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Autore: Misukichan    11/10/2014    2 recensioni
Jennifer, ragazzina di quasi sedici anni, vuole staccare dalla sua vita in California. Non sopporta i burrascosi rapporti con i coetanei, ha solo bisogno di un estate diversa. I suoi le permettono un viaggio a Miami, per dimostrare la sua autonomia e maturità. Presto, però, si accorge che qualcuno di non desiderato si trova proprio a Miami, e comincia a stravolgerle i piani.
«Non sai nemmeno dove siamo, non è buffo?» parla con la bocca piena.
«No, non è buffo per niente. Ti hanno mai insegnato a non parlare con la bocca piena?»
«Sì, mamma.»
«Ok, va bene, hai vinto, cosa devo fare per sapere...?»
«Ti porto a casa io» vengo interrotta bruscamente.
«Sei proprio u-un...»
Ride e mangia il panino. «Ne vuoi un po'?» Ho fame, ma non accetterei un panino da lui neanche sotto tortura. (capitolo 5).
«stai scherzando, vero?» dice lei seria.
«no, quando mi sono alzata mi sono ritrovata nel letto di casa sua. Era piuttosto seccato di aver scoperto che quella che ha recuperato ero io» dico con nonchalance, «magari si aspettava qualche affascinante donzella» sorrido tra me.
«ma, non è niente di grave, giusto?»
«no, solo qualche botta» (capitolo 9).
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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12. The party - part 1




Cammino su e giù per la mia stanza d'albergo. Ho già mandato via la cameriera due volte.

Respiro profondo.

Sono contenta di aver finalmente fatto capire definitivamente a Sam che di lui non mi importa più nulla, mi dispiace solo averlo usato per qualche giochetto losco contro Jack. Mi sembra di essermi posta al suo stesso livello, accidenti.

Jack.

Perché sono così presa da lui ultimamente? Perché non riesco a farmi gli affaracci miei e a non essere coinvolta nella sua vita? O a non coinvolgere lui nella mia?

Il fatto che mi abbia presa in giro brucia ancora, non riesco proprio a capacitarmi del fatto che abbia deciso di essere così stronzo con me, dopo tutto quello che ho fatto per lui. Non ho bisogno di essere invitata a uscire da qualcuno per pena.

Perchè è sicuramente quello che lui prova per me, pura e semplice pena per una verginella sfigata.

Sono arrabbiata, ferita e frustrata. Per esserci cascata, un'altra volta.

Un bussare alla porta frenetico mi ferma improvvisamente, smetto di camminare su e giù per la stanza. «Chi è?»

«Apri questa cazzo di porta.»

Jack. Che diavolo ci fa qui adesso. Non può semplicemente sparire dalla mia vita per sempre?

Non è questo il motivo per cui sono venuta qui, tenermene alla larga? E perchè sono sempre dentro fino al collo in tutto quello che fa?

«No.» dico secca. Sta volta non avrà quello che vuole.

«Jennifer, non farmelo ripetere un'altra volta. Apri questa dannata porta o la sfondo.»

«La ripaghi tu dopo?» sorrido, so che non mi può vedere, ma da quando ho cominciato a tenergli testa è quasi divertente rispondergli per farlo arrabbiare ancora di più.

Ormai l'ha perso il potere di farmi sentire inferiore a lui.

Sento un lamento roco. Mi scappa un risolino e una scarica di adrenalina mi attraversa.

«Cosa si prova a non poter fare nulla, Jack?» gli dico, eccitata dalla situazione.

«Me ne vado.» dice.

Cosa? Ma come, è già finito?

E io che pensavo si sarebbe infuriato un po' di più.

Mi siedo sul letto e rimango in ascolto, in attesa di qualche rumore.

 

«Pensavi di essere più furba di me?»

Ma che diavolo?!

Caccio un urlo. Jack è dietro di me, nella mia stanza.

Mi mette una mano sulla bocca. «Vuoi calmarti, dannazione?»

«E tu la pianti di imprecare? Come cavolo sei entrato?!» cerco di ricompormi.

«Dal balcone, stupida. Hai lasciato la porta finestra aperta.» alza le sopracciglia, in segno di vittoria.

