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Autore: Afrodyte    20/10/2014    3 recensioni
Elisabeth è la sorella maggiore di Maria Antonietta.
Arrivata in Francia per una permanenza dalla sorella incontrerà il giovane conte di Fersen del quale si infatuerà e per questo motivo entrerà in un conflitto con la sorella
Tuttavia le loro vite si intrecceranno con quelle di Andrè , l'innamorato di madamigella Oscar, e Oscar la quale proverà un sincero affetto per il conte svedese.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Hans Axel von Fersen, Marie Antoinette, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Mi svegliai e mi guardai intorno, notando con immensa gioia che non era stato tutto un sogno come avevo pensato in un primo momento, era tutto reale, mi trovavo veramente in Francia da mia sorella.
Mi alzai e andai a guardare fuori da una delle finestre della mia camera che davano sul bellissimo giardino di Versailles e notai che mia sorella stava passeggiando in compagnia di alcune dame, così mi vestii velocemente per raggiungerle.
Attraversai velocemente i lunghi corridoi del palazzo e mi diressi in giardino.
Cercavo con lo sguardo mia sorella per raggiungerla e quando la trovai iniziai ad andare velocemente verso la sua direzione senza accorgermi delle persone intorno a me.
In quel momento urtai contro un giovane e mi cadde a terra  il ventaglio, lui si girò verso di me e  raccolse il mio ventaglio restituendomelo cortesemente
"Oh conte di Fersen, vi prego di perdonarmi, non vi avevo visto, spero di non avervi fatto male"
"Rincuoratevi Madame, non mi avete recato alcun dolore"
Mi sorrise e io ricambiai.
"Spero che voi possiate deliziarmi della vostra compagnia e accettare di fare una passeggiata con me nei meravigliosi giardini di Versailles"
La sua proposta giunse inaspettata e io ,felice, accettai immediatamente.
Mentre passeggiavamo notai delle rose rosse ma una tra tutte mi piacque in particolar modo così,volendo metterla in un vaso nella mia stanza, mi chinai per prenderla ma il conte mi fermò
"Aspettate, la colgo io per voi, non vorrei mai che vi pungeste con una spina"
"Vi ringrazio"
Mi diede la rosa e io guardandola dissi "Non pensate che sia davvero bellissima?"
ed egli mi rispose "Questo non lo metto in dubbio, ma penso che non sia bella tanto quanto voi Elisabeth"
Lo ringraziai e il mio cuore, gioioso, iniziò a battere sempre più forte
"Elisabeth, spero che vogliate scusarmi ma, purtroppo, debbo ritirarmi nei miei alloggi"
"Spero di rivedervi al più presto conte"
"Perchè non questa sera? Potreste essere tanto gentile da deliziarmi della vostra compagnia venendo con me all'operà"
Un'altra proposta inaspettata, questa volta mi colse impreparata poichè non potevo immaginare se questo avrebbe recato fastidio a mia sorella, tuttavia decisi di accettare egoisticamente e lasciai il conte con la promessa di rivederlo quella sera stessa.
Affaticata, decisi di rientrare a palazzo e mentre mi dirigevo all'entrata sentii due dame conversare tra loro
"Avete visto il conte di Fersen? Non gli è bastato conquistare il cuore della regina, adesso vorrebbe possedere anche quello della sorella"
"Ma vedete contessa, è un giovane tanto affascinante, penso che chiunque possa rimanere colpita da cotanta bellezza"
"Su questo non posso darvi torto marchesa"
Cosa udirono le mie orecchie, rimasi sconvolta.
Non pensavo che circolassero queste voci a palazzo, così mia sorella era innamorata del bellissimo conte di Fersen.
Mi sentivo spaesata, non avrei mai potuto immaginare una cosa del genere e non riuscivo ad immaginare quale sarebbe dovuto essere il comportamento più appropriato da tenere in queste circostanze.
Mentre ero assorta dai miei pensieri incrociai mia sorella che mi chiese di unirmi a lei per il pranzo, così accettai l'invito e trascorsi ore piacevoli in sua compagnia
Tuttavia mi chiese improvvisamente
"Elisabeth, perchè non vi unite a noi questa sera? Io e la contessa abbiamo deciso di andare ad un ballo in maschera, vedrete sarà divertente"
Non sapendo quale fosse il modo più appropriato per declinare l'invito decisi di essere sincera nei suoi confronti, così le risposi "Vi ringrazio tanto per l'invito, cara sorella, ma purtroppo ho già accettato quello del conte di Fersen per andare all'operà"
