos’era successo? Perché Lydia continuava ad evitarlo? Sapeva di averle detto delle parole davvero difficile da dimenticare, ma non voleva che il loro rapporto cambiasse in quel modo. Scott lo raggiunse e gli mise una mano sulla spalla.
<< Tutto bene, amico? >>
<< Non direi. Lydia mi evita. >>
<< Ancora? >>
<< Sì, ma ho il sospetto che sia per qualcos’altro. Qualcosa che non riguarda me. >>
 
<< Non voglio coinvolgerti. >>
<< Posso aiutarvi. Tu mi hai salvato la vita e loro sono i miei studenti. Voglio farlo. >> replicò Paige, stringendo il bicchiere d’acqua che aveva fra le mani. Dentro, gli altri stavano discutendo sul nuovo piano d’azione e ricapitolando gli eventi.
<< Paige, quel bicchiere sta per esplodere. >>
<< Dannazione! >> esclamò, poi lo buttò nel cestino. Derek scosse la testa, sorridendo. Era così impacciata e divertente, che neanche se ne accorgeva.
<< Ho detto loro che non devi farlo per forza, ma sanno che ti intendi di quelle cose. >> disse, poi abbassò la voce. << Intendo creature sovrannaturali. >>
Paige parlò con voce bassa, imitandolo.
<< L’avevo capito. >>
Derek schioccò la lingua.
<< Mi stai prendendo in giro? >>
<< Non mi permetterei mai. >> rispose Paige, alzando le mani.
Derek fece finta di lasciargliela passare.
<< Cosa puoi dirci su Kate che non sappiamo? Cosa puoi dirci su di un giaguaro che non sa controllarsi? >>
Paige gli rivolse un sorrisetto che non gli piacque affatto. Somigliava tanto a quello di Kate ed una volta lui amava Kate.
<< Quando non si controllano, sono più facili da ingannare. >>
 
Scott guardò la lavagna con curiosità. Aveva Allison in testa e di certo continuare a guardare le gambe di Allison che stava seduta di fronte a lui non aiutava un granché la concentrazione. Il tratto di Paige era sottile e leggero, quel giorno. Era vestita come al solito con un tubino giallo, un maglioncino verde, un paio di ballerine blu ed un cerchietto bianco. I ragazzi continuavano a guardarla sorridendo, ma dopo quello che era successo con Darren, nessuno si permetteva più di prenderla in giro apertamente. Inoltre, sembrava stranamente felice. Continuava a canticchiare in modo stonato dalla mattina. Per qualunque cosa fosse, lui era contento per lei. Era un’ottima insegnante e meritava di stare bene. A lui e Stiles piaceva molto, tanto che non riusciva ad immaginare un giorno di scuola in cui non ci fosse stata lei. Era come se non vedesse niente, dopo di lei e questo lo spaventava un po’. Era come sapere che nel futuro ci sarebbe stato qualcuno, preferibilmente Paige, ma non ne era molto sicuro. In fondo, anche con Jennifer Blake era stato così. All’inizio era sembrata a tutti una buona amica e poi… Derek era stato quello che l’aveva presa peggio. Una batosta del genere era stata difficile da digerire.
Le gambe di Allison si mossero. Possibile che i suoi occhi traditori lo riportassero sempre da lei? La vide alzare un tallone, mentre l’altro piede gli girava intorno come un serpente. E ricordò com’era abbracciarla e tenerla stretta a sé sul tetto di casa sua, quando prima tutto era diverso. Si costrinse a non pensarci. Ogni ricordo faceva solo male, un male cane che non riusciva a cancellare.
<< Scott. >> mormorò Stiles, accanto a lui. << Scott! >>
<< Che c’è? >>
<< Devo dirti una cosa. >> rispose, con il viso pallido e le labbra esangui. << Forse ho capito cos’ha Lydia. >>
 
Il suono della campanella fu come sentire la tromba di guerra. Tutti gli studenti sciamarono fuori dalla scuola come se stessero scappando da un dinosauro. Scott seguì Stiles, il viso ancora triste ed un leggero tic all’occhio. Allison sfrecciò fuori con Lydia, che la stava trascinando per mano. Gli rivolse un sorriso furtivo. Scott alzò la mano per ricambiare il saluto, con il cuore che pulsava in maniera irregolare.
Si fermarono sulle scale a parlare.
<< Allora, si può sapere che hai scoperto? >> chiese Scott.
Stiles stette per rispondere, ma fu interrotto da una voce squillante che richiamò la loro attenzione.
<< Buongiorno, ragazzi! >> esclamò Paige. << Tutto bene? Vi è piaciuta la lezione? >>
Scott la fissò, smarrito.
<< Sì… credo. >> rispose Stiles, passandosi una mano nei capelli.
<< Be’, non male. A me piace molto Dickens. >>
<< Oh, meno male. Ero preoccupata che potesse essere sembrata poco originale. D’altronde, Dickens è un classico sempre intramontabile, non credete? >>
Ma prima che uno dei due potesse rispondere, un clacson risuonò vicino a loro. Paige si voltò radiosa e sorrise. Stiles strabuzzò gli occhi. Non poteva credere che in quell’auto rossa ci fosse Derek con un paio di occhiali da sole. Di nuovo.
<< Scusate, ma devo andare. Ci vediamo! >> esclamò, correndo giù per le scale. << E fate i compiti! >>
Scott alzò le sopracciglia e spalancò la bocca. Eh no, eh. Non un’altra volta. Sembrava che tutto si stesse ripetendo esattamente come l’ultima volta. Vai a vedere che Paige era un altro Darach e che loro avrebbero dovuto dire addio ad un’altra finta amica.
<< Scott, dimmi che non è vero. >> disse Stiles, continuando a fissare la scena. Paige era salita in auto e Derek gli stava sorridendo.
Scott lo salutò.
<< Quasi quasi vado a farmi vedere da un medico. Magari sto rivivendo la mia adolescenza più volte per capire cos’ho fatto di male per meritare tutto questo. >>
Stiles deglutì.
<< Non la rivivrai mai abbastanza per perdonarti. >>
<< No, non credo proprio. >>
 
