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Autore: Rosalia100689    14/10/2014    1 recensioni
Il legionario Ottavio Sestio Lucullino è un cittadino romano di antica stirpe. Durante i quattro anni di leva obbligatoria (che trascorre tra Britannia e Gallia), il suo pensiero corre spesso a lei: Lidia, serva nella domus di suo padre con cui il giovane è cresciuto e per la quale farebbe di tutto.
La ragazza nasconde però un dolce segreto: Ottavio lo scoprirà solo dopo esser tornato a Roma, mentre ben due tragedie nel volgere di poco tempo incomberanno sui protagonisti… Sullo sfondo di un Impero Romano in piena espansione, antichissimo eppure sorprendentemente simile al mondo moderno, vi presento la mia nuova storia; spero sia apprezzata con tanti commenti!:-)
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità greco/romana
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Note: Vorrei ringraziare la mia best Luce_Della_Sera per il commento al primo capitolo, e naturalmente tutti i lettori.
Vorrei fornirvi ancora qualche termine per comprendere meglio quanto vi apprestate a leggere:
Hispania = Spagna
Aureo = moneta del valore di 100 sesterzi (dove un sesterzio valeva 1300 Lire, circa 0.65 €)
Cubicolo = stanza da letto

I termini precedenti, se non specificati nelle note, li ritroverete nei capitoli già scritti.

 

 
Capitolo 2, parte 1 <> Lidia e Lucilla
Roma, februarius.

“Ottavio Sestio Lucullino a Marco Sestio Lucullino.
Ave, fratello.
La traversata del famigerato braccio di mare tra Britannia e Gallia è durato solo due giorni; sono in buona salute e in dolce compagnia.
Non farti strane idee: Gwendolyn è una lupa che ho salvato da un incendio a Londinium. L’ho comprata e l’ho portata con me in Gallia solo per darle modo di proseguire la sua vita da persona libera,quando riuscirò a trvovare del tempo da dedicarle.
Non dire a Lidia di questa novità transitoria, quando ti arriverà questo dispaccio non ricorderò più neanche il suo nome.
Ave atque vale, porgi i miei affettuosi a tutta la famiglia.
Tuo,
Ottavio”

 
Non appena ebbe finito di leggere, Lucilla Ginevra pensò a quel figlio lontano, nelle legioni del Nord; Lidia era il suo pensiero fisso. Lo era sempre stata, sin da quando bambini giocavano assieme nella grande domus dei Sestii, alle pendici del Monte Campidoglio.
Sebbene quella ragazza fosse solo una serva, aveva dimostrato in più occasioni di tenere molto sia ad Ottavio che a tutta la sua familia, in senso allargato e molto romano di servi e padroni conviventi in una stessa casa.
Qualora il ragazzo fosse tornato sano e salvo, ed avesse seriamente presentato il vivo desiderio di sposarla, sua madre avrebbe fatto di tutto affinché suo marito affrancasse Lidia: non voleva certo che i suoi eventuali nipoti nascessero schiavi…
Dei lievi colpi alla porta, riscossero la sensibile matrona dai suoi rosei pensieri
:- Entra pure, cara!- disse poi, rivolgendosi proprio a Lidia, che quel giorno apparve nella sua stanza accompagnata da sua madre e sua sorella, come ogni volta che dalle legioni arrivava una lettera: le tre serve addette alla cura della domina, pur senza poterle domandar nulla, si sentirono però lo stesso rispondere alle loro mute domande, pochi istanti dopo
:- Ottavio sta bene, grazie. Tra un anno, anche Marco dovrà partire e spero si trovi altrettanto bene, capitando in una terra già romanizzata da tempo; l’altro mio figlio, come vi è noto, si è ormai trasferito in Hispania con sua moglie anni fa, continuando la carriera militare, ed hanno già due bambini.-
Le tre donne si felicitarono con Lucilla, ma lei si guardò bene dal riferire anche la storia di Gwendolyn; sapeva di potersi fidare di suo figlio, l’avrebbe dimenticata in fretta dopo averle restituito la libertà, e magari anche donato qualche aureo e un nome da poter usare come garanzia per una nuova vita, lontana dal lupanare.
Una volta vestita e pettinata la domina, Amanda e Stazia, sorella e madre di Lidia, vennero congedate con rispetto, mentre la ragazza ricevette ordine di restare ancor qualche attimo.
:- Sì, domina?- chiese a quel punto, curiosa di quella richiesta insolita.
Incerta su come iniziare quel delicato discorso, la matrona fece accomodare l’ancella su uno sgabello presente nella stanza, poi finalmente parlò
:- Ecco, mi è giunta voce che tu…-
Capendo finalmente il motivo per cui Lucilla l’avesse fatta restare più a lungo, Lidia rispose con un grande sorriso di gioia
:- Le voci dicono il vero, domina. E’ successo la primavera scorsa, e da allora sono più serena ed in pace con me stessa; ma ti prego, non una parola con Ottavio: tornerà tra due anni, e non vorrei si facesse un’idea sbagliata della faccenda già ora…-
Avendo ricevuto subito le risposte che cercava, Lucilla la congedò dunque con un sorriso, ma non appena la seva si fu chiusa la porta alle spalle, l’avvolse un gran senso di freddo; suo figlio non ne avrebbe dovuto più saper nulla di quella faccenda. Per il bene di Lidia e dell’intera familia, avrebbe detto a Marco di non scrivere più nulla al fratello riguardo le gravi condizioni in cui la sua spasimante versava da tempo…
A detta della domina, poi, parlare di gravi condizioni era riduttivo: le condizioni della giovane, potevano dirsi addirittura disperate!
  
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