"Ah capisco, non vi preoccupate, sarà per un'altra volta"
Nonostante la sua risposta notai che il viso di mia sorella si fece improvvisamente cupo e io intuii il perchè, pensai che in questo momento la mia presenza la potesse infastidire, così decisi di tornare nella mia stanza per potermi riposare un pò prima di iniziare a prepararmi per andare all'operà.
Il pomeriggio trascorse velocemente e io dovetti iniziare a prepararmi.
Una carrozza mi venne a prendere, il conte di Fersen , da gentiluomo, scese e mi prese la mano aiutandomi a salire.
"Cara Elisabeth, spero che vi divertiate questa sera"
"Sono sicura che sarà così conte"
"Questa potrebbe essere una possibilità per conoscervi meglio, cosa che mi fa un immenso piacere"
"Il piacere è tutto mio "
Lo spettacolo fu molto interessante e la serata passò piacevolmente.
Salimmo in carrozza e durante il viaggio di ritorno commentammo lo spettacolo appena visto.
Il conte di Fersen mi sembrò molto informato su molte delle tematiche affrontate nello spettacolo il che colpì la mia attenzione
"Noto con piacere che siete molto informato a riguardo"
"Sono tante le cose che ancora non conoscete di me Madame, ma spero che riuscirete a conoscermi bene e al più presto"
Detto ciò mi prese la mano e il mio cuore iniziò a scalpitare.
Che iniziasse ad interessarsi a me? Questo non poteva che rendermi felice.
Tornai al palazzo a tarda notte, scesi dalla carrozza e salutai cortesemente il conte di Fersen.Alzai uno sguardo per ammirare la bellezza del palazzo la notte e notai che mia sorella ci stava osservando da una delle finestre, la cosa mi stupì molto ma decisi di far finta di non averla vista ed entrai nel palazzo, ma con mia grande sorpresa la incrociai nel corridoio.
"Bentornata Elisabeth, vi siete divertita all'operà?"
"Molto, è stato uno spettacolo alquanto interessante. Ma ditemi, voi non avete più preso parte al ballo in maschera nel quale mi avevate invitato?"
"Si ma purtroppo la contessa di Polignac, mia accompagnatrice, ha avuto un lieve malore e siamo rientrate prima del previsto"
"Spero sia stata una cosa di poco conto"
"Ma certo, non preoccupatevi, Elisabeth, la contessa adesso stà riposando nei suoi appartamenti"
"Ne sono felice"
"Avrei bisogno di parlarvi in privato se me lo concedete"
"Ma certo, quando preferite"
"E' una questione molto delicata e se permettete vorrei rubarvi qualche minuto in questo istante"
"Ma certo, entriamo nella mia stanza"
Entrammo nella  stanza.
Questo comportamento da parte di mia sorella mi parve alquanto strano e insolito ma io potevo intuire perfettamente quale sarebbe stato l'argomento del nostro discorso : il conte di Fersen.
Si avvicinò alla finestra e guardando fuori mi iniziò a parlare mostrandomi le spalle.
"Vedi Elisabeth, io e il conte di Fersen siamo buoni, anzi, ottimi amici direi.."
Non le diedi il tempo di finire la frase e le dissi "Spero che non ti dispiaccia che io e il conte siamo entrati in confidenza, non era mia intenzione recarti qualche fastidio"
"Oh no, non temete, e che se lui dovesse causarvi qualche dolore non me lo perdonerei e credo che la nostra amicizia potrebbe anche terminare, perciò penso che voi possiate comprendere benissimo il motivo per il quale io vi debbo domandare di non frequentarlo in privato"
La proposta di mia sorella mi colse impreparata, non avrei mai pensato che potesse arrivare a tanto, dunque le voci che avevo sentito a palazzo erano vere.
Adesso avrei dovuto fare una scelta : continuare a frequentare il conte contro il volere di mia sorella o non vederlo più per il bene di quest'ultima.

Qualsiasi cosa io avessi deciso di fare mi avebbe recato dolore poichè  provo per il conte un sentimento di sincero affetto e sapere che tra noi non potrebbe mai accadere nulla mi rattrista, anzi oserei dire che il solo pensiero mi affligge, ma devo pensare che la proposta mi è stata fatta da mia sorella, colei con la quale ho condiviso la mia infanzia.

La testa mi scoppiava, cosa avrei potuto fare?

   
 
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