***
 
Allison posò il telefono sul materasso, indecisa sul da farsi. Era rimasta a fissare lo schermo per almeno una decina di minuti, prima di costringersi ad alzarsi per cambiarsi. Lei e Scott non si parlavano da un po’ e così aveva deciso di chiamarlo per chiedergli se gli andava di studiare insieme. In realtà, in passato ci avevano provato molte volte e non è che avessero studiato molto. Tuttavia, Scott aveva accettato. Così adesso era ora di levarsi la tuta e di indossare qualcosa di un po’ più… femminile. Lydia avrebbe detto provocante, ma dovevano solo studiare, mica andare in un locale a luci rosse! Indossò una canottiera, un paio di pantaloncini di jeans e delle scarpe comode.
Suo padre era uscito a cercare Kate per l’ennesima volta. In quei giorni non faceva altro. Tanto meglio, casa libera. Eppure, da una parte, non era per niente tranquilla. Insomma, Kate era diventata un’altra persona. Chi le diceva che avrebbe risparmiato il suo stesso fratello? Non era nemmeno sicura che fosse stata proprio lei a riportarla in vita. Perché avrebbe dovuto farlo? Perché le voleva bene? Se le voleva bene davvero, dov’era adesso? A fare patti con Peter? No, non riusciva ad accettarlo. Kate non l’amava. Non più. Di sicuro ci doveva essere dietro qualche piano losco a cui avrebbe dovuto partecipare. Oh no, non l’avrebbe convinta. Dopo quello che era successo a Scott a causa sua, perché di sicuro era lei il capo dei Berserker, non sarebbe mai stata dalla sua parte. Nonostante le volesse ancora bene.
Il campanello suonò. Allison trasalì. Un’ultima occhiata ai capelli… No, adesso sembrava davvero Lydia! Scosse la testa. Scese le scale velocemente ed aprì la porta con un gran sorriso. Scott si grattò la nuca imbarazzato. Il cuore mancò un battito. Era difficile guardarlo senza pensare a tutto quello che avevano passato insieme.
<< Vieni, entra pure. >> disse.
<< Grazie. >>
Scott salì le scale davanti a lei. Aveva lo zaino in spalla e portava un paio di jeans grigi ed una felpa rossa. Allison strinse i pugni, rivolgendo lo sguardo al soffitto. Doveva smettere di pensare a lui in quel modo. Erano stati lontani per due mesi, Kira era innamorata di lui e sua zia era una pazza assassina! (Di nuovo). C’era altro a cui pensare, in quel momento.
Scott si sedette sul letto. Lei lo imitò, dopo aver preso i libri di letteratura. Per la prima volta, studiarono davvero. Paige era una brava insegnante e così il solo leggere gli appunti faceva risparmiare un sacco di tempo. Allison era sdraiata sul letto con i piedi nudi che sfioravano il cuscino e gli occhi che guardavano Scott, seduto a gambe incrociate di fianco a lei, che leggeva assorto la pagina del libro su Dickens. Non avrebbe dovuto guardarlo e nemmeno osservare i suoi occhi che seguivano le lettere, la sua bocca che mimava le parole, la sua mandibola… Scosse la testa con forza e Scott se ne accorse.
<< Allison, tutto okay? >> chiese, sorridendo.
Allison si sforzò di sembrare calma.
<< Sì. Ho solo bisogno di… una pausa. Ti va un bicchiere di tè? >> chiese. Scott annuì. << Perfetto. Vado e torno. >>
Andò in cucina con una velocità straordinaria. Strinse così tanto i lati del tavolo da far sbiancare le nocche. Continuava a girarle per la testa il nome di Scott. Si morse il labbro inferiore con violenza. No, non poteva lasciarsi andare. Era stata così brava, perfino quando lui non faceva altro che guardarle le gambe, lei non aveva mai ceduto. Suo padre una volta l’aveva messa in guardia su di lui, dicendole che Le brave ragazze sono le peggiori. Prese un bel respiro, poi riempì di tè freddo un paio di bicchieri. Il liquido girava a spirale nel bicchiere di vetro e… Scott, Scott, Scott. No, no, no! Non doveva andare così! L’aveva invitato con le migliori intenzioni e adesso invece non faceva altro che pensare a come stava bene con quella maglietta bianca, a come risaltassero i suoi muscoli (ma aveva fatto palestra in quei due mesi?), a come… No. Basta. Doveva smetterla. Prese i bicchieri e tornò al piano di sopra.
