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Autore: S_h_a_e_L    31/10/2014    5 recensioni
Una profezia complementare all'originale che lega Harry ad un nuovo personaggio... oppure forse no.
Harry è strano dopo la morte di Sirius e sceglie di abbracciare il proprio destino.
Adoro gli Harry che si immolano.
Potrebbe infastidire le seguaci dei personaggi Canon.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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-I Burattini del tempo-

..;Rosa e Felce del Segreto e del Mistero;..


"Svegliati, Pulcino."

Harry sbattè le palpebre più volte e alzò la testa dal baule pronto.

"Mi sono addormentato..."

"Oh davvero, non l'avevo notato."

La ragazza ghignò ad una occhiataccia del moro, che solo in quel momento si rese conto del tocco leggero sulla sua spalla, guardò la mano pallida dalle lunghe dita sottili e svegliandosi del tutto allungò la propria sfiorando quella della ragazza. lentamente, quasi come se potesse sparire da un momento all'altro.

Non si erano mai toccati, attraverso lo specchio avevano imparato a conoscersi, ma mancava qualcosa, qualcosa d'importante.

La ragazza attese in silenzio quello che sapeva sarebbe stato un passo importante per Harry, il passaggio da sogno a realtà.

Le prese la mano e la strinse tra le proprie, alzandosi dal pavimento le si avvicinò socchiudendo gli occhi e respirando il suo odore.

"Sai di frutta..."

La ragazza mostrò un sorriso luminoso e Harry si sentì rassicurato, aveva finalmente la certezza che in qualche modo contorto avrebbe avuto qualcuno a cui aggrapparsi. O che... lei non sarebbe fuggita. 

Riusciva a fidarsi di quella stranissima ragazza e scoprì che con lei non c'era timore, nè paura; con Ron e Hermione, durante le loro avventure, il sentimento predominante era il terrore: terrore di non essere in grado di proteggerli, di salvarli e di salvarsi. 

Paura per la propria vita e per quella dei suoi più cari amici, della sua famiglia, non poteva permettersi debolezze o incertezze. Con lei no, in ogni caso erano destinati a camminare insieme, lo sentiva, gli stessi passi lungo due binari paralleli.

Con gli occhi socchiusi e la consistenza della sua pelle sotto le dita si accorse a mala pena dello strappo allo stomaco tipico della smaterializzazione.

Con loro trascinavano tutta la vita del giovane salvatore in due bauli, tutto ciò che non era stato distrutto in quei giorni di sano terremoto.

 

Poco dopo la Signora Dursley come suo solito trascinava il cesto della biancheria dal piano di sotto al piano di sopra, passando davanti alla stanza ora vuota, ma poco prima scenario dell'incontro, chiedendosi perchè in tutti quegli anni non l'avessero utilizzata, scendendo velocemente i gradini si ripromise di trasormarla in un magnifico salottino da tè, era stata vuota per troppo tempo.


Harry si separò dalla mano della ragazza e dal suo profumo per guardarsi attorno, la stanza era più luminosa di quanto sembrasse attraverso lo specchio, decisamente meno tetra anche se vagamente malinconica.

Bagliori argentei battuti dalla luce delle fiaccole illuminavano le pareti di riflessi rosso sanguigni, se avesse dovuto darle un nome l'avrebbe battezzata con quello dell'occupante. Sensualmente semplice, forte e profonda.

Su due cose concentrò la sua attenzione, il primo era un grande specchio circondato da una cornice di fiamme argentee ogni lato giaciglio di uno dei simboli delle quattro case.
Grifondoro, Serpeverde, Corvonero e Tassorosso.

La superficie non rifletteva nessuna immagine, era scura quasi a dargli una illusione di profondità, specchiandosi in quell'ombra solida sembrava quasi che il potere emanato da quell'oggetto, li osservasse...

La seconda cosa ad attirare parte della sua attenzione fu la familiarità del luogo, delle pareti e anche dell'aria che respirava a pieni polmoni e che sembrava calmarlo, acquietarlo.

Ne prese una boccata profonda e seguì la propria compagna all'esterno.

"Ti avevo parlato di una sorpresa..."

La porta si aprì e Harry rimase basito, incastrato tra i ricordi di quel luogo e la vista che gli si presentava davanti: La Camera Dei Segreti.

La grande navata aveva due singole porte, quella da cui erano usciti e una posta esattamente di fronte alla prima.

Questa l'unica differenza, questa e lo scheletro del Basilisco che creava una specie di ponte da un lato all'altro della stanza.

Guardò quella che avrebbe dovuto considerare la sua camera e si avvicinò alla porta con passo sicuro, quasi avesse passato la sua vita in quelle che sapeva le fondamenta della sua scuola.

Un lieve bagliore illuminò i contorni della porta e al passo successivo del Salvatore questa si spalancò lasciandolo proseguire.

Le pareti erano quasi totalmente occupate da librerie ricolme di tomi e ad una occhiata potè vedere anche qualche libro dall'aspetto palesemente oscuro, il suo sguardo accarezzo le tende rosse sulle pareti libere andando poi a posarsi sui tappeti di un verde cupo, sorrise appena notando quando scontrassero quei due colori, due colori che in ogni caso gli appartenevano e che avrebbero dovuto trovare il modo di coesistere, continuò a vagare per la stanza sfiorando oggetti e scostando una pesante tenda nera si ritrovò in una piccola stanza bianca, perplesso fissò il suo sguardo in quello della ragazza che l'aveva seguito silenziosa.


