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Autore: Ninechka    19/10/2014    2 recensioni
Eccovi una raccolta di sette one-shot in occasione della SouMako Week (dal 13 al 19 Ottobre), tutte con Prompt diversi ma con una trama di fondo~ ce n'è per tutti i gusti! (?)
(possibili accenni a RinHaru e ReiGisa)
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Makoto Tachibana, Sosuke Yamazaki, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: A carte scoperte
Prompt: free prompt!
Altri personaggi: Rin Matsuoka, Haruka Nanase, Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki
Credits: immagine
Nina’s Corner: Siamo giunti all’ultimo capitolo di questa raccolta, che mi ha stressata come se non ci fosse un domani (scrivere un capitolo al giorno non è bello per nulla) ma ha anche dato tante soddisfazioni devo dire. A fine capitolo prenderò un’altra piccola parentesi per i ringraziamenti *^* Per ora, vi lascio qui il magnifico post della SouMako Week, che purtroppo con oggi volge al termine, sigh. Che dire, buona lettura! *^*

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Quando Makoto schiuse gli occhi a fatica, una mano forte lo stava scuotendo per la spalla senza un minimo di delicatezza. Nell’aria c’era profumo di sali da bagno, ma il letto sembrava troppo comodo per essere abbandonato così presto.
« Avanti, ghiro, sveglia! » sbottò Sousuke, le sopracciglia inarcate in segno d’impazienza.
« Non voglio. » mugugnò il castano, la voce impastata dal sonno e gli occhi che si chiudono con troppa facilità.
« Vuoi che sappiano che scappi di notte, per caso? » sospirò l’altro, e con un colpo secco gli tolse le coperte di dosso, facendolo tremare di freddo e rannicchiarsi. « Forza, in piedi! »
« Va bene, va bene! » piagnucolò Tachibana, issandosi a sedere con lentezza, poggiando il peso su un braccio e stropicciandosi gli occhi con la mano libera. E in quel momento, Sousuke ebbe la conferma che quel tipo era attraente pure con i capelli arruffati e l’espressione imbambolata per il sonno. Cosa che non potè che incoraggiarlo ad afferrargli il mento e girargli il viso verso il proprio per stampargli un bacio sulle labbra che avrebbe dovuto essere più rapido di quanto effettivamente durò. Poco male: Makoto sembrava essersi finalmente svegliato, e ora i suoi occhi erano ben aperti e l’osservavano.
« Ma...sei già vestito..?! » fece sorpreso, notando che all’altro ragazzo mancava solo la felpa per essere pronto ad uscire.
« Mi sveglio ad orari decenti, io. » punzecchiò Yamazaki con aria di sufficienza, che fece arrossire l’altro. « Comunque sbrigati: ti accompagno in stazione. E non hai tutto il giorno...a meno che tu non voglia perdere la tua reputazione di “bravo ragazzo”. » sghignazzò quasi perfido, ma Makoto non gli rispose: finalmente gli era chiaro di doversi dare davvero una mossa, ed era piuttosto impegnato nel vestirsi.

