Titolo:
Then He Opened His Mouth (Poi aprì la bocca)
Autrice:
SeparatriX
Traduttrice:
Lori
Beta:
Grace
Rating:
PG-13 all’inizio, poi R
Pairing:
HP/DM
capitolo dodici
Cadono i paraocchi
Harry
sedeva davanti allo specchio, raggelato. La mano che reggeva ancora il torsolo
della mela si strinse a pungo e sentì il succo che gli colava lungo il palmo e
le dita. Ignorò la sensazione e si concentrò sul riflesso nello specchio. I
riflessi non dovrebbero parlare, e tanto meno avere la voce strascicata di
Draco Malfoy. Si sentì assalire dal panico, mentre cominciava a respirare
affannosamente e chiudeva gli occhi nel tentativo di tagliare fuori l’immagine
del viso che lo osservava con disinvoltura dallo specchio.
‘La
Cooman è più una maestra del dramma che una veggente, non avrei dovuto essere
tanto stupido da dare ascolto alle sciocchezze che dice’, cominciò a
rimproverarsi mentalmente. ‘Sul serio, questa è senza dubbio l’idea più
incredibilmente stupida che mi sia mai venuta, pensare di poter scoprire
l’identità di Glenn con un trucchetto di divinazione.’ Incurvò leggermente
le spalle, disperato, restando seduto nel chiaro di luna a maledire
silenziosamente la sua cattiva sorte. ‘Ma i riflessi non dovrebbero parlare,
giusto?’ La sua testa si scosse automaticamente a negare. ‘No, penso
proprio di no. Hai solo un’immaginazione troppo fervida, Harry. Ma certo, ho
pensato talmente tanto a Malfoy che adesso sto immaginando di vederlo nello
specchio e sentirlo parlare, ecco tutto. Forse se mi concentrassi di più Malfoy
svanirebbe e comparirebbe il volto di Glenn. Proprio così, devo pensare
intensamente a Glenn.’ Harry strinse gli occhi e cominciò a concentrarsi su
Glenn. Ripensò alle lettere che si erano scambiati durante l’estate.
…ti immaginerò
per sempre come una stella cadente…Tu, Harry Potter, sei il mio salvatore… Ho
deciso che sarà la mia personale crociata assicurarmi che la tua testa sia
sempre propriamente montata, Harry… non
c’è mai stato davvero un tempo in cui io non abbia pensato a te… sono piuttosto
irresistibile, sai.
Le parole di Glenn gli scivolarono sulla pelle come un balsamo. Gli angoli della sua bocca si incurvarono in un piccolo sorriso mentre i sentimenti che provava per Glenn lo avvolgevano e la tensione cominciava lentamente ad abbandonare il suo corpo.
Draco
rimase immobile sul posto, i palmi della mani improvvisamente umidicci per il
tanto nervosismo. Non riusciva a distogliere gli occhi da Harry, che era
evidentemente impegnato in una lotta interiore. ‘Maledetti palmi sudati!’
imprecò, strofinando gli arti incriminati contro i vestiti nel tentativo di
asciugarli. ‘I Malfoy non hanno i palmi sudati. Ma in fondo, quale Malfoy si
sarebbe mai cacciato in un casino simile?’ Ripensò brevemente a come era
finito in quella situazione. Le lettere, il loro primo incontro da Madama
McClan, l’ostilità, la loro grande rivalità. Il rifiuto della sua mano offerta
in segno d’amicizia. ‘Di certo in quel momento non avevo il palmo sudato’,
si prese in giro da solo. Vide scorrere nella mente le scene del loro passato
sino ad arrivare alla settimana precedente.
Aveva
osservato il volto di Harry a divinazione, quando quella vecchia pazza della
Cooman si era messa a parlare di come usare uno specchio a Samhain per scoprire
il volto del proprio vero amore. Gli era sembrato di vedere un lampo di
qualcosa in quegli occhi verdi ed aveva avuto l’assoluta certezza che Harry
avrebbe fatto un tentativo. Draco aveva deciso che era arrivato il momento di
dirgli la verità, al diavolo le conseguenze, anche se in quel momento,
guardando Harry, cominciava a pensare di aver fatto un grosso errore ad andare
lì quella notte. Ma era stanco dei sottorifugi e stanco di nascondere i suoi
sentimenti all’unica persona che meritava di conoscere la verità. No, era più
che ora di mettere fine a quella sciarada e rivelare ad Harry chi era Glenn.
