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Autore: Evan Wolf    14/11/2014    1 recensioni
Andrea è una ragazza italo-inglese al primo anno di università. Rimasta senza un alloggio a poco tempo dall'inizio delle lezioni, chiede di poter prendere in affitto una stanza in casa di Robert, un vecchio amico di infanzia, più grande di lei. Si ritrova così inserita in un contesto nuovo, che comprende anche i migliori amici del padrone di casa; nonostante differenza di età e opposti stili di vita, la cosa sembra funzionare, con annessi e connessi di una vita nuova...
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-    Ciao Mick!
-    Ciao Evie… - pronuncia in modo biascicato il ragazzo con un plettro tra le labbra, senza nemmeno voltarsi, intento a sistemare gli spinotti per la sua chitarra elettrica.
-    Ah però! Mi hai riconosciuta senza nemmeno guardarmi.
-    Le belle ragazze le riconosco sempre io! – sorride con il plettro tra i denti, poggiando la sua chitarra all’apposito piedistallo e voltandosi finalmente – tu si che sei una fan fedele.
-    Mi pare di ricordare che qualche tempo fa non riconoscevi di spalle la nostra amica in comune… comunque certo che sono venuta! Mica posso perdermi quella bella chioma riccia dorata che per di più canta la mia musica preferita…
-    Ti piace Rob? – sorride Mick alzando le sopracciglia.
-    È il fascino del musicista, che per di più canta la mia musica preferita!
-    Capisco – sospira Mick abbracciando la ragazza – è bello rivederti, sei sola?
-    Ah mi abbracci per poter sbirciare il pubblico alle mie spalle, ma non sono con chi vuoi tu. In teoria la sto aspettando… non è ancora arrivata?
-    Non è proprio venuta! – dice seccato, sciogliendo l’abbraccio e afferrando la bottiglia di birra aperta che giace sul pavimento accanto al suo piede.
-    Allora in questo momento se ne sta da sola sul letto a farsi mille paranoie, ascoltando quelle sue canzoni deprimenti, presumibilmente.
-    Probabile – dice Mick, accendendosi una sigaretta, appena prima di essere richiamato da una voce sconosciuta.
-    Mick? – pronuncia quella voce alle spalle di Evie,  – ciao, ti ricordi di me?
-    Ahm, veramente…
-    Avete fatto un concerto a capodanno… - sorride la ragazza con dei lunghissimi capelli nero corvino e la frangetta lucida e liscia.
-    Ah… - risponde Mick sentendosi seriamente in imbarazzo, scambia un’occhiata con Evie che poi guarda a sua volta la bruna.
-    Oh, sei la sua ragazza… – dice questa, con voce provocatoria e fintamente dispiaciuta.
-    Io non sono la sua ragazza, ma nel caso lo fossi stata, sareste nei guai! – dice Evie assottigliando gli occhi, pensa che la ragazza sia lì apposta, magari il suo intento era proprio quello di far scandalo.
-    La mia ragazza è a casa… tu come fai a sape…  - riesce a dire Mick prima di veder  comparire suo fratello alle sue spalle.
-    Tu sei quella di capodanno! – afferma David portandosi al fianco di Mick, il quale sgrana gli occhi.
-    Ah allora qualcuno si ricorda di me, avevo sentito di questo vostro concerto questa sera, e avevo pensato di farci un salto. L’ultima volta non abbiamo potuto approfondire la nostra amicizia. – dice con un sorriso lascivo, mentre Mick inizia a scuotere la testa.
-    Ma non sono libero ! – esclama il biondo chitarrista, come se fosse una cosa ovvia.
-    Un rocker come te che non è libero di fare quello che vuole? – lo punzecchia lei avvicinandosi. Mick le blocca i polsi abbassando le mani che lei stava per portare sul suo petto.
-    Io sono liberissimo di fare quello che voglio, è solo che non voglio, capito il concetto?
Evie scoppia in una risata soddisfatta che pare affermare “così ti voglio, Mick!” , David si avvicina alla ragazza con aria accondiscendente.
-    Ok – risponde la ragazza afferrando la sua borsetta  e ondeggiando sui tacchi alti – ma nel caso questa tua fidanzata invisibile se ne vada…
-    Beh io spero proprio di no! – contrattacca Mick – vediamo se ci si mettono pure le sconosciute adesso ad portarmi sfortuna, già che ne ho poca! – bisbiglia verso Evie, che continua a ridere, mentre la ragazza scompare tanto silenziosamente come quando era arrivata. – forse è un bene che Andrea non sia qui! – dice aspirando profondamente con gli occhi socchiusi.
-    Ah è così che la pensi? Dopo tutto il tempo che ci ho messo ad arrivare! – dice un’altra voce, questa volta conosciutissima. Mick tossisce facendo uscire dalla propria bocca nuvolette di fumo, batte le palpebre un paio di volte mentre si volta e guarda Andrea con un’espressione di supplica di chi spera che le sue parole non vengano fraintese.
-    Andrea, non intendevo quello che hai pensato tu… diglielo Evie! Da quando sei qui? – dice in modo frettoloso spostando gli occhi ripetutamente verso Evie ed Andrea in modo alternato.
-    Sei curioso di sapere se ho visto la gatta nera? 
-    Hai pure sentito quello che abbiamo detto prima? – chiede il ragazzo con un barlume di speranza negli occhi, la speranza che lei abbia sentito e apprezzato le sue parole, tanto da poter mettere una pietra sopra a quella stupida faccenda.
-    Ho sentito – conferma lei, non mostrando eccessivi sentimenti – e…
-    Andrea!!! Iniziavo a chiedermi perché non fossi qui!!! – la interrompe Robert con tono euforico, unendosi al confabulante gruppo – Non è che Mick magari le hai detto di non venire per non darti fastidio? Se è così ti sequestro la chitarra!
