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Autore: bik90    04/10/2014    7 recensioni
-Sei il mio ponte tra questi due mondi!-
Martina si fermò e un brivido la scosse. Eleonora non si lasciava mai andare a parole troppo dolci, quello che era riuscita a dire era già troppo per lei. Si voltò verso la diciottenne.
-Allora perché ti comporti così?- domandò con le lacrime agli occhi.
La bionda chinò il capo con aria colpevole.
-Non posso...- mormorò semplicemente.
Già, non poteva. Sarebbe stato troppo difficile per lei ammettere di tenere tantissimo a quella ragazza che le stava di fronte.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Diego è morto.
Non riusciva a togliersi quelle tre parole dalla testa. Dopo che Davide le aveva comunicato la notizia, si era rannicchiata in un angolo dietro il salone e aveva iniziato a piangere. Diego era un suo caro amico, che studiava all’università e che stava preparando la tesi; non poteva credere che non ci fosse più. Nel sentire poi la sveglia di Stefano, aveva deciso di defilarsi. Aveva scritto un post-it a Martina con una sola parola ed era andata via.
Mentre sferzava velocemente le strade del paese ancora immerso nel sonno, la sua vespa si fermò. Solo guardando la levetta che segnava il livello del carburante, Eleonora si accorse d’aver terminato la benzina. Così, imprecando, la parcheggiò al primo posto libero che trovò e proseguì a piedi.
Vaffanculo!, pensò dando un calcio a una lattina di coca-cola vuota e accartocciata, Perché sta succedendo tutto questo? Perché?, alzò gli occhi verso il cielo, Se esisti davvero, dammi una fottuta spiegazione!
<< Ti sei preso il mio amico, un ragazzo di soli ventidue anni e ti stai prendendo Serena! Sei uno stronzo! Mi hai sentita? Fulminami in questo momento, avanti! >>.
Ma non si vide nessun fulmine scagliato contro di lei. Un gatto randagio sbucò da un cestino e si allontanò con qualcosa in bocca passandole davanti. Eleonora si asciugò le lacrime e provò a smettere di pensare parolacce. Fece un paio di respiri profondi cercando di far regolarizzare il cuore e si infilò le mani in tasca. Era la prima volta che perdeva un amico, il dolore era diverso da quello sentito per la morte del nonno ma non meno straziante. Si ricordò quando un sabato, fuori il suo appartamento sfitto, le aveva confidato di voler smettere presto per chiudere anche con quel giro di bugie che aveva creato con la sua ragazza. Ora avrebbe saputo la verità. E cosa avrebbe pensato di lui, di loro, di tutte le persone coinvolte? Non sarebbe più riuscita a guardarla in faccia una volta che avesse saputo tutto. Riprese a camminare senza una meta e lentamente i primi negozi iniziarono ad aprire, le mamme a piedi portavano i bambini a scuola, signori in giacca e cravatta si affrettavano ad entrare in banca. La giornata iniziava come al solito, con la sua frenesia, gli impegni da rispettare, gli orari da seguire. Ad Eleonora parve che qualcuno ogni tanto mormorasse qualche frase sull’incidente avvenuto il giorno precedente con chi gli era accanto, gli anziani fuori il bar erano sempre i più informati. Entrò nella prima edicola che trovò e comprò il quotidiano locale. Lo sfogliò velocemente per arrivare alla cronaca e all’articolo che le interessava. Iniziò a leggere comprendendo che non si faceva alcuna menzione di un giro di gare clandestine. C’erano poche e coincise parole riguardo un ragazzo che la scorsa notte era morto mentre era in moto. Le dinamiche erano ancora da accertarsi ma era solo e andava ad una forte velocità. Molto probabilmente aveva perso il controllo del mezzo usato. La ragazza rimase per alcuni secondi immobile cercando un qualunque dettaglio in più ma non trovò nulla e solo quando il suo iPhone iniziò a vibrarle in tasca, si decise a staccare gli occhi da quelle parole.
<< Davide >> disse semplicemente attivando la conversazione.
<< Ele finalmente, cazzo! >> esclamò il ragazzo << Stiamo andando tutti a casa di Mirko, ci vediamo lì >>.
Eleonora agganciò senza dire niente e meccanicamente si diresse verso casa dell’amico.