Solo quando Makoto fu lontano da lui sul treno, Sousuke si ricordò di accendere il cellulare, e quando lo fece, sbuffò infastidito: gli erano segnalati sette messaggi non letti e tre chiamate perse. Ed erano tutte cose mandate da Rin, che si era preoccupato nel vedere l’ora tarda e il letto dell’amico vuoto. Per carità, Yamazaki capiva perfettamente le sue ragioni, ma insistere in quel modo... No, questo non lo sopportava granchè.
Alla luce di questo, la “sgridata” del capitano della squadra di nuoto gli entrava da un orecchio e gli usciva dall’altra...non solo perchè non gli interessava granchè, ma anche perchè un certo paio d’occhi verdi ed un sorriso angelico gli avevano completamente riempito la testa.
“Quello stupido frignone non fa che ossessionarmi, maledizione.” pensò, ma non ne era dispiaciuto nemmeno un pò...peccato che ciò comportava l’essere troppo distratto per accorgersi che Rin stava per afferrarlo per la felpa e scuoterlo forte.
« Ma mi stai ascoltando, almeno?! » ringhiò il rosso, infastidito ed irritato oltre ogni dire.
« No, per niente. » fece spallucce il bruno. « Se mi fosse successo qualcosa te l’avrei detto. » tagliò corto, giusto perchè affrontare l’irritazione del capitano Matsuoka faceva a botte con quello strano senso di completezza che provava da quando aveva aperto gli occhi e visto che sì, Makoto era davvero lì con lui e che era bello come un angelo sceso in terra mentre se ne stava tranquillamente assopito tra le sue braccia, stretto al suo petto.
« Certo che sei proprio scemo, tu. » sbuffò Rin ancora infastidito, incrociando le braccia al petto.
« Piuttosto Rin, offrimi una bibita a pranzo. » buttò lì il bruno, un sorrisetto da sfida formatosi in viso.
« Te lo scordi! Al massimo ce la giochiamo. » rispose subito l’altro con ancora il muso lungo. I due se la batterono alla morra cinese, e sotto il supremo combattimento de la carta batte il sasso, una volta tanto fu Sousuke a vincere, e non si risparmiò di farglielo pesare come si deve. Ma a Matsuoka qualcosa non quadrava: oltre che solitamente era lui a vincere, l’amico sembrava fin troppo allegro, e no, non lo era di certo per aver vinto una bibita!
« Sousuke? Dove sei stato stanotte? » chiese circospetto.
« Non sono andato in discoteca, mamma. » ghignò l’altro, facendo imbronciare nuovamente il rosso.
« Non giocare, Sou! Seriamente, dove sei stato? » richiese intanto che s’incamminavano verso la classe.
« A casa mia. » sospirò il più alto con tono di sufficienza, e Rin fu sicuro che quella era la verità. « Ma poi, che te ne frega? »
« Sei troppo strano. » tagliò corto l’amico.
« Strano come? »
« Felice. » commentò Matsuoka, come se stessero parlando di un gatto che ama l’acqua.
« Fino a prova contraria, quello complessato che va dietro a un tipo con l’acqua nel cervello sei tu. » fece Yamazaki, sforzandosi di non scoppiare a ridere e mantenere un tono indifferente. Ma Rin sobbalzò con il volto in fiamme.
« Complessato a chi?! E non vado dietro proprio a nessuno!! » ringhiò indispettito.
« Ah no? Mah, sarà. » rise l’altro, e il rosso ne ebbe la conferma: a Sousuke doveva essere capitato qualcosa di bello, la sera precedente. E conoscendo il ragazzo, sapeva anche dove andare a parare, però dovette rinviare il discorso: ormai erano arrivati in classe e le lezioni stavano per cominciare.

Se per Sousuke quel giorno era rose e fiori, per Makoto era davvero impossibile da reggere: non aveva dormito a sufficienza, non aveva fatto che correre dalla stazione fino a casa per poi arrampicarsi fino al balcone di camera sua e ficcarsi sotto le coperte giusto in tempo perchè la madre entrasse per “svegliarlo”; poi doveva lavarsi e vestirsi in fretta per andare a pescare Haruka dalla vasca ed arrivare in orario a scuola. Insomma, si sorprese a sonnecchiare sul banco diverse volte, ma almeno lo notava in tempo. Haruka, dal canto suo, non si fece troppe domande: non era la prima volta che succedeva, visto quanto il più alto amasse dormire e quanto i suoi fratellini erano dei bambini dolcissimi ma tremendamente problematici alle volte. E figurarsi se il più grande dei Tachibana gli negava mai qualcosa!
Il corvino cominciò ad avere sospetti durante gli allenamenti: il sonno arretrato si era trasformato in lieve mal di testa, quindi Makoto era sveglio ma silenzioso. E se il castano è silenzioso, il motivo può essere uno solo.
« Cosa nascondi? » gli chiese Haruka di punto in bianco, mentre anche Rei e Nagisa erano arrivati nello spogliatoio. E manco a dirlo, Makoto sobbalzò.
« N-n-niente!! P-perchè me lo chiedi?! » chiese il più alto, provando senza successo alcuno di mostrarsi calmo.
« Mako-chan, stai balbettando. » notò Nagisa, guardandolo incuriosito.
« E poi hai risposto con troppa fretta, Makoto-senpai. » annuì Rei, squadrando il capitano dell’Iwatobi con occhio indagatore. E tutte queste “attenzioni”, non fecero altro se non far arretrare il castano, con il viso oramai troppo imporporato per poter sembrare almeno un pelino credibile.
« M-ma no, io... » provò a difendersi, ma i tre lo accerchiarono portandolo di spalle al muro.
« Makoto, parla. » ordinò Haruka in tono piatto ma con sguardo di fuoco.
« Maaakooo-chaaaan. » richiamò Nagisa con tono di sufficienza.
« Makoto-senpai, confidati con noi! » incitò Rei con una certa grinta mista a sicurezza. E al povero Tachibana non restò che sospirare, consapevolmente sconfitto.

