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Autore: marcoleito    01/11/2014    1 recensioni
Edgar, inizialmente primo consigliere del re, commette gravi crimini di cui non riesce a rendersi immediatamente conto delle conseguenze. Le sue azioni lo inseguiranno per il resto della sua vita, spingendolo in azioni mai pensate di commettere prima di allora.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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David, il re di Crugot, aveva radunato l’intero esercito per la prima missione militare della storia della città. David aveva pianto per molto tempo prima di prendere quest’amara decisione; non riusciva a capacitarsi dell’uso di tanta violenza. Quattrocento uomini avevano aggirato la città circondando la zona interessata. Il ponte fu distrutto dopo il passaggio dei soldati e i contadini furono circondati senza via di fuga. Molte donne con i figli si arresero subito e furono arrestati. Con le mogli però pochi mariti, il resto degli uomini era radunato in un ranch al centro della zona. Edgar era lì, dietro i soldati armati di spade e scudi, mentre cercavano di far arrendere i contadini, armati con bastoni e spade arrugginite. I soldati avanzavano stringendo la morsa letale e ispezionando casa per casa. Il re David aveva deciso di non prendere parte all’azione militare e si era ritirato nella sua villa con le lacrime agli occhi. Edgar invece, consapevole della crudeltà di quegli uomini, li guardava con viso duro e rassegnato. Tutte le case furono perquisite, i controlli per cui era venuto Edgar furono effettuati e non furono riscontrate anomalie; non avevano motivo per combattere. “Posate le armi e non vi sarà fatto alcun male.” La voce di Gregory ruppe il silenzio tra le due parti in lotta. I vecchi, le donne e i bambini furono portati in città per decretare i motivi della rivolta e a seconda delle motivazioni il consiglio avrebbe preso una decisione. “Vogliamo essere liberi e indipendenti; non vogliamo sottostare alle vostre fottutissime regole.” Era stato un vecchio agricoltore con una picca tra le mani a parlare, mentre dal gruppo si sentirono voci di assenso. “Volete la libertà o la morte? Se combattete saremo costretti a uccidervi e noi non vogliamo questo.” Le parole di Gregory risuonarono come una sfida; aveva appena detto: siete troppo deboli per batterci, la vostra unica scelta è arrendervi subito o morirete. Aveva appena offeso il loro orgoglio e Edgar lo aveva capito guardando i visi induriti degli uomini, le loro nocche diventare bianche dalla tensione. “Noi non ci arrendiamo. Abbiamo preso la nostra scelta e non torniamo indietro.” Gli agricoltori si misero in posizione da combattimento pronti a sfidare la morte tra centinai di spade. Avevano formato un cerchio, unito e compatto. ‘Moriranno fianco a fianco.’ Gregory alzò le spalle in segno di rassegnazione, come se il tutto fosse un gioco di strategia. “Stringete la morsa!” Urlò con decisione il capo dell’esercito. I soldati posizionarono i loro scudi e le loro spade come era stato loro insegnato. Si misero fianco a fianco, uno dietro l’altro pronti a sacrificarsi per il vicino. Rumorosamente il cerchio iniziò a stringersi e negli occhi degli agricoltori si iniziò ad intravedere paura, rimpianto e risentimento. Il panico si scatenò tra i pochi uomini che iniziarono a scagliarsi contro il muro di scudi e furono catapultati per terra per poi essere trafitti da decine di spade. I più intelligenti rimasero uniti, ma quando la morsa fu troppo stretta le spade iniziarono a colpirli e loro, impotenti, continuavano a colpire il ferro degli scudi. Fu un’immagine atroce per Edgar che vide per la prima volta il compimento di un azione militare. I soldati sembravano divertiti e contenti per la riuscita della missione e iniziarono a festeggiare cantando. Edgar era l’unico fermo, impassibile sulla sponda del fiume che correva alle sue spalle. Il sudore iniziò a colargli dal viso, il dolore iniziò a riempire il