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Autore: breath    08/10/2014    4 recensioni
°Seguito di Ride°
E' facile buttarsi a capofitto nel vortice della vita di cinque rockstar, farsi trascinare dalla corrente dell'alcool, delle droghe, del sesso e della musica dimenticandosi di piantare le proprie radici su un terreno solido.
Per Bonnie, l'aver conosciuto Slash e i Guns N' Roses equivaleva al muoversi a ritmo di musica su un palcoscenico illuminato da un milione di luci scintillanti. Ma se le luci si spengono e la musica cambia, quel palcoscenico manterrà il suo splendore? Bonnie dovrà camminare al buio in cerca del suo interruttore, senza sapere se la mano che sta stringendo la guiderà o la spingerà lontano facendola cadere.
"Bite the hand that feeds
Tap the vein that bleeds
Down on my bended knees
I break the back of love for you."
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Quasi tutti, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sweeter than Heaven, hotter than Hell'
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"Spreadin' out our wings in vain
Filling up the spaces
Then we let go
Flying at the speed of sound
I could feel the crash
Couldn't find the traces
All that we had
Lay in pieces on the ground
Something about your love... gets to me
Something about your love... killin' me."

| Slash's Snakepit - Something About Your Love |


Non parlava con Slash da quindici giorni. 
Da quell'ultima discussione avuta in quel caldo giorno di Novembre non si erano più sentiti. Aveva avuto notizie riguardanti il riccio solo qualche pomeriggio prima quando era passata da Erin per vedere come stava: la sua gravidanza si stava rivelando complicata, doveva sempre fare dei controlli e riposarsi molto, tanto che non usciva quasi più di casa. 
Quel pomeriggio aveva scoperto, sempre tramite Axl, che Slash se n'era andato dalla clinica dopo una decina di giorni e che era tornato a Los Angeles. 
Nell'apprendere quella notizia era rimasta attonita, non tanto per il fatto che se ne fosse andato prima del tempo, anche se ne era delusa non poteva dire di non esserselo aspettato dopo quella loro conversazione al Sunset Marquis, quanto per il fatto che, sebbene fosse tornato in città, non si fosse fatto sentire. 
Cosa significava quel suo silenzio? 
Si era chiesta con angoscia se era il suo modo per dirle che tra loro era finita, che non voleva più vederla. Nonostante in quei giorni non fosse riuscita a darsi una risposta, non era neanche riuscita a trovare il coraggio necessario per alzare il telefono, fare il suo numero e chiamarlo per chiarire quella situazione. Aveva troppa paura della possibile risposta quindi preferiva crogiolarsi nell'incertezza o meglio, comportarsi come aveva sempre fatto quando si trovava in una situazione spinosa che aveva paura di affrontare: immergersi nel lavoro. 
Solitamente, quando non lavorava aveva Cassie che la distraeva proponendole di andare da qualche parte insieme o semplicemente al bar più vicino per prendersi una sbronza con i fiocchi ma la bionda era dall'altra parte del Globo e, sebbene si sentissero quasi ogni giorno al telefono cercando di destreggiarsi al meglio con il fuso orario, nessuna chiamata al mondo poteva sostituire la sua presenza accanto a lei in quell'appartamento che ora le sembrava fin troppo vuoto. 
Evitava di trascorrervi troppo tempo perché la rendeva solo più triste quindi, una volta staccato dal lavoro, spesso andava a trovare Erin, Mandy, Izzy, se era in città, o andava direttamente al Bull's Red Eye a passare la serata insieme a Chris, che cercava di stare il più possibile con lei tra un cliente e l'altro. 
Spesso vi trascinava Mandy ma anche la ragazza e Duff avevano un po' di problemi quindi spesso finiva che entrambe si prendevano la così detta "sbronza triste" e quelle serate non erano troppo divertenti per nessuna delle due. 

