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Autore: HarrysJuliet_x    23/09/2014    2 recensioni
Caro Harry,
L'amore è un gioco contorto, spietato, perverso. O almeno tu lo hai reso tale [...]
Mi hai fatta sentire importante, allora perché mi hai detto addio? Perché mi hai abbandonata a me stessa?
Lo sapevi che non l’avrei superata, lo sapevi che avevo avuto un passato difficile, che ero stanca degli addii. Perché sei dovuto entrare nella mia vita così tante volte? Penso che tu l’abbia fatto solo per poi uscirne sempre vincitore, tanto quella che aveva il cuore spezzato, ero io.
 Ma tu ce l’hai un cuore, Harry? No.
 Avrei dovuto saperlo.

Yours Truly,
Ariana Grande. [..]
Mi sta guardando, sento i suoi occhi bruciare sulla mia pelle leggermente abbronzata. Quelle iridi verdi che un tempo amavo adesso mi stanno squadrando, me le sento addosso come macigni.
Senza volerlo mi giro e la prima cosa che noto è la sua mano, intrecciata a quella di Kendall. Il pennarello mi cade e la ragazzina mi guarda confusa. [...]
-Perchè hai dovuto trasformare la nostra bellissima e magica storia d’amore in una tragedia?- [...]
Trailer storia:https://www.youtube.com/watch?v=_0ngIcWId10
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Tragic

Trust

 

 

-Devi sbrigarti, Ariana. Scooter ci sta aspettando, lo sai com’è quando ci si mette.-  Jennette alza le serrande e solleva il piumone sotto al quale mi sono rifugiata per due settimane.
In questo lasso di tempo sono successe veramente troppe cose. Mio nonno, il mio amatissimo nonno, sta male. E’ troppo vecchio, ha avuto un malore ed ora è ricoverato. Invece, per quanto riguarda il mio show per Harry, è stato un disastro. Mi odiano tutti.Una parte di me ha sempre sperato di svegliarsi il giorno dopo e di tornare indietro di due anni, ma non è mai successo. Mentre l’altra parte invece pensa che questi dolori mi aiuteranno a diventare più forte in futuro.
Ora guardo Jennette, che sembra tanto mia madre quando è in procinto di farmi una ramanzina.
-Lo so che è difficile…ma tu devi..- Inizia lentamente, con tono amorevole.
-No, non sai com’è. Mio nonno sta male, Frankie non è qui per aiutarmi, i miei genitori stanno divorziando ed ho fatto la figura della deficiente davanti ad un milione di persone. Chissà cosa diranno su Twitter, scommetto che mi odiano già tutti.- La blocco per farle capire di smetterla. Voglio stare sola, non ho bisogno di amici caritatevoli o di sgridate da parte del mio manager.
-Okay, allora non proverò a capirti, ma ti prego mettiti il primo vestito e vieni in studio con me. Scooter ci aspetta.-  Esce dalla stanza velocemente, senza darmi nemmeno il tempo di risponderle.
La luce del giorno illumina tutto l’abitacolo, mostrandomi in che stato pietoso si trova. E’ pieno di fogli, di lettere e di scatole di patatine fritte.
Davanti al mio letto c’è lo specchio, non ho nemmeno il coraggio di guardarmi in faccia.
Sono patetica, veramente patetica.
Riluttante e dolorante mi alzo in piedi, prendo un vestito rosso sgualcito che si trova per terra e lo metto da parte per dopo.
Ancora con il pigiama con gli unicorni, vado verso il bagno, devo assolutamente lavarmi.
Sento mia madre che parlotta con la mia amica in modo allegro. Si, lei è brava in questo. Nasconde le cose brutte della nostra famiglia e mette su una sceneggiata felice che incanterebbe tutti quanti.
Ma d’altronde sono Ariana Grande, la mia vita è perfetta.
La mia immagine riflessa mi ricorda invece, che sono umana e che nessuno è immune all’imperfezione.
Occhi rossi, segnati dal pianto, viso scavato ed occhiaie che mi arrivano ai piedi.
Per questo scempio ci vorranno almeno sei ore di make-up.

 

 

***

 

