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Autore: Tramonto    05/10/2008    3 recensioni
E' il giorno delle nozze di Draco Malfoy con la bellissima Astoria Greengrass.
Sembra che tutto sia perfetto e Draco è soddisfatto, ma un piccolo dono da parte di sua nonna gli farà tornare alla mente ricordi che lui aveva cercato di dimenticare con tutto se stesso, legati all'unica donna che abbia mai amato...
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Narcissa Malfoy, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Pansy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dimmi che un Giorno ci Sposeremo…

 

 

Cap2:

Non posso!

 

 

 

 

 

Un affascinante uomo biondo camminava con una terribile aria truce sul viso, camminava per evitare che il nervoso che lo attagliava in quei giorni lo soprafacesse.

 Tutto era cominciato quando il migliore amico, Blaise Zabini, nonché cognato, gli aveva proposto una vacanza di soli uomini, per permettere alle mogli, le sorelle Greengrass di stare un po’ tra di loro, per motivi che non voleva neanche entrarne.

Il signor Malfoy aveva accettato entusiasta all’idea di fare una vacanza rilassante, come l’amico gli aveva assicurato, solo che il cosiddetto amico non gli aveva specificato che i due si sarebbero ritrovati a passare quei giorni, che in teoria dovevano essere di assoluto riposo, in un Hotel a cinque stelle Babbano, nel centro di Londra.

Draco Malfoy non era razzista, o almeno non più, ma comunque non apprezzava lo stile di vita dei babbani, così pieni di trabiccoli strani oggetti che suonavano con musiche in ogni angolo della strada e tutta quella serie di oggetti non ben identificati, si sentiva pienamente fuori posto, come era giusto che fosse, al contrario il suo amico sembrava sguazzarci dal divertimento in tutta quella serie cose che non conosceva.

Avrebbe potuto andarsene lo sapeva bene, ma dopo una lunga litigata con Blaise aveva deciso di restare, anche perché non sarebbe andato da nessuna altra parte.

A casa si sentiva soffocare, soprattutto da quando suo figlio Scorpius, quell’anno, aveva cominciato a frequentare Hogwarts, e il Mannor sembrava così vuoto, freddo, proprio come sua moglie, anche lei era fredda, ma lo era sempre stata, l’obbiettivo della sua vita l’aveva raggiunto, diventare la moglie di un mago potente e influente, e lui lo era.

Ma non si lamentava era la donna che lui aveva scelto per comodità di avere accanto, si comportava come nelle sue più rosee aspettative, aveva per moglie una graziosa bambolina, una Bambolina che lui odiava, il loro matrimonio era una grossa finzione, anche quando erano a letto insieme non riuscivano a fare l’amore, ma solo dell’appagante sesso, ma andava bene a entrambi, infondo non si erano sposati per amore ma solo per vantaggio.

Aveva deciso di continuare quella sgradita vacanza, anche perché Blaise era l’unica persona che conosceva davvero i suoi sentimenti, e sapeva di quello che provava verso sua moglie e nonostante tutto gli era sempre stato vicino.

Ricordava perfettamente quando nel cuore di una notte poco dopo che si era sposato soprafatto dall’ansia era corso a casa dell’amico, per confessargli i suoi sentimenti di quello che sentiva, del dolore che provava e del ricordo che aveva cominciato a tormentarlo dal giorno del matrimonio, e di quanto si facesse schifo, e di come era stato idiota e che l’unica donna che lui amava era Pansy.

Blaise l’aveva ascoltato lo aveva confortato, lo aveva capito e non lo aveva giudicato, ma gli aveva ricordato la terribile verità, che avevano cercato la ragazza, ma che non l’avevano trovata, ma per come si erano messe le cose sarebbe stato anche meglio per tutti non trovarla mai, perché anche se l’avessero rintracciata lui era ormai legato indissolubilmente ad Astoria.

Da quella notte erano passati più di tredici anni e nessuno dei due uomini aveva più nominato Pansy.

 

Il giovane uomo, si guardò innervosito intorno, non capiva neanche più dov’era e da che parte era il suo albergo, ma una cosa era certa per ora non aveva intenzione di tornarci, sentiva in tutto il corpo l’irrefrenabile desiderio di muoversi, anche se tutto quell’ambiente caotico della metropoli lo stava snervando anche di più, si guardò intorno dove era, e vide di fronte a se l’entrata di un parco, sembrava anche bello grande, decisamente quello che cercava un posto tranquillo dove camminare, senza essere circondato da strane vetrine di negozi, e strade piene di automobili.

