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Autore: Akeryana    13/10/2014    7 recensioni
[Ispirato al film di Peter Pan]
Una stupenda fanciulla, Violetta Castillo, ogni sera racconta ai suoi fratelli minori, Diego e Maxi, le storie di Peter Pan. Ma lei stranamente lo chiama Leon Vergas.
***
< Tu chi sei? >
< Sono Leon Vergas ma nelle storie vengo conosciuto come Peter Pan >
< Ma cosa ci fai qui? Nella mia camera >
< Voglio portarti con me nel’isola che non c’è > le prende la mano, la fa affacciare alla finestra e indica il cielo < Seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino >
***
Paring: Leonetta, Diecesca, Naxi e CamillaxSeba.
Spero di avervi incuriosito. Un beso.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Violetta
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un bacio nascosto

 
Tutti i ragazzi diventano grandi
Tranne uno
 
Nella città di Buenos Aires una fanciulla di nome Violetta stava raccontando ai suoi fratellini, Diego e Maxi, la storia di "Cenerentola".
Intanto tra i tetti di Buenos Aires volava leggiadro un ragazzo seguito da una fatina.
<<  Cenerentola volò fino al ballo e vestita in modo poco adeguato iniziò a combattere contro i pirati  >>   raccontò la ragazza non sapendo che alla finestra c'era un ragazzo che la stava ascoltando. I suoi fratelli erano seduti di fronte a lei, ad ogni suo passo loro indietreggiavano.   <<  Tra i pirati c'erano Luke Jones, con il corpo pieno di tatuaggi, Broke Wilson, con le mani al contrario e...Uncino  >>   al sentire il suo nome i due rabbrividirono e Violetta con il dito formò un uncino.  <<  Con gli occhi blu come "Non ti scordar di me", tranne quando ti sbudellava e i suoi occhi diventavano rossi  >> 
Diego e Maxi si alzarono e indossarono i loro abiti da pirati.
Violetta era una ragazza di sedici anni, adorava raccontare le storie sui pirati ma soprattutto quelle di Peter Pan, anche se lei lo chiamava Leon Verags. Non sapeva come mai, ma il suo cuore le diceva che il suo vero nome era Leon.
Aveva i capelli castano chiaro, che le arrivavano fino al seno e che terminavano con dei boccoli. Aveva gli occhi nocciola e la pelle chiara come la neve.
Indossava una camicia da notte di seta rosa pallido, mentre sopra, per raccontare le sue storie, indossava sempre una gonna nera lunga da una parte e corta dall'altra e una giacca nera con i bottoni dorati.
Diego prese la sua spada giocattolo e la puntò contro la sorellona  <<  "Ragazzina" disse Uncino "Sono qui per la vostra scarpetta"    >> 
Diego era il secondo figlio, aveva quindici anni, anche se ne dimostrava di più,  e come la sorella aveva la passione per le storie di pirati. Aveva i capelli castano chiaro con il ciuffo un po’ alzato. Aveva gli occhi castani e la pelle più abbronzata rispetto a quella della sorella.
Indossava una maglia nera e un pantalone leggero blu scuro e quando giocava a fare il pirata indossa un cappello triangolare nero con al centro un teschio dorato, una giacca rossa con i bottoni bianchi e usava una spada giocattolo.
<<  Chi siete voi per parlarmi in questo modo e per chiamarmi ragazzina?  >>   chiese interpretando il suo personaggio, prese la sua spada e iniziò a combattere con il fratello.
<<  Dopo cos'è successo?  >>   chiese Maxi euforico per la storia.
Maxi era il più piccolo dei tre fratelli, aveva quattordici anni e si era fatto influenzare dai due fratelli per le storie. Aveva i capelli castani come i fratelli, tranne che i suoi erano ricci. Aveva gli occhi castani come il fratello e la pelle chiara come la sorella.
Indossava una canotta bianca e dei pantaloni grigi, ma al momento delle storie indossava una benda nera sull’occhio e una cintura, anche essa nera, che teneva la sua spada giocattolo.
Appena la fatina si avvicinò al viso del ragazzo, che era fuori e che li stava spiando, Nana lo poté vedere meglio e iniziò ad abbagliargli contro.
Nana era la loro tata, ma non era una tata qualunque infatti era un San Bernardo con una cuffia in testa.
I tre ragazzi andarono alla finestra e si affacciarono, ma non videro nulla. Dopo pochi giorni se ne dimenticarono, essendo che quello che preoccupa un adulto non potrà mai preoccupare un ragazzo.
***
La famiglia Castillo era una famiglia felice e piena d’amore.
Il padre, German Castillo, era un bancario. Non era molto socievole ma era anche severo e amorevole, quando voleva.
La madre, Maria Castillo, era la donna più bella di tutta Buenos Aires, dalle sue labbra uscivano solo frasi dolci e proprio sul labbro inferiore, nascosto nell’angolo destro c’era…”un bacio”.
Violetta non riusciva a vederlo, eppure era lì.
E non potevano mancare le visite della zia Jade, una donna a cui importava solamente quello a cui pensava la gente. Infatti era convinta che avere un cane come tata sminuisse la famiglia, ma a loro andava bene così.
<<  Violetta raccontaci una storia  >>  la supplicarono i ragazzi seduti sul divano, la zia era seduta sulla poltrona cremisi al centro del salone, mentre German e Maria erano al piano.
<<  Zia voglio raccontarti la storia di…Leon Vergas  >>  a sentire quel nome German rizzò le orecchie. Molte volte aveva sentito che Vilu raccontava di lui.