Esco velocemente dalla porta del retro e salto sulla macchina di Jennette senza farmi beccare dai paparazzi.
E’ brutto essere perseguitati. Il mondo va a rotoli, diamine, sono una cantante, le persone dovrebbero interessarsi alla mia musica non alla mia vita privata. E’ una vergogna. Io ho scelto questo lavoro per dedicarmi ad una cosa che amo da sempre, non per raccontare le mie vicende private o per far parlare di me, inutilmente poi.
La bionda sfreccia sulla strada non curandosi dei limiti di velocità. Per poco non mi prende un colpo.
Accendo la radio, tanto per fare qualcosa, ma me ne pento subito quando sento il mio nome.
La doccia aveva scacciato via il mio cattivo umore, per un po’, ma appena uscita di casa e tornata alla realtà è tornata la pioggia.
In queste due settimane mi sono chiesta spesso: come si fa ad amare una persona a cui non interessa di te?
Io Harry l’amavo, lo amo ancora, lui no. E’ questo il problema. Mi dice che mi vuole, ma lo fa solo per egoismo. Lo fa per alimentare la convinzione che tutti lo amano, perché lui è bello e famoso. Ma io no.
Io lo amo per la sua risata, per il modo in cui arriccia il naso quando sente un odore sgradevole, per i suoi capelli, la sua piccola ossessione per Stevie Wonder, il fatto che adora girare nudo per casa facendomi ridere. Amo il modo in cui mi racconta del suo passato e delle sue vicende, perché ci mette così tanta enfasi ed è contagioso. Ma soprattutto, amo le nostre  -vecchie-telefonate notturne. Sono piccole cose che mi hanno riempito il cuore per sei mesi.
E sono certa di aver amato più lui in quei mesi che me in tutta la mia vita. Ed è triste, perché a volte penso quanto saremmo stati bene insieme io e lui, se non fossimo stati io e lui.
-Ha chiamato più volte. Tua madre non te lo ha detto, vero?- Jennette è ancora concentrata, ma non perde occasione per mettermi davanti la cruda verità.
So di chi sta parlando e subito mi viene un tuffo al cuore.
-No, non lo sapevo. Comunque non mi interessa. Ho capito tutto, adesso.- Ho capito che non potrà darmi mai ciò che voglio io.
-Dovreste chiarire, lo sai meglio di me.- Non la ascolto. Non c’è più nulla da chiarire.
Inizio a canticchiare una canzone di Mariah Carey, la mia cantante preferita.

Il tempo passa troppo velocemente, non mi accorgo nemmeno di essere arrivata da Scooter.
I bodyguard ci vengono a prendere nel parcheggio e ci scortano fino al primo piano, dove si trova il suo studio.
La mia amica bussa vigorosamente, attendiamo una risposta e quasi subito ci vengono ad aprire.
-COSA?!- Urlo in direzione dei cinque ragazzi seduti sul divano accanto alla finestra. I One Direction sono qui, dopo tutto quello che è successo hanno avuto il coraggio di tendermi questa trappola. Sono arrabbiata e vorrei piangere dal nervoso.
-Siediti, ti prego.- Scooter mi fa accomodare con le buone, che in realtà buone non sono mica. Lui usa quel tono duro ma comunque dolce che ti fa capire che non devi farlo arrabbiare.
-Avete cinque secondi per spiegarmi questa pagliacciata.- Dico duramente. So bene che qualsiasi cosa mi proporranno non potrò scegliere se farla o no, sarò obbligata dal mio contratto.
-La tua storia con Harry ha fruttato una vendita del 50% in più rispetto alle altre settimane. Ciò significa che ai vostri fans è piaciuto tutto questo dramma, questa storia contorta, così, io e la modest abbiamo pensato di farti aprire i loro concerti. Stiamo ancora lavorando al tuo album e questa è un’ottima pubblicità. Inizierete le prove dalla settimana prossima. Che ne pensi?- Il suo tono è calmo e fermo.
E’ spaventoso come in questo ambiente le persone si prendano gioco dei tuoi sentimenti. E’ tutta una strategia di Marketing. Nessuno a quattordici anni, quando fai il provino per un famoso show, ti spiega che sarà così. Nessuno mi aveva detto che avrei dovuto vendere l’anima al diavolo. Non avrei mai accettato.
Per il quieto vivere non commento, non mi esprimo, so che uscirebbero solo parole cattive e piene d’odio. Mi limito ad annuire e stare zitta.
-Bene. Tutto confermato. Ariana e Harry potete andare a pranzo, ci sentiremo dopo.- Sta tirando troppo la corda.
-COSA?!- Grido alzandomi di scatto.
Sarebbe andato tutto bene se solo non gli avessi dovuto parlare o se non lo avessi dovuto guardare. Avrei cantato davanti a lui e poi sarei sparita, per un momento mi sembrava perfetto.
-Dobbiamo continuare questa specie di commedia-fiction. Andate, su.-

 

***

-Cosa prendi?- Chiede gentilmente mentre siamo seduti in uno dei locali ‘vip’ della città. I paparazzi ovviamente ci scattano un sacco di foto a nostra ‘insaputa.’
Mi sforzo di non guardarlo, ma lo sguardo cade sul suo e per un momento mi sembra sinceramente pentito. Peccato che sia tutto falso.
Lo stomaco è totalmente chiuso, se mangiassi potrei vomitare da un momento all’altro. Ho le farfalle che mi svolazzano nello stomaco, però desidererei un insetticida per ucciderle.
-Mi hai mai amata?- Domando con gli occhi fissi sul menù. Lo so che non l’ha mai fatto, l’ho sempre saputo.
-Dal primo momento in cui ti ho vista a quella festa, fino ad adesso.- Ha la voce un po’ rotta.
-Vorrei tanto potermi fidare di te, Harry, ma chi ama RESTA.-

 


SIII LO SO SONO UNA MERDACCIAAA, PERDONO. HO PARTORITO QUESTO CAPITOLO IN NON SO QUANTO, VI PREGO LASCIATEMI UNA RECENSIONE CI HO MESSO L'ANIMAAAA DE LI MORTACCI MIA..
VI AMO HAAH

  
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