 
Arrivò per ultima, quasi nessuno avesse avuto impegni precedenti. Era passata prima da casa senza incontrare i suoi familiari e si era cambiata. Mirko abitava in un villino in periferia, arrivarci a piedi sarebbe dovuto essere stancante invece Eleonora si sentiva semplicemente vuota. Il ragazzo le aprì la porta di casa abbracciandola subito dopo e la condusse in salone dove erano presenti, seduti chi sul divano e chi sulle sedie, Monica, Carlo, Davide e Giorgio. Di loro, solo il suo amico stringeva in mano una bottiglia di birra mezza vuota.
<< Ehi, ragazzi >> disse semplicemente avanzando.
Sussultò una sola volta prima di mettersi seduta.
<< Sapete quando… >> chiese Giorgio guardando Mirko.
<< Domani mattina alle nove >> rispose Monica stringendosi ancor di più al ragazzo.
<< Ha sofferto? >> domandò Eleonora senza guardare nessuno.
Mirko scosse il capo.
<< Lui…stava correndo. Come faceva sempre. Ve lo ricordate? Invidiavo da morire la sua moto >>.
Monica gli sorrise baciandogli la mano.
<< Mi mancherà >> mormorò Carlo che tra tutti era quello che lo conosceva da più tempo.
Nessuno si lasciò andare a grandi discorsi. Per lo più ognuno disse qualche frase su Diego o parlò di un momento particolare con lui. Sorrisero con nostalgia, piansero, si asciugarono le lacrime, cercarono di farsi forza l’un l’altro per superare la tragedia.
<< E Nicole? >> chiese ad un certo punto la diciottenne dopo essersi soffiata il naso << Pensavo venisse anche lei >>.
<< L’ho chiamata cinque volte e non ha mai risposto >> fece Monica << Penso che voglia stare un po’ per i fatti suoi. Erano parecchi anni che stavano insieme >>.
<< Una volta mi ha parlato di matrimonio >> disse Carlo ricominciando a perdersi tra i ricordi.
<< Che cosa sa lei? >> insistette Eleonora.
Mirko si strinse nelle spalle.
<< Quello che sanno tutti, è stato un incidente stradale dovuto alla forte velocità >>.
<< Mi stai dicendo che non le avete detto la verità? >>.
<< Ovvio che no! >> esclamò Davide alzandosi in piedi << A che pro farlo? Diego è morto! >>.
<< Perché lei era la sua ragazza! Dovrebbe sapere ciò che è successo davvero! >>.
<< Ma sei impazzita? >> riprese l’amico << L’ha sempre tenuta all’oscuro di tutto, non distruggeremo l’idea che ha del suo ragazzo! È l’unica cosa che le è rimasta di lui! >>.
<< Ragazzi, non litigate per favore >> fece Monica nel tentativo di calmare le acque << Siamo tutti scossi per quello che è successo ma... >>.
<< Ma il cazzo! >> sbottò Eleonora incapace di comprendere come si potesse essere d’accordo su una cosa del genere << Voi...voi siete d’accordo con Davide? >>.
Nessuno dei presenti rispose limitandosi a guardarsi l’un l’altro di sottecchi.
<< È assurdo, cazzo! Ve ne rendete almeno conto? Era nostro amico e lo è anche Nicole! Le dobbiamo la verità! Io vorrei saperla se fossi in lei. E poi… >> sgranò gli occhi per i pensieri che stava facendo.
Mirko questa volta si alzò in piedi per fronteggiarla e le impedì di proseguire.
<< Proprio perché siamo suoi amici, non le diremo niente. Tutti noi le vogliamo bene e sicuramente Diego non avrebbe voluto che lo facessimo >>.
Eleonora si guardò intorno e improvvisamente sentì l’aria mancarle. Perché era l’unica a pensarla in maniera diversa? Perché nessuno comprendeva quello che stava cercando di dire? Fece un respiro profondo cercando di reprimere le lacrime.
<< Chi ha chiamato i soccorsi? >>.
<< Io >> rispose Carlo alzando leggermente la mano << Ho fatto andare via tutti e ho chiamato il 118 >>.
