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Autore: _ayachan_    21/10/2008    6 recensioni
Un'AU (breve) ambientata tra le colline dell'Oltrepò pavese, che vede entrare in scena la nobiltà e il popolino, intrighi e tradimenti, il tutto in un'atmosfera che, ora che ci penso, ricorda vagamente quella di Goldoni.
(liberissimi di insultarmi per l'audace paragone)
[Dedicata a sammy1987 per il suo compleanno]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Orochimaru, Rock Lee, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Deserving-6

Deserving


Sasuke ricordò a che famiglia apparteneva un attimo prima di esagerare con i tentennamenti. Sentendo il nobile sangue degli Uchiha ribollire in corpo, si fece coraggio e avanzò con passo sicuro, sino a fermarsi a una falcata da Sakura.
«Buona sera» la salutò, con un inchino nervoso.
«Duca...» rispose lei, ricambiando.
Scese il silenzio.
«Un ricevimento meraviglioso» bisbigliò Sakura dopo un istante, sorseggiando il suo moscato. «Musica incantevole...»
Si rese conto di aver iniziato a parlare come Ino, e la cosa la turbò tanto da ammutolirla.
«Grazie» rispose Sasuke brusco, con un cenno del capo. «Sono lieto che vi divertiate»
Darsi del voi era orribile, realizzarono entrambi.
«Come stan...»
«Il soggiorno...»
Entrambi si bloccarono, dopo aver iniziato a parlare contemporaneamente, e per un attimo si scambiarono uno sguardo rigido.
«Prego, parlate voi» disse Sakura, abbassando gli occhi.
«Mi chiedevo se i vostri genitori godano di buona salute» mormorò lui, giocherellando con i polsini della camicia.
«Ottima, vi ringrazio» rispose lei in fretta. Poi si morse le labbra, e alla fine non resisté. «Per quanto in quest’ultima settimana abbiano sofferto di notevoli angosce...» insinuò, scrutando Sasuke con attenzione.
Lui si irrigidì, ma incrociando i suoi occhi si affrettò a distogliere i propri.
«Me ne dispiaccio» commentò atono. «Mi auguro che non sia un problema di salute»
«No, non lo è...» sussurrò Sakura, abbattuta.
Una parte di lei aveva sperato che incontrando Sasuke sarebbe cambiato qualcosa. Ma avrebbe dovuto immaginare che la proverbiale freddezza degli Uchiha avrebbe controllato ogni suo gesto: tendeva a sognare troppo, l’avevano sempre rimproverata per questo. E poi, non doveva dimenticare che per Sasuke lei non era degna di nulla.
«Bene» commentò il duca, schiarendosi la voce. «Ciò è bene» ripeté, in cerca di sinonimi.
«E voi?» tentò Sakura. «Com’è la vostra salute?»
«Oh, ottima» assicurò Sasuke. «Davvero ottima»
Quella sera non faceva che ripetere le stesse parole. E il pensiero di Orochimaru ormai era scomparso dalla sua mente.
Sakura lo sentì parlare, e scosse la testa. Per un attimo abbandonò i panni della nobildonna e si lasciò andare a una smorfia da contadina.
«Lo facevi anche da bambino» mormorò, asciutta. «Quando non sapevi cosa dire ripetevi le stesse, vuote parole, finché non perdevano anche quel poco di significato che avevano»
Sasuke tacque, riconoscendosi colpevole.
«Non è semplice» mormorò, tormentando la stoffa dei polsini.
«Immagino» replicò lei, sollevando il mento. «Eri ubriaco, vero? Non ti rendevi nemmeno conto di quello che facevi, chissà come sei riuscito a restare in sella...»
Lui sollevò gli occhi, giusto per scoccarle un’occhiata di fuoco. «Non ero ubriaco. Non ero totalmente in me, è vero, ma ancora ero in grado di ragionare»
«E allora perché non sei più tornato?» chiese Sakura, angosciata. «Perché quelle parole, quelle minacce... e poi più nulla?»
