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Autore: _Lullaby99_    20/09/2014    2 recensioni
Raccolta di One shot a tema variabile che vedrà i nostri eroi alle prese con vari AU ( ma anche no xD ).
La prima cosuccia che riesco a pubblicare in questo sito, non mi aspetto gran che, ma tentar non nuoce. ^.*
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: I will try to Fix You
AU: Modern!AU
Personaggi: Jack Frost, Hiccup, Merida, Rapunzel, Vari ed Eventuali
Parings: Jackunzel, hints!Mericcup
Rating: Verde 

N.A.: Nonostante la scuola mi stia praticamente uccidendo ( e sono solo i primi giorni -.- ) sono ancora qui, perché io sono LullabyEPossoFarcela xD 
Ecco qui la One Shot di cui vi avevo accennato qualcosina l'altra volta. Cioè, vi avevo solo detto che sarebbe stata una Jackunzel molto... angst quindi... preparatevi. Mi aspetto già una marea di Jackunzel shipper  ( sorelle care xD <3 ) che mi inseguono con forconi e torce urlando: '' A morte! ''. Avete ragione, ragazze, avete perfettamente ragione. Ma io amo l'angst, che ci posso fare xD Vi lascio alla lettura ( e ai pianti ^^" ) e ci vediamo alle Note di fine capitolo ;) 


 

[ Attenzione: Altamente angst!! Lettore avvisato, mezzo salvato xD ]


Era in ospedale da pochi minuti eppure le sembrava di già un’eternità. Tratteneva le lacrime meglio che poteva, pregando che Jack stesse bene, che riuscisse a sopravvivere, che restasse con lei. 
I medici non le davano il permesso di entrare. Si limitavano tutti ad invitarla ad accomodarsi sulla panca vicino alla camera dove una delle persone a cui teneva più al mondo stava lottando per rimanere in vita, come se fosse facile restare calmi in una situazione simile.  
-    Se la caverà, lo conosco. – le disse l’omone barbuto che le stava seduto affianco, rivelando alla biondina un marcato accento russo – Sono vecchio amico di... madre. – 
Proferì quell’ultima parola con la voce tremante. La madre di Jack non c’era più, quel terribile incidente l’aveva portata via. Rapunzel non voleva permettere a quest’ultimo di portare con se anche il ragazzo che le aveva fatto battere per la prima volta il cuore come non mai. Ricordava ancora quella sera in riva al mare, una di quelle poche sere in cui erano riusciti a rimanere soli, con solo la Luna ad osservarli. 

-    Il mare di notte mi spaventa. – aveva detto la biondina al moro per dissuaderlo dal portarla in quel posto a quella determinata ora 
-    Io lo adoro invece. – si era limitato a rispondere lui, sorridente - Ti fidi di me? – 
Come avrebbe potuto dirgli di no? Lei si fidava cecamente di lui. 
Così, si erano ritrovati ad osservare la tavola scura che il mare di sera era, completamente soli. Rapunzel a quel punto si era subito ricreduta: quel posto a quell’ora notturna era molto più affascinante e bello che di mattina, quando le urla dei bambini e dei venditori ambulanti ne rovinavano l’atmosfera.
-    Non mi sembri tanto spaventata. – l’aveva canzonata poi Jack mentre un sorrisetto soddisfatto faceva capolino sul suo viso.
-    È... fantastico. –
-    Lo so. – 
Gli occhi marroni del ragazzo si perdevano nell’osservare il mare fondersi con il cielo in quell’idilliaca serata estiva. La biondina lo osservava, cercando di fissare indelebilmente nei suoi ricordi quell’espressione che, sfortunatamente, raramente il ragazzo che le stava di fianco assumeva. 
-    Ho qualcosa che non va? – aveva chiesto quest’ultimo, sentendosi evidentemente osservato dalla ragazza
-    No, anzi. Sembri così... felice. – 
Jack aveva sorriso di nuovo e, quel sorriso, Rapunzel non lo avrebbe barattato con nulla al mondo. 
-    Mi piace come di notte il mare sembri essere un tutt’uno con il cielo. – aveva cominciato a spiegarle - È come se... si unissero finalmente. Come se realizzassero il loro sogno di vivere insieme. Sai, come due innamorati costretti a rimanere divisi tutto il giorno per colpa di una stramaledettissima linea dell’orizzonte che li tiene separati ma che poi, la sera, decide di andare via, lasciandoli soli e loro possono finalmente fondersi in un unico corpo, in un’Unica Realtà. – 
Silenzio. Si perché la ragazza non riusciva a trovare le parole giuste per rispondere a quella teoria così dolce, così... non da Jack. Almeno lei non lo aveva mai immaginato come un ragazzo così profondo. I suoi scherzi, le sue battute, i sorrisetti maliziosi erano questo che in realtà nascondevano. 
-    Lo so, è un pensiero strano e... – non riuscì però a completare quella frase perché le labbra rosee della biondina si erano posate sulle sue, dando il via ad un bacio inaspettato, bacio che Rapunzel aveva dato impulsivamente, senza pensarci. 
Si era pentita subito dopo però e si era prontamente allontanata dal ragazzo.
-    Mi dispiace... – aveva detto poi, torturandosi una ciocca di capelli dorata 
-    A me non dispiace affatto. – aveva risposto lui, avvicinandosi al volto della ragazza così tanto da poter contare le poche ed invisibili lentiggini che le si stagliavano sul naso – E non vedo l’ora di rifarlo. –
La luce emanata dalla Luna illuminava i loro volti mentre, come il cielo ed il mare, diventavano un’Unica Realtà.