<< Ehi, stavo cominciando a preoccuparmi. >> esordì Scott con quel suo sorriso dolce, sfiorando il bicchiere che Allison gli stava porgendo. << Ci hai messo un po’ per… >>
Eh no, adesso basta.
Allison lasciò i bicchieri sulla scrivania e lo baciò. Scott sembrò sorpreso per un attimo, ma un secondo dopo stava già percorrendo la schiena di Allison con le mani. Non era sicuro che stesse accadendo sul serio. Aveva sognato quel momento per così tanto tempo, persino quando lei era morta (sentendosi in colpa), che adesso sembrava irreale. Scivolò contro lo schienale del letto, le gambe di Allison che avvolgevano le sue. Sentire la sua pelle concreta sotto le dita era come toccare l’acqua per la prima volta. Però, Allison stavolta non gli sarebbe scivolata via dalle mani. Sarebbe rimasta. Continuava a baciarlo con una passione crescente e la sentì quasi senza respiro. Una mano sfiorò la bretella della canottiera, mentre l’altra era ancora sulla schiena di Allison. E ad un certo punto, lei si staccò leggermente e lo guardò negli occhi. All’inizio era seria, poi stava sorridendo. Fece risaltare le fossette come due fari accesi nel buio. Scott le sorrise di rimando, felice come non lo era da tanto tempo. Avrebbe voluto dirle qualcosa di romantico, ma non gli salirono le parole in gola. Forse non c’era davvero bisogno di dire niente.
<< Allison, sono a casa! >> esclamò la voce di Chris dal piano di sotto.
Scott impallidì. Allison si rialzò la bretella della canottiera e saltò subito su.
<< Svelto, nasconditi nell’armadio! Se viene a sapere che stiamo di nuovo insieme, darà di matto! >> disse Allison, spingendo Scott nell’armadio.
Prese i libri e li nascose sotto il letto. Cercò di levarsi il rossore dalle guance, si sedette sul letto con una gamba penzoloni ed aprì di nuovo la pagina su Dickens. Chris aprì la porta un attimo dopo, il viso stanco.
<< Stai studiando? >> chiese, appoggiandosi allo stipite della porta con un braccio.
Allison annuì.
<< Domani Paige interroga. Devo essere pronta. >>
<< Bene. >> disse, andando in camera da letto. << EHI, SCOTT! Puoi uscire dall’armadio, adesso! >>
Allison strabuzzò gli occhi. Come diamine aveva fatto a beccarli? Scott uscì dall’armadio e Chris rientrò in stanza.
<< Quando andavo di nascosto a casa di tua madre, io perlomeno non lasciavo indumenti in giro per casa. >> disse Chris, alludendo alla maglietta di Scott sotto il cuscino di Allison. Non si era neanche accorta di avergliela sfilata!
Allison arrossì, Scott fece finta di guardare da un’altra parte.
<< Giusto. >> disse Allison, ridando la maglia a Scott.
<< Oh, per la cronaca, dopo tutto questo tempo non è più una sorpresa. Smettete di nascondervi come due fuggitivi. >> replicò Chris, poi andò a buttarsi sotto la doccia.
Scott si grattò la nuca, imbarazzato.
<< Non dovremmo studiare insieme. Finiamo sempre per… >>
<< Già. >> lo interruppe Allison. << Quella di studiare insieme è sempre stata una pessima idea. >>
<< Già. >>
Rimasero in silenzio per qualche minuto, poi Scott riprese i libri e se ne andò. Allison fece scivolare il cellulare fra le dita, poi compose il numero di Lydia.
<< Ehi. >> disse Allison.
<< Ho fatto un casino. >>
<< Anch’io. >>
<< Io peggio. >> replicò Lydia, che probabilmente si stava mangiando le unghie. << Sono stata con Parrish. Due volte. >>
 
