Dalla
stessa parte
Capitolo 1: Ti voglio
bene
<<
Dai socio facciamola finita >>
Forza Semir premi quel grilletto, non mi farai troppo male, al massimo avrò un
bel livido ma dobbiamo salvare Andrea e le bambine, muoviti!
<< Mi dispiace Ben >>
Nell'aria riecheggiano due colpi di pistola e nello stesso momento scoppiano le
due sacche sul mio petto. Cadere di schiena a peso morto sull'asfalto non é
proprio così piacevole. Il contraccolpo arriva e rimango qualche secondo senza
fiato. Devo aver perso per un attimo il controllo del mio corpo, non mi sono
reso conto della Kruger vicino a me fino a che non sento le sue dita sul collo.
Sono morto.
Per finta, ma sono morto.
Spero davvero che sia sembrato reale perché non abbiamo un'altra possibilità da
giocarci.
Qualcuno sta piangendo? Jenny forse? Non le avranno detto niente.
<< Jenny venga via, non c'è più niente da fare ormai...>>
<< Ben....B-Ben....perché ? Capo non è giusto, non può finire in questo
modo...>> Così mi fa male però, per favore ditele qualcosa.
Quando
tutta questa storia sarà finita potrebbe uccidermi!
Ok,
Ben non è divertente.
Porca miseria non ho avvistato neanche Julia e papà: speriamo che non abbiano
visto il notiziario. Potevo pensarci prima, certo se avessi avuto il tempo..
Gli elicotteri se ne vanno. Forse tra poco mi portano via. Dobbiamo organizzare
l'operazione, devo parlare con Semir.
Non useranno una bara per trasportarmi, vero? Ho brutti ricordi dell'esperienza
passata.
Qualcuno sta scattando foto alla scena, giusto per non destare sospetti.
Jenny deve essere andata via, non la sento più. C'è ancora il capo, sta
parlando ma non riesco a capire con chi. Sento una persona avvicinarsi, è
davvero difficile frenare i miei istinti e rimanere ad occhi chiusi.
<< Hei Ben adesso andiamo >>
Hartmut.
Mi accarezza la testa con delicatezza; la mano coperta da un guanto. La sua
voce sembra quasi disperata, probabilmente non è solo e ci sta reggendo il
gioco, astuto il ragazzo: mi ha avvisato sul da farsi senza farsi scoprire, il
nostro Einstein è pure attore.
<< Ragazzo mi dispiace davvero tanto! >> ho ragione: ha compagnia;
Tom il collega del laboratorio è con lui << Non posso credere che Semir
abbia fatto una cosa del genere. Povero Jager era un così caro ragazzo. Se vuoi
penso io ad accompagnare la salma all’obitorio >>
<< Grazie, lo apprezzo. Ma preferirei pensarci di persona..Lo devo a
Ben....per favore..>>
<< Ok, nessun problema. >>
Ci siamo. Mi afferrano e mi sistemano sulla barella, mi coprono con un lenzuolo
e ci avviamo verso il palazzo per prendere l'ascensore.
<< Hartmut aspetti, vengo con lei>> la Kruger, che donna! Senza di
lei questa volta non so come sarebbe andata a finire. Le devo una birra.
Oddio il pensiero di uscire con lei mi piace anche...
Per la miseria Ben concentrati, non è il momento!
Ok siamo dentro l'ascensore. Solo noi tre. Posso muovermi.
<< Jager tutto bene?>>
<< Si sto bene.. Semir ?>>
<< Al distretto in attesa di essere interrogato, abbiamo un'ora prima che
l'anticrimine lo porti in prigione con l'accusa di omicidio. >>
<< Quanti sono a conoscenza della messa in scena? >>
<< Al momento noi tre più Semir. Appena verrà trasferito in carcere dovrò
avvertire il direttore della struttura >>
<< Perfetto>>
<< Ben questi sono per cambiarti >> Hartmut mi passa una tuta della
polizia. Mi cambio velocemente nell'ascensore. Ammetto che in un'altra
occasione trovarsi in mutande con il commissario in uno spazio così stretto
sarebbe stato divertente ed imbarazzante, oggi no.
<< L'accoppiatore di frequenze? >>
<< In macchina >>
<< Grazie Einstein.. >>
<< Dovere >>
Sulla barella è stata sistemata una bambola gonfiabile con il mio giubbotto. Io
e la Kruger scendiamo al primo piano, in modo da percorrere le scale di
emergenza ed evitare l'uscita nel pieno centro di Colonia.