<< Hai aspettato che gli altri andassero via prima di aiutare Diego? Ma come cazzo…e se…oh Cristo, non posso crederci! Ti sei preoccupato di farlo passare come incidente piuttosto che aiutarlo subito?! >>.
<< Ho fatto la cosa giusta! >> si difese il ragazzo spostando il peso del suo corpo da un cuscino all’altro del divano.
<< Poteva essere ancora vivo! E tu l’hai lasciato morire! >>.
<< Non era vivo, non poteva esserlo! Non dopo il volo che ha fatto! >>.
<< Ma che cazzo ne sai, non sei un fottuto medico! >>.
<< Smettila, Eleonora! >> esclamò Mirko afferrandola per un braccio.
<< Ma che amici siamo? Facciamo schifo, è questa la verità! >> affermò risolutamente Eleonora << Così facendo non proteggiamo il ricordo di Diego ma solo noi stessi! Siete degli ipocriti e io non voglio far parte di tutto questo! >>.
Senza aspettare risposta, corse fuori da quella stanza, fuori da quella casa dove tutto le parlava di falsità.
 
Quando suonò la campanella dell’intervallo, Martina scattò in piedi come una molla. Qualche ora prima, nel svegliarsi nel suo letto, aveva scoperto che Eleonora non era più con lei e una strana angoscia si era impossessata di lei. Alle numerose chiamate che le aveva fatto, le aveva sempre risposto la segreteria telefonica e alla fine sua madre le aveva consigliato di lasciarla da sola per metabolizzare tutte le notizie ricevute. Non potendo fare altro, si era recata a scuola dove la notizia della morte di un ex alunno del liceo aveva già fatto il giro dell’istituto. La sua professoressa di filosofia a prima ora si era lasciata andare a un lungo ricordo riguardo questo Diego Vagnato di ventidue anni. A scuola erano in molti a conoscerlo e altrettanti erano scioccati dalla notizia. Simona non aveva saputo dirle qualcosa in più, si era trasferita l’anno scorso e questo ragazzo aveva già preso la maturità.
<< Claudia! >> esclamò alzando la mano vedendo la sorella di Eleonora in compagnia di Federico.
<< Marty! >> fece la ragazza andandole incontro << Ti stavamo cercando! Dov’è Eleonora? >>.
A quella domanda, la sedicenne sgranò gli occhi dalla sorpresa.
<< Stamattina non l’avete vista? >> chiese.
<< Cavolo, no! >> rispose Federico leggermente preoccupato << Pensavamo fosse con te! Non la vediamo da ieri >>.
<< E lo era! Fino a stamattina almeno >> disse Martina allarmata << Credevo che fosse tornata a casa >>.
<< Deve essere sconvolta per Diego >> mormorò Claudia.
<< Lo conosceva? >> domandò la sedicenne.
<< Certo, erano amici >>.
<< E’ passato un paio di mattine fa da casa >> commentò Federico grattandosi la nuca. Tirò fuori il cellulare dalla tasca dei jeans e compose il numero della sorella per l’ennesima volta << Spento >> aggiunse chiudendo la chiamata.
<< Perché non mi ha detto niente? >> chiese la ragazza dai capelli rossi << Ero lì, avrebbe potuto parlare con me! >>.
<< Perché ha una testaccia dura, ecco perché! Quando la vedo le spacco la faccio, giuro! >> rispose Claudia cercando l’abbraccio confortante del fratello.
<< Andrà tutto bene >> le disse Federico << Quando usciamo, andremo a cercarla >>.
 
Martina non credeva che l’avrebbe trovata sotto casa e si stupì non poco di vederla seduta sulla soglia del portone con la testa bassa. Si guardò intorno ma non c’era traccia del suo motorino. Notò che indossava degli abiti diversi quindi aveva almeno avuto la forza di andare a casa a cambiarsi. Le si avvicinò con calma, anche se avrebbe voluto saltarle addosso e urlarle di non farla più spaventare in questo modo, per timore di terrorizzarla ancor di più. Si sistemò lo zaino su una sola spalla e finse un colpo di tosse per provare a ridestarla dai suoi pensieri. Ma Eleonora era chiusa nelle sue riflessioni e alzò il capo solo quando vide l’ombra dell’altra ragazza ormai a pochi centimetri da sé.
