Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: DreamWanderer    25/10/2014    1 recensioni
Draco abbandonò quel riflesso per andarsi a sedere sul letto a baldacchino. Pose il mento sulle mani giunte a pugno, cercando di riflettere.
Non riusciva a credere che la ragazza che aveva visto sfilare come una prostituta sul tappeto di un night club fosse la Sanguesporco Grifondoro Hermione Jean Granger.
STORIA VINCITRICE DEL TITOLO "BEST AU" DEL "neverending stories awards", ottavo turno.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'All for Love'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Just For Love

        Back to December


Il pentolino brontolava gentilmente sul danzante fuocherello evocato dalla magia. Hermione fissava intensamente l’acqua al suo interno, ingenuamente convinta che, magari, sarebbe arrivata più in fretta al punto di ebollizione.

Era tardi… forse le tre, ma in realtà non avrebbe saputo dirlo con certezza. Il castello era piuttosto freddo: nonostante i fuochi bruciassero alti nei caminetti e alcuni incantesimi isolanti aiutassero a spandere e conservare il calore emanato dalle fiamme, la pietra in cui era edificato lo Château rimaneva ostile – almeno laggiù, nei paraggi delle cucine, mentre il rivestimento di arazzi e tendaggi e tappeti dei piani superiori riusciva ad arginare il clima innevato di dicembre, sostituendolo con un’atmosfera decisamente confortevole.

Era tornato dicembre.

Era passato circa un anno – settimana più settimana meno – da quando Draco l’aveva trovata al bordello, da quando l’aveva accolta in casa sua aprendole quante più porte lei gli avrebbe permesso, da quando aveva ordito una delicata festa natalizia per aiutarla a riconciliarsi con il suo passato. Era passato circa un anno – giorno più giorno meno – da quando Ronald era franato nuovamente nella vita di cui lei si stava ancora riappropriando, rovinandole il Capodanno e adombrando i sei mesi successivi con le sue ingombranti ed intransigenti pretese mentre lei tentava di ristabilire le proprie priorità, impegnandosi per aiutare Theodore a gestire la sede babbana di Chez Daph e per ottenere l’ammissione ai corsi specializzati in Medimagia del San Mungo.

Era stato un anno intenso, fatto di cambiamenti e colpi di scena, di decisioni e rimpianti, di sorprese e di delusioni. Era stato soprattutto un anno faticoso, durante il quale Hermione aveva lottato molto – forse senza troppa convinzione, all’inizio, ma poi sempre più duramente – per ritrovare sé stessa e per darsi quella seconda possibilità che ora stava gradualmente assumendo i contorni definiti della realtà.

Eppure, nonostante tutti i mesi passata a spostarsi e a cambiare, era tornato dicembre e lei si ritrovava di nuovo lì, sotto il tetto dello Château. Come se non se ne fosse mai andata…

…ma lei se n’era andata. Si era pentita della sua decisione ed era tornata sui propri passi, certo, ma se n’era andata. E, oltre alle sparse piccolezze che sottolineavano questo fatto di tanto in tanto, c’era un elemento in particolare che non le permetteva di scordarsene nemmeno per un giorno: il comportamento di Draco.

Dopo quella breve chiacchierata che avevano condiviso sulla soglia della camera di lei, l’atteggiamento del biondo era stato distante e chiaramente “tiepido” – non aveva mai dato segni d’insofferenza né di freddezza, ma nemmeno era stato attento e presente come durante la sua prima permanenza allo Château – nei suoi confronti. Certo, in realtà non si erano nemmeno visti così tanto in quegli ultimi mesi: lui era spesso in giro per la tenuta in modo da mantenerla il più perfetta ed efficiente possibile, lei aveva passato molto del suo tempo tra lo studio e il San Mungo per il corso di Medimagia a cui si era iscritta e che aveva ormai completato – le mancavano solo tre ultimi esami per poter risultare idonea ad un apprendistato con un medimago. Eppure nessuno di questi impegni poteva scusare le sue assenze e le sue discrete fughe in quei momenti durante i quali, tutto sommato, non c’era molto da fare: si era negato più di una volta, anche se sempre per via di impegni effettivi anche se non urgenti, e quelle volte che non l’aveva fatto le era parso introverso, quasi… in guardia, ecco.