-    Rapunzel! – la voce di un ragazzo a lei famigliare la risvegliò dai dolci ricordi.
Hiccup stava correndo preoccupato verso di lei e, al suo seguito, una Merida altrettanto angosciata cercava di tenere il passo del ragazzo. La biondina trovò inusuale vederli insieme dato il periodo di amore/odio che stavano passando. Ma, si sa, il dolore unisce tutti sotto la sua morsa letale.
Qualche instante dopo erano entrambi lì e la abbracciavano. Rapunzel a quel punto non riuscì più a trattenere le lacrime: le lasciò sgorgare come un fiume che era stato represso per troppo tempo da una diga posta prepotentemente sul suo corso. 
-    È tutto ok, ci siamo qui noi adesso. – sussurrò Merida cercando di tranquillizzarla ma con scarso successo dato che aveva la voce tremante e qualche lacrima stagliata sul viso anche lei.
-    Perché sta succedendo a noi? – chiese Rapunzel mentre rimaneva stretta in quell’abbraccio famigliare – Che abbiamo fatto di sbagliato per meritarcelo? 
-    Non lo so, Punzie. So solo che non te ne devi dare la colpa. – le rispose Hiccup cercando di rimanere il ragazzo razionale e serioso che era ma, anche lui come Merida, non riuscì ad ottenere l’effetto voluto. 
Era grata ad Hiccup e a Merida di esserci. Anche loro volevano bene a Jack, anche loro stavano soffrendo eppure la loro presenza la consolava, in qualche modo. 

-    Il primo giorno di scuola è sempre il più terrificante, Punzie. Andrà tutto bene, promesso. – quelle le parole di sua madre il primo giorno della terza elementare.
La bimba era terrorizzata. Aveva cambiato scuola numerose volte per via del lavoro di suo padre ma, nonostante ciò, ogni primo giorno era sempre spaventata.
-    Ci vediamo più tardi, tesoro mio. – 
La macchina si era poi allontanata dall’ingresso della scuola, lasciando Rapunzel sola. 
Aveva fatto qualche passo verso la porta d’entrata quando un bambino dai profondi occhi verdi delle sua età le era per sbaglio finito addosso. 
-    Mi dispiace tanto. Sai sono in ritardo e l’unica mia possibilità è quella di correre. – aveva detto timidamente a sua discolpa 
-    Non importa. Io sono Rapunzel. – aveva risposto prontamente la bambina per evitare che il primo bambino che aveva incontrato scappasse via
-    Hiccup. – 
Una bambina dai capelli rossi intanto stava correndo come una forsennata verso l’ingresso.
-    Hiccup, sbrigati! Siamo in ritardo! – aveva esclamato per richiamare l’amico all’attenti
-    Oh si, certo. –
-    Io sono Rapunzel. – aveva detto lei seguendo ancora una volta il consiglio di sua madre, ovvero di presentarsi con tutti per farsi subito degli amici 
-    Ciao Rapunzel. Che ne dici se entriamo? – 
Erano corsi nella loro classe che, per fortuna di Rapunzel, era la stessa per tutti e tre e si erano accomodati ai loro posti. Hiccup aveva ceduto il suo posto affianco a Merida a Rapunzel, così da farla sedere accanto ad una persona conosciuta, mentre lui si era andato a sedere di fianco ad un’altra ragazzo, quello che dopo qualche settimana Rapunzel conobbe come Jack.
-    La mamma ha dimenticato di mettere il libro di matematica nel mio zaino... – aveva esclamato tristemente poi, sempre quella mattina, la biondina
-    Tranquilla, lo condividiamo. – aveva risposto sorridente la bimba riccioluta, posizionando il libro in mezzo a loro – E poi a me neanche piace la matematica. -
Quella fu solo la prima cosa che Rapunzel avrebbe condiviso con quei ragazzi da lì in avanti.


