- A
CHE PENSI? -
Cosa
porta all’odio? Cosa porta all’amicizia? Cosa porta all’amore? Forse la crescita interiore, e io non riesco ancora a capacitarmi di quanto io sia cambiato nei
miei ultimi sette anni di vita.
Sono diventato
più forte, più alto, più coraggioso. Cosa mi ha
cambiato così tanto? Inizialmente è stato l’odio… l’odio
verso un uomo che ha distrutto tante vite. L’odio verso una donna che ha
distrutto la mia infanzia.
Come si
sentirà mia madre? Quali sono i sentimenti di una donna che ha sacrificato la
sua salute mentale pur di salvare il figlio? La sua famiglia?
Non ho
mai pensato a come ringraziare mia madre per quello che ha fatto per me. Ho
sempre avuto l’impressione di non poter fare abbastanza. Come uno stupido
continuo a tenere quelle carte di dolci in un grande album, le conservo come se
fossero i miei tesori. Sono la sofferenza. Sono il dolore. Sono la mamma. Sono
l’amore. Sono la felicità. Sono gli unici momenti di affetto
materno che io abbia mai ricevuto. Non sono mai riuscito a gettarne neanche
uno.
“Neville?”
mi volto e trovo il sorriso di Hannah, con un mazzo
di fiori tra le mani “cosa fai qui? Sei venuto a trovare qualcuno?”
“Emh… sì.” Mi gratto la testa imbarazzato,
ma le sorrido comunque. “anche tu qui per questo?
Qualche parente malato?”
“Già… mia
zia è qui da quasi un mese” arrossisce. È carina quando lo fa. “Senti… dopo la visita, potremmo fare un giro nel giardino. Sai non amo stare troppo tempo qui dentro”
“Molto
volentieri!” le rispondo allegramente, forse con troppa enfasi. Ma a lei sembra non dispiacere affatto “allora possiamo
vederci tra un’oretta qui, che ne pensi?”
“D’accordo!
A dopo allora” mi sorride nuovamente mentre raggiunge
la saletta dove si trova la zia.
Anche
io mi muovo, verso quella stanza che ormai conosco fin troppo bene. Dove ci
sono le persone più generose che io conosca, le più
coraggiose. Le più forti.
Mia nonna
è seduta di fianco al figlio, guardandolo con tenerezza. L’ho sempre vista come
una donna fredda, eppure guardala li. Commossa. Debole.
Cosa si prova quando si perde un figlio? Non fisicamente, ma si
perde la sua presenza.
“Alice
cara… non un altro dei tuoi regali spero…” mi volto verso mia madre, che mi
allunga la mano da sdraiata. Come rinunciare? Io non potrei mai. Mi avvicino a
lei con un sorriso tenero.
“Grazie
mamma…” non so che altro dirle, non so se mi sente.
Non so se mi capisce. Eppure succede.
Per la
prima volta per quanto io mi possa ricordare, lei alza
la mano verso di me e mi carezza il volto, passandola dalla guancia al naso, ai
capelli, alla bocca. Fino a tornare nuovamente alle mie
guance, allungando anche l’altra mano sulla guancia opposta.
Piango.
Sì,
piango. Come non farlo? Mamma mi sei mancata. Non ti
ho mai sentita tanto vicina come ora. Allungo anche io
la mano e ti carezzo i capelli, il profumo di una
madre.
Credo che
sia una di quelle cose che non si dimenticano mai. Nonostante
non lo senta da tanto tempo, lo riconosco. Lo ritrovo nei momenti d’infanzia.
Ricordo di averlo sentito altre volte.
Quando
sono solo… lo sento. Quando sono triste… lo sento.
Quando mi sento forte ma ho paura… lo sento.
“Mamma!”
ti abbraccio di slancio, mi sento così fragile in
questo momento. Sento il sospiro della nonna, ma mi lascia stare. Sa che ho
bisogno di questo ora. Ora sono forte mamma, lo sai?
Ho combattuto per questa stupida guerra. Ho combattuto per te. Ed ora è finita. Mi allontano da te e mi guardi
con una strana aria. Che espressione sarà? Sorriso?
Confusione? Mi allunghi una carta.
“Oh, che
dolce che sei, Alice! Un dolce intero questa volta?” la nonna sbuca dietro le
mie spalle. Osservo anche io la tua mano e vedo che è una carta integra di
Gomme Bolle Bollenti. Ti sorrido mentre lei mi fa
allontanare, metto la carta in tasca e noto che è ora di raggiungere Hannah.
“Ciao
Mamma…” ti saluto prima di andare a fare un saluto anche a Papà “hai visto?
