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Autore: Elygrifondoro    16/10/2014    4 recensioni
Cosa succedere se uno Shadowhunter e i suoi amici frequantano la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts? Cosa succede se due persone destinate a stare insieme come Alexander Lightwood e Magnus Bane si trovassero nella stessa scuola, rispettivamente nei panni di studente e professore? lLamore e l'attrazione vinceranno sui dubbi che una relazione proibita inevitabolmente crea?
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~~CALL IT MAGIC

“Ci sono carceri peggiori delle parole”
-Carlos Ruiz Zafón, L’ombra del vento


Dopo la sera dei lupi mannari non vidi più Magnus né gli parlai. Non ne avevo nessuna intenzione. Mi sentivo male, solo, perso in un mondo che non m’apparteneva più. Avrei voluto correre da lui e dirgli quanto lo amavo, ma sugellai un patto con me stesso il primo giorno di scuola: non avrei permesso ai miei sentimenti di rovinargli la vita. Quel pomeriggio, mi recai in biblioteca per la ricerca di Pozioni ed incontrai Jace.
-hey ciao! –
Il Grifondoro mi si avvicinò, Clary che gli scorrazzava dietro come un cagnolino.
-ho saputo della tua… passeggiata nella Foresta Proibita… -
-Izzy? –
-Izzy e… Magnus. –
-TE NE HA PARLATO LUI?! –
-NO! Assolutamente! È stata Izzy! Ma, visti i vostri precedenti… C’è ancora qualcosa fra voi due? –
- no. Non c’è più nulla… -
-beh, in fondo è meglio così non credi? Pensa che casino sarebbe saltato fuori dopo che la vostra relazione sarebbe diventata pubblica! –
-Jace! Evita di urlare! Sono cose private che riguardano solo Magnus e Alec! –
-si, scusa Clary –
Le scompigliò i capelli disordinati e le diede un leggero bacio sulla fronte. Lei arrossì. Divenne quasi del colore dei suoi capelli.
-Lo so, è proprio per questo che ho deciso di… lasciar perdere… -
Cercai di mantenere il mio umore di sempre, ma la mia voce si abbassò di un tono appena pronuncia la parola “perdere”. Cosa voleva dire poi? Si perdono i documenti, le cartoline, i portachiavi e le matite, non le persone! Odiavo l’idea di perderlo definitivamente come un vecchio giocattolo senza importanza e il mio cervello stava diventando una minestra a forza di pensare tanto.
-okay ragazzi, io me ne vado. Fra poco abbiamo gli allenamenti di Quidditch! A più tardi Alec. Ah, Clary, ricordati di finire il mio bellissimo autoritratto! –
- si certo Jace, appena l’ho concluso farò in modo di fartelo avere –
-perché? Non puoi portarmelo direttamente tu, venerdì sera, nel mio dormitorio? –
-preferirei di no Jace, vorrei evitare… certi incidenti… -
Jace sbuffò rumorosamente e si spostò una ciocca bionda che gli era ricaduta sugli occhi.
-perché voi artisti avete quest’idea idilliaca dell’amore romantico? –
La bibliotecaria, che già ci aveva squadrato un paio di volte, ci fulminò con i suoi occhi acquosi, quasi si potessero sciogliere da un momento all’altro, lasciando il suo volto rugoso con solo due orbite nere e vuote.
-va bene, me ne vado! Tolgo il disturbo! Ciao ragazzi! –
Il ragazzo si allontanò con la sacca del Quidditch su una spalla e l’aria distratta.
-perché ci hai mentito? –
Chi aveva parlato? Non stavo da solo? Mi girai e vidi che la voce apparteneva a Clary: mi scrutava tenendo le braccia conserte.
-a cosa ti riferisci scusa? –
-oh, Alexander, lo sai bene a che mi riferisco. Tu Magnus non l’hai dimenticato, e mai lo farai. Ho visto come vi cercate con lo sguardo a cena: sembra che non possiate respirare l’uno senza l’altro! –
-ma… non è assolutamente vero! –
Come aveva fatto quella ragazza, che a malapena mi conosceva, a capirlo?
-va bene, continua a negare l’evidenza, ma sappi che farai solo male a te. –
-si vede così tanto? –
-cosa? Che il tuo polo magnetico è il professor Bane? Abbastanza… lo guardi come io guardo Jace…