«Quali minacce?»
«A mio padre! Lui non voleva darti la mia mano, lo ha fatto perché ha paura di te!»
«Non ho fatto alcuna minaccia!» si indignò Sasuke, scandalizzato. «Non so come abbia interpretato le mie parole, ma io ho solo manifestato la mia intenzione a prenderti in moglie, e lui ha accettato. Non ci sono stati altri discorsi tra noi! Ho dovuto introdurre io stesso la questione del mantenimento dei tuoi genitori, altrimenti non mi avrebbero nemmeno chiesto niente!»
Sakura lo fissò confusa.
Era appurato che suo padre fosse spaventato dalla figura di Sasuke in sé, dall’emblema del duca. E in effetti, ora che ricordava, non aveva sentito nulla riguardo a minacce esplicite o ricatti. Forse aveva frainteso?
Ma, in ogni caso, non era quello il punto.
«Perché non sei tornato?» bisbigliò incontrando il suo sguardo, delusa. «Perché dopo quella notte non ti abbiamo più visto, e perché il marchese è ancora il mio fidanzato? Ci hai presi in giro? Non mi riteni degna della tua attenzione, da sobrio?»
«No!» esclamò Sasuke, passandosi una mano tra i capelli. «No, ero solo... E’ più complesso di quanto sembra. Ci sono cose, dettagli, che tu non conosci. Se io...» deglutì. «Se io ti sposassi, la vita di qualcuno sarebbe in pericolo, forse anche la tua»
Sakura si accigliò, con un tuffo al cuore.
«Cosa significa?» domandò, pallida.
«Non sono cose in cui voglio coinvolgerti» troncò lui, brusco. «Per questo non sono tornato, per questo non ho dato retta a quello sciocco di Naruto»
Sakura scosse la testa confusa.
«Io non voglio sposarti» sussurrò, e Sasuke la fissò ad occhi sbarrati, sorpreso. «Tu sei diverso, da allora... Sei un uomo che non conosco. E che mi spaventa. Sei un uomo che fa proposte di matrimonio, e che ha a che fare con la morte; sei un uomo che frequenta la corte e non si ricorda nemmeno più il sapore della terra. Il marchese non ha mai toccato il fango, forse, ma sa cosa vuol dire pensare come la gente comune. Tu, che sei stato tanti anni a Torino, lo ricordi ancora come si pensa qui?»
Sasuke fece un cenno rabbioso. «Che c’entra?» chiese stizzito. «Tutte le persone cambiano. Non possiamo restare bambini per sempre»
«Ma qui le persone restano uguali» lo contraddisse lei. «In campagna il tempo scorre più lentamente, le generazioni sono sempre le stesse. E tu, ormai, non fai più parte di questa realtà»
«Posso imparare» si lasciò sfuggire Sasuke, come se, per mantenere l’equilibrio, ora che lei si mostrava ritrosa lui dovesse farsi avanti. «Posso riadattarmi, abituarmi al...»
Sakura gli rivolse un mezzo sorriso. «Credevo che il matrimonio fosse escluso, ormai»
Lui ammutolì, livido.
Il matrimonio non doveva nemmeno essere considerato, o Orochimaru avrebbe agito, lo sapeva. Per quanto Naruto cercasse di convincerlo che non c’erano pericoli, non appena lui si allontanava Sasuke ritrovava la lucidità, e capiva che avrebbe dovuto sposare Hinata Hyuga, in un modo o nell’altro.
«Mi va bene così, sai?» sussurrò Sakura, con un sorriso tenue. «Da contadina a marchesa è già un gran balzo, non so se riuscirei ad affrontare il passaggio fino a duchessa»
Sasuke la fissò, e gli apparve così bella nella luce tenue e distante della casa; sembrava che fosse la persona più degna di stare al suo fianco, anzi l’unica degna, nonostante le sue origini, nonostante la sua pelle abbronzata, e desiderò che la sua ombra la coprisse sempre, come ora.
