^ 1 CAPITOLO : Come un film ^
Solita
storia: sveglia mal funzionante, corsa a perdifiato, figuraccia fuori
dalla
porta con Sasuke.
Stavolta,
ero con la camicetta dell’uniforme slacciata, e la stavo
abbottonando, quando
sono usciti loro dalla porta.
Neanche
fosse un film con la scena iniziale che presenta la protagonista come
una
sfigata coi piedi rotondi, l’abbonamento ai ruzzoloni e buona
a nulla!
Esco
correndo.
Diavolo,
però! Adesso un regista mi sta guardando sul serio, e se la
ride con quella bastarda
della sceneggiatrice! [hey!ndA]
«
Diavolo, l’autobus... » esordisco, vedendo il
“caro” pulmino giallo che se ne
va.
Dagli
ultimi posti, una testa bionda sormontata da un lungo codino, il mio
amico
Deidara (almeno, quando può esserti amico uno che ti si
appolipa appena può
conoscendo a malapena il tuo cognome) , si volta.
Perfino
da qui posso vederlo sgranare gli occhi.
Anche
altri si girano: Hidan in particolare, con quella sua aria capace di
far urlare
di rabbia il Dalai Lama, sventola un fazzolettino bianco.
Grrr!
Poi me la paghi!
Svoltano
l’angolo, e perdo l’autobus.
Resto
a guardarlo appena per un secondo, poi comincio a correre nella
direzione
opposta.
Vada
per la scorciatoia attraverso la cascina.
Obbiettivo:
prendere il pulmino (e Hidan) alla prossima fermata!
Mio
fratello, da sempre l’unico capace di svegliarmi, ha passato
la notte da...
Da
chi?!
Neji?
Naruto? ...Akasuna? Pain? Tenten? ...Konan?!
Ok,
adesso esagero, ma non ne ho idea.
Centrava
con la “N”, però.
...Almeno
penso!
Nel
frattempo, rallento giusto per vedere chi passa ed attraverso
diagonalmente
l’incrocio.
Sfioro
la morte giusto un paio di volte, ma se entro in ritardo ci
penserà bene Anko
ad uccidermi, perciò..!
È
la nostra professoressa di matematica, e le sue lezioni sono delle
stragi.
Insegna
in maniera meravigliosa, però è troppo severa.
E
con severa ... meglio non dica cosa intendo, potrei sconvolgervi.
Oh.
Dio. Santo.
La
porta delle cascine è chiusa.
Rallento
gradualmente, pensando a come fare.
A)
chiedere un passaggio.
B)
farsi una corsa degna della maratona dei pazzi a New York.
La
battuta avrebbe un attimino più di senso se mi ricordassi se
questa corsa ha un
nome..
Al
mio fianco accosta un’auto.
Berlina,
Peugeot 207, 5 porte, nera lucida.
Sembra
quasi un’auto diplomatica!
Mamma,
che bellezza!
Il
finestrino si abbassa, e uno dei due a bordo mi sorride.
Posso
svenire?!
«
Hey, Haruno. » mi saluta amichevolmente...
No,
non posso dirlo!
Va
bene, respiriamo...
Inspiriamo...
Espiriamo...
ITACHI!
«
Uno strappo? »
Ho
troppo fiatone (e tachicardia) per parlare, mi limito ad annuire.
Salgo
sul sedile posteriore, occupato da una cartella.
Dopo
qualche minuto, non so bene perché, ma sento il bisogno di
attaccar bottone.
«
Auto nuova? » domando.
«
Anche la patente. » accenna ad un sorriso il maggiore, e solo
allora vedo il
foglio appeso alla grata del condizionatore spento.
Manca
solo in cero acceso, e sarebbe un altare perfetto.
Anzi,
magari un po’ d’incenso...!
Eppure
è strano.
Non
mi sarei mai aspettata fosse così cordiale...
Non
mi sarei neppure aspettata mi rivolgesse la parola!