«Sta di fatto che non hai il permesso di stare qua, vattene subito prima che chiami la sicurezza.» faccio per avvicinarmi al telefono, ma lui mi tira per un braccio contro di lui. Inciampo e gli finisco addosso.

«Tu non farai proprio nulla. E ora rispondi alla mia domanda. Che ci facevi là con quello?» pronuncia l'ultima parola quasi gli facesse schifo.

«Non mi sembra di doverti alcuna spiegazione dato ch-»

«Invece me la devi. Ti ho invitato io a prendere qualcosa al bar, e poi ti trovo con Sam?» mi guarda negli occhi intensamente, mi toglie le parole dalla testa, non so più cosa dire. Sono troppo ipnotizzata dal verde dei suoi occhi. La nostra vicinanza mi fa arrossire.

«N-Non c'eri. Ti ho aspettato per più di mezz'ora.» lo guardo, vorrei sembrare dura e menefreghista, come fa lui alcune volte, ma credo che il fatto che sia ferita traspaia sul mio viso.

Mi fissa, «in ogni caso, che ci facevi con Sam? E' questo il tuo modo di vendicarti?» mi sputa.

Il suo tono secco mi ferisce. Perchè non capisce che mi sta facendo del male? Che mi ha sempre fatto del male? Perché è così sadico?

«Continuava a scrivermi, sono tornata alla spiaggia per dirgli che doveva starmi lontana, smettere di scrivermi.»

«E come pensavi di fare, sentiamo? Prendendo un drink con lui e facendoti tenere la mano pensavi di ribadirgli il concetto? Mi fai ridere.» mi guarda come se facessi schifo.

Ma che problemi ha?

Cosa cambia a lui, se ho preso o non ho preso un drink con Sam. Se gli tenevo o non gli tenevo la mano.

Che gli importa?

Prendo le mie distanze.

Adesso gli faccio vedere che non sono così scema. Che non mi faccio mettere i piedi in testa da lui. Che non temo più i giudizi delle persone tali e quali a lui.

«Mi vuoi dire cosa te ne importa?» gli urlo, al limite della pazienza.

«Mi importa perché se dopo quello ti fa qualcosa sono io a doverti venire a salvare il culo, sono io a dover andare a spaccare le palle a quel porco e fargli capire una buona volta come stanno le cose. Tu non ne sei capace, cazzo!»

«Pensi che io non sia capace di difendermi da sola?!»

I toni si sono alzati tremendamente e io sto tremando. Sono all'orlo delle lacrime.

«Sei perfettamente capace di difendere il tuo orgoglio, quello di cui non sei capace è difendere i tuoi sentimenti! Pensi che non lo sappia? Pensi che non ti abbia vista quella sera a Disneyland?! Se solo ci ripenso vorrei... vorrei cavargli gli occhi e strappargli ogni singolo capello!»

Rimango spiazzata.

Completamente.

Ha appena detto che...

Caverebbe gli occhi a Sam, per me.

Gli strapperebbe ogni singolo capello? Per me...

 

Perchè?

 

«Jack, calmati ora.»

Il suo viso è rosso e la mascella è contratta.

«Posso sapere perchè?» gli chiedo subito dopo.

«Perchè cosa?» il suo tono si è abbassato, cerca di ridarsi una compostezza e ritegno, benché sia ancora totalmente incazzato.

«Perché faresti questo per me?» i nostri occhi si incrociano nuovamente. Non capisco più nulla. Mi sembra di essere finita in un universo parallelo.

«Perché tu per me ci sei.» mi guarda, ora fermo, più addolcito. «Sempre.»

Le sue mani sono sulle mie spalle, non so nemmeno come ci siano arrivate fin lì. Il suo sguardo è serio, sincero.

Un guizzo.

Rimaniamo nella stessa posizione, tocca a me rispondere. So che sta aspettando una reazione, una risposta. I suoi occhi mi scrutano dentro. Non riesco a distogliere lo sguardo.

Ogni mio centrimetro di corpo è immobile, mi sento esposta, in balia delle mie emozioni. Mi sento una sua preda, sento di non potermi muovere, sento che mi ha presa, mi sta rendendo prigioniera.