«Saresti una duchessa perfetta» si trovò a mormorare, perché ormai, nell’aria, qualcosa diceva a entrambi che quella era l’ultima scena.
Sakura rise, e la voce le si ruppe a metà, costringendola a cercare il fazzoletto tra le pieghe della gonna.
«Mi dispiace... Non so cosa...» tentò di scusarsi con voce incrinata.
E, dal momento che non avrebbero più parlato soli e che non sarebbe mai stata sua, Sasuke la avvicinò, la prese per le spalle e la baciò, come l’ultimo bacio di un soldato prima della guerra.
Sakura si riprese presto dalla sorpresa, così come avrebbe fatto per l’amato chiamato alle armi, e fu come se quella fosse l’ultima volta, la prima e l’ultima, per sempre, e poi mai più; lo abbracciò, si strinse a lui, consapevole dell’eccezionalità di quel momento, senza più cercare di trattenere le lacrime, nonostante il kajal colasse sulle sue guance. Perché lui la spaventava, lui era un altro, ma era sempre lui. L’unico. E anche se il loro bacio non era un bacio da aristocrazia, sarebbe sempre rimasto dentro di loro, fino alla morte.
Quando le loro labbra si staccarono, Sakura piangeva, e nascose il viso contro il petto di Sasuke.
«Mi dispiace, mi dispiace...» gemette. «Mentivo. Ti avrei sposato, anche se non ti conosco, perché non potrei mai non amare qualunque cosa tu sia diventato»
Sasuke la strinse con più forza, maledicendo Orochimaru e giurando vendetta, su ogni singolo battito del suo cuore, ma poi dovettero sciogliere l’abbraccio, e lui offrì a Sakura il suo fazzoletto, dicendole di tenerlo. Lei cercò di rimediare al danno apportato al trucco, ma senza risultati, e pensò confusamente di tornare a casa senza avvisare Lee, con la scusa di un malore improvviso. E pensò che dover tornare a parlare a Sasuke usando il voi avrebbe fatto molto male.
Sasuke le tenne la mano, stringendola fin quasi a farle male, e poi, angosciato, le prese anche l’altra.
«Se fosse diverso...» sussurrò, perché voleva almeno che lei capisse perché non era possibile. Che lo capisse alla perfezione e comprendesse che era inevitabile. «Se fosse diverso, saresti già mia moglie. Se tu non fossi stata promessa a Lee, sarei stato io il primo a farmi avanti, non appena tornato. E se mai ho amato qualcuna, quella donna sei tu, e puoi essere solo tu»
Sakura annuì, sforzandosi con tutta sé stessa di trattenere le lacrime che minacciavano di cadere di nuovo.
«Non dimenticarlo mai» ripeté Sasuke, baciandole le mani per non tornare sulla sua bocca. «Se fosse diverso, ti sposerei in questo istante»
«E allora abbiamo un intero matrimonio da organizzare» commentò una voce ironica e beffarda, a breve distanza.


Naruto aveva portato Orochimaru nel giardino principale, invitandolo a una passeggiata insieme a Kabuto. Orochimaru aveva chiesto di vedere Sasuke, ma il suo gentile ospite gli aveva detto che in quel momento era impegnato, e che sicuramente lo avrebbe visto più tardi; tanto valeva, dunque, attardarsi qualche istante con lui.
Il sorriso di Orochimaru era scemato visibilmente, mentre Naruto gli indicava la strada agitando un calice vuoto e ancora umido. All’esterno, i tre si erano inoltrati lungo un dedalo di sentieri accuratamente disegnati e bordati di erba secca. Avevano camminato tra i cespugli di Ortensie e Bella di Notte, senza parlare, finché Naruto non era stato certo di essere abbastanza distante.