-    Ma perché deve essere tutto colpa mia? E come mai sei già ubriaco??? Devi cantare ancora metà del concerto e non sai nemmeno parlare – si innervosisce Mick, vedendo sfumare così l’opportunità di capire se la situazione tra lui e Andrea fosse sistemata.
-    Lo so! È per darmi la carica! Io lo reggo bene l’alcohol amico mio! – dice appoggiando una mano alla spalla di Mick e guardandolo con aria convincente – ricordati che tu avevi appena finito le elementari quando io iniziavo ad andare in giro!
-    Si ma fino a 5 anni fa non potevi bere neanche tu, quindi non fare l’uomo vissuto, qui l’illegale sono io! Ho fatto 21 anni lo scorso mese ma vado in giro nei locali a bere da un bel po’…  la barba fa dimenticare ai baristi di chiedere la mia età… - risponde lui fiero del suo aspetto maturo – comunque Rob…
-     salve bellezza, ti è piaciuto il primo tempo? – chiede Robert ad Evie, in un attimo ha dimenticato di parlare con il suo amico chitarrista. Mick e Andrea si guardano dubbiosi, “reggo l’alcohol” non sembra proprio l’affermazione corrispondente a quello che hanno appena visto.
-    Come sempre! – conferma Evie sorridente.
-    Io torno sul palco, ciurma, andiamo! C’è un concerto in atto qui… dopo il concerto però quello è il tavolo della birra – indica un tavolo sul fondo nell’angolo a sinistra dietro la porta d’ingresso, per poi allontanarsi verso il palco seguito da David. Mick temporeggia un paio di secondi, voltandosi  ad ogni passo per incrociare lo sguardo di Andrea, che alla fine gli sussurra “ti devo parlare”.




-    E tu da quando sei qui? – si volta la bionda, abbracciando l’amica, – woo, cosa c’è qui? Anfibi, leggins, una cintura di jeans… 
-    È una gonna! – la corregge con una linguaccia. 
-    Ah scusa, mi sono confusa, bella maglietta!
-    L’ho comprata durante le vacanze in Italia! 
-    E come mai questa matita nera e questo rossetto? Non ho avuto tempo di notare i dettagli, devi conquistare qualcuno?
-    Sinceramente? Lo vedi quello lì? È un deficiente, ma mi piace!
-    Questo è lo spirito, quindi pace fatta? Cos’è? Lo vuoi sedurre questa sera?
-    No, non proprio, insomma io mi sono sempre vestita così … Ti ricordi che il mio presunto ragazzo accetta coccole dalle sconosciute mentre la sottoscritta se ne sta a giocare con i bambini di 7 anni? Che poi, cosa ci è venuta a fare qui QUELLA, se lui le ha già detto che è impegnato???
-    Cosa ci fa? Cerca di portarsi a letto il tuo ragazzo. Ma devo dire che Tyler è stato bravo e poi è vero, non la conosceva…
-    Si è quello che ha detto pure a me… non la ricorda. Sì, per questa volta l’ho perdonato, è pure per questo che sono venuta.
-    Benissimo – afferma soddisfatta Evie – ora non ti resta che spassartela con mister Muscoli e Rugby, ti passerebbe ogni malumore, io continuo a dirtelo!
-    No! Vedi non mi ha nemmeno salutata! 
-    Hai fatto un ingresso in scena abbastanza improvviso e poi tu non vuoi che lui mostri il suo interesse in pubblico, non vuole farti arrabbiare una seconda volta, giusto? Ma poi non hai detto di averlo perdonato? Non hai niente di cui vendicarti con quel povero ragazzo…
-    Quel povero ragazzo ha detto le cose a suo fratello senza farmelo sapere, e io ho fatto finta di niente con David che sapeva tutto, cioè, è imbarazzante.  Comunque l’ho detto a Robert. – confida l’amica mostrando un po’ d’imbarazzo – anche se penso che lui stia facendo finta di non sapere niente… non è parso anche a te?
-    Effettivamente… gli hai anche detto di Mick e David?
-    Vagamente… dici che è lui che vuole vendicarsi? Ahahah non pensavo ci tenesse così tanto a sapere per primo della mia vita privata.
-    Sei come una sorellina per lui e David lo ha superato, sono sempre e comunque degli esseri orgogliosi.
-    Comunque – dice Andrea cambiando discorso – con Mick come ragazzo mi sentirò sempre come in una tana di serpenti! Tutte messe li a tentare di attentare ai suoi pettorali… ! Può anche non sembrare, ma io sono gelosa!
-    No, davvero? Non pare proprio – la prende in giro la bionda – se ne sono accorti pure i muri! Devi solo sentirti più sicura! 
-    Sì, una parola… - sospira volgendo il suo sguardo proprio verso di lui, e bastano pochi secondi per perdere il filo del discorso. Rimane ad osservarlo mentre lui porta avanti il pezzo, il modo in cui si muove mentre suona, le mani sulle corde della chitarra, i capelli che svolazzano, per poi passare ai particolari  a lei più cari, come ad esempio i lineamenti del suo viso, tutto ciò mentre dimentica di essere in un posto pubblico e di fronte a tutti gli altri suoi amici. La musica diventa solo un sottofondo del suo attento esame alla figura di Mick che nella sua maglietta verde e sotto i faretti dell’illuminazione sul palco - è proprio un gran bello spettacolo !
-    Il concerto o lui? – sogghigna Evie.






-    Ciao Andrea, ce ne hai messo di tempo ad arrivare! Cos’hai fatto? Sei uscita col tuo fidanzato segreto prima di passare a salutare i tuoi vecchi amici? – esordisce Jake appena sceso dal palco. Andrea lo guarda dubbiosa leggendo uno sguardo d’intesa nell’espressione del bruno musicista. 
-    Sono uscita, ma senza fidanzato, ho solo incontrato un amico in biblioteca e siamo rimasti li a studiare.
-    A “studiare”. – ripete Robert divertito. – è così che si dice adesso? E chi era questo tuo amico? Sarà mica quel professore che hai conosciuto all’inizio dell’anno? Ritorno di fiamma?
