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Autore: sakura18    16/10/2014    1 recensioni
dopo la morte della madre in un incidente stradale, rosy va a vivere dal padre in montagna a caponotte. un paesino in mezzo al bosco. una nuova scuola. una nuova vita. nuovi amici. era tutto troppo perfetto fin chè all'ora di arte rosy disegnò un ragazzo che non aveva mai visto. questo ragazzo si chiama sakurai hiroki. la sua vita cambiò. qualcuno cerca di ucciderla.
questa è una storia di vampiri, licantropi e angeli una lotta eterna tra bene e male. chi vincerà?
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ecco qui la seconda parte!
 

   -hey, HEY! ascoltate un attimo tutti- avevo la completa attenzione di ognuno di loro. Iniziai a raccontare.
   -Luna, ricordi quella volta che ti ho raccontato il sogno? Ne ho fatto un altro- lei annuì e fece un espressione più concentrata. bhè.. mi è venuta in sogno mia madre. Mi ha raccontato alcune cose, tipo che ho ereditato dei poteri angelici, mi ha detto del sangue dei licantropi che è più potente di quello degli angeli e che i vampiri stanno uccidendo degli angeli per venirci a uccidere- nessuna reazione. Staranno valutando mentalmente se ero letteralmente impazzita per via della stanchezza o stessi dicendo la verità. Mentre loro pensavano, una figura catturò la mia attenzione. Non vorrà venire qui spero! Infatti, venne verso di noi con quel suo passo da macho.
   -oh! Ecco la mia ragazza preferita insieme ai suoi amici! Ah, ce né uno nuovo, ciao!- Mattia rimase immobile, ma alla fine, titubante, strinse la mano di Fabio. Era sempre il solito, anche dopo quella chiacchierata non era cambiato per niente. -di cosa parlavate? Avete una faccia.      - nessuno rispose. Che sollievo, non volevo che Fabio venga a sapere di questo. Ma poi Luna…
   -io penso che dici la verità. Dobbiamo prepararci alla guerra e uccidere quei vampiri- la guardammo tutti, Fabio rimase a bocca aperta, mi nascosi il viso tra le mani. Ora mi prenderà in giro, scoppierà a ridere, qualcosa farà. Non fece niente, la serietà si impadronì di lui.
   -ci sarà una guerra. Sì. E molto presto direi.- lo guardai con occhi sgranati, come faceva a saperlo? Solo noi ne eravamo a conoscenza. Lui incrociò il mio sguardo e mi diede un buffetto. -l’ho sognato. Ho sognato una guerra, si mette male ragazzi. Diventano ogni giorno più forti. Dobbiamo darci sotto con gli allenamenti- lo aveva sognato? Avrà i miei stessi poteri? Però aveva ragione, dovevamo allenarci molto di più. -inizieremo domani notte- 
 
   Al buio, in mezzo al bosco con la neve, iniziammo l’addestramento. Dovevo ammettere che Fabio era davvero bravo, ma molto severo.
   “voglio che lottiate tra di voi facendo sul serio. Questo non è un normale addestramento con Marco, questo è l’addestramento prima della battaglia. Mordete, rompetevi le ossa, fate finta che il giorno sia già arrivato. Chiaro? Non voglio morire per via di un vampiro. Ora iniziamo” eravamo tutti seduti in semicerchio con lui in mezzo che ci spiegava come dovevamo fare. A quanto pare aveva dietro le spalle un passato da leader. Appena ebbe finito, ci alzammo e decidemmo con chi combattere. Volevo lottare con Fabio, così lo scelsi. Lui fece una faccia soddisfatta. Lo sapevo perché sentivamo le nostre sensazioni, eravamo lupi quindi non facevamo molte espressioni, ma dai suoi pensieri potevo immaginare perfettamente la sua faccia soddisfatta e curiosa. E poi scodinzolava. Lo troverà sicuramente eccitante lottare contro di me. Gli farò vedere.
   Ci mettemmo uno davanti all’altro. Non lo avevo mai visto trasformato e… dovevo ammetterlo, aveva un manto meraviglioso. Il colore base era il nero. Poi aveva il contorno delle orecchie bionde, le punte del pelo dietro le zampe e attorno al collo sempre biondo, anche sotto la pancia e le punte della coda erano bionde. Sarà per via della tinta, ma gli stava davvero bene. Infine occhi giallo paglia. Se non avesse questo caratteraccio e non stavo con Hiroki mi sarebbe cominciato a piacere. Fabio chinò la testa di lato, aveva capito che lo osservavo e lo trovavo bello. Sentì subito le sue emozioni, meglio se non le ascolto e parto all’attacco.