Gli
occhi di Harry erano ancora serrati e a dispetto del piccolo sorriso che gli
incurvava le labbra, il suo viso tradiva tutte le emozioni che si stavano dando
battaglia nella sua mente. Draco represse la voglia di darsela a gambe e
comincio ad avvicinarsi a Harry con piccoli, cauti passi. Dopo aver strofinato
ancora i palmi contro i vestiti ed essersi inginocchiato alle sue spalle,
augurandosi che andasse tutto bene, si inclinò verso Harry.
“Apri
gli occhi, Harry.”
La
voce di Draco accarezzò l’orecchio di Harry in un sussurro, un soffio caldo che
lo fece rabbrividire involontariamente.
A
dispetto del suono di una voce estremamente reale che arrivava da dietro alle
sue spalle, Harry rifiutò di riconoscere che potesse essere qualcosa di più che
un semplice scherzo della sua immaginazione. Era spaventato, perché non solo
sentiva la voce di Malfoy, ma avrebbe potuto giurare di aver sentito anche il
suo respiro sull’orecchio mentre pronunciava le parole. ‘Tutto questo è
folle! Bisogna avere una psiche davvero disturbata per evocare il respiro
immaginario di un riflesso nello specchio. Oddio, ormai sono spacciato’.
Harry serrò ancora di più gli occhi, vergognandosi del fatto che al di là di
tutti i suoi meravigliosi sentimenti per Glenn, era ancora la voce di Malfoy
quella che sentiva provenire dal riflesso, il respiro di Malfoy quello che gli
riscaldava la pelle. ‘Cazzo, sono molto più che spacciato’, pensò Harry
miseramente. Tentò ancora una volta di concentrarsi sulle lettere di Glenn,
alla disperata ricerca di un appiglio che lo riportasse al loro legame.
…sono
piuttosto irresistibile, sai… era solo una questione di tempo prima che tu
notassi il mio innegabile fascino… sono piuttosto irresistibile, sai… sono
piuttosto irresistibile, sai…
Harry raggelò. Le parole di Glenn avevano cominciato ad avere una voce precisa nella sua mente.
…sono piuttosto irresistibile, sai… sono piuttosto irresistibile, sai…
Sono… piuttosto… irresistibile… sai.
Fu come se una pesante cortina gli venisse sollevata dagli occhi, rendendo tutto perfettamente chiaro. Non riusciva a credere di non averlo capito prima, davvero. I segni li aveva avuti tutti, solo non li aveva guardati abbastanza attentamente. Era stato talmente affascinato dal mistero di Glenn deWedlour che gli erano sfuggiti tutti.
…sono piuttosto irresistibile, sai.
Sollevò lentamente la testa e alzò il viso verso lo specchio.
Poi aprì gli occhi.
Un piccolo singhiozzò gli morì in gola e sentì un fiotto di nausea che gli colpiva lo stomaco. Riflessa nello specchio c’era un’altra persona, una persona reale, non uno scherzo della sua immaginazione. Era inginocchiato dietro di lui, i suoi occhi grigio argento puntati in quelli verdi di Harry, un’espressione imperscrutabile sul suo volto chiaro e appuntito. ‘Almeno so di non essere pazzo… solo incredibilmente, categoricamente fregato’, lo avvertì la sua voce interiore.
…sono piuttosto irresistibile, sai.
Ad Harry cominciò a girare la testa e il suo stomaco si contorse al pensiero di essere stato preso in giro. ‘Oh mio Dio… oddio… no no no…’ Il panico aumentò ed Harry cominciò ad iperventilare. Prima di rendersi ancora più ridicolo, saltò in piedi e si precipitò in bagno, dove rimise ciò che era rimasto della cena. Si inclinò sul lavandino e si sciacquò il viso con l’acqua fredda, poi pronunciò un incantesimo rinfrescante per lavare via il sapore amaro dalla bocca. Con la coda dell’occhio, vide la figura pallida di Draco Malfoy, poggiato contro la porta che lo osservava cautamente. Harry trasse un respiro profondo e si preparò per quella che, era certo, sarebbe stata la sua caduta definitiva per mano della persona che lo odiava di più al mondo.
Harry si voltò ad affrontare Draco. “Sei qui per gongolare, Malfoy? O dovrei chiamarti Glenn?” Draco trasalì al tono di voce di Harry e sollevò le mani in segno di resa facendo un paio di passi esitanti nella sua direzione.