Il parco era davvero meraviglioso, costeggiato da uno dei tanti fiumi che scorrevano per Londra, era pieno di zone verdi e piccoli boschetti, l’atmosfera era tranquilla, c’erano persone che lasciavano correre i cani tranquilli, e molti anziani erano seduti sulle panchine alcuni di loro ero attorniati da molti piccioni ai quali davano da mangiare.

Alcune persone in tenuta sportiva correvano o camminavano con degli strani fili infilati nelle orecchie che si collegavano a uno strano oggetto, ma nel parco c’erano anche molte famiglie e lord Malfoy osservò alcuni ragazzini che giocavano a uno strano gioco con una palla, e pensò che dovessero avere più o meno l’età di suo figlio e sua nipote Fillis, mentalmente costatò che mancasse poco all’estate e che ancora poche settimane sarebbero tornati, e poi la baraonda in casa sarebbe ricominciata fino a che Hogwarts non li avrebbe reclamati per un altro anno.

Tutto sommato anche se babbano a Draco piacque quel parco, l’unica cosa che avrebbe abolito erano le strane musiche che partivano all’improvviso da strani oggetti che appartenevano a quei babbani, decise che per i pochi giorni che lo separavano al ritorno al Mannor li avrebbe passati volentieri lì a leggere qualche buon libro e a passeggiare era un luogo che lo rilassava.

 

E così fece per i giorni che vennero armato di libri e incurante delle prese in giro di Blaise veniva a tutti i giorni al parco, si sedeva su una delle panchine che costeggiavano il fiume e leggeva, aveva scoperto che il fiume era popolato anche da qualche anatra con i piccoli e alcuni cigni e allora per riposare gl’occhi li stava ad osservare per un po’, all’ora di pranzo dopo una breve passeggiata sedeva in un piccolo bar ristorante e mangiava qual cosina e si faceva portare anche del pane in più che nel pomeriggio dava ai cigni o alle anatre.

Era forse un programma monotono, ma a lui andava bene così, lo trovava mille volte meglio che stare in quell’albergo a farsi massaggiare o stare nella piscina, o fare dei fanghi, quelle cose se le desiderava le faceva anche a casa, invece leggere un libro senza che qualcosa o qualcuno lo disturbasse, quella era una cosa che a casa non poteva di certo fare.

 

 

Il pomeriggio di quella giornata era stato molto caldo, tanto che era stato costretto più volte ad alzarsi per comprare da bere, anche ora che era pomeriggio inoltrato quasi ora di cena, faceva davvero molto caldo, la lettura come al solito era stata distensiva, solo che ogni tanto quei dannati oggetti che emettevano brani delle musiche più disparate lo disturbavano, aveva cercato di non darci peso, anche perché era arrivato a un punto culminante del libro che stava leggendo, un giallo davvero ben scritto, di un autore magico emergente.

Era assorbito quasi completamente dalla lettura, mancava poco che L’auror investigatore dicesse chi era l’assassino, che ecco uno di quei dannati cosi si era messo a suonare, rovinandogli l’atmosfera, con uno sguardo omicida si mise a cercare a chi apparteneva l’aggeggio infernale. E notò una donna che stava frugando nella borsetta, era girata di spalle e non capiva che età potesse avere, sembrava una bambina perché era piccola di statura, soprattutto perché portava un vestito bianco con tante piccole rose disegnate che gli arrivava al ginocchio, con delle graziose ballerine rosa, ma le spalle nude e il muoversi aveva fatto intravedere un seno abbastanza prosperoso, che di certo una bimba non poteva avere.

La donna che aveva dei cortissimi capelli neri, finalmente sembrava avere trovato l’oggetto che suonava, vide la mano che premette qualcosa e accostare lo stano oggetto all’orecchio, e parlare.

Il signor Malfoy aveva capito che quell’oggetti equivalevano al loro palar via camino glie lo aveva spiegato Blaise appena la sera precedente quando aveva esternato il suo fastidio per quei cosi rumorosi.