Hermione aveva deciso di fare la brava, di non pressare la situazione: gli aveva lasciato i suoi spazi e aveva accettato i suoi rifiuti senza insistere, supponendo che fosse rimasto ferito dal suo comportamento durante il dicembre precedente e la prima lite furiosa con Ronald, poco fuori dai cancelli dello Château. E, per quella stessa ragione, aveva deciso di non tirare fuori l’argomento con nessuno.

O quasi.


--Io questo suo comportamento proprio non lo capisco!-- sbotta Hermione, frustrata, facendo inconsapevolmente ondeggiare con energia il contenuto del proprio bicchiere.

Blaise, improvvisamente in ansia alla prospettiva di dover ripulire una macchia di vino rosso dai suoi pregiati cuscini di broccato, rimane in silenzio.

--Ha ragione, ho sbagliato, ma che motivo ha di continuare con questo atteggiamento così… ostile?! Ho chiesto scusa o no!?-- continua la giovane, gesticolando vistosamente – troppo, per i gusti del suo interlocutore.

Blaise scivola lungo il divano, avvicinandolesi. --Non dovresti prendertela così tanto, Hermione. Non lo fa per ferirti.-- la conforta, mettendole un braccio attorno alle spalle – e, al tempo stesso, spostando entrambi i loro calici di vino in un punto più “sicuro” del tavolino.

Il gesto palesemente diffidente, benché assai discreto, non sfugge all’attenzione della riccia, che lo rimprovera con un’espressione piccata. --Non sono così ubriaca né così maldestra, grazie.--

Il moro replica al sarcasmo con un’elegante scrollata di spalle. --Sono i miei cuscini preferiti.--

E il modo in cui lo dice è così sincero e disarmante che lei proprio non riesce a trattenere una breve risata, che si libra nell’atmosfera e spezza il groppo di irritazione e cocente dispiacere che sente occluderle la gola. Si appoggia contro la spalla dell’amico, riconoscente per la considerazione che le ha dimostrato ormai ore prima offrendole un bicchiere di vino ed un orecchio a cui rivolgersi; gli si stringe un poco addosso, grata per il calore e la familiarità che le trasmette – sensazioni che smorzano l’ostilità di quel castello che le è improvvisamente così freddo ed estraneo.

--Ci sono rimasta male, tutto qui.-- conclude a bassa voce, ascoltandolo poi sospirare profondamente in risposta.

Blaise le lascia una carezza tra i capelli, comprensivo. --Ha solo bisogno di darsi una calmata. So che è difficile dargli tempo, ma fargli pressione è controproducente. Stai andando benissimo.-- la rassicura, sincero, per poi aggiungere sommessamente: --Se ti consola, si è comportato così anche con noi, una volta visti i segni…

È a quella frase che Hermione, aggrottando del sopracciglia, capisce che lei e Blaise non stanno più parlando della stessa cosa – non esattamente, almeno.

--I segni?--


Era stato così, di colpo e senza preavviso, che aveva illuminato il motivo della reticenza di Draco: non era perché era rimasto deluso, non era perché non voleva più fidarsi di lei; era perché lei aveva visto la cicatrice non del tutto rimarginata che gli deturpava irrimediabilmente il braccio.

Era perché aveva paura – paura che lei avesse domande e proposte a riguardo, paura di essere costretto a rivangare e spiegare qualcosa che ancora tentava quasi disperatamente di ignorare e dimenticare.

Hermione era così assorta in quei pensieri che era già del tutto dimentica dell’acqua che oramai ribolliva nel pentolino – o almeno lo fu finché lo sbattere improvviso della porta violentemente spalancata non la fece sobbalzare e girare così in fretta da rovesciare tutto quel che stava sul ripiano… inclusa l’acqua rovente, che traboccò ad inzupparle il pigiama.