«
Auguri. » rispondo, cortese.
Sasuke
grugnisce.
«
Orsù, Otouto! Un po’ d’allegria!
»
Altro
brontolìo.
Il
viaggio dei miei sogni finisce presto, ed...inaspettatamente, ecco.
«
Studiate tanto e bene! » raccomanda con un largo ghigno
Itachi, spegnendo il
motore, rivolto al fratello che quasi apre la portiera mentre siamo
ancora
durante le manovre di parcheggio.
«
Tsk... » scende Sas’kè.
Sto
per seguirlo, notando l’atrio che comincia a svuotarsi.
«
Sakura? » mi chiama.
Un
brivido.
Dentro
di me, sono tutta gridolini.
Sì,
come quegli stupidi urletti che ci scappano alla vista di Sasuke, di
solito.
O
Itachi.
O
gli altri membri fighi dell’Akatsuki.
O
qualunque ragazzo minimamente passabile.
«
Questo pomeriggio mio fratello ha il corso di scienze, vuoi ti
accompagni io a
casa? »
Già
vedo il titolo del giornale di domani:
“Primogenito
Uchiha: arrestato.
L’omicidio
della giovane, avvenuto per infarto indotto, si è svolto
nella mattina.
Si
è giustificato: < Avevo solo sorriso! >
Non
a caso, la giovane è morta con le labbra inclinate verso
l'alto.”
Evito
accuratamente ogni forma di boccheggio.
Non
posso infartarmi ora!
«
V-Va bene…Grazie. »
« A
dopo allora. »
Cerca
di realizzare la mia predizione con un sorrisetto, folgorandomi
soltanto.
Mi
guarda in silenzio.
Dopo
un po’ « Allora? »
Arrossisco
fino alla punta delle orecchie.
Sono
ancora seduta in auto, zitta, a guardarlo.
«
Scusa! »
Scendo
in tutta fretta, e lui fa lo stesso.
Potrei
giurare di averlo sentito ridacchiare.
Mi
avvio, poi mi volto un’altra volta.
Sta
camminando attraverso il parcheggio, quando un indistinto ammasso di
capelli
biondi e braccia arriva, fermandoglisi innanzi con un sorrisone e un
foglio
bianco.
«
Itachi-baka! Mi aiuteresti con filos…»
«
Buongiorno, Tobi. »
Deidara
si irrigidisce.
«
CHIDOVEQUANDOCOOOSAAAH?!
»
«
Oh, scusa Dei-chan…» lo vedo sorridere, divertito
« Senza occhiali proprio non
vi distinguo. »
«
Addio. »
Iwa
se ne va senza tornare, tanto non capisco stia scherzando o se la sia
presa sul
serio.
Il
moro prosegue per la sua strada, sul viso serio la leggerissima ombra
di un
sorriso.
Allora
sei di buonumore, Itachi Uchiha...?
«
Hey…Saku…» ansima qualcuno.
«
Ino! » la saluto « Perché il fiatone?
»
«
Ri…Ritardo…» continua, appoggiando le
mani alle ginocchia « Col…Colpa di…mio
fratello…»
«
ARRIVO IRUKA-SENSEEEEIIIII!! »
«
Ciao Naruto! »
Lui
si blocca all’istante.
«
Sakura-chan! »
Cerca
di abbracciarmi, quando la mano di Ino, appoggiatagli in mezzo alla
faccia, lo
ferma.
«
Non cercavi qualcuno, tu? »
Il
biondo la guarda un po’ confuso, sbattendo le ciglia un paio
di volte.
Poi
ricomincia la fuga.
«
IRUKA-SEEEEENSEEEEEIIIIH?!?!?! »
Ridacchio.
«
Perché cerca Iruka? »
Yamanaka
alza le spalle.
«
Che vuoi ne sappia io?! »
«
Ah, sai…» sussurro maliziosa io dopo un
po’ « Non indovinerai mai con chi sono
venuta in auto, io…! »
Si
volta, un po’ sospettosa.