«Quanto vi deve?» chiese allora, secco, abbandonando ogni traccia di affettazione. «Cento? Mille? Diecimila lire?»
Orochimaru stese le labbra con finta innocenza. «Non capisco di cosa parliate»
«Non fate il tonto con me» sibilò Naruto. «Per quanto ai vostri occhi io sembri solo un ragazzino sciocco, il mio sangue e le mie amicizie mi rendono pericoloso, per uno come voi. Dunque evitiamo ogni gioco, e ditemi a quanto ammonta il debito di Sasuke»
«Temo che ormai non sia più questione di denaro...» mormorò Orochimaru, con delicatezza. «Vedete, mio caro ragazzo, il giovane Uchiha si è impegnato con me in un altro genere di accordo. Incapace di risolvere il suo debito economicamente, ha deciso di vertere su un altro genere di patto...»
«Sposare Hinata Hyuga, sì?» troncò Naruto, assottigliando gli occhi.
«Esatto. Dunque, vedete, voi siete fidanzato con la contessa Sabaku, altrimenti l’affare sarebbe stato risolto davvero in fretta...»
«Scioglierò il fidanzamento»
«Come prego?» Orochimaru inarcò le sopracciglia, stupito, e Kabuto, al suo fianco, ebbe un guizzo di sorpresa.
«Ho detto che scioglierò il fidanzamento con la contessa spagnola» sillabò Naruto, parlando molto lentamente. «E annuncerò ufficialmente il mio nuovo fidanzamento con la contessa Hinata Hyuga»
Orochimaru gli regalò una lunga e cauta occhiata. «Credete di poterlo fare? Provocherà un incidente diplomatico, lo sapete?» chiese, mentre un sorriso compiaciuto si allargava sulla sua bocca.
«Non venitemi a dar lezioni di politica» sibilò lui. «Ditemi se lo scambio vi aggrada, e concludiamo un accordo»
Orochimaru finse di pensarci su, e alla fine chinò il capo con una cortesia che aveva del ridicolo.
«Penso che abbiamo raggiunto un punto d’incontro» sorrise. «Naturalmente... Per il disturbo...»
«Cinquemila lire. Non una di più» troncò Naruto, lapidario. «Cinquemila e il mio fidanzamento, e Sasuke sarà libero per sempre»
«Ottimo scambio» approvò Orochimaru, con un sorriso ampio e soddisfatto. «Tuttavia, se mi è permesso, potrei chiedervi come mai tanto affanno per un amico che... oh, diciamo le cose come stanno, per un amico che conoscete così poco da non aver diviso più di una cinquantina di pasti insieme?»
Lo sguardo di Naruto si indurì, nell’ombra. «Avete chiesto se vi è permesso. Ebbene, non lo è. E ora mi vedo costretto ad invitarvi a lasciare il ricevimento. Entro una settimana avrete tutto ciò che avete richiesto»
Orochimaru sorrise, si inchinò, e girò sui tacchi, diretto verso i cancelli che si intravedevano dietro un gruppo di arbusti. Kabuto, il fedele servitore, imitò il suo inchino e si affrettò a seguirlo, ed entrambi scomparvero nel buio della notte d’agosto, circondati dal frinire intenso dei grilli.
Naruto, rimasto solo, inspirò profondamente. Dopotutto la contessa Sabaku non gli era mai piaciuta, e la contessa Hinata era... no, non era ciò che avrebbe volentieri sposato, doveva ammettere. Ma con quel matrimonio avrebbe potuto vedere Sakura, avrebbero vissuto a breve distanza e avrebbe avuto ogni scusa per incontrare gli Uchiha.
E forse, rendendosi conto di cosa implicasse quel ragionamento, era proprio meglio se non ci pensava, e andava a riferire la lieta novella prima di trovare la casa chiusa più vicina.

