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Autore: KikiShadow93    02/11/2014    11 recensioni
Durante una tranquilla giornata di navigazione, Barbabianca e la sua famiglia trovano qualcosa di incredibile in mare: una bambina, di cui però ignorano la vera natura.
Decidono di tenerla, di crescerla in mezzo a loro, ovviamente inconsapevoli delle complicazioni che questa scelta porterà, in particolar modo per l'arrogante Fenice.
Genere: Generale, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciurma di Barbabianca, Marco, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un'allegra combriccola di mostri.'
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Piccola avvertenza: sono trascorsi 93 giorni da quando Akemi ha lasciato la ciurma.
Vi chiedo gentilmente di leggere le note d'autore a fine capitolo perché mi servirebbe una vostra opinione per pubblicare o meno una cosa :)
Personaggi originali che appaiono in questo capitolo: http://it.tinypic.com/r/vg76mh/8

 

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L'ampio torace lasciato scoperto si alza e si abbassa regolarmente.
L'invitante collo è perfettamente scoperto, la testa lievemente girata. Ed è ammaliante. Dannatamente ammaliante.
Lo guarda mentre dorme da qualche minuto ormai. È così rilassato, così innocuo ed indifeso, non come ci si potrebbe aspettare di vedere il Quarto Comandante della flotta di Barbabianca.
Gira piano attorno al letto per non far rumore, tenendo la micidiale arma ben stretta nelle mani affusolate e gelide. Non riesce a staccare gli occhi da quel magnifico collo muscoloso, su cui vede chiaramente pulsare la carotide, in un modo così ipnotico che lo incanta per qualche secondo. È così tanto tempo che non caccia come si deve, che non assale qualcuno mentre dorme come era solito fare... un vero tormento per il suo animo nero.
«Sbrigati a farlo prima che ci becchino!»
La sua voce gli arriva incredibilmente ovattata alle orecchie. In quel momento per lui c'è solo quella magnifica gola esposta e nient'altro. Per un attimo vorrebbe posare l'arma a terra e ucciderlo così su due piedi, ma non sarebbe altrettanto divertente.
Così, dopo un secondo di cedimento, riprende a camminare in punta di piedi, leccandosi piano le labbra per l'eccitazione che solo l'idea di quello che sta per fare riesce a dargli.
Quando finalmente è al suo fianco, un sorriso perverso gli increspa gli angoli della bocca e finalmente agisce: il secchio pieno d'acqua fredda viene rovesciato sul dormiente Comandante, facendolo così svegliare di soprassalto.
Rakuyou, alle sue spalle, scoppia inevitabilmente a ridere, aumentando pure le risate quando il folle vampiro si riempie la mano di schiuma da barba e dà una sonora sberla al povero compagno, ormai del tutto sveglio.
Una parte di lui gli suggerisce di scappare a gambe levate per evitare delle sicure -e meritate- botte, ma non può resistere alla tentazione di vedere l'ultima parte del diabolico scherzo che ha preparato assieme a Týr.
Quando Satch si alza per picchiarli entrambi, magari provando a fracassare la testa di uno contro quella dell'altra, trova il pavimento di legno incredibilmente scivoloso sotto ai piedi, ed inevitabilmente ruzzola a terra come uno scemo, battendo pure la testa sul pavimento. Toccando un poco la superficie con il dito si accorge che è stata cosparsa di olio, cosa che lo manda ancor più in bestia.
Si rialza così a fatica per provare ad ucciderli, bestemmiando come un pazzo in giro per la nave, indeciso su chi inseguire per primo. La scelta poi ricade sul vampiro, dal momento che adesso ha un motivo valido per farlo fuori, o quanto meno per provarci.
Ma prenderlo risulta particolarmente difficile per lui dal momento che la creatura immortale è dannatamente veloce ed agile. Riesce a raggiungerlo solo quando quello si blocca di colpo sul ponte della nave. E la cosa gli puzza da morire. Perché mai fermarsi quando qualcuno vuole metterti le mani addosso? Sa bene che non oserebbe mai rigirarsi perché c'è di mezzo una cosa da vampiri che glielo impedisce, quindi perché mai fermarsi e farsi prendere?
Si blocca anche Satch, troppo perplesso da questo suo strano atteggiamento.
«Che hai sentito?» domanda già sulla difensiva, avvicinandolo cautamente.
È troppo fermo, troppo silenzioso. Non respira neanche più. Semplicemente fissa un punto di fronte a sé, totalmente paralizzato.
«Oi!» gli dà pure una spintarella, Satch, cercando di attirare la sua attenzione per ricominciare l'inseguimento. In fondo non ci sarebbe neanche gusto nell'attaccarlo così!
Týr allunga semplicemente una mano in direzione di un grosso pacco confezionato con una lucida pellicola blu notte lasciato sul ponte, continuando a fiutare l'aria in cerca di qualche traccia nemica, trovando però solo l'odore di una parente: Freya.
«Vai a svegliare tutti e falli venire sul ponte. Lo hanno lasciato per voi come regalo.» ordina sicuro, ricomponendosi e avvicinandosi con calma al pacco, esaminandolo con attenzione. È sicuro, grazie ai suoi sensi sviluppati, che non si tratta di regali macabri o cose simili, ma più che altro di qualcosa di carta.
Non ci vogliono che una decina di minuti e tutti i pirati sono radunati nella grande sala mensa dove li ha condotti Týr, a guardarlo alle prese con un'accesa discussione con il loro adorato capitano su come si monti lo schermo per far partire il video che è stato mandato loro. Infatti Freya Lothbrook, una lupa mannara lontana parente di Týr, ha donato loro una cassetta e un album fotografico, pieno di momenti eternamente immortalati che ritraggono svariati abitanti dell'isola Helheimr, luogo in cui dimora il fratello del vampiro.
Týr ha raccontato loro qualcosa in maniera molto sbrigativa, bevendo lunghissime sorsate di super alcolici tra una parola e l'altra. Il fatto che abbia cominciato a bere così presto e così tanto, indice che qualcosa lo sta realmente innervosendo, li ha insospettiti molto, ma non hanno fatto domande. Sanno bene che tanto lui non direbbe niente contro la propria volontà, neanche sotto tortura, quindi possono solo aspettare che le risposte arrivino da sole.
Nel frattempo, spinti da una forte curiosità, si sono messi tutti quanti ad osservare le varie fotografie, leggendo le didascalie scritte a mano sotto.
A quanto pare un po' tutti loro mandano i propri saluti e bevono alla loro salute. Non capiscono perché, ma la cosa alla fine li diverte. Diverte un po' meno Marco, costretto a vedere in un sacco di fotografie il volto sorridente del pazzo che provò a rapire Akemi da bambina. Týr gli ha pazientemente spiegato che quello è Freki, da sempre il braccio destro del fratello; gli ha pure detto che ha avuto una fortuna sfacciata quando si sono scontrati, perché quello è un licantropo tutt'altro comune, che avrebbe potuto tranquillamente farlo fuori se non si fosse lasciato accecare dalla superbia.
Non che Marco gli creda in realtà, ma le sue parole lo infastidiscono da impazzire. E ancora di più lo fa impazzire vedere quel cane divertirsi come un folle in mezzo a quel branco di mostri, totalmente felice.
Satch, invece, è rimasto totalmente paralizzato davanti alla fotografia di una sorridente Mimì, bellissima in un abito di raso color cipria e i capelli tinti di nero acconciati in un ordinato chignon. La trova più bella dell'ultima volta che si sono visti, il suo sorriso rivolto alla fotocamera lo fa sciogliere come neve al Sole. Týr gli ha poi detto che la vampira lo ama ancora, a giudicare dal tatuaggio che si è fatta sul collo: la sua iniziale con dietro un ottagono, al cui interno sono stati disegnati dei piccoli forconi che spingono all'infuori e dei pallini. Gli ha spiegato che è un simbolo di protezione vudù, e che il tutto sta a significare che ancora lo pensa e che vuole il suo bene. Non c'è neanche da dire che questo ha mandato in orbita il Quarto Comandante, che più di una volta ha avuto il fegato di avvicinarsi all'alticcio e nervoso vampiro alle prese con una marea di cavi annodati per chiedergli di portarlo su quell'isola. Non ci sarebbe da dire neanche che Týr l'ha mandato sempre e solo affanculo, provando pure a strangolarlo con i cavi in un paio di occasioni, venendo fermato dal capitano, ancora assonnato e intontito dallo strano e devastante effetto che il sangue del vampiro gli ha provocato il giorno precedente.
«Certo che ce ne sono di belle donne da quelle parti...» commenta Ace, osservando con maniacale attenzione le fotografie ritraenti seducenti donne in bikini a prendere il Sole su una spiaggia candida. Alcune invece giocano nell'acqua, altre bevono drink rinfrescanti, altre ammiccano alla fotocamera. E ognuna di loro ha lasciato un commento, talvolta specificando quale pirata vogliono salutare. Freya, neanche a dirlo, ha salutato solo ed esclusivamente Ace, scattandosi una fotografia mentre gli manda un bacio.
«Ma cosa diavolo gli fai alle donne?!» Namiur scherzosamente gli tira un pugno nella spalla, facendolo scoppiare a ridere di gusto.
«Freya si faceva allegramente sbattere da tuo padre.» li informa sovrappensiero Týr, che finalmente è riuscito a districare le prese e può attaccare lo schermo «Quando poi la lasciò, lei cadde in depressione. Poi ha saputo che si era consegnato alla Marina e non ti dico il casino... poi, nulla: ha saputo della presenza di un altro piccolo Roger e ha giurato di fronte agli dei di proteggerti. Romantica, non trovi?» mentre parlava è riuscito a collegare il tutto e ha finalmente azionato il video.
Tutti si sono messi a guardare con trepidazione, incuriositi come non mai dalle immagini che a breve vedranno. Non badano neanche più a Týr, intento a bere come se non ci fosse un domani qualsiasi cosa gli capiti sotto tiro. Giustamente, anche: lui sa bene quanto è alta la possibilità che quel video contenga una presenza in particolare e, se sopravviverà al probabile assalto da parte loro, dovrà spiegare come sono andate realmente le cose.
Le immagini si susseguono velocemente tra loro, lasciando assai sbigottiti i vari pirati.
All'inizio, non appena hanno premuto il tasto di avvio, è apparsa Freya con un sorriso in volto che non preannunciava assolutamente niente di buono. La ragazza ha affermato che quello è un dono che gli fanno tutti loro per ringraziarli per i lavori svolti, e la cosa li ha lasciati non poco perplessi, ma nessuno si è spostato di un millimetro dalla propria posizione.
Poi è semplicemente cominciato il delirio: creature uscite dagli incubi più impensabili che bevono con quelli che sembrano esseri umani, che si sballano e si scatenano a ritmo di musiche psichedeliche, ricoperti di colori fosforescenti. Vedono alcolici girare come se fosse della semplice acqua, droghe pesanti e non venir ingerite come se fossero tic-tac; vedono feste devastanti con falò e grigliate con quella che, ne sono sicuri, non è carne né di maiale né di mucca; vedono esseri fare acrobazie da ubriachi e schiantarsi a terra, ridendo mentre lo fanno; vedono risse su risse scatenate dal niente, oggetti preziosi girare tra loro per pagare le scommesse; vedono donne così belle da farli eccitare come cani in calore.
Vedono tutto quello e non emettono un suono. Pure i loro respiri sono più leggeri del solito, talvolta addirittura trattenuti come se fossero in apnea.
S'indignano tutti quanti quando vedono quello sbarbatello di Kakashi e altre creature che non conoscono sfilare davanti alla lumacamera vestiti come loro, in un'orrenda esibizione fatta esclusivamente per prenderli per il culo.
Kakashi si è pure rasato parte della testa per avere un aspetto più somigliante a quello del Primo Comandante e al compagno Geri sono stati cotonati i capelli proprio da Mimì per farlo assomigliare, con molta fantasia, al Quarto. E mentre loro, in quel piccolo schermo, se la ridono di gusto, i vari pirati sentono una devastante rabbia montargli nel cuore. Vorrebbero averli tutti quanti sotto mano in quel momento solo per testare la loro presunta immortalità.
«E' una mia impressione, o ci stanno prendendo deliberatamente per il culo?» ringhia a denti stretti Izo, lanciando un'occhiata colma di rabbia al vampiro che, dal canto suo, non ha ancora smesso di ingerire alcolici. Si è pure acceso uno spinello pur di mantenere i nervi calmi, per non dare in escandescenza quando, lo sa benissimo, proveranno ad attaccarlo.
«Wow, tu sì che hai occhio!» scherza sorridendogli innocentemente, trattenendosi dal ridere quando il Comandante sbuffa sonoramente, indignato come poche volte in vita sua.
«Mi sento gentile, quindi vi darò un consiglio: non fate mai vedere ad un immortale che vi danno noia i suoi atteggiamenti o non la smetterà mai.» biascica a mezza bocca, passandosi una mano sul volto frastornato dalle massicce dosi di erba e alcool. Lo sanno anche i bambini che è bene non mischiare le due sostanze, ma proprio non riesce a trattenersi, non in quel frangente.
'Se la sfango, giuro che smetto con l'erba. Sì, con l'erba sì. Smetto con quella e basta, però smetto.'
Mentre il vampiro è perso nei propri pensieri, le immagini continuano a susseguirsi veloci e frenetiche: feste, alcool, sesso, droga, sangue, musica, altre feste, acrobazie ineguagliabili e pericolose, botte come se piovesse, risate e ancora più musica. È come un vomito di colori e suoni che li stordiscono.
«È normale che si comportino così?» domanda vagamente incerto Jaws. Lui non è un santo, non lo è mai stato, ma non ha mai partecipato a feste simili, dove le uniche regole sono peccare fino a quando l'anima non scappa terrorizzata e devastarsi fino a quando il corpo non implora pietà.
«Siamo immortali, Jaws: cos'altro abbiamo da fare se non divertirci?»
Vorrebbe andarsene Týr. Vorrebbe davvero prendere il culo e tornarsene nella stiva, offeso dal fatto che quei demoni bastardi facciano festa malgrado siano pienamente a conoscenza della sua morte, ma delle nuove immagini lo costringono a bloccarsi, pietrificandolo totalmente.