<< Ehi >> la salutò Martina chinandosi per sfiorarle la guancia col naso << Sei tornata >>.
<< Scusa >> mormorò Eleonora rendendosi conto di essere stata una maleducata non solo nei confronti della più piccola ma dell’intera famiglia Capasti << Non volevo ma stamattina… >>.
<< Lo so >> rispose la ragazza dai capelli rossi sedendosi al suo fianco << E’ morto quel ragazzo, Diego >>.
A quelle parole la più grande scattò in piedi come una molla e per poco non inciampò in una mattonella sconnessa. Imprecò nuovamente e prese la testa con entrambe le mani ricordando la discussione avuta con i suoi amici a casa di Mirko.
<< Era mio amico >> riuscì solo a dire alla fine.
<< Lo so >> fece Martina afferrandole entrambe le mani << E’ stato un incidente, nessuno ne ha colpa >>.
Eleonora la guardò con occhi colmi di tristezza e una lacrima le scivolò lungo la guancia mentre singhiozzava.
<< Un incidente >> ripeté distogliendo lo sguardo dal suo viso e provando a divincolarsi dalla sua presa.
Si sedette sul bordo del marciapiede e fece un respiro profondo. Martina la fissò per qualche istante in silenzio prima di sedersi sul gradino del suo portone. Voleva lasciarle il suo spazio e non opprimerla. Si guardarono per diversi secondi senza parlare, semplicemente osservando i movimenti che l’altra faceva e ascoltando il martellare incessante dei loro pensieri. Fu Eleonora la prima a muoversi e ad avvicinarsi alla più piccola. Spalla a spalla, con le dita che si sfioravano appena, iniziò a parlare. E il suo dolore prese voce, un fiume di parole che non poteva più essere fermato. Raccontò tutto dall’inizio, dalla prima volta che aveva conosciuto Diego, delle gare clandestine, delle moto, di come lei e Davide vi appartenessero. Era la prima volta che ne parlava ad alta voce, che dava un senso concreto a quello che le era successo. Alcune volta si fermava, altre i singhiozzi la costringevano a fermarsi ma proseguì fino alla fine. Martina rimase per tutto il tempo silenziosa, sbigottita da quel monologo che Eleonora stava avendo con se stessa e comprese che quello era l’ultimo tassello della sua vita, quello che ancora non conosceva. Si alzò in piedi quando il suono della sua voce si spense e si passò una mano tra i capelli sconvolta.
<< Tu…tu devi smettere >> disse in un sussurro << Immediatamente >>.
Avrebbe voluto urlarle che non doveva azzardarsi mai più a compiere un atto cosi scellerato perché sarebbe potuta essere al posto di Diego e allora lei cosa avrebbe fatto senza di Eleonora? Cosa? Non ne aveva la minima idea. Si ritrovò a serrare le mani a pugno e a trattenere le lacrime. Era assurdo morire in quel modo e a quell’età lasciando coloro cui si voleva bene senza una ragione valida. Poteva solo lontanamente immaginare cosa stesse provando la ragazza di questo Diego dopo tutti gli anni condivisi con lui. La più grande la imitò serrando la mascella. Le aveva appena confidato una parte della sua vita di cui non andava molto fiera, era sconvolta per la morte del suo amico e tutto quello che Martina aveva da dirle era che doveva smettere? Tutto qui? Nemmeno una parola di conforto?
<< Me ne vado >> proclamò voltandosi verso la strada << Ho sbagliato a venire qui >>.
L’altra le afferrò prontamente il polso per fermarla.
<< Dove vuoi andare? Sei sconvolta, resta qui! >>.
Eleonora si divincolò bruscamente dalla sua presa.
<< Non voglio restare qui! Lasciami! Tu non… >>.
<< Io cosa? >> la interruppe Martina alzando di una tonalità la voce << Ti rendi conto che se ti fosse successo qualcosa nessuno mi avrebbe raccontato la verità? E io come avrei continuato la mia vita senza di te? >>.
<< Mi dispiace, okay? Io non ci ho mai pensato! Non ho mai pensato che uno di noi potesse… >>.
Le mancò la forza di pronunciare l’ultima parola.
<< Devi lasciar perdere le corse e questo gruppo! Ti potevano portare alla morte! >>.
