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Autore: Strongstay    28/09/2014    3 recensioni
Il riccio si girò verso di me e accolse le mie piccole mani tra le sue facendo incrociare le nostre dita.
Harry:"Mi ami?" chiese sussurrando.
Elizabeth:"Da morire" risposi portandomi alle labbra le sue mani baciandogli lentamente le nocche.
Harry:"Ne sei sicura?" chiese sorridendo.
Elizabeth:"E' l'unica certezza che ho." dissi facendo spallucce.
Harry:"Mi amerai per sempre?" chiese guardandomi dritto negli occhi.
Elizabeth:"Per sempre." affermai sicura di me.
Harry:"Promesso?" chiese accarezzandomi la schiena.
Elizabeth:"Promesso."
Genere: Erotico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Thinking Out Loud
 ( https://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=nkCEzgwic60 )
Elizabeth’s pov
Flash ripetuti inondavano le mia mente. Immagini soffuse di vaghi ricordi mi facevan bruciare le tempie, mentre le ferite aperte sulla mia cute continuavano a sanguinare ininterrottamente, dandomi una sensazione di vuoto mai provata prima.
Credo che "vuota" fosse la parola più adatta per descrivermi in quell'istante. Ero priva di ciò che aveva fatto parte della mia vita per più di cinque mesi, priva del sangue che era scorso nelle mie vene fino allo straziante incidente, priva di tutto ciò che aveva dato finalmente normalità alla mia vita, e che teneva tutti i pezzi al loro posto.
Adesso il mio puzzle era distrutto, ero certa che il futuro avesse in servo per me un periodo difficile, e non sapevo, a dirla tutta, se mi sentivo pronta ad affrontarlo. Ero stata solo una povera illusa a credere di poter cambiare Harry, eravamo entrambi due casi persi, troppo diversi per stare insieme, troppo innamorati per stare lontani, o almeno, io lo ero, lui no.
Per Harry ero stata solo una preda, una soddisfazione personale, mi aveva usata e poi mi aveva gettata via,e se credeva che sarei cascata di nuovo nella sua trappola, beh, si sbagliava. Adesso sarei stata io quella insensibile e menefreghista.
Mi imposi di non sentire più nulla,non avrei avuto più bisogno del suo calore, del suo viso, delle sue labbra, l'avrei cancellato dalla mia mente e sarebbe tornato tutto come prima.  
Avrei chiuso con le notti insonni, con le stupide litigate, e con gli attacchi di panico, non avrei sentito più nulla.
Ero diventata di ghiaccio.
Nevicava.
Nevicava sia dentro che fuori.
* * *

Una spugna grondante d'acqua fu appoggiata lentamente sulla mia cute sporca. Con delicatezza, il leggero strato di sporco che mi ricopriva le braccia fu portato via, lasciando spazio alla mia carnagione chiarissima, leggermente rovinata e graffiata.
Le mie palpebre serrate si schiusero lentamente, dalle mie labbra uscì un piccolo gemito, sentendomi bloccata nel letto, senza trovare la forza di alzarmi.

Mi stropicciai delicatamente gli occhi appannati, soprattutto a causa delle troppe lacrime e potei scrutare un uomo al mio fianco, concentrarsi sul mio corpo, per poi restare immobile, con lo sguardo fisso sulle mie ferite. 
Serrai le palpebre per qualche istante e quando le riaprii il mio cuore perse un battito. 
Harry era in condizioni pietose.
La camicia bianca, ormai sporca, sudata e leggermente strappata sulle maniche, i suoi frivoli ricci umidicci, bloccati da una delle sue tante bandane, le mani sudate e tagliuzzate qua e là, ma la cosa che mi sconvolse di più furono i suoi occhi, rossastri, spenti, stanchi e privi di alcuna traccia di quel verde smeraldo che tanto amavo.