Quegli occhi...

Decido di smorzare la tensione in modo stupido perché so che Jack è in imbarazzo.

E quando Jack è in imbarazzo è capace di tirar fuori di tutto pur di mascherarlo, e rimangiarsi ogni minima cosa. Ormai lo conosco.

«S-stai dicendo che mi vuoi bene?» lo guardo con una faccia angelica, pronta ad aprire le orecchie ad una sua risposta. L'ha capito che sono ironica, l'ha capito che voglio sentirmi dire ciò che lui non ha intenzione di dirmi.

«Sei una furbetta.» mi sussurra. Ci sorridiamo. Poi mi stringe a sè.

 

3,2,1. Bip.

Ritorno in me stessa, apro lo sportello del microonde che emana un odorino delizioso di pop-corn croccanti.

Jack è seduto, o meglio, sdraiato sul mio letto intento a cambiare canale della televisione per trovare qualcosa di interessante.

«Ma perché questo maledetto telecomando non funziona?»

Gli lancio un occhiata e sorrido raggiante, «magari sei tu che non lo sai far funzionare?»

«Oh, vieni qui Miss saputella. Vediamo cosa riesci a fare tu.»

Tiro fuori i pop corn, la bacinella scotta e mi brucio un dito.

Perché sono sempre così distratta in sua presenza?

Salgo sul letto e mi accomodo dalla mia parte, la bacinella in mezzo a noi.

Prendo il telecomando e cambio canale.

«Lo stavi tenendo al contrario, idiota.»

«Al contrario? Ma che stai dicendo. Idiota a me, poi?» inarca le sopracciglia, io lo ignoro osservandolo di soppiatto. Gli tiro una gomitata in un fianco.

Optiamo per una commediola per ragazzi, che io non seguo poi tanto.

Sono ancora troppo presa dall'assurdo di questa prima volta. Una prima volta insieme che non sia in mezzo ai litigi, nè per costrizione, nè per coincidenze strane della vita, nè per nessuno strambo incidente. Siamo qui, in questa camera, come due persone che vogliono passare del tempo assieme, come due amici che decidono di passare un pomeriggio in compagnia. Io e Jack, amici. E' troppo strano, è quasi... sbagliato? Forse perché siamo stati abituati ad essere nemici per tutto questo tempo. E' quasi incredibile come in poche settimane possano cambiare le cose così in fretta.

Un cellulare sul comodino suona, non fa neanche in tempo ad girare la testa che io l'ho già afferrato.

«Hey, dà qua.» mi dice lui.

Ho notato che il messaggio è di Selena. Sullo schermo vi è l'anteprima: "Allora sta sera ci sarai non è così? Ti..."

Poi si interrompe.

A cosa si riferisce?

Jack nota che ho letto il messaggio, si sporge verso di me e me lo ruba dalle mani, stizzito.

«Non ti hanno mai insegnato a rispettare la privacy degli altri?» chiede, secco.

«A cosa si riferisce Selena in quel messaggio?» gli chiedo.

«Che ti importa?» mi guarda lui.

«Niente, pensavo solo che dopo la ramanzina che mi hai fatto su Sam saresti stato coerente. A quanto pare mi sbagliavo. Continua a farti influenzare da persone come lei.»

«Di che diavolo stai parlando adesso?» si volge interamente nella mia direzione. Non ho voglia di dargli una spiegazione, men che meno di cominciare a litigare.

«Cavolo Jenny! Lo so che hai letto, ti da fastidio che una stupida bugiarda come lei mi abbia mandato un messaggio?»

«Ovvio che no, tranquillo, sapevo già che tu miri solo a quello. E' la tua unica ambizione, il sesso. Vai a scopartela, stasera. Divertiti. Non venire a cercare me se dopo la metti incinta.» sono calma e secca. Spengo la televisione. Di colpo questo pomeriggio non è più così perfetto come credevo che fosse.

«Non ci posso credere. Dopo quello che ti ho detto un ora fa hai ancora il coraggio di venire a rinfacciarmi queste cose? Dopo che ti ho rivelato che ci tengo a te, pensi ancora che tutto quello di cui mi importa sia il sesso?»

