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Autore: LittleFallenAngel    14/11/2014    5 recensioni
Esistono alcune guerre che nessuno vede e che si combattono in solitudine.
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Come feci a non svenire in quel momento non lo so, vi era sangue ovunque e Malfoy era seduto sul letto, macchiato, le maniche tirate su a mostrare le braccia completamente ricoperte di segni e senza pantaloni, che erano buttati, appallottolati, in un angolo, le gambe erano bianchissime, o meglio, una era bianchissima, l'altra era completamente ricoperta di liquido rossastro che continuava ad uscire dalle ferite.
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Granger ho un problema - - Un'altro? - - Si, più grave, mi sono innamorato - Un moto di gelosia mi invase, lo ignorai - Non è grave - Gli sorrisi - È bellissimo - - No, non mi sono innamorato di una ragazza qualunque, mi sono ficcato nei cazzi - - Ma figurati sei il ragazzo più bello della scuola che problema c'è? - - Grazie Granger ma a lei non interessa - - E chi è? posso saperlo? - - Sei tu - Ah, si alzò e se ne andò, silenzioso come sempre. Ero io? Ah. Cazzo.
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Mi feci coraggio, gli sorrisi e lo presi per mano, poi entrammo, il suo vestito, completamente nero, faceva contrasto con il mio, bianco, così come facevano contrasto i nostri capelli, così come facevamo contrasto noi due.
[Attenzione tematiche delicate: Autolesionismo]
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da VII libro alternativo
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3. Draco

Quel mattino mi svegliai stanco, come sempre, ultimamente, la notte avevo dormito poco e male, mi ero svegliato varie volte, soffocando le urla nel cuscino, avevo sognato per la terza notte di seguito mia zia Bellatrix torturare la Granger, ero quasi stufo, era ora di cambiare repertorio, se avessi potuto sognare che torturasse me sarebbe stato meglio.

Sospirai, mettendo a fuoco la stanza buia e pensando che questa sarebbe stata una giornata di merda, mi tirai a sedere bestemmiando per i dolori alla schiena a causa delle ripetute cadute dal letto e del dormire storto e per il giramento che segui subito dopo, imprecai sottovoce quando alzandomi cercando di non fare rumore le gambe mi cedettero – vaffanculo, vita di merda – Mi trascinai fino in bagno orientandomi malamente nella penombra cercando di non svegliare Zabini e Nott.

Quando raggiunsi il bagno imprecai nuovamente, avevo dimenticato il coltello per terra, mi tagliai il piede e caddi a terra perdendo l'equilibrio – Ma fanculo pure a te – scagliai il coltello nel lavandino, presi uno straccio e ripulii il sangue che avevo perso nella notte, mi ero abituato, nonostante ormai Blaise sapesse dei miei tagli, a cercare di lasciare meno tracce possibili e, ogni mattina, ad alzarmi presto per pulire quello che combinavo la notte. Mi cambiai le bende impregnate di sangue e resistetti alla voglia di infierire ancora sul braccio ormai martoriato, il marchio nero era ormai quasi cancellato dai segni rossi ma, appena essi guarivano, rispuntava fuori, così non avevo altra scelta che continuare a cancellarlo.

Entrai in doccia senza nemmeno togliermi il pigiama e lasciai che l'acqua gelida mi scivolasse addosso, pensai al giorno prima, al mio tentato suicidio, se solo avessi esitato di meno e quella troia di Lunatica Lovegood non se ne fosse accorta ora in questo cazzo di mondo avvelenato ci sarebbe un problema, o anche più di uno, in meno. Sospirai – Schifo – Sì, schifo, la mia vita faceva schifo, questo mondo faceva schifo, io facevo schifo. Uscii dalla doccia, mi asciugai con un incantesimo e trasfigurai il pigiama nella divisa, poi feci sparire i segni dei tagli, tranne che sopra il marchio, perché nessuno li vedesse e le occhiaie, presi la cipria rubata a Daphne e diedi un po' di colorito al mio volto.

Uscii dal bagno e svegliai i miei compagni, poi lasciai i sotterranei.

Sgattaiolai fra i corridoi e uscii dalla scuola evitando, come ogni mattina, per poco, Gazza, andai fino al lago nero e mi sedetti sulla riva. Amavo andare lì la mattina, all'alba, immerso dalla nebbia con tutti i suoi segreti, andavo lì e pensavo, tirai fuori il mio libro nero, dove scrivevo tutti gli sfoghi e iniziai:

 

10-09

Oggi è solo il decimo giorno che sono qui ed è tutto

uno schifo, ieri un coglione di primino di cui non mi importa

sapere il nome mi ha urlato contro che sono un mostro

lo so, aveva ragione, Daphne, la dolce Daphne, è

intervenuta per difendermi, inutile.