“ Ciao Tesoro! Dimmi!” l’attenzione di Draco venne subito catturata dalla voce della donna…

“Come sei ancora al lavoro?!” aveva qualcosa di famigliare eppure…

“Ti ricordo che hai un impegno con me stasera!Un impegno che ti sei preso da molto tempo!” eppure era una voce totalmente sconosciuta…

“In teoria il nostro appuntamento dovrebbe essere fra cinque minuti!”ma il suo istinto gli diceva diversamente.

“Dove sono io?! Veramente io sarei già dove mi avevi detto che ci saremo incontrati!” cercò di capire a chi somigliava quella voce.

“Passi a cambiarti?”ma davvero non gli sovveniva.

“Si c’è l’antifurto inserito non pensavo che saresti dovuto passare da casa!” stranamente sentiva una strana attrazione per quella donna.

“Fra quanto sei qui?!”una strana sensazione di nervoso lo sopraffece.

“Mezz’ora? Si in teoria dovremo farcela comunque…si va bene!”e s’innervosì ancora di più perché non ne capiva il perché.

 “Muoviti impiastro! Un bacio! Ah già che ci sei, a casa prendimi lo scialle rosa che se dovesse far fresco me lo vorrei mettere sulle spalle.” Voleva vederla in faccia una certa curiosità si era impossessata di lui.

“Lo trovi nel secondo cassetto del mio armadio…va bene a fra poco!” La donna schiacciò nuovamente qualcosa sull’oggetto strano e lo rimise nella borsa e poi sospirò, e si voltò a guardare il lento fiume che scorreva, così che lui né potè scorgere il profilo.

Draco sentì il suo cuore fermasi sul colpo, anche se erano passati ventuno anni, avrebbe riconosciuto quel volto fra mille, anche se tutti quegl’anni lo avevano profondamente cambiato, i tratti anche se, sempre particolari col tempo erano diventati decisamente più aggraziati, e quegl’occhi di quello strano blu che col tramonto sembravano quasi viola, avevano conservato quella strabiliante bellezza e la luce triste che si era accesa al loro sesto anno era ancora lì intatta, e lui la poteva percepire.

Il suo corpo era sempre minuto solo che dolci curve che a sedici anni non aveva, si potevano tranquillamente distinguere sotto il vestito, i capelli che una volta erano così lunghi che le sfioravano la vita ora erano cortissimi.

Senza rendersene conto si era alzato dalla panchina in cui era seduto e il suo cuore che per un attimo s’era fermato aveva cominciato a battere a un ritmo sfrenato.

“Pansy….”la voce gli era uscita come un soffiò di vento, ma la donna la doveva aver percepita perché si voltò, i loro occhi s’incrociarono, e lui potè ammirare la bellezza imperfetta che da sempre l’aveva caratterizzata.

Il colorito rosato della donna scomparve dalle guance, e divenne pallida, la mano che stringeva la borsetta si serrò ancora più stretta attorno al manico, tanto che le nocche divennero bianche.

Draco non sapeva cosa fare provò ad avvicinarsi, ma lei indietreggiò come spaventata, si guardarono per un altro momento prima che lei indietreggiasse ancora per poi scappare.

L’uomo non ci pensò su due volte le corse dietro, ora che lei era lì, non poteva lasciarla andare via, la raggiunse dopo poco, vedeva la sua gonna svolazzare, si era infilata dentro un bosco prima di riuscire a prenderla, entrambi ansimavano per la corsa.

“Lasciami per favore lasciami!”non aveva urlato ma il tono della donna non era tranquillo, lui la mollò come se scottasse, lei indietreggiò di un passo, si fissarono per diversi minuti senza parlare.

“Perché sei scappata?!”cercò di chiederlo con un certo distacco ma era impossibile.

“Perché tu e tutto il resto del mondo magico non fate più parte della mia vita! E non posso permettere che vi rientrate!”lo sguardo era duro e sembrava rabbioso.

“Pansy?!”l’uomo tentò di ridurre la distanza tra loro, ma lei arretrò nuovamente.

“Stai lontano da me!”disse la donna con un tono secco che non le era abituale.

“Non capisco se mi odi o hai paura di me!”

“Entrambe le cose, Draco!”l’uomo guardò la donna davanti a se, e sostenne il suo sguardo.

“Anche se la domanda ti sembrerà scontata dimmi perché!?”Pansy scoppiò in una risata senza allegria, e con un tono glaciale cominciò a parlare.