<< Lo so, lo so! >> esclamò Eleonora camminandole intorno. Si prese la testa tra le mani chinandosi leggermente in avanti << Non so che devo fare! >>.
<< Devi far quel che ti sto dicendo! >> sbottò Martina esasperata.
Ancor prima di riuscire ad aggiungere qualcosa, Eleonora si allontanò da lei correndo per impedirle di raggiungerla.
Cazzo, pensò guardandola attraversare la strada e sparire dietro l’angolo.
In quel momento sua madre si mise a chiamarla dal balcone per intimarle di sbrigarsi a salire.
 
L’intero pomeriggio era trascorso senza alcuna traccia di Eleonora. Il suo cellulare risultava spento e non aveva mai risposto ai suoi messaggi. Martina pensò di essere stata troppo dura con l’altra, di non averle dato improvvisamente lo spazio di cui aveva bisogno nonostante ci avesse provato all’inizio. Quella sua reazione aveva fatto scattare la più grande come una molla spingendola ad allontanarsi da lei, l’unica persona con cui si era confidata. Immaginò che si fosse sentita delusa e tradita e che si fosse rifugiata da qualche parte. Quando, però, scoccarono le sette del pomeriggio e in lontananza una nuvola tuonò, decide di spedire un messaggio a Claudia su Facebook. Aveva bisogno semplicemente di sapere che Eleonora stesse con qualcuno, la sorella era la persona migliore che le fosse venuta in mente. La più piccola le rispose immediatamente e dopo un breve scambio di battute si scambiarono i numeri di cellulare.
<< Sappiamo dove si trova >> proclamò Claudia non appena Martina attivò la conversazione << Ma non vuole aprire a nessuno >>.
<< Dove? >>.
<< Abbiamo trovato il suo motorino sotto l’appartamento che di solito… >>.
<< Ah, ho capito. Ci vado subito >> la bloccò Martina comprendendo a che luogo si riferisse.
<< Marty, noi ci abbiamo provato ma è stato tutto inutile. Spero che tu abbia più fortuna >>.
Si salutarono con poche parole e subito dopo la ragazza dai capelli rossi si rese conto di non aver domandato nulla sul test di compatibilità di Serena ma dall’umore di Claudia non dovevano esserci stati ancora significativi risvolti. Mentre infilava il giubbotto e il cappello di lane urlò a sua madre che non sarebbe tornata per cena. Doveva stare con Eleonora.
Impiegò più tempo del previsto ad arrivare, l’appartamento era distante dal centro del paese ma anche se si fosse trovato in un’altra città, Martina era determinata ad arrivarci. Riconobbe immediatamente il motorino della ragazza parcheggiato fuori il portone e il cuore le si strinse non vedendo nessuna luce accesa. Suonò al citofono varie volte ma non ricevette risposta e così dovette attendere che qualcuno che stava uscendo aprisse permettendole di entrare. Arrivata al piano giusto, si attaccò al campanello incurante che agli altri condomini potesse dare fastidio.
<< Eleonora, aprimi >> disse la più piccola iniziando a battere il palmo della mano sulla porta di legno << Per favore! Fammi stare con te! Lo so che ci sei e non ho intenzione di andarmene! Mi hai sentita? Io resto qui! >>.
Urlò ancora per diversi minuti e alla fine si sedette per terra prendendosi le ginocchia con entrambe le braccia. Erano passate almeno due ore prima che la porta si aprisse cigolando. Martina si alzò in piedi sentendo un leggero fastidio alle ginocchia per la posizione e si avvicinò a quel viso che spuntava dalla penombra. In silenzio la più grande la fece entrare e prima che potesse anche solo pronunciare parole di scuse rivolte all’altra, Martina la baciò con forza dopo averle afferrato entrambi i polsi. Eleonora si sciolse tra le sue braccia. L’umido delle lacrime tornò a farsi sentire ma lei era lì proprio per farlo sparire completamente.
<< Ti prego, non lasciami >> mormorò appena la ragazza dai lunghi capelli biondi quando si staccarono << Non andartene anche tu >>.
Martina la abbracciò baciandola nuovamente.