Stanotte ho perso il conto di tagli, ho sognato nuovamente

la Granger... perché lei è sempre così felice e perfetta?

Perché non sono nato Grifondoro? Magari come lei?

E sempre così allegra, circondata da amici, la eroina

del mondo magico, mentre io sono un mostro, un assassino...

Ieri stavo per buttarmi finalmente dalla torre di astronomia

ma la Lovegood mi ha visto ed è venuta a costringermi a

scendere “Chiamo la McGranitt” si è messa a sbraitare

con la sua vocetta stridula come unghie su una lavagna

non so cosa mi abbia trattenuto da cruciarla ma sono

sceso.

Ho finalmente trovato un ottima scusa per staccarmi di dosso

Zabini oggi pomeriggio, ho nascosto la corda sotto le coperte,

ci vorrà un attimo se nessuno si impiccia.

Sono stufo di tutto ciò

 

Chiusi il quaderno, era ora di andare, arrivai in sala grande che tutti già mangiavano – Draco dove sei stato? – Daphne a differenza degli altri continuava, inutilmente a preoccuparsi per me – Al lago nero – Mi mise davanti un toast imburrato – Mangia – Mi sorrise, lo rifiutai – Non puoi non toccare cibo – Intervenne Zabini – Si che posso, lasciatemi in pace – Mi alzai avviandomi verso l'aula di Storia della magia in anticipo.

Mi scontrai con la Granger e Potter e questa mi lanciò uno sguardo truce, la ignorai, mi passo davanti l'immagine del mio sogno e lo sguardo saettò verso il suo braccio dove, coperto dal maglione, la scritta “Mudblood” troneggiava – Mezzosangue – La salutai senza degnarla troppo di considerazione, continuai a camminare strascicando i piedi sul pavimento lucido dei corridoi fino all'aula di Ruf

Non vi era ancora nessuno, ottimo, mi sedetti e iniziai un bellissimo disegno di un angelo ferito a cui mi dedicai per tutta l'ora ignorando amabilmente le chiacchiere di Theodore e Zabini e la lezione del professore.

L'ora seguente la bucai e , non contento di violare abbastanza regole, andai a fare una passeggiata nella foresta proibita, mi inoltrai nel buio e mi sedetti su di un tronco caduto, ascoltai i rumori della foresta senza paura, in fondo, se qualcosa mi aggrediva e uccideva non mi importava poi tanto, un thestral, i cavalli che solo chi aveva visto la morte in faccia era in grado di vedere, si avvicinò, probabilmente attirato dall'odore del sangue sulle mie bende e mi lecco il viso, lo scacciai ma lui ritorno, mi annusò incuriosito e mi strofinò il viso contro, poi abbassò un ala per farmi salire, “Perché no?” pensai, infondo se mi espellevano che me ne importava? Salii e mi nascosi fra le sue ali e la criniera diventando trasparente come lui, gli diedi un leggero calcio e questo si alzò in volo strappandomi un urlo, non avevo mai cavalcato una creatura del genere e dovevo ammettere che era una figata, ricordai le lezioni di equitazione fatte al Manor quando ero piccolo e lo guidai con la pressione delle gambe spingendolo verso il lago nero, lo sorvolai schizzandomi e risi, mi stupii di quel suono che da tanto non sentivo e mi rabbuiai, pensando ai motivi dei miei mancati sorrisi, incitai il cavallo magico ad aumentare dirigendomi verso il castello e volando vicino ad una torre, intravidi i Grifoni fare lezione e Potter, che guardava fuori dalla finestra, strabuzzò gli occhi quando gli passai davanti, risi.

Il thestral mi fece scendere al limitare della foresta per poi fuggire via, tornai verso il castello deciso a seguire la prossima lezione.