Andrea può notare dallo sguardo perso nel vuoto di Mick, quanto in realtà lui sia intento ad ascoltare la conversazione dando il meno  possibile nell’occhio.
-    No, non ero con Brendan, Rob, e poi non è un professore è un dottorando.  – le viene da sorridere quando scorge un sorrisino sdegnato sul volto di Mick, ricordando quanto lui odi la parola “dottorando”, o forse ha sempre e solo odiato Brendan. – ero con Josh, un mio collega.
Il sorriso sdegnato del ragazzo permane pure mentre si sistema su una sedia, al tavolo indicato da Robert mezzora prima. Tutti prendono posto.
-    Capito… non ho idea di chi sia – Jake sorride e ordina un giro di birra per tutti i presenti al tavolo.
-    Ahm, io non bevo – ricorda Andrea.
-    Non preoccuparti, qualcun altro la berrà, io ad esempio – si offre volontario David.
Andrea scopre di provare una piccolissima scintilla di rabbia pure verso David, dopo tutto lui sapeva e ha continuato a trattarla come se nulla sapesse, era stato altre volte seduto tranquillamente in gruppo a parlare con lei, mentre lei faceva in modo di non far trapelare niente della sua relazione col fratello. 
Le viene in mente quella volta in cui le chiese di poter far calmare il fratello con le sue “mani magiche”, sentendosi nuovamente in imbarazzo, guarda l’amico negli occhi:
-    No, tu no, la mia la beve Robert!
-    Pensavo di essere il tuo amico preferito qui dentro! – risponde il batterista divertito.
-    Decido io della mia birra, anzi se proprio devo essere corretta… Jake, la puoi bere tu, dopo tutto l’hai pagata!
-    Io che vengo preferito a David, deve esserci qualcosa in atto nel mondo, è un evento epico! – scherza lui mentre afferra il bicchiere posato davanti ad Andrea, portandolo vicino a se.

Chissà cosa passa per la testa di Mick in questo momento, cosa ne pensa del fatto che Andrea se la sia presa con David, il suo adorato David, non lascia supporre buoni risvolti nella faccenda, il “ti devo parlare” gli sembra sempre più una minaccia. Sarà il fumo, lo stress, la stanchezza, la birra, ma ad un certo punto decide di averne abbastanza. 
-    io becco un taxi per tornare a casa ok? – si rivolge al fratello, ricevendo un’occhiata confusa.
-    A casa? Vuoi tornare a casa? – ripete il batterista chiedendo conferma. 
-    Si, è stata una bella serata, vorrei ricordarla così prima che si guasti – gli confida in tedesco, per non essere capito dal gruppo Andrea inclusa, poichè dopo le prime lezioni non è ancora in grado di capire una conversazione tra madrelingua a velocità supersonica, in un locale affollato, ciononostante la ragazza gli rivolge uno sguardo curioso.
-    Ma si prendiamo un taxi e andiamo a casa!! – propone Robert ancora euforico e pieno di adrenalina.
-    Intendevo vado a casa mia Rob! – chiarisce Mick.
Evie fissa Andrea con l’intento di comunicarle il suo pensiero, ovvero “fa qualcosa e soprattutto smettila di atteggiarti e di portare avanti questa diatriba da liceale”, ma siccome il solo sguardo non pare ottenere risultati, le pesta un piede sotto il tavolo per ottenere il suo scopo.
-    Ohu! – bisbiglia Andrea, rivolgendo un muto “sei impazzita?” alla ragazza accanto a lei, nota l’imperativo nel suo sguardo, e come una bambina rimproverata dalla madre sbuffa ubbidendo
-    Perché te ne vuoi andare a casa? Non ti stai divertendo? – un secondo colpo al piede le fa capire che non ha usato il tono giusto, deglutisce stringendo i denti , socchiude gli occhi e quando li riapre il suo viso pare aver trovato la giusta espressione, i suoi occhi si sono addolciti, e il tono ironico non si sente più – no dai, sono seria, perché devi andare via? Siamo tutti insieme, ci vuoi abbandonare? Ti pare giusto? 
-    Ti puoi divertire pure senza di me. – risponde Mick, il quale non pare aver notato il cambiamento nell’atteggiamento della ragazza.
-    Sei stanco? – gli chiede con voce tanto ingenua che il ragazzo si sta davvero chiedendo se lei non abbia capito che lo stare lì lo stia mettendo a disagio, perché non sa con precisione a che punto è la discussione tra loro. La guarda aggrottando le sopracciglia.
-    È il tuo modo di chiedermi di restare qui?
-    Perché secondo te io ho modi diversi dalla normale umanità per dire quello che penso? Ti ho chiesto se sei stanco, per sapere se sei stanco… ahahah.
-    Distendermi su un letto a rilassarmi penso sia quello che in questo momento voglio fare più di ogni altra cosa.
-    Proprio più di ogni altra cosa? – scherza ancora Robert, intromettendosi in quello che era sembrato un minimo dialogo tra i due ragazzi.
-    Effettivamente se ci fosse qualcun altro oltre a me in quel letto potrebbe essere meglio.
David ed Evie sorridono contemporaneamente mentre Robert alza un sopracciglio uscendo dallo stato di euforia stupida in cui era caduto, dopo tutto lui non ci tiene davvero a sapere quello che Mick in questo momento voglia fare, adesso che sa chi è nei suoi pensieri; Andrea ricade nell’imbarazzo nel secondo in cui Jake le fa un occhiolino al termine della frase di Mick, non è poi tanto sicura che sia stata una grande idea confessare anche a lui la cosa quel pomeriggio, anzi comincia a pensare che tutta questa situazione sia tragicomica e assurda.

-    Sei il solito asociale – dice Andrea dopo qualche secondo – tutti i tuoi amici qui e tu che te ne vai. Grazie tante! 
-    Con piacere cara… 
-    E poi non puoi guidare! Hai bevuto!
