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Autore: FiammaBlu    18/09/2014    1 recensioni
Ho scritto questo romanzo molto tempo fa, si può dire sia stato il primo lavoro serio in cui mi sono cimentata. Ve lo propongo e spero vi divertirete anche voi a seguire i tre fratelli protagonisti della storia nelle loro avventure che li porteranno a crescere e a prendere in mano le redini della famiglia.
L'ambientazione è fantasy, inventata, ma segue le regole di D&D.
Sono 30 capitoli.
Il boia, che stava per tirare la leva della botola, si fermò guardandola. Sanie salì sulla piattaforma seguita da due soldati della Guardia Reale del Sultano. Indossava uno stupefacente abito bianco, quasi trasparente, che poco lasciava all'immaginazione. I capelli ricci e lunghi erano sciolti in una nuvola sulla schiena e indossava un paio di sandali bassi e ricamati.
Artiglio Rosso osservò ogni suo passo, la bramava e ammirava con lo sguardo e sorrideva della sua audacia. Sanie lo raggiunse, si asciugò le lacrime che scorrevano incessanti, lo fissò qualche istante, gli circondò il collo con le braccia sensuali e lo baciò profondamente.

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Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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20. Il Drago del Mare


Al termine del secondo giorno di viaggio, mentre cenavano alla taverna del Barile Rovesciato, entrò Erik Cools, presentandosi a Sir Mark come il quinto membro del gruppo scelto dall'Alto Chierico. Gli porse una pergamena sotto lo sguardo attonito di Kathe. Klod le diede di gomito per scuoterla e lei gli gettò un'occhiataccia in tralice.

Sir Mark ruppe il sigillo, lesse la pergamena poi la bruciò nel fuoco.

- Benvenuto Erik, questa volta in vesti ufficiali vedo - gli sorrise in maniera fin troppo benevola.

- Questa è una missione importante, devo metterci il massimo del mio impegno - si voltò e strizzò l'occhio a Kathe.

- Come hai fatto a farti assumere! - gli chiese Klod stringendogli l'avambraccio e dandogli una pacca sulla palla.

- Conosco delle persone, che ne conoscono altre... - disse evasivamente sedendosi e chiamando l'oste.

- Hai pagato - constatò Kathe che aveva ancora uno sguardo meravigliato.

- Ebbene sì, ho anche pagato, e sottolineo anche, perché conosco veramente persone importanti e, modestamente, nel mio campo, sono conosciuto e stimato - disse con aria di sufficienza.  

- E quale sarebbe il tuo campo? - domandò Sir Mark incrociando le braccia al petto e sorridendo. Erik lo guardò offeso.

- Ma chiaramente quello delle relazioni personali, degli interessi e degli investimenti! -

- Investimenti... - Sir Mark era ammirato da come quello scaltro ladro riusciva a girare le questioni. Scoppiò a ridere e gli avventori della taverna si girarono.

- Quindi siamo solo noi? Dobbiamo aver fatto colpo con la nostra incursione ad Agrabaar - un ampio e compiaciuto sorriso gli illuminò il volto.

- Manca un altro componente, è un ex Cavaliere dell'Ordine - disse Mark lentamente portando l'attenzione su Celia.

- Non credevo che i Cavalieri potessero abbandonare l'Ordine - fece notare Erik bevendo la birra portata dall'oste. Klod fece cenno e ne ordinò dell'altra.

- Non possono, ma ci sono particolari dispense che un Alto Chierico può dare, Sir Gwaine Midnight ne ha ottenuta una -

- Ero certo che l'Ordine e la Scuola di Magia avrebbero scelto ben altri nomi per affrontare questa missione - disse Klod fissando intensamente Mark - Eppure siamo qui, contro ogni previsione - aggiunse vuotando il boccale.

- Hanno una visione d'insieme della faccenda che noi non abbiamo, siamo semplici esecutori - disse Mark alzandosi in piedi - Vi auguro una buona notte signori e signore, domani mattina sveglia all'alba - concluse dirigendosi verso le scale.

- Sbaglio o è più scontroso del solito? - disse Erik alzando un sopracciglio.

- Non mi pare proprio - rispose Celia alzandosi - Vado anche io a dormire, non fate tardi - e si diresse alle scale.

- Sbaglio o è più scontrosa del solito - chiese Erik alzando anche l'altro sopracciglio. Klod scoppiò a ridere ma Kathe gli diede una gomitata.

- Si è fidanzata tre giorni fa con il figlio del Duca Arstid... - lo informò Kathe che guardava la schiena della sorella scomparire sulle scale.

- Davvero? Ecco perché il nostro tenebroso Cavaliere guardava sempre la mano di Celia... - Erik si portò una mano al mento pensieroso.

- Vuoi dire che lo sa? - chiese Kathe meravigliata.