Alec, non preoccuparti troppo, io l’ho notato perché conosco tutta la storia, o la maggior parte. Le comparse non sono tenute in grande considerazione in uno spettacolo. –
Non sapevo che dire, forse Clary non era più così sciocca da andare a caccia di demoni senza una spada angelica…
-non so che dire Clary, grazie… -
-di nulla Alec, per qualsiasi cosa conta pure su di me! Adesso scusami, devo tornare in sala comune a studiare con Simon. A stasera! –
Tassorosso, prima aiutano gli altri poi pensano a sé stessi… e tutti che li considerano un branco di imbranati!
-si… a presto Clary… -
Cercai il mio tavolo preferito, quello vicino alla finestra dietro gli scafali dedicati a Difesa Contro le Arti Oscure, e mi immersi nella lettura. Dopo circa mezz’ora, sentii la presenza di qualcuno:
-posso sedermi? –
Alzai lo sguardo e vidi che era Juliàn.
-certo Juliàn! Non farti problemi! Sei qui per Pozioni? –
-teoricamente si, praticamente leggo un libro che fingo sia Pozioni. –
-cosa leggi? –
-è un libro di un autore spagnolo, s’intitola L’ombra del vento. –
-è bello? –
-diciamo che quest’uomo è molto particolare, le sue storie sono singolari, ed esalta molto i sentimenti. Riesce ad incastrare il mondo reale e quello immaginario rendendoli una cosa sola, qualcosa di magnifico. Ti fa tornare bambino e credo che ognuno di noi abbia bisogno di rivivere la propria infanzia anche solo per qualche ora, per dimenticarsi un attimo dall’uragano che è la nostra vita. L’ho già letto cinque volte sai? Parla di una storia d’amore impossibile e di un uomo deciso a bruciare i libri di uno scrittore dal macabro passato. Parla di intrighi ed omicidi vissuti in una Barcellona del Dopoguerra. –
-sembra interessante… -
-lo è eccome! Fidati, non potrai più farne a meno! –
Sorrisi a quel ragazzo a cui si illuminavano gli occhi per una cosa così comune come un libro:
-mi hai convinto, lo leggerò! –
-tienilo pure, te lo presto –
-davvero? –
-certo, basta che me lo riporti intero: è il mio libro preferito! –
-non preoccuparti, lo tratterò bene! –
Misi il volume nella cartella e la chiusi.
-hai voglia di studiare con me Pozioni? Se ti serve una mano ti aiuto volentieri! –
Passammo le due ore seguenti studiando strani ingredienti e nomi impronunciabili poi, all’ora di chiusura, uscimmo dalla biblioteca con il sorriso sulle labbra e la mente un po’ più piena.
-vado a fare una passeggiata al lago, ti va? –
-scusami Juliàn, facciamo un altro pomeriggio, devo fare una cosa –
-va bene, ci vediamo dopo in dormitorio! –
Corsi su per le scale in tutta fretta, sfruttando passaggi segreti e scorciatoie: ero felice e nulla avrebbe potuto intaccare il mio umore. Sembrava che i giorni precedenti non fossero mai esistiti, che le sere affogate nel pianto e nel sangue s’erano finalmente concluse, che l’avevo superato quel breve ma brutto momento… e invece no. Appena mi chiusi alle spalle la porta della stanza che condividevo con Juliàn, il mondo mi cadde di nuovo addosso. Corsi in bagno e vomitai tutti i lividi della mia anima, cercai di mandarli via tirando lo sciacquone, ma capii che sarebbero tornati di nuovo. Magari il dolore si celava nel sangue, così provai a depurarlo, ma i tagli sui polsi coprivano solo per poco la pena che mi annebbiava il cuore. Così, come ogni altra sera, mi rassegnai al fatto che avrei vissuto un’altra notte insonne e uscii dal bagno con il volto cinereo e un grande maglione sformato. Mi rintanai sotto il calore fugace delle coperte e mi chiesi ancora una volta cosa avevo fatto, e mi ripetei che ero uno stupido e che nella vita non avrei mai combinato niente. Ero destinato a sgozzare demoni fino all’ultimo dei miei giorni. Avevo deluso i miei genitori rivelando quello che ero. E mi sentivo perso. Qualcuno mi avrebbe mai salvato?