<< Non ho intenzione di farlo >> le rispose accarezzandole una guancia << Ho perso letteralmente la testa per te ormai. È troppo tardi anche solo per pensarlo di farlo >>.
Le sorrise mentre Eleonora la guardava negli occhi. Si baciarono ancora, ancora e ancora. E a ogni bacio la più grande indietreggiava verso la camera da letto. Cadde sul letto senza smettere di fissare Martina che salì a cavalcioni sul suo corpo. Entrambe avevano il respiro affannoso e le gote arrossate. Con un dito, la più piccola le accarezzò le labbra scendendo lungo il collo fino alla pancia. Rabbrividì cercando di fare appello al suo autocontrollo. Eleonora si sollevò sui gomiti baciandola e gemette quando l’altra le morse il labbro inferiore.
<< Ele, io non so se… >>.
<< Non voglio che ti fermi >> rispose fermamente la più grande baciandole la mano.
A quelle parole, tutti i freni che si era precedentemente imposta Martina, sparirono e si concentrò unicamente su un unico pensiero. Stava per fare l’amore con Eleonora. Intrecciò le sue dita a quelle dell’altra mentre le portava entrambe le braccia sopra la testa. Le baciò il collo con foga, quasi temendo che potesse cambiare idea all’improvviso e poi si fermò per fissarla negli occhi a pochi centimetri.
<< Sei sicura di volerlo? >> le chiese inghiottendo un groppo di saliva.
Eleonora allora liberò una mano dalla sua presa e le scostò una ciocca di capelli dal viso prima di annuire. Si baciarono per l’ennesima volta e fu come immergersi in un unico desiderio. Chiusero gli occhi sentendo l’odore e il sapore dell’altra mischiarsi al proprio. Entrambi i loro cuori battevano all’impazzata, con così tanta forza da temere che scoppiassero. Eppure non volevano fermarsi. Martina sfilò la maglia di Eleonora rimanendo senza fiato nel contemplarla in reggiseno. Finalmente, dopo tutti quei mesi, stava per farla sua. Scese sul suo corpo per baciarlo mentre con un dito fece scivolare la spallina destra dell’indumento. Le morse una spalla senza farle male sentendola sussultare sotto il suo corpo e le venne da sorridere nell’avvertire le mani dell’altra insinuarsi sotto la sua maglietta per accarezzarle la schiena. Per Eleonora era tutto nuovo e al tempo stesso tutto meraviglioso. Si accorse di non avere paura di quello che stava per accadere perché lo aveva desiderato da tempo. E adesso stava per avverarsi. Lei e Martina. Davide ormai era una figura in ombra, lontana dalla strada principale della sua vita e riusciva finalmente a vederlo per quello che era: un amico. Un amico molto importante ma pur sempre tale. Tutti i sentimenti d’amore che provava erano unicamente rivolti a Martina. Aprì la bocca per dire qualcosa però ciò che riuscì a pronunciare fu un gemito. La più piccola lentamente le sfilò il reggiseno e rimase qualche secondo ad ammirare quel seno finalmente scoperto che tanto aveva desiderato. Ingoiò un groppo di saliva sentendo il cuore martellarle nelle orecchie per intensità del momento. Si chinò per baciarglielo e alzò leggermente gli occhi per incontrare quelli di Eleonora. Erano vitrei di piacere, meravigliosi.
<< Ti amo >> le disse prima di morderle un capezzolo.
La più grande sussultò non solo per il gesto ma anche per le parole e provò ad alzarsi per baciarla. L’attimo dopo le tolse la maglietta. Voleva vederla nuda, desiderava che facessero l’amore insieme. Titubante, avvicinò le sue mani al corpo di Martina slacciandole anche il reggiseno e fremette per l’ondata di eccitazione che la travolse. Si baciarono di nuovo mentre la più piccola la spinse di nuovo in posizione supina. Le sue labbra sfiorarono appena il collo della ragazza prima di concentrarsi sul seno. Chiuse gli occhi assaporando ogni attimo e sentendo i capezzoli diventare turgidi in pochi secondi. Se ne compiacque per un momento e le sorrise risalendo velocemente verso il suo viso prima di slacciarle il primo bottone del jeans con la mano destra. Eleonora aveva il fiato corto e le gote arrossate, Martina la trovava bellissima. Sentì la presa sulla mano sinistra aumentare improvvisamente e comprese che aveva bisogno di essere rassicurata. Le accarezzò il padiglione auricolare col naso rabbrividendo.