«Scusa se sono sempre stata abituata ad essere presa in giro da te e da persone come te. Scusa se adesso ho imparato a non fidarmi!» mi esce troppo in fretta.

«Stai dicendo sul serio?» mi guarda. E' arrabbiato.

«Ad ogni modo, perché con Selena?» focalizzo l'argomento su un altro punto.

Segue un silenzio imbarazzante.

«Non dirmi che sei gelosa...» mi guarda, improvvisamente realizzando, una luce diversa negli occhi.

Lo guardo, mi sale un groppo alla gola.

«Ma che diavolo vai blaterando, Jack?»

Il cuore mi batte forte nel petto.

Perchè, Jenny, hai paura di essere scoperta? Hai paura che Jack scopra la verità, non è così?

Quale verità?

La conosci la verità. Ormai non puoi più nasconderti.

Mi libero delle voci nel mio cervello.

«Non potrei mai essere gelosa di una persona così stronza, manipolatrice, bugiarda e ipocrita come te.» gliela butto fuori come niente.

Non so, sinceramente, perché l'ho fatto. Infatti me ne pento all'istante.

Sono cose che non penso di lui, o almeno, non più.

La paura di essere scoperta, guarda cosa ti porta a fare...

Zitta.

Le reazioni sul viso di Jack cambiano, prima la sorpresa, poi l'incredulità.

Si alza velocemente dal letto. «Wow.» dice soltanto.

«L'unica cosa che mi chiedo, a questo punto, è il perché tu stia passando una giornata con una persona così disgustosa come hai descritto.» Si volta, mi da le spalle. Si sta mettendo le scarpe.

Non posso lasciarlo andare via così.

Sei un'idiota. Una completa, inutile, totale idiota.

Lo so.

«Jack, lo sai che non intendevo dire questo...»

«Invece era esattamente quello che volevi dire.»

«Jack, ti prego... Guardami...»

Continua a darmi le spalle, ad ignorarmi.

«Jack ti prego parlami!» butto fuori.

Sono disperata, non so più cosa fare.

Jack esce dalla porta della mia stanza, senza degnarmi di uno sguardo.

 

**

 

«Lo so, ho combinato un casino.» abbasso la testa. Kandy mi scruta, imperturbabile.

«Perché gli hai detto quelle cose, Jenny?»

«I-io... non lo so. Non sapevo ancora del ballo, pensavo che volesse intrattenersi con Selena. Pensavo che non fosse cambiato per nulla.» cerco di trovare scuse, una scusa plausibile che non mi faccia sembrare una pazza psicopatica agli occhi di Kandy e una stupida idiota ai miei.

«E perciò lo hai ferito così?» Kandy mi guarda con aria esterrefatta.

«Lo so che ho sbagliato. Ne sono perfettamente consapevole. Non so che diavolo fare ora, però.» La guardo con una faccia da cucciolo bastonato.

Lei mi abbraccia.

So che sta solo cercando di farmi sentire meglio. In realtà mi sento proprio una pezza per lucidare le scarpe in questo momento, e me lo merito.

Mi sta facendo i capelli con il ferro. Quando Jack se n'è andato, sono andata a bussare alla camera di Kandy che mi ha subito avvisata che stasera saremmo andate a una festa a bordo piscina, nel nostro hotel. Allora ho collegato tutto, dal momento che Selena, da quando è stata cacciata da casa di Jack, soggiorna al nostro stesso hotel, deve aver saputo della festa. Era questo ciò a cui alludeva.

Jack non me l'ha detto. Ha preferito che credessi a quella menzogna, a quella stupida ipotesi.

Stupido orgoglioso.

«Stasera sarai bellissima, vedrai, e andrai a chiedergli scusa. Vedrai che rimarrà senza fiato.»

«Kandy, non so se non l'hai capito, ma tra me e Jack non c'è nulla in quel senso.» le ripeto io, un'altra volta, come per ripeterlo a me stessa.

 

«...Comunque, non può trovarti bella? Non ti devi fare bella per forza per lui, voglio che stasera ti trovi un bel cavaliere per il lento di mezzanotte.» esclama entusiasta lei.