Quando raggiunse Sasuke e Sakura, li trovò immersi nel loro intenso e drammatico addio; e sentire Sasuke parlare tanto coraggiosamente di matrimonio gli fece sorgere un sorriso derisorio sulle labbra. Tanto che volle provocarlo dandogli la notizia senza mezzi termini.
«Allora abbiamo un intero matrimonio da organizzare» esordì, avanzando con passo sicuro verso entrambi.
Loro, d’istinto, si allontanarono e gli rivolsero occhiate spaventate, trattenendo il fiato.
«Vengo in pace, Romeo e Giuseppina» rise, sollevando il calice vuoto e facendo ondeggiare la sciarpa nella notte. «O forse alla situazione si addice di più Giovanna? Ad ogni modo, nobile amante disperato, se fossi in te presterei più attenzione alle promesse che decido di fare! Potrei doverle mantenere» e si inchinò, beffardo.
«Naruto» sibilò Sasuke, irritato dall’interruzione. «Che stai dicendo?»
«Sto dicendo» sorrise lui, sornione. «che i tuoi ‘insormontabili impegni’ si sono dissolti come neve al sole. Svaniti. E che ora sei libero di dedicarti anima e corpo al solo, unico e quali altri aggettivi? Beh, all’amore della tua vita» concluse.
Sasuke lo fissò accigliato. «Che stai dicendo?» ripeté, più lentamente, questa volta per accertarsi di aver capito male.
«Quella persona non è più un problema» spiegò Naruto, agitando un lembo di sciarpa davanti al suo naso. «Me ne sono occupato io mentre tu cantavi, oh allodola. Indi, sei libero di imbrigliarti nella più machiavellica costrizione che mente umana mai progettò: il matrimonio»
«Cos’hai fatto?» Sasuke sentì il sudore impregnargli la schiena, gelido nonostante l’afa.
Naruto aveva incontrato Orochimaru. Lì. In quei pochi minuti che lui aveva passato con Sakura – mai coincidenza fu più opportuna, nevvero? Cosa gli aveva promesso? Fino a che punto si era spinto per lui?
«Oh, bazzecole di poco conto...» minimizzò Naruto, allontanando un tafano con la mano. «Cose di cui potremo discutere ampiamente in separata sede. Ora, se fossi in te, mi concentrerei sulla fortunata fanciulla alla quale hai appena promesso mari e monti, e permettimi di ricordarti che il fidanzato di suddetta fanciulla è ancora all’oscuro di tutto»
Sasuke si voltò a guardare Sakura, che, smarrita, lo fissava senza sapere cosa fare.
Se solo il pensiero di Naruto non fosse stato tanto pressante nella sua mente, l’avrebbe stretta di nuovo a sé, e avrebbe ripetuto le promesse, magari con meno enfasi – perché finché si tratta di impossibilità è un conto, ma quando si tratta di impegnarsi è un altro.
Però il pensiero di Naruto era lì, a roderlo, e non riusciva a ignorarlo per lei.
Naruto lo vide esitare, e allora sbuffò, avvicinandosi a Sakura per primo.
«Madame, le mie felicitazioni» commentò pomposo, piegandosi in un inchino profondo e posando le labbra sul dorso della sua mano. «Vi auguro ogni bene e figli maschi e sani»
Sakura arrossì, e guardò Sasuke in cerca d’aiuto.
Ma Naruto non gliene diede il tempo, e, ridendo e scherzando, si lasciò scappare qualche altra battuta e se ne andò, seguito dalla sua buffa sciarpa, con quell’inutile calice ancora in mano e l’espressione vuota di sempre. Se ne andò, e la sua, più che una delicata accortezza in favore dei due amanti, sembrò tanto una fuga.
Non appena furono soli, Sakura si strinse di nuovo a Sasuke, realizzando all’improvviso cosa stava per accadere, e lui le passò le braccia sulle spalle, convinto di doversi sentire felice, ma incapace di allontanare lo sguardo dalla porta per cui era passato Naruto. E mentre lei rideva, e iniziava a parlare, e piangeva di nuovo, lui faticò a ricambiare il sorriso.