“Harry, io…”
“Non ti avvicinare!” lo interruppe Harry bruscamente, sopraffatto dalla rabbia e dalla frustrazione. “Ti sei divertito a scrivermi tutte quelle cose, a farmi pensare che ti importasse veramente qualcosa di me?” Harry si passò le mani nei capelli e prese a fare avanti e indietro rabbiosamente. “I tuoi amici ti hanno aiutato a scrivere le lettere? Leggevate le mie risposte tutti in insieme e vi facevate quattro risate?” I suoi occhi assunsero una tonalità di verde violentemente intensa mentre continuava a gridare. “Tu, Harry Potter, sei il mio salvatore. Ed ogni giorno della mia vita, ringrazio la mia buona stella per te.” Harry calcò le parole di ‘Glenn’ mentre gliele rinfacciava. “Ed io ti ho creduto! Dio, quanto sono stato coglione!” A quel punto scivolò sul pavimento, attirando le ginocchia contro il petto. Ci affondò la testa rassegnato, ma si rifiutò di dar sfogo alle lacrime. Si sentiva emotivamente stremato.
Draco aveva osservato Harry e aveva ascoltato tutto quello che gli aveva detto. Non poteva certo biasimarlo per aver reagito in quel modo, immaginava che avrebbe fatto lo stesso se fosse stato ingannato. Ma adesso non era il momento o il luogo per la rabbia. Adesso era il momento per sistemare le cose. Ed era esattamente quello che intendeva fare.
Harry sollevò la testa quando sentì un tocco esitante sulla spalla. “Harry, io… io sono… senti, possiamo tornare nella tua stanza e parlare? Per piacere?” La sua voce era tesa e sul suo voltò l’angoscia era chiaramente visibile. Tese una mano ad Harry. “Andiamo, alzati da terra.” Il gesto sembrava sincero, quindi Harry accettò la mano di Draco con riluttanza e gli permise di aiutarlo ad alzarsi.
Non appena fu in piedi, strappò subito la mano da quella di Draco e si affrettò a dirigersi verso la sua stanza. Draco rimase immobile, incerto sul da farsi, ma Harry si voltò e gli rivolse uno sguardo interrogativo. “Hai detto che volevi parlare. Seguimi.” Draco annuì e seguì Harry, che lo guidò sino al suo letto. Si sedette al capo del letto al baldacchino ed indicò a Draco di sedersi ai piedi. Dopo aver tirato le tende, pronunciò un incantesimo di imperturbabilità in modo che nessuno potesse origliare la loro conversazione.
Sedettero in un silenzio imbarazzato per quasi cinque minuti prima che Draco racimolasse abbastanza coraggio da riuscire a parlare. “Harry.” La sua voce si addolcì mentre pronunciava il nome dell’altro ragazzo, facendo fare cose strane allo stomaco di Harry, che non avevano nulla a che vedere con il suo malessere di poco prima. Draco fece un respiro profondo e iniziò a raccontare ad Harry la storia di un ragazzo di nome Glenn deWedlour e di come era comparso sulle scene. Ma cosa più importante, gli raccontò la storia di un ragazzo di nome Draco Malfoy, che aveva vissuto tutta la sua vita fingendo di essere qualcun altro, vivendo nell’ombra di un uomo che non era mai riuscito a compiacere, per quanto duramente ci avesse provato.
Durante il racconto, Draco riuscì a risalire lungo il letto fino a trovarsi spalla a spalla con Harry. Sistemarono dei cuscini contro il muro e ci si appoggiarono contro, parlando di quello che era successo quell’estate. Draco finalmente rivelò non solo di aver origliato mentre Harry regalava la vincita del Torneo Tremaghi ai gemelli Weasley per aiutarli ad aprire il loro negozio di scherzi, ma di averlo anche spiato da Accessori di Prima Qualità per il Quidditch mentre organizzava la sorpresa per Ron. Sembrava che Draco l’avesse davvero osservato per tutti quegli anni senza che Harry se ne accorgesse. Per Harry era molto strano pensare che Draco lo notasse per motivi diversi dalla loro rivalità, anche se di certo non aveva intenzione di protestare.
Le rivelazioni che gli fece Draco quella notte furono così sconvolgenti che Harry si sentì quasi sopraffatto. Osservò il volto di Draco mentre si spiegava; non c’era il minimo dubbio che gli stesse dicendo la verità. Harry decise che voleva davvero scoprire dove avrebbe potuto portarli quella situazione. Era un po’ nervoso, aveva lo stomaco aggrovigliato, ma una volta che decise di agire nulla avrebbe potuto fermarlo. Mosse una mano, posandola lentamente sopra a quella di Draco, una domanda non espressa che aleggiava a mezz’aria tra loro.
