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Autore: FinalBunny    20/10/2008    7 recensioni
ZoroXNami C’era qualcosa nel loro modo di amarsi che somigliava ad una sfida, volta però a chi fosse stato più capace nel donare all’altro tutto se stesso.
Genere: Romantico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo2                                                                                              nami

La notte della rinascita

DISCLAIMER: One piece e tutti i suoi personaggi  appartengono al grande maestro Eichiro Oda^^
la fanart è copyright del rispettivo autore (che non so chi sia ma è bravissimo XD )


"Zoro..?" 
Il respiro affannoso di Nami, rivelò preoccupazione nel tono della voce. Che stava succedendo? Se lui avesse avuto intenzione di finirla li, sarebbe stata un umiliazione insopportabile.

Il ragazzo si portò un dito alla bocca in segno di silenzio con uno sguardo che lasciava intendere di non avere nessuna intenzione di andarsene, anzi.

Lasciandole addosso solo la gonna le tolse gli slip, e con le labbra, dal suo petto si apprestava a scendere sempre più in basso, sempre più in basso…
Nami sorrise dandosi della stupida pensando che se ne stesse andando via per qualche oscuro motivo, ma a quel gesto si sentì una ragazzina nelle sue mani, e come in una guerra, voleva dimostrargli che il suo avversario non era tanto facile da conquistare.
Fece un tentativo di resistenza. Falso, ma lo fece.

"Cosa ti fa pensare che io te lo lasci fare…?" cercò un tono di sfida, ma era troppo difficile non cedere. Zoro si fermò per un attimo, e la guardò ironicamente.
"Cosa ti fa pensare che io ti ascolti adesso?" Con sguardo malizioso, sparì di nuovo sotto la sua ampia, ma corta gonna a pieghe.
 Prese a stuzzicarla con la punta della lingua, per poi ritirarsi, in una eccitante tortura.
"Smettila…"

Nami non sapeva di nuovo se continuare a far finta che non le piacesse che avesse lui il controllo della situazione, o se lasciarsi andare.
Solo lui era capace di darle quelle emozioni cosi contrastanti, e mentre cercava di allontanare debolmente la sua testa da li sotto, come fosse un gioco, si sentiva incredibilmente confusa, come se lui l’avesse ubriacata.
Zoro continuava a giocare con lei, stuzzicandola in tutti i modi. Nami si contorceva, ritraendo le dita dei suoi piedi nudi sul pavimento di legno.

"..ah…ghh.. ti...ti stai divertendo stupido spadaccino??"
Nami respirando forte, stava perdendo il controllo. Ormai il gioco stava diventando serio, non lo allontanava più, le tremavano le dita delle mani, cosi le mise a coprirle la bocca cercando di filtrare gli spasmi provocati dai gemiti che non poteva trattenere. Lo voleva, dannazione se lo voleva. 

"Vuoi... che mi fermi del tutto allora?" Zoro alzò lo sguardo, gli occhi ridotti a due fessure, ansante.
Si guardarono per un secondo che sembrò infinito. Il desiderio di averlo, di sentirlo suo, fece impazzire Nami.
Lo accolse affondando le mani nei suoi capelli, spingendolo in basso, inarcando la schiena all’indietro arrendendosi a lui, chiudendo gli occhi.
Completamente persa, si sentiva trasportare da una strana corrente, che cancellava tutti i suoi pensieri, tutti quei rumori, come se stesse galleggiando a mezz'aria, c’erano solo lei e lui.
"Non ti fermare…è...un ordine …" biascicò quelle parole, non essendo neanche sicura di averle realmente pronunciate.
Zoro fu autorizzato a scoprire un nuovo sapore dalla navigatrice, e se aveva sentito bene, quello era senza dubbio un ordine che avrebbe eseguito volentieri stavolta.
Solo la pioggia che stava cadendo fitta e pesante sui loro corpi si frapponeva fra loro. Il profumo della terra bagnata degli alberi di mandarino, pungente e meraviglioso, li avvolse.
Nami strinse le cosce attorno alla sua testa, un lungo gemito trattenuto dalle sue nocche le morì sulle labbra. Pensò di essere al limite, ma non voleva che tutto fosse finito cosi presto.
Voleva che quel momento arrivasse avendo Zoro dentro di se, la smania di sentirlo le si poteva leggere in faccia, ma non ci badò. In fondo, il pudore non aveva mai fatto parte di lei.
"A..aspetta...!!"
Lo spadaccino riemerse da sotto la sua gonna, ansimando, col volto arrossato, la bocca e il mento lucido come madreperla.
Vide la sua donna respirare a fatica, con gli occhi che le brillavano, e su cui si posava una nuova luce. Desiderio.
Non ci fu bisogno di nessuna parola, era chiaro come il sole. Mentre si toglieva l'ingombro dei suoi pantaloni, Zoro guardava il petto della ragazza alzarsi e abbassarsi velocemente.
Lei fece la stessa cosa, sfilandosi la gonna appiccicata alle cosce, zuppa di pioggia.