La lumacamera maneggiata da Freya viene spostata freneticamente, inquadrando un po' tutti gli abitanti di Helmier, finché non si blocca, inquadrando colui che celebrerà quello che senza ombra di dubbio è il matrimonio più prestigioso della storia.
Wulfric, elegantissimo nel suo smoking grigio e con i capelli raccolti in una morbida coda bassa, guarda i due vecchi amici con un sorriso raggiante in volto. Anche se non lo ammetterà mai, neanche sotto le più atroci torture, gli viene da piangere dalla gioia.
Ai lati della navata, i testimoni dello sposo sorridono lieti, spalleggiandosi e ululando di gioia, mentre le damigelle della sposa trattengono a stento le lacrime alla vista dell'incantevole Regina, magnifica col vestito bianco e il ventre rigonfio.
Akemi e Freki rimangono dietro ai prossimi coniugi, scambiandosi occhiate complici e sistemandosi talvolta i capelli, talvolta i vestiti. C'è intesa tra loro due, c'è un qualcosa che non può essere definito: non è semplice amicizia, non è semplice attrazione fisica, non è amore. È qualcosa di unico, solo per loro, e questo li rende felici. E li rende ancor più felici vedere gli sguardi di Fenrir ed Astrid, così colmi di amore e gioia, così impazienti di potersi giurare amore eterno di fronte a tutti.
Wulfric, alzando semplicemente le mani al cielo, richiama i presenti al silenzio, creando una calma surreale.
Sakura, al suo fianco come sempre, gli porge due spade, che l'antico vampiro prende con mano ferma e porge ai due coniugi: una è antica, grande e pesante, mentre l'altra è nuova, dalla lama pregiata e l'impugnatura impreziosita con filamenti d'oro bianco e diamanti neri.
Porge l'antica arma alla sposo, rivolgendosi poi ad Astrid e sorridendole dolcemente «Devi tenere quella spada al sicuro per i tuoi figli.» afferma con voce sicura, passando delicatamente una mano sul ventre della donna, che a sua volta gli sorride dolcemente.
«E ora devi donare questa nuova spada allo sposo.» afferma subito dopo, porgendole la magnifica spada che Killian ha forgiato per l'evento.
È un'antica usanza dei loro tempi quella di scambiarsi le spade durante le nozze, perché la spada trasferisce il potere di protezione del padre sulla donna al nuovo marito. Avrebbero potuto benissimo scambiarsi semplicemente le fedi nuziali, celebrare il tutto in chiave più moderna, ma hanno preferito rispettare le antiche usanze dei loro popoli, così da non farle morire.
I due licantropi si scambiano le armi con mani tremanti, quasi piangendo per l'emozione, senza mai interrompere il contatto visivo. Fenrir, richiamato dagli adorati figli, volta la testa sorridendo loro come un bambino che ha appena ricevuto il più grande dei regali, soffermandosi per qualche secondo sul viso commosso dell'adorata nipote, che dopo pochi istanti viene avvolta dall'abbraccio forte e protettivo dell'antico lupo che da mesi la segue.
«Ora gli anelli!» urla Wulfric, mentre Sakura posiziona le due fedi dorate sulla punta delle armi che i due sovrani si sono appena scambiati, piangendo mentre lo fa.
Wulfric, con mano veloce e ferma, afferra il viso di Fenrir e lo guarda intensamente, come se volesse leggergli nell'anima per capire se le sue intenzioni sono o meno serie.
«Giuri agli dei di voler sposare questa donna?» gli domanda con voce profonda, sorridendo all'uomo che da quel momento fino alla fine dei suoi giorni si prenderà cura della sua più grande e cara amica.
«Lo giuro... con gli dei come miei testimoni.» risponde sicuro l'Imperatore, facendo saettare lo sguardo sulla compagna, che gli sorride teneramente.
Wulfric a quel punto passa ad Astrid, prendendole con più delicatezza il viso tra le mani e testando solo con lo sguardo le sue intenzioni, leggendo nei suoi occhi azzurri una totale e sviscerata devozione all'uomo a cui si sta legando eternamente.
«Giuri agli dei di voler sposare quest'uomo?»
Astrid annuisce piano con la testa, mentre una lacrima di gioia le solca la guancia. Sorride felice all'amico che li sta unendo, voltandosi poi verso quello che tra pochi secondi verrà dichiarato suo marito.
«Lo giuro.»
I due licantropi incrociano le lame e prendono ognuno un anello, che poi mettono con incredibile lentezza e delicatezza all'anulare sinistro dell'altra.
Wulfric batte forte le mani, felice come non mai e, con tutta la voce di cui dispone, annuncia: «VI DICHIARO MARITO E MOGLIE!»
La folla scoppia ad urlare per la gioia, arrivando addirittura a sollevare per aria i due novelli sposi.
«Hail alla Coppia Felice!»