Harry trattenne il respiro ansiosamente, sperando di non essersi sbagliato su Draco. Ma non aveva motivo di preoccuparsi, perché Draco immediatamente girò il palmo per stringergli la mano e intrecciare le dita alle sue. Harry si voltò ed incontrò lo sguardo di Draco con un sorriso, il primo sorriso sincero che i due si erano mai scambiati in tutti quegli anni ad Hogwarts.
“Quindi…” Harry accarezzò lievemente le dita di Draco con il pollice, godendosi la sensazione di una mano calda stretta nella sua. Ripensò al bacio umido che aveva scambiato con Cho Chang e si meravigliò per aver creduto di essere attratto da lei, visto che il solo tenere per mano Draco lo faceva sentire così bene, ed era la cosa più giusta che gli fosse mai capitata. Gli faceva desiderare di non lasciare mai quella mano. Gli faceva desiderare… molto di più.
Draco
si fece più vicino, posando la testa sulla spalla di Harry. “Quindi…”
Scoppiarono entrambi in una risata isterica. “Harry, abbiamo appena passato gli
ultimi cinque mesi a confidarci tutti i nostri pensieri e le nostre emozioni.
Com’è possibile che adesso che ci troviamo faccia a faccia non abbiamo nulla da
dirci?” La voce di Draco prese un tono serio mentre lasciava andare la mano di
Harry.
Harry
rimase disorientato da quell’improvvisa perdita di contatto, ma solo per un
istante, prima che Draco gli circondasse le spalle con un braccio. Posò la
testa contro quella di Draco e rifletté sulla domanda che gli aveva fatto.
“Immagino di stare ancora riflettendo su quale sarà il prossimo passo”,
rispose. Poi divenne estremamente silenzioso e anche Draco sembrò immerso nei
suoi pensieri. Ma quando il momento di silenzio si prolungò, Draco cominciò a
preoccuparsi. Quando sentì il corpo di Harry scostarsi dal suo abbraccio la
preoccupazione si trasformò subito in ansia.
Ma
il senso di panico e ansia venne dissipato altrettanto velocemente dalla
sensazione di labbra morbide premute contro le sue. La prima cosa che
attraversò la mente di Draco fu ‘Oh…’ Poi Harry gli afferrò la nuca con
una mano, attirandolo più vicino. Draco si sentì sciogliere nel calore di Harry
e il suo pensiero successivo fu che le labbra di Harry erano la cosa più
incredibile che avesse mai sentito. In assoluto.
Poi,
Harry aprì la bocca.
Il
fuoco esplose dietro le palpebre di Draco mentre la lingua di Harry accarezzava
la sua. Le farfalle gli riempirono lo stomaco al primo assaggio del sapore di
Harry. Era dolce, esattamente come l’aveva sempre sognato. La mela che Harry
aveva mangiato prima, mescolata all’incantesimo rinfrescante che aveva usato,
copriva ancora il sapore unico di Harry, che rimaneva appena sotto la
superficie. Il calore e l’accoglienza della bocca di Harry gli ricordarono un
ritorno a casa dopo tanto tempo passato lontano.
Draco
si trovò a premere con tutto il suo peso nel forte abbraccio di Harry. Sentiva
i loro cuori battere allo stesso ritmo mentre Harry gli esplorava languidamente
la bocca. Rabbrividì e fece scorrere le mani lungo la schiena di Harry,
scivolando lungo la pelle morbida del suo collo e intrecciando finalmente le
dita tra i capelli neri e spettinati.
Si
separarono, scossi e senza fiato. Draco accarezzò pigramente la linea della
mascella di Harry con il dorso delle dita, incurvando le labbra gonfie di baci
in un sorriso. “È stato assolutamente…”
“Incredibile…
lo so.” Harry sorrise e strofinò il pollice contro il labbro inferiore di
Draco. “Penso che potrei abituarmi in fretta ai tuoi baci, Draco.” Sul suo
volto comparve un’espressione sognante mentre ripensava a quanto l’aveva fatto
sentire splendidamente bene baciare Draco. Anche se non era ancora sicuro della
possibilità di un futuro insieme a Draco, sapeva comunque con certezza che
questo era esattamente quello che voleva adesso, più di ogni altra cosa. Avvolgendo
Draco tra le sue braccia, Harry lo spinse sul letto finché non si ritrovarono
distesi fianco a fianco sul piumone. Parlarono e si baciarono sino a notte
fonda, per addormentarsi alla fine l’uno tra le braccia dell’altro.