«
Tua mamma? »
Sospiro,
e mi cadono le braccia.
« E
perché dovrei dirtelo?! »
Alza
due dita.
« Due domande
idiote, strike! Alla terza,
eliminata! »
Sorrido.
«
Sono venuta col tuo futuro marito…»
Ino
sgrana gli occhi, e mi afferra per le spalle.
«
Ripeti. »
«
Sa-su-ke…»
La
mia amica inizia a sbavare, prendendomi il colletto.
Io,
intanto, annuisco, e lei si dispera.
Adoro la
teatralità degli Yamanaka!
Mi fanno
sempre morire dal ridere!
Anche
se Naruto è Uzumaki, in realtà, perché
adottato, sono i-den-ti-ci.
Stesso carattere, stessa luminosità, stesse attitudini.
Addirittura,
stesso aspetto
fisico, con capelli chiari e occhi celesti.
«
Torno in auto con tuo cognato…»
«
Vengo! » esclama subito, mettendosi poi a sbavare ripetendo
il nome di Itachi.
«
Non so se…»
«
Vengo. »
Basta.
S’è
impuntata.
Arrivi
la fine del mondo, carichiamo i Cavalieri dell’Apocalisse ed
occupiamo i posti,
lei vorrà salire nel
bagagliaio.
«
Glielo chiederemo, ma non so se ci sarà
Sas’kè-kun…»
«
Ven-go!! »
Comincia
a cantarlo, e continua fino al nostro ingresso in classe.
°.°.°.°
Ben
presto, è ora di uscire di scuola.
Sasuke,
Neji e Shino hanno il corso di scienze avanzate, quindi prendono il
pranzo al
sacco e infilano la porta in silenzio.
Io
esco dalla classe con un sospiro di sollievo.
Finalmente,
per oggi, è finita!
Posso
definirmi una brava studentessa, ma la mancanza di concentrazione mi ha
fatto
sembrare 6 ore lunghe un’eternità.
Nel
frattempo, Ino mi si accosta con aria da funerale.
«
Tuo fratello e altri vengono da noi… Mamma al
lavoro… Papà e cucina essere
incompatibili… Me preparare il pranzo… ADDIO
ITACHI-SAMA! »
Perché
devo essere sempre l’ultima a sapere le cose?!
«
Whe! » arriva Kiba, e mi mette il braccio intorno alle spalle
« Vado con Shika
e Hinata a casa loro: mega ripasso per giovedì! Vieni?
»
«
Perché non me l’hai detto prima? »
«
Pensavo ci pensasse la telepatia da gemelli…»
appoggia con delicatezza la sua
testa alla mia «…Oppure l’ho saputo
mezz’ora fa! »
«
Comunque, non…»
«
Kiba, anche tu bisogno del passaggio? » chiedono alle mie
spalle, e sobbalzo.
Mivolto
mooolto lentamente.
«
Ciao Uchiha…» saluto, imbarazzata.
«
CHE passaggio?! » esclama mio fratello, sospettoso, passando
lo sguardo da me a
Itachi.
Cerco
di rispondere, ma vengo preceduta.
«
Oggi l’accompagno io a casa, devo chiederle un favore.
»
Resto
stupita, come Kiba.
Per
la seconda volta, cerco di aprir bocca per parlare, e due braccia
chiare mi si
stringono addosso, schiacciandomi contro un petto muscoloso (per dire!
Anche
se…) e ben conosciuto.
«
ScusasakuraperstamattinaiohotentatoNON-MI-UCCIDERE! »
«
Deidara! » me lo scollo di dosso « Non ti
preocc…»
«
Ma a me dispiace! » torna ad abbracciarmi.
«
Scusa » interviene Uchiha « Quando hai fatto la
tinta…Tobi? »
«
Tu. Sei. Morto. »
Gli
si lancia addosso, pronto a strozzarlo.