«Ma non ci credo!» urla entusiasta, Týr, battendo le mani come un bambino. I suoi occhi brillano di gioia e le sue labbra sono tese in un sorriso colmo di emozione «Finalmente si sono decisi!»
«Chi sono?» domanda ingenuamente Izo, senza mai staccare gli occhi da quelle immagini. La dolce coppia si sta scambiando il primo bacio da sposati, scatenando i fischi di approvazione generali, mentre il riso viene lanciato a secchiate su di loro.
Per una sfacciata fortuna dell'antico vampiro, Akemi è stata di spalle per tutto il tempo, e nessuno di loro è riuscito a vederla in volto. Poi, in ogni caso, sarebbe stato davvero difficile riconoscerla: la ragazza appare infatti fasciata in un vestito di un tenue azzurrino, i capelli sono sistemati in una complicata acconciatura, messa in evidenza da fiori e pietre preziose, e il viso è coperto da un velo sottile dello stesso colore dell'abito. Un'altra persona, completamente. Forse se avesse voltato la testa per sorridere alla telecamera, invece di mostrare solo i lineamenti del profilo, l'avrebbero riconosciuta, ma ne dubita, Týr.
«Quello che è preso d'assalto da quel branco di teppistelli è Fenrir, mio fratello, mentre quella è Astrid, la madre di Lilith.» risponde con un ampio sorriso il vampiro, mentre gli occhi chiari si velano di rosso. È incredibilmente felice in quel momento, ma è anche triste. Sarebbe voluto essere lì, a sorridere fiero al fratello e alla donna che gli ha fatto il più bello di tutti i doni, ma non è potuto andare.
'Lo celebreranno di nuovo quando tornerò, dovessi morire di nuovo!'
«CHE COSA?!» urlano in coro i pirati, scandalizzati dalla notizia. Perché va bene tutto, ma sposarsi la donna del proprio fratello proprio no!
«Perché vi scandalizzate tanto? Io ed Astrid mica stavamo insieme. Facevamo solo sesso!» li giustifica il vampiro, parlando come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Al suo fianco arriva veloce e scattante una delle sue fidate vampire e gli porge umilmente il bong che le aveva detto di andare a prendere nella stiva. Ormai, tanto, è partito, quindi perché mai trattenersi? Poi la ciurma, dopo la lunga convivenza forzata, è abituata a vedergli fare di peggio che usare il bong o fumare delle canne lunghe anche una ventina di centimetri.
«E per te è normale?!» gli urla contro Satch, fulminandolo con lo sguardo. Nella sua mente è come se qualcuno dei suoi fratelli prendesse e, senza dirgli una parola, sposasse Mimì.
«Quei due si prendono e si lasciano da... sì, seimila anni tutti. Non ricordo con precisione quanti siano, però seimila sicuri.»
Sentire quelle cifre assurde fa ancora strano a tutti loro, ma alla fine decidono di distogliere in massa l'attenzione dal più che strafatto Týr e tornare a concentrarsi sulle immagini che vengono mostrate. Curiosamente, però, riescono a scorgere solo un muro e delle urla.
Urla piene di paura, dolore e angoscia viva.
La cosa non piace a nessuno di loro, per niente.
Alle urla si aggiungono versi animali, tonfi sordi e l'angosciante rumore prodotto da qualcuno che sta evidentemente soffocando.
«Ma che diavolo è?» domanda titubante Ace, provando ad avvicinarsi un poco per provare a capire da solo, inutilmente. Vede solo il muro, sente solo quei rumori inquietanti.
La lumacamera viene calciata da qualcuno che stava provando a scappare da qualcosa e va a sbattere contro una carcassa. Una carcassa di una bambina di forse sei anni, con il torace dilaniato e gli organi interni sparsi un po' tutt'attorno.
«Oh mio Dio...» mormora Pugno di Fuoco, disgustato da quell'orrida visione. Perché sì, lui è un pirata, uno dei più ricercati per tutti i reati compiuti, ma mai una volta ha osato alzare un dito su un bambino. Mai.
«Cazzo...»
I presenti si voltano verso il vampiro mezzo accasciato contro il muro, intento a ridacchiare e scuotere la testa come sconsolato, cosa che li urta non poco.
«Cosa ci trovi di tanto divertente?» gli ringhia contro il capitano, che mai è riuscito a tollerare che venisse fatto del male a dei bambini innocenti.
«Ieri... era una notte molto speciale.» afferma ritrovando sorprendentemente la serietà, guardandolo come se fosse un povero vecchio pazzo «Molti secoli fa, una volta l'anno, il mio più caro e vecchio amico si divertiva ad andare a terrorizzare le persone di notte. Ogni anno inventava un costume diverso per l'occasione, e la cosa presto iniziò a divertirci molto. Così, come abbiamo sempre fatto, abbiamo iniziato a far circolare delle voci.»
«Che genere di voci?» gli domanda Halta, provando a mantenere la calma. Cosa difficile, dal momento che ha chiaramente visto una mano artigliata afferrare il corpicino martoriato della piccola, sicuramente per infierire. Per quanto sappia che i lupi mannari e altre creature mangino la carne umana, senza fare alcuna distinzione di sessi o età, vederlo è stato abbastanza shockante pure per lei, che di gente ne ha ammazzata parecchia.
«Abbiamo fatto credere loro che in quel determinato giorno tutte le leggi dello spazio e del tempo fossero come sospese e il velo che divide il mondo dei vivi dal mondo dei morti si facesse più sottile, permettendo alle anime di mostrarsi, di comunicare con i viventi e di divertirsi alle loro spalle, facendo scherzi ed impaurendoli con le loro apparizioni. Dicemmo loro che l'unico modo per evitare gli spiriti fosse mascherarsi e fare sacrifici e scherzi a loro volta... e loro ci credettero senza remore. Col tempo la festa ha perso i suoi significati religiosi e rituali, ed è diventata un'occasione per divertirsi e organizzare party, ma alla fine a noi non è mai importato molto. Rimane sempre un'occasione per poter uscire allo scoperto senza dover nascondere la nostra vera forma.»
Rimangono tutti in religioso silenzio a fissarlo. Hanno capito benissimo di quale festa stia parlando, e il fatto che degli immortali letteralmente assetati di sangue abbiano deciso di festeggiare a modo loro, prendendo d'assalto quella che ha tutta l'aria di essere una nave da viaggio, non gli piace per niente.
Però, seppur riluttanti, decidono di continuare a guardare il video. In fondo Freya si è raccomandata ben tre volte di arrivare fino alla fine, sottolineando di guardare tutto quello che ha da mostrargli.