- I guanti che porta tua sorella dovevano servire a celare l'anello? - ridacchiò - Credo che in qualche modo il nostro Cavaliere abbia saputo del contratto che lega la nostra Celia al bel Alexei! -

- Non ridere, è una cosa seria - borbottò Kathe.

- Vostro padre l'ha data in moglie al figlio del Duca, non mi pare sia così grave! - sbottò Erik allargando le braccia - Pensa se le capitava un vecchio decrepito! - e rise.

- Non lo dire nemmeno - sussurrò Kathe.

- Celia è consapevole del suo ruolo, non ha esitato quando nostro padre l'ha chiamata - precisò Klod. Era evidente ciò che provassero l'uno per l'altra ma Celia era una donna complicata, anche se mai come Kathe, non voleva che gli altri credessero fosse stata aiutata nell'ottenere la carica di Cavaliere e sapeva che un giorno suo padre l'avrebbe maritata per ottenere dei vantaggi.

- E' la vita, tutto ruota intorno ai soldi, più ne puoi portare, più vali - filosofeggiò Erik sospirando.

- Meglio dormire, altrimenti domani mattina Sir Mark ce la farà scontare - Klod si alzò stirandosi tutti i muscoli. Gli altri convennero e si diressero alle stanze al piano di sopra.

Kathe aveva la testa piena di pensieri, del viaggio che avrebbero fatto in estate nel Regno degli Elfi e dell'emozione che aveva provato quando aveva visto Erik varcare la soglia della taverna.



La sera seguente sostarono nel piccolo villaggio di Gavilas. Le case dei contadini erano ordinate, coi fiori che le adornavano e un pozzo al centro. C'era un'osteria che forniva anche alcuni posti letto. Sir Mark pagò il dovuto, si sistemarono nelle due stanze disponibili, Celia e Kathe in una e gli uomini nell'altra. Quando scesero per la cena, c'era un uomo ad attenderli. Sorrise mostrando i denti bianchi e perfetti, Sir Mark gli andò incontro salutandolo calorosamente.

- Mark Nateshwar! Come sta tuo padre? - domandò con voce chiara e potente abbracciandolo.

- Gwaine Midnight! La tua stretta è ancora forte come una tenaglia! -

Non avevano usato i titoli da Cavaliere e questo a Celia non sfuggì. Era alto come Mark, capelli castani ricciuti e corti, lineamenti decisi e occhi verdi. Indossava l'armatura nera dei cavalieri e un mantello nero anch'esso ma sulla spada che portava al fianco non c'era inciso lo stemma dell'Ordine sull'elsa. Forse aveva una decina d'anni più di Mark.

Sir Mark presentò il resto del gruppo e Gwaine fu simpatico con gli uomini e galante con Celia e Kathe. Si informò dei loro rispettivi ruoli e rimase affascinato quando scoprì che Kathe era una maga.

- Non vedo l'ora di vedervi in azione milady, la magia arcana mi ha sempre incuriosito - le disse baciandole delicatamente la mano.

- E io non vedo l'ora di ammirare la vostra tecnica milord, di cui tutto il regno parla - rispose amabilmente Kathe. Klod sollevò gli occhi al cielo imitato da Erik.

Cenarono con dell'ottimo stufato di coniglio, patate e una birra rossa e densa che dava alla testa. Mark riportò alcune notizie sulla fantomatica sorgente di potere che permetterebbe il dominio dei draghi, Celia aggiunse le informazioni che aveva letto, Klod raccontò della loro incursione ad Agrabaar e della Fratellanza di Sangue con interventi divertenti di Erik e Kathe.

Le chiacchiere si erano prolungate e le tenebre avevano preso il sopravvento, la piccola osteria si era svuotata dei pochi avventori e solo il gruppo era rimasto, vicino al camino a bere birra. Gwaine si alzò stirandosi.

- Ho cavalcato tutto il giorno e le navi non sono mai state il mio mezzo di trasporto preferito, quindi è meglio che sfrutti il tempo sulla terraferma per riposarmi al meglio -  e la sua risata allegra invase la stanza fumosa.

- Ti seguo, amico mio - disse Erik alzandosi, imitato da Klod, Kathe e Celia.

- Aspetta Celia - disse Mark, la giovane si fermò, una scossa fredda le attraversò la schiena. Scambiò uno sguardo rapido con Kathe e si sedette di nuovo. Rimandare era inutile.

Mark rimase immobile e in silenzio, la gambe distese in avanti, i piedi incrociati. Lei lo guardò qualche secondo, poi si tolse il guanto sinistro mostrando il dorso della mano con l'anello degli Arstid.

- Il tempo mi ha dato ragione - Celia sorrise debolmente. Sapeva già come rispondere alla sua prossima obiezione, ci aveva pensato e ripensato ma era la cosa giusta da fare.