Quando Harry si accorse che ero sveglia, il suo sguardo incontrò il mio per qualche istante, ma ben presto non riuscì più a sostenerlo e prese a fissare le pareti stracciate della stanza, sentendosi esattamente come loro, sporco e rovinato. Dopo poco, si spostò dall'altro lato della stanza ed immerse la spugna in una bacinella d'acqua, abbandonandola lì, prima di asciugarsi le mani.
I minuti passarono lentamente, lacerandomi dentro piano piano, ma quelle ferite mi avrebbero fortificata, non sarei stata debole.
L'unico rumore che si avveriva nella stanza erano i numerosi "bip", che emetteva il macchinario collegato al mio corpo.
Nonostante mi fossi imposta di non provare niente, ero nervosa, la sua presenza continuava a farmi un certo effetto, anche se cercai in tutti i modi di non darlo a vedere. 
Harry posò le mani su un bancone alla mia sinistra e rimase con lo sguardo immobile sul muro davanti a sé. Il suo respiro era pesante, lo potei sentire deglutire così forte che mi venne la pelle d'oca. 
Era distrutto, ma se lo meritava.
Immerse le sue mani ruvide nell'acqua ghiacciata e poi si strofinò il volto velocemente. Quando le sue mani si staccarono da esso, potei notare le sue palpebre schiudersi lentamente, e lasciare che alcune piccole lacrime si confondessero con l'acqua.
Adesso era lui quello debole, vulnerabile, indifeso. Toccava a me essere forte, anche se era più difficile di quanto credessi. 

* * *
(
https://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=chlZ0KFRlwQ )

 
Passarono una decina di minuti, ed io aspettai indifferente che Harry mi rivolgesse la parola. Osservavo il suo corpo muoversi nervoso per la stanza, si guardava intorno, ma il suo sguardo non si fermava mai su di me, o meglio, controllava le mie ferite, leggeva attentamente la mia cartella clinica, ma le sue iridi non incontravano mai le mie. 
Esausto, si sedette su una scomoda sedia alla mia sinistra e prese un respiro. Una sua mano accarezzò delicatamente le coperte che mi fasciavano il corpo, per poi cercare disperatamente la mia, in attesa di una stretta, che però non ricevette. Spostai la mia mano bruscamente, tirando distrattamente qualche cavo della macchina al mio fianco. Harry mi sistemò le coperte e poi mi guardò dritto negli occhi.
In quell'istante avvertii un dolore allo stomaco, ma non erano le ferite, le mie emozioni stavano tornando, ma le respinsi, senza neanche pensarci.
«Come stai?» Sussurrò.
Dalla sua voce sembrava stesse tremando, anche se non credo si trattasse del freddo.
«Come dovrei stare, secondo te?»Sospirai, con una voce che non lasciava trasparire alcuna emozione.

Il moro contorse le sue labbra in una smorfia di dolore e spostò lo sguardo verso il basso. Adesso non avvertivo più alcun calore.
«Se non hai niente da dire, potresti anche uscire, non ho bisogno della tua presenza.» Affermai, più fredda che mai.
Harry annuì debolmente, si alzò dalla sedia, e si avvicinò pian piano alla porta della stanza. Sfiorò con le dita la maniglia d'acciaio, poi si girò lentamente ed incontrò il mio sguardo. Il mio cuore perse un battito.
«I-io...» Disse, per poi tirare su con il naso.
Non trovando il coraggio di parlare, afferrò la maniglia e sembrava davvero intento ad andarsene.
«Tu cosa?» Chiesi, tremando leggermente.
«Io ti amo, Elizabeth.» Affermò, con la voce ancora rotta dal pianto.
Il suo sguardo, precedentemente rivolso verso il basso, incontrò il mio, paralizzandomi per qualche istante.
«Tu non mi ami Harry...» Sussurrai, scuotendo debolmente la testa. «Hai solo bisogno di me, perché credi che stando con me riuscirai a combinare qualcosa di buono nella tua vita, ma ti sbagli, le ragazze difficili portano solo guai.» Constatai, abbassando il tono della mia voce.
Da Harry non ottenni alcuna risposta. Rimase lì immobile, con le spalle contro il muro e le braccia incrociate al petto, asciugandosi di tanto in tanto qualche piccola lacrima.
«Be', adesso puoi trovarti un'altra preda. Sei libero, va da lei, fate del sano sesso, e vedrai che ti sentirai meglio, dopotutto è tutto ciò di cui hai bisogno.» Sospirai, sistemandomi le coperte.
«Io ho bisogno di te, Liz.» Sussurrò, avvicinando la sua mano alla mia.
«Tu hai bisogno di un giocattolo, non di una ragazza, hai bisogno di qualcuno con cui divertirti per una nottata, non di una vera storia d'amore. Non saresti in grado di affrontarla, e la cosa ridicola è che me ne sono resa conto solo adesso.»
«Io ti amo, Elizabeth. Ti prego non farmi questo, non allontanarmi da te, voglio solo sentirti vicina, averti mia, poter stare con te, per sempre, te lo giuro.»
Sembrava disperato, non l'avevo mai visto così a pezzi, ma non potevo perdonarlo, non potevo stare con lui, sarebbe stata la scelta sbagliata per entrambi.
«Harry, fammi un piacere, esci da questa stanza...» Sospirai. «E non farti più vedere, ti prego. È la cosa migliore per entrambi.» Affermai abbassando lo sguardo, consapevole che se avessi incontrato il suo non sarei mai riuscita a farlo uscire dalla mia vita.
 