La telecamera viene raccattata da terra e l'anziana licantropa mostra il suo scontatissimo costume di Halloween: ha deciso di mutare solo in parte, in modo da deformare il volto ed assomigliare ad un animale, abbinando il tutto ad abiti logori da uomo.
Sorride alla telecamera, visibilmente brilla, mettendo così in mostra la dentatura animale, cosa di cui va dannatamente fiera.
Al suo fianco, con un braccio attorno al suo collo improvvisamente taurino, c'è Genma. Il volto è nascosto dietro ad una maschera bianca con un ghigno inquietante, a cui ha abbinato un completo largo e nero con un grosso cappuccio, perfetta per uno che mirava ad assomigliare ad un satanista/assassino/qualcosa che fa paura.
Le urla dei passeggeri sulla nave si affievoliscono sempre di più, lasciando spazio solo alle risate dei vari immortali che hanno deciso di festeggiare a modo loro la notte di Halloween. Quello che stanno facendo, uccidere riprendendosi con una telecamera e fare tutto quel chiasso, è severamente contro le regole, ma l'alcool ingerito precedentemente dà loro la carica per continuare, per fare tutto quello che hanno programmato: uccidere, andare a bere, uccidere ancora e poi andare in una delle più devastanti discoteche che conosco, “La Casa delle Pene”.
Freya sposta la lumacamera ed inquadra Killian, perfettamente mascherato da zombie. È stato truccato così bene da poterlo sembrare davvero. Peccato solo che non riesca a smettere di ridere e si muova decisamente troppo agilmente, sennò era perfetto.
Al suo fianco c'è Ginevra, una delle licantrope dell'isola, mascherata come un Pierrot cattivo. A detta sua è un clown assassino, ma per loro rimane solo un Pierrot con una crisi d'identità. La bionda licantropa si regge alle spalle forti di Ed, mascherato da fantasma. Ciò, in realtà pare più un attaccapanni con un telo bianco addosso e delle catene lasciate penzoloni, ma per loro va più che bene. In fondo si è unito per ultimo, incerto poiché non era mai uscito prima da Helheimr, e quindi hanno arrangiato un costume alla meglio.
«Skeleton Jack might catch you in the back...» Killian, troppo ubriaco per potersi trattenere, comincia ad intonare la canzone che inventarono appositamente per la festa, e subito Ginevra lo segue a ruota, cantando a squarciagola.
«And scream like a banshee
I due poi, presi dall'entusiasmo grazie alle risate collettive, si prendono a braccetto e cominciano a cantare il ritornello, facendo saltellare una più che euforica Freya, amante da sempre della festa che ha aiutato a far diffondere.
«Make you jump out of your skin
This is Halloween, everybody scream»
Dietro di loro, grosso e minaccioso, Freki li afferra per le spalle e li sposta di colpo, mettendosi in mezzo. Indossa un paio di jeans strappati sulle ginocchia, un camice da macellaio e una maschera di cuoio scuro, il tutto rifinito con il sangue che si è colato addosso. Un assassino con i contro fiocchi, come sempre.
«Wont' ya please make way for a very special guy!»
Tutti si lasciano trasportare, cantando forte e aspettando con trepidazione che la loro piccola principessa esca dal sottocoperta con la piccola e divertente sorpresa che hanno programmato.
«Our man Jack is King of the Pumpkin patch
Everyone hail to the Pumpkin King
This is Halloween, this is Halloween
Halloween! Halloween! Halloween! Halloween!»
Mentre loro cantano, finalmente lei arriva, macabramente sexy: indossa un body quasi completamente trasparente, fatta eccezione solo per le finte ossa che hanno attaccato sopra la stoffa sottile per farla sembrare uno scheletro, il tutto abbinato ad una maschera nera e bianca a forma di teschio e dei tacchi alti che riprendono il vestito.
Cammina lenta, ghignando da sotto la propria maschera. Ginevra ha insistito per legarle i capelli e coprirle i tatuaggi con uno strato di cerone da spettacolo, facendola apparire in tutto e per tutto una creatura soprannaturale. Così pallida e magra potrebbe facilmente passare per una vampira.
«Vi prego, lasciatemi andare!» la donna che tiene ben stretta per un braccio urla per la paura, non riuscendo a trattenere le lacrime. Quando li hanno visti arrivare, con la loro piccola nave con le vele nere, ormai era troppo tardi: si sono mossi velocemente, assalendoli in massa e riducendoli a cadaveri sanguinolenti, il più smembrati e disseminati un po' ovunque.
Lei però è stata risparmiata per ordine della strana donna che le ha appena spezzato l'omero sinistro facendo solo una lieve pressione. È stata risparmiata e trascinata in una stanza dall'uomo con la maschera di cuoio, che adesso ride del suo dolore. È stata poi spogliata, rivestita, truccata e l'hanno costretta ad indossare una parrucca turchese.
Akemi non voleva farlo. Le bastava uscire per una sera dall'isola con i propri amici e andare a festeggiare quella che ha appreso essere una festa per loro molto importante. È stata un'idea di Killian quella, che come Akemi ha preso in forte antipatia la stessa persona. Lei, semplicemente, non ha opposto alcuna resistenza, eseguendo gli ordini di quello che ormai è diventato come un fratello maggiore per lei.
«In this town we call home...» sussurra queste parole nell'orecchio della povera donna costretta ad indossare i panni di Whitey Bay, facendola rabbrividire. Sorride sotto la maschera e porta lentamente una mano alla sua gola, alzando di scatto gli occhi alla lumacamera «Everyone hail to the pumpkin song.»
Con un movimento veloce e preciso le recide la gola, lasciando che il suo sangue sgorghi nei bicchieri che i compagni hanno posizionato ai suoi piedi.
La lumacamera viene lasciata cadere a terra, così da poter bere in santa pace, e di sotto fondo, come una nenia, si ode la parte finale della canzone: «La la-la la, Halloween! Halloween! La la-la la, Halloween! Halloween! La la-la la, Halloween! Halloween! La la-la la...»


I vari pirati non sanno neanche cosa dire. Rimangono immobili a guardare quel gruppo di pazzi mentre brindano col sangue di quella povera donna, urlando poi a Freya di “spegnere quell'affare” perché “hanno bisogno di privacy”. Si domandano per quale assurda ragione parlino di privacy proprio loro, che si sono ripresi mentre ammazzavano per gioco delle persone innocenti, ignari del fatto che lo hanno fatto solo per poter girare tranquillamente per la prima isola.
Týr trae un sospiro di sollievo, felice che la figlia abbia indossato quella maschera. Perché lui l'ha riconosciuta anche così. E che gli ci vuole? È sua figlia, sangue del suo sangue, carne della sua carne: la riconoscerebbe ovunque e comunque.
«Era una minaccia per Bay?» gli domanda Marco con voce incerta, cercando di capire perché. Che sia una minaccia lo sa, non è scemo, però vuole che gli spieghi come mai hanno preso di mira proprio lei, come mai abbiano architettato l'esecuzione di quella povera innocente sfortunata.
«Ricorda che per loro, tu eri e rimarrai l'umano che ha portato via il cuore della loro principessa. Qualsiasi altra donna verrà vista come un insulto alla sua... memoria.» stava per dire alla sua “persona”, ma per sua enorme fortuna è riuscito a trattenersi «Inoltre Killian è una creatura che difficilmente accetta ordini da qualcuno che non sia Astrid. Quell'umana deve aver alzato troppo la cresta e lui l'ha presa sulle palle.»
Il filmato riparte e i loro sguardi saettano immediatamente sullo schermo. È tutto diverso adesso: niente spazi aperti, niente muri di legno dipinto di bianco tipico delle navi da viaggio. Ora c'è un ammasso di gente che urla, che si muove come in preda ad un attacco epilettico collettivo sulle note di una canzone che ha seriamente del ridicolo.

«Sboccing like no tomorrow!
And you can follow me
fino a che non mollo
tu mollami
Sboccing like no tomorrow!
Tavolo con il Moet
-poppin' bottles in the air
La serata è pettine
La serata è pettine
La serata è pettine
La serata è pettine
La serata è pettine
Pettinero, lo shampoo col DonPero!»

Vedono Killian lo zombie ballare circondato da belle ragazze, tanto ubriaco che rimangono veramente sorpresi nel vederlo capace di reggersi sulle proprie gambe.
Freya e Genma, con i loro discutibili costumi, si baciano appassionatamente, mentre la ragazza mascherata come un Pierrot cattivo, Ginevra, si è attaccata alla gola di un ragazzo per nutrirsene; il giovane pare così sfatto dagli stupefacenti da non rendersene neanche conto.
Týr commenta che è normale, che quello è un posto dove gli esseri umani vanno perché sperano di incontrare un immortale. Già, perché ci sono creature tanto folli da sfidare le leggi e mettere in circolo voci riguardanti la loro natura, dando così tanta enfasi alle proprie parole da convincere i soliti polli ad andarci, ignari del fatto che così si offriranno spontaneamente su un vassoio in un ricco buffet.
Dice anche, Týr, che quello è uno dei tanti locali che solo apparentemente è gestito da un essere umano, ma che in realtà è da sempre sotto il controllo di qualche mostro che ha rinunciato alla caccia per avere prede più facili.

«Il Pagante è pettinero
pure dopo l'after, mattinero
sotto cassa tutto fiero
con la camisa e l'abito nero
Presa male nel locale
nel privè senza bracciale
tutto quanto spettinato
minchia frate m'han sgamato»

Vedono delle povere stupide buttarsi su un divanetto tra le braccia del macellaio ricoperto di sangue, Freki. Le vedono e provano un moto di compassione per loro, soprattutto dopo che vedono le zanne del mannaro addentare la carne tenera del collo di una di loro.
Tutti loro hanno ucciso tante persone e non si sono mai fatti tanti problemi, ma non hanno mai giocato così con le loro vittime. Non si sono mai messi a sedurli per poi sbranarli o dissanguarli in mezzo alla folla, non si sono mai messi ad offrirgli da bere per poter fare di loro ciò che volevano.
Týr, ormai completamente andato, semplicemente spiega loro che alla lunga non basta più cacciare l'uomo: s'impara a giocare con lui, a rimandare la sua morte, a torturarlo fisicamente e psicologicamente per puro divertimento personale. C'è chi si diverte a mostrarsi debole ed innocente, bisognoso di aiuto, in modo da farsi invitare nell'abitazione della vittima per poterla poi uccidere nel proprio letto. C'è anche chi, come lui, si metteva a studiare determinati mestieri per poter ingannare il mondo: medico, avvocato, insegnante, guardia carceraria sono solo i lavori più recenti svolti dall'antico e nobile vampiro.
L'intera ciurma, per quanto consapevole della natura di quelle creature, non era mai davvero entrata nell'ottica che devono uccidere per sopravvivere. Se l'erano come dimenticato, convincendosi che tutti si nutrissero di sangue sintetico come il loro eccentrico ospite.

