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Autore: _H i d e a w a y_    26/10/2014    6 recensioni
| Nᴇᴡᴛᴍᴀs |
/ Cᴏʟʟᴇɢᴇ AU
Cosa accadrà quando Newt, giovane diciottenne maturando, incontrerà Thomas, anch'egli giovane maturando?
Due istituti diversi, due mentalità contrastanti.
Classico e scientifico; chi riuscirà ad avere la meglio?
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Newt, Thomas, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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 I'LL FOLLOW YOU 

/ 1. Prologo \
 

 

Newt Lancaster aveva vissuto con un solo pensiero in testa: sparire.

Come Gionata che viene inghiottito da una balena e continua a vivere nella sua pancia, Newt era caduto nel ventre dell'apatia ed aveva passato giorni senza data nel buio stagnante di quell'antro.

In quel periodo aveva vissuto come un sonnambulo, o come uno che non si è ancora reso conto di essere scomparso.
Si svegliava all'alba, si lavava i denti, indossava i primi vestiti che trovava, saliva sull'autobus che lo portava al liceo, prendeva appunti durante le lezioni.
Procedeva nelle sue giornate attenendosi alle abitudini di sempre, per lo stesso impulso che spinge una persona investita da una raffica di vento ad aggrapparsi ad un lampione.

Non parlava con nessuno a meno che non fosse indispensabile e, quando tornava nell'appartamento in cui viveva da solo, si sedeva sul pavimento con la schiena contro la parete e si abbandonava al pensiero dello scomparire.
Solamente Alby, suo amico dai tempi delle elementari, sembrò compatire quel suo stato d'animo.

Alby aveva voti eccellenti.
Per quanto non fosse un secchione -perlomeno non lo sembrava-, era il secondo della classe in ogni materia visto che, il primato assoluto, restava esclusivamente di Newt.
Nonostante ciò, non sembrava darsi delle arie, anzi: era molto riservato ed aveva la massima considerazione per tutti.
Sembrava quasi che si vergognasse di essere così intelligente.
Per carattere, quando decideva una cosa -anche la più insignificante-, non cambiava idea facilmente.Spesso Newt, nella sua apatia costante, si era ritrovato a dover gestire attacchi di rabbia improvvisi del suo compagno di classe, dovuti agli atteggiamenti meschini che -purtroppo- circolavano in quella scuola.

L'unica cosa che potesse riaccendere quel luccichio di speranza negli occhi di Newt, probabilmente, poteva essere la letteratura.
Spesso, durante le brevi pausa tra una lezione e l'altra, si ritrovava a vagabondare nei freddi corridoi dell'istituto, tenendosi compagnia con un libro diverso giorno per giorno.
La letteratura era da sempre -almeno per lui-, una certezza; era il tipico ragazzo che preferiva di gran lunga restare in compagnia di un libro, che sprecare fiato a parole con persone che, comunque, non lo avrebbero capito.
Almeno finché, quella sue abitudine, non vennero spezzate da un uragano  rumoroso. Un uragano di nome Thomas.

[...]


Roma, 14 Settembre 2013.
 

Avete presente quando si dice che la vostra vita sta per avere una svolta e, in qualche modo, lo senti?
Ecco.
Newt non ci aveva mai creduto.

In effetti, il giorno in cui incontrò Thomas era un giorno noioso, come tutti gli altri.
Era inverno, e faceva freddo. Era un freddo piacevole, però; di quelli che ti sveglia bene quando sei assonnato, quel tipo di freddo che ha un odore tutto suo.

Ma Newt non era più in grado di apprezzare questi dettagli. Semplicemente, non gli interessava.
Come non gli interessava quello che avrebbe dovuto fare quel venerdì mattina: cercare di convincere i ragazzini delle medie ad una scelta -per lui- già ovvia. Ovvero, iscriversi al liceo classico.
Lo faceva solo per i crediti scolastici; non che ne avesse bisogno, ovviamente. Ma desiderava essere il primo in tutto, anche in quello.
Sapeva che ci sarebbero stati anche quelle teste di caspio dello scientifico, ma la cosa non gli interessava. Come sempre.

Entrò nell'edificio scolastico con Alby e gli altri ragazzi del liceo classico, quasi annoiato da quella situazione.

Insomma, che avevano da scegliere quei mocciosi? Era ovvio che il classico era superiore a tutto.

Quando aprì la porta centrale -che collegava il cortile all'atrio- vide che le calcolatrici (come li chiamava lui) erano già arrivati, e stavano parlando ai ragazzini sul “quanto lo scientifico ti apra mentalmente, quante possibilità ti dia,quanto ti aiuterà nella vita.”

Tutte sploff. A dire quelle cavolate era un ragazzo esile, con la pelle bianca in contrasto ai capelli scuri.
Era appoggiato al marmo della colonna centrale, sembrava perfettamente a suo agio.
Anzi, sembrava addirittura annoiato.

Mentre lo osservava, Newt provò una strana sensazione. Una specie di calore, ma non era sicuro che fosse una cosa piacevole. Per niente.
Ciò di cui era sicuro, era l'irritazione che stava provando sentendolo elogiare il liceo scientifico. Era da tanto, troppo tempo, che non si infastidiva così per qualcosa.

Di solito gli scorreva tutto addosso, lasciava che quelle chiacchiere gli uscissero dall'orecchio opposto in cui, casualmente, gli erano entrate

Ma -in quel momento- la voglia di zittirlo era enorme.

Il ragazzo si accorse che erano entrati, e si girò a guardarli con aria di sufficienza.
Newt rimase immobile.

Avete presente quando dicono che, se sta per cambiar tutto, se la tua vita sta per essere stravolta, in qualche modo lo senti?
senti?
Quando vide gli occhi color nocciola del ragazzo, Newt cominciò a crederci.

   
 
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