   Scattai verso di lui e mi schivò, lo attaccai subito, senza aspettare un secondo. Questa volta non riuscì a schivarmi. Azzannai il suo collo senza mollare la presa. La seconda regola è: non mollare la presa. Pensando a questo, strinsi ancora di più per non rischiare di farmelo sfuggire. Lui uggiolò di dolore e cercò di staccarmi, senza successo. Provò a spingermi via con le zampe, ma non riuscì. Al secondo tentativo ce la fece, ma non mollai la presa e con me venne via un pezzo di collo. Urlò di dolore. E cominciò a colargli un sacco di sangue, per un attimo mi venne su un conato, ma lo ricacciai indietro. Lui furioso mi saldò addosso vendicandosi. Ma riuscì a non farmi mordere il collo, così lo feci arrabbiare ancora di più e gli fuoriuscì un ringhio spaventoso. Ma non mi feci intimorire. Così mi rialzai in un baleno e provai un secondo attacco, ma lui mi precedette e mi morse nel petto. Sentì i suoi denti entrare nella carne e il sangue uscire dalla ferita, ma non mi lamentai del dolore, non volevo dargli altre soddisfazioni. Provai a staccarlo, ma ovviamente anche lui seguiva le regole del combattimento, così gli presi la testa fra le mie fauci e strinsi. Restammo immobili così. Io in piedi con le zampe appoggiate sulla sua schiena e la sua testa tra i denti e lui a quattro zampe leggermente piegato mordendomi il petto. Faceva un male cane, ma dovevo resistere.
   “ti arrendi?” gli chiesi. Lui mi rispose con un ringhio.
   “devo ammettere che sei più forte di quel che mi immaginavo”
   “mi sono allenata duramente solo per questo” soffocò una risata.
   “pensavo che le nostre prime posizioni strane le avremmo provate a letto” dopo questo strinsi ancora più forte e sgorgò fuori altro sangue dai lati della sua testa. Anche in questo momento con il nostro sangue dappertutto era ancora capace di dire queste cose.
   “ti piacerebbe. Ora molla la presa” sentì che aveva leggermente allentato, ma poi si buttò per terra con me attaccata e mi fece cadere battendo forte la parte destra del corpo e dal dolore aprì la bocca. Grave errore, non dovevo farlo. Me lo ritrovai sopra di me in un batter d’occhio con ancora il sangue che gli colava dal collo e dai lati della testa.  Sapevo bene che cosa dirà ora. Si chinò ritrovandomi il suo muso fin troppo vicino al mio.
   “sei morta. Hai perso” andò verso gli altri lupi. Mi alzai e mi scrollai schizzando di qua e di là il sangue. La neve era diventata di un rosso scuro, era spaventosa. Le ferite cominciavano a curarsi e raggiunsi Fabio per ricominciare. Tra un combattimento e l’altro sentivo una presenza sopra agli alberi. Sapevo benissimo chi c’era e non mi entusiasmava per niente sapere che ci stava osservando. Mi aveva vista in un momento orribile, mi aveva già lasciata una volta pensando che i licantropi sono tutti dalla parte del diavolo, non volevo che lo rifaccia vedendomi adesso.
   Ci allenammo fino alle cinque di mattina. Dovevamo pur dormire qualche oretta. Ci radunammo ancora a semicerchio ascoltando Fabio.
   “beh.. per il nostro primo addestramento non è stato male. Avete obbedito a quello che vi avevo detto. Non pensavo che lo avreste fatto. Domani c’è la giornata libera, l’allenamento c’è domani sera dopo cena. Ora andiamocene a letto” lo seguimmo tutti, tranne io. Dovevo salutare qualcuno. Trotterellai dalla parte opposta alla scuola e dalla lotta. Mi fermai e sentì qualcuno atterrare sulla neve soffice dietro di me. Io rimasi girata, non volevo che vedesse il sangue, ormai secco, rimasto nel manto. Ma quello che fece mi sorprese. Si mise di financo a me e vidi spuntare il suo viso davanti al mio muso. Mi ricordava qualcuno che si nascondeva dietro a un muro e per spiare qualcuno tirava fuori solo la testa dal suo nascondiglio. Questo era quello che aveva fatto Hiroki. Ci guardammo, poi lui si mise davanti a me, anche da licantropo dovevo alzare lo sguardo per guardalo in faccia. Poi fece un'altra cosa che mi sorprese. Allungò una mano verso di me e mi accarezzò un guancia. Sorrise, sicuramente era un sorriso involontario.