<<   Ma chi è?  >>  chiese la zia confusa.
<<  Lei lo chiama Leon, ma tutti noi lo conosciamo come “Peter Pan”   >>   spiega Maxi euforico, Peter o ,come lo chiamava la sorella, Leon era il suo idolo. Quante notti aveva passato a sognare di volare con lui fino all’isola che non c’è.
<<  Ma tu come mai lo chiami Leon?  >>  chiese German.
<<  Perché è stato lui a dirmelo, in un sogno  >>  spiegò Vilu.  <<  Sai zia da grande scriverò un libro sulle mie avventure  >> 
<<  Che avventure?  >>   chiese Jade.
<<  Quelle che vivrò  >>  
<<  Ma mia cara è molto difficile dare in moglie una romanziera  >>   ribatté la zia.
<<  Moglie?  >>  ripeté confusa la fanciulla.
<<  Moglie?  >>  ripeté German.
<<  Moglie?  >>  ripeterono i due fratelli guardandosi confusi.
<<  Ma aspettate…cos’è quello? Vilu avvicinati  >>  gli ordinò la donna e la fanciulla obbedì.  <<  Oh è come pensavo. Non lo vedete? Proprio lì nascosto nell’angolo destro…non è un bacio?  >>  la fanciulla indietreggiò toccandosi il punto dove doveva esserci il “bacio” mentre i genitori si alzarono per guardarla meglio.
<<   Come il bacio della mamma?  >>  chiese Diego e la donna si toccò le labbra.
<<  La mia Violetta una donna!  >>  affermò con le lacrime agli occhi il padre.
<<  Non ancora. Vilu adesso vivrai l’avventura più bella di tutte  >>   ribatté la zia alzandosi e andando di fronte la nipote.
<<   Cioè?  >> 
<<  Trovare a chi appartiene il bacio  >> 
***
<<  Se vilu vuole diventare una donna deve passare più tempo con me e meno con i suoi fratelli. Deve andarsene da quella stanza  >>  affermò la zia.
Avevano fatto uscire i ragazzi per parlare seriamente, ma non sapevano che li stavano spiando dal corridoio e non erano contenti delle loro decisioni.
***
Quella sera Violetta si sentì toccare le labbra, aprì gli occhi di scatto facendo sobbalzare il ragazzo di fronte a lei che volò fino al soffitto. Nana iniziò ad abbaiare mentre Vilu, nel tentativo di alzarsi il prima possibile cadde a terra e le coperte la ricoprirono da testa a piedi non facendolo vedere più nulla.
Il ragazzo volò fuori dalla finestra, ma la finestra si chiuse prima che la sua ombra potesse uscire e lui sbatté nuovamente contro la finestra, dopo aumentò la velocità e la potenza del volo per liberarsi e ci riuscì, ma la sua ombra restò lì e la tata continuò ad abbagliargli. Però Vilu, dopo essersi liberata, prese una candela dal cassetto e corse nel giardino. Ma non c’era traccia di un cadavere.
***
Quella mattina a scuola Violetta disegnò nel suo quaderno l'immagine di lei nel suo letto e del ragazzo che vola sopra di lei. Ma per sua sfortuna la professoressa la vide e scrisse una lettera a suo padre con dei rimproveri troppo severi per sino per lei. Diede la lettere ad un ragazzo.
***
Violetta camminava come se stesse andando al patibolo, quando...il destino.
Le passò davanti il ragazzo che doveva consegnare la lettera in bici, lei lo iniziò ad inseguire e di conseguenza dietro di lei iniziarono a seguirla Nana, Diego e Maxi.
Appena entrati nella banca, c'era German che tentava di parlare con dei suoi colleghi, il pavimento si rivelò troppo scivolo per Nana che scivolò e travolse, prima Violetta, poi il ragazzo e dopo come dei birilli i bancari, tra questi German.
***
<<   Sono stato umiliato  >>   gridò infuriato come mai German trascinando fuori Nana e attaccandola alla catena.
<<  German abbassa la voce, i vicini sentono  >>  lo rimproverò Jade.
<<   Che sentano! Che tutto il mondo senta!  >>  continuò a strillare indicando poi la tata  <<  Questa non è una tata...questo è un cane  >>  disse abbassando la voce per poi togliere la cuffia al cane.
***
Maria e German quella sera dovevano andare ad una festa, stava nevicando e la povera Nana era ancora fuori, la donna stava dando la buona notte ai suoi figli.
<<  Mamma, papà non può cavarsela da solo?  >>  chiese Diego sotto le coperte mentre la donna stava dando una bacio sulla fronte a Maxi.
<<   Da solo?  >>  ridacchiò la donna  mentre andava a dare il bacio sulla fronte a Diego  <<  Vostro padre è molto coraggioso ma ha bisogno di un pò d'aiuto  >> 
<<   Papà coraggioso?  >>  chiese con poca convinzione Violetta.
<<  Certo, ci sono modi e modi di essere coraggiosi  >>   disse dando il bacio anche all'unica figlia femmina.  <<  Sapete vostro padre per la sua famiglia ha dovuto posare dei sogni e li ha messi in un cassetto. Spesso io e lui riapriamo quel cassetto ma il difficile è richiuderlo e vostro padre lo riesce sempre a fare, ecco perché è coraggioso  >> 
***
I due Castillo uscirono dirigendosi alla festa non sapendo di essere osservati dallo stesso ragazzo della notte scorsa. Il ragazzo si diresse alla finestra volteggiando nel cielo, l'aprì e prima entrò la fatina cercando l'ombra di lui che aspettava all'impiede sull'orlo della finestra.
 
 
 
Nota autore: Salve a tutti. Eccomi tornata a tormentavi con una nuova storia. Cosa ne pensate? Secondo voi chi sarà Capitan Uncino? Ditemi cosa ne pensate della storia. Un beso.
  
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