- Quando torneremo da questo viaggio, parlerò con tuo padre, sono un Cavaliere e mio padre è l'Alto Chierico di Torap, non sono nobile come Alexei Arstid ma un'alleanza con l'Ordine può valere tanto quanto quella con un Duca. La vostra famiglia potrebbe diventare l'unica a fornire e addestrare i cavalli dei cavalieri di tutto il regno... - disse Mark incrociando le braccia.

Celia rimase sbalordita dall'audacia e dalla testardaggine di quell'uomo così determinato e pacato. Inspirò profondamente e disse ciò che doveva.

- Mark, la mia vita appartiene a mio padre, ne dispone come vuole. Gli accordi sono firmati, sarò la moglie di Alexei Arstid e ti chiedo di desistere dai tuoi propositi - probabilmente fu la birra a darle il coraggio per pronunciare chiaramente quella frase. Vide gli occhi scuri di Mark brillare sotto l'impeto della rabbia. Si sedette appoggiando i gomiti sul tavolo.

- E di grazia, milady, perché dovrei fare una cosa del genere? - Mark la fissò con aria di sfida ma lei non si lasciò intimidire.

- Perché, come ti dissi tre anni fa, ciò che accadde è stato un errore, non avrei dovuto cedere e non puoi capire quanto questo mi abbia dilaniato nel tempo. Non sono innamorata di te, non voglio che tu prosegua più per questa strada e vorrei che ne imboccassi una nuova - tutto sommato fu un discorso compiuto e riuscì anche a mantenere un tono e un contegno di cui sua madre sarebbe andata fiera. Mark socchiuse gli occhi, come analizzandola. Poi si appoggiò allo schienale della sedia.

- Menti - le disse con voce grave. Celia scosse la testa e rimase in silenzio. Si alzò dirigendosi alle scale che portavano alle camere stringendo i denti per non piangere. L'ultima cosa che Mark vide fu il bagliore del fuoco sull'anello d'oro.



Due sere dopo raggiunsero la città costiera di Rovilon dove il Conte Berin li attendeva ansioso di mostrargli la sua ammiraglia. Era una nave possente, dalla grande stiva che avrebbe potuto ospitare tutti i cavalli, munita di tre alti alberi e altrettante enormi vele bianche. La nave aveva anche un piano per i rematori e gigantesche balestre sui ponti e sui fianchi.

Sulla punta della prua, dipinto di bianco, capeggiava il suo nome: Drago del Mare.

- Non poteva avere nome più appropriato - la voce del fratello la raggiunse alle spalle.

- E' una bella nave robusta, asservirà egregiamente al suo dovere e ci porterà rapidamente a sud, al porto di Grigeo cento chilometri dopo quello di Raghudi dove abbiamo attraversato lo Stretto per Agrabaar - constatò Celia coi gomiti appoggiati alla balaustra.

- Temo che soffrirò il mal di mare - disse Klod sofferente.

- Temo che sarà lo stesso per me e Kathe - ridacchiò Celia osservando il mare blu. Da quando aveva parlato con Mark, le cose sembravano migliorate, si parlavano ma non c'era più la tensione precedente e anche lui sembrava più sereno. Quella sera in biblioteca aveva capito davvero quanto di lui serbasse nel cuore e quanto ne fosse attratta ma il futuro era deciso, la scelta fatta era responsabile e coerente anche se le era costato dovergli mentire.

- Mi sento già male - la voce di Kathe era tragica.

- Ma se siamo in porto! - esclamò Klod ridendo.

- Non importa, io sto male - rispose caparbia la sorella che aveva indossato nuovamente la tunica blu e oro della Scuola.

- Quanto durerà il viaggio? - chiese Kathe inspirando l'aria marina.

- Circa dodici giorni, un terzo rispetto al viaggio a cavallo - spiegò Celia notando il Conte Rovilon salire a bordo insieme a Sir Mark. Vide Gwaine avvicinarsi coi cavalli e gli andò incontro per aiutarlo. Quando si avvicinò al Conte, notò una figura vicino a lui che indossava mantello e cappuccio.

- Conte Rovilon, questa è Celia Hianick, allieva dell'Ordine e figlia del Conte Hianick - la presentò Mark formalmente.

- Sono onorato di fare la vostra conoscenza milady, il nome della vostra famiglia risuona dovunque dopo la vostra ardita impresa ad Agrabaar - il Conte le baciò la mano - Vi faccio anche le mie felicitazioni più sentite per il vostro recente e quanto meno improvviso fidanzamento con Alexei Arstid - aggiunse osservando l'anello alla mano sinistra. Celia non comprese perché le stesse dicendo ciò, finché la figura alle spalle del Conte si abbassò il cappuccio. Era una ragazza bionda, dai lunghi capelli acconciati perfettamente, gli occhi azzurri come il mare e la pelle chiara e liscia.