La ragazza sibilò sofferente, chiaramente tentando di sopprimere gli improperi che le erano saliti alle labbra e allontanando il più possibile la stoffa zuppa d’acqua rovente dalla propria pelle.

--Ti sei fatta male?-- le domandò, senza esitazione alcuna, Draco – lupus in fabula! – raggiungendola ed intenzionato ad aiutarla, avendo già intuito e ricostruito cosa doveva essere accaduto.

Hermione deglutì mentre la fitta di agonia si riduceva ad un dolore pulsante – meno intenso ma più persistente – e scosse la testa con ostinazione. --No, ora passa, non credo sia niente di grave.--

Ripiegò la manica su sé stessa, in modo che la porzione di calda stoffa bagnata non stesse a contatto con la sua pelle, contemporaneamente attenta a tenere il pigiama ben lontano dalla carne sensibile del proprio fianco, e si girò per valutare il danno che aveva arrecato al piano cucina.

--Guarda che disastro…--

Ma Draco non parve nemmeno accorgersi delle sue parole. --Fammi vedere.-- le disse semplicemente, in un tono che non ammetteva repliche, quasi ordinandoglielo.

--Ma non è necessario, va__-- tentò di rifiutare la giovane…

…ma le parole la abbandonarono all’istante una volta che la sua mente si rese conto che quel fresco sollievo che percepiva altro non era che la sua mano che sfiorava con attenzione e delicatezza la sua pelle arrossata per stimare la gravità dell’ustione.

--Draco…--

Lui la interruppe con un perentorio cenno del capo. --Credo di saperne più di te sulle bruciature, Hermione.--

Il sottinteso di quella frase le fu subito evidente. Scelse senza esitazione di non ribattere, accettando e riconoscendo quel breve accenno per quel che era: un inizio.

Qualche attimo dopo Draco allontanò le dita dal suo fianco e la guardò in viso, le labbra non più così tirate dalla preoccupazione.

--T’è andata bene.-- sentenziò secco. --Ma stai più attenta la prossima volta.--

--Mica l’ho fatto apposta, sai!-- ribatté la giovane, indispettita, orgogliosa.

La replica così da lei fece sorridere il biondo, che scosse il capo in un segno di bonaria rassegnazione.

--Vieni di là con me.-- le intimò, anche se non con l’intransigenza di poco prima, invitandola a seguirlo con un cenno della mano. --Vediamo se nell’armadietto delle medicine c’è qualcosa che possa darti sollievo.--

Per la terza volta Hermione tentò di rifiutare, leggermente a disagio per l’imbarazzo. --Ma ti ho già disturbato abbastanza, non vorrei__--

Per la terza volta Draco insisté, interrompendola. --Nessun disturbo.-- le assicurò; e, dopo uno sguardo ed una breve esitazione, aggiunse: --Tanto ci stavo andando comunque.--

Fu allora che gli occhi di Hermione registrarono quelle sparse macchioline rosse che punteggiavano il candore della garza che Draco teneva appallottolata in mano.



Qualche decina di minuti dopo erano entrambi seduti in uno dei salottini dei piani padronali, affondati nei morbidi cuscini di un bel divano, mentre le fiamme del camino ingaggiavano la loro abituale battaglia per spezzare il freddo dei lunghi inverni inglesi. Sul tavolino di fronte a loro erano appoggiati un flacone di vetro blu scuro che la ragazza aveva arraffato dall’armadietto che Draco aveva dischiuso per lei, numerosi batuffoli di cotone ed un rotolo di bende pulite.

Hermione stava passando uno dei sopracitati cotoncini sul proprio fianco, sentendo la pelle gioire al sollievo fornito dalla sostanza di cui l’aveva imbevuto, sotto lo sguardo vigile del rampollo Malfoy.