Un cattivo presagio gli opprimeva lo stomaco.


*


La notizia volò di bocca in bocca, e stazionò sulle pagine dei giornali per diverse settimane. Fu uno scandalo su cui il popolino si accanì con violenza, entusiasmato dall’avventura, dalla storia d’amore e dal mistero dei paesi esotici. Qualche scrittore si decise a farne un romanzo a puntate, in appendice ai giornali, e riscosse un buon successo.
Ma la verità è che nessuno seppe mai precisamente come e perché la contessa Sabaku Temari fosse scappata con il marchese Shikamaru Nara, eppure tutti – per una volta tutti tranne Ino Yamanaka – giurarono di aver intuito ogni cosa al ricevimento del duca Uchiha.
Nella confusione seguita alla sparizione della contessa – confusione dovuta al mancato ritrovamento della sua lettera di addio, oltretutto in spagnolo, e nascosta sotto un divano – lo scioglimento del fidanzamento tra il marchese Lee e Sakura Haruno passò pressoché inosservato, e il marchese si ritirò in buon ordine, non tanto perché riconoscesse la superiorità del duca, quanto perché sapeva di non volere una moglie infelice.
Il successivo fidanzamento di Sakura con il duca Uchiha, poi, cadde in concomitanza con il molto più sontuoso fidanzamento tra Naruto Uzumaki, nipote del re, e Hinata Hyuga, ricca contessa in un’infima posizione. Naruto organizzò ogni cosa in fretta, senza lasciare il tempo a nessuno di fermarlo, e nel giro di un mese stabilì le nozze e la residenza coniugale, catalizzando l’attenzione dei pettegolezzi e dei giornali, tutti convinti che ci fosse una gravidanza di mezzo.
Sasuke lo interrogò a fondo, il giorno successivo al ricevimento. Prima di scoprire che la contessa era scomparsa, costrinse Naruto a raccontargli del suo incontro con Orochimaru, e insisté per restituirgli le cinquemila lire che aveva impegnato. Naruto rise, battendogli una pacca sulla spalla, e disse che ci avrebbero pensato in futuro.
Poi Sasuke gli chiese perché lo avesse fatto.
E lui, ancora una volta, non rispose.

Il mese successivo ci furono le nozze del nipote del Re.
Fu una cerimonia sfarzosa, elegante e molto dispendiosa. Naruto insisté per celebrarla a Montebello, dove avrebbe vissuto con sua moglie, ed ebbe occasione di invitare Sasuke e Sakura.
Hinata, splendente nell’abito bianco di sua madre, si sarebbe rivelata una moglie più amorevole e attenta di quanto chiunque avrebbe mai sospettato.
«Io vi amo» era solita dire a Naruto, ed era sincera. Una persona come lei non poteva non amare una persona come lui, così viva e accecante, e priva di macchie.
Ma Naruto non rispondeva; ringraziava per il suo amore e non rispondeva, e Sasuke temeva di conoscerne la ragione.
Gli Hyuga acquisirono il titolo di duchi, come desiderato e come si confaceva alle loro ricchezze. Il capofamiglia, Hiashi, fu così soddisfatto dalla piega che avevano preso le cose, che, gonfio di orgoglio e potere, arrivò a pensare di poter esercitare qualche tipo di autorità su Orochimaru, che ancora pretendeva il suo corrispettivo per i servigi resi.
E Orochimaru pensò che ciò che aveva davanti fosse solo uno sciocco conte di campagna, e non si lasciò toccare dalla sua alterigia.
Probabilmente fu un errore di entrambi, in fin dei conti.

Dopo un altro mese, in ottobre, prima dell’inverno, fu la volta di Sasuke e Sakura.
