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Autore: pizzatoclifford    18/09/2014    4 recensioni
Kayla è una semplice ragazza che torna a vivere con la sua famiglia a Londra, dove è nata.
Sierra si trasferisce a Londra dallo zio, giovane, dopo che i suoi genitori muoiono improvvisamente.
Due ragazze completamente diverse potranno mai diventare migliore amiche?
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sierra

Lo zio mi aspetta alla zona "Ritiro bagagli". L'aereoporto è grande, sono da sola e non capisco dove andare.
Trovo una toilette e ne approfitto. Sono in ansia, non vedo lo zio da quando avevo undici anni. Ci siamo sempre tenuti in contatto, telefonandoci, ma è diverso dall'avere una persona davanti a te.
Sto sudando, fa troppo caldo qui dentro.
Mi rinfresco con l'acqua del lavandino e finisco per bagnarmi la maglietta. Tutti i miei vestiti sono nella valigia e non ho niente con cui cambiarmi. Cerco di asciugarmi con il phon appeso alla parete. Adesso è ancora più afoso perché l'aria del l'apparecchio è molto calda. Esco dal bagno alla ricerca di un pò di fresco e dello zio.
Chiedo ad un addetto alla sicurezza dove si trova la zona di ritiro bagagli e mi spiega che è dalla parte opposta dell'aeroporto rispetto a dove sono io.
Perfetto.
L'uomo capisce che non ho la più pallida idea di dove andare, così si offre di accompagnarmi.
-Allora, come ti chiami?-
-Sierra, piacere!-
-Piacere mio! Io sono Jason. Che ci fa una ragazza bella come te a Londra?-
Non sta flirtando, ha come minimo cinquant'anni. 
-Ehm… sono venuta per vivere da mio zio, mi aspetta allo zona di ritiro bagagli-
-ah… capisco-
Non credo.
Non puoi capire.
Cerco di cambiare argomento perché non mi va di raccontare tutta la storia.
-Ma è sempre così affollato qui?!-
-Eh sì! A volte anche più di oggi!-
-mmm-
-Beh, adesso ti basta proseguire dritta e troverai tuo zio-
-Oh, grazie! Ciao Jason-
-È stato bello conoscerti Sierra-
Sorrido e mi incammino dritta. Un cartello enorme indica "zona ritiro bagagli".
Scruto la folla e vedo lo zio, o almeno, mi sembra lui. Do un'occhiata alla sua foto che tengo salvata sul cellulare.
E se non fosse lui?! Ho paura.
Voglio tornare alla mia vecchia e noiosa vita.
Faccio un respiro e chiudo gli occhi.
In fondo non ho più nulla da perdere.
Lo zio estrae dalla tasca dei pantaloni una mia foto, è quella dell'ultimo giorno di scuola.
Me l'aveva fatta Amy. Eravamo nel cortile a festeggiare con i nostri compagni e lei continuava a scattare foto a tutti. Poi il giorno dopo le fece sviluppare e trovai la mia nella cassetta della posta. La mamma la spedì allo zio per ricordo.
Mi avvicino a lui.
Rimaniamo a fissarci. Non so cosa fare o dire.
Inizio a piangere, lo zio mi ricorda troppo la mamma e i momenti felici. Si avvicina prontamente abbracciandomi. È una stretta calda, come quella di un genitore. 
-Va tutto bene S. Shhh…- mi sussurra nell'orecchio.
S è il soprannome con cui mi chiamava sin da piccola. Mi lascio cullare dallo zio.
-Ciao S- mi saluta lasciandomi quando smetto di piangere.
-Ciao zio- rispondo non sapendo cos'altro aggiungere. 
Aspettiamo le mie valige vicino al rullo trasportatore. 
-Ecco, sono quelle due nere!- esclamo indicando i miei bagagli.
Dan le afferra prontamente offrendosi di portarle. Camminiamo in silenzio fino al parcheggio. Lo zio estrae dalla tasca dei pantaloni le chiavi della sua auto e si avvicina ad una Mercedes. Apre il bagagliaio e posiziona le valige, io faccio lo stesso con il mio zainetto. Mi invita a salire e mi siedo davanti accanto a lui. Usciamo dal parcheggio e imbocchiamo l'autostrada. Mi piace stare in compagnia dello zio perché non mi assilla di domande e mi lascia i miei spazi.
Forse dovrei ringraziarlo per quello che sta facendo per me.
-È molto gentile da parte tua prendermi in affidamento-
-Oh S, non preoccuparti, è un piacere per me!- 
Adesso non so più cosa dire. Mi limito a lanciargli qualche occhiata cercando di non farmi scoprire.
Lo zio Daniel è giovane, ha solo ventisei anni. È più come un fratello che uno zio per me.
Ha gli occhi azzurri come i miei.
Anche la mamma li aveva così.
I capelli sono di colore biondo scuro con un ciuffo ribelle sul davanti. Lui e la mamma si assomigliavano molto.
Io ho i capelli castani, come il papà.
Indossa una maglietta bianca con un giubbotto di jeans abbinati con un paio di pantaloni stretti neri. Non riesco a vedere le scarpe.
Mi sporgo un pochettino, ancora un pò.
Sfioro il suo braccio.
-Ho delle Vans nere- mi informa Dan ridacchiando.
-Ah…. Ok- rispondo imbarazzata e scoppiamo a ridere entrambi. 
-Sei diventata ancora più bella S!- esclama.
-Grazie zio- arrossisco violentemente, - anche tu sei cambiato! -
-Nel senso che prima ero brutto e ora sono stupendo?- mi domanda ammiccando.
-Dai zio!- e scoppiamo a ridere, di nuovo.
-Ho fame, ti va un gelato?- mi chiede tornando "serio".
-Uhm… va bene!- È da un pò che non mangio!
-Conosco una gelateria dove fanno il gelato buonissimo. È poco distante da qua-
-Perfetto!-
Lasciamo l'autostrada e ci immergiamo nel cuore di Londra. Lo zio conosce bene le strade e guida sicuro. 
-Eccoci qua!- dice parcheggiando la Mercedes vicino alla gelateria.
Entriamo nel locale ed una campanella appesa sopra la porta annuncia il nostro arrivo.
-Buongiorno- ci saluta il gelataio.
-Ehm… buongiorno- rispondo dando un'occhiata al bancone con i gelati. Dan studia attento tutti i gusti annunciando poi la sua decisione -Per me un cono cioccolato e vaniglia-
-Io prendo un cono nocciola e caffè-
Usciamo soddisfatti gustandoci i nostri gelati e ci sediamo su una panchina.
-Dove abiti zio?-
-Nel quartiere di Camden, vedrai ti piacerà!-
-Sarà bellissimo, lo so-
Finiamo i nostri gelati e torniamo alla macchina. Dan accende la radio al volume al massimo e inizia a cantare a squarciagola incitandomi a fare lo stesso.
Accetto la sfida, siamo uno più stonato dell'altro.
 