Ad un certo punto, fin troppo consapevole del peso di quegli intensi occhi, ripose il batuffolo e gli dedicò la propria completa attenzione: --Si può sapere che hai da fissare?!--

La tensione sul viso di lui venne annullata da un sorriso divertito e il giovane accennò un gesto di scuse con uno svolazzo della mano. --Non era mia intenzione infastidirti. Mi stavo solo chiedendo come hai potuto combinare un tale macello semplicemente voltandoti.--

La ragazza, fingendosi risentita per la bonaria presa in giro, gli rispose con una smorfia che però diede come unico risultato quello di strappargli una piena risata di cuore – risata a cui lei si unì volentieri.

--Guarda che è stata colpa tua, mi hai fatto prendere un colpo!-- puntualizzò poi quando ebbero smesso. --Dico, ti sembra il modo di aprire le porte?--

Lui si scrollò di dosso il rimprovero con un ghigno; le passò un braccio attorno alle spalle e se la tirò vicino, sussurrandole all’orecchio con fare da cospiratore: --Il mio castello, le mie porte.--

--Quanta boria, furetto!-- lo apostrofò Hermione, divertita, fingendo di volerlo spingere via.

Il biondo oppose resistenza, ma poi la liberò dalla propria stretta per recuperare le bende fresche. La strega rimase in silenzio ad esaminare quei gesti rapidi ed efficienti che trasudavano esperienza, abitudine. Ma, per quanto di routine, fasciare il proprio braccio con una mano sola non era un lavoro facile; vedendo i segni dell’impazienza risalire alle labbra del biondo, decise di tentare un azzardo: avvicinò le proprie dita alle garze, offrendogli silenziosamente il proprio aiuto.

Draco si bloccò, improvvisamente scostante, e la guardò di sottecchi. --So farlo da solo.--

--Lo so.-- assicurò subito lei, forse cogliendolo di sorpresa con quella sua risposta così tranquilla e diretta. --Era solo per far prima.--

Insicurezza e dubbio balenarono in quegli occhi chiari, diffidando, valutando… ma poi il giovane le offrì sia il resto delle bende che il proprio braccio.

Hermione gli si accostò meglio, svolse la fasciatura che Draco aveva già cominciato e, anziché rifarla subito, si allungò verso la bottiglietta.

--Non credo potrà fare qualcosa, Hermione.-- protestò immediatamente il suo “paziente”, ma lei lo ignorò a bella posta e prese a passargli un batuffolino imbevuto sulla pelle, delicatissima.

--Di certo non può farti male: è già tutto rimarginato.-- replicò, accennando col capo ai segni profondi che, ancora nitidi, gli marchiavano la carne del braccio. --Com’è possibile, a proposito?--

Non lo guardò in faccia mentre gli poneva la domanda: non voleva mettergli alcuna pressione e pensava che un suo atteggiamento quasi casuale nei confronti della questione avrebbe contribuito a non innervosirlo.

Draco la guardò a lungo prima di rispondere: --Credo sia parte dei residui del Marchio, è sempre stato così. Ci sono certe cose che succedono, certi… stati d’animo che a volte causano la riapertura delle cicatrici o un loro peggioramento. Quando poi il momento è passato i segni riprendono a migliorare, anche se non hanno mai avuto un gran bell’aspetto.--

Hermione limitò la propria risposta ad un mugugno di comprensione. --E cos’è stato stavolta che le ha fatte aprire?--

Il biondo scrollò le spalle, abbacchiato. --Un brutto sogno, suppongo.--

I gesti della riccia si arrestarono per un istante, sottolineando la sorpresa di colei che li stava compiendo, prima di riprendere come se niente fosse – anche se ora gli occhi bruni di lei erano fissi sul volto tirato dell’amico. --Qualcosa di brutto?--

--Orribile.-- Draco le rivolse un mezzo sorriso. --La McGranitt che mi interrogava in Pozioni.--

La giovane si fermò del tutto e lo fissò allibita, confusa, cercando di capire se la stesse prendendo in giro o se le avesse detto la verità… e poi, semplicemente, si lasciò andare ad una risata che, da appena accennata, divenne ben presto una sghignazzata di coppia al pensiero dell’espressione arcigna che avrebbe campeggiato sul viso di quella donna nel ritrovarsi a tenere lezione nel labirintico sotterraneo di scaffali e calderoni che era stato il regno del Professor Piton.