«Tutto il giorno sopra i libri
ora voglio stare easy
cazzo mene della crisi
faccio solo la sei litri»

«Porta qui il culo, principessina!»
A queste parole, urlate con una punta di sarcasmo da Freya, attirano totalmente la loro attenzione, calamitando gli occhi di tutti sullo schermo. Perché da quello che hanno capito -e loro hanno capito- l'unica principessa di tutti quei mostri era solo Akemi. Ci sono l'Imperatore, fratello di quello che prima di morire era il Re, e la Regina, madre della ragazza e adesso moglie del primo citato. Non ha mai menzionato altre principesse e la cosa accende in loro un sonoro campanello d'allarme.
Dopo quelli che sembrano loro secondi interminabili, ecco quell'assurda visione diventare sempre più nitida sullo schermo: shorts di jeans chiaro che lasciano le cosce lattee scoperte, canottiera bianca troppo grande per il suo corpo da cui si intravede il piercing al capezzolo, capelli neri con treccine bianche che ondeggiano tra quelle luci psichedeliche, un cappello nero con la visiera piatta rossa su cui spicca la scritta bianca “EASY”, e una striscia nera dipinta sugli occhi che le attraversa il volto.
Non hanno assolutamente dubbi su chi sia e la loro rabbia sale improvvisamente alle stelle.
«Facciamo che ne parliamo a video finito, eh?» biascica Týr non appena viene afferrato per la collottola da nientepopodimeno che Barbabianca, decisamente incazzato. Si era fidato di lui, delle sue parole addolorate per la perdita della figlia, e ora scopre che erano solo puttanate: lui sapeva benissimo che fosse viva e vegeta.
Quando però incrocia i suoi occhi di ghiaccio, resi incredibilmente umani dall'alcol e dal fumo, si rende conto che forse -molto forse- può dargli l'opportunità di spiegarsi. Non certo alla fine del video, però.
«Dammi un buon motivo per non staccarti la testa dal collo.»
Týr ghigna, reclinando la testa all'indietro «Te ne do due: primo, ti ammazzerei prima io. Ricorda che come sono capace di allungarti la vita, sono perfettamente in grado di togliertela.»
A questa affermazione -o minaccia, a seconda di come la si può vedere- , i vari pirati impugnano le armi e gliele puntano contro. A lui e alle puttane che stanno provando a difenderlo, venendo però interrotti da una semplice alzata di mano da parte del capitano, più che intenzionato ad ascoltare le sue motivazioni.
«Secondo poi, l'ho fatto per parare il culo a lei e a tutti voi.» biascica con la voce impastata, massaggiandosi il collo non appena la salda presa dell'Imperatore lo libera «Peter vi avrebbe attaccati immediatamente pur di farla uscire allo scoperto. E lei sarebbe uscita, in un modo o nell'altro, tirandosi dietro tutte le persone a cui tengo di più al mondo.» continua con voce bassa, voltando poi lo sguardo su tutti i presenti «Non potevo permettere che ciò accadesse: nessuno può toccare la mia famiglia.»
Ce l'hanno con lui per la sua menzogna. Lo detestano proprio, ma non per questo non evitano di ascoltare le spiegazioni delle vampire su come sia riuscito ad ingannare il mondo intero.
Quando poi le donne spiegano ai vari gruppi che, per uno come Týr, è un gioco da ragazzi manipolare i giornali, si danno degli stupidi: potevano arrivarci anche senza spiegazioni, in effetti.
Infatti il vampiro si è lasciato crescere i capelli e si è scattato una fotografia che ha successivamente inviato alla stampa. I giornalisti sono intervenuti e hanno intervistato un gruppo di ragazzi, precedentemente ipnotizzati dal vampiro, ed hanno poi trasportato via il cadavere sbagliato, che poi è stato facilmente fatto sparire.
«Non riesco davvero a credere che ti preoccupi tanto della tua famiglia.» lo sfotte sogghignando Fossa, trattenendosi con tutto sé stesso dallo scoppiare a ridere di gusto quando il vampiro si volta a guardarlo con aria oltremodo offesa.
«Ehi! Io sono quello che era così legato al suo nonno morente da salire ogni giorno sulla montagna per andare a trovarlo!» urla in risposta, scattando stupidamente in piedi come una molla. Con le dosi di alcool ingerite fino a quel momento, fare movimenti bruschi è controproducente pure per lui; infatti il nobile vampiro si ritrova a barcollare in mezzo a tutti quegli uomini a dir poco adirati senza avere più il pieno possesso delle proprie capacità fisiche... e anche con un gran mal di testa.
«Davvero?» domanda incerto il Comandante, assai sorpreso da questa rivelazione. Certo, da un tipo come Týr ormai si aspetta qualsiasi cosa, ma l'idea di vederlo affaticarsi tanto per un vecchio morente riesce comunque a sorprenderlo.
Quello che il Comandante non aveva preso in considerazione, però, è il fatto che Týr è spaventosamente ubriaco e anche notevolmente fatto, fattori che lo hanno sempre portato ad immaginarsi cose avvenute solo ed esclusivamente nella fantasia collettiva.
«Sì! Anche dopo che mi portarono via per fare compagnia a Clara, io non mi sono mai dimenticato di lui, no! Infatti ho tolto Clara da quella sedia a rotelle solo per poter tornare dal mio nonnino tra le caprette!»
I presenti lo guardando con una lievissima punta di fastidio. Che fosse completamente fuori di testa lo avevano appurato già da un po', ma non pensavano proprio che potesse scambiare la propria vita per quella di un cartone animato.
«Týr, quello non sei tu, quella è Heidi!» lo riprende dopo un momento di smarrimento Ace, massaggiandosi le tempi e sbuffando sonoramente. La situazione per lui, così come per gli altri, si è fatta ancora più assurda di quanto già non fosse, e adesso la testa rischia veramente di esplodergli.
Týr lo guarda con sguardo perso per qualche secondo, rimuginando sulle sue parole e arrivando, seppur con qualche secondo di ritardo, alla conclusione che sì, quella proprio non è la sua storia. Lui neanche ce l'aveva un nonno!
«Oh... e allora qual è la mia storia?» domanda ingenuamente, reclinando la testa di lato e incrociando le braccia al petto, cominciando a rimuginare attentamente sul proprio passato, mentre il video continua a mostrare le “avventure” della decisamente non morta Akemi...

La lumacamera, che da qualche minuto giaceva a terra ad inquadrare il muro, viene raccolta con mano incerta e l'obbiettivo viene puntato contro la faccia di una più che strafatta ed entusiasta Freya. Gli occhi chiari sono ridotti a due fessure, i capelli cotonati sono totalmente sfatti e disordinati, e dal mento in giù è ricoperta di sangue, così come tutti gli altri.
Una serata all'insegna della caccia e del divertimento più sfrenati, dove hanno oltrepassato buona parte dei limiti che da sempre sono loro imposti. Ma non importa a nessuno di loro: hanno tutta l'eternità per farsi perdonare, in fondo.
«Adesso ci facciamo due risate!» afferma con voce squillante, ammiccando a solo lei sa chi, puntando poi la piccola lumacamera contro una porta. Sghignazza divertita, contando sottovoce fino a tre, per poi spalancare di colpo la porta, cogliendo Freki e Akemi intenti a fare sesso appoggiati contro la parete.
«Non ti è bastato prima, Lilith?» la prende in giro la licantropa, avvicinandosi di qualche passo alla coppia colta in fragrante che continua imperterrita ad ansimare e gemere senza pudore «Sei proprio una ninfomane, cucciolotta!»
Freki volta un poco la testa, abbandonando a malincuore il collo pallido della compagna, e le snuda minacciosamente le zanne «Fuori dalle palle, br-»
Non fa in tempo a finire la frase che le mani di Akemi sono ai lati del suo viso e lo tirano a sé, per poter catturare le sue labbra in un bacio passionale e furioso, di quelli che ti fanno girare la testa.
Freya sghignazza per nascondere la propria indignazione e poi, con fare sbrigativo, esce dalla stanza, lasciando i due al loro amplesso. Nel suo cuore dannato c'è un turbinio di odio e di invidia nei confronti della mocciosetta che si è accaparrata uno dei licantropi più ambiti in circolazione in poco tempo, mentre lei ci lavorava da secoli senza alcun risultato.
Si dirige con passo svelto e pesante fin sul ponte dell'imbarcazione, sporgendosi leggermente per dare un'occhiata al suo mostro marino che li sta trainando. In fondo loro sono i mezzi di locomozione più veloci, e controllare che non abbiano alcun problema è il minimo che possono fare per ringraziarli. Non che a quelle bestie importi o meno, dal momento che vivono in funzione del loro padrone come dei fedeli cagnolini, ma ai proprietari stanno troppo a cuore per poterli ignorare.
Lo starnazzare di Munnin, però, distoglie Freya dai suoi pensieri. Ormai è arrivato il momento di separarsi dal prezioso video che ha girato, così ordina al fedele -e abbastanza succube- compagno di portarle il pacco precedentemente preparato, per poi rivolgersi alla lumacamera, con un sorriso sfavillante in volto.
«Il nostro Signore non apprezzerà ciò che io ho voluto mostrarvi, ma sono certa che a voi farà piacere sapere che la vostra creaturina è ancora in vita...» perché Freya aveva scoperto, tramite il sangue di uno dei corvi che aveva segretamente ingerito, che circolava questa falsa notizia, e niente l'ha mai resa più felice che portare scompiglio e dolore nella vita degli altri. E quale modo migliore se non far sapere loro che la loro adorata compagna è ancora viva ma che non hanno alcun mezzo per raggiungerla?
«Voglio ringraziarvi di cuore, oh nobili pirati, per i vostri egregi servizi svolti per la nostra cara principessa, e ancor di più per la protezione che le avete fornito. Spero che abbiate trovato questo video divertente come per noi lo è stato girarlo.» il suo sorriso maledettamente falso, ma al contempo bello e dolce, non l'abbandona neanche per un istante, così come accade al fedele compagno alle sue spalle «Auf Wiedersehen!»