- Mia figlia Helen - la presentò il Conte.

Ecco dov'era l'inghippo, probabilmente voleva maritare la figlia al figlio del Duca e invece suo padre l'aveva spuntata. Alexei c'aveva sicuramente perso nello scambio. Lei era bella come una stella. Perfino Mark si soffermò a guardarla. La giovane fece un lieve inchino.

- Sono lieta di incontrarvi - e sfoggiò un sorriso che avrebbe fatto rifiorire un fiore morto.

- Piacere mio, milady - Celia ricambiò l'inchino e si congedò raggiungendo Gwaine e aiutandolo coi cavalli. Sentiva lo sguardo di Helen su di sé, le dispiaceva per la giovane che avrebbe magari apprezzato l'unione con Alexei, ma non dipendeva da lei.

- Prendi queste - Gwaine le porse due coppie di redini e Celia fece entrare nella stiva i due cavalli, sui loro musi erano stati messi dei canovacci in modo che non capissero cosa stava accadendo e non si innervosissero.

L'interno della stiva era scuro, ammassate sulla destra c'erano le selle e le coperte dei cavalli, l'odore era sgradevole ma Celia notò che il fondo della stiva era fatto in modo da poterlo lavare rapidamente e buttare tutto lo sporco in mare. Oltre lo spazio riservato agli animali si potevano vedere moltissimi barili, casse, corde, attrezzi di varia natura e fasci di frecce da balestra.

- Non vorrei essere nei panni di questi cavalli che per dodici giorni resteranno chiusi qui dentro! - esclamò Gwaine ridendo.

- Non deve essere piacevole - convenne Celia lisciando il collo di un cavallo.

- E' l'anello della casa ducale Arstid quello che portate al dito? - gli domandò lui all'improvviso.

- Sì, sono promessa al figlio del Duca - disse Celia meccanicamente.

- Non sembrate particolarmente felice - aggiunse Gwaine dopo qualche secondo.

- Mio padre voleva fortemente un'alleanza col Duca e a quanto pare anche il Duca con la mia famiglia, e così è stato fatto - sorrise lei.

- Capisco - il Cavaliere si rabbuiò e Celia lo fissò per qualche attimo.

La nave rollò e risalirono sulla tolda. I marinai dalla pelle abbronzata avevano tirato su le cime e le ancore. Due barche più piccole piene di rematori si affiancarono al Drago del Mare, due enormi cime vennero gettate e la nave si mosse per uscire dal porto.

Celia e Gwaine raggiunsero Mark, Erik, Klod e Kathe. Sulla banchina il Conte Berin era già salito a cavallo, intorno la sua guardia armata. Helen invece era ancora in piedi, immobile, e li guardava. Celia ebbe la sensazione che avesse atteso proprio lei e che la stesse fissando nonostante la distanza.

Klod rievocò la serata dal Duca e la parte che non aveva ancora detto alle sorelle, che riguardava la loro madre, suo padre e il Conte Berin e ciò che legava Alexei e Helen. Inevitabili furono i ricordi di Arielle. Dopo quella sera erano riusciti ad incontrarsi solo altre due volte, lei aveva corso un grave rischio ma si era rivelata una ragazza coraggiosa e molto testarda... Magari in quei giorni di viaggio avrebbe condiviso ogni cosa con le sorelle.



La navigazione fu tranquilla, la Drago del Mare si rivelò possente e affidabile nel superare un terribile temporale, alcuni gorghi e un branco di uccelli volanti, che i marinai detestano perché distruggono le vele e mordono il legno.

I primi giorni furono davvero terribili. Kathe fu quella che subì di più il mal di mare, Erik quello che non lo soffrì affatto. Beveva mangiava e giocava a dadi, mentre Kathe si innervosiva sempre più. Mark e Gwaine passarono la maggior parte del tempo insieme, chiacchierando delle vecchie imprese, dell'Ordine e una volta Celia udì un nome: Seline. Gwaine ne parlava sussurrando, quindi lei smise di origliare e tornò in cabina.

Klod ebbe modo di raccontare alle sorelle ogni cosa di Arielle e Celia seppe anche che Helen e Alexei si amavano. Kathe ebbe parole di conforto per la sorella ma denigrò il comportamento di Klod e della figlia della Contessa. Arielle stava rischiando molto e avrebbe potuto mettere a rischio tutti gli sforzi della madre. Klod avrebbe dovuto parlarne al padre, probabilmente un'alleanza fra le due Contee poteva essere ben vista anche da lui e tutto si sarebbe risolto con una cosa ufficiale. Il giovane ribatté piccato che lei non comprendeva la situazione, che Arielle era testarda e faceva sempre come voleva e che non c'era stato il tempo materiale per fare niente. Promise che al ritorno da quel viaggio avrebbe sistemato tutto.

   
 
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