--Ma tu non eri bravo in Pozioni?-- gli domandò poi lei, una volta che si furono ripresi dal nuovo accesso di ilarità della serata.

Lui emise uno sbuffo divertito. --Perché Piton mi alzava i voti, ma non sono mai stato quel gran pozionista. Però deve avermi influenzato ad un certo punto perché, paradossalmente ho finito di sviluppare a mia volta una certa passione per Difesa contro le Arti Oscure.--

--Comprensibile.-- sogghignò la giovane, abbandonando il batuffolo imbevuto di fresco e passando alle garze. --A me invece Pozioni piaceva, anche se Piton i voti me li abbassava.--

--Non credo abbia mai potuto abbassare più di tanto…-- obiettò il biondo, ricevendo però in risposta un commento venato di pungente ed irriverente risentimento sillabato a denti stretti mentre le bende continuavano, obbedienti, ad avvolgersi attorno alla sua carne.

--Oh, tranquillo, a rovinarmi la media ci riusciva lo stesso!--

Hermione terminò la fasciatura con una rapidità notevole e la chiuse con un fermaglio resistente e discreto. Draco fletté i muscoli un paio di volte, mettendo alla prova l’operato della giovane.

--Allora? Come lo senti?-- lo incalzò quella, visibilmente nervosa – terrorizzata di aver fatto qualcosa di sbagliato, di averlo spinto a ritirarsi ancora di più da lei.

Ma Draco alzò gli occhi sul suo viso, esterrefatto. --Meglio.--

Lei si concesse solo un sorriso radioso prima di scoccargli un non troppo rapido bacio su una guancia, raccogliere batuffoli e boccetta sparsi sul tavolino in una sola bracciata e avviarsi verso la scalinata che conduceva alle camere da letto. Il biondo, ancora stupito dal risultato e dall’assenza del disagio che aveva sempre caratterizzato la riapertura delle cicatrici, le andò dietro con un certo ritardo, raggiungendo la base delle scale quando lei aveva già salito circa un terzo dei gradini.

--Hermione, aspetta!-- la richiamò indietro. --Cos’hai usato sul braccio? Cosa c’era sul batuffolo?--

La ragazza di fermò, in bilico tra due gradini, e, con un sorrisino enigmatico, lanciò la boccetta verso di lui che, pronto, la prese al volo – complici i suoi riflessi da ex-Cercatore – senza alcuna difficoltà.

Lui la sentì proseguire per la sua strada, i passi che rintoccavano nettamente sui gradini di marmo; non vi prestò attenzione, però, occupato ad elaborare la scritta elegante che campeggiava sull’etichetta del flacone.

Aloe.

--Granger!-- chiamò, innervosito.

Tuttavia fu il suo turno di sobbalzare, colto alla sprovvista, quando la voce di lei gli arrivò da una distanza di poche falcate. --Non c’è bisogno di urlare, sai, ci sento ancora.--

Quindi i passi che aveva udito prima avevano sceso – e non salito – la scalinata.