-    Ti sembro ubriaco? Non se ne accorgerebbero nemmeno se ci fermassero… - ribatte lui, alzandosi e afferrando il suo giubbotto – allora, buona notte a tutti, ci vediamo domani!

Andrea fissa gli occhi su quelle spalle che ondeggiando si allontanano fino a sparire dietro la porta di ingresso del locale. Sbuffa guardando Evie e poggiando il viso contro il palmo della mano. 

Dopo circa mezzora di chiacchiere generali seguite a dieci minuti di silenzio imbarazzante Andrea decide di tornare a casa a sua volta, dopo tutto l’indomani deve studiare e vorrebbe riuscire ad aprire gli occhi prima di mezzogiorno. 





Arrivata a casa si dirige verso il suo bagno prima di ogni altra cosa dove, tra le altre cose, si toglie il trucco e raccoglie i capelli in una coda alta. Controlla il cellulare. Nessun messaggio, niente. “Poteva pure scriverla qualcosa! Gli ho detto di dovergli parlare”, borbotta tra se e se. Si toglie le scarpe e va per posarle nella scarpiera di fronte la porta della sua camera quando vede qualcosa, un riflesso nello specchio sopra la scarpiera. Rimane immobile due secondi, poi impugna più forte l’anfibio destro e girandosi lo lancia alla cieca sopra il letto con tutta la sua forza. La scarpa si scaglia contro qualcosa, qualcuno, qualcuno che geme per il dolore:

-    Che cazzo fai Andrea??? 
Quella voce. Andrea accende subito la luce
-    E tu cosa ci fai qui?? Vuoi farmi prendere un infarto?? – grida per scaricare la tensione, il cuore le batte ancora in gola.
-    Ma chi sei, Jackie Chan?!? – risponde il ragazzo, portandosi una mano alla bocca. Allontanandola vede del sangue sul suo palmo.
-    Oddio Mick!– esclama lei, improvvisamente preoccupata. Si precipita sul suo letto dove il ragazzo accasciato si copre le labbra – sei impazzito? Al buio di notte nella mia stanza?? Stavi per uccidermi!
-    Anche tu! – afferma Mick per poi gemere di nuovo. Andrea spalanca gli occhi 
-    Oddio scusami ti prego… mi sono spaventata, poteva essere chiunque…
-    Chi diamine vuoi che ci sia in camera tua?? – risponde alterato dal dolore lui, passandosi una mano sulla bocca per asciugare quel che cola.
-    E io che ne so! Un pazzo maniaco! Un ladro!! – risponde stizzita lei, come può davvero pensare di avere ragione?
-    Beh prendi del ghiaccio! – dice alzandosi e dirigendosi in bagno. Lì si sciacqua il volto e prende atto della situazione, mentre la ragazza è scesa quasi precipitandosi giù dalle scale a prendere del ghiaccio. 
-    Ti ho spaccato il labbro? Hai bisogno di punti?? – chiede Andrea disperata e con il fiatone, porgendo il ghiaccio a Mick che a distanza ravvicinata con lo specchio osserva l’interno della sua bocca alzandosi il labbro.
-    No, per fortuna è solo la gengiva che sanguina, non sei arrivata a sfigurarmi.
-    Ora smettila di parlare come se fosse colpa mia!
-    Chi mi ha tirato un carrarmato in bocca?
-    Io l’ho tirato allo sconosciuto che si è infilato in camera mia di notte mentre sono a casa da sola!!! – piagnucola lei, mentre lacrime le iniziano a rigare il volto. Mick si porta il sacchettino ghiacciato sotto il naso.
-    Ok, scusa, non c’è bisogno di piangere adesso eh? Andrea? Andiamo non è successo niente, sto bene su. – dice a disagio, non voleva farla piangere, il dolore l’ha portato a parlare in quel modo. Era stato anzi abbastanza bravo a non imprecare, secondo lui – avanti vieni qui, vieni qui… 
La ragazza corre al suo petto e si lascia stringere da un suo braccio. Lui può ancora sentire il suo cuore battere forte, per l’affanno delle scale, per la paura, per il senso di colpa, per il pianto. Le posa il mento sulla testa ed il palmo della mano libera sulla schiena.

-    Andrea adesso calmati ok? Nessun mostro vuole farti del male e io sto bene… possiamo tornare di là.
-    Mi dispiace Mick, se avessi saputo che eri qui… non mi sarei spaventata. – dice, tirandolo dietro di se per la mano libera.
-    Non saresti tornata a casa piuttosto. – risponde lui, prendendo posto dove poco prima aveva rischiato di rompersi un dente.
-    Ma capisci che di notte, al buio…
-    Si lo so, ma era l’unico modo per parlare con te! – riferisce, muovendo a fatica le labbra.
-    Che poi… come sei entr… ah già hai la chiave!
-    Forse avrei dovuto accendere la luce.
-    O mandarmi un sms!
-    Non saresti venuta a casa!! – ripete lui, che la guarda stranito mentre lei si siede sulle sue gambe.
-    Ma se sono stata io a dirti di volerti parlare! – osserva lei, portandogli le braccia attorno al collo.
-    Ah, giusto… - commenta Mick, poggiando il volto sulla spalla di Andrea e cingendole la vita con le sue braccia. Lei gli posa un bacio sulla tempia e poggia poi la sua guancia contro la fronte del ragazzo.
-    A quanto pare entrambi volevamo parlare, Comincio io: ti volevo dire che la storia con la tipa lì… non ce l’ho più con te ok? Anche se mi scoccerebbe se questa venisse a cercarti ancora!! Ma per il fatto di aver fatto la figura dell’idiota davanti a David… ancora non mi è passata del tutto!
-    L’ho capito quando non gli hai dato la tua birra… tu adori David. A volte mi chiedo se non ti piaccia più di me! – Andrea sbuffa divertita un “ tranquillo, mi piace la gente con qualche problema mentale come te!” ,  lui continua: - come mai hai fatto tardi al concerto? Non volevi venire?