Quei ricordi avevano fatto rammentare a Rapunzel quanto fossero uniti allora e quanto, ultimamente, si fossero improvvisamente separati, specialmente Merida ed Hiccup. La realtà dei fatti era che litigavano spesso perché entrambi avevano un debole l’una per l’altro solo che non volevano ammetterlo a se stessi.
Il cellulare di Hiccup squillò poi improvvisamente, costringendo i tre a sciogliersi da quel caldo abbraccio. 
-    Scusate, è Astrid, vado un attimo fuori. – 
Astrid non era la sua ragazza ma solamente un’amica, eppure Merida sembrava essere gelosa di lei. Questo era uno dei motivi per cui i due comunicavano di meno e litigavano di più. 
Rapunzel osservò la rossa intenta a guardare il castano allontanarsi, afflitta. 
-    Dovresti dirglielo, sai? – disse all’amica mentre si asciugava le lacrime piante poco prima
-    Dirgli cosa? – rispose quest’ultima fingendo indifferenza
-    Non fare la finta tonta con me, Mer. – continuò la biondina in tono quasi da rimprovero – Che ti piace, cosa se no? E che ti da fastidio questo suo essersi avvicinato ad Astrid. -
-    Non servirebbe a nulla. E... adesso abbiamo cose più importanti a cui pensare, lo sai. – 
La biondina non riuscì ad obbiettare. Jack era ancora lì dentro, a combattere per sopravvivere. La questione Merida-Hiccup doveva passare inevitabilmente in secondo piano. 

Quando Hiccup tornò, una dottoressa giunse finalmente per chiarire la situazione ai ragazzi. 
-    Sta bene ma ora sta riposando. Ha salvato sua sorella durante lo scontro, sapete? Ha usato il suo corpo come scudo e purtroppo... ha subito danni abbastanza gravi. Ma dovrebbe farcela, è un ragazzo forte. –
Rapunzel non sapeva se soffermarsi sul sta bene o sul ha subito danni abbastanza gravi. Praticamente aveva detto due cose opposte nella stessa frase, cosa che non aveva fatto altro che confondere ancora di più i tre ragazzi.
-    Noi possiamo ... – cercò di dire Hiccup ma fu fermato subito dalla dottoressa
-    No ragazzi, mi dispiace. Sarebbe meglio per voi tornare a casa vostra. –
-    Sta scherzando vero?! – Merida partì in quarta – Noi DOBBIAMO vederlo, lei non capisce! –
Rapunzel invece era troppo scioccata e confusa per poter controbattere.
-    Merida... – cercò di calmarla Hiccup ma senza successo
-    Non possiamo tornare a casa a far finta che nulla sia successo! Non lo accetto! – 
Dopo altre urla e arrabbiature, il castano riuscì finalmente a trascinare via Merida, caricandola a forza sulla sua auto. La biondina li aveva seguiti, in silenzio. Ognuno aveva il suo modo di soffrire, il suo era quello silenzioso, quello di Merida invece fin troppo rumoroso.
-    Perché devi fare sempre così?! – chiese arrabbiato Hiccup mentre guidava verso casa alla rossa che, sbuffando, aveva poggiando i piedi sul cruscotto dell’auto
-    Così come?! Sbraitare ed urlare per un mio amico?! Abituati, lo faccio spesso. – 
Mentre i due litigavano, come sempre ultimamente, Rapunzel osservava il mondo muoversi al di fuori del finestrino. Alberi alleggiavano ai lati della strada, facendo riaffiorare in lei altri ricordi.