<< Va tutto bene >> le sussurrò trattenendo il respiro << Andrà tutto bene >>.
La più grande annuì baciandola.
<< Non lasciarmi >> le ripeté come se fosse il suo timore più grande.
<< Sono qui >> rispose Martina senza lasciarle la mano intrecciata e riprendendo a scendere.
Le baciò il ventre e con i denti le abbassò la zip rivelando un lembo del suo slip ricamato e abbinato al reggiseno. Eleonora inarcò la schiena per facilitarle i movimenti e in pochi secondi il jeans andò a fare compagnia agli altri indumenti.
<< Martina, io… >> provò a dire la più grande ma l’altra la bloccò baciandola.
Lentamente iniziò a massaggiarle il basso ventre con quell’unico pezzo di stoffa a farle da filtro. Eleonora gemette forte e involontariamente allargò di più le gambe. Martina sorrise leccandosi le labbra e si mise per un attimo seduta per slacciare il pantalone. Rabbrividì nel sentire le mani della maggiore accarezzarle il fondo schiena e lambire l’elastico del suo slip con desiderio crescente. L’eccitazione le stava montando dentro come un uragano, una forza che mai aveva provato. La più piccola aveva ragione, stavano facendo l’amore. Non era solo del semplice sesso, sentiva distintamente la differenza. Sospirò sotto le continue carezze di Martina e fu quasi una liberazione quando le sfilò finalmente lo slip. Si guardarono negli occhi ed Eleonora divenne improvvisamente rossa per l’imbarazzo. L’altra la stava contemplando completamente nuda e un senso d vergogna l’assalì. Fece per chiudere le gambe ma Martina le posò una mano sul ginocchio sinistro accarezzandolo.
<< Sei bellissima >> le bisbigliò baciandoglielo << Non avere paura di me >>.
<< Non ho paura di te >> fece Eleonora alzandosi sui gomiti per arrivare a pochi centimetri dal suo viso << Io ti voglio >> aggiunse togliendo il suo ultimo indumento.
Martina sorrise a quelle parole e la baciò mentre la mano risaliva lentamente verso la sua intimità. La più grande le morse il labbro inferiore quando la sentì giungere alla meta tanto ambita. Era tutto teso a quel momento, come se fino a quel momento non ci fosse stato niente di più importante.
<< Mi dispiace >> disse improvvisamente Eleonora con le lacrime agli occhi.
L’altra si fermò temendo d’aver fatto qualcosa di sbagliato.
<< Mi dispiace tanto >> continuò la ragazza dai capelli biondi piangendo << Io vorrei… >>.
<< Rilassati >> le rispose Martina << Va tutto bene >>.
<< Vorrei essere vergine >> concluse finalmente Eleonora << Vorrei che non ci fosse stato nessun altro prima di te >>.
Il cuore della più piccola ebbe un sobbalzo nel sentire quella frase.
<< Non dire nient’altro, va tutto bene >> affermò nuovamente baciandole il collo << Questa è la nostra prima volta e non importa chi c’era prima. Ora siamo solo tu ed io >>.
Si baciarono nel momento in cui Martina decise di osare. E fu meraviglioso. I gemiti di Eleonora aumentarono assecondando ciò che lei le stava dando, senza smettere di guardarsi, senza smettere di essere una cosa sola.
<< Ti amo, Martina >> mormorò la più grande l’attimo prima che l’ondata dell’orgasmo la travolgesse.
Alla più piccola bastarono quelle poche parole per raggiungere l’apice del piacere. Glielo aveva detto, le aveva detto che l’amava. Si lasciò andare, stremata e sfinita, sul corpo di Eleonora che lentamente stava smettendo di tremare. I loro cuori tornarono a battere normalmente insieme mentre si abbracciarono. Eleonora diede un bacio sulla tempia di Martina e per la prima volta dopo giorni le sorrise sinceramente.
<< Anch’io ti amo >> disse Martina accoccolandosi contro il suo corpo << E’ stato bellissimo >>.
<< Per la prima volta mi sono sentita in pace col mondo >>.
  
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