-    Non volevo venire oggi pomeriggio… ma poi sono arrivata al “perdono”, ma te l’ho detto ho studiato in biblioteca con Josh quindi…
-    Che cosa? Allora è vero?
-    Che ho studiato con Josh? Si è vero, perché dovrei inventarmi una cosa del genere? – sorride Andrea a vedere la sua espressione improvvisamente sorpresa e irritata.
-    Per farmi arrabbiare, ad esempio.
-    Per chi mi hai preso? E non  puoi arrabbiarti se studio con un collega comunque…
-    Perché proprio lui? Lo sai che ha un debole per te!
-    Ed è uno dei pochi con cui parlo che fa tedesco con me – risponde seria a sua volta - e se ti ricordi… l’ultima lezione io l’ho persa  a causa di qualcuno qui presente… e come questo qualcuno sa, il tedesco non è proprio la lingua più facile a questo mondo e senza gli appunti e un po’ di spiegazioni non avrei potuto capire l’argomento che mi hai fatto saltare!! – dice alterata alzandosi e iniziando a girare per la stanza.
-    Beh io ti posso dare tutte le spiegazioni che vuoi! Ti sei dimenticata che il 50% del mio magnifico essere è tedesco? – dice come se fosse la cosa più ovvia al mondo -La prossima volta studi con me!
-    Certo e magari non parlo più con nessuno oltre a questo “magnifico essere” e mi iscrivo a una scuola privata, un collegio femminile, che ne dici?
-    Questo Josh mi sta sul c**! – afferma ostinato, con la fronte aggrottata e raddrizzando il capo, per guardare Andrea negli occhi.
-    Già come Brendan e tutti quelli che respirano e mi rivolgono la parola, comunque io non ho assolutamente nessun debole per lui! Di cosa ti preoccupi? Josh non mi ha fatto nessun succhiotto! – ha il tempo di rispondere, in modo piuttosto stizzito, posizionandosi di fronte a lui ancora seduto sul letto, e abbassandosi per guardarlo dritto in faccia, prima di sentire le sue mani sulle proprie guance.
-    Ci manca solo questo!! -  la bacia, per qualche secondo, per poi allontanarsi con una smorfia di dolore sul volto.
-    Ti fa male il labbro? – chiede Andrea sentendosi in colpa.
-    Non è tanto il labbro, è lo zigomo direi… è come se mi avessero tirato una scarpa in faccia!
-    Ah-ah… simpatico! Scherzi a parte… ti fa male? – chiede tastandogli la guancia con delicatezza, con la punta delle dita.
-    Domani ho la faccia di due colori, te lo dico io!
-    Mi dispiace Mick! Davvero!
-    Potresti fare una cosa per farti perdonare! Puoi continuare a baciarmi ad esempio! – suggerisce avvicinando le labbra alla bocca di lei, poi aggrotta la fronte improvvisamente e la guarda curioso – ma quindi? Potresti informarmi sulla nostra situazione attuale? Stiamo insieme? Non stiamo insieme? Il fatto di capodanno l’abbiamo superato… 
-    Certo che stiamo insieme! – esclama Andrea tornando alla posizione eretta  - cioè ammetto di averti messo alla prova effettivamente, ma oggi l’ho detto pure a Rob… Da oggi pomeriggio siamo ufficialmente una coppia nel circolo dei musicisti strampalati che ha sede a casa mia… - butta lì con aria distratta.
-    L’hai detto a Robert? ? ? – chiede Mick, non sapendo nemmeno lui se sia felice del fatto che finalmente la cosa è di dominio pubblico e che quindi non dovrà più comportarsi da ragazzo indifferente quale non è più da troppo tempo, perché dopo tutto Andrea aveva ragione, si sente uno stupido, tremendamente stupido, rivive in flashback l’intera serata, le battute di Rob, Jake, il suo insistere nel far dire ad Andrea qualcosa solo per potergli dare fastidio, forse Andrea non aveva poi fatto troppe scene per niente, all’improvviso sente di poterla capire. Travolto da questo turbine di congetture e ragionamenti si accorge in ritardo della ragazza che lo strattona per un braccio.
-    Mick!! Ti sei imbambolato?
-    Eh? – la guarda chiudendo le palpebre un paio di volte.
-    Mick ti senti bene?
-    Hai ragione Andrea, è davvero una cosa stupida quella che ho fatto, ci si sente davvero deficienti, non volevo, è… oddio è proprio imbarazzante! – le dice strattonandole le mani.
-    Mick non è me che devi convincere, sono contenta che te ne sia reso conto finalmente.
-    È sconcertante… - la guarda con sguardo colpevole .
-    Ok, ora calmino, non ti far prendere dalla confusione! Anche questo è superato! Vedi? Siamo lenti ma ci arriviamo alle cose!
-    È un messaggio subliminale questo? – chiede aguzzando lo sguardo.
-    NO! Anche se… - aggiunge con voce esitante - Io ci tengo a te! Sappilo.
-    Cosa ne pensi di un altro passo avanti per il bene della scienza? – chiede ironico sogghignando.
-    Mi avvalgo della facoltà di non rispondere! – bisbiglia Andrea e Mick può notare l’imbarazzo nella sua voce.
-    Non hai a cuore anche tu lo sviluppo del genere umano? Eh?  
-    Sinceramente? Non me ne frega una cippa del  genere umano – afferma, sentendo il disappunto nel suo espirare sconsolato – ma mi frega abbastanza di te! E se tu sei proprio convinto che quello che desideri è in questa stanza, e che lo desidererai anche domani e domani ancora, per un periodo abbastanza lungo, tanto da non rischiare che domani oltre a uno stivale in faccia ti arrivi un colpo di macete ai gioielli di famiglia… beh…
-    Sono convinto!! Dove devo firmare? – risponde entusiasta lui – ok ora basta scherzare. Dove eravamo rimasti? Ah si… 
la tira giù per un polso portandola seduta sulla sua gamba di nuovo, affonda il suo volto nei capelli di lei portando una gamba tra le sue e una mano sul suo ginocchio, mentre l’altra è posata sul suo ventre.