«E'?» esclamo sbigottita.

«Non ti preoccupare, non sarà nulla di che! Vedrai!»

«Non so ballar-»

«Ahs. Non si discute.»

Sospiro, combattuta.

 

**

 

Due ore e mezza dopo sono tutta agghindata. A mio parere, sono troppo truccata, troppo acconciata, troppo sbrilluccicata, troppo... troppo.

Ma per Kandy sono perfetta, perciò ho deciso di non oppormi.

Indosso un vestito da cerimonia lungo — Kandy mi ha praticamente imposto di indossarlo, “dato che sul volantino dice esplicitamente di vestirsi eleganti!” Parole sue — di un color verde turchese piuttosto forte e scuro. Secondo lei, si combina perfettamente con il colore dei miei occhi. E' un suo vecchio vestito dell'Homecoming di qualche anno precedente.

Indosso orecchini abbastanza pesanti, argentati e pendenti, e un fermacapelli altrettanto argentato con qualche brillantino che spunta. Sono truccata leggera, a dispiacere di Kandy, che sa quanto io odi il make-up. Eppure, per questa volta ho fatto un eccezione e mi sono fatta incipriare il naso e gli zigomi; gli occhi sono colorati con un leggero ombretto del colore del vestito e, accidenti a me, mi sono lasciata mettere persino matita e mascara. E' un record.

Mi guardo allo specchio.

Wow. Sono senza parole. «Non sapevo fossi in grado di trasformare i brutti anatroccoli in piccole principesse.» sorrido raggiante. Sembro davvero una principessa.

«La bellezza è la tua, Miss Jenny. Guardati, sei un raggio di sole.»

Davvero, non è un'esagerazione, stasera sono carina. E' la prima volta che descrivo il mio aspetto in maniera positiva. E' davvero un miracolo.

 

Stiamo aspettando gli altri, sono agitata. So che ci sarà Jack, so che dovrò affrontarlo.

Non so cosa potrò dirgli per farmi perdonare, non so se lui avrà intenzione di parlare di nuovo con me oppure mi pianterà in asso.

Alle otto in punto scendiamo al ristorante. E' un salone veramente grande ed elegante, ma stasera è veramente un'altra cosa. E' completamente addobbato ed elegantissimo, i lampadari decorati e un atmosfera fantastica. Non ricordo di essere mai stata a mangiare in un posto simile.

Ci facciamo strada tra i tavoli fino a quando la voce del cameriere sovrasta il rumore dei biccheri e delle posate, e ci indirizza a un tavolo verso la fine della sala, uno dei migliori a mio parere, con vista sulla spiaggia illuminata. E' semplicemente meraviglioso.

Dopo poco tempo che passo a sfogliare il menù e ad ammirare il panorama esterno, arrivano i ragazzi. Sam è accompagnato da una ragazza bionda che non ho mai visto, Harry — l'altro amico di Sam e Luke — è solo, Luke si fionda subito dalla sua ragazza e la riempie di baci.

E' tutto qui? Non c'è più nessuno.

Di colpo mi passa l'appetito.

«Dov'è Jack?» chiede Kandy, lanciandomi un occhiata veloce.

«Non so, ha detto di aver avuto di meglio da fare che venire “ad un ballo di finti ipocriti”» lo deride Luke.

Quest'espressione mi ferisce. Sono quasi sicura che si riferisca a me, solo a me.

Ovvio. Lui è superiore a tutti noi, come al solito. Mi domando cosa starà facendo.

Tutt'a un tratto mi sale una tremenda voglia di esserne sicura, tiro fuori il cellulare e digito: “sono io l'ipocrita, vero?”

Metto via il cellulare subito dopo, quasi non voglio neanche vedere la risposta. Mi sento male, mi sento un verme. Il mio umore è a terra e sono all'orlo delle lacrime. Parlo il meno possibile, cercando di evitare discorsi lunghi a tavola. Non ho voglia di intrattenermi. Eppure sembrano tutti così felici, è la loro serata... Tutta la sala è animata. Sono l'unica fuori posto.