Completamente nudi e veri l'uno di fronte l'altra, si ammirarono estasiati per un attimo, probabilmente era la pazzia più grossa,  più selvaggia e proibita che stavano commettendo. 

Non sarebbero mai più tornati indietro. Forse sarebbe cambiato tutto tra loro, forse nulla.

Zoro si avvicinò, tenendola saldamente per proteggerla dal pavimento. Aprendo tremante le sue gambe, Nami non volle pensare a nessuna conseguenza.

La navigatrice ebbe un brivido di calore nella sua parte più intima, guardando quella potenza che le si stagliava davanti. Le si mozzò il respiro, poi lui avvicinò il proprio bacino al suo.
Si aggrappò con forza alle sue spalle, stringendo i denti mentre lui scivolava piano dentro di lei. Soffocò un gemito contro il suo petto, mentre affondava le unghie nella sua pelle.
Zoro controllò la sua forza, almeno all’inizio pensò, il suo cuore accompagnava quel momento, impazzito per l’emozione.
"Ah..."
Gli morse piano una spalla, mentre lo sentiva scendere più in fondo, sentì sciogliere tutta la tensione che aveva, i suoi muscoli si rilassarono, completamente appagata e riempita dal suo essere, fece scivolare le sue mani in basso, sul fondoschiena del ragazzo.
Era tutto cosi perfetto da non sembrare vero, in silenzio, ad assaporare finalmente la sensazione sconosciuta di trovarsi l’uno dentro il corpo dell’altra.
Nami accompagnava con le sue mani il movimento di quelle spinte, dapprima timidamente, poi sempre più convinta, man mano che il suo corpo le dava la sicurezza che non avrebbe ceduto sotto quella calda forza che diventava sempre più trascinante.

Zoro sentì che poteva lasciarsi andare al suo istinto più selvaggio, senza avere paura di spezzare quel sottile, ma fortissimo corpo, cosi flessuoso ed aggraziato.
Completamente zuppi ormai, sotto una pioggia pungente e sopra il mare che cullava la nave, si amarono scomposti, come agitati da un demone che voleva saziarsi l’uno dell’altro.

C’era qualcosa nel loro modo di amarsi che somigliava ad una sfida, volta però a chi fosse stato più capace nel donare all’altro tutto se stesso.

L’energia che sprigionavano  insieme era una sensazione mai provata prima d’ora per entrambi. Nami aprì gli occhi un istante e tutto le sembrò sfocato e confuso, si era persa sotto quel corpo che la stava facendo sua. Abbracciò forte il ragazzo. Forse cercava protezione, forse cercava amore, ma era certa che voleva solo lui.

Occhi negli occhi, ipnotizzati l’uno dall’altra, le loro espressioni abbandonate al piacere che si stavano scambiando, li faceva impazzire sempre di più, i loro lombi stretti in ogni ritmo che Zoro decideva per lei.
Inizialmente lento e profondo, dove entrambi protraevano all'infinito la sensazione di sentirsi bruciare fin dentro le viscere, poi sempre più veloce e costante, fatto di rudi e brusche spinte, da far aggrappare la sua donna tenacemente al suo collo.
Nami non abbassò mai i suoi occhi da quelli di Zoro, perennemente in sfida con lo spadaccino, ma cercò la sua mano, che lui prese intrecciandone le dita.
Fu in quel momento che Nami si rilassò, fece cadere la sua ultima maschera, e chiuse gli occhi voltando il viso, arresa, prigioniera e libera mentre lui aumentava la velocità e la profondità di quelle spinte, udendo il tintinnìio dei suoi orecchini che seguivano il suo incedere vigoroso.

