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Autore: blackings    13/10/2014    2 recensioni
Dal capitolo 8:
«Scorpius, sconvolto dal racconto, non sapeva che fare: non aveva mai visto il padre così apparentemente fragile e impotente, e penava per lui come per le ragazze.
“Cosa possiamo fare?” chiese quando l’uomo si fu ripreso e, rindossata la sua maschera di padre autorevole e imperturbabile Malfoy, si andò a versare il terzo cicchetto di whisky.
“Non possiamo fare nulla, Scorpius”
“Ma ci dev’essere qualcosa che risolva tutto! Padre, dovete aiutarle! Dobbiamo aiutarle!” gridò scattando in piedi e afferrando il braccio del padre. Draco, sconvolto, gli tirò uno schiaffò in pieno viso, facendolo retrocedere. Il ragazzo stava quasi per barcollare e cadere a terra, quando il padre lo afferrò e lo strinse a sé. Che cosa stava facendo? Allontanava persino suo figlio, che gli chiedeva aiuto non per sé, ma per le sue sorelle? L’immagine di una Hermione Granger torturata gli attraversò la mente, e non riuscì a reprimere le lacrime. Reprimeva persino suo figlio, pur sapendo che presto gli sarebbe rimasto solo lui.»
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 3: Di sirene e sveglie notturne
 
“Creature affascinanti, le sirene” commentò il professor Hagrid alla lezione di Cura delle creature magiche con il sesto anno. Gli studenti, assonnati, presenziavano, chi con più chi con meno voglia, alla lezione, sulle sponde del Lago Nero “Sono capaci di ucciderti nel giro di pochi minuti, e di una morte assolutamente agonizzante”. Un paio di Serpeverde ridacchiarono: da quando lo zoticone si abbandonava a riflessioni romantiche su creature normali? “Come ben sapete, le sirene escono a largo solo quando la luna è piena, ma non sono parenti stretti dei licantropi, state tranquilli. L’origine di questo maleficio è da ricercarsi in tempi molto antichi. Nell’antica Grecia si credeva che la Luna fosse abitata da un dio altezzoso e dispotico che voleva tutto per sé. Beh, si dice che questo dio si fosse innamorato di tre ragazze di una bellezza eterea e sovrumana, e che queste, non volendo sottomettersi alla sua volontà, furono maledette: il dio le costrinse al mare e condannò loro e la loro stirpe a salire in superficie ed ammirarlo a ogni notte di luna piena. Ora, la ragione per cui le sirene salgono in superficie cantando in modo ammaliato non è tanto il loro essere di sirene stesse, quanto la loro bellezza. Le sirene sono state condannate dalla loro stessa bellezza.”
“Balle!” esclamò Alex Zabini fissando la superficie del Lago Nero come ammaliato e avvicinandosi come fosse in trance. Rubeus Hagrid ebbe appena il tempo di afferrarlo per il bavero del mantello che una testa di una sirena scontenta emerse per poi rituffarsi nel fondo degli abissi.
“Ora, ragazzi, dovete sapere che nelle ore che precedono il plenilunio l’attività marina è piuttosto movimentata: le creature degli abissi sono capaci, anche se non ancora all’apice della loro forza, di trascinarvi nel fondo del Lago e tenervi lì fin quando non siete completamente morti affogati. Non hanno ancora la forza di uccidervi loro stesse, ma aspettano il momento in cui siete già belli e finiti per divorarvi”
“Hagrid, basta, la prego, sembra un racconto horror da quattro soldi” inveì Nicholas Howl, Serpeverde.
“Vorrei tanto che lo fosse, Howl, lo vorrei tanto: ma sai, con queste birbone non si può proprio scherzare, no no, e il mio compito è quello di assicurarmi che nessuno di voi inciampi mai in una di queste bellezze”
 
“È una mia impressione o siete rimaste turbate dalla lezione di Hagrid, ragazze?” chiese James mentre addentava una coscia di pollo.
“Non proprio, James, non proprio: stiamo solamente tentando di capire com’è che la bellezza possa diventare una maledizione” rispose Rose.
“Bah, secondo me sono balle, l’ho detto a Hagrid quando ce l’ha spiegato, l’anno scorso, leggende per spaventare i superstiziosi”
“E lui che ti ha risposto?”
“-Sei tale e quale a tuo padre, James: una grandissima testa di calderone!”
“Non dovresti prendere in giro Hagrid, James: papà non sarebbe contento” lo riprese Lily bevendo del succo di zucca.
“Andiamo, Lil, scherzo! Nemmeno papà, né mamma, né zio Ron né zia Hermione hanno mai condiviso a pieno le idee di Hagrid”
“Tu cala la cresta comunque” tagliò corto Lily Luna Potter, alzandosi dal tavolo insieme alla cugina.
“Merlino, quant’è bella…” sbavò Sean Green appena le ragazze si furono allontanate, ricevendo una gomitata violenta e un “Non ci pensare nemmeno” da James.
 