   -hai un pelo davvero morbido.- continuò ad accarezzarmi. Poi tornò serio. -ho sempre desiderato un cane- piegai la testa di lato cercando di sembrare offesa. Lui scoppiò a ridere. -no! Non intendevo che devi essere il mio cane o qualsiasi cosa tu pensi, solo che fin da piccolo desideravo un cane, mi è solo venuto in mente questo. Devo dire che sei bellissima da umana e anche da licantropo. Hai il manto rosso come i tuoi capelli.- mi appoggiò la mano sulla testa, feci qualche passo avanti e mi appoggia a lui tendendo la testa all’in su per guardarlo e lui l’abbassò. Mi fece qualche carezza dietro al collo e mi baciò il naso. Per qualche strana ragione la mia coda cominciò a muoversi da sola. Io non volevo, ma lei faceva come gli pareva. Hiroki cominciò a ridere, si piegava in due dalle risate, io lo guardavo cercando di fargli capire che ero imbronciata, ma non credo che lo capisca. Quando finalmente smise di ridere prendendomi in giro si girò verso di me e mi abbracciò stringendo forte.
   -ho avuto una gran paura prima quando lottavi contro quel tizio, perdevi così tanto sangue. Non sapevo cosa fare. Quando ti aveva buttata a terra ho provato molta rabbia verso di lui, ma sapevo che non dovevo interferire, ma stare li a guardare mentre soffrivi è stato orribile. Meno male che ora stai bene. Però lascia che stia un po’ così- lasciai che mi abbracciasse ancora per un po’ come aveva chiesto lui. Poi dopo che abbia controllare che tutte le ferite si erano rimarginate mi accompagnò alla stanza -rimasi per tutto il tempo in sembianze di lupo, avevo dimenticato di mettermi i vestiti fatti dalle streghe- mi salutò ed entrai in camera.
   Trovai Luna seduta sul letto a gambe incrociate che mi aspettava, andai in bagno e ritornai in sembianze di un essere umano, indossai il pigiama e raggiunsi Luna. Mi tuffai sul letto e mi girai sul fianco.
   -dai, cosa vuoi dirmi- sapevo che voleva chiedermi qualcosa, sennò non si sarebbe messa seduta così e non mi avrebbe aspettata.
   -non devo chiederti niente- la guardai storto e lei capì. Tirò un sospiro e si stese come me.
   davvero ci sarà una guerra?- mi guardava con un espressione mista paura e speranza. Sperava che le dicessi che mi ero sbagliata, anzi, che ci eravamo sbagliati. Ma non potevo dirle una bugia.
   -sì- le si dipinse sul volto un’espressione di vero terrore e di tristezza. Avevamo paura, non sapevamo ancora come sarà questa guerra e quando succederà, ma di sicuro saremo pronti. Anche se eravamo terrorizzati.
   -ok, volevo solo una conferma.- lei mi sorrise e mi augurò la buonanotte. Mi girai dall’altra parte e con il pensiero che domani ci sarà la giornata libera, mi addormentai.
  
   Quando uscì dal cancello, mi sentì libera. Finalmente, oggi niente scuola, solo libertà. Annusai l’aria e mi incamminai fuori dal bosco. dovevo godermi la mia libertà, anche se per metà giornata. Quando arrivai in paese erano le quattordici e dieci. Approfittai della mattina per recuperare un po’ di ore perse. Qualcosa mi dice che da oggi in poi non avrò molto tempo per dormire.
   Questa era la prima volta che uscivo da scuola da licantropo adulto. Dovevo ancora abituarmi alla vista, soprattutto all’udito, era difficile eliminare i suoni lontani e concentrarmi su quelli vicini. Mi sentivo adulta ed era una sensazione fantastica.
   Osservare i bambini che giocavano al parco, mi fece ricordare che la loro vita dipendeva da noi. Se un essere umano moriva per cause misteriose, una parte di colpa era nostra. Non vorrei che nessun essere umano morisse per colpa mia. Volevo salvare tutti, ma noi sapevamo che “salvare tutti” era impossibile. Mi costrinsi a guardare altrove e me ne andai il più velocemente possibile dal parco. Mi veniva il magone pensando che quei bambini potevano morire a causa mia. Ora capivo bene il duro addestramento a cosa serviva. Noi vivevamo solo per loro, siamo guardiani, il solo nostro compito era proteggere gli esseri umani. Mi ritrovai depressa improvvisamente, tutte queste persone che andavano in giro sorridenti. Ridevano. Si divertivano. Ormai per me questi tempi erano finiti. Non che prima uscivo così tanto, però… non potevo più uscire con le mie amiche, non potevamo più fare campeggio insieme, parlare di ragazzi, scherzare, andare a comprare vestiti di halloween. Quanto mi mancavano. Aah! Dovevo smetterla di pensare a cose tristi! Questo è il MIO giorno libero, non dovevo rovinarmelo. Forse era meglio se tornavo indietro. Già, meglio così. Girai sui tacchi e me ne tornai indietro, ma andai a sbattere con qualcuno. Con una persona che era meglio non incontrare. Giulia. Lei mi sorrise, un sorriso timido, come se non sapesse cosa fare, bè la settimana scorsa non abbiamo avuto una bella conversazione. Feci per andarmene, ma mi prese per un braccio.