La navigatrice sentì sulla pelle la pioggia che formava rivoli d’acqua sul suo corpo, scendendo fin sotto la sua femminilità, rinfrescandola e rendendo i loro movimenti ancora più fluidi.

Il ragazzo si gettò sul suo petto, succhiandolo avidamente,  mentre lei cercava di soffocare le urla liberatorie che avrebbe voluto lanciare, che le rimbombavano in testa. 

Era incredibile come fossero perfetti l’uno dentro l’altra, si completavano e si incastravano come due pezzi unici, identici, eppure cosi diversi l’uno dall’altro.

Nami battè un pugno per terra, e inarcò la schiena all’indietro, decidendo di spingere di rimando col suo bacino, fuori di senno.
"oh Zoro…"
Era sconvolgente per lui vederla cosi fuori controllo.

"ti sento Nami…"

La sua voce. Rude, bassa, passionale, rotta dall'affanno. Nami sentiva tutto il rispetto che lo spadaccino aveva nel modo di amarla, cercando il suo piacere prima del proprio.
Nessuno prima l’aveva mai rispettata come donna, era solo un pezzo di carne, una sporca traditrice.
E lei della sua bellezza, se ne era servita tante volte pur di sopravvivere tra la gentaglia incontrata durante la sua vita. Aveva una profonda cicatrice nel suo cuore, non solo nella sua spalla, che solo lui poteva guarire.

Non sapeva se poteva chiamarlo amore quello che stavano facendo, ma non faceva differenza, finchè lei si sentiva una dea tra le sue braccia, cosi al sicuro, e insieme eccitata dal brivido di non sentire più la terra sotto i suoi piedi, di non avere più nessuna certezza se non quella che stava provando al momento.

Voluta, desiderata, mangiata, baciata, assaggiata in ogni centimetro del suo corpo, accarezzata rozzamente con forza e gentilezza allo stesso tempo dalle mani dello spadaccino.
Non aveva modi leggeri, e lei amava sentire finalmente la sua forza pressare su se stessa.

Zoro osservò la ragazza sotto di se, totalmente mischiata a lui, la sua pelle morbida, sensuale e bellissima, la sua femminilità cosi seducente e naturale, il suo corpo cosi sottile eppure forte, e le sue unghie dolorosamente nella sua schiena, meravigliosamente perduta nel suo godimento. 
Molte notti aveva sognato di lei in quel modo, e se ne vergognava.
Spesso avrebbe voluto finire i loro litigi baciandola con forza contro un muro per farla star zitta, e poi fare ciò che stava facendo adesso, ma con rabbia, passione sfrenata ed egoismo, facendola gridare per tutta la nave, soprattutto dopo che lei lo aveva comandato come il suo personale burattino.
Ma i sogni e la realtà erano diversi, questa non era la fine di una battaglia, ma l’inizio di qualcosa di più sublime, e più alto del mero sesso.
Si stavano davvero conoscendo, nessuna maschera, nessuna bugia, nessun testardo orgoglio fra loro che li proteggeva da quello che provavano realmente.
La pelle di Zoro per il sudore e la pioggia divenne lucida sotto un raggio di luna ancora visibile fra le nuvole scure, cosi come quella di Nami che sembrava trasparente e luminosa, ad ogni spinta il suo seno seguiva il suo movimento, in una danza che per lui divenne ipnotica, la baciò facendo incontrare la sua lingua profondamente con la sua, mentre con un braccio circondava il suo corpo.

Nami sentì Zoro sempre più potente dentro di se, e spinse il suo bacino contro il suo, stavolta con violenza.
Finalmente, lasciò che un urlo vibrante e liberatorio esplose dalle sue corde vocali, affondò le unghie sulla sua schiena mentre veniva travolta da tante scosse che partirono profondamente da dentro di lei, per diffondersi su tutto il corpo.
Era viva come non lo era mai stata, due lacrime le scesero rigandole le guance senza che se ne accorgesse, tanto era l’intensità di quell’apice, Zoro rallentò leggermente, dandole il tempo di riprendere fiato, ma sempre dentro di lei.
La baciava sul collo, bagnato di lacrime e pioggia mentre lei sorrideva felice portandosi una mano sulla fronte, ancora incredula di essere sulla terra dopo quella sensazione.