Fortunatamente, per me, la giornata passo più in fretta del previsto e persto arrivò l'ora di pranzo – Draco hai intenzione di farla diventare trasparente tanto la tagli sta' carne? – Chiese sarcastico Zabini, Daphne rise – Mangia piccolo idiota – Mi riprese, sospirai e misi in bocca un minuscolo boccone di paillard, il mio stomaco protestò, me ne fregai felicemente e ne mandai giù a forza altri due – Bravo il mio Dracuccio – Scherzò Blaise – Ti sbocco in faccia – Gli ringhiai contro – abbiamo il ciclo principino? – – Fottititi – Daphne scoppiò a ridere, sospirai e le sorrisi, l'acidità rimaneva, nonostante la depressione io rimanevo pur sempre il principe delle serpi. Finii la carne e seppure la nausea stesse diventando insopportabile assaggiai persino una cucchiaiata del dolce usando come scusa il fatto che non mi piaceva non lo presi e aspettai i miei compagni per andare a lezione, l'ultima fottuttissima ora di questa fottuttissima giornata: pozioni.

– Draco come la trovi la Daisyred? – – Chi? – – Quella di pozioni – Daphne provò nuovamente ad attaccare discorso – Odiosa – Risposi, freddo – Si? – Sbuffai rassegnato a dover parlare con lei – Ieri le ho chiesto se potevo evitare di fare il tema per oggi non avendo tempo e me lo ha vietato – – Davvero? E che le hai detto? – – Che Piton non faceva tutte ste' cazzo di storie – – Rivoglio Piton – Già – Sospirai ed entrai in classe sbattendo la porta, i Grifoni si girarono – Embè? – Chiesi loro il motivo degli sguardi si rivoltarono, sbuffai, fanculo che lezione di merda.

Tirai fuori svogliatamente il libro, fu probabilmente in quel momento, che il mio quaderno nero scivolò fuori dalla borsa e rovinò tutto

Non ascoltai molto, ogni domanda che la prof faceva la Granger puntualmente rispondeva alla velocità della luce guadagnandosi sempre di più il posto di sua pupilla, e meno male che era la capo casa di Serpeverde! Ringhiai sottovoce quando la Granger rispose correttamente all'ennesima domanda, fottuta troia di una so-tutto-io perfetta, sospirai, che vita di merda, la nausea si stava facendo insopportabile, maledetta carne.

– Mi consegnate i temi?-- La vocina stridula della professoressa mi risvegliò dal mio sonnellino, sbuffai e guardai l'ora, ancora mezzora, il mio stomaco brontolò forte e mi venne un conato, no, non ce l'avrei fatta – Manca un tema! – Ignorai ancora la prof cercando di reprimere la nausea – Malfoy! – Urlò quella – Si? – Alzai lo sguardo – Draco sei un coglione – Mi sussurro Blaise – Il tuo tema? – Chiese sorridendo malevola la professoressa – Non ho avuto tempo – – E cosa dovevi fare di più dei tuoi compagni? – Meditare su come suicidarmi, pensai, non lo dissi – Nulla – sussurrai a denti stretti, lei riprese a correggere i temi, i conati erano ormai insopportabili, sarei scoppiato da un momento all'altro – Scusi? – Domandai – Si Malfoy? – – Potrei uscire? – – E perché di grazia? – Deglutii forte facendomi forza – Non sto molto bene – dissi tutto d'un fiato reprimendo il vomito ancora una volta – Voglio il tema per domani, vada – Ficcai il libro nella borsa e usci, il quaderno rimase lì, nessuno lo notò, chiusi la porta e iniziai a correre verso il bagno.

Vomitai anche l'anima, rassegnato, mentre la Granger recuperava il mio quaderno e lo leggeva piangendo io tornai in camera per impiccarmi.




MY LITTLE SPACE
Eccoci qui con il terzo, sono felicissima per le tante visite anche se pochi rwecensiscono, mi farebbe veramente piacere sapere che ne pensate o sapere anche solo semplicemente chi è a leggere
Comunque lunedì metto il prossimo ma solo se mi lasciate almeno 4 recensioni, vi prego <3
Questo capitolo dovrebbe dare l'effetto contrario dell'altro, volevo creare un contrasto fra Hermione e Draco ovvero fra questo e lo scorso capitolo, spero sia riuscito, nel prossimo si scopre finalmente che succede, questo era l'inizio ed è un po' lento perchè volevo creare un po' di suspence, spero di non aver esagerato e che non diventi noiosa, dal prossimo capitolo comunque inizia la vera e propria storia.
Draco è un po' OCC, passa per debole perchè spesso non riesce a trattenere le lacrime nella storia ma in realtà è fatto un po' apposta, ho senpre pensato che sotto alla maschera di principe delle serpi vi fosse un ragazzo distrutto che non ce la fà più e che, nonostante non lo dia a vedere, si abbatte anche per le piccole cose.
Spero che vi piaccia, a lunedì
Ali

  
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