Alla seconda portata Kandy mi fa un pizzicotto alla coscia e mi intima di seguirla, sottovoce.

«Noi andiamo in bagno!» sorride a tutti, poi mi trascina con sé.

Mi alzo, di malavoglia, e la seguo.

E' quasi incredibile come anche il bagno sia di una pulizia, di un eleganza assoluta. Voglio dire, il bagno. Se fossi in un altro contesto, probabilmente sarei tutta emozionata. Ma oggi non ho proprio l'umore adatto.

«Si può sapere che ti prende?» mi chiede lei, scuotendomi un po'. «Dai, su con il morale! Questa è l'unica serata che passeremo così! E' un lusso. Non vedi?»

Non riesco a spiegare nemmeno a me stessa il fatto che io sia in un tale stato pietoso.

«Scusami, Kandy, è solo che oggi non è giornata.» abbasso il viso, non voglio che scorga, effettivamente, tutto il mio turbamento.

Segue un momento di silenzio.

«Quanto aspetterai ancora ad ammetterlo a te stessa?» mi domanda lei, a un certo punto.

«Ammettere cosa?» le chiedo io.

«Che ti sei presa una cotta per Jack.»

«C-che cosa?» la guardo io, inorridita.

«E non ti preoccupare, perché neanche tu gli sei indifferente. Ho visto come ti guarda quando siamo in compagnia. Non ha occhi che per te. Vi ho visti quando ti massaggiava le spalle, l'altra volta. Per quanto ancora vi nasconderete a vicenda che siete attratti l'uno dall'altra?» chiede, concisa. Dritta al punto.

«I-io.. perché sostieni che sono attratta da Jack?» le chiedo, presa in contropiede.

«Perchè lo sei, i messaggi che lanci col corpo quando sei in sua compagnia, il fatto che ti agiti sempre, che ti vedo strana, ultimamente, non è più solo divergenza. Quella divergenza di cui parlavi qualche settimana fa si è trasformata in attrazione.»

Improvvisamente scoppio a ridere.

«Mi sembra di parlare con uno psicanalista» e ricomincio a ridere.

All'inizio Kandy si indispettisce, poi comincia a ridere anche lei.

Ridiamo fino a che sento il dolore ai polmoni. Rido perché mi risolleva il morale, rido come metodo antistress. La consapevolezza della pseudo-verità di Kandy mi ha spiazzata, ma ora non ci faccio caso. Penso solo a ridere. Poi ci abbracciamo.

Il rapporto tra me e Kandy è migliorato un sacco, tanto che posso considerarla quasi al pari di Laura. E' la seconda persona di cui io mi fido ciecamente, so che non mi farebbe mai del male.

«Forza, ora andiamo. E ti voglio di quest'umore, hai capito? Non costringermi a riportarti in bagno per un secondo lavaggio del cervello.» ribadisce lei, con un finto tono minaccioso.

Usciamo dalla porta, sto un po' meglio.

«Oh-oh» Kandy si ferma improvvisamente e io le vado contro.

«Si può sapere perchè ti fermi così all'improvviso?» le chiedo, ancora col sorriso sulle labbra.

Lei però non sorride affatto, «...te la senti?» mi chiede.

«Di fare c-» lo sguardo mi si perde alle sue spalle, metto a fuoco una figura in smoking nero, alta, non appena gira la testa i miei timori vengono confermati. Jack.

Ok. Mantieni la calma e respira. Devi solo parlarci. Devi solo affrontarlo.

Ma perché ora che ho la consapevolezza di essere attratta da lui mi faccio tanti problemi? Non mi pare di averne mai avuti con Sam. O almeno, non fino a questo punto.

Inspiro profondamente. No. Non deve cambiare nulla. Io sono io, sono sempre la solità ragazza. Non comincierò di certo a farmi problemi ora.

Supero Kandy incamminandomi verso al tavolo, decisa.

Poi mi giro indietro verso di lei, «quello che siamo dette rimane tra di noi.»

Dopo il suo cenno di assenso, mi rigiro decisa e mi dirigo verso il mio posto, al tavolo.

Sarà una serata divertente, penso ironica.

 

 

 

  
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