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Autore: Valerie    05/10/2014    1 recensioni
Se Regulus Black avesse lasciato al mondo una figlia?
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Valérie,una ragazza di diciassete anni,si ritrova ad avere due cugini per casa,di cui non conosceva neanche l'esistenza...Saranno proprio loro a farle scoprire un mondo che lei non avrebbe mai immaginato potesse esistere...
Un immaginario settimo anno dei gemelli che si discosta molto dalla versione originale...
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Verso mezzanotte, Val riuscì a trovare il modo di sgattaiolare fuori dal castello. Tutta la Sala Grande era scoppiata in un tumulto di auguri, così capì di poter approfittare della confusione per fuggire da occhi indiscreti.
Tom Heacker fece lo stesso.
George  aveva lanciato un'occhiata eloquente a Valérie quando l'aveva vista alzarsi. Era teso e nervoso, non riusciva a nascondere che il confronto tra la ragazza e il suo professore di Difesa Contro le Arti Oscure lo preoccupava e ingelosiva parecchio.
Fuori nevicava abbondantemente e Val non aveva portato il suo mantello per evitare di destare sospetti.
Poggiò una mano sul freddo tronco dell'albero sotto il quale Tom le aveva dato appuntamento. Si guardò intorno, ripercorrendo mentalmente gli attimi, i ricordi, che scandivano la loro storia.
Toccò con gesto nervoso il medaglione che portava al collo, Il medaglione che suo padre le aveva lasciato, distogliendo lo sguardo dalla riva del lago, puntandolo verso il folto sottobosco della foresta.
-Ti ammalerai così- la voce di Tom la raggiunse poco dietro le sue spalle.
Sentì le dita del ragazzo poggiarsi sulla  schiena semi-scoperta e subito dopo le labbra scaldarle un punto sulla base del collo che sembrò quasi prenderle fuoco.
Val si scansò con un gesto repentino portandosi di fronte a Tom.
Lui la guardò in silenzio per qualche istante.
-Qualcosa non va...- non era una domanda.
Valérie aveva pensato a quali potessero essere le parole più giuste da usare, le espressioni che avrebbero causato meno dolore possibile, ma aveva concluso che nulla avrebbe evitato a Tom di soffrire, tanto valeva andare dritto al punto.
-Devo dirti una cosa...- iniziò col dire -...non ci sono cause, giustificazioni, o quant'altro, è semplicemente successo...-
Esitò un momento -...mi sono innamorata di George-
L'aveva fatto, aveva sparato, non sarebbe più potuta tornare indietro. Sentiva chiaramente che la situazione le stava scivolando via dalla mani. Osservò attentamente lo sguardo di quello che era stato il suo ragazzo fino a quel momento, tentando di carpire ogni sua possibile emozione.
Tom fece un passo indietro, abbassò gli occhi.
-Sai...- la sua voce tremava in modo udibile -...quando ti ho incontrata la prima volta, sapevo già che saresti stata importante per me. Tu non mi conoscevi, ma io già sapevo tutto di te-
Val stava in silenzio, ascoltando.
-Prima di salire su quel treno, avevo ricevuto degli ordini ben precisi, cercarti ed accompagnarti ad Hogwarts-
-Sicuramente Silente ti aveva parlato di me...- azzardò a dire insicura.
-No, non Silente...-
La ragazza iniziava a non capire.
-Doveva essere una cosa facile, e lo è stata, fino a che...- fece una pausa, piantando un pugno sul tronco dell'albero, scorticandosi le nocche -...non è subentrato uno stupido coinvolgimento emotivo- pronunciò le ultime parole con rabbia e quella che a Val sembrò frustrazione.
Thomas alzò lo sguardo su di lei.
La ragazza non poté non notare gli occhi verdi dell'uomo incupirsi, tanto da spaventarla.
Allora fu lei a fare un passo indietro.
Tom prese ad avanzare.
-Valérie Dumas, la figlia di Regulus Arcturus Black, mangiamorte traditore...- sussurrò a labbra strette.
-Cosa c'entra mio padre?-  la voce incrinata tradì la sua paura.
-C'entra, visto che tu ne sei l'erede diretta e che hai quello- indicò il medaglione che portava al collo.
Val abbassò lo sguardo sul ciondolo. Si accigliò, sempre più perplessa.
-Chi diavolo sei tu e cosa vuoi da me?- sentì la pelle incresparsi per i brividi, il suo istinto di sopravvivenza iniziava a solleticarla e a suggerirle di scappare di lì il più velocemente possibile.