    -ti va… ti va di andare a prenderci qualcosa da bere? Ti prego, per farti perdonare per come ci avevi trattato la volta scorsa- mi guardava come una cane bastonato, non riuscivo a dirle di no. Così eravamo nel bar più vicino con una cioccolata calda tra le mani.
   -allora… cosa fai adesso?- ero nervosissima, dovevo stare attenta a quello che poteva sfuggirmi dalla bocca. Mi rigiravo la tazza tra le mani facendola girare su se stessa.
   -vado in un altra scuola- non la guardai negli occhi nemmeno una volta. Non sapevo nemmeno com’era vestita e nemmeno il bar sapevo com’era. Non era il bar dove andavamo e dove sono stata con Sakura.
   -che scuola è? È vicina?- perché tante domande? Non potevo risponderne nemmeno a una, non ero brava in queste cose. Non so fare a inventarmi una storia credibile sul momento! -sai, anche Mattia ormai non viene più a scuola. Ne sai qualcosa?- cosa potevo risponderle? Sì, la scorsa settimana mi ha seguito e si è beccato un morso da un licantropo e ora lo è anche lui? No, non so che scusa dire! forse era meglio se perdevo tempo e andare a chiedere quando arrivava il toast che avevo ordinato. Forse era la scelta migliore.
   -vado un attimo a chiedere che fine ha fatto il toast. Arrivo subito- mi alzai e andai al bancone. Mi misi in fila e aspettai. Quando arrivò il mio turno una ragazza mi disse che ci volevano ancora due minuti e poi sarà pronto. Ma come li facevano questi toast? Stavano per caso facendo il pane in questo momento? Ringraziai e raggiunsi la mia amica. Sarà giusto chiamarla “amica”? mi sedetti davanti a lei e bevvi un sorso di cioccolata calda. Mmh.. aveva un sapore strano. Pizzicava. Mi pizzicava la gola, era come avere tante punture di zanzare. Era insopportabile.
   -com’è? Come ti senti?- a quest’ultima domanda la guardai dritto negli occhi. come mi sentivo? perché fare una domanda del genere? La guardai in modo strano e lei capì al volo i miei pensieri.
   -no, è che a volte quando la bevo mi viene un po’ di nausea. Ma solo in questo bar- abbassai lo sguardo. Anche lei aveva preso la stessa cosa che avevo ordinato io. La tazza era vuota.
   -però ora stai bene no? L’hai bevuta tutta e non hai detto una sola volta che non ti senti bene- lei sbiancò improvvisamente. Si stava comportando in modo strano e.. anche io cominciavo a sentirmi strana. Sentivo lo stomaco andare in fiamme, sudavo freddo. Mi alzai e corsi fuori, sentivo che dovevo dare di stomaco. Qualcuno mi aveva messo… lo strozza lupo nella bevanda. Barcollai per un po’ prima di capire chi era stato. Mi tenevo lo stomaco, cercavo di non urlare di dolore, avevo già provato questa sensazione in sogno. Mia madre me lo metteva nel thè per non farmi trasformare, ma ora che ero un licantropo mi poteva uccidere. Ma questa persona non voleva uccidermi, voleva scoprire se ero o no un licantropo. Mi appoggiavo al muro, la gente mi guardava storto. E io cominciavo a vedere tutto sfocato e annebbiato. Stavo per svenire. Dovevo arrivare a scuola. Vidi una figura poco più avanti, non capì chi era, ma a quanto pare conosceva me. Quando crollai a terra mi venne incontro di corsa gridando il mio nome. Ma non riuscivo a sentire niente, ero sotto shock. Avevo in mente solo un nome, lo stesso nome che mi aveva sussurrato all’orecchio Hiroki quella sera, quando gli avevano ucciso il fratello. La stessa persona che mi ha messo lo strozzalupo nella mia bevanda e l’assassina del fratello di Hiroki è:
   -Giulia-. 


 

  
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