suo cuore, ma in fondo era contento che quegli uomini fossero morti. L’acqua fredda solcava il suo viso imperioso e duro mentre osservava i primi peli bianchi nella sua barba non curata. Lo specchio rifletteva il suo corpo e guardandosi dentro a quel malvagio riquadro provava odio per l’uomo e per ciò che aveva creato. Il ricordo di quei visi impotenti, stretti in quella morsa letale mentre aspettavano la morte. Quelle scene avevano raccapricciato l’intera città e il re aveva proclamato il lutto cittadino. Edgar era rientrato a casa, dalla sua famiglia, mentre le mogli di quei contadini adesso piangevano le loro perdite. Le madri avevano perso i loro bambini tanto adorati; li avevano tenuti in grembo, li avevano cresciuti e adesso toccava loro vederli morire. ‘Nessun padre deve assistere al funerale del figlio ’ così la pensava Edgar. In quei momenti, mentre lui era dinanzi lo specchio a immaginare la sua morte, i corpi inermi degli ‘uomini della rivolta’ venivano raccolti per la sepoltura. Il Sacerdote si era recato sul luogo dell’accaduto e aveva avvisato il popolo. “Questo è un segno del Malvagio, lui diventa sempre più forte e il Grande Dio non riesce più a proteggerci. La malvagità che pervade i nostri cuori è infinita e questo disseta il Malvagio concedendogli forza. Crediamo ormai, che oltre questa montagna ci sia un mondo creato dagli uomini per gli uomini; dove però domina la malvagità. Questo deve essere fermato, altrimenti la nostra fine avverrà presto.” Il Sacerdote, quasi tutte le volte che parlava in pubblico, avvisava il popolo che il giorno della morte era vicino e che l’uomo era capace solo di atti mostruosi e atroci. ‘La morte è soltanto il continuo della vita, e la vita è soltanto l’inizio della morte.’ L’acqua continuò a colare sul collo, sulle spalle e poi lungo la schiena. Si vestì in tutta fretta e insieme alla sua famiglia si recò nella settore del Grande Dio. Questo settore si differenziava dagli altri per la lucentezza emanata da centinaia di candele sempre accese. I palazzi erano ricoperti di ferro che rifletteva la luce creando una magnifica atmosfera di fiamme e riflessi. All’ingresso del settore bisognava donare parte del proprio sangue contribuendo così a rafforzare il Grande Dio, in continua lotta con il Malvagio. Edgar e sua moglie dovettero fare un taglio sul palmo della mano destra e far colare il sangue in una ciotola di ferro lucido. Appena il sangue finiva di colare un sacerdote ricordava loro la motivazione di quel gesto: “è per il Grande Dio.” Così entrarono nel settore più sfarzoso e si recarono verso il grande monastero. La strada era larga e composta da piccole pietre bianche che rendevano il settore ancora più luminoso. La notte fu accesa dalle candele che brillavano al lato della strada indicando la giusta direzione. ‘Il cammino verso il nulla, verso il Grande Dio che ci aspetta per prelevare le vittime di una nostra guerra.’ I bambini camminavano a testa bassa e in silenzio. La loro prima volta nel settore del Grande Dio. Non lo dimostravano ma erano eccitati all’idea di entrare nel grande monastero che ospitava tutti i defunti. “Bambini” si fermò Edgar inginocchiandosi ai piedi dei suoi due figli. “Quello che vedrete non è adatto a ragazzini della vostra età ma il nostro credo ci impone di portarvi. In quel monastero succederanno cose che non vi aspetterete e che non avrete mai visto, vi prego di rimanere in silenzio e di chiudere gli occhi se non volete guardare; non siete costretti a vedere.” Il monastero si ergeva alle loro spalle, imperioso e luccicante. I piccoli guardarono il padre spaventati da quelle parole ma annuirono in maniera convinta. Non era consueto usare queste parole con i propri figli prima di partecipare ad un rito religioso, perché tutto quello che veniva fatto serviva per purificare il copro prima di consegnarlo al Grande Dio ma Edgar stava cambiando; non aveva più voglia di seguire quelle regole.
  
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