E, nonostante il loro matrimonio impallidisse al confronto con quello tra Hinata e Naruto, i giornali ci si soffermarono molto più a lungo, e le poche ragazze di campagna che sapevano leggere lo diffusero tra le analfabete, fino a consumare i fogli e la carta che avevano in mano. Sakura realizzava il sogno di tutte loro, dimostrava che sperare non era vano. Era molto meglio delle storie di spiriti che si raccontavano attorno al fuoco la sera, e la pagina della cronaca rosa divenne un vero talismano per le adolescenti romantiche delle campagne.
In occasione del ricevimento di nozze, Sasuke cercò di godersi la felicità e sorridere sinceramente agli invitati, nonostante i loro sussurri maligni. Tuttavia, ogni volta che incrociava Naruto, non riusciva a nascondere un’ombra di inquietudine. Aveva sempre la sgradevole sensazione di averlo messo in trappola, di essere stato la sola e unica causa della sua rovina. E giorno dopo giorno, guardando i suoi occhi distanti, quell’idea non faceva che aumentare.
«Sai a cosa stavo pensando?» chiese Naruto verso il tramonto, mentre con Sasuke centellinava del Bonarda sulla terrazza che tante volte li aveva visti pranzare, con un clima più favorevole.
«Riesci ancora a pensare?» replicò Sasuke, con un’occhiata eloquente al decimo bicchiere che gli vedeva in mano.
«Oh, certo che riesco. Questo non è niente» rise Naruto. «Ma stavo pensando di prendere in affitto una delle tue stanze»
«Cosa?» Sasuke si accigliò, con una punta di sospetto.
«Sì, per le visite prolungate. So che abitiamo a nemmeno mezzora di cavalcata, ma se una notte volessi fermarmi da te, vorrei avere una stanza... E, a dire il vero, prevedo di passare a villa Uchiha molto tempo, quindi gradirei avere una stanza riservata, sempre pronta. Un piccolo studio e camera da letto, diciamo»
Prima di ribattere, Sasuke fissò per alcuni lunghi istanti la campagna che si stendeva davanti alla terrazza. Il grano era stato raccolto, e ora i campi riposavano, grigi e arati, sotto gli occhi di un sole che già era solo tiepido. Si strinse nella giacca, posando i gomiti alla ringhiera.
«Naruto, perché hai sposato Hinata?»
Naruto inspirò a fondo, osservando a sua volta l’orizzonte. «Perché sono stato sedotto e abbandonato dalla bella spagnola» mormorò.
«Non voglio sapere l’opinione dei giornali»
«Perché ti interessa, Sasuke? Perché vuoi sentirmelo dire?»
Silenzio.
«Ciò che hai fatto non rende felice me, né te» mormorò il duca Uchiha, sottovoce. «Avresti dovuto fermarmi. Avresti dovuto lottare. Avresti dovuto...»
«Taci»
Il tono di Naruto fu insolitamente pacato. Sasuke cercò i suoi occhi, e quando li trovò si stupì nel vederli tinti d’arancio, infuocati dal tramonto.
«Ho fatto ciò che ritenevo migliore» disse, e, come faceva già da qualche tempo, non si scaldò. «L’ho fatto per le mie ragioni, e per un amico. L’ho fatto e basta. E recriminare non salverà nessuno, né cambierà qualcosa. Mi aspetto che ti comporti come la tua intelligenza richiede, Sasuke»
Sasuke distolse lo sguardo.
Non gli piaceva quel Naruto martire e ragionevole. Si accompagnava troppo bene al suo rimorso, e lo amplificava infinitamente.
«Allora mi farai la cortesia di concedermi quella stanza?» chiese Naruto, con un sorriso mesto.
Sasuke avrebbe potuto dirgli che la concedeva a lui e a sua moglie. O che non accettava. O che non voleva vederlo mai più.