Lo zio vive in una casetta di due piani davvero bella.
Una donna sulla sessantina esce dalla casa e si dirige verso di noi.
-Lei è Lilian, ci aiuterà con le pulizie, in cucina e con tutto quello di cui avrai bisogno- me la presenta.
-Oh… ok! Piacere, mi chiamo Sierra- la saluto porgedole la mano. 
-Buongiorno- replica lei. Non mi sembra molto gentile, è un pò fredda. 
-Bene Lilian, può aiutarci a scaricare i bagagli dall'auto?- le chiede lo zio.
-Sì, signor Campbell-
Usano un tono un pò distaccato, hanno un rapporto strano.
La signora lancia occhiate ostili allo zio e scuote la testa.
Dan apre la porta della casa, è tutto ancora più bello.
Una grande scala regale divide il piano terra in due parti.
A destra c'è un salotto, arredato in modo moderno con i divani bianchi e una tv ultimo modello, a sinistra ci sono una cucina e un tavolo da pranzo.
Dietro la scala si intravedono altre stanze
-Al piano superiore ci sono le camere da letto- mi informa lo zio - Lilian, puoi accompagnare Sierra alla sua?-
-Seguimi- ordina inespressiva.
Saliamo le scale, mi sembra di essere una principessa in una reggia.
Il piano superiore sembra un terrazzo con la vista sul salotto.
Lilian spalanca la prima porta a destra e deposita all'interno i miei bagagli.
-Bene signorina, questa è la sua camera. Purtroppo-
-Grazie Lilian, perché purtroppo?- ribatto.
-Ma quanti anni ha per fare queste cose? Lo sa che non è giusto?!-
-Ma…-
 