Lydia si alzò dal letto con una lentezza disumana.
<< Allison scusa, ti richiamo dopo. >> disse. Guardò Stiles confusa e spaventata. Cosa volevano dire quelle parole? Cosa voleva dire che aveva lasciato Malia? << Cosa significa? >> chiese. Poi alzò la vice, non volendo. << Cosa significa?! >>
Stiles alzò gli angoli della bocca in un sorriso.
<< Sapevo che avresti reagito così. >> rispose. Poi espirò. << Lydia, io ne posso più. Sto fingendo da quando eravamo in terza elementare e tu mi passavi di fianco senza neanche degnarmi di uno sguardo. >>
<< Tu non fingi, Stiles. Lo sanno anche i muri che sei innamorato di me. >> ribatté dura.

Non voleva parlargli in quel modo, ma una parte di lei era terrorizzata. E se si fosse dichiarato a lei? e se le avesse dato un ultimatum? No, lei gli avrebbe detto di no, sempre. Andiamo, si parla di Stiles! Quel ragazzo imbranato che a scuola era preso in giro da tutti, perché era strano. Non che lei fosse ancora la ragazza snob di una volta, ma fidanzarsi di un punto in bianco con Stiles no. Insomma, erano diventati buoni amici. Andava bene così, giusto?
Stiles sembrava afflitto. La musica alta della festa gli riempiva le orecchie di note stonate e parole sconce. Il suo sorriso era tirato e falso, il suo viso sembrava rispecchiare un ragazzo più vecchio di quello che era. Lydia era troppo spaventata per parlargli a cuore aperto, sapeva che era ancora troppo presto, ma lui non ce la faceva più. Doveva dirglielo, dirle tutto quello che provava, farle capire che senza di lei niente era luminoso come il sole. E sì, sarebbe stato anche sdolcinato, ma a chi importava? Tanto Lydia gli avrebbe semplicemente detto No, grazie e poi tutto sarebbe tornato come prima. Come sempre.
<< Lydia… >>
<< No, Stiles. >> lo interruppe lei. << Non ti azzardare a dire un’altra parola. >> lo minacciò con il telefono in mano. << Non voglio sentire. Noi siamo amici. Perché non può bastarti questo? >> chiese, quasi disperata.
<< Mi è bastato. Mi è bastato per tanto tempo, ma adesso non posso più sopportarlo. >>
<< Perché? >> chiese Lydia, sull’orlo di un baratro. << Perché non puoi? >>
<< Perché io ti amo, Lydia. >> rispose Stiles, avvicinandosi a lei di un passo. Lydia trasalì. << Ti amo quando mi urli contro e ti amo quando mi stringi forte la mano, perché hai paura. Ti ho amata quando piangevi per Jackson ed io desideravo solo spaccargli la faccia, perché non capiva quanto meravigliosa tu fossi e che perdere te equivale a perdere la luce del sole. Ti amo quando dici che sei forte e non hai bisogno di me. Dannazione, ti amo anche quando piangi, perché non c’è niente di più bello al mondo che guardarti quando sei più fragile, perché quel vetro incrinato sei davvero tu. >> disse. Lydia sentì le ossa sciogliersi e fondersi come lava. Le gambe non reggevano quasi più il suo peso. Il cuore le batteva all’impazzata nel petto. Se gliel’avesse confessato solo qualche mese prima, probabilmente gli avrebbe detto di sì. Ma non ora. Stiles scrollò le spalle, abbassando il capo. << So che non mi vuoi, Lydia. So che avevi bisogno di me un tempo, ma che adesso ha di nuovo Allison. Non voglio che il nostro rapporto cambi, credimi, è l’ultima cosa che vorrei. Avevo solo bisogno di dirtelo ed avevo bisogno che tu mi ascoltassi. Non mi aspetto che tu dica qualcosa. Puoi anche non parlare. L’hai sempre fatto, d’altronde. Giusto? >> chiese, con un sorriso triste. Lydia sentì le lacrime pizzicarle gli occhi.
<< Stiles, mi dispiace. Non avrei mai dovuto trattarti male per tutti quegli anni. >> replicò, poi la voce le si smorzò in gola. << Mi dispiace… >> mormorò, con gli occhi lucidi. Pensò se Stiles credesse che era più bella in quel modo, se magari il verde dei suoi occhi risaltava di più al buio.
<< Non fa niente. >> disse Stiles, alzando una spalla. << Fammi solo un favore, d’accordo? Fai che non cambi niente fra di noi. >>
Lydia socchiuse le labbra bagnate, quasi piangendo.
<< Non posso. >> sussurrò. Si sentì stringere il cuore. Si portò una mano all’altezza del petto e strinse l’abito. << Non posso. >> ripeté.
Stiles annuì.
<< Sapevo che l’avresti detto. Tu sei Lydia Martin. Non me lo dimentico mai. Anche tu dovresti farlo. >> replicò.
Poi aprì si richiuse a porta alle spalle silenziosamente, così com’era entrato.
 
Allison aprì di nuovo la bocca per parlare, poi la richiuse. Lydia sbottò, spazientita.
<< E parla! Di’ qualcosa, dannazione! >>
<< Non so cosa dire. >> replicò Allison.
<< Chiedimi, non so, perché l’ho fatto. >> rispose Lydia. Allison aprì la bocca per parlare, di nuovo, ma Lydia ricominciò, fuori di testa. << Non lo so! Credo di averlo fatto, perché mi sentivo sola e so che lui si sente come me: senza un posto nel mondo e con tante domande. O forse perché Stiles ha confessato di amarmi ed io non so cosa fare. L’ho fatto per ripicca. Oh, sono una persona orribile! >> spiegò, portandosi le mani alla testa.
<< Lydia, calmati. >> disse Allison, in ginocchio sul proprio letto. << Non sei una cattiva persona. L’hai fatto solo perché eri terrorizzata dall’idea che tu possa esserti innamorata di Stiles. >>
<< Non è vero. >> ribatté, arricciando il naso. Allison ridacchiò.
<< Lo vedi? >> disse Allison. << Continui ad insistere nel dire che non provi niente per Stiles, ma non è vero. In questi ultimi due mesi, ti è stato accanto come nessuno è mai riuscito a fare con te. Come puoi fingere ancora che per te non valga niente? >>> chiese Allison. Lydia sospirò. << Io non ci credo. Non posso crederci. >>
 
<< Quindi… vi siete baciati? >> chiese Stiles, seduto sulla sua scrivania. Scott annuì, poi sprofondò con la testa sul cuscino.
<< Cosa devo fare? >>
<< Non lo so, amico. >> rispose Stiles, giocando con la matita. << Ma un bacio tipo a stampo o con la lingua? >>
Scott alzò un sopracciglio.
<< Secondo te? >>
Stiles schioccò la lingua.
<< Giusto. >> disse. << D’accordo, credo che questo voglia dire che è ancora innamorata di te. Mi pare ovvio. >>
Scott roteò gli occhi.
<< Ma davvero? >> replicò, ironico.
<< Okay, smettila di prendermi in giro. >>
<< Stiles, dai. Stai dicendo cose stupide da mezz’ora. >> disse Scott, mettendosi a sedere sul letto. << Cosa c’è che non va? Cosa ci sta nascondendo Lydia? >>
Stiles deglutì, evitando lo sguardo dell’amico. Era difficile parlare con lui di Lydia, ultimamente. Forse perché la situazione stava cominciando a diventare più grave, dato che aveva deciso di parlarle e confessarle tutto. E poi, dire ad alta voce quello che pensava faceva male. Faceva male più delle altre volte, perché adesso lei sapeva. E sembrava che l’avesse fatto apposta per ferirlo.
<< Lydia è stata con Parrish. >>
 