( https://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=8cDOzrLpM8A )
 
Harry non era abituato a non ottenere quello che desiderava, le ragazze cadevano sempre ai suoi piedi, sua madre aveva sempre fatto di tutto pur di vederlo felice e lo stesso valeva per Gemma, io ero l'unica ad essersi permessa di sfidarlo, non mi metteva paura ed ero stanca di essere usata da lui. Il riccio però andò su tutte le furie, così la sua bipolarità si fece presente, ancora una volta.
«Non puoi farmi questo, tu mi appartieni!» Urlò, stringendomi per i polsi, e spingendomi con la schiena contro il muro.
«Mi stai facendo male, lasciami stare!» Gli ringhiai contro.
In quell'istante la porta della mia stanza fu spalancata e Gemma corse frettolosamente verso di me allontanando le mani di Harry dalle mie.
«Harry, mi vuoi spiegare che cosa ti prende?» Urlò Gemma, massaggiandomi lentamente i polsi arrossati.
Le mani di Harry lasciarono immediatamente le mie, il suo volto si contorse in una smorfia e lo osservai allontanarsi verso degli armadietti metallici sui lati della stanza.
«Tu non capisci, Gemma. Tu non puoi capire.» Sussurrò il riccio, sbattendo un pugno contro un armadietto.
Sentendo quel rumore, Luke si precipitò nella stanza e si sentì notevolmente sollevato, comprendendo che nessuno di noi si era fatto del male -eccetto le lesioni che portavo sul corpo a causa dell'incidente, ovviamente - e si avvicinò a me, lasciandomi un leggero bacio sulla fronte.
«Non la toccare.» Affermò Harry infastidito.

«Harry devi darti una calmata! Io non ti riconosco più, dico sul serio, sei ancora sballato per aver scopato con quella troia?» Chiesi, alzando il tono di voce.
«No, cazzo. Io sto così perché non voglio perderti, nulla avrebbe più un senso senza di te.» Sospirò, avvicinandosi al mio corpo.
Io indietreggiai istintivamente, Harry iniziava a mettermi paura, dopo cinque mesi il nostro rapporto si era sgretolato in un attimo, perché tutta la fiducia che avevo riposto in lui era svanita.
«Io voglio solo stare con te, Elizabeth. Perdonami, ti prego.» Sussurrò, avvicinando il suo volto al mio.
«Sei cambiato, Harry. Da quando siamo qui sei un'altra persona, non sei più il ragazzo di cui mi ero innamorata e hai tradito la mia fiducia. Credi davvero che non ci siano mai delle conseguenze agli errori che commetti?» Chiesi, tenendo basso il tono della voce.
«Ero spinto dall'alcol, non è stata una mia decisione. Se potessi tornare indietro cancellerei tutto quello che è successo stanotte e tornerei a Los Angeles dove abbiamo passato dei momenti magici. Io voglio la mia Liz, non mi importa delle altre, per me ci sei solo tu.» Disse, avvicinando le sue dita alle mie, per poi intrecciarle delicatamente.
«Harry, ciò che è fatto è fatto, non si torna più indietro, quindi ti consiglio di non tradire la tua prossima ragazza, o perlomeno non iniziare una relazione se non sei in grado di affrontarla.»
«Perché mi parli così? Come se tra noi non ci sarà alcun futuro.»
«Perché non ci sarà, Harry. Ognuno di noi prenderà la sua strada e devi accettarlo.»
Alle mie parole, il riccio afferrò la sua giacca invernale e uscì dalla stanza sbattendo la porta.
( https://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=WpyfrixXBqU )

«Hai fatto la cosa giusta.» Sussurrò Luke, tenendomi la mano. 
«Lo so, è solo che...»
Ed eccole qui, tutte quelle lacrime trattenute e respinte in questi infiniti trenta minuti si fecero finalmente sentire, e mi sentii distrutta, lacerata internamente da me stessa, perché anche se sapevo che Harry aveva sbagliato e che lasciarlo era stata la cosa più giusta da fare, io lo amavo, e l'amore - come dice John Green - è una malattia dalla quale non vuoi guarire - ed io sì che ero innamorata, ero innamorata follemente, ma la cosa non era reciproca e non potevo tenerlo legato a me, evidentemente non era destino, la nostra storia era destinata a non durare, eppure sentivo qualcosa bruciarmi internamente, sentivo che stavo andando contro qualcosa di forte, stavo remando contro i miei sentimenti, stavo dando ascolto, ancora una volta, alla parte più razionale di me, e non sapevo che ciò mi avrebbe portato ancora più dolore.