Non si sentiva completa se anche lui non avesse finito, se anche lui non avesse provato le sue stesse emozioni. E voleva che fosse meraviglioso, come lo era stato per lei.
Voleva dargli se stessa più che poteva, sentiva che non avrebbe potuto negarli nulla, non voleva negargli nulla.

Le nuvole nel cielo si stavano diradando.

Respirando velocemente, guardandolo intensamente fisso negli occhi, Nami alzò le gambe incrociandole dietro la testa di Zoro.
Il ragazzo aprì la bocca in un gemito muto, sgranando gli occhi, ebbe la sensazione che ogni suo centimetro fosse completamente dentro la navigatrice, che lo stava ancora portando verso sensazioni mai provate. Stavolta fu lui a gettare per un secondo le testa indietro, la bocca affannata e gli occhi chiusi.

Nami sentì l’orgoglio crescere in lei, provocargli questo piacere era bellissimo ed appagante, vederlo cosi selvaggiamente senza controllo, valeva più di ogni cosa mai avuta.
La passione che lei gli trasmetteva facevano sentire di già Zoro l’uomo più forte del mondo. La guardava estasiato, socchiudendo poi i suoi occhi immersi nel piacere.

Con tutta la forza che aveva, e oltre, afferrandola per i fianchi facendola sussultare con veemenza.
Per la seconda volta inaspettatamente, stavolta assieme a lui, Nami riprovò la sensazione di un attimo prima, ancora più intensa dovuta al sottile dolore che adesso provava, felicemente stremata.
Si strinsero cosi forte da sentire la pelle bruciare, entrambi scossi da quel godimento primordiale.
Zoro si lasciò cadere di fianco alla sua donna, ad ogni suo respiro, il petto gli si gonfiava raddoppiando di molto il volume della sua figura.

Nami sorrise col cuore, era troppo bello per essere vero.
Distesi uno di fianco all’altro, in pace col mondo e con loro stessi. La pioggia ormai rallentata, lavava i loro corpi accaldati, ansimanti e vivi.
Le loro membra stanche e vicine, erano silenziose compagne, appena tornate da un viaggio straordinario, vincenti e soddisfatte per la scoperta di un tesoro solo sognato prima d'ora.
Forse…era quella la felicità?

Nami fissava le stelle in alto, mentre si portava una mano sulla fronte, scostando i capelli bagnati. Girò il viso verso di lui, e con la punta delle dita seguì il profilo regolare dello spadaccino. La sua ampia fronte, il naso, l'incavo delle sue labbra. 

"...Zoro...lo sai....sai perché il tuo debito è cosi alto…e perché continuo ad alzare sempre gli interessi?"
Il ragazzo incrociò le braccia dietro la testa, sbadigliando con la bocca aperta.
"No…e non mi interessa saperlo adesso…"
Nami sorrise avvicinandosi al suo orecchio, sussurrando.
"Allora non ti importa sapere…che quegli interessi saliranno sempre di più…cosi che non riuscirai mai a pagarli...e liberarti di me?"
"Venale come al solito eh?" bofonchiò accennanno un vago sorriso.

Anche se erano tutti bagnati, non c'era per niente freddo, e il vento stava calando.
Nami lo osservò sentendosi stringere le viscere. C’era una frase all'improvviso, che le stava scoppiando nella pancia, nel petto, nel cuore, nella testa, e se non l’avesse detta in quel momento, avrebbe poi avuto paura che non ci sarebbe mai più riuscita in tutta la sua vita.

"Zoro io...per tutto questo tempo...credo di essermi innamorata di te..." disse mentre respirava forte e due lacrime le scendevano cadendo lateralmente, fu grata alle gocce di pioggia che lui non avesse visto.
Non si voltò per vedere l’espressione che aveva fatto il ragazzo, non voleva sapere nulla, non voleva sentire nulla che avrebbe rovinato quel momento. A lei bastava solo il fatto di essere riuscita a dire qualcosa di cosi importante e vero, per la prima volta.

Zoro non rispose, avrebbe voluto dire mille cose, ma quello che aveva sentito era cosi grande che si sentì sopraffatto. Ancora una volta la forza di quella ragazzina l’aveva sorpreso.
Capì che non si era meno uomini accettando il fatto di essersi innamorato. Adesso poteva concedersi di ammetterlo.

Sorrise, libero.