<< Ah Hartmut parla con Jenny..>> gli dico prima che le porte
dell'ascensore si richiudono. Quella povera ragazza deve stare da cani.
In questo momento Kim Kruger alla guida è peggio di Semir in pieno
inseguimento! Credo che il tempo di arrivo al distretto possa essere annotato
come Guinness World Record.
Parcheggia direttamente nel deposito, così che possa arrivare da Semir senza
passare dall'ingresso principale. Forse il comando è ancora sotto controllo,
meglio non rischiare niente.
Nella stanza attigua alla sala interrogatori c'è solo Diter; è un fortuna, di
lui mi posso fidare.
<< Diter >>
Si volta di scatto riconoscendo la voce all'istante. Ha gli occhi rossi dal
pianto ed io mi sento tremendamente in colpa. Questa storia deve finire. Ha
causato troppo dolore, adesso basta.
<< Sto impazzendo, vedo fantasmi >>
Mi avvicino e gli tocco un braccio << Diter sono io, davvero. Nessun
fantasma, è stata tutta finzione per salvare Andrea, le bambine e Semir. Scusa
se non ti abbiamo avvisato, mi dispiace, davvero, ma..>>
Non mi lascia finire la frase e mi abbraccia stretto.
<< Ben sei vivo! >>
Quasi mi soffoca..
<< Fino a dieci secondi fa si..Diter puoi lasciarmi? Così mi togli il
respiro>>
<< Si, scusa..è solo...sono contento!>>
<< Lo so, grazie..Adesso però ascoltami: devo assolutamente parlare
con Semir prima dell’arrivo della omicidi, ma devi spegnere telecamere,
microfono e qualsiasi altro apparecchio che possa registrare suoni o
immagini.>>
<< Fatto >> mi dice dopo aver premuto su un paio di interruttori.
<< Non far avvicinare nessuno, tranne che il capo >>
<< Ricevuto >>
<< Ah e tu non mi hai visto >>
Mi sorride e si allontana, prendendo posto in corridoio.
In questo momento mi sento un po' ladro in casa mia. Faccio un bel respiro e,
senza fare troppa confusione, entro nella sala interrogatori. Semir è seduto al
tavolo con la testa fra le mani. Sembra invecchiato in un solo giorno. Posso
solo immaginare in minima parte come si è sentito in queste ore e come si sente
tutt'ora. Non alza nemmeno lo sguardo, immerso nei suoi pensieri, forse non mi
ha nemmeno sentito.
<< Hei socio.. >>
La mia voce lo scuote ed in un nano secondo è davanti a me.
<< Oddio Ben finalmente >>
Mi attira a se in un abbraccio.
<< Amico mio.. Ti sono debitore >>
Rimango in silenzio. Vorrei dirgli tante cose.. Un ti voglio bene non avrebbe
di certo stonato, ma tutte le parole muoiono in gola. I suoi occhi lucidi prima
di spararmi hanno già detto tutto, come anche i miei in questo momento: non c'è
bisogno di tanti discorsi. Questa è la mia famiglia. Gli accarezzo la schiena
<< Adesso riportiamo a casa le tue donne >>.
Ciao a tutti!
Eccomi qua a scrivere la mia prima fan fiction su Cobra 11. E’ tanto che volevo
tirare giù qualcosa ma non riuscivo mai a trovare l’ispirazione giusta. Rivedendo
qualche sera fa la puntata “Uno contro l’altro” l’ho trovata fantastica come la
prima volta che. Una tra le mie puntate preferite in tutta la storia di Cobra.
Mi piace perché c’è tutto: azione, adrenalina, suspance, amicizia e
preoccupazione. La trovo come l’episodio che al meglio rappresenta quello che è
il rapporto tra Ben e Semir. Così è nata l’idea di raccontare la scena della
sparatoria proprio dal punto di vista di Ben, quello che è successo prima del
lieto fine e soprattutto quelli che sono stati i pensieri e le emozioni del
giovane ispettore. Non so se sono riuscita ad esprimere al meglio questo
aspetto, spero che la lettura non risulti pesante e troppo confusionaria, la
mia intenzione era quella di dare il senso di pensieri a raffica. Comunque non
sarà una fan fiction molto lunga: due o tre capitoli.
Vi ringrazio per esservi
fermati a leggere la storia e un grazie in anticipo se deciderete di lasciare
traccia del vostro passaggio.
Un abbraccio
Tinta87