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Autore: maeg    16/09/2014    5 recensioni
Sono fan di TORADORA! (il mio manga preferito) così ho pensato di scrivere come immagino il futuro della coppia drago(Riuji)&tigre(Taiga). La storia inizia al termine della cerimonia per il diploma, quando dopo essersi rincontrati, si ritrovano a casa Takasu dove Yacchan ha una notizia sconvolgente per i due piccioncini, che cambierà le loro vite.
Non vi anticipo nulla, spero la leggerete.
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ryuji Takasu, Taiga Aisaka, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Il weekend con la famiglia di Ryuji trascorse velocemente. Il tempo di una risata ed i due si ritrovarono già sul treno del ritorno. Avevano, oltre alle borse che avevano portato con se, anche altre due enormi borsoni pieni di biancheria per la casa, pigiami, i nuovi acquisti di Taiga, regali che la Yacchan aveva comprato da quando si era ritrasferita nel suo paesino natale e tanto tanto cibo. “Mi raccomando, Taiga, mangia tanto!” si era assicurata la nonna, mentre i ragazzi si avviavano verso la stazione più vicina. Nessuna lacrima al momento dei saluti, ma solo tanti sorrisi e la promessa che al più presto sarebbero ritornati. Appena si fossero sistemati per bene.

 

“In effetti”pensò Ryuji “a parte i vestiti nei mobili, ancora non è a posto nulla. Non so cosa devo fare adesso che ho finito la scuola. Devo assolutamente trovare un lavoro.” una piccola ruga prese forma sulla sua fronte. Taiga al contrario, dormiva beatamente, avvolta dal suo braccio e con la testa poggiata sulla sua spalla. Era tranquilla, od almeno così sembrava. Quasi sorrideva nel sonno e venne naturale per Ryuji sorridere. Si accorse che ultimamente, quando si parlava di lei, quando la vedeva dopo un po' che erano stati lontani, sorrideva sempre come se non potesse farne a meno. E dire che il tempo che passavano lontani era davvero molto poco. Eppure, proprio per questo, probabilmente non era del tutto tranquillo quando era lontana. In fondo era anche comprensibile. Dopo più di un anno di lontanza, ora non voleva lasciarla.

Le diede un bacio sulla fronte e Taiga si mosse leggermente. Socchiuse gli occhi nel momento stesso in cui l'altoparlante annunciò l'imminente arrivo a Tokio. La ragazza si stiracchiò un po', si stropicciò gli occhi e si voltò a guardare Riuji. Gli sorrise.

-Non hai proprio dormito per tutto il viaggio?- gli chiese, mentre si rimetteva dritta sul sedile di plastica del treno.

-Ho sonnecchiato un po'- mentì lui.

-Credo di aver dormito per tutto il tempo. Eppure sono ancora stanca! Sarà che ho ancora la pancia piena..- si toccò la pancia – ma ne è valsa la pena. Adesso ho capito da chi hai preso il tuo talento culinario!

 

A causa dei tanti bagagli furono costretti a prendere un taxi che li portasse a casa. Ryuji non aveva ancora messo da parte le sue preoccupazioni riguardo cosa sarebbe successo da lì in avanti, cosa avrebbero fatto da quel momento in poi, che, mentre erano fermi al semaforo rosso vicino il ponte sul fiume Shakujii, la sua attenzione fu presto rapita da un cartoncino arancione fosforescente attaccato alla porta a vetri di un ristorantino tipico. Sulla carta, a lettere grandi e nere, si invitava chiunque fosse abile in cucina a partecipare ad un corso di cucina della durata di 7 giorni, al termine del quale ci sarebbe stata la possibilità per 5 dei partecipanti di lavorare nel locale di nuova apertura. Ovviamente dopo un'attenta selezione ed una piccola prova finale. Ebbe parecchio tempo per segnarsi tutte le informazioni che potevano essergli utili senza farsene accorgere da Taiga, sia perché a quell'ora c'era un traffico incredibile per la città, sia perché Taiga si era incantata a guardare le acque del fiume. Era solo un'idea e non voleva coinvolgerla. Non pensava minimamente di diventare un cuoco, per quanto gli piacesse cucinare, ma da qualche parte doveva pur cominciare.

 

Tornarono a casa impiegandoci più tempo di quello che ci avrebbero messo nel caso avessero preso la metro, ma Taiga voleva viaggiare comoda dopo aver trascorso le ultime 5 ore in treno. Con tutti quei bagagli fu addirittura difficile riuscire a prendere l'ascensore.

-O entriamo noi o loro!- disse Ryuji.
​-Ah, col cavolo! Io non salgo a piedi a meno che tu non porti la tua padrona sulle spalle! Quindi vediamo di entrarci tutti quanti che sennò per te la vedo davvero brutta!- con la sua solita forza incontrollabile riuscì a caricare il piccolo ascensore a vetri ed a sfruttare il poco spazio per infilarsi con il ragazzo e premere il pulsante che li avrebbe portati al loro piano.

Ryuji, con tutto il trambusto per l'arrivo, non riuscì a fare attenzione al fatto che la sua casa era quasi del tutto scomparsa. Era stato eliminato tutto il primo piano, della sua camera non era rimasto altro che un cumulo di legni e pietre fra la polvere. Macerie praticamente. Ma per fortuna non ebbe il tempo di affacciarsi e guardarla, perché mettere in ordine la grande quantità di cianfrusaglie che si erano portati dietro richiese quasi tutto il pomeriggio.