Nessuno osa dire niente. Vedere l'espressione a dir poco furiosa di Týr è bastata loro per mettere a tacere qualsiasi commento o insulto. Perché è vero, sono pienamente consapevoli dei suoi improvvisi attacchi di rabbia causati da un niente di fatto, ma mai in tutto quel tempo gli hanno visto un'espressione simile. Pare quasi che la testa stia per esplodere da un momento all'altro da quanto si sta trattenendo, al punto da farlo tremare come in preda alle convulsioni.
Poi, il silenzio viene bruscamente interrotto dalla sua poco soave voce.
«Quel cane bastardo si sta scopando mia figlia?!» urla infatti il vampiro, scattando in piedi come una molla e snudando istintivamente le zanne. Non ha mai avuto una grandissima considerazione del mannaro, malgrado tutte le raccomandazioni del fratello, e vederlo mentre si sbatte allegramente sua figlia lo manda oltremodo fuori di testa.
Fra miliardi di persone ha scelto lui... guarda un po' la fretta che cazzate fa fare!
Marco, dietro di lui, sente che la voragine che prima gli si era aperta sotto ai piedi adesso si sta restringendo attorno a lui, soffocandolo e spezzandogli tutte le ossa, schiacciandogli il cuore infranto.
Era convinto che non ci potesse essere niente di peggio dell'avere il padre della propria ex-ragazza morta tra i piedi, ma si sbagliava: vedere la propria ex-ragazza tutt'altro che morta che fa sesso con un uomo che ha provato ad ucciderti è decisamente peggio.
E non credeva neanche che si potesse provare un dolore superiore a quando senti il tuo corpo morire, come gli è successo quando è stato avvelenato dagli artigli di Akemi ed è entrato in coma. Ma questo dolore, così lancinante e vero, è decisamente superiore.
«Marco...?»
Non riesce neanche a sentire la voce di Pugno di Fuoco, e neanche la sua mano che lo afferra piano per una spalla e lo scuote.
Non sente niente, solo un indescrivibile dolore al petto.
Tutto è ovattato intorno a lui, si fa leggero e ultraterreno, come se fosse stato spedito in una dimensione parallela, fatta solo di gelo e sofferenza.
«Fenice?»
La voce di Týr però la sente. La sente eccome e, non appena incrocia i suoi maledetti occhi di ghiaccio, la rabbia nel suo cuore prende totalmente il sopravvento sulla ragione, mandando in frantumi la sua maschera di apatia.
Ribalta con violenza il tavolo vicino a lui, prova a lanciare la panca contro il vampiro, che senza sforzo evita l'oggetto, e poi se ne va, deciso a ritirarsi in solitudine nella propria cabina e lì rimanere finché quella voragine di gelo e sofferenza non deciderà di lasciarlo in pace, finché quella maledetta immagine lo abbandonerà.
Sa bene, però, che potrebbero passare mesi prima che ciò accada. Perché un conto è mettersi l'anima in pace dopo un lutto, per quanto questo evento possa essere doloroso, mentre un conto è mettersi l'anima in pace dopo una scoperta del genere.
Cerca disperatamente la fotografia che ancora conservava, quella a cui tanto teneva, e non appena riesce a trovarla sotto i suoi vestiti e le sigarette, le dà fuoco senza neanche ragionarci. Non riesce a guardare quel sorriso senza pensare che adesso lo sta rivolgendo a qualcun altro, che quegli occhi grandi e curiosi adesso ammirano un altro uomo, che quel corpo che tanto bramava adesso viene toccato dalle sporche mani di quel bastardo.
Ha voglia di spaccare tutto quello che lo circonda, anche a rischio di far affondare la nave, e contemporaneamente vorrebbe dissolversi nell’universo tipo vapore acqueo.
Davanti agli occhi scorrono le immagini di Akemi mentre gli diceva di amarlo, dei loro momenti felici, dei loro baci e delle loro sciocchezze, e contemporaneamente altre in cui scopa con un'altra persona, tipo filmato scovato su un sito porno. E fa male, più di quanto potesse immaginare. È uno di quei dolori che neanche pensi che possano esistere, di quelli che ti destabilizzano totalmente... e la presenza di Týr non fa altro che peggiorare la situazione.
«Mi dispiace.» non c'è scherno nella sua voce, neanche una punta. Ma questo non è sufficiente per Marco, neanche un po'. Perché lui sapeva benissimo che fosse viva e avrebbe dovuto dirglielo. Avrebbe dovuto dirlo quanto meno a lui, fargli sapere che la donna di cui è follemente innamorato e che neanche per un momento è uscita dalla sua testa è viva ed è protetta da gente che conosce. Avrebbe dovuto dirgli come poter tornare da lei, come fare per stringerla di nuovo tra le sue braccia e dirle che gli era mancata da morire e che non le dava alcuna colpa per quanto successo.
Ma Marco non ha intenzione di dirgli niente di tutto questo. Preferisce nascondersi dietro una bugia che non si regge in piedi a causa dell'evidente dolore che prova, così vivo che si potrebbe toccare con mano.
«Non m'importa più un cazzo di lei, hai capito?!» urla furioso, mentre delle fiamme blu cominciano a ricoprire velocemente il suo corpo scosso dalla rabbia che lo sta divorando.
Týr, tutt'altro che nuovo a scoppi di rabbia da parte di chi gli sta vicino (basti pensare che ha allevato un soggetto profondamente instabile come Kakashi e che per più di seimila anni è sempre stato accanto ad Astrid anche nei momenti peggiori), non si fa prendere dallo sconforto e non demorde, deciso ad allontanare in un modo o nell'altro l'adorata figlia da quel lupo che tanto ha a schifo.
«Primo: non puoi dire che non t'importa più un cazzo di una persona se tra la folla la cerchi sempre, se ogni canzone parla di lei, se ti manca il suo sorriso, la sua voce, il suo modo di camminare, i suoi occhi, i suoi capelli, la sua bocca. Non puoi dirlo, porca troia!» urla a sua volta senza una particolare ragione, riprendendo le stesse parole che aveva sentito dire da suo fratello. Perché Týr non è un grande esperto in relazioni sentimentali; ha avuto una lista infinita di donne nella sua vita, sia da umano che da immortale, ma mai nessuna ha significato davvero qualcosa, nessuna lo ha portato a logorarsi l'anima, e quindi deve basarsi solo su quello che ha visto vivere agli altri nell'arco dei secoli passati insieme. L'esempio più chiaro, per lui, sarà sempre suo fratello con tutti i suoi casini.
«Secondo poi, io non ti ho mai chiesto se t'importa qualcosa di lei o meno, ti ho detto solo che mi dispiace. Non che lo pensi al cento per cento, sia chiaro, però un po' me ne dispiace.»
Marco si ammutolisce, concentrandosi solo ed esclusivamente sulla respirazione per calmarsi. Perché per quanto stia di merda, per quanto voglia distruggere ogni cosa, rimane pur sempre il Primo Comandante e non può lasciarsi andare ulteriormente a sceneggiate del genere.
Sorprendentemente, poi, quando sente la mano fredda del vampiro poggiarsi sulla sua spalla, si sente improvvisamente più calmo. Non sa spiegarsi perché, è convinto che non ci sia neanche una spiegazione razionale, ma è così: si sta tranquillizzando grazie al tocco di quello psicopatico.
Forse se sapesse che sta usando i suoi poteri psichici per calmarlo non si lascerebbe mai più toccare neanche se in ballo ci fosse la vita di uno dei suoi compagni, ma tanto non lo scoprirà mai. Nessuno ha mai beccato Týr con le mani nel sacco e nessuno lo scoprirà mai, men che meno un uomo tanto emotivamente turbato.
«Anche se pure per me è difficile da ammettere e ancora di più da comprendere, preferisco vederla al tuo fianco che con quel cane borioso.» afferma con più calma il vampiro, lasciandolo finalmente andare e dandogli il tempo di registrare quelle parole che nessun altro al mondo dovrà sapere.
«Peccato che abbia scelto il cane borioso...» mormora in risposta Marco, vergognandosi terribilmente di sé stesso. Lui, Marco la Fenice, il Primo Comandante delle flotte di Barbabianca, il braccio destro dell'uomo più forte del mondo, che si piega a tali sentimentalismi. La cosa ha del paradossale.
Týr, senza darlo a vedere, si esalta interiormente, ormai sicuro di avere anche quella piccola vittoria in pugno. Sa che non sarà esattamente una passeggiata far piegare l'orgoglio della figlia, considerato il fatto che è caratterialmente molto simile a lui, ma è convinto di poterci riuscire se giocherà le carte giuste. A dirla tutta, poi, sa già quale carta usare.
«Se ti dispiace, porca puttana, combatti per riprendertela!» afferma sicuro di sé, afferrando Marco per una spalla e scuotendolo con forza.
«Come, eh?! Pensi che potrei riprendermela senza neanche sapere dove si trova?!»
Týr sbuffa sonoramente, scocciato dal fatto che deve ripetere anche a lui le stesse cose che pochi minuti prima ha detto a Barbabianca e al resto della ciurma per evitare di essere picchiato. Certo, un pugno da Fossa se l'è preso e una delle sue vampire è stata sbattuta come un tappeto contro un tavolo, ma dal momento che è riuscito a rubargli un sigaro può anche passarci sopra.
«Pensi veramente che un tipo come mio fratello, che ha la nitroglicerina al posto del sangue, non verrà personalmente a controllare che Peter non vi abbia già rintracciati?» gli sorride con aria arrogante come al solito, ma è costretto a tornar serio di fronte allo sguardo incerto del pirata «Un gesto come il loro... una follia come quella che hanno fatto, agendo in maniera così avventata, sarà presto sulla bocca di tutti gli immortali che ci sono in circolazione e di conseguenza arriverà alle orecchie di Peter, sempre ammesso che non gli sia già arrivata, e ovviamente vorrà riprovare a portarla allo scoperto per farla fuori.»
Annuisce appena Marco, passandosi entrambe le mani sul viso stravolto «E noi siamo l'esca perfetta.»
«Fenrir verrà qui, questo è poco ma sicuro. E sarà proprio in quel momento che lo convincerò a portarvi sull'isola, anziché farvi rimpiattare da qualche parte sotto la stretta sorveglianza dei suoi fedeli.»
I due rimangono in silenzio per qualche secondo, ma nel momento esatto in cui Týr fa per uscire dalla cabina, il Comandante lo richiama con un filo di voce «Potrai anche portarci da lei, ma questo non significa necessariamente che ci sarà una ricongiunzione tra noi due.»
Il vampiro si volta a guardarlo, serio in volto come forse non lo è mai stato, e nuovamente lo avvicina, sedendosi al suo fianco «So che sei ferito, lo capisco perfettamente, ma se lei è arrivata a cercarsi un... passatempo, ecco, è solo perché vi hanno tenuti sotto controllo attraverso i corvi e ha saputo cosa hai fatto a Foodvalten.» Marco si lascia sfuggire una sonora bestemmia, facendo ridacchiare l'immortale che, imperterrito, continua a parlare «Sono anche abbastanza sicuro che ci sia lo zampino di Freya... nel caso, ti coprirò quando e se riuscirai a farla fuori.»
Per quanto sembri strano pure a Marco, si lascia sfuggire una lieve risata e non può fare a meno di guardare Týr con una certa riconoscenza negli occhi. Non credeva che l'avrebbe mai guardato così, che avrebbe provato ammirazione nei suoi confronti, soprattutto in una situazione come quella, in cui il suo cuore è andato in mille pezzi.
«Credevo che tu mi odiassi.» afferma sorridendogli appena, rimanendo di sasso per la sua risposta.
«Io non ti odio affatto.»
«No?»
«No. Anche se ho pensato ad almeno venti sistemi per decapitarti.» sorride a sua volta, Týr, alzandosi di nuovo e dirigendosi con calma verso la porta, deciso ad andare finalmente dai suoi cani, digiuni da quasi un giorno.
«Posso sapere qual è il migliore?» gli domanda Marco, alzandosi a sua volta per dirigersi di nuovo dai suoi compagni.
«Tronchesi arrugginite.» risponde secco Týr senza neanche pensarci, facendo ridacchiare appena il pirata che adesso gli sta senza timore alcuno al fianco, pure privo di qualsiasi sentimento negativo nei suoi confronti.
«Sicuro? Sarebbe una faccenda un po' lunga.»
«Esattamente.» gli sorride come un bambino dispettoso, scompigliandogli i capelli ed incamminandosi con passo lento e strascicato verso la stiva «Le cose si sistemeranno. Fidati di uno che ha più di settemila anni di esperienza alle spalle.»
«Se lo dici tu.» pure Marco s'incammina, non senza voltarsi di nuovo verso il vampiro che lo richiama a bassa voce.
«Tu per lei eri la persona più importante di tutte.» mormora con un filo di voce, provando un forte senso di invidia nei confronti dell'uomo «Tienilo bene a mente.»
Avvolto nell'oscurità del lungo corridoio che sta percorrendo, non riesce, malgrado gli sforzi, a tenere lontani i ricordi del breve periodo vissuto a contatto reale con la sua adorata bambina, della quale non riesce proprio a non essere geloso.
Ricordo quando ti vidi per la prima volta tra le braccia di Killian. Tu piangevi e agitavi le tue minuscole manine verso l'alto in cerca, presumo, della tua mamma. Quando poi ti hanno messa tra le mie braccia il mio cuore mi diede uno scossone, lo sentii traboccare di un amore infinito verso te, una piccola creatura indifesa ma che già sentivo tenacemente attaccata alla vita. Ricordo perfettamente il nostro primo abbraccio: tu mi guardasti, smettesti di piangere e i tuoi occhi si fusero con i miei, forgiando un legame in me con il loro dolce gelo. Ricordo i miei sorrisi quando tu ridevi con la tua bocca piccola e sdentata e allora le paure sembravano lontane.
Forse non corrispondiamo all'idea convenzionale di padre e figlia; forse un rapporto come il nostro poteva avvenire soltanto tra di noi, ma va bene così, mio piccolo demone. Perché, figlia mia, mio dolce Angelo della Morte, sei il mio Amore.