«
Deidara-chan! » viene ripreso.
«
Danna? » domanda
il biondo, voltandosi.
Il caro rosso
è appena arrivato con la
moto, il casco sotto braccio, abbronzato non più di tanto,
ma con un sorriso
smagliante.
«
SASORI-DANNA!! » urla, travolgendolo « Sei
tornato!! »
«
Quasi-quasi però riparto adesso…»
mugugna, tradendosi battendo la mano sulla
spalla del migliore amico.
Parte
il giro dei saluti: Sasori è stato lontano da scuola per 2
mesi, causa crociera in
barca a vela (maledetto
schifoso!) organizzata da nonna e prozio, che hanno voluto il nipote
con paura
dell’acqua e avente la scuola da frequentare come passeggero.
Responsabili,
vero?
Tocca
a me salutarlo.
Mi
si avvicina con un sorriso, e mi abbraccia.
«
Bentornato. » gli dico, rispondendo.
«
Mi sei mancata, sai? » risponde a voce neanche tanto bassa,
ed Ino si
irrigidisce.
Mi
sfiora l’orecchio con le labbra a mò di bacio, e
dalla sua bocca fuoriesce un
sospiro caldo e fremente.
Un
brivido mi attraversa.
«
Scusa. » mi ritiro, e lui sorride furbamente.
Kiba
lo sta guardando truce, occhi che sono una minaccia di morte.
Uzumaki,
o Yamanaka, sembra preoccupato.
«
Noi andremmo! » interrompe intelligentemente il silenzio teso
« Vieni da noi,
Akasuna? »
Ino
lo fulmina con lo sguardo.
«
Scusa Naruto, vada per domani se vuoi, ma devo disfare le valigie.
» declina,
risalendo in moto « Deidara, Sali? »
«
SASORI-SENPAAAIIIH!! »
Un
urlo acuto ci raggiunge dall’interno della scuola.
«
Parti, parti! » implora Iwa, che ancora non è
salito ma promette di aggrapparsi
al parafanghi.
Itachi
guarda confuso la cartella con la spirale arancione che gli
è caduta ai piedi.
«T…bi…»
farfuglia Sasori, vicino al soffocamento «
C…sì…muoio…»
«
Tobi! » strilla Deidara « Non uccidere il Danna!
»
Si
aggrappa alle spalle del corvino, e si spinge con una gamba a terra e
con
l’altra alla moto nel tentativo di tirarlo via.
«
DEFICIENTE! » ringhia Akasuna « LA MOTO! »
Troppo
tardi: sono tutti e tre a terra, la Yamaha sotto di loro.
«
Bentornato Akasuna. » saluto Itachi, ghignando.
Risata
generale, poi ci si divide.
Insolitamente,
Kiba mi abbraccia, guardando minaccioso prima Sasori e poi Uchiha.
Quando
Sasori sente quest’ultimo chiedermi di andare, sembra
interdetto.
Come
molti degli Akatsuki, soprannome esterno dovuto al cognome di Pain,
loro
“presunto” leader, è abituato a non aver
problemi di conquiste: gli altri
“playboy” del gruppo sono Itachi (chissà
come mai, vero?!) , Hidan (ooops, mi
sono dimenticata di ucciderlo…) , Deidara (incredibile ma
vero, qualcuno ha
il coraggio di trovarlo figo! Io penso sia solo appiccicoso)
[SMETTILA DI
OFFENDERE! >.< ndA] , e il capo stesso, anche se in
perenne compagnia di
Konan, unica donna del gruppo.
Si
esce separati, noi e gli Akatsuki, ma se ci si incontra non ci
schifiamo (a
parte alcuni “casi particolari”, chiamasi odio a
pelle).