Due minuti dopo Mick porta le proprie mani sotto la sua maglietta facendole scivolare sulla sua schiena che si inarca per il solletico, ma nonostante ciò non si sposta. 
Mick ha lo sguardo curioso ed inquisitore adesso, non sentendola evitare il contatto, azzarda un po’ di più facendole scivolare una mano su una gamba. Lei resta li, e lui è divertito dalle espressioni conflittuali che la ragazza cerca di nascondere. Pur se non parla Mick può "sentire" ogni pensiero che le passi per la mente, vede come frena l’istinto a scappare via cercando di rilassarsi. “ Sono davvero importante per te!” afferma infine,  posandole una mano sulla guancia per farle girare la testa, baciandola sulle labbra un’altra volta prima di alzarsi.
Andrea lo guarda interrogativa, se ne sta in piedi vedendolo avanzare verso la porta.
-    Perché te ne vai? – dice quando la sua mano è ormai sulla porta.
-    Non me ne sto proprio andando piccola! – afferma divertito lui, voltandosi a guardarla. Gira la chiave nella serratura e sente un flebile sospiro alle sue spalle. Estrae la chiave e spegne la luce – così è meno imbarazzante per te…
Andrea lo vede avvicinarsi mentre si toglie la maglia che lascia cadere per terra e infila le mani in tasca, estraendone tutto ciò che c’è dentro posandolo sul comodino.
Infine si sfila le scarpe e sale sul letto con le ginocchia, suggerendo a lei di seguirlo.
-    Sei la mia lanciatrice di stivali preferita! – le dice ad un orecchio, sentendola sbuffare divertita.
-    Lo so! – ha il tempo di dire prima di ritrovarsi a fare i conti con due mani inquisitorie.
-    E sei mia! – e non lasciando più spazio alle parole la bacia con tanto trasporto come non gli era più stato possibile da troppo a lungo.



Non può ancora credere di poterla accarezzare liberamente, sentirla rabbrividire, fremere e sospirare, pelle contro pelle, non può ancora credere di essere riuscito a convincerla, di essere riuscito ad abbattere quelle barriere che, in onestà, un po’ lo preoccupavano. Quando aveva suggerito di fare un passo avanti non aveva poi davvero sperato di arrivare fino a lì, ma i vestiti se ne stanno sparsi a casaccio ai piedi del comodino quindi Mick si limita a andare avanti seguendo il principio del “chi tace acconsente”, è certo che questo sia davvero un inizio, può davvero dire di averla conquistata, può davvero considerarla sua, e sembra così giusto! 
-    Grazie.
-    Mi stai ringraziando?! ?!– dice incredula portandosi una mano al volto.
-    Si, ma per il fatto di esserti fidata di me.
-    Ahh… ok. Ehy che stai facendo? –  ferma il braccio che il ragazzo ha sporto fuori dal letto – non vorrai accendere la luce spero! – dice improvvisamente spaventata.
-    Vuoi avere figli? – gli chiede lui in risposta, sapendo di averla fatta imbarazzare tanto da essere arrossita.
-    Ah! Ahm, non nell’immediato. 
-    Lo immaginavo! – sorride lui, la vede girare il volto verso la finestra. 
Lui si stende meglio su di lei, si avvicina al suo orecchio consigliandole di rilassarsi un po’ di più mentre fa scorrere una delle sue mani sulla sua gamba. Lei non pare molto convinta che riuscirà effettivamente a rilassarsi, fino a quando non lo sente cercare finalmente contatto con lei. Vede i suoi occhi verdi scintillare nella penombra della stanza e i suoi capelli sanno semplicemente di lui, e le sue spalle sono lì, larghe e rassicuranti. Si è davvero decisa a fidarsi di lui, inspira profondamente  e si rilassa sotto il suo tocco paziente e premuroso…
Fin quando non sente il suo respiro cambiare ritmo, realizza che non può più tirarsi indietro e che le cose cambieranno, una volta per tutte... in quell’istante.
-    Rilassati An.. – pronuncia, e un indice gli preme sulle labbra impedendogli di continuare. La vede annuire leggermente e corrugare la fronte e mordersi un labbro. Sente di essere per la prima volta unita a lui. E questa volta non solo in senso figurato.
-    Se è proprio necessario – le sussurra con le labbra che fiorano la sua pelle - fermami ok?
-    Va tutto bene! – gli poggiando le proprie mani sulle sue spalle.
-    Uhh… lo sospettavo – sorride soddisfatto, iniziando lentamente a muoversi dentro di lei, baciandola e premendo il proprio corpo addosso al suo. La sente accarezzargli i capelli e, scendendo per il collo, scendere sulla schiena causandogli leggeri brividi lungo la spina dorsale, che lo spingono ad approfondire il loro contatto. – ohhh vieni qui! – sussurra ad occhi socchiusi, mentre lei invece li spalanca sorpresa dai baci sul petto.
Lo sente inspirare a fondo il suo profumo ed entrare ancora in lei, forse fin troppo velocemente, tanto da domandare d’un fiato di far più piano.
-    Ti voglio così tanto… - si giustifica lui… - e sei così… mhm...
-    Sì ma… - la sua frase viene interrotta da un sospiro. – ok ok! 
Per la prima volta da quando lo conosce lo vede davvero sincero, o meglio riesce a sentire quello che lui prova senza condizionamenti o preconcetti, senza dover necessariamente mettere in dubbio quello che lui in fin dei conti le ha sempre detto, e questo la fa stare bene, sa che questo momento è importante per entrambi.  Sente sempre più la necessità di respirare, poi si accorge che anche lui respira allo stesso modo. Da lì a breve i sospiri diventano ansimi. 