 
 
Kayla

Derek entra di corsa in camera mia, urlando entusiasta.
-Che forte la mia camera!-
Per mio fratello è la prima volta a Londra.
Sin da quando era piccolo gli raccontavo di quanto amassi ogni singolo angolo di questa città e lui, con occhi sognanti, fantasticava su come sarebbe stata la sua giornata a Londra.
Derek accenna un sorriso e subito mi abbraccia, ha capito a cosa sto pensando.
Lo stringo forte a me, quasi per trasmettergli la mia gioia, la mia energia.
-Sono contento- esclama cingendomi i fianchi energicamente.
-Lo sono anche io, tanto- gli sussurro all'orecchio.
Siamo sempre stati legati.
Sentiamo il papà arrivare e quindi ci stacchiamo velocemente l'uno dall'altro; io mi copro gli occhi e lui le orecchie: è il nostro segno, significa che nessuno ha visto né sentito nulla, è un nostro piccolo segreto.
Derek ritorna in camera sua.
Mi avvicino alla scrivania e sistemo alcune riviste che avevo sfogliato durante il viaggio quando il papà apre la porta e mi comunica che è pronta la cena.
Sposto i capelli dietro alle orecchie e faccio un respiro profondo per poi dirigermi in cucina.
Non è molto grande, quando ero piccola ci bastava, ma ora che siamo in quattro iniziamo a starci un po' stretti, le finestre sono adornate da delle, ormai vecchie, tendine ingiallite dal tempo.
Ceniamo, sono molto felice perché la mamma ha cucinato il pollo, la sua specialità, e poi decidiamo di guardare un film.
Per tutto il tempo nessuno apre bocca, siamo troppo persi nei nostri pensieri, nessuno segue veramente il film, pensiamo tuti a cosa fare domani, a come sarà ora che, finalmente, siamo tornati, a come sarà il primo giorno di lavoro o di scuola, se ci saranno i vecchi amici e se si ricorderanno di noi e noi di loro.
Siamo preoccupati ed, allo stesso tempo, eccitati di ricominciare.
Come andrà?
-Vado a letto-
Mi alzo e raggiungo la mia camera dove prendo un libro dagli scaffali.
Ho cercato il tuo nome.
Me lo hanno regalato ma non ho mai avuto voglia di leggerlo. Mi sistemo nel letto ed inizio a divorare una pagina dopo l'altra, velocemente finisco i primi capitoli.
È tardi e decido di dormire.
Chiudo la finestra dando un'ultima occhiata a Londra.
Mi addormento subito perché sono esausta.
Mi sveglio e pigramente scendo dal letto, sono le otto di mattina.
Dalla cucina sento provenire un delizioso profumo di caffè; trovo il papà che sta preparando, goffamente, delle frittelle.
-Ehm, Kayla, mi daresti una mano?- mi chiede mostrandomi la padella con l'impasto bruciato. Mi avvicino al bancone e dico a mio padre di andarsi a preparare per il lavoro mentre io sistemo il suo disastro.
Oggi ho promesso al babbo che l'avrei accompagnato al lavoro e che avrei fatto fotocopiare alcuni suoi documenti quindi preparo velocemente la colazione e mi vesto.
 
 
 

Spazio autori
 
Ciao a tutte!
Ecco il primo capitolo di We let us go.
Come abbiamo promesso è più lungo del prologo.
Cosa ne pensate di Lilian e di quello che ha detto?
Cosa farà Kayla finalmente nella sua Londra?
Continuate a leggere la nostra storia.
Ringraziamo chi ci ha recensito il prologo perché i vostri pareri e le vostre critiche costruttive sono molto importanti per noi. Grazie anche per i complimenti!
Vi piace We let us go?
 
S. & E. 
   
 
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