Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: LordRandal    12/10/2008    12 recensioni
Il gelo perverso di Dio consuma il mio essere
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A





Eccolo.
Si manifesta di nuovo e riattanaglia tutte le tue giunture.
Dicono che alle tre del mattino la mente scorra più libera.
Dico che alle tre del mattino, quando l'alba non esiste e la luce è un miraggio perso nella memoria, sentiamo realmente il soffio gelido dell'esistenza in ogni vertebra.
Quindi eccolo che si avvicina, furtivo aguzzino.

Ora due dei miei migliori amici stanno dormendo a casa mia. Io scrivo. Il silenzio è spaventoso: i miei amici dormono e così i miei cani: mi sembra di essere in un mondo morto.Non posso più tacere, sento il bisogno, quasi sanguigno, di offrire anche a voi il gelo che mi prende in questo momento. Esso è assai speciale. Mi impedisce di dormire paralizzandomi cuore e vene, eppure mi ribolle il sangue mentre colpisco la tastiera.

Mi sfiorano la testa ricordi che credevo persi, amori passasti ed amori nati troppo precoci per sopravvivere a questo ruvido mondo...eppure non sono loro ad imprigionare il mio petto.

Amici che avrò per tutta la vita stanno dormendo ora a casa mia: sono solo corpi. Non li sveglio, è come se non potessi spezzare la malìa che mi costringe su questa sedia. Il loro calore umano, ora, quasi non riesco ad immaginarlo. Oggi l'aria ha sapore di fatalità.

Mi fanno male gli occhi, ma li tengo incollati al monitor.

Tutto quello che posso fare è scrivere, sono bloccato qui.

Il mio corpo dorme, eppure non sto dormendo.

Vorrei sognare.
Eppure sono desto.
Il gelo perverso di Dio consuma il mio essere.
Come un automa batto la tastiera e come un automa continuo i gesti di prassi.
Perchè tali sono e nulla più. O forse è un uomo vivo solo per il palpito del suo cuore? O per il sorriso?
Quanti ne vedete ogni giorno che sono già morti? Quanti ne vedete che sono già stanchi e prosciugati?
Dovete saperli riconoscere, infatti essi non vi diranno d'esser morti: non dovreste saperlo. Essi fingono la vita in ogni sua componente. Non saprete d'esser consumati voi con loro finchè effettivamente non sentirete la paura.
Viviamo ogni attimo nella paura. Di più, ogni istante è consacrato alla paura.
Non hai forse TU paura d'esser solo? O TU di essere ignorato? O TU ancora di passare avanti nel silenzio? Ogni tua azione non è forse dovuta al terrore, almeno in parte? E non mentire a me. Non provare a mentire a te stesso. Non mentire a me che vivo in ogni tuo sguardo.
Concentrati ora sul pigolio misero della tua esistenza. Potresti tu smettere di fare? No.
Certo che no, ciò significherebbe provare il mio gelo, la mia paura. La paura di fermarsi poichè fermandoti comprenderesti di certo, e in modo folgorante, come ogni gesto sia inutile. Perchè sorridere per vedere poi il cadavere dell'amata farsi perverso? Perche tanto terrore per il futile? Temi di non aver più il tuo posto. Temi di apparire misero o debole davanti agli occhi degli altri miseri tuoi pari. Temi di vedere le tue luci- i tuoi cari affetti- spegnersi, ed allora saresti cieco. Temi di vedere le tue luci mutarsi in diavoli malevoli, ed allora saresti fuoco.

Eppure tutto ciò è soltanto un preludio alla finale paura, quella per la morte. Possibile che essa ci stringa in ogni attimo? Possibile che, se ci concentriamo, sentiamo ogni istante le sue eteree dita su una guancia?

ORA

Ma paura è un termine scorretto quanto terrore o inqietudine. Chiamiamola Siderale.
Poichè tale mi attanaglia l'essere. Essa è paralisi: è la paresi d'ogni tua cellula. Eppure tu non riesci a fermarti. Giacchè, dissero, non sapresti più ricominciare. Infatti come ricominciare dinanzi alla domanda: perchè ricominciare?
Questo gelido nulla che ci viene dato d'intuire fino al punto di scriverne, ma non di capire.
Che attanaglia le viscere stesse con ogni nervo. Il cervello soffre ma non riesce a sanguinare. Il corpo gela senza che gli sia dato di poter tremare.
......ed io sono ancora qui a chedere il perchè ad un dio così crudele.

Che ci dette di poter mirar le stelle; giammai raggiungerle.









L'incanto è spezzato. Me ne rendo conto ora, mentre fumo una sigaretta. Ormai sono le quattro.......
......ed io non sarò mai un suicida.






  
Leggi le 12 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: LordRandal