È sorpresa da questa nuova sensazione, pensa di non avere più il pieno controllo del proprio corpo, ondate di calore si alternano a brividi e poi si, deve rilassarsi, ma come fa con Mick così vicino? non è mai stata in grado di stargli accanto senza maglietta. Deve smetterla, quel ragazzo, quel bellissimo ragazzo, il SUO bellissimo ragazzo è così preso da lei, pure se continua a sporgere il braccio da quel letto, lo guarda.
-    Magari per te… è più facile rilassarti… se ascolti una di …quelle deprimenti canzoni  che… che ti piacciono tanto. – dice tra un movimento e l’altro. L’mp3 di Andrea, riapparso dopo la sua lunga assenza, riproduce una canzone a caso depositato sul cuscino accanto al volto della ragazza.
-    Sei pure romantico!  - dice mentre la sua voce si riduce in un sibilo stridulo.
“Oltre che romantica è pure una trovata geniale”, pensa Mick che la sente effettivamente rilassarsi sotto di lui, addirittura venirgli incontro, assecondare i suoi movimenti al punto che non passano molti secondi ed il suo raziocinio si spegne del tutto, e i suoi ansimi si fanno gemiti.

-    No! –  sbotta infastidita all’improvviso, si lamenta quasi arrabbiata con se stessa, non capisce, sente degli inconsulti spasmi, si sente sopraffare e sente il bisogno di fermarmi.
-    Oh sì! – ringhia la voce roca di Mick. Il ragazzo la fissa con un sopracciglio alzato che sottolinea la sua solita aria sfacciata.
-    Non… non posso più … - la frase le muore in gola, sostituita da un lamento prolungato. – si porta una mano alla bocca, perché non è poi tanto sicura che sia stato un lamento. Lui le rivolge un sorrisetto sornione mentre le fa un occhiolino.
-    Si che puoi! – si costringe a dire in un gemito, le afferra quella mano che le copre la bocca e spinge. Anche a lei un gemito risale per la gola riempiendo la stanza insieme a quelli suoi che già da un po’ si era lasciato andare. 
-    Ma fa mah… - chiude gli occhi e cerca di ispirare a fondo, non riuscendo a trattenersi ancora una volta. - Non … ommio…- fa ricadere la testa sul cuscino stringe ancora di più la mano di lui, fino a quando si ritrova travolta dal peso del ragazzo che le ricade sul petto. Resta immobile fino a quando non riesce più o meno a ricontrollare il suo respiro. Ascolta il cuore e la voce di lei attraverso il suo torace, lo vede alzarsi in cerca d’aria e si gode l’ultimo contatto prima di uscire da lei e spostarsi al suo fianco.
Le porta una mano sulla guancia e la bacia, cerca le sue labbra, ancora schiuse,  e approfondisce il bacio. Le afferra le guance premendole fino a farle sporgere le labbra afferrandole con i denti.
-    Sei meravigliosa! Non sai quanto l’ho desiderato… - le confessa, lasciando il suo viso e lasciando scivolare la sua mano leggera fino ad una delle sue gambe.
-    Credo… credo di averne una vaga idea…
-    La prossima volta cercherò di essere più chiaro… - ride lui vedendola stringere le gambe come reazione alla sua affermazione. Lei espira a fondo. – come stai? – si preoccupa.
-    Mi è passato un treno addosso… - sospira guardando il tetto, poi si sposta anche lei sul fianco, trovandosi faccia a faccia con lui. – un bellissimo treno, oh Mick . – si appiattisce contro di lui facendolo stendere sulla schiena, lui sorride passandole un braccio intorno alla schiena e accarezzandole i capelli.
-    Non è stato così terribile no?
-    È stato… come dire?... Oddio Mick c’eri tu, come vuoi che sia stato – affonda il suo volto nell’incavo della sua spalla.
-    Oh beh se tutto dipende dal fatto che c’ero io allora è stato proprio una schifezza! – ride lui.
-    Ma come… - Andrea alza la testa riemergendo dal suo nascondiglio – non eri un magnifico essere?
-    Dovevo vendermi bene per convincerti a stare con me!
-    Tu sei il mio magnifico essere! – lo bacia una volta prima di sparire di nuovo tra il suo collo e la spalla. – ah Mick… non vuoi andartene via vero?
-    Ti sembro uno che se ne vuole andare?? – scoppia a ridere a sentire il tono implorante della ragazza – mi dovrai buttare fuori di qui a calci!
-    Beh per oggi il tuo fondoschiena è salvo! Ah, grazie per la musica… è stato romantico…
-    L’ho notato. Mi sei venuta dietro “come un treno” dopo che ho acceso quest’aggeggio – dice afferrando l’mp3 e spegnendolo. Andrea decide di non badare troppo al commento.
-    Piuttosto chi cavolo erano quelli? Non l’ho mai sentita quella canzone!
-    Un gruppo che pensavo potesse piacerti, e ti ho caricato le canzoni così puoi ascoltarle…
-    Aaawww , quindi adesso non solo abbiamo una data per  festeggiare il nostro mesiversario, ma abbiamo pure la nostra canzone d’amore! 
-    Ahm… quella cosa??
-    Ma era una canzone bellissima!!
-    Per te…
-    Anche tu sei bellissimo per me!! Che vuol dire??
-    Oh davvero? Ok, canzone melensa accordata… ma non iniziare a chiamarmi pucci pucci ok?
-    Ahahaha, no tranquillo, ti va bene Thor dio del tuono?
-    Brava vedo che hai capito!
-    Sono una ragazza intelligente io , che ti pare!!??
-    Non avevo dubbi! Oh, da oggi non potrò più prenderti in giro per il fatto che te la tieni stretta!
-    Oh Mick!! Ok che la canzone era troppo poco rock per te, ma non c’è bisogno di distruggere ogni molecola di dolcezza che era rimasta nell’aria!
-    È per non crearti false illusioni tesoro mio, io reagisco così al troppo zucchero!