E invece, ciò che disse nel giorno del suo matrimonio, all’amico che era innamorato di sua moglie, fu: «avrai la tua stanza. All’unica condizione di accettarla come un segno di ospitalità. Non voglio aumentare il debito che ho con te»


Il duca Uchiha e il nipote del re trascorsero l’inverno praticamente assieme.
Le malelingue parlarono di aborto per quanto riguardava Hinata, iniziando a bisbigliare della curiosa usanza degli inglesi di divorziare, ma nessuno insinuò nulla sulla moglie del duca, ancora eroina nazionale e moglie felice.
In primavera la marchesina Yamanaka, di ritorno da una villeggiatura al mare per cercare di riacquistare la salute perduta in seguito allo choc della fuga del giovane Shikamaru, andò in sposa al conte Inuzuka, realizzando un matrimonio tutto sommato buono, nonostante i piani del padre di vederla duchessa fossero bruscamente sfumati. Passò i suoi giorni a conservare gelosamente l’unica lettera spedita dal marchese Nara, in cui diceva di trovarsi nelle Americhe e di aver trovato un cielo totalmente sgombro di nubi, e per il resto della vita lo maledisse, e gli augurò ogni bene.
Poi l’estate tornò ad occhieggiare su quel tratto di pianura padana che accarezzava le pendici dell’appennino, senza che cicogne volassero nei cieli sgombri della penisola.
Accadde poco prima che la giovane duchessa Uchiha annunciasse la sua gravidanza.
Il corpo senza vita di Naruto Uzumaki fu ritrovato in un fosso lungo la strada per Retorbido.






Continua



Penultimo, sconvolgente capitolo! Vi sareste mai aspettati un finale così? E la prossima volta si chiudono i giochi!
Oh, come farò mai a sistemare tutto in un capitolo? Semplicemente così come ho sistemato tre quarti della faccenda in mezzo. XD Tra l'altro, il rating sarà arancio solo in quel prossimo capitolo!
Argh! Questo è stato disgustosamente melenso! Giuro, rileggendo vomitavo! l'unica "scusa" che sono riuscita a trovare per questo colossale svarione è che ho cercato di farli sembrare personaggi dell'Ottocento. Insomma, le facevano 'ste sviolinate amorose, no? Così dicono i libri, perlomeno... Bleah. -.-

Talpina Pensierosa:
ma no! Se tu non ti aspetti niente poi non c'è gusto a fare quello che faccio sul finale di capitolo! XD
Hipatya: arriveranno. Piccola e viscida ricattatrice, sappi che arriveranno! Le recensioni, intendo... Dammi solo tempo! un giorno mi sveglierò e, come ho fatto con Clà, mi metterò in pari! *_* Beh, il colpo di scena è stato decisamente insolito, direi. U_U Oh, a dire il vero mi sbizzarrisco con la SasuSaku già in Penne... ò.ò Quindi credo che questo sarà l'ultimo esperimento! Tutto ciò che hai detto riguardo alla storia, a come è trattato l'argomento, eccetera eccetera, mi ha fatta sciogliere! Sapevo che non mi stavo imbarcando in nulla di "grande" come Sinners e seguiti, però sapere che nel suo piccolo non ha fatto schifo, è già qualcosa. U_U Ammesso che io non crolli sul finale, ovviamente. Quindi, grazie per tutto quanto, e per essere arrivata fin qui con il tuo entusiasmo! Mi hai resa felice!
bambi88: bingo! La star è Naruto! E nel prossimo capitolo ti sarà ancora più chiaro! E poi... gradita la sorpresa di oggi? XD Oh, giusto. Mi spiace per Lee, ma era inevitabile! U_U
sammy1987: ed ecco che esattamente quando sembra che la parte interessante sia passata e ci sia la famosa calma, in realtà si scopre che la tempesta deve ancora venire! Muahahah, sono maligna! E nel prossimo capitolo riuscirò persino a sistemare le cose. Wow! ò.ò

  
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