Nella piscina della Samezuka, quel pomeriggio, c’era più chiasso del solito: c’era aria di test nell’aria, e Rin voleva assolutamente stilare una classifica dei tempi di tutti i nuotatori, quindi erano tutti su di giri; così tanto da non notare un’intrusione da parte dei ragazzi dell’Iwatobi, che sembravano stranamente di fretta, Haruka in testa, Rei e Nagisa subito dopo di lui e Makoto che tentava di fermarli inutilmente.
« Rin! » chiamò con una certa grinta Nanase, che scosse fisicamente il rosso.
« Haru..?! Che cavolo ci fate qua?! Oggi non possiamo allenarc-- » cominciò Matsuoka, ben presto interrotto proprio dal corvino.
« Dov’è Yamazaki? » chiese a bruciapelo, gli occhi taglienti come lame. Rin in tutto questo ci capì ancora meno: da quando Haru e cricca si presentavano lì senza invito? E da quando ad Haruka importava di Sousuke? Ma soprattutto, da quando il suo viso era tanto espressivo?!
« Che vuoi da Sousuke? » fece il rosso, sorpreso.
« Sapere dov’è. » rispose subito Nanase, e Makoto si sentì di dover intervenire appena lo sguardo perso del rosso incontrò il proprio in cerca di spiegazioni.
« N-niente, è successo che-- » cominciò Tachibana, quando ecco che tra tutti gli studenti spuntò proprio il famigerato Sousuke.
« Problemi, Nanase? » fece infastidito, la testa appena inclinata e le braccia al petto. Il corvino aggrottò le sopracciglia e gli si avvicinò con passo deciso.
« Hai scelto la persona sbagliata con cui giocare. » ringhiò, ma Makoto fu abbastanza rapido dal mettersi in mezzo ai due, le mani a fermare l’amico per le spalle.
« Haru, no! » disse categorico, sfoderando una grinta che raramente gli si vede.
« Ti hanno scoperto subito, mh? » mormorò Yamazaki, divertito.
« Già...mi dispiace. » sospirò il castano, abbattuto, mentre lo sguardo spiazzato di Haruka correva da uno all’altro senza sosta.
« Tutti voi, fuori di qui. » sibilò Rin.