"Non c'è bisogno che usi il denaro per legarmi a te, ma se vuoi sono pronto a pagare tutta la vita, fai pure arrivare gli interessi alle stelle, non mi importa. Anzi non chiedo altro."
Nami si voltò verso di lui, incredula. Zoro sgranò gli occhi, alzando un sopracciglio.
"Che c’è mocciosa? Non sai che ogni mia promessa è debito?" Nami sorrise perdendosi nei suoi occhi neri.
"Affare fatto, certo...non che sia un cosi bell'acquisto da parte mia però..." Rise battendo un piede a terra alla sua espressione indignata.
"Sbaglio o mi hai appena detto che mi ami? Che serpe bugiarda!!"
"Non ti ho mai detto che ti amo!!"

Lo spadaccino fece per alzarsi imbarazzato e rosso in viso, ma lei lo prese per un braccio, facendolo ricadere giù con un tonfo, ridendo come una matta.

Zoro trattenne a stento un sorriso.
Era riuscito finalmente a far cadere quel muro di difesa su cui lei si era trincerata tutta la vita, si sentì orgoglioso ed onorato che una tale donna avesse scelto lui come suo uomo.
Certo, era completamente matta, questo andava detto. Ma ormai l'aveva nella sua pelle.

La navigatrice vide accanto a lui l’ultimo pezzo di mandarino rimasto. Lo prese avvicinandosi sopra il corpo del ragazzo, mise in bocca la frutta, e si abbassò per baciarlo.
Era un modo per suggellare quel patto. Lui rispose a quel bacio, dolce e lento, fatto di piccoli assaggi, dominato dalla figura della ragazza che si stagliava su di lui.
Quello che aveva appena provato, era stata una tempesta. La sua confusione si affievoli, ora aveva una certezza in più.

Doveva difendere quello che provava, doveva imparare ad aprirsi a quella ragazzina cresciuta troppo in fretta. Troppo a lungo era stato da solo, cosi come lei, che aveva sopportato immensi sacrifici, da quando era ancora una bambina.
E non avrebbe più permesso a quel terrore che lo accompagnava, quella paura di perdere di nuovo una persona cara, di prendere il sopravvento sulle sue emozioni.
Amavano per la prima volta dopo tanto tempo di nuovo, lo avrebbero fatto insieme.
Sarebbe stato la sua spalla su cui appoggiarsi ogni volta. Si sentiva più forte per lei.
Compagni... compagni ...compagni...la parola gli risuonava in mente, allargandogli il cuore.
Le accarezzò i capelli, abbassando la testa della ragazza sul suo petto. Fu li che lei si senti in dovere di chiedere della sua ferita. Tutte le bende si erano bagnate, ma fortunatamente non sembrava essersi aperta. La accarezzò leggermente.
"Ti fa male?"
Zoro ringraziò mentalmente il dottore del villaggio che lo aveva medicato e richiuso per bene, non gli faceva neanche più male, il calore del sole e la salsedine avevano accellerato la sua guarigione. Prima o poi la sua strada e quella del suo avversario si sarebbero incrociate di nuovo, e lui non avrebbe perso mai più, lo aveva giurato al suo capitano. E avrebbe dimostrato anche a  Nami, non più solo a Kuina, quanto valeva.
Le tolse la mano con fare noncurante.
"Mi avrebbe fatto più male se fosse successo sulla schiena, per la vergogna, averla sul petto è un onore"
Nami balzò in avanti mettendosi quasi seduta.
"Tu e il tuo onore…e comunque è meglio mettere delle bende asciutte al più presto."
Zoro fece un sorrisetto sarcastico.
"Ti preoccupi per me stregaccia?"
"Certo che no razza di bifolco!! E comunque, visto che sei guarito allora, è proprio una benda esagerata!"
"La realtà è che non avevo vestiti nuovi, è per questo! "
Sorrisero come due bambini a cui piaceva ritrovarsi nel loro vecchio gioco preferito.

Lentamente, adesso aveva smesso di piovere.
All’improvviso sentirono qualcuno di sotto aprire la porta.
Nami sgranò gli occhi, afferrando subito la maglietta e chiudendo le gambe, portandosi una mano alla bocca.
Zoro rimase in attesa tendendo l’orecchio, immobile, sentì qualcuno fare alcuni passi verso di loro. Nami indietreggiò verso gli alberi di mandarino, e vi si nascose dentro, gettando verso Zoro dei vestiti.

