Mi sveglio con gli occhi umidi una notte dopo l’altra, sempre lo stesso sogno che mi tormenta... cosa mi vuole dire?
Chi è quella donna coraggiosa? Chi era l’uomo terrificante contro cui
lottava?
E soprattutto che collegamento ha tutto questo con me? Vorrei davvero
capirci qualcosa ma non so come fare, vorrei chiedere spiegazioni ma non so a
chi, vorrei tanto che la mamma fosse qui ma se ne andata quattro anni fa
lasciando soli me, papà e i gemellini.
Mi alzo ancora stordita, mi
stiracchio e mi avvicino alla finestra per aprirla ed inondare la stanza della
calda luce mattutina, la apro e il vento mi saluta come sempre con la sua
fresca brezza... resto a crogiolarmi un po’ sotto il sole, prima di ricordare
che papà oggi era uscito presto e che quindi era compito mio svegliare Kathlyn
e Cristopher.
Mi allontano controvoglia dalla
finestra per andare nella loro. Il corridoio è ancora buio, papà non ha
certamente pensato di tirare le tende quando è uscito, poveretto da quando se
n’è andata mamma, papà non è più lo stesso sembra perso in un mondo tutto suo,
non riesce neppure a pelare le patate senza tagliarsi...
Tiro quindi le tende illuminando
tutta la casa e mi appresto ad entrare nell’unica stanza rimasta ancora buia,
la cameretta dei gemelli, ne apro la porta decorata con fiorellini rosa e con
stelline dorate, mi avvicino di soppiatto al visino pacifico di Cris stampandogli
un bacione enorme sulla fronte e lui con la manina cerca di scacciare ciò che
credeva una mosca, che cucciolo che è! Gli do un sacco di altri bacini finché
non apre uno dei suoi splendidi occhioni azzurri, e con la voce ancora
impastata mi da a modo suo il buongiorno...
- ‘giorno Morgy....- gli do un
altro baciotto e lo stringo forte al petto.
-‘giorno Cris, dormito bene?-
- Si, ho fatto un sogno
belissimo! Ero ciccondato da tante caramelle, lecca-lecca e strane rane
saltellanti di coccolata... bello bello bello!- il sogno che ogni bambino fantastica
di fare una volta almeno nella sua vita... lo lasciai ancora perso nel ricordo
del suo sogno caramelloso e mi avvicinai al lettino rosa di mia sorella, anche
lei sta ancora dormendo e i suoi riccioli rossi le incorniciavano il visino
paffuto. Le accarezzai le guanciotte e lei mi strinse la mano aprendo gli
occhietti vispi che ogni bambina di quattro anni ha.
- ‘giorno sorellona! Ho fatto un
sogno strano...un gande uccellone rosso cantava nel cielo e il cielo
diventantava tutto azzurro...- sobbalzo, anche lei aveva fatto il mio sogno
oppure aveva sognato solo la rossa fenice?
- Hai sognato un gande uccellone?
Ma solo quello o anche qualcos’altro?- le chiedo facendole il solletico sotto
il collo.
- Ho sognato anche di essere
ciccondata da tante caramelle... e c’erano anche delle strane rane di coccolata
saltellanti! Erano buone sai...-
- Ci credo, e sai cosa vi dico...
che appena ne vedo qualcuna ve la porto così potete mangiarvela...-
- Si! Gazie... ti vogliamo tanto
tanto benone sorellona!- e iniziano a saltellarmi intorno imitando secondo loro
il modo in cui saltellava la rana, così dicevano loro, non avrei avuto nessun
problema ad individuarla.
Tiro le tendine colorate
lasciando così entrare i raggi solari e li mando in bagno a darsi una lavata al
viso con la promessa che avrebbero ricevuto subito dopo la loro famosa rana di
cioccolato. Intanto apro la finestra e metto all’aria le lenzuola e gonfio i
loro cuscini prima di rifarne i lettini. Una volta finite queste lunghe
operazioni, lettini compresi mi avvio in cucina per preparare la colazione.
Tolgo il latte dal frigo e lo
metto a riscaldare sui fornelli in una tazza, spremo due arance e un pompelmo e
ne verso il succo in una brocca di vetro, poi prendo le uova, la farina, il
latte e il burro li mescolo e versando un cucchiaio alla volta in una padella,
messa in precedenza a scaldare sul fuoco, faccio tanti caldissimi pancakes.