-Dammi il medaglione e ti lascerò andare-
Era una minaccia.
-Il medaglione non va da nessuna parte senza di me- il coraggio che l'aveva fatta affidare a Grifondoro iniziava ad uscire fuori.
-Allora vorrà dire che verrai con me. Imperius!-
Val non seppe neanche come schivare l'incantesimo. Frequentava solo il primo anno e di Difesa Contro le Arti Oscure sapeva ben poco.
Benché la mente inviasse impulsi ben precisi alla periferia del suo corpo, sentiva gli arti sfuggire al suo controllo e operare movimenti incontrollabili.
Avrebbe voluto urlare, ma ne fu totalmente incapace.
Tom la guidò nel bel mezzo della foresta, lontano dalle luci che, soffuse, uscivano dalle finestre della scuola.
Camminarono a lungo, arrivando al confine dell'area boschiva.
Val vide un grosso uccello librarsi in volo dalla punta della sua bacchetta, come uno sparviero che, con un battito d'ali spazzò via le figure fluttuanti che minacciose avanzavano verso di loro.
Si fermarono in un piccolo spiazzo, dove gli alberi, meno radi, permettevano alla luce della luna di posarsi sui fili d'erba inumiditi dalla rugiada.
Il ragazzo allungò la mano fino al collo di Valérie, ne sfiorò la pelle, pallida per il freddo, e intrecciò le dita nella catenella a cui era appeso il medaglione, per poi strapparla via.
-Mi dispiace Val, sarebbe dovuta andare diversamente- le disse d'un tratto.
Avrebbe voluto strillargli contro, ma le labbra serrate non glielo permisero.
-Hanno mia madre...la tengono prigioniera...- i singhiozzi avevano preso piede tra le parole del ragazzo, mentre le lacrime iniziavano a scendere piano sulle sue guance.
Val strabuzzò gli occhi, non riusciva a capire bene cosa stesse succedendo, ma quelle lacrime le sembrarono sincere.
-Può bastare Hacker...- un uomo incappucciato si era avvicinato a loro, uscendo dalla penombra di alcuni alberi.
Thomas si girò di scatto.
-Cosa ci fai qui? Ho tutto sotto controllo...- la voce del ragazzo si fece più nervosa.
L'uomo si limitò ad avanzare, rimanendo in silenzio sotto il suo cappuccio.
-Il tuo lavoro finisce quì- disse poi -La ragazza viene con me-
-...cosa le farete?- chiese Tom.
-L'Oscuro Signore saprà cosa fare di lei-
Il cuore di Valérie le si fermò nel petto.
L'Oscuro Signore. Voldemort. L'assassino di suo padre. Il mago più pericoloso al mondo.
-Mia madre?!- Tom si fece più insistente.
L'uomo incappucciato non rispose, ma Val lo sentì  emettere uno strano suono gutturale, molto somigliante ad una risata.
Quello che accadde poi fu molto veloce e confusionale.
Vide Tom alzare la bacchetta contro l'uomo e scagliargli contro un fiotto di luce rossa, facendolo cadere a terra svenuto.
L'attimo dopo era libera di muoversi.
-Corri!- Tom l'aveva presa per il polso e aveva iniziato a correre.
Alcuni minuti dopo si ritrovarono immersi in una folle corsa nel fitto della foresta, schivando di tanto in tanto dei lampi di luce verde.
-Perdonami...- la voce di Tom le giunse alle orecchie, tra il respiro affannato.
Lo guardò, aveva il viso bagnato di lacrime e il viso contratto dal dolore.
In quel poco che le aveva detto, Val aveva intravisto la sua storia, fatta di ricatti.
-Ti perdono...- rispose semplicemente.
Tom si voltò a guardarla. Un sorriso triste gli si era impresso sulle labbra.
Dopo svariato correre, riuscirono a sbucare nel giardino della scuola.
Percorse qualche altro metro, quando un fiotto di luce rossa le colpì la gamba destra, facendola cadere rovinosamente a terra.
Questo permise all'uomo col cappuccio di raggiungerli più facilmente.
Tom cercò di colpirlo con diversi incantesimi, ma l'altro fu molto abile e riuscì facilmente a schivarli tutti.
-Val, cerca di pronunciare l'incantesimo 'Lumos Solem'!-
Val ricordava quell'incantesimo, il professor Vitious ne aveva parlato in una lezione. Amplifica un getto di luce che esce dalla bacchetta, quasi a farlo diventare forte come la luce del sole.
-Attireremo l'attenzione...- spiegò poi.
Val fece per alzare un braccio verso il cielo, quando un lampo di luce verde irruppe nel buio della notte.
 