“Mi chiedi anche perché, mi stai pigliando in giro?Ti ricordi il nostro sesto anno? Tutto e cominciato per la tua stupidità, per la tua idiozia. Io ti amavo, anche se avevo solo sedici anni, ti amavo davvero, come hai potuto trattarmi così, o forse te lo sei dimenticato cosa mi hai fatto, eri nervoso mi picchiavi, avevi paura mi picchiavi, che fine aveva fatto il ragazzo che amavo, me lo chiedevo spesso, ma per quanto male mi trattavi io tornavo da te , ogni volta illudendomi che da qualche parte il ragazzo che io conoscevo c’era ancora, e invece più andava avanti l’anno più violento diventavi, fino a quando non mi hai abbandonata del tutto…”

“Posso spiegarti…”

“Non ho ancora finito, fammi parlare! Voi i Malfoy, i più vicini all’oscuro, l’avete fatta franca, e siete rimasti una delle famiglie più in vista e rispettate del mondo magico, nonostante per ben due guerre avete servito l’oscuro signore, e tu abbia contribuito ad assassinare Silente, mentre la mia famiglia ne è uscita distrutta, i miei genitori stanno finendo i loro giorni marcendo nelle prigioni di Azkaban, tutti i beni che appartenevano da generazioni e generazioni ai Parkinson il Ministero li ha posti sotto sequestro, e me li ridaranno quando sia mio padre e mia madre saranno morti! E io che non ero una Mangiamorte ho dovuto rifugiarmi nel mondo babbano se volevo avere anche solo una speranza di sopravivenza!”Draco era rimasto immobile a farsi investire da tutta la rabbia che la donna gli stava riversando addosso, e lo era rimasto anche quando lei aveva cominciato a piangere, nonostante l’istinto di stringerla tra le braccia fosse molto forte.

“Non sono mai riuscito a perdonarmi il fatto di averti fatto tanto male, ero in un vicolo cieco, Il signore oscuro mi aveva promesso che sarei morto se non fossi riuscito a portare a termine il mio compito, e se tentavo di scappare lui avrebbe ucciso mia madre, inoltre sapevo che se fossi morto tu ti saresti uccisa per raggiungermi Pansy, credimi, lo facevo per proteggerti, ti picchiavo nella speranza che mi odiassi, non riuscivo a dirti di lasciarmi perché io ti amavo da impazzire! ” gl’occhi della donna erano spalancati e le lacrime cominciarono a uscire ancora più copiose.

“Perché non mi hai detto queste cose allora Draco! Perché?! Avevo il diritto di sapere e di decidere di restare al tuo fianco, qualunque cosa fosse successa! Era mio diritto anche scegliere di morire per te! Come hai potuto!? Dimmelo!”

“Volevo solo proteggerti! E poi durante l’ultima battaglia ti ho cercata ma non ti ho trovato! Avevo paura che ti fosse accaduto qualcosa! Ti rivolevo al mio fianco qualunque cosa fosse successa avevo deciso che non ti avrei mai più lasciato! Ma non ti ho trovato!”

“Appena dopo l’ultima battaglia, sono stata portata al ministero dagl’auror, volevano accertare che non fossi una mangia morte, mi hanno interrogata a lungo e mi hanno chiesto anche di te ma io ho detto di non saper nulla, per una settimana mi hanno tenuta lì, e una volta lasciata libera appena varcate le porte del mistero c’era una folla rabbiosa che chiedeva giustizia per i propri cari che da giorni stavano fuori a manifestare se non fosse stato per gl’auror sarei stata aggredita, da quelle persone, e lì ho capito che non avrei più posto nel mondo magico.” Il biondo s’ avvicino e con la mano asciugò la guancia rigata dalle lacrime, lei non si scosto chiuse gl’occhi per percepire quel tocco gentile.

“Mia madre ha aiutato Potter, facendo credere al signore oscuro di essere riuscito ad ammazzarlo per questo abbiamo avuto tanta indulgenza!”

“Lo so, era scritto sulla gazzetta del profeta.”

“Dove eri finita Pansy? dopo che è finita la guerra ti ho cercato a lungo, ma non ti ho trovato! Ho fatto setacciare tutta la Gran Bretagna babbana!”

“I primi mesi li ho passati a cercare di capire com’era il mondo babbano e di racimolare qualche soldo facendo i lavori più disparati a Londra, come mendicante, come cameriera, spazzina, lavavetri non avevo un posto dove andare quindi dormivo un po’ dove capitava, sotto un ponte, nei rifugi per i senza tetto…”Draco la guardò allibito e sentì lo stomaco contorcersi.