Dopo avere messo in tavola la brocca con la spremuta, il latte caldo, e i
pancakes impilati su un piatto mi avvicino di nuovo al frigo per prendere lo
sciroppo d’acero, lo prendo e mi volto per appoggiarlo in tavola vicino ai
pancakes, tavola su cui non arriverà mai perché appare una figura dal nulla e
lo sciroppo mi cade dalle mani per lo stupore. C’è una donna vestita in modo
alquanto bizzarro nel mio soggiorno che mi osserva e mi scruta come se fossi
uno strano animale da baraccone...cos’ho poi di così strano?! Striscio lentamente
verso il cassetto degli utensili e afferro il primo coltello affilato che mi
capita a tiro, non volevo essere disarmata nel caso volesse farmi del male!
- Bene, tu devi essere la giovane
Morgana Davis o sbaglio?-
- No, non sbaglia sono io, ma
cosa vuole da me e perché il mio nome?-
- Prima di tutto mi presento il
mio nome è Minerva McGranitt, preside dell’illustre scuola di magia e
stregoneria di Hogwarts... passiamo adesso alle risposte per le tue domande.
Prima risposta voglio che tu frequenti tale istituto date le tue capacità.
Seconda risposta so il tuo nome perché noi conosciamo il nome di qualsiasi
persona presenti delle capacità magiche.-
- Hog... che?! Scusi e secondo
lei cosa dovrei venire a fare nella sua scuola, a far apparire conigli dal
cilindro?!-
- No, quelle sono solo sporche
imitazioni delle magie che potremmo insegnarti se verrai con me... non hai mai
fatto caso che sei dotata di capacità che nessun altro possiede?-
- Capacità tipo cosa?! Del tipo
che posso infilzarla con questo coltello se non lascia immediatamente questa
casa!- rispondo alla strana donna impugnando il coltello ancora più saldamente.
- No, non quel genere di
capacità. Il genere di capacità che intendo è diverso, per esempio non ti è mai
capitato quando eri molto triste o arrabbiata,
non so lampadine che si fulminano, porta che sbattono senza che ci sia la
minima traccia di vento in casa oppure oggetti che si sollevano come per
magia....-
- Ammetto che quando sono
veramente incazzata qualche lampadina si fulmina, e a volte quando sono triste
a volte la porta della mia camera sbatte e non si apre finché non mi sono
calmata... poi capita una cosa strana vedo cose che poi si avverano, avevo
sognato che la mamma se ne sarebbe andata e la mattina seguente è successo. E
lei dice che la causa di queste cose sono io... e come sarebbe possibile?-
-È possibile poiché nelle tue
vene scorre sangue magico... il sangue di una delle più grandi veggenti di ogni
tempo, il sangue di Morgause Richardson, tua madre. Sei identica a lei, stesso
temperamento impulsivo e stessa sicurezza nello sguardo, stessi capelli neri e
stessi occhi color smeraldo, sei la copia vivente di tua madre...-
- Io non riesco a ricordare ne il
suo aspetto ne il suo nome... eppure dovrei, non ero piccola quando ci ha abbandonati
senza motivo... Morgause... Morgause questo nome mi suona familiare...-
- Forse perché sogni ogni notte
da quattro anni una donna dai capelli neri che fugge via da un castello
diroccato che risponde a quel nome. Quella donna ci ha salvati, ha fatto
tornare il sole su questo mondo, ha dato la sua vita per far rinascere la
nostra salvezza, la fenice. Quella donna era tua madre, Morgana, tua madre non
se n’è andata, tua madre si è sacrificata per te, per Kathlyn, per Cristopher e
per tutti gli altri bambini perché potessero crescere in un mondo pieno di
sole. Non avere rancore nei suoi confronti, non odiarla perché vi ha lasciati è
stata lei a far promettere a vostro padre di non dirti la verità finché non
sarebbe venuto il momento per te di intraprendere la via della magia. Ma tuo
padre non voleva rischiare di perdere anche te come tua madre, e ogni volta che
arrivava la lettera di convoca, faceva le valigie e traslocavate allegramente
con la scusa del lavoro.- concluse.