Anche quella sera era seduta al bancone del bar, ultimamente ci andava così spesso che stava cominciando a riconoscere gli altri clienti abituali, e stava sorseggiando il cocktail che Chris aveva preparato appositamente per lei. 
Il barista si stava preparando per un concorso che avrebbe avuto luogo a breve e che consisteva nella creazione di un nuovo cocktail, al vincitore spettava una lauta ricompensa e il brevetto, che avrebbe solo portato altri soldi, soldi che avrebbero fatto veramente comodo al ragazzo visto che aveva in mente di aprire un proprio bar. 
Ad ogni modo, quando Bonnie passava le serate lì, la usava come cavia per i suoi esperimenti e la mora era più che contenta di aiutarlo, in parte perché voleva che lui vincesse e in parte perché questo equivaleva ad alcool gratis per lei.
- Secondo me questo è veramente troppo dolce! Ok che deve mandare la gente fuori di testa ma così li ammazzi proprio! Gli do un cinque- disse la ragazza annotando su un piccolo blocchetto il suo giudizio.
- Ma se ho ridotto la quantità di sciroppo! Sei sicura che sia troppo dolce?- chiese il ragazzo avvicinandosi a lei. 
- Assaggia tu stesso.- Gli porse il bicchiere e lui, dopo aver controllato che il proprietario non fosse nei paraggi, lo assaggiò.
- Ok è troppo dolce- disse dopo poco per poi prenderle il bicchiere dalle mani e svuotarne il contenuto nel lavandino.
- Ehi ma lo volevo finire!- protestò la mora con un tono ed un'espressione che la facevano somigliare ad una bambina alla quale era stato tolto il gelato dalle mani.
- Ma se hai detto che era troppo dolce!- esclamò il ragazzo divertito.
- Ma non ho mai detto che non lo avrei bevuto!- disse imbronciata.
- Stai bevendo un po' troppo ultimamente- la ammonì lui amichevolmente.
- E allora? Ti faccio guadagnare di più no?- il ragazzo la guardò per un po' poi appoggiò i gomiti sul bancone sporgendosi verso di lei e con tono serio le chiese
- Tutto bene?- Bonnie lo guardò confusa.
- Sì, perché?-
- Da quando è partita Cassie ti vedo un po' giù e... prima di partire lei mi aveva detto che ultimamente tu e Slash avete avuto un po' di problemi e di tenerti d'occhio.-
- Cassie si preoccupa troppo- disse la mora a disagio evitando i suoi occhi.
- Hmm non penso, sai che non mi piace farmi gli affari altrui ma ultimamente non torni a casa se prima non hai bevuto un bel po' e quando vieni insieme a Mandy è anche peggio.- Bonnie abbassò lo sguardo sui suoi palmi distesi sul legno scuro del bancone, a due centimetri di distanza dalle braccia muscolose di Chris.
- In realtà non so neanche se io e Slash stiamo ancora insieme- ammise poi a bassa voce, decidendo di dare finalmente voce a quel dubbio che la stava tormentando da giorni. 
Di fronte all'espressione interrogativa del ragazzo decise anche di raccontargli brevemente gli avvenimenti di quelle ultime settimane. Lui la ascoltò comprensivo, delegando per il momento il suo compito a una delle cameriere, poi quando lei ebbe finito di raccontare le accarezzò con affetto la guancia per poi dire con tono dolce
- Sono sicuro che lui sia ancora pazzo di te ma devi chiamarlo e chiedergli che cazzo sta succedendo perché questa attesa e questo non sapere ti fanno solo del male.- 
La mora alzò lo sguardo su di lui e poi lo abbracciò di slancio sporgendosi con quasi tutto il corpo oltre il bancone. 
- Come fai a essere così fottutamente saggio?-
- Deformazione professionale- disse lui assumendo lo stesso tono allegro di sempre.