“Però questo mi ha resa forte, non avevo niente e ho davvero toccato il fondo, dopo tre anni che vivevo in questa maniera, la fortuna ha cominciato a girare, mentre lavavo il vetro di una macchina lussuosissima, la padrona dell’auto mi ha osservata e ha avuto pietà di me, ero sporca da far schifo, magra da far spavento, e in pieno inverno giravo con un vestito estivo tutto rotto a piedi nudi.

Mandò il suo autista a comprarmi un panino e qualcosa da mettermi addosso, voleva fare un opera caritatevole, e mentre attendeva volle scambiare due chiacchere con me, si rese conto che ero colta, mi chiese quale fosse la mia storia, non glie la raccontai, non potevo gli dissi solo che ero rimasta sola al mondo ed ero senza il becco di un quattrino.

Mi prese con se , mi diede un lavoro come sua domestica personale, mi ha aiutato a tornare una persona e mi ha regalato una vita che valesse la pena di essere vissuta.”Draco la guardò non sapeva cosa dirle, come reagire e gli chiese la prima cosa che gli venne in mente.

“Lavori ancora per questa signora?!”

“No, è morta qualche anno fa.”i loro occhi si incrociarono nuovamente pieni di dolore, per qualche secondo stettero in silenzio.

“Tu sapevi che fra me e te sarebbe finita male, vero?lo sapevi ancora prima che accadesse tutto!”la donna assunse un espressione sorpresa.

“Ti ricordi di quel giorno!”

“Ricordo ogni istante passato con te” le guance della mora si colarono di un delicato rosato.

“Avevo fatto un sogno, e avevo un orribile sensazione addosso! Sapere cosa sarebbe successo, no, non lo sapevo, se no avrei fatto tutto quello che era in mio potere per impedirlo! E poi io avevo sognato che ti sposavi con una donna che non ero io!”

“Si mi ricordo”Un silenzio carico di tensione era calato nuovamente su di loro.

“Con chi ti sei sposato Draco?”il biondo fece un profondo respiro, fra tutte  le domande che poteva fargli quella era sicuramente una che non avrebbe mai voluto che lei gli facesse.

“Con Astoria Greengrass! La sorella di Daphne. ”

“Con lei?! Complimenti una perfetta lady Malfoy! Avete dei figli?” il labbro della donna era tremato a questa ultima domanda.

“Uno, si chiama Scorpius, ha undici anni e quest’anno ha frequentato il suo primo anno a Hogwarts… Tu sei sposata o perlomeno convivi con un uomo se non ho capito male?!”

“Hai ascoltato per bene la telefonata! Si sono sposata!” Il biondo sentì una strana gelosia invaderlo.

“è un babbano tuo marito, vero?”

“Si, e prima che tu me lo chieda non sa che sono una strega!”

“AH! Non lo sa, avete dei figli?”

“No, non ne abbiamo.”

“lo devi amare molto, dev’essere una persona speciale per averti convinta a sposarlo!”

“Sì e davvero una persona speciale, ma io non lo amo.”

“Perché lo hai sposato allora?”

“Siamo due anime sole che si sono incontrate e si tengono compagnia, e a entrambi va bene così!”

“Perché?!”

“Perché, quando avevo undici anni in un vagone del Hogwarts Express, incontrai un ragazzo che mi rubò il cuore e da allora non sono mai più riuscita a riprendermelo!” la donna disse queste parole con una voce molto vicina al pianto, gl’occhi dell’uomo si spalancarono sorpresi, prima di prenderla e abbracciarla.

“Sto male Pansy, male, ogni giorno della mia vita, ogni giorno senza di te, perché sono stato così sciocco, perché? Ho sempre saputo che ti amavo, ma avevo paura per tutto il male che ti ho fatto! Che tu mi odiassi, sono ventun’anni che non riesco a perdonarmi!”la mora si strinse ancora di più nell’abbraccio di quello che un tempo era stato il suo fidanzato.