Derek le prese la mano, sorridendo. Era strano camminare per strada affiancato da una ragazza, in modo del tutto normale, senza che lei fosse per forza un’assassina, una mercenaria o un nemico temibile. Certo, se non avesse saputo che stava morendo se la sarebbe goduta molto di più, ma non si può avere tutto dalla vita. Per una volta, una sola, era davvero felice. Paige era così leggera e dolce, che riusciva a fargli dimenticare di tutto, dei suoi problemi, di Kate, di Peter e di tutto il mondo. Una parte di sé si chiedeva se stesse sbagliando di nuovo, se fosse una marionetta al servizio di qualcuno che voleva ucciderli, ma le sue mani profumavano di crema e non gli dispiaceva affatto.
<< Ti ho detto che ho fatto delle ricerche su di voi. >> esordì Paige, rompendo il silenzio. Derek la guardò con curiosità. << In realtà, ho scoperto che i miei genitori avevano dei fascicoli su alcune famiglie che hanno a che fare con il sovrannaturale, come gli Argent e gli Hale. Non so chi fossero e non so che malattia ho, anche se probabilmente è genetica. Credo che i miei fossero delle creature come voi, lupi o altro, ma non ho voluto saperne altro. Ho cercato su internet, in biblioteca ed in altri posti tutto quello che potevo sapere riguardo a strani casi capitati, come omicidi o cose del genere e ho trovato Beacon Hills. Così mi sono documentata e ho saputo i vostri nomi, ho conosciuto i vostri volti… Insomma, il primo giorno di scuola sapevo già che Stiles si chiamava Stiles e che Scott era il suo migliore amico. >> spiegò. Si fermarono nel bel mezzo del marciapiede, Derek che le teneva ancora la mano. << A casa ho un Bestiario simile a quello della famiglia Argent. Allison me lo ha mostrato. Per questo motivo so tutto sugli esseri sovrannaturali. L’ho studiato. Conosco a memoria tutte quelle pagine. E credo di sapere cosa ci sta nascondendo Peter. >> disse.
Derek deglutì.
<< Cosa ci sta nascondendo? >>
Paige lo osservò a lungo con quei suoi occhi blu, piccoli ed innocenti, il sorriso un po’ triste, le guance pallide.
<< Credo che rivoglia i suoi poteri, Derek. Se hai il potere una volta, prima o poi, lo rivuoi. >> rispose. Poi fece un sorriso amaro. << E credo che voglia togliersi dai piedi tutti quelli che potrebbero essergli d’intralcio. Vale a dire te e Scott per primi e a seguire, tutti gli altri. >>
 
Chris abbassò la pistola, sospirando.
<< Perché sei tornato? >> chiese Kate, avvicinandosi.
<< Perché voglio chiederti di fermarti. >> rispose Chris.
<< Non posso, Chris. >> replicò Kate. << Di’ ad Allison che le voglio bene. >>
<< Allora è vero. Sei stata tu. >> disse Chris, buttando fuori l’aria.
<< Certo che sono stata io. >> fece Kate, quasi con rabbia. << Chi avrebbe avuto il coraggio di uccidere una persona per riportarla indietro? Tu non l’avresti mai fatto. Ti saresti inventato qualche idiozia come Allison non lo vorrebbe o Noi non siamo assassini, Kate. >> disse, facendogli il verso. << Torna a casa, Chris. L’hai fatta uccidere tu. >>
Chris si guardò intorno, senza riuscire più a reggersi in piedi. C’erano solo macerie, dopo l’ultima volta. Allison era stata bravissima con quella granata. Aveva creduto di riuscire a far ragionare Kate, ma si rendeva conto solo adesso che non ci sarebbe stato verso. Invece di dirgli che non era stata colpa sua, Kate continuava a girare il coltello nella piaga.
<< Non è stata colpa mia. Non l’ho voluto io. >>
<< No, ma l’hai fatto accadere. >> replicò Kate, caricando il fucile. << Levati dia piedi, Chris. Non voglio che Allison rimanga senza padre. >>
Chris gettò la pistola a terra. Poi allargò le braccia, allungando le dita. Kate lo guardò confusa, il fucile puntato verso di lui che le scivolava dalle mani. Che cosa stava cercando di fare? Voleva farsi ammazzare? Credeva che avrebbe esitato?
<< Fallo. >> disse Chris.
<< Non puoi costringermi. >>
<< Fallo! >>
<< Sei disarmato! >>
<< FALLO! >> urlò.
<< Non posso! >>
<< FALLO! >>
Si sentì il rumore di un sparo. Chris chiuse gli occhi. Kate ansimò, stringendo il fucile tra le mani, gli occhi lucidi. Chris riaprì gli occhi, guardandola. Kate si portò una mano alla spalla, da cui stava sgorgando sangue a fiotti. Dietro Chris c’era Parrish, la pistola ancora puntata verso di lei. E dietro Parrish c’era…
<< Allison. >> mormorò Kate.
Allison aveva l’arco puntato contro di lei, le labbra serrate e le mani ferme. Scott spuntò da un lato, Derek da un altro. Kate si sentì accerchiata. Le tremavano le mani. Poi, Chris si sfilò l’altra pistola dalla tasca. Kate rise.
<< Ne ho sempre una di riserva. Dovresti saperlo. >> disse Chris.
Kate annuì.
<< Ti voglio bene, Allison. L’ho fatto per te. Era l’unica soluzione. >>
<< Cos’hai fatto? >> chiese Allison, senza abbassare l’arma.
<< Devo pagare il mio debito o lui ti farà del male. >>
<< Lui chi? Peter? >> chiese Scott.
Kate sbuffò ironica. Loro non potevano capire.
<< No, non lui. >> rispose. << Non farlo, Allison. Lasciami andare. Lasciami andare, questa volta. Lasciami saldare il conto. >>
<< Non volevo tutto questo. >>
<< Non tu, forse. Ma io sì. >> replicò Kate. << Io ti amavo, piccola mia. >>
Allison abbassò leggermente l’arma.
<< Non ci sarà una prossima volta, Kate. >>
<< Lo so. Perdonami per tutto il male che ti ho fatto, Allison. E perdonami per quello che farò. >>
Allison si sporse per cercare di correrle incontro, ma un attimo dopo, Kate stava già fuggendo. Scoppiò in lacrime e si rifugiò fra le braccia di Scott.
 