-Ti va se ceniamo fuori?- esordì Taiga.

-Ma come? Abbiamo portato così tanto cibo che ci potrebbe bastare per tutto il prossimo anno. E poi non avevi detto che eri ancora piena per quello che hai mangiato in questi giorni?-

-Ma l'ho detto quando ero in treno, circa due o tre ore fa! La digestione ha fatto il suo corso. Il tempo di una doccia e scendiamo!- non riuscì a resistere allo sguardo della fidanzata, ad i suoi occhi luminosi e sbuffando si avviò verso uno dei due bagni.

Taiga era davvero ancora piena per tutto ciò che aveva mangiato in quei due giorni, la nonna era davvero un portento in cucina e non sentiva assolutamente il bisogno di mandar giù altro. Ma, mentre Ryuji sistemava gli avanzi nel frigorifero cosa che lei non era in grado assolutamente di fare, Taiga era nella camera da letto per sistemare i vestiti e si accorse di quello che era successo fuori dalla sua finestra. Il cuore aveva perso un battito, in fondo era stata più tempo in quella casa ormai distrutta che a casa sua, lì aveva trovato delle persone che gli volevano bene, aveva trovato un ragazzo che si prendeva totalmente cura di lei con il quale adesso condivideva la casa. Le fece male vedere i resti di quei giorni felici nella polvere. Le lacrime non tardarono a salirle agli occhi ed a scendere lungo le guance. Sapeva perfettamente che prima o poi Ryuji si sarebbe accorto che casa sua non esisteva più, ma dopo un weekend bello come quello proprio non aveva voglia di farlo rattristire. Ed asciugandosi le lacrime, le venne in mente di andare portarlo fuori per cena. Si sarebbe accorto più tardi di quello che era successo a casa sua.

 

Come al solito Taiga era in ritardo e Ryuji si rigirava tra le dita il foglietto di carta sul quale aveva scritto le indicazioni del locale che cercava cuochi. Valutava le probabilità che aveva di riuscire ad ottenere quel posto al ristorante. “Giusto per guadagnare un po' di soldi”. Cucinare gli riusciva semplice e si divertiva. E comunque, prima dell'inizio di una possibile università ci voleva ancora tempo. Il periodo estivo poteva impiegarlo così, lavorando.

Taiga uscì dopo circa 20 minuti con addosso un leggero vestitino stretto in vita verde chiaro che quasi le creava l'illusione di un'abbondante seconda.

-Non farci l'abitudine, cane pulcioso, è merito di quei reggiseni che mi ha comprato tua madre!- ma Ryuji non ci stava proprio facendo caso, guardava proprio da un'altra parte e per richiamare l'attenzione cominciò a sventolargli la mano davanti al viso – Ehiiii sto parlando con te!!

-Eh? Scusami ma ero sovrapensiero. Andiamo?

Taiga fece spallucce e si avviarono assieme verso il fiume Shakujii.

 

La camminata fu lunga ma piacevole. L'aria estiva era fresca e profumata, le faceva svolazzare i capelli mentre chiaccierava con Ryuji e ridevano insieme. Lui le raccontò della chiacchierata avuta con il nonno e lei del pomeriggio passato fra reggiseni push-up, mutandine di raso e vestitini succinti. Arrossiva ogni volta che Yacchan le procurava un nuovo completino intimo da mettere, sventolandolo in tutto il negozio. E quando la fece uscire dal camerino con un completo da notte davanti alla nonna, era imbarazzata ed arrossita da capo a piedi. Ryuji rideva, tentando di nascondere il disagio e la punta di gelosia che lo aveva preso.

-Sai che sei bellissima stasera?- le disse.

-Ah te ne sei accorto!- arrossì taiga – Comunque grazie.

Le prese la mano e per un attimo Taiga lo guardò stupita negli occhi. Non era abituata a questi atteggiamenti ed il fatto che Ryuji continuava a camminare guardando dritto davanti a se, sorridendo, la rese felice. Il suo viso stupito si sciolse in un'espressione dolce che continuò per tutto il tragitto. Camminarono così lungo tutta la sponda del fiume. Fino ad arrivare all'altezza del ponte sul quale si erano ritrovati un sacco di volte. Si affacciarano per un po' al parapetto, vedendo il tramonto e le stelle che cominciavano ad illuminare il cielo. Lui le cinse le spalle con il braccio e la strinse un po' più forte. Lei si lasciò abbracciare.

-Mentre venivamo in taxi, ho visto che fissava a lungo quel ristorante.. quello lì al di là della strada. -fece la ragazza indicando proprio il ristorante con il cartello arancione fosforescente- ho pensato che volessi andare a mangiare lì.
-Ah.-
-Cosa c'è che non va? Non vuoi?- Taiga lo guardò perplessa.
-No no, figurati! Solo che si sarà aperto da poco, chissà come sarà la cucina-
-Ma se non proviamo, non lo sapremo mai! Andiamo! Segui la tua padrona- gli fece l'occhiolino e si avviò verso l'entrata del ristorante. Si fermò proprio davanti al cartello che Ryuji aveva fissato per tanto tempo qualche ora prima – tu guarda! Perché non ci provi?

 

Forse era un segno del destino.

  
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