I suoi adorati cani, Bucefalo, Centurione e Frigga, gli corrono subito incontro non appena lo vedono entrare, e lui non può far altro che abbassarsi al loro livello e accarezzare la loro pelle squarciata in più punti. Per loro fortuna -e anche sua, a dirla tutta- il sangue che ha colato sulle loro ferite sta facendo in modo che il processo di decomposizione si sia praticamente arrestato, e quindi le loro vite da non-morti si stanno notevolmente allungando. Come spesso è accaduto con altri cani zombie, poi, il suo prezioso sangue ha fatto anche in modo che una minima parte della loro coscienza tornasse in vita, così da renderli, seppur vagamente, dei veri cani da compagnia.
«Ciao Teach.» saluta con falsa gentilezza, carezzando amorevolmente la testa di uno dei tre animali. Quando il pirata incatenato gli urla contro di andare al diavolo, le tre bestie si rigirano fulminee contro di lui, snudando le zanne e minacciandolo silenziosamente di ucciderlo sul posto.
«Come te la passi?» il tono falso di Týr è come uno schiaffo per Barbanera, impossibilitato a reagire a causa delle catene e dei tre mostri che minacciosamente continuano a puntarlo famelici.
«Crepa bastardo.» come sempre ormai si limita ad insultarlo e a guardarlo in cagnesco, con l'amara consapevolezza che se solo volesse potrebbe ucciderlo e nessuno muoverebbe un dito per impedirlo.
Talvolta qualcuno dei suoi ormai ex-compagni si è preso la briga di andarlo a trovare, insultandolo pesantemente e talvolta colpendolo con violenza. E Týr era sempre lì quando ciò accadeva, e se la rideva di gusto.
«Ti converrebbe almeno provare ad addolcirmi anziché offendermi, dal momento che faccio parte del Consiglio e che la mia voce ha molto più potere di molte altre.» afferma quasi sovrappensiero l'antico vampiro, frugando dentro una delle sue casse alla disperata ricerca di un abito adatto al futuro incontro col fratello. Nella sua mente, infatti, non è ammissibile che un evento del genere sia vissuto indossando dei logori abiti che gli lasciano braccia e parte del petto scoperti. Non sarebbe decoroso.
«Cosa?» domanda incerto il pirata, seguendolo con lo sguardo mentre esamina i propri abiti con attenzione. L'idea di essere ignorato gli dà in parte fastidio, ma è consapevole che forse è meglio così. Un pazzo del genere è bene che ti ignori, sennò la situazione rischia di degenerare, e questo Teach lo sa bene.
Týr, con una calma disarmante, mette da parte i propri abiti e si affretta a nutrire i propri cani, mettendo vicino al pirata le loro ciotole piene di sangue e carne umana. In una Teach riconosce senza sforzo la mano di un infante, cosa che gli fa salire un conato di vomito che a stento trattiene.
«Tra non molto, mio simpatico e lardoso traditore, tu verrai giudicato...» Týr è divertito da quell'idea. Non vede l'ora di ritrovarsi riunito con gli altri membri del Consiglio, tutti suoi amici e parenti, e di insidiare nelle loro orecchie le sue personali idee su come far scontare la pena dell'uomo.
Passa una mano sul volto sporco e sudato del pirata, sorridendogli con finta aria gentile e rassicurante, pregustando già la sua espressione quando verrà gettato nelle celle del castello e verrà tenuto sotto tiro dai giovani lupi che tanto smaniano per farsi notare dall'Imperatore.
«...e la tua vita, amico mio... sarà nelle mie mani.»