***
 
Scott gli diede una pacca sulla spalla, sorridendogli.
<< Ci vediamo dopo? >>
Stiles annuì.
<< Sì, a casa tua. Non ti preoccupare. >>
<< Stiles, ehi, so che non sono bravo con i consigli, ma non credo che tu debba fare nulla. Lydia non l’ha fatto per ferirti, sono sicuro che è perché prova qualcosa per Parrish e basta. Magari non ti aiuta, ma è sempre meglio di niente. >>
<< Già. >> disse Stiles in tono lugubre, seduto sulle scale della scuola. << Ne sono certo. >>
Scott lo salutò con un cenno, titubante. Era come se adesso la sua vita si stesse ricomponendo, pezzo dopo pezzo, mentre quella di Stiles si stava sgretolando. Era come se chiedesse di essere salvato, ma Scott non sapeva come aiutarlo, per quanto lo volesse con tutto il cuore. Così, si limitò a lasciarlo lì a pensare, quella sera. Tornò a casa con lo stomaco stretto in una morsa d’acciaio. E quello che vide sulla soglia lo lasciò di sasso.
Stiles, nel frattempo, stava seduto con le guance fra le mani. Perché diamine Lydia aveva dovuto fargli questo? Non era davvero geloso di lei e Parrish insieme, ma era furioso. Insomma, Lydia aveva un buon cuore. Perché non poteva ricambiare il suo amore, finalmente? Forse la verità è che non possiamo costringere le persone ad amarci, anche se siamo le persone migliori del mondo.
<< Ehi. >> disse una voce, facendolo ridestare.
Stiles alzò lo sguardo e riconobbe l’ultima persona che avrebbe mai creduto di poter vedere quella notte.
<< Paige. >>
 
<< Dov’è Derek? >> chiese Peter, sfogliando alcune carte fra le mani.
<< In bagno. Cosa sono quei fogli, se posso permettermi? >>
<< No, non puoi. >> rispose Peter, rimettendo i fogli nel cassetto del tavolo. << E comunque non preoccuparti, sono solo bollette da pagare. >>
<< Davvero? >> domandò Paige, facendo un passo verso di lui.
Peter la squadrò.
<< Stai sospettando di me, bellezza? Solo perché sei sotto la protezione di Derek, non significa che tu possa mettere il naso nei miei affari. Nessuno può. È chiaro? >>
<< Non stavo insinuando nulla, Peter. >> replicò Paige. << Era solo una domanda. >>
<< Mi stai facendo innervosire. >> disse Peter, avvicinandosi. Paige sentì il suo respiro caldo sfiorarle l’orecchio e rabbrividì. << Non sei salva solo perché ti porti a letto mio nipote, carina. Se ti lasci sfuggire qualcosa di inopportuno su di me, per te saranno guai. >>
<< Come che Malia è tua figlia? >> rispose Paige, non sapendo trattenersi.
Peter si ritrasse e la guardò negli occhi. Era come osservare un serpente a sonagli e chiedergli tacitamente di non aggredirti. Era sicura che lui sapesse di lei e lei sapeva di lui. Eppure, nei suoi occhi vide anche tanto dolore.
<< Dalia. >> mormorò Peter, come incantato.
Paige sbatté le palpebre.
<< Cosa? >>
Peter scosse la testa.
<< Niente. È solo che… mi ricordi tanto una persona. >> replicò, poi uscì dal loft.
<< Peter! >> chiamò Paige, con i piedi ancorati al terreno per non cadere. << Dalia era mia madre! >>
 