-STUPIDE VERIFICHE! –
Avevo la scrivania stracolma di compiti e documenti: ma chi me l’aveva fatto fare? Ah, vero, non potevo assolutamente perdermi le vetrine della Londra modaiola! Quanto mai non m’ero semplicemente preso una vacanza…
Firmai anche l’ultima scartoffia e mi distesi letteralmente sulla scrivania. Ora capivo i miei studenti quando si comportavano a quel modo. Sprecavano tutte le loro energie per amare ed innamorarsi e, se era difficile ascoltare una lezione con le farfalle nello stomaco, correggere un centinaio di verifiche era un’impresa titanica. Soprattutto se, fra domande su come rendere innocuo un molliccio o neutralizzare un kelpie, la voce di Alec riaffiorava dall’anticamera del mio cervello pronta a perseguitarmi.
-miseriaccia! –
Chiesi ad un elfo domestico di portarmi un thè con zucchero e pasticcini, quando alla porta qualcuno bussò.
-prego, è aperto! –
Una massa di capelli scuri e vaporosi fece capolino da dietro la porta.
-buonasera professor Bane, sono Annabelle Price di Corvonero –
-oh, so benissimo chi sei carissima, prego accomodati pure! –
Feci comparire una poltrona morbida e soffice. La ragazza, evidentemente molto maldestra, era inciampata almeno un paio di volte nei risvolti dei tappeti, e continuava a scusarsi senza sosta. Iniziai a capire perché era la migliore amica di Alec.
-mi scusi per l’intrusione professore, so che è molto impegnato per via delle verifiche e prometto che farò presto –
-non mi disturba affatto signorina Price anzi, mi sto pentendo di avervi assegnato così tanti compiti! –
Lei rise intimidita e le sue guance divennero rosee per l’imbarazzo.
-okay, devo riferirle che ho notato qualcosa di strano in questi giorni… -
-riguarda lei signorina? Qualcuno la importuna? –
-oh no, affatto, niente di questo genere. Riguarda un mio caro amico, Alexander Lightwood. –
Il mio cuore perse un battito a sentire il suo nome.
-gli è successo qualcosa? –
Dissi improvvisamente rigido.
-no, nulla di potenzialmente mortale, per ora… diciamo che il problema è stato scatenato da un avvenimento emotivamente forte. –
-sia più precisa signorina –
-professore, io sono la migliore amica che Alec abbia mai avuto qui ad Hogwarts dopo Jace, e l’ho visto crollare più volte sotto il peso di sé stesso. L’ho visto invecchiare di giorno in giorno e tornare alla vita in meno di una settimana. Lei sa perfettamente a cosa mi riferisco signor Bane. –
Era vero, lo sapevo. Sapevo di quanto Alec fosse fragile, sapevo quanto era sensibile. Ed io l’avevo fatto stare peggio. Per pura codardia.
-si, ne sono informato… -
-con il dovuto rispetto signore, lei è più che informato. Lei è uno dei protagonisti di questo spettacolo e stà recitando malissimo la sua parte! Io non voglio perdere Alec un’altra volta… ho già rischiato di perderlo tre anni fa. Non gli permetta di cadere nella sua stessa trappola. –
La ragazza si alzò e se ne andò veloce e impettita come era entrata. Quelle parole mi fecero aprire gli occhi. Dovevo fare qualcosa, dovevo salvarlo, a qualsiasi costo.





ANGOLO DELL’AUTORE:
Ciao a tutti! Questo capitolo è uscito di merda… però sorvoliamo dai! Lo sappiamo, siamo super veloci con la pubblicazione, ma la verità è che non abbiamo nessuna voglia di studiare e ci limitiamo a passare le giornate tra scuola, amici, libri e la fanfiction! Ahahahahaah! Sappiate che più ci avvicineremo all’inverno più la scuola ingloberà tutto il nostro tempo libero e quindi le pubblicazioni saranno meno frequenti… la citazione è presa come già detto da un capolavoro: l'ombra del vento è uno dei romanzi preferiti di Elisa e ve lo consigliamo vivamente!!! Sia per la storia, sia per lo scrittore nel senso che consideriamo quest'uomo un genio. Se qualcuno l'ha letto, ci dica che cosa ne pensia!! Abbiamo deciso di inserire proprio una citazione di questo libro perchè uno dei personaggi si chiama Juliàn ed è da lì che abbiamo preso il nome per il nostro. Detto questo, speriamo vi piaccia anche il quinto capitolo!
Elisa ed Anna

  
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