Quando si fecero le sette di mattina, Gemma decise di portare Harry a casa, mentre Luke rimase al mio fianco, aspettando il dottore.
«Cos'hai intenzione di fare adesso? Insomma, chiamerai tuo padre e te ne andrai?» Chiese Luke, tracciando delicatamente i contorni dei lividi sulla mia pelle.
«No, Luke. Mio padre non deve venire a sapere dell'incidente, dopo lo chiamerò e gli dirò che resterò qui per un po', non deve neanche venire a sapere quello che è successo tra me ed Harry, deve credere che sia tutto normale.»
«E dove andrai? Non hai con te abbastanza soldi per mantenerti.»
«Ah boh, non ne ho idea. Credo che starò da qualche mio amico qui a Londra, anche se non so ancora da chi.»
«Idea luminosa!» Urlò, disegnando un arcobaleno nell'aria.
«Spara.» Dissi, forzando un sorriso.
«I genitori di Ash hanno un cottage qui in campagna che non usano da un secolo, quindi, dato che io ed Ash siamo come fratelli e tu sei una nostra sorellina acquisita potremmo stare per un po' in villa da lui.» Affermò, con aria soddisfatta.
«Non so, tu non dovresti stare con Gemma?» Chiesi, dubbiosa.
«Io e Gemma... ehm, insomma, ci siamo lasciati.» Ammise, stringendo la mia mano.
Detto francamente, non ne rimasi per niente stupita. Sapevo che quei due insieme non sarebbero durati più di tanto, erano totalmente diversi e litigavano spesso, anche se non lo davano a vedere, anche se non erano poi così male come coppia, si completavano, ecco.
«Be', quindi è aggiudicato? Si va al cottage?» Chiesi, sorridendo.
«Al 99%, basta la conferma di Ashton e puoi iniziare a fare le valigie.»
La nostra conversazione si interruppe bruscamente quando il dottore - che appresi si chiamasse Colin Davies, dall'etichetta che portava sul camice - entrò nella stanza.
Il Dottor Davies osservò la mia cartella clinica, poi ci pasticciò qualcosa sopra, un miscuglio di numeri e una disordinata ortografia, per poi passare a me.
«Bene signorina, come si sente? Ha avvertito del dolore? Se si, in che punti in particolare?»
«Ehm, sto bene, non sento particolarmente dolore, anche se non riesco a muovere bene i polsi e ad alzare la gamba sinistra.» Affermai, sforzando un sorriso.
«Bene, allora le spiego la situazione. Ha una gamba rotta e i polsi slogati, e credo che fino qui ci sia arrivata anche lei, quindi si può ritenere molto fortunata. I suoi esami dicono che va tutto bene, però dovrà venire qui a fare vari controlli ogni qual volta la contatteremo, è per la sua salute.» «Ah, e per la riabilitazione ce la fa da sola, o preferisce un fisioterapista?» Chiese, appuntando qualcosa su un bloc-notes.
«Ce la faccio da sola, grazie.»
«Okay, adesso deve andare in segreteria e firmare alcune carte, dopodiché potrà tornare a casa. Arrivederci.» Disse, porgendomi una mano.
Accettai la sua stretta di mano e lo salutai a mia volta. 


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-Note autore-

Splendori miei, sono davvero mortificata per questo enorme ritardo, ma come sapete è iniziata la scuola e ho scelto un liceo abbastanza impegnativo quindi non è semplice trovare del tempo da dedicare a scrivere e recensire le vostre bellissime storie. In più, questa è la settima volta -e le ho contate- che cerco di pubblicare questo capitolo, quindi quando l'avrò finalmente pubblicato farò i salti di gioia.
Bene, passando al capitolo, credo che sia evidente la confusione di Elizabeth, che sta cercando di cambiare, così su due piedi, per non provare più dolore, ma quella povera ragazza è troppo innamorata per dimenticare, e questo sarà evidente nei prossimi capitoli. Harry ha sbagliato, e sta cercando di rimediare ai suoi errori, quindi vedrete un Harry disperato, distrutto e che non si arrenderà finché non avrà ottenuto quello che desidera.
Beh, dopo queste anticipazioni vi chiedo di dirmi cosa ne pensate del capitolo in una recensione.
Grazie mille per sostenermi sempre e ci vediamo la settimana prossima!
Bacioni,
Strongstay xx
  
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