"Fermo, non fare un altro passo" disse lo spadaccino mentre si infilava i suoi pantaloni.
"Marimo?? Che diavolo ci fai mezzo nudo nel campo di mandarini della mia amata Nami? Volevi rubarli eh bastardo?? Razza di pervertito ti piace giocare da solo con i mandar…ah…"
Sanji si bloccò vedendo spuntare la punta di un piede femminile da dentro i due alberi, che oscillava nervosamente, guardò per terra disperato e vide una gonna che giaceva in una pozzaghera di pioggia, bucce di mandarino per terra, presumibilmente due.
Sanji cerco di ricomporre la sua espressione disperata.
Si voltò di nuovo verso Zoro che lo guardava con una specie di ghigno vittorioso. Poi si rivolse a Nami, alzando leggermente la voce nella direzione dove si trovava la ragazza,ma senza muoversi di li.
"Stai...stai bene mia adorata? Questo maniaco ti ha fatto qualcosa di male...???!!"
Nami si  morse le labbra, portandosi una mano fra i capelli, per il povero Sanji.
"E'...è tutto a posto Sanji, non preoccuparti...grazie..."
Silenzio...ecco, era successo. Indietreggiò di tre scalini e si accese una sigaretta, visibilmente nervoso. Dopo la prima boccata, si rivolse a Zoro, in tono calmo e pacato, trattenendo suo malgrado la voglia di saltargli al collo e prenderlo a cazzotti.
"…Ti avverto idiota…falla soffrire e te le suono...tu… fortunato bastardo!" 
"Sai stupido cuoco…io amo i mandarini, da questo momento sarò io a fargli la guardia…direi...per sempre!"
Accentuò quel "per sempre"sorridendo come un bambino, e Sanji andò via cercando di mantenere un contegno.
"Mi auguro per te che ne sarai in grado" scese le scale in silenzio e richiuse la porta.

Mentre Zoro aiutava una imbarazzatissima Nami ad uscire da dietro i cespugli, entrambi sentirono un ululato di dolore espandersi su tutta la Going Merry.
Zoro si piegò in due dalle risate, Nami rivestendosi, gli diede uno spintone sulle spalle.

"Sei un mostro!!!! Chissà che delusione avrà avuto!"
"Spero solo domani di non trovarmi del veleno nel piatto!! E tu picchia pure quanto vuoi!" disse mentre raccoglieva la sue spade. 
"Ma quanto sei antipatico!!" disse ridacchiando.

La brezza del mare si alzò e Nami si fece scompigliare i capelli dal vento, sentendo il suo cuore più leggero.
"Buonanotte spadaccino, domani ti aspetta una dura giornata…e un'altra notte come questa, ma nella mia cabina, sono stata chiara??" disse ferma, con un dito puntato verso di lui, indecisa se scoppiare a ridere o mantenere una faccia seria.
Zoro sorrise "Attenta...potrei farci l'abitudine a questo genere di ordini...".
"DEVI!" Gli lanciò un ultimo mandarino staccato di corsa dall'albero, che lui afferrò al volo con una mano. Uno sguardo, cosi carico di promesse che non ci fu bisogno di dire altro.

Lo guardò mentre tornava in cabina, ma prima di fare lo stesso, si voltò a guardare i suoi mandarini.
Adesso avrebbe per sempre pensato a quella notte come il momento della sua rinascita.
Ora più che mai, avrebbe seguito il suo sogno con tutte le sue forze.

Note dell'autrice

Ciao a tutti!!Mi scuso davvero per il ritardo dell'aggiornamento! Mi fa piacere vedere quante zonamiste ci siano!^^

Ringrazio tutti quelli che hanno letto e messo la mia fic nei preferiti, ma soprattutto chi mi ha scritto una recensione, siete gentilissime e vi ringrazio per i vostri complimenti, consigli e incoraggiamenti, mi hanno fatto molto piacere^^ grazie davvero!
Un grazie al mio ragazzo per averla letta e per avermi dato dei preziosi consigli, e tutte le ragazze del midori mikan a cui questa fanfiction è dedicata^^
Che dire, se vi va di scrivermi una recensione anche qui, mi farà piacere sapere cosa ne pensate della conclusione della storia^^vi ringrazio tutte in anticipo!
Oda sensei, ti adoriamo!!

  
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