 

Angolo dell'autrice:
In ritardo come al solito, eccomi qui! :D Non sono stati giorni particolarmente lieti, quindi ho avuto un forte rallentamento nella stesura e non sono neanche convinta del risultato. Proprio per niente! >.< Sorry!
La nota positiva però è che ho passato tutto il giorno a Lucca insieme a Yellow Canadair *w* ♥ SEI L'AMMMMMORE!

Finalmente stanno per ritrovarsi! :D Nel prossimo Akemi non apparirà -se non in una particina piccola piccola-, perché il capitolo sarà totalmente incentrato sulla ciurma e sui due Sovrani che si incontrano (con tanto di principini e “babysitter” al seguito)! Sono quasi del tutto certa che farò capitolare molto velocemente Mimì, in modo da dare almeno a Satch un po' di meritata pace interiore. Durerà poco, poveraccio, però almeno un po' devo farlo star bene!
Ora... avete capito chi ha inventato Halloween? No? Beh, chi altri poteva essere se non... Wulfric! :D Se non era fuori di melone, improbabilmente bastardo e sadico, come poteva essere il migliore amico di Týr? ;)
Nella parte in cui sono a ballare, come avrete notato, Akemi è vestita in maniera differente. E c'è un perché! Per capirlo, però, dovrei pubblicare il missing moment allegato, ma essendo l'ennesimo raiting rosso non sono convintissima di farlo... se lo volete ditemelo e lo pubblico immediatamente, sennò ve lo dirò io o nelle risposte alle recensioni o, se preferite, per posta :)
Marco... oddio povero Marco! Mi sorprende che non sia già venuto sotto casa mia per massacrarmi di botte! O.O Puoi stare tranquillo, Marchino... presto anche per te le cose andranno bene (più o meno)! :D
Bah, non ho altro da dire oggi :/ Sono sempre un po' in crisi!

Ringrazio di cuore Lucyvanplet93, Aliaaara, Chie_Haruka, Yellow Canadair, Monkey_D_Alyce, Okami D Anima, mariasole, Keyea Hanako D Hono, ankoku e KuRaMa KIUUBY per le bellissime recensioni che mi hanno lasciato nello scorso capitolo
Siete dei tesori ♥

A presto, un bacione
Kiki~


PS: Dal momento che non avevo niente da fare, ho creato con Polyvore (ebbene sì, mi diverto ad usare quel programma e a sbavare su dei vestiti che non potrò mai avere) il costume di Halloween (in vero stile zoccola) di Akemi. Eccolo a voi: http://it.tinypic.com/r/24ne594/8



 

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Il rientro a casa per Akemi e i suoi compagni non è stato decisamente dei migliori. Infatti, ad aspettarli, c'era nientepopodimeno che l'Imperatore in persona, con un'aria così incazzata che tutti loro si sono sentiti male solo nel vederlo.
All'inizio erano convinti che fosse in quello stato solo perché i suoi adorati cucciolotti avessero subito una crescita ancor più repentina nell'arco di una notte, cosa che in realtà li preoccupa tutti quanti, ma hanno capito che doveva trattarsi di qualcosa di molto più grande nel momento in cui ha cominciato a scaricare su di loro diverse sparachiodi. A quel punto si sono resi definitivamente conto di essere nella merda fino al collo.
Solo quando sono stati condotti nella parte più profonda e nascosta del castello hanno scoperto il perché di tutta quella rabbia: oltre al fatto che hanno agito come degli sconsiderati, Freya ha inviato, tramite Munnin, il video che aveva girato, atto considerato illegale. Inutile dire che è stata insultata e minacciata fino allo sfinimento.
Adesso si trovano in bilico sopra ad un palo dalla punta arrotondata e lubrificata, in modo da essere molto scivolosa, con un piatto di bronzo in equilibrio sulle loro spalle, sopra la quale è stata depositata una spessa catena d'argento.
Se non iniettato direttamente nell'organismo di un immortale, l'argento ha quasi lo stesso effetto che l'algamatolite ha sui possessori di un Frutto del Diavolo, cosa che impedisce loro di liberarsi.
Akemi, Ginevra, Ed, Freki, Killian, Freya e Genma se ne stanno in piedi in perfetto equilibrio, i primi tre annoiati a morte e gli altri quattro sul punto di una crisi di pianto. Perché i tre giovani immortali non sanno in cosa consiste veramente la punizione a cui sono sottoposti, al contrario dei maggiori, che più di una volta l'hanno provata sulla propria pelle.
«Non sembra poi questa grande tortura...» biascica Akemi, fissando in cagnesco la Banshee che armeggia da dietro ad uno spesso vetro. Nota con un certo stupore che si sta mettendo delle spesse cuffie in testa, ma alla fine non vi bada più di molto.
«Aspetta.» la riprende con voce piatta Freki, che ancora non ha aperto gli occhi in modo da potersi concentrare con tutte le sue forze per isolarsi da quella stanza.
«Concentratevi su qualcosa di bello, ok? Dovete chiudere la mente.» afferma preoccupato Killian, cercando di voltare un poco la testa per poter guardare i tre ragazzi.
«E dovete anche concentrarvi per non cadere.» aggiunge subito dopo Genma, l'unico a non avercela con Freya. Alla fine, innamorato e stupido com'è, le passerebbe qualsiasi cosa, anche la peggiore.
«In caso contrario, la catena scivolerà dal piatto e vi si stringerà attorno al collo. Quando starete per soffocare entreranno per risistemarvi, poi ricomincerà... fino allo scadere del tempo.» continua dopo una breve pausa, scambiandosi una lunga occhiata con la compagna. Il suo volto è pieno di angoscia e paura, soprattutto perché era convintissima che non le sarebbe successo niente in quanto Lothbrook.
«Cosa ricomincia?»
Akemi fa appena in tempo a terminare la frase che un fischio acuto e penetrante le sfonda i sensibili timpani, facendola urlare come una dannata per il dolore.
Essere messo alla catena, infatti, comprende il dover ascoltare per diverse ore degli ultrasuoni con delle frequenze così alte che danneggiano -seppur momentaneamente- i timpani degli immortali, in particolar modo dei licantropi, che riescono tranquillamente a sopportare i rumori molto forti ma non questo determinato tipo di frequenza.
Il sangue comincia a colare lento e vischioso dalle orecchie di tutti loro, in preda a quella che considerano la più atroce tra le agonie.
La prima a scivolare è Ginevra, che aveva sì sentito di quanto fossero tremende le punizioni ma non le aveva mai provate, seguita poi da Akemi ed infine da Ed. Gli altri riescono a rimanere perfettamente immobili, lasciandosi andare solamente a forti guaiti e, talvolta, da profondi ululati.
Quando il trio è sul punto di perdere i sensi, le frequenze vengono interrotte e la Banshee, unica creatura in grado di sopportare tali rumori senza conseguenze, si precipita a rimetterli in posizione. Prova pietà per loro, tantissima. Vorrebbe tirarli tutti giù, dargli qualcosa di caldo da bere e mandarli a dormire, ma non vuole incorrere nell'ira di Fenrir. Da quando sono nati i principini, infatti, sull'isola si respira un'aria carica di tensione, visto che i due cuccioli stanno crescendo in maniera decisamente troppo veloce, pure per gli standard dei lupi.
Quando la donna se ne va, gli ultrasuoni ripartono e l'agonia ha di nuovo inizio.
Dovranno stare in quella maledetta stanza insonorizzata per almeno tre ore, e i tempi di ripresa varieranno da lupo a lupo, soprattutto in base all'anzianità.
C'è chi pensa alle cose belle che ha vissuto, aggrappandosi ai ricordi.
C'è chi pensa a come farla pagare a Freya per la stronzata compiuta.
C'è chi pensa alla serata trascorsa e ai massacri compiuti per la prima volta.
C'è chi pensa che dopo quelle ore d'inferno potrà buttarsi nel letto a dormire o farsi una bella nuotata in mare.
C'è chi, invece, si domanda incessantemente per quale ragione Freya abbia fatto una cosa simile, perché abbia voluto mostrare proprio a Barbabianca e alla sua ciurma cosa hanno avuto sulla loro nave per mesi.
Un solo pensiero, però, li accomuna tutti: sarà una giornata molto lunga.

  
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