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Autore: malpensandoti    16/11/2014    3 recensioni
Nel mettere in moto, Natalia sorride tra sé e sé e si chiede quanto potrebbe essere mortale l'infarto di sua madre se scoprisse che si sta portando a letto un ventiduenne milionario.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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20667 parole non sono per niente facili né da scrivere né soprattutto da leggere.
Questo è il progetto che più mi ha tenuta impegnata, e nel caso vi passasse per la testa se il risultato mi soddisfi o meno, la risposta è ovviamente no. Ma, insomma, ormai dovreste conoscermi!
Ho cercato di rendere il più veritiero possibile ogni personaggio, e nonostante ahimé non faccia parte della vita di nessuno dei tali, spero che possiate vedere il mio sforzo.
Un paio di precisazioni prima di lasciarvi alla lettura!
  • Il titolo e la strofa iniziale di questa storia sono presi dall'omonima canzone di Lykke Li
  • Non so assolutamente niente di come funzioni il procedimento di denuncia, incontri con gli avvocati e sentenze penali. Mi sono basata sugli articoli letti su Internet, come per esempio questo o questo
  • Ho deciso di dividere questa immensa one-shot in due parti, per facilitarne la lettura, spero che la cosa non sia un punto a mio sfavore ahah
  • Harry Styles e qualsiasi persona reale citata in questo scritto non mi appartiene (che disgrazia...), tutti i fatti raccontati sono frutto della mia fantasia e bla bla bla bla bla
  • Grazie di cuore a Veronica, che c'è sempre, e a Cecilia e Anna che sono sempre al mio fianco nonostante tutto, e grazie a Dalilah Efp per avermi scritto taaaanto tempo fa in chat. Spero che ci siano bambini a sufficienza!!!
Vi mando un baaaaacio enorme, e spero davvero che la storia vi possa piacere e che soprattutto valga la pena di tutte queste parole.
Buona lettura!
 



 
(1/2)
 
So c'mon honey, blow yourself to pieces
C'mon honey, give yourself completely
And do it all although you can't believe it