Una mattina d’estate, i quattro avevano deciso di andare a fare un picnic al parco cittadino, lontani dallo smog prodotto dalle auto e dal rumore assordante dei clacson che risuonava spesso nel traffico.
A proporre l’idea era stata Rapunzel e gli altri avevano subito accettato.
-    Ci farà bene staccarci dalla tv, una volta tanto. – aveva detto Hiccup, felice di passare un po’ di tempo insieme ai suoi amici immerso nel verde.
Avevano preparato tramezzini, insalate e succhi di frutta di ogni genere per l’evento. Hiccup aveva portato anche delle crocchette per il cane di Merida, Angus, e per il suo inseparabile micio Sdentato. I due animali non andavano molto d’accordo all’inizio ma poi si erano abituati all’idea di condividere uno spazio per più di trenta secondi. 
Quel picnic era stato divertente, dopo tutto. Si erano ritrovati insieme, come un tempo, come quando avevano sette anni. A giocare, a divertirsi, a parlare e a prendersi in giro. 
Jack aveva fatto uno dei suoi soliti scherzi, ovvero quello di arrampicarsi su di un albero e da lassù lanciare dritte in testa a Merida delle foglie verdi rigogliose che alla rossa non fecero affatto piacere. Alla fine, si era divertita comunque, però. 

Rapunzel aveva nostalgia di quel pomeriggio. Era passato solamente un anno ma in quell’anno era cambiato tutto. Hiccup non sembrava più il bambino lentigginoso che la ragazza aveva conosciuto il primo giorno di scuola di terza elementare. Era più maturo, nonostante avesse solo diciassette anni. Merida al contrario non era cambiata molto: sempre ribelle, sofferente alle regole ed i suoi lunghi e ricci capelli rossi erano rimasti immutati nel tempo. Ultimamente però era diventata molto più suscettibile. 
Jack... Rapunzel cercò di non pensare a lui. Era in un letto di ospedale, ce l’aveva fatta, ma non aveva ancora la certezza che fosse davvero tutto apposto. 
E lei... lei era la stessa piccola e dolce Rapunzel. La sua passione per i capelli lunghi non era mutata, come quella per l’arte e per la musica. L’unica cosa che era cambiata erano i suoi sentimenti verso Jack. Lo amava, sapeva di non poter vivere senza di lui e sperava in cuor suo di non essere mai costretta a farlo.
Passarono il resto di quel pomeriggio a casa di Merida a fissare lo schermo di una tv spenta. Era triste, ma ogni azione che compivano li riportava irrimediabilmente a Jack.