<< Non so nemmeno perché te l’ho raccontato. >> disse Stiles alla fine, sospirando.
<< Forse perché sai che posso capirti. >> replicò Paige, passandogli una mano sulla schiena. Stiles rabbrividì al contatto.
<< Hai le mani fredde. >>
<< Oh, scusa. >> disse, ritraendo la mano. << Effetto della malattia. >> si giustificò. Stiles la guardò. Non l’aveva mai vista più giovane di come appariva quella sera. Sembrava che non fosse mai cresciuta per davvero. Si chiese se fosse a causa della malattia o solo perché non aveva mai conosciuto i suoi genitori. << Posso capire come ti senti, Stiles. Anche a me una volta è capitato di innamorarmi e di non essere ricambiata. Ero al liceo e lui era bellissimo. Era il capitano della squadra di basket. Io lo amavo come non mi era mai successo. Ero persa per questo ragazzo e lo seguivo a tutte le partite. >> raccontò.
<< E poi? Cosa accadde? >>
Paige fece un sorriso amaro.
<< Finì il liceo. Lui aveva un anno più di me. E nel giro di un’estate, io mi ero già dimenticata di lui. >>
<< Ma… com’è possibile? Tu lo amavi. >> ribatté Stiles.
<< Io lo amavo, sì. Lo amavo tanto e l’ho amato per due anni, ma lui se n’è andato. Non è mai tornato e non sapeva nemmeno chi io fossi. >> rispose, con gli occhi lucidi. << E te lo racconto non per dirti che ti innamori tanti volte nella tua vita, te lo dico perché vorrei che tu capissi che, per quanto faccia male… >>
<< …ne vale la pena. >> completò Stiles la frase per lei. Paige sorrise.
<< Per quanto faccia male, non si muore per amore. >> disse Paige. << Ed anche se Lydia dovesse cambiare strada e lasciarti indietro, tu resteresti comunque il meraviglioso ragazzo che sei ora. >>
Stiles abbassò lo sguardo.
<< Se lo fossi davvero, Lydia sarebbe con me, adesso. >>
Paige alzò gli occhi al cielo, cercando di reprimere il bisogno di piangere.
<< Non dirlo, Stiles. Non dirlo, perché non è vero. Tu sei il mio studente più brillante e sei la persona migliore che conosca. Quindi ti prego, non buttarti giù così. >> ribatté Paige. E fu in quel momento che Stiles capì che era rabbrividito perché Paige gli piaceva e non perché aveva le mani gelate. Era come sua madre, gentile e troppo dolce per quel mondo.
<< Come fai? Come ci riesci? >> chiese.
Paige gli sorrise.
<< A fare cosa? >>
<< Ad essere così positiva. Ad aiutarci tutti. Persino dopo tutto quello che hai passato. >>
Paige scrollò le spalle.
<< Perché altrimenti non mi rimarrebbe niente in cui sperare. Non credi? >>
 
Allison si allungò le maniche fino alle dita, salutando Scott con un sorriso appena accennato. Scott le si avvicinò con la bocca ancora spalancata.
<< Ehi. >>
<< Ciao. >> disse Scott. << Che ci fai qui? >>
<< Pensavo che dovessimo parlare. Sai, dopo quello che è successo fra di noi oggi pomeriggio. >>
Scott annuì.
<< Certo. Come vuoi tu. >>
 
Lydia ignorò l’ennesima chiamata di Jordan. Quella mattina si erano rivisti e poi lei era scappata via, dopo… Insomma, era andata via. Non volevo vederlo e non sapeva cosa dirgli. Probabilmente perché avrebbe dovuto dire a voce alta il vero motivo per cui si era cacciata in quella situazione e non voleva ammetterlo. E non voleva ferire Jordan.
Si guardò i piedi a lungo, seduta sul letto. La linea bianca delle unghie era perfetta, dopo un colpo di lima. Non era interrotta o intermittente. Oh, cielo! La sua mente cominciò ad elaborare il tutto. Una consapevolezza improvvisa le esplose in faccia come una bolla di sapone. Si accasciò sul letto in silenzio, le mani che coprivano il viso. No, non anche stavolta. Un po’ di tregua, per favore…
 
<< Perché hai detto quelle parole? >> chiese Scott, passeggiando con Allison lungo la strada.
<< Quali? >>
<< Non ho chiesto io di essere viva. Hai detto così. E poi mi hai detto che avevi bisogno di me. Se hai bisogno di qualcuno, vuoi essere vivo. >>
Allison soppesò le parole che aveva appena pronunciato Scott. Come poteva spiegargli come si sentiva? Era arduo più di dovergli confessare che gli aveva rotto il suo giocattolo preferito o che le aveva rubato la merenda. Quelli erano problemi da bambini. E loro non erano più bambini da molto tempo.
<< Non voglio che nessun altro si faccia del male a causa mia. E fa schifo sapere che mia zia ha ucciso una persona per resuscitarmi. Mi sento in colpa. >>
<< Non è colpa tua. >>
<< Lo so, ma è come se lo fosse. Questa storia è iniziata a causa mia. >> replicò. << Sai, Isaac mi aveva detto che sarebbe venuto. >>
Scott s’irrigidì.
<< Ah, sì? >>
<< Già. Solo che poi ha preferito non venire. >>
<< Preferisci la compagnia di Isaac alla mia? >> chiese Scott, fermandosi. Allison scosse la testa.
<< Non hai capito. >>
<< No, probabilmente no. Perché quando mi hai baciato, oggi pomeriggio, ho creduto che fossi innamorata di me. >> disse duro.
<< Non è venuto, perché gliel’ho chiesto io. >> replicò Allison sulla difensiva.
<< E perché? Sai quanto ho sofferto io quando sei morta? Dopo che avevi detto di amarmi, di avermi sempre amato! >>  
<< Anche io ho i miei problemi, Scott! Anche io sono fragile! >> esclamò Allison, allargando le braccia. << Perché pensi di essere tu la vittima di tutto questo? >>
<< Perché tu non lo sei! Non è colpa tua se tua zia è una pazza omicida o se io ti amo ancora! >>
Allison non continuò. Le tremò il labbro inferiore, come era successo al Motel California, quando aveva creduto che avrebbe perso Scott per sempre. Avrebbe voluto salvarlo, salvarlo da se stesso, ma non trovava le parole. Ed ora, il problema si stava ripresentando. La pioggia prese a battere feroce sulle loro teste, sulle spalle, sui vestiti. Il vento le scompigliò i capelli.
<< Scott… >>
<< Non dire niente. >> replicò Scott, indietreggiando quasi spaventato da quello che aveva appena urlato. << Non dire niente, per favore. >>
E scappò via.
 