- Quindi secondo lei io sarei una
strega?! Figlia di una veggente suicidatasi per il bene supremo abbandonando
due bambini appena nati?! Era questo il bene supremo secondo lei?! E lei biasima mio padre perché ha cercato di
proteggermi! Bé io no... e soprattutto non voglio abbandonare i gemelli e mio
padre!- così la donna dei sogni è mia madre... dovrei perdonarla per averci
lasciato sapendo che si è sacrificata per il mondo? Se devo perché non ce la
faccio?!
- Aspetta, non correre così...
conosco lo stato in cui è caduto tuo padre per la perdita di Morgause e so
quindi che non sarebbe mai in grado di occuparsi dei gemelli, infatti avevo
intenzione di aspettarlo qui con te per chiedergli se gli andava di trasferirsi
una volta ancora, l’ultima se tutto va bene. Volevo chiedergli se gli andava di
prendere posto come educatore alla vita babbana nella nostra scuola, i maghi di
oggi devono imparare come muoversi in questo mondo senza dare nell’occhio e tuo
padre sarebbe perfetto per insegnarlo. Tu seguiresti le lezioni e i tuoi
fratellini sarebbero accuditi nell’asilo annesso a Hogwarts. Quindi se non hai
niente in contrario, aspetterei tuo padre per comunicargli ciò che appena
concluso di dire a te.-
- Faccia come vuole... ma rimanga
seduta sulla sedia senza muovere un dito... intesi?!- cose da pazzi... mio
padre non avrebbe mai accettato tale compromesso, se come dice lei odia così
tanto la magia e chi la pratica. Poveretta, lasciamola a crogiolarsi nelle sue
illusioni, quanto a me, sono cresciuta fino ad adesso senza magia e non vedo il
motivo di iniziare proprio adesso...
in tutto quel macello mi erto
dimenticata di pulire per terra così scivolo sulla pozza di sciroppo d’acero e
cado rovinosamente per terra... che situazione imbarazzante...
- Serve una mano?!- me chiede la
signora Mc.... e qualcosa
- No, non mi serve niente, non si
azzardi ad alzarsi da li! Sono autosufficiente!- cerco di rimettermi in piedi
ma scivolo di nuovo...uffi! una luce violetta esce dalla bacchetta della
signora al suono di:
- Vingardium Leviosa- e
come se non pesassi più di una piuma mi ritrovo e levitare in
cucina...roba da matti!
- Basta, adesso sono “in piedi”,
può farmi scendere da quassù?! Forse lei si starà divertendo ma non è lo stesso
per me!- come se non bastasse ecco che sbucano dal nulla anche i gemellini che
dopo un piccolo gridolino di stupore si mettono a gridare eccitati, come dargli
torto... la loro sorellona stava volando...
- Ma tu vooooli! Che bello!
Impari anche a me! Peffavore....- strilla Kathlyn.
- Certo te lo insegnerei
volentieri se solo sapessi farlo... e adesso mi metta giù!-
- Come vuoi tu...- disse la
donna, sento il mio corpo riacquistare improvvisamente peso e mi ritrovo, di
nuovo, con il sedere per terra...
I bambini saltellavano divertiti
attorno alla strana signora.... non capita certo tutti i giorni vedere una
signora vestita in modo tanto stravagante come quella che si era appropriata
della nostra cucina.
- Bene, adesso che mi ha reso un
fenomeno da baraccone potrebbe gentilmente smettere di praticare magia tra
queste mura...almeno fino a quando non torna nostro padre? È una richiesta
cortese...ma non so fino a quando rimarrà tale.-
- Cercherò di assecondare le sue
richieste...ma posso fare un’ultima magia per i suoi fratellini?- non faccio in
tempo a risponderle che fa materializzare, nelle manine gocciolanti di sciroppo
dei gemelli, delle strane rane di cioccolata... Oh mio Dio stanno saltando per
tutta la cucina!!!
- Le faccia sparire all’istante! Mi
ha sentito?! Ho detto all’ISTANTE!!!-
- Si calmi signorina... questa
non è una magia ad Hogwarts ci sono un sacco di cioccorane come queste... penso
che i suoi fratelli sarebbero davvero felici di stare ad Hogwarts...non è vero
bambini?!-
- Ehi! Questa è corruzione di
minore!