Sasori
mi viene dietro dall’ultima uscita congiunta, per San Lorenzo
(fate conto che
siamo a novembre!) : voleva aver compagnia per la notte, al solito, e
io ho
rifiutato perché stavo cercando Sasuke (che poi non ho trovato, ma
è un’altra storia).
Da
allora, per lui sono come una sfida, un gioco da vincere.
Mi
ha mandato la bellezza di 5 cartoline dalle varie fermate in Australia,
non
mancando una volta di fare battute, complimenti, proposte maliziose.
Comunque
sia, alla fine riusciamo a dividerci.
Io
salgo al posto del passeggero, tenendomi la borsa sulle gambe e
giocherellando
con le cinghie.
«
Puoi anche metterla dietro. » mi informa Itachi, salendo a
sua volta.
Lancia
la sua cartella sul sedile posteriore insieme con la cravatta.
Lo
imito, allentando il nodo scuro.
Stringo
fra le mani l’orlo della corta gonna blu navy
dell’uniforme.
Mi
piace, come ci fanno vestire a scuola: gonna a metà coscia o
al ginocchio, a
balze nella versione estiva o semplice nella più lunga,
invernale e di lana;
camicia bianca con ricamato lo stessa, una strana spirale con la coda
(lo
stemma di Konoha ndA) , ed infine il cravattino, della stessa
tonalità della
gonna.
Per
i ragazzi, pantaloni lunghi o al ginocchio, camicia lunga o a maniche
lunghe, e
cravatta blu rigorosamente obbligatoria, mentre noi possiamo
(sporadicamente)
non indossarla.
In
comune, mocassini o sandali scuri.
Per
strada, non parliamo molto: la radio si è accesa in
automatico quando ha
inserito le chiavi nel quadro, e abbiamo scambiato qualche parola sulla
stazione e la prima canzone.
Giunti
all’imboccatura del vialetto, riduce la musica a basso e
gradevole sottofondo.
«
Walking off that stage tonight
I know what you're
thinking, yeah
"He stands alone because
he's high on himself"
But if you only knew..
»
Si
schiarisce la gola, mentre aziona con il telecomando il cancello.
Questa
canzone la conosco, la canticchio fra me e me, quasi cercando di
attirare la
sua attenzione e spingerlo a parlare.
« I was terrified and would you
mind if I
Sat next to you and watched you smile.
So many kids but I only see you,
And I don't think you notice me.
Well, I've seen your boyfriend
And I don't think he treats you right
But that's none of my business is it? »
Scendiamo
nell’interrato, e
le note si perdono.
« I'm not the way you think I am,
no. »
« Ti
avevo proposto il
passaggio perché…dovevo farti una domanda.
» parla Itachi distrattamente,
portando l’auto davanti al loro garage,
“casualmente” il più grande del
palazzo, ovvero il doppio rispetto al nostro, dimensione nella norma.
«
Certo. » annuisco, e lui
spegne il motore.
Il mio cuore
accellera per
la curiosità e l’emozione.
“Avanti,
Uchiha!” scherzo
mentalmente “Rendimi partecipe
del
tuo segreto!”
« Ci
hanno consigliato » si
volta a guardarmi « Di cominciare a ripassare ora per
l’esame di stato e fine
anno, ed avendo “scoperto” che giovedì
avrete un test importante, mi sarei
offerto di farti da…tutor, per così dire, in modo
da ripassare anche il
programma di seconda, nel frattempo. »
Oh.
Ma…domanda:
gli Uchiha
studiano?
Non sono nari
“già imparati”
?
E soprattutto,
gli-Uchiha-ripassano?!?!
« Non
saprei…»
« Dai,
una secchia della
mia stazza ti sarebbe
molto utile. » scherza.
Rido e annuisco.
«
D’accordo. »
Shizue:
E mi raccomando RECENSITE brutti ghiri infami! ù_ù
Uchi:
la Shikite è una brutta malattia! Curatevi! Chiamate nonna
Tsunade! ò-ò
Shizue:
lo facciamo per voi, sìsì!