-    Le false illusioni se ne sarebbero andate comunque domani mattina quando mi avresti svegliata con una frase del tipo: “porta la colazione schiava!” o “ah ieri al buio sembravi più bella”…
-    Ahahahah sei proprio deficiente… cioè lo dico con affetto eh? – si sistema sul letto mettendosi seduto.
-    Perché? Tanto ormai l’atmosfera se ne è andata… tanto vale farsi quattro risate!
-    Oh tesoro lo sapevo che eri una persona speciale, mi dai corda invece di rinfacciarmi a vita che sono stato stronzo pure per la tua prima volta… - la guarda serio – non te la sei presa vero? Vedi? Rovino sempre tutto…
-    Stai zitto non hai rovinato niente, so come sei, e mi piaci così… sai anche essere romantico, sei stato molto carino con la musica eccetera… forse è anche meglio, almeno abbiamo rotto il ghiaccio e parliamo spensierati , sarebbe stato imbarazzante un terzo grado del tipo: ti è piaciuto? Com’è? Da uno a 10?
-    Perché non sei stata così acuta e brillante pure quando si trattava di capire che ti voglio davvero?? – chiede Mick allungando la mano sul comodino.
-    Perché… perché avevo bisogno di capirlo e convincermi che volevi davvero questo. Comunque.. che cerchi sul mio comodino? Pare la scatola delle meraviglie… hai sempre la mano lì! 
-    Ora non farmi essere volgare! – sorride alzando un sopracciglio.
-    Mick!! Aspetta non vorrai accendere la luce!!?
-    Un dejavu… ora prendo un preservativo e poi lo facciamo qui nel tuo letto?
-    Non puoi accenderla! Mick! – si sporge su di lui per afferrare il suo braccio, lui la solleva portando in alto il suo braccio.
-    Come se non vedessi tutto anche così! 
-    Oh MMMick! – si rannicchia afferrando la coperta – ora si che sei proprio tu!
-    Io sono sempre proprio io! Comunque non volevo accendere questa maledetta luce, volevo prendere le mie sigarette!
-    Cosa??? Ahah stai scherzando… non si fuma in camera mia…
-    Mhm… dovevi tornare bacchettona così in fretta?
-    Non osare chiamarmi bacchettona eh?? 
-    Oh hai ragione tesoro, sei diventata grande adesso!
-    Ecco! – dice incrociando le braccia sul petto stringendosi alla coperta, poi scoppia a ridere.
-    Ti spiego una cosa, ci sono tre cose che un ragazzo vuole dopo aver  fatto l’amore, noti quanto sono dolce eh? Comunque… tre cose…: 1 farlo di nuovo! 2: dormire! 3: fumare. Nel nostro caso, 1 non voglio esagerare perché non sono ancora del tutto convinto che potrai scendere le scale domani, e dal momento che non stiamo dormendo perché ci siamo messi a parlare invece che crollare addormentati subito dopo, beh non mi resta che fumare. Ps parlare subito dopo è un clichè femminile, quindi non lamentarti per me se faccio quello che il genere umano maschio fa dalla notte dei tempi! Visto che tu fai lo stesso!
-    Senti esemplare di genere umano maschio… non fare tanto il saputello! Non si fuma in camera mia!
-    Sì, e niente sesso prima del matrimonio. – ride lui afferrando il pacchetto che ha prima lasciato sul comodino.
-    Sono seria! Mick! E poi fai un così buon odore, perché lo dovresti contaminare?? – stringendosi a lui cerca di afferrare il pacchetto di sigarette senza buoni risultati.
-    Se continui a dimenarti avrai problemi più grossi della mia sigaretta… E va bene… dopo tutto oggi posso fare uno sforzo. Vedi che bravo? – sorride lui baciandola e spingendola tra le sue braccia – allora ci facciamo un sonnellino?
-    Mi sembra una bellissima idea. – commenta accoccolandosi su un fianco e sentendo subito il petto del ragazzo poggiarsi alla sua schiena.
-    Pensavo mi avresti mandato a casa per non farci scoprire da Robert. – le bisbiglia ad un orecchio.
-    Resti qui! Abbracciami… - prende la mano di lui e se la porta sull’addome, stringendosi nel suo abbraccio. Lo sente posarle un bacio dietro l’orecchio e sussurrarle “non vorrei essere da nessun’altra parte.
-    L’hai pure detto, che la cosa che desideravi di più era stare sdraiato a letto con qualcuno al tuo fianco.
-    Non “qualcuno”, ma tu! Sono fortunato oggi.
-    Il mio ragazzo romantico è tornato! – sorride baciandolo sempre stretta nel suo abbraccio. - Domani vai via dalla finestra, Robert non può assolutamente sapere che sei stato qui! – proferisce  stringendosi ancora di più a lui.
-    Ma devo dire a David che non torno a casa! O mi verranno a cercare! Magari chiama proprio Robert!
-    Non se anche David non è in casa! – afferma sentendo delle voci riempire il silenzio della casa al piano di sotto.
-    Oh sono tutti qui – bisbiglia – wow, ok…
-    Ora silenzio… si dorme.
-    Sissignora! 
-    Mick…
-    Ok Andi dormo dormo…
-    Mi hai chiamata tesoro 3 volte, tu sei dolce inside!
-    Sei tu che tiri fuori qualcosa di buono in me.
-    Anche questo è dolce.
-    Ci apriamo una pasticceria?
-    E questo è David!
-    Potresti evitare di nominare mio fratello mentre siamo senza vestiti nel tuo letto?
-    Ahahah e questo è Mick!
-    Domani ti do una copia della chiave di camera mia, così se volessi farti trovare al buio ti mostro come si accoglie la gente!
-    Definitivamente Mick!
-    Sai cosa direbbe Mick in questo momento?
-    Ahm…  “come dobbiamo dormire se continui a scassarmi le scatole parlando”?
-    Ahahaahah beh forse… però oggi direbbe: buona notte tesoro mio.
-    Buona notte amore.
  
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