2.
Louis
pensò: che buon profumo questo tè. Sul
tavolino, in mezzo alle due tazze vuote, c’era la teiera in porcellana con il
suo contenuto fumante, dell’ottimo tè verde.
-
Servitevi pure, professor Tomlinson – lo esortò gentilmente il preside, il professor Ernest Umbridge, sorridendogli appena. Louis si servì riempiendo
un po’ più della metà la tazza, e infilandovi dentro una zolletta di zucchero ed una fettina di limone.
-
Per me niente limone – dichiarò il preside come declinando
un invito immaginario di Louis – Preferisco il latte. –
disse, e dopo aver riempito un po’ di tè, lo allungò
con il latte, senza zucchero. Nonostante non l’avesse messo,
usò ugualmente il cucchiaino per girare il contenuto della tazza.
-
Allora, professor Tomlinson – esordì il preside
– lasciatemi dire che sono contento che abbiate accettato il nostro
invito. –
-
Sono io che debbo ringraziare voi, professor Umbridge. Avrei solo una curiosità, e sarei grato se voi
poteste levarmela. –
-
Chiedete, e vi risponderò, professore. –
-
Perché proprio io? –
Il
professor Umbridge continuò a girare il cucchiaino
nella tazza ancora per qualche minuto, durante il quale Louis s’immaginò chissà
quale tipo di risposta gli avrebbe dato il vecchio. Poi, il silenzio fu rotto.
-
Semplicemente perché oggigiorno è difficile trovare dei validi insegnanti. Voi
avete delle ottime referenze, nonostante la vostra giovane età… Perdonatemi,
volete ricordarmi quanti anni avete? –
-
Ventidue, signore. –
Umbridge alzò lievemente le
sopracciglia in un’espressione di sorpresa – Già. Siete davvero giovane,
rispetto alla maggioranza del corpo docente. In genere non si diventa
insegnanti prima dei trent’anni, ma noi siamo lieti di avere un’altra eccezione
in questo nostro istituto. –
Louis
preferì non approfondire tale affermazione, limitandosi ad annuire ed a sorseggiare un po’ del suo tè.
-
Più specificamente, vi abbiamo convocato perché il vostro predecessore, il
professor Denker, è, per sua fortuna, finalmente
andato in pensione. – fece un’altra pausa, questa volta più breve,
durante la quale sorseggiò un altro po’ di tè alterato con latte.
-
Fino ad oggi le sue mansioni sono state coperte dalla professoressa Rigg, ma lei ha già due classi da gestire e dunque sarebbe
stato troppo assegnarle anche la sua, professor Tomlinson.
Anche perché, dovete sapere, che la professoressa Rigg,
come il professor Denker, andrà in pensione fra
qualche anno.
-
Capisco – disse Louis, annuendo.
-
Così, vista la vostra giovane età, abbiamo pensato che
avreste potuto aiutarci nell’insegnamento dell’inglese al posto del professor Denker, e, allo stesso tempo, prendervi cura delle altre
due classi della professoressa Rigg. –
-
Capisco – ripeté Louis, posando la tazzina – Debbo
quindi supporre che potrebbe trattarsi di un incarico a carattere permanente?
–
-
Più che permanente, professor Tomlinson. –
aggiunse il professor Umbridge – In qualità di insegnante della nostra scuola, voi avrete un
alloggio di vostra competenza ed un ottimo stipendio, superiore alla media
generale – Inarcò le sopracciglia, sporgendosi un po’ di più verso il suo
interlocutore – Oh, e naturalmente… avere insegnato in una scuola così
prestigiosa, è un ottimo lasciapassare per qualunque altro istituto di pari
grado. –
Louis
ammezzò un sorriso. Certo, la prospettiva di trovarsi con qualche soldo in più
non gli dispiaceva, ma dentro di lui continuava a farsi
strada il ricordo di quel giorno a Londra, quando, appena laureato, vide con
suo padre dei bambini che chiedevano l’elemosina…
…in
particolare quella bambina.
Vestiva
di stracci e i suoi capelli erano sudici, ma i suoi occhi erano puliti. I più
begli occhi azzurri che Louis avesse mai visto.
…una moneta, signore.
Soltanto una moneta. Vi prego, signore…
la sua voce sembrava quella di
un angelo. Così dolce, carezzevole… immaginò che cosa sarebbe potuta diventare
quella bambina dopo un adeguato percorso scolastico. Con una voce così, forse
avrebbe potuto provare a cantare. Fu questo il pensiero che Louis fece mentre,
lontano dallo sguardo del padre, tirava fuori una sterlina d’argento e la
regalava alla bambina.
Tieni, piccola. E buona
fortuna. Le disse Louis, sorridendole dolcemente. La bambina guardò
la moneta nella sua piccola mano e ringraziò il suo benefattore, tante e tante
volte… e Louis tornò da suo padre, che per fortuna non aveva visto suo figlio
intrattenere rapporti con gente del ceto disagiato.
La scuola per tutti è
soltanto un’utopia…?
-
Allora, che ne dite, professor Tomlinson?
–
la domanda lo fece ritornare
con i piedi per terra e al presente. Guardò negli occhi il suo interlocutore e,
senza pensarci ulteriormente, rispose – Sì. Per me va bene. –
Ne seguì una stretta di mano ed
un Benvenuto all’Istituto Watkins da
parte del professor Umbrdige. Tutto ciò, mentre fuori
il tempo si rannuvolava di fosche nuvole nere. Da lì a poco si sarebbe
scatenato un altro temporale. E questa volta si preannunciava molto pesante.