Spiegare cosa fosse successo la sera prima - tralasciando accuratamente quanto accaduto durante la notte - fu totalmente imbarazzante per Makoto, ma sollevò i dubbi di Rin.
« Cioè ieri tu...eri con Makoto? » chiese il rosso, rivolto a Sousuke, che annuì appena. « Sul serio, mi sarei aspettato tutti meno che lui. » commentò poco dopo, irritando di più il corvino.
« Il punto non è questo, Rin. Se quello - ed indicò Yamazaki - osa illudere e ferire Makoto, io lo ammazzo. » ringhiò Haruka, facendo formare sul viso di Sousuke una smorfia d’insofferenza.
« Visto che è stato illuso abbastanza, non me la sento d’infierire. E tu? » sibilò il suddetto, facendo scattare nuovamente Nanase, ma stavolta a trattenerlo fu Rin stesso.
« Calma, voi due. Sou, occhio a quel che dici; Haru, Sousuke non è il tipo che gioca con le persone. » disse il capitano della Samezuka, mostrando di avere ancora la mente fredda. « E poi, cos’è questa reazione, eh? Makoto è grande e grosso, sa vedersela da solo mi sembra. E a quant’ho visto stamattina, non ha niente da temere. » aggiunse, accattivandosi così l’attenzione e la curiosità di tutti i presenti.
« Che vuoi dire, Rin-chan? » esortò Nagisa, la curiosità stampata in viso più degli altri.
« Conosco Sousuke e posso assicurare che di prima mattina è a dir poco insopportabile. E’ felice solo se gli capita qualcosa di bello, perciò... » spiegò, guardando infine Makoto, il quale arrossì senza ritegno alcuno.
« Senti un pò, da quando ti ho autorizzato a dire i fatti miei alla gente? » commentò sarcastico il bruno.
« Da quando ti dovevo una bibita. Ma con questo siamo pari. » ghignò il rosso, ridendo appena al “Pari un cavolo” borbottato dall’altro. « Comunque Haru, non preoccuparti: i miracoli accadono, e Makoto è una mamma così dolce da far addolcire chi gli sta intorno. » commentò infine, lasciando finalmente le spalle di Nanase, che non sembrava tanto convinto delle sue parole; ma l’attenzione generale si spostò su un Tachibana ormai paonazzo che tentava di farsi valere nonostante l’imbarazzo ormai insostenibile.

Certo, quel giorno fu davvero massacrante per Makoto, ma ne valse la pena, e potè confermarlo quando Sousuke l’aveva chiamato per sapere come stava. E anche se per Haruka ci volle più tempo per accettare la cosa e Rin s’impegnasse parecchio per addolcirgli la pillola, alla fine fu chiaro a tutti che la loro scelta di stare insieme non era sbagliata per niente, anzi: Sousuke era abbastanza puntiglioso e non faceva mai dimenticare nulla a Makoto, e Makoto era così dolce da alleviare almeno in parte i modi piuttosto scontrosi di Sousuke.
E nonostante la successiva distanza imposta dal doversi trasferire di Makoto, il loro rapporto era comunque molto stretto, e curiosamente a Sousuke capitava molto spesso di dover “passare per Tokyo”, una volta per prendere documenti e un’altra per una visita per la spalla. Bizzarro il mondo, eh?

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Credits: immagine
Nina’s Last Corner
Wah, è finita..! Non avrò più l’ansia da “devo scrivere il capitolo!”, ma non ne sono così tanto felice: mi mancherà scrivere di loro D: conto di scrivere qualcos’altro in un futuro prossimo, magari di più semplice di dover mettere una AU in mezzo a caso X’’’
Volevo ringraziare tantissimo EternalSummer e Titania_ per aver avuto la costanza di recensire ogni capitolo e di seguire la mia umile storia dall’inizio alla fine nonostante i loro pregiudizi sulla pair~ in cuor mio spero di avervi fatto cambiare idea a tal proposito xD poi un altro ringraziamento va a Kila (o AllisonObriens_) che ha recensito il capitolo scorso~ due “grazie” grossi quanto una casa vanno alla mia adorata Besticch (Yume) e alla mia Gemella (Alex) che mi hanno sostenuta tanto ed incoraggiata (e scusate gli scleri X’’’D) <3 poi un grazie va pure a Kaze, che mi ha sostenuta in gran segreto (?). Grazie a chi ha messo la storia tra preferiti e/o seguite, e grazie anche a te che stai leggendo queste righe! *^*
Questa era la mia settimana all’insegna della SouMako, spero vi sia piaciuta, alla prossima!

Nina <3
   
 
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