Sono cresciuto eh? Saresti fiero di me…” Solo un sussurro. Solo questo. Era
tanto che volevo parlargli. Che volevo ringraziarlo.
Grazie
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“Hey Hannah! Scusa, mi aspetti da molto?” la raggiungo a passo veloce.
“Ah no,
tranquillo Neville! Andiamo a fare un giro al giardino?” mi sorride con aria tranquilla mentre, senza attendere risposta si muove verso
l’uscita.
“Allora,
com’è andata la visita a tua zia?” le chiedo, tanto per instaurare una piccola
conversazione. Certo che è strano… tutta l’ansia che provavo prima dopo aver
lasciato mia madre, è svanita in un sorriso. Il suo sorriso.
“Mh… come al solito. Si lamenta
sempre! Ma sai come sono i parenti…” ridiamo insieme, mi da sempre una
piacevole sensazione stare insieme a lei. “Tu invece,
Neville? Chi sei venuto a trovare?” domanda improvvisa.
Che risponderle?
“Mia
madre… e mio padre” l’ho detto o l’ho solo pensato? Ma la sua faccia sorpresa risolve tutti i miei dubbi.
“Oh…
sono… malati?”
In un
attimo tutto cambia. Mi siedo sulla panchina li vicino
seguito subito dopo da lei. Le racconto tutto, i miei
dubbi, le mie paure. La vergogna che provavo nell’avere
genitori malati di mente. Di come siano diventati.
Di come io abbia raccolto le carte di mia madre.
Di come non riesca a mangiare la gomma di poco prima. Di come ora io
sia cambiato rispetto al passato, di quanto la voglia di vendetta mi abbia
fatto crescere e maturare. Di quanto la sua amicizia mi abbia aiutato
durante il periodo dell’ E.S.
...
Sento la
sua mano sulla mia spalla e sobbalzo, non me l’aspettavo.
“A che
pensi?”
“Che… ti
ammiro tanto Neville” posa la testa sulla mia spalla.
Un altro minuto di silenzio poi lei apre la bocca e prende fiato. Dice la frase
più bella che mi abbiano mai detto. La frase che sarà la più
importante della mia vita “e che… vorrei rimanere al tuo fianco. Per
tanto tempo… per sempre se possibile”
In un
secondo l’abbraccio. Senza rendermene neanche conto, ma era
tanto che aspettavo quelle parole. L’unica cosa di cui ho veramente bisogno ora
è lei. Sento che può capirmi, che sarà lei a completarmi.
“Beh… se
possibile… vorrei anche io che tu rimanessi al mio fianco… per sempre” le
sorrido allontanandomi un poco da lei, tenendola comunque
tra le mie braccia. Sorride di ricambio, felice, prima di gettarsi nuovamente
tra le mie braccia.
“Che bello Neville! È tanto che ti aspetto…”
“Io è
tanto che ti cerco…” prendo dalla tasca la Gomma Bolle Bollenti e l’osservo. “ti va metà gomma? Ho solo questa…” annuisce mentre io la scarto. “Mordi tu…”
Questa
volta sembra tutto andare a rallentatore. Lei che la morde e che mi tende con
la mano l’altra metà, che prendo dopo un istante. Certo che devo proprio essere impazzito, quasi non mi riconosco.
Le carezzo la mano tesa verso il mio volto e la sposto di qualche centimetro,
giusto lo spazio che serve per liberare il campo d’azione. Campo d’azione per
cosa? Non faccio in tempo a chiedermelo che mi avvicino a lei, dandole un
piccolo bacio. Semplice. Dolce. Alla fragola.
Dopo
qualche istante mi allontano e vedo che lei è
arrossita. Ricominciamo tranquilli la nostra passeggiata, mano nella mano, con Hannah abbracciata a me mi sento
più forte che mai. Forse è stata quella gomma a portarmi all’amore. A portarmi
a tutto questo.
Si volta
verso di me e sorride radiosa. Mi rivolge solo tre parole…
“A che
pensi?”
“Che sono felice…”
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Ecco il nuovo capitolo!!!
Come potete capire è di Neville, adoro
questo personaggio! Anche se sinceramente avrei
preferito che fosse lui ad uccidere Bellatrix, visto
quello che ha fatto ai genitori.
non potete capire quanta tenerezza mi abbia
fatto leggere il pezzo delle cartacce che gli da la madre nel 5 libro! ç_ç
Volevo ringraziare mAd wOrLd,
danachan94 (la
mia kohai-chan! Grazie ^^ tvttb),
Jelly e rosy823 per i bellissimi commenti,
e grazie a tutti voi che leggete ^^
A presto, un bacioooo!
*-._Kalie_.-*