Rimase lì fino alla fine del turno di Chris, che sarebbe comunque finito in un'ora, poi i due si incamminarono verso casa di lei. Chris abitava poco lontano e aveva insistito  per accompagnarla, nella sue condizioni e in quel quartiere era meglio non girare a tarda notte da sola. 
Ora i due camminavano per le strade, deserte in quella parte della città, ridendo e scherzando allegramente. 
Da quando Cassie se n'era andata e da quando Bonnie passava più tempo nel pub in cui lavorava il ragazzo, i due avevano legato di più e avevano raggiunto un livello più profondo di confidenza che li portava a poter parlare quasi di tutto fra di loro. 
Chris spesso le raccontava delle sue avventure con le ragazze: sembrava che tutte quelle più strane girassero sempre, come falene attratte dalla luce, intorno a lui e le sue uscite, che raramente erano normali, diventavano poi divertenti aneddoti da raccontare in momenti come quello.

Mentre si stavano avvicinando al condominio della ragazza videro, nella debole luce dei lampioni, una figura seduta per terra proprio accanto al portone d'ingresso.
- Oddio mi sa che c'è un barbone vicino al mio ingresso- disse Bonnie aguzzando la vista per cercare di distinguere quella figura inghiottita quasi completamente dal buio. 
La figura in questione si alzò in quel momento, barcollando vistosamente e lei riconobbe con sbigottimento una chioma riccioluta che non vedeva da un tempo che le era sembrato infinito.
- Bonnie?- mormorò Slash al suo indirizzo, avvicinandosi ai due fermi sulla strada ed entrando in questo modo nel cono di luce di un lampione. 
Nonostante la temperatura fresca, indossava solo una maglietta a maniche corte e un paio di jeans neri completamente rotti all'altezza delle ginocchia. 
Bonnie vide il suo sguardo posarsi su Chris, stringendo gli occhi sospettoso, e poi tornare su di lei...  Dio quanto le era mancato il suo sguardo!
- Ciao Slash, come butta?- disse Chris amichevole al suo indirizzo ricevendo come risposta un saluto stentato. 
Slash rivolse di nuovo la sua attenzione a Bonnie e parlò con tono biascicato: aveva bevuto, o peggio.
- Devo parlarti- Bonnie si sentì mancare per un secondo, di solito introduzioni del genere non portavano mai a niente di buono.
- Io vado allora- disse Chris subito. 
Bonnie si girò verso di lui e lo abbracciò brevemente ringraziandolo per averla accompagnata poi il ragazzo si incamminò, mani in tasca e passo rilassato, per la strada lasciando i due da soli.
- Perché ti ha accompagnata fino a casa?- chiese subito Slash con un tono indagatore che non le piacque per niente, l'ultima cosa che poteva fare in quel momento era il geloso.
- Perché è tardi e non so se ti ricordi ma questa zona non è proprio sicura, è stato carino da parte sua- rispose lei con stizza. 
Lo vide mettersi le mani nelle tasche posteriori dei jeans e guardare da un'altra parte con malcelato fastidio quindi prese di nuovo parola ma stavolta con un tono normale.
- Volevi parlarmi no?- lui annuì calciando con rabbia una lattina abbandonata per terra da chissà chi. 
Bonnie sospirò cercando di non agitarsi troppo.
- Vuoi salire?- gli chiese di nuovo visto che lui, nonostante quello che le aveva detto prima, non sembrava intenzionato a proferire parola.
- Ok- disse infine per poi seguirla dentro silenzioso.

Come promesso, mi sono fatta risentire, ed anche prima del weekend! Altro capitolo di passaggio, ed anche abbastanza cortino, in vista del prossimo e di quello che succederà. Non mi ricordo esattamente il numero di giorni che Slash ha passato in riabilitazione ma so che sono stati all'incirca dieci. Per il resto, non c'è altro da aggiungere, conto di pubblicare il prossimo questo fine settimana.
Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno inserito questa storia tra le preferite, seguite e quelli che hanno trovato due minuti di tempo per lasciarmi due righe, significa molto per me. Spero come al solito che vi piaccia quello che state leggendo, le recensioni fanno sempre piacere e alla prossima,
Breath 
  
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