Paige si richiuse la porta alle sue spalle. Nel loft non c’era nessuno. Derek era andato da Deaton per controllare il messaggio e le aveva dato le chiavi di casa. Si guardò intorno circospetta, ma di Peter non c’era traccia. Si avvicinò velocemente alla scrivania, aprì il cassetto e trovò il doppio fondo. Prese in mano le carte di Peter e le lesse rapidamente.
Il tempo sta per scadere.
Ultimo avviso.
La voglio viva.
Annullerò il patto.
Incompetenti.
Tutti i messaggi erano scritti a computer e la data dell’ultima era quella del giorno prima. Paige non capiva con chi stesse collaborando Peter, ma era sicura di questo: non era Kate. Era qualcuno di più pericoloso di lei. Rimise le carte al loro posto.
La porta si aprì cigolando. Paige si voltò terrorizzata. Le gambe sembrarono non reggerla più in piedi. Un paio di occhi azzurri la fissarono con rabbia. Le braccia le prudevano e sembravano infiammate.
<< Cosa stai facendo? Frughi tra le mie cose? >> chiese Peter, avvicinandosi.
Paige mise la mano nella borsa, stringendo il coltello che aveva usato per uccidere accidentalmente Jonathan Homb.
<< No. >> mentì. << Non lo farei mai. >>
<< Paige, cosa sai sul mio conto? >> chiese Peter, mentre gli artigli spuntavano lentamente. Paige deglutì. << Cosa sai veramente? >>
<< Niente. Lo giuro. >> rispose di nuovo, spostandosi piano al lato, verso la porta.
<< Il tuo cuore batte forte. Sta per uscirti fuori dal petto, per caso? >> domandò ghignando. Paige strinse di più il coltello, che le stava scivolando via a causa della mano sudata.
<< Non posso ucciderti, ma forse posso farti parlare. Dimmi cosa sai. >> intimò, mentre Paige correva verso la porta, dietro il divano. Peter la raggiunse sull’uscio della porta, furioso. << DIMMI COSA SAI! >> urlò.
Ma Paige stava già correndo.








Angolo autrice:
D'accordo. Respiriamo un momento tutti insieme. Okay.
Happy Moonday a tutti! So che Teen Wolf è finito ç_ç, ma io continuo a scriverlo u.u Avete visto il finale? Non so, a me è piaciuto, ma credo solo sia stato il degno finale di una stagione del genere. Insomma, è stata effettivamente bella, ma ha peccato in molti punti. Non voglio stare qui a parlarne, altrimento non finiremmo più, ma la penso così xD.
Allora, tornando al capitolo... tosto, non è vero? Cosa ne pensate? Devo dire che è il mio preferito (oltre che il più lungo ed intenso). Succedono molte cose che cambieranno la storyline da qui in poi. In primo luogo, gli Stydia *_*. Mi sono emozionata molto scrivendo la dichiarazione di Stiles e quindi la scena della festa. Finalmente sappiamo cosa si sono detti! Però il Marrish ostacola, ostacola... Insomma, Lydia è comunque stata con Parrish, a Stiles non fa molto piacere xD (anche se è stata con lui perché si sentiva sola ed impaurita da quello che Stiles prova per lei è.é). E poi i miei meravigliosi Scallison *___*. Però certo, il finale non è stato il massimo per quei due... Vabbé. E poi, cosa pensate che abbia scoperto Lydia su quelle voci che aveva sentito? Vi svelo un'anticipazione: nel prossimo capitolo si scoprirà chi è il traditore! Via col televoto! No, niente televoto xD. Ma secondo voi chi è? Anche la parte fra Paige e Stiles mi piace molto. E fra parentesi, Peter e Paige? Cosa pensate del passato di Peter? E poi Derek e Paige che finalmente stanno insieme! Oh, anche la scena tra i fratelli è stata molto intensa, mentre la scrivevo mi dispiaceva per Chris :( 
Adesso smetto di scrivere, altrimento questo spazio diventa più lungo del capitolo xD.
Grazie a tutti quelli che recensiscono o mettono la storia fra le preferite/seguite/ricordate, ai lettori silenziosi, grazie davvero!
Al prossimo capitolo! La rivelazione sarà uno shock!
Erule  
  
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