Epilogo:
Realtà?
“E quindi questo come la fa
sentire?”
“In che senso come mi fa
sentire? Mi ha chiesto lei di
raccontarle i miei sogni…”
Lo psichiatra prende meglio posto
sulla sua poltrona,
rilegge per un momento tutti gli appunti presi durante il tuo racconto,
tornando infine a guardarti.
“È sicuro di
aver sognato tutto questo?”
“Si.”
“Allora si limiti a
rispondere alla mia domanda, al suo
risveglio come si è sentito?”
Scuoti la testa, tenti di ricordare.
Hai detto addio alla
tua famiglia, hai detto addio ai tuoi amici, sei andato a Nord per
vedere una
rappresentazione reale dei tuoi più profondi desideri, e poi
sei spirato tra le
sue braccia.
“Bene. Sono stato bene. Non
è stato un brutto modo per
morire. Sono stato amato, ho avuto modo di salutare tutti, e prima di
andare
dall’altra parte ho pure realizzato il mio sogno di diventare
padre. Devo
ammettere che se fosse andata davvero così sarebbe stato
magnifico.”
Sorridi, il lettino è
così comodo, perché non tornare a
dormire?
E così chiudi gli occhi,
ti lasci andare, lasci che il
torpore si impossessi di te.
Quasi non noti l’uomo
seduto al tuo fianco, alzarsi e
dirigersi verso la porta. Ne noti il suo sguardo contrariato.
***
Appena fuori dalla stanza inizi a
barcollare. È sempre così,
quando lo senti parlare, quando lo senti raccontare, quando lo senti
rivivere e
ricreare quelle esperienze. Non ne puoi più, chiederai il
trasferimento, devi
farlo.
“Cosa ha raccontato questa
volta?”
Un uomo in divisa ti aspetta fuori
dalla porta, dalle
onorificenze che ha cucite sul petto si direbbe appartenere a qualche
alta
divisione del governo.
“Un’altra storia,
l’ennesima. In questa lui era un malato
terminale, lei una ragazza distrutta dalla perdita del suo amore. Ha
scisso di
nuovo la sua personalità in due, ed ha fatto rivivere gli
eventi alle due parti
separatamente. Solo che come al solito non è riuscito a
ricordare, o ha rimosso,
quelle che sono state le sue vere azioni. Per esempio, nel racconto, ad
ogni
fermata del suo viaggio si limitava a dire addio ai suoi amici. Nella
realtà li
uccideva e portava un pezzetto di loro con se. Qualcosa che li
caratterizzava.
Che fosse una ciocca di capelli o altre parti
anatomiche…”
L’espressione di disgusto
sul viso dell’ufficiale è
perfettamente comprensibile, e mentiresti se dicessi di non averla
avuta più
volte anche tu.
“È
raccapricciante, ma ancora questo non spiega dove abbia
nascosto la bambina. Ha parlato di questo, ha parlato di
Aurora?”
Tu annuisci, fai scorrere gli
appunti, cerchiando ogni volta
che avesse citato la bambina scomparsa.
“Continua a dire che
l’Aurora si trova in Alaska, ma non è
possibile che l’abbia portata li. Non ne ha avuto il tempo.
Da quando sono
spariti, a quando è stato catturato, sono passate solo poche
ore. Le ricerche
come vanno?”
L’uomo scuote il capo
tristemente.
“Non bene. La famiglia sta
impazzendo, la stampa ci da
addosso, e noi non riusciamo a cavare un ragno dal buco. Sembra che
nelle due
ore fino al suo ritrovamento, si siano volatilizzati. Nessuno li ha
visti o
sentiti, nessuna telecamera li ha filmati e pure il gps del telefono
è stato
scollegato.”
L’uomo si passa una mano
sul viso, i segni di stanchezza ben
evidenti nonostante la carnagione scura.
“Mi dispiace… eppure
non capisco, perché creare una realtà
alternativa? Cioè, anche nel suo racconto
ha sofferto tanto. Perché raccontare di tanta sofferenza e
dolore? Da come ha
descritto l’incontro con l’amore della sua vita,
sembra che lui sappia quali
siano i suoi difetti, e che una parte di lui abbia tentato di
correggerli,
eppure siamo arrivati a questi punto.”
“L’amore della
sua vita… è quella di cui si è
rinvenuta solo
una treccina, che portava al polso come braccialetto?”
“Si quella. Anche il suo
corpo è scomparso. Ufficialmente
non la si da ancora per morta, ma visto e considerato che fine hanno
fatto la
sorellina e tutti gli altri suoi amici, penso abbia solo nascosto il
corpo
molto bene. Come trofeo forse… non le so dire.”
“Cos’altro si
può fare dottore? È capace di strappargli la
verità in qualche modo?”
“Posso provarci, ma ha
visto anche lei. Ogni volta che lo
ipnotizzo ha inventato una storia differente. Le uniche parti in comune
sono il
suo viaggio, la visita agli amici, e la parte
sull’Aurora.”
“Continui a
provare… ancora ed ancora, anche a costo di
fottergli il cervello. C’è la vita di
un’innocente in gioco!”
Annuisci, lo vedi congedarsi, e ti
volti verso la stanza. Un
finto specchio ti mostra l’interno della camera.
E lui è di nuovo li. Occhi
chiusi, braccia incrociate, che
cammina e parla.
Sonnambulismo. Come se non avesse
già abbastanza problemi….
Ti allontani, vai a riposare anche tu. Tra poche ore dovrai iniziare una nuova terapia. Speriamo sia migliore delle precedenti.
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N.D.A. Ok, potete insultarmi. Anche perchè la storia non continuerà, non ora. Però... dai, ve lo aspettavate? Sono malvagio ^_*