Draco si voltò repentinamente, un’espressione quasi intimorita negli occhi chiari. --Aloe?--

Lei annuì, seria. --È un gel liquido che porta alla pelle diversi benefici ed è un sollievo impareggiabile per le scottature.-- istintivamente la mano di Hermione sfiorò il fianco scottato dall’acqua bollente e che, ormai, non le doleva più. --Sapevo che non avrebbe guarito le cicatrici, ma di certo non poteva farti male.--

--Ma allora, se non è l'aloe, perché…-- boccheggiò il biondo, confuso. --
…perché non sento dolore?--

L’amica scosse impercettibilmente il capo. --Per lo stesso motivo per cui ti si aprono di tanto in tanto, suppongo, solo con effetto inverso.--

--Quindi viene tutto dalla mia testa, è sempre legato alla maledizione.-- alla sua conclusione, lei annuì affermativamente. --Come facevi a saperlo?--

Hermione sorrise. --Non lo sapevo. Ho solo… fatto l’amica sperando di poterti far sentire meglio.-- arrossì lievemente e, quando se ne accorse, abbassò lo sguardo. --E, evidentemente, tu ti sei sentito abbastanza meglio da contrastare gli effetti residui della maledizione. Tutto questo conferma le supposizioni che avevo fatto a riguardo.--

--E hai carpito un intero quadro clinico da queste semplici reazioni?-- obiettò ancora lui, incredulo, scuotendo il capo.

--Sto studiando Medimagia, dopotutto.-- replicò lei, ridacchiando. --E ho studiato tante di quelle nozioni sulle cicatrici da incantesimo quando, da ragazzina, cercavo di capire cosa scatenasse i bruciori di quella di Harry, che ormai dovrei essere un’autorità ad honorem nel campo!--

Lui rimase in silenzio, ignorando persino la battuta sullo Sfregiato, esterrefatto da tanta semplicità. --Se le cicatrici possono migliorare…-- le domandò cauto, timoroso della risposta. --…potrebbe esserci un modo per cancellarle?--

--Forse non cancellarle…- gli rispose lentamente Hermione. --…ma credo che ci potrebbe essere un modo per estirpare gli effetti collaterali della maledizione. Credo che le cicatrici rimarrebbero, ma sarebbero solamente cicatrici.--

--Senza coinvolgere il San Mungo?--

Le labbra di lei accennarono un ghigno furbo. --Ho un’idea per il mio apprendistato che potrebbe aggirare la tua avversione per quei guaritori, però devo prima terminare i corsi da privatista e dare gli esami di idoneità.--

Per alcuni, infiniti battiti di cuore, Draco tacque, assorto. Quando ebbe preso la sua decisione la fissò dritto negli occhi, senza più alcun dubbio.

--Aiutami.--












Angoletto!

Ave, gente!
Oggi ho qualche impegno a cui tener dietro (cose fa fare, persone da vedere, posti dove andare), quindi l'aggiornamento vi arriva in mattinata...
(Peter: la fa suonare estremamente sofisticata, ma deve solo andare in erboristeria e a fare le fotocopie degli appunti da una compagna perché durante il tirocinio non riesce a seguire le lezioni -.-'')

Non ero completamente sicura di inserire questo capitolo. In realtà il mio piano era di passare direttamente a quello successivo, un PoV Blaise, che doveva riferire i punti salienti questa scenetta con un piccolo flashback. Però ci ho pensato, e mi sono detta che non ci stava bene. La storia è su Draco e Hermione e sul loro rapporto, a dispetto di tutto quel che ci è spuntato in mezzo, e solo perché io ho cambiato punto di vista su molte cose non ho il diritto di stravolgere la struttura della storia solo perché queste parti per me sono diventate difficilissime da scrivere.
Vi dovevo una bella scenetta tra loro. La dovevo a loro.
Quindi eccola qui! Che dire altro dire, spero vi piaccia ^-^'''

Oggi sono di cattivo umore, quindi vi propongo un piccolo gioco: qualcuno ha qualche idea su quale sia l'idea dell'apprendistato che ha in mente Hermione?
Chi indovina riceverà la risposta al commento in anticipo e avrà diritto a farmi una domanda a piacere!

Infine: grazie a chi ancora legge e segue. Grazie davvero.
Ci risentiamo tra due settimane, dolcezze mie! Oppure, con chi indovina, un po' prima...
Con affetto,
;*
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: DreamWanderer