Verso mezzanotte la luna piena era alta e illuminava il lago, i suoi raggi argentei che si riflettevano sulla superficie scura dell’acqua fredda. Scorpius Malfoy, come da sua abitudine, camminava lanciando sassolini nell’acqua, ripensando alle parole intimatrici del padre, e alla bellezza della mozzafiato Rose Weasley. Merlino, quanto gli piaceva. Ma non si sarebbe mai dichiarato, mai: in fondo, lei era una Weasley, una traditrice del suo sangue! Quante volte aveva sentito suo padre sussurrarlo a sua madre, quasi vergognandosi: cosa non sapeva del passato dei suoi genitori? Conosceva le dinamiche della guerra magica, a grandi linee, del fatto che la sua famiglia si era sempre schierata con Voldemort. Sapeva che suo padre era tormentato dai fantasmi di un passato troppo cattivo per essere raccontato, ma non sapeva che cosa nascondesse. Perché non volesse che lui avesse degli amici. Perché era così geloso di Agnes. Cosa c’era sotto? Mentre era tormentato da questi pensieri, un canto ammaliante gli fece rizzare il capo: realizzò cosa volesse dire che fosse sulla riva del Lago Nero in una notte di luna piena, ma non venne attratto dall’acqua, né spaventato. Una visione attirò la sua attenzione.
Rose Weasley.
Rose Weasley e Lily Luna Potter.
Rose Weasley, Lily Luna Potter e Agnes Narcissa Malfoy.
Rose Weasley, Lily Luna Potter e Agnes Narcissa Malfoy camminavano fluttuando nelle loro camicie da notte candide, come fantasmi, verso il Lago. Quando entrarono nel fascio di luce lunare aprirono gli occhi di scatto e si voltarono, in trance, verso l’acqua. Rose, prima del drappello, cominciò a intonare una cantilena, e così le fecero eco le altre. Scorpius la guardava stupito e un po’ spaventato, quando notò che le ragazze erano ormai giunte sulla riva e i loro piedi erano ormai immersi nell’acqua. La superficie del Lago si increspò, e una mano squamosa ne uscì, avvicinandosi alla caviglia di Rose. Per Scorpius fu un attimo: scattò in piedi brandendo la bacchetta e si diresse in direzione delle ragazze. “Stupeficium” gridò, e la mano venne schiantata, insieme al corpo a cui apparteneva, dall’altro lato del Lago. Rose, Lily e Agnes erano ancora immobili sulla riva, come se non fossero presenti. Scorpius le afferrò e, trascinandole lontano dall’acqua, dove si stava scatenando una battaglia contro lo stesso Malfoy per aver colpito la loro sorella, fin quando non furono al sicuro tra le mura del castello. Lì l’incantesimo, come se fosse comandato da un interruttore, svanì.
“C-cosa succede?” chiese Rose stropicciandosi gli occhi.
“A saperlo…” rispose Scorpius passandosi una mano tra i capelli per il nervosismo.
“Ho tanto freddo…” continuò Agnes accovacciandosi per terra con le ginocchia al petto. Scorpius volò al suo fianco stringendola per riscaldarla “Scor, che cosa è successo?” chiese la giovane Malfoy in un sussurro.
“Non lo so. Ero sul Lago e vi ho viste arrivate. Eravate come in trance”
“In trance?” chiese Lily stupita, la sua sicurezza scalfita da un muto terrore che l’incantesimo le aveva lasciato addosso.
“Proprio così. Avete anche cantato”
“Cosa?” esclamò Rose sgranando gli occhi.
“Già: voi e le sirene”
“È impossibile” disse Agnes.
“Dobbiamo parlare con la McGrannit” continuò Lily.
“No. Non ci crederebbe mai” concluse Rose.
“Conosco io l’unica persona che ne sa più della McGrannit in fatto di magia oscura”
“Chi, Scor?”
“Nostro padre, Agnes”. 
   
 
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