Passò qualche giorno prima che i tre fossero accetti dentro la camera d’ospedale del ragazzo. L’infermiera, impietositasi di quei ragazzi, aveva finalmente deciso di farli entrare.
-    Devo dirvi una cosa prima che voi lo vediate. –
Quella frase aveva spaventato Rapunzel che aveva cominciato a torturare una ciocca dei suoi lunghi capelli, azione che faceva sempre quando era nervosa. 
-    Lui... ha battuto forte la testa durante l’incidente. Una zona della sua testa, quella riguardante i ricordi... è stata danneggiata. Potrebbe... non ricordarsi di voi. –
Non poteva essere vero. La biondina cercò di convincersi che l’infermiera si stesse sbagliando. Non poteva aver dimenticato i momenti belli passati con loro, i momenti belli passati con lei. Entrò così prepotentemente nella stanza, sfuggendo dalla presa protettiva del migliore amico Hiccup. 
Quando vi entrò, la sorellina del ragazzo era di fianco a lui e stava bene. L’aveva salvata sul serio e Rapunzel non riuscì a non essere fiera di lui. Invece, Jack aveva parte della testa fasciata ma, apparentemente, sembrava fosse anche lui in salute.
-    Potrebbe portami un po’ d’acqua, per favore? – domandò all’improvviso quest’ultimo, rivolto a lei
-    Dici... dici a me? – chiese di rimando lei, stupita dalla richiesta del ragazzo e dal fatto che le avesse dato del lei
-    Si ... si, dico a lei. –
-    Non... non ti ricordi di me? – continuò la biondina, ormai sul punto di piangere.
Il ragazzo si grattò la testa, come se stesse cercando di scavare come meglio poteva nella sua mente. 
-    Do... dovrei? – domandò confuso poi.
Come poteva aver dimenticato? La spiaggia, la scuola, il picnic. La loro Unica Realtà.
La biondina esplose in un pianto liberatorio, cercando di soffocare i singhiozzi, mentre Merida, che era rimasta per tutto il tempo nell’angolo insieme ad Hiccup, era corsa da lei e l’abbracciava mentre la invitava ad uscire dalla stanza.
-    Ehi, shh, sta calma. – cercò di tranquillizzarla quest’ultima una volta fuori dalla stanza di Jack, cercando di apparire la ragazza forte che diceva di essere ma, di nuovo, non riuscendoci.
Piangeva anche lei mentre diceva:
-    Ce la faremo, supereremo anche questa! Dobbiamo continuare a tenere duro. –
Rapunzel doveva credere che ce l’avrebbero fatta. Jack era vivo e questo le bastava.
-    Proveremo a guarirlo, è una promessa, Punzie. – continuò Hiccup mentre le lacrime sgorgavano anche dai suoi occhi verdi bosco – Lo guariremo. –
Non potevano essere sicuri che Jack sarebbe tornato il loro Jack ma dovevano provarci, per lui. Meritava un nuovo inizio, una nuova vita. Da orfano, si, ma pur sempre con loro. Insieme ne sarebbero usciti. Sarebbe stato difficile, un percorso lungo e doloroso, specialmente per Rapunzel, ma ci avrebbero provato. Avrebbero provato a guarirlo

 


 

N.A. ( di fine Capitolo ): Sono un mostro, lo so! Avanti, uccidetemi, me lo merito! T^T Il bello è che scrivendo queste cose faccio inevitabilmente male anche a me stessa, eppure mi piace! Sono una masochista schifosa xD Cioè ho rovinato tutte e due le mie OTP in una sola One Shot. >.< Ebbene si, in questo contesto non mi sono trattenuta da fare un po' di hints!Mericcup, tanto per creare altri drammi sul dramma principale. Sono mostruosamente cattiva. Ma, non è tutto merito mio. Diamo la colpa anche a tre canzoni ovvero: When you're gone e Keep Holding On di Avril Lavigne & Fix You dei Coldplay *-*. Abituatevi, sono una musicomane incallita ed ogni cosa che scrivo/faccio/dico/leggo mi è dettata dalla mia amata Musica. *^* 
E, ancora una volta, c'è una chiara citazione al mio classico Disney preferito, stavolta però parliamo del sequel, Il Re Leone 2. Con orgoglio e lealtà siamo un'Unica Realtà e nessuno la spezzerà mai! *^* Adoro quella canzone e ciò che dice Simba a sua figlia Kiara in quella meravigliosa scena. 
E, parlando sempre dell'Unica Realtà, stavolta di Jack e Punzie, quel discorso del mare e del cielo che Jack fa è... cioè, stento ancora a credere che sia stato partorito dalla mia mente. ^^" Sono profonda, lo so. ù.ù
Oh, e scommetto che tutti avrete apprezzato HiccupFigoneModeOn che guida la macchina ( io si almeno *-* ) e Merida GelosonaModeOn
Che dire, spero mi abbiate perdonata per il dramma ( almeno per me xD ) che ho descritto in questa One Shot. Sappiate che quel giorno avevo appena finito di leggere Colpa delle Stelle quindi sono giustificata. >.<
Ci vediamo prestissimo all'aggiornamento della long ( perché ripeto io sono LullabyEPossoFarcela! ) e purtroppo un po' più tardi con l'aggiornamento di questa raccolta perché... ho finito le idee e sto dando precedenza all'altra storia ^^
Spero continuerete a sostenermi con le vostre fantastiche recensioni ( ne ho davvero bisogno stavolta perché vorrei che i miei sforzi fossero ripagati xD ), sappiate che vi adoro tutti ( Lo sapevate già, lo dico ogni singola volta. ù.ù ). 
Alla prossima! =3 

 



 

  
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