Si separò dalla catena di sguardi e raggiunse un piccolo baule incastrato in un angolo, lo aprì.

"L'intero spazio sembra essere una riproduzione limitata della stanza delle necessità. Zietto Salazar non si faceva mancare niente."

Disse la ragazza guardandosi attorno.

Con passo felpato e sguardo malizioso si avvicinò a Harry e questo non poté fare a meno di alzare una mano ad incorniciarle il viso e l'altra a incastrare le dita alle sue, il contatto... senza paure e senza fraintendimenti, gli era mancato.

In quel momento comprese che la vita era strana, vagamente ironica, che lo era in ogni secondo con tutto quello che gli aveva dato e che contemporaneamente gli aveva strappato, nei compromessi che gli erano toccati per mantenere un equilibrio, che sapeva, era destinato a rompersi.

Non se ne era mai reso conto, ma fino ad allora aveva cercato disperatamente di stringere al petto tutto ciò che aveva, di stringerselo talmente forte da riuscire a farlo entrare dentro di sé, tanto da riuscire a farlo battere allo stesso ritmo del suo cuore, tanto da iniziare a confondere il terrore di perdere con il desiderio di tenere.

Poi era bastata una pressione sorda all'altezza del costato, la consapevolezza di un cuore fermo in un momento e in uno spazio ben precisi e tutto era crollato, certezze su certezze, timori, paure e le stesse sicurezze che aveva faticosamente creato appoggiandosi ad altri, quell'enorme vuoto era stato riempito da nuove certezze e nuovi segreti, ora, da convinzioni e decisioni che avrebbero cambiato tutto, che avevano già cambiato tutto.

Il vago rimbombo nel suo petto, però, non si era mai spento del tutto, non sarebbe morto di solo dolore, ne era assolutamente certo, ma questo non impediva comunque alla sua vita di spegnersi lentamente. 

Lui non aveva bisogno di lei, lei non aveva bisogno di lui.

La loro presenza l'una di fianco all'altro era frutto di una scelta.
 La scelta. Fatta consapevolmente.
Per Harry questo era fondamentale.

Aveva bisogno di essere scelto per quello che era, luce e oscurità, voleva qualcuno che scegliesse d'accettare il confine sul quale aveva sempre camminato incerto, che non lo giudicasse proprio per quella ambiguità che alla fine anche lui aveva imparato ad accettare.

Harry socchiuse gli occhi concentrandosi per qualche istante, lasciò cadere le braccia lungo il corpo e andò a stringere distrattamente la bacchetta.

"Dobbiamo andare."

Parlò con voce improvvisamente dura e aprì gli occhi carichi di sicurezza e qualcosa di più ferino e profondo, di più naturale, qualcosa che non doveva più sforzarsi di sopire, una sorta di eccitazione e esaltazione.

"Guida tu, Pulcino..."

La ragazza fece un passo avanti e poggiò la fronte al petto ampio del bambino prescelto, non più molto bambino. Harry poggiò il mento sulla sua testa e chiudendo gli occhi le cinse la vita con un braccio, si smaterializzarono nell'oscurità. 

 

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"Ti dico che non ricordano un accidenti di niente... ho passato ore a sondargli quella mente ottusa e babbana, chiunque sia stato è dannatamente bravo."

Le due figure ammantate parlavano concitatamente e dopo qualche minuto chiusero il discorso con un sonoro sospiro, una sparì dopo poco con un sonoro CRACK e prima che la seconda potesse fare lo stesso, l'aria si mosse ondeggiando e facendo echeggiare una leggera risata di donna.

La figura si appiattì lungo il muro e mettendo mano alla bacchetta attese nervosamente un qualsiasi movimento.

I minuti scorrevano lentamente e dopo quella che parve un'eternità, lungo il vicolo buio risuonarono dei passi e poco dopo un alito di vento trascinò con sé un sussurro.

La bacchetta dell'uomo venne allontanata violentemente andando a cadere in una pozzanghera e dopo un secondo sussurro l'uomo sentì un calore inaspettato bagnargli il viso, si passo una mano sulla fronte vedendo del liquido lacrimare da una ferita profonda.

Una voce chiara e morbida, con una falsa innocenza di bambina parlò squarciando l'oscurità:

"Non ti farà male. Tra poco non riuscirai a sentire più niente."

L'uomo cadendo in ginocchio alzò lo sguardo sulle due figure e spalancando gli occhi sui due volti ebbe il tempo di pronunciare una sola parola

"Alstromeria."

Poi due occhi verde smeraldo circondarono il buio di quella notte inghiottendolo in un sonno senza sogni e senza vita.



 

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Sciolgo le trecce e i cavalli, corrono!
 
e le tue gambe eleganti, ballano! 
e i Gary Stu presenti... sguazzano! 



Cito Le regole del MONDOFANFIC di TITANIA (titania77):

http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=23511 

2 - Harry è l’eroe della saga quindi… deve essere figo fighissimo, potente, coraggioso e risoluto!
 
3 - Harry è come la maionese, sta bene (quasi) con tutto, Draco in primis … poi Severus, Lucius, Blaise … anche Tom Riddle volendo!

Ma sappiamo tutti che questo è solo un barbaro modo di giustificarmi. 

 


 
  
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