 
 
 
 
-Professor Silente! Sta succedendo qualcosa nel giardino della scuola!- Argus Gazza corse nella Sala Grande, interrompendo con le sue urla impaurite il chiacchiericcio gioioso degli allievi intenti a festeggiare e a ballare sulle note di una band.
Durante il suo giro di ronda, infatti, aveva visto entrare degli strani riflessi di luce dalle finestre che davano sul giardino, si era affacciato e aveva visto lo scontro che si stava consumando non molto lontano dall'entrata della scuola.
Il silenzio scese in tutta la sala. I ragazzi smisero di ballare e la band di suonare.
George guardò l'orologio. Era passata circa un'ora da quando Val era uscita dalla Sala Grande.
'Se fosse legato a lei?' pensò tra sè 'Devo andare a vedere'.
Fece per scattare fuori, ma Silente lo troncò subito.
-Signor Weasley, la prego di rimanere al suo posto- disse e, radunati tutti gli insegnanti si diresse verso l'uscita.
-Professoressa McGranitt, non faccia uscire nessuno fino a nuovo ordine- disse rivolto alla professoressa di Trasfigurazione - Piton, venga con me...- aggiunse rivolto verso al professore di Pozioni.
Uscirono velocemente dall'atrio della scuola, ma dei lampi di luce di cui parlava Gazza non videro nulla.
-Preside, guardi...- disse Piton, indicando un punto vicino la riva del lago.
Silente avanzò cauto, fino a riuscire a scorgere le figure di due persone. Sia lui che Piton tenevano le bacchette alzate, in bella vista, pronti a scagliare gli incantesimi necessari.
Arrivati lì trovarono un Thomas Hacker insanguinato, riverso sul corpo di una ragazza, poco più che diciassettenne.
Piton cercò di sollevare il professore di Difesa.
Dei gemiti di dolore si levarono dalla sua bocca.
-No...lasciatemi...- fece poi, cercando di rimanere aggrappato alla ragazza.
Silente ordinò a Piton di chiamare immediatamente Madama Chips e qualcuno che potesse aiutarli a portare in infermeria i due ragazzi.
-Non c'è più niente da fare Silente...- scoppiò in un singhiozzo Tom -Ormai Val non c'è più...- si scostò da lei, scoprendole il volto pallido, le labbra violacee e gli occhi vacui, spalancati in un espressione fredda e vuota.
 
 
 
-No...No!NO!- delle urla in lontananza.
Thomas riconobbe subito la voce di George Weasley.
Era scappato fuori dalla scuola, noncurante dei divieti che la McGranitt gli avesse imposto.
Si era avvicinato. Aveva sentito.
Si buttò sul corpo senza vita di Valérie. Le lacrime che copiose scivolavano sulle sue guance andarono a bagnare il viso
della ragazza. Lo prese tra le mani, cercando nei suoi occhi un barlume di vita.
-Val, sevgliati...ti prego...- le parole sprofondavano in singhiozzi, mentre la prendeva per le spalle e cercava di tirarla su, stringendola in un abbraccio che non avrebbe potuto più ricambiare.
La teneva salda fra le braccia, come se questo potesse trattenerla, se potesse farla tornare da lui.
Delle mani lo tiravano indietro. Cercò di liberarsi dalla stretta di qualcuno che voleva dividerlo da lei.
Si dimenò, urlò in modo straziante, fino a che qualcuno non gli somministrò una qualche sorta di pozione e svenne.
 
 
 
Quando George riaprì gli occhi trovò accanto a sé Fred, Ron e Ginny.
Gli occhi rossi dei fratelli confermarono che la morte di Valérie non fu solo un brutto sogno.
Pianse con loro, pianse con la madre di Val, con i suoi genitori il giorno del funerale della ragazza.
Guardava la bara e ancora non riusciva a credere che la sua Valérie non ci fosse più, sul freddo legno della cassa aveva messo una rosa bianca, appena sbocciata, come quella che le aveva regalato il giorno in cui le aveva rivelato di essere un mago.
Un sorriso spuntò sul viso triste. Non l'avrebbe mai dimenticata.
 
 
 
 
Il giorno prima del funerale Hacker venne interrogato nell'ufficio del preside costretto, sotto l'effetto della pozione della verità, a confessare il piano in cui era stato incastrato.
Raccontò di non conoscere l'effettiva identità del Mangiamorte che quella sera li aveva aggrediti, di come aveva rubato il medaglione di Valérie e di come l'aveva barbaramente uccisa con la Maledizione Senza Perdono.
-Perchè è così importante quel medaglione Thomas?- gli chiese Silente, scrutandolo da dietro i suoi occhiali a mezzaluna.
-Perché è un Horcrux- sentenziò il ragazzo in un sussurro.
 
 
 
 
 
 
Finita. Ebbene sì, miei cari lettori e lettrici. La storia di Valérie Dumas si conclude qui. Vi giuro che ho pianto. So che alcuni di voi mi odieranno, però l'avevo pensata così fin dall'inizio, come una digressione della storia originale e, ahimé, le digressioni hanno un inizio ed una fine.
Voglio ringraziarvi tutti per essere stati incollati qui fino alla fine, salutando con tutto cuore soprattutto coloro che seguono la mia storia da quando l'ho pubblicata, rendendola discontinua nel tempo a causa della rarità di aggiornamento da parte mia, e così anche di difficile lettura e interesse.
So bene che ci sono capitoli scritti meglio, altri pietosi e totalmente da riscrivere, ma questa storia è stata iniziata quando ancora andavo al liceo e di scrivere non ero poi così capace. Altre volte la svogliatezza e la scarsità di idee hanno contribuito a far uscire capitoli mediocri, altre volte la passione e il piacere di scrivere hanno fatto sì che riuscissi ad approfondire i personaggi, le situazioni, le descrizioni.
Cos'altro dire? Non abbiate paura di dire la vostra, di fare critiche costruttive, prendo tutto e sono ben consapevole di poter e dover migliorare come scrittrice in erba.
Vi saluto e ringrazio ancora di cuore e spero caldamente di poterci leggere ancora, magari tra i capitoli di un'altra storia.
Un bacio immenso a tutti voi, vi adoro,
 
 
 
                                                                                                 _Val
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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