“Smettila, smettila Draco smettila, quello che è stato non si può cambiare, ma ora devi trovare un tuo equilibrio, non voglio che tu stia male, non voglio! Io ti perdono”l’uomo si fece cullare dalle carezze che lei gli faceva, per la prima volta dopo molti anni era finalmente in pace con se stesso, e tra le braccia stringeva la donna che amava, poteva sentire l’amore di lei che lo avvolgeva con tutto il suo calore la sua forza, guardò quegl’occhi di un blu incredibile, bellissimi pieni di una luce malinconica e struggente che in quel momento stavano buttando fuori delle incantevoli  perle d’acqua, le asciugò col dorso della sua mano.

Sentiva il bisogno fisico di baciarla, le carezzò la testa passando una mano nei capelli cortissimi di lei, le diede un bacio sulla fronte,  e stava per baciarla sulle labbra, quando lei lo fermò.

“Non posso, Draco mi dispiace lo vorrei con tutto me stessa ma non posso!”e detto questo si staccò dalle sue braccia.

“Perché?! Lo dici tu stessa che lo vuoi!”Lei alzò la mano sinistra e gli mostrò l’anulare, dove c’erano due anelli, dei quali uno dei due era una vera.

“Perché ho promesso davanti a Dio, di essere fedele all’uomo che ho sposato! E dopo tutto quello che ha fatto per me, non posso fargli questo! Non avrei più il coraggio di guardarlo in faccia.”

“Devi davvero così tanto a quest’uomo?!”

“Si, è il mio migliore amico, è il mio compagno, è la mia famiglia è il mio sostegno! Non posso fargli questo non potrei mai perdonarmelo!”

“Finisce così dopo tutti questi anni finisce così?!”Dire che era amareggiato era dire poco, sentiva la terra sotto i suoi piedi crollare.

“Tutto tra di noi è finito quando avevamo sedici anni, il destino ha deciso così!”

“No non è mai finito niente! Guardaci!”

“Invece sì, io ora ho mio marito, tu una moglie e un figlio, abbiamo preso due strade diverse!”

“Cosa posso fare per fermarti!”

“Niente, perché deve andare così! Dimenticami e goditi quello che la vita ti ha dato, non guardare il passato e non incolparti più, cerca di amare tua moglie è l’unica cosa che puoi fare! Non mi cercare mai più!”

“ Mi stai dicendo addio?”

“Sì…”Una musichetta proveniente dalla borsetta interruppe il loro discorso, la donna prese il telefonino e rispose, cercando di avere una voce più naturale possibile.

“Dimmi caro sei arrivato?”Draco anche se non capiva cosa diceva poteva sentire una voce profonda parlare con la donna.

“Scusa mi ero persa a passeggiare mentre ti aspettavo sono in un boschetto verso il parcheggio se mi vieni incontro così poi andiamo visto che dalla parte in cui dobbiamo andare va bene?”sentì un chiaro si in risposta.

“Va bene tesoro a fra pochissimo” Pansy rinfilò il cellulare nella borsetta, e prese a bacchetta e uno specchietto con un paio d’incantesimi il trucco sbavato era tornato perfetto, non sembrava che avesse pianto, l’unica cosa erano gl’occhi leggermente arrossati.

“devo andare!”

“Lo so, ho sentito!”

“Ti amo! Il mio cuore sarà per sempre tuo ricordalo!”Prima che avesse il tempo di replicare sentirono una voce che chiamava Pansy, la donna guardò per un ultima volta l’uomo che amava prima di voltarsi e correre dall’uomo che era suo marito.

Draco senza rendersene conto aveva cominciato a piangere si smaterializzò al suo albergo, conscio che lui e Pansy non si sarebbero rivisti mai più, perché si erano finalmente detti addio.

 

 

 

 

 Continua….

 

 

 

Angolo dei ringraziamenti:

 

 

Potterfanlalla17: Grazie Laura, per aver recensito, la fine di Pansy in effetti è stata molto triste, ma è questo che mi ha dato ispirazione per continuarla, per pormi delle domande e chiedermi come andare avanti e mi ha fatto architettare tutto il resto della storia.

 

Kristal Brooks: Grazie dei consigli, li accetto molto volentieri, in effetti la punteggiature non è mai stato il mio forte ed è un mio difetto nella scrittura.

La scena del quadrifoglio l’ho amata molto anch’io, perché mi è venuta molto naturale, e si il nome Pansy è il nome di un fiore quello che ho messo nella foto per esattezza.

 

Gius: Bravura nella scrittura è una parola grossa, me la cavo in un qualche modo.

Visto sei contenta, che la storia avrà un seguito?

  
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