Il matrimonio viene celebrato a Dartford, nella contea del Kent, dove Klayton è cresciuto.
Gemma ha un vestito semplice, che le mette in risalto i fianchi e il seno. È lungo fino ai piedi, color argento e senza spalline, con la gonna a ruota e il velo sottile. I suoi capelli rosa, per l'occasione, sono acconciati in una treccia che si chiude in uno chignon complesso. È meravigliosa.
Klayton è più formale, con il completo bianco e nero e i capelli pieni di gel, il sorriso smagliante e i suoi modi gentili nonostante stia tremando da tutta la mattina.
Sono assolutamente la coppia più improbabile e meravigliosa sulla faccia della Terra, Natalia non ne ha dubbi. Con il suo bicchiere di vino italiano in mano, è seduta nel ristorante prenotato per l'occasione, nel tavolo con Debbie, Susan e i tre cugini di secondo grado dello sposo.
Il posto è accogliente e spazioso, con le finestre che si affacciano sul giardino privato e i lampadari lussuosi. Dalla sua postazione, inoltre, Natalia ha la visuale perfetta sulla tavolata dei bambini.
In quel momento, Debbie sorseggia vino dal suo bicchiere ormai finito, poi sospira e si sistema il vestito rosso fuoco che indossa e che le valorizza la sue pelle scura. Guarda verso il tavolo centrale, quello degli sposi e dei genitori e ridacchia: “Ma ci credete? Siamo al matrimonio di Gemma Styles”
Natalia ha gli occhi puntati sulla figura di Barbara, che giocherella con il suo dolce nel piatto, senza mangiarlo.
“Non me lo dire – ribatte Susan, coi capelli rossi tagliati a caschetto da poco – Quella donna col vestito da sposa è la stessa che al secondo anno di università ha tirato uno schiaffo a un ragazzo perché l'aveva chiamata 'piccola'. Quanto è passato? Ah, la vecchiaia!”
“Parla per te! - esclama Debbie, come punta da uno spillo – Abbiamo trentaquattro anni, non duecento. E si dal caso che io sia ancora in cerca del mio principe azzurro”
Susan e Natalia alzano gli occhi al cielo in contemporanea, poi questa storce le labbra e sbuffa.
Barbara non sta mangiando. Di nuovo.
“Torno subito” dice, e si alza in piedi.
Indossa un vestito viola, lungo fino ai piedi, con lo scollo a V e la schiena scoperta. Glielo ha regalato Robert. Un pezzo di merda , ma con dei bei gusti.
Sta già pensando alla ramanzina che sta fare a sua figlia, quando una mano le afferra il polso, costringendola a voltarsi.
Gemma ha un sorriso a trentadue denti e un ragazzo più alto di lei di almeno una spanna al suo fianco. Le sorride con amore, emozionata. “Lia, ti presento colui che mi ha fatto odiare gli uomini già dall'infanzia, il mio fratellino. - si volta verso di lui – Harry, questa è Natalia, la milf più figa che potresti mai conoscere”
Sia Natalia che Harry scoppiano a ridere, nello stringersi la mano. La donna lo osserva, accorgendosi di quanto la somiglianza con la sorella sia marcata ma non eccessiva. Hanno lo stesso taglio d'occhi, lo stesso naso e la stessa espressione, ma Harry è decisamente – e fortunatamente – più mascolino, la sua mascella è scolpita, il fisico ben piazzato chiuso dentro un completo elegante con tanto di cravatta. I ricci bruni sono tirati indietro da un filo di gel, e i suoi occhi sono di un verde smeraldo impressionante.
“Come non conoscere Harry Styles – Natalia ritrae la mano, sistemandola sul proprio fianco – La star del momento, giusto? Tu e i tuoi amici siete praticamente ovunque”
Il ragazzo si morde il labbro, senza smettere di sorridere. “Spero sia una cosa positiva” risponde, e la sua voce è profonda, rauca.
“Pensa che Natalia non lascia neanche vedere la televisione ai suoi figli” lo informa Gemma beffarda, e l'amica rotea gli occhi.
Figli?” Harry spalanca gli occhi. È una reazione comune, le fa sempre piacere.
Natalia gli sorride e indica il tavolo dei bambini. “Barbara, la ragazzina bionda e il vestito bianco, ha dodici anni. Thomas ne ha sei ed è quello che sta presumibilmente raccontando una delle sue storie”
Lo sguardo del ragazzo si sposta sui due ragazzini per poi tornare a guardare Natalia ancora una volta. La studia, con un paio di occhi impressionati, socchiusi per la concentrazione.
Poi “Beh, - mormora – complimenti”
Natalia gli sorride, ringraziandolo. “Se volete scusarmi, - dice, facendo un passo indietro – Vado a costringere mia figlia a mangiare”
“Non le è piaciuto il pranzo?” Gemma sembra parecchio dispiaciuta.
L'amica fa schioccare la lingua. “No, non ti preoccupare – la rassicura – Sono i soliti capricci di Barbara”
Si sente di nuovo gli occhi di Harry addosso, ed è una sensazione particolare. Natalia è indubbiamente una bellissima donna, ma lo sguardo di quel ragazzino è qualcosa che va oltre. È sinceramente curioso, attento, come se gli interessasse davvero così tanto l'intera conversazione.
Sorride per l'ultima volta ai fratelli Styles, poi dà loro le spalle e “Barbara Choen – esclama, le mani già sui fianchi mentre si avvicina al tavolo dei bambini – Mi avevi promesso che avresti mangiato”
Barbara alza gli occhi azzurri verso di lei, poi storce le labbra e si arrotola una ciocca color miele tra le dita affusolate. “Ho mangiato” ribatte, impassibile.
“Sì, certo – Natalia incrocia le braccia e lancia un'occhiata a Thomas e agli altri due ragazzini che stanno giocando con un tablet troppo...enorme per delle mani paffute come quelle – Non sono cieca, sai? Ti ho vista”
La dodicenne sbuffa e incrocia le braccia al petto a sua volta, poi sposta lo sguardo sulla persona che adesso è di fianco a sua madre, l'espressione curiosa e parecchio circospetta.
Natalia vede con la coda dell'occhio il braccio tonico di Harry Styles allungarsi verso Barbara, poi sente la sua voce gentile, cordiale. “Ciao – dice e sorride, le stesse fossette di Gemma – Sono Harry, piacere di conoscerti”
Barbara gli guarda con particolare attenzione le dita lunghe, e il tatuaggio della croce vicino al pollice, ma non ricambia il gesto. Piuttosto “Sei sullo zaino di Theresa, la mia compagna di biologia” gli dice, senza un particolare tono di voce.
Harry si schiarisce la gola e infila la mano dentro la tasca dei pantaloni, ma non smette di sorridere. “Tu non ce l'hai un nome?” le domanda.
Barbara sbuffa, rotea gli occhi al cielo e “No” risponde, scocciata.
“Barbara!” la riprende subito Natalia, stringendo la sedia sotto di sé.
“Vado in bagno” borbotta la dodicenne, strisciando fuori dal tavolo con l'aria infastidita.
Thomas alza lo sguardo verso la madre, a capotavola, e le rivolge uno sguardo spaesato. Lei gli manda un bacio volante e poi sospira, voltandosi verso Harry per scusarsi.
“Vorrei dire che non sia così sempre – mormora, stringendo le labbra in una linea dura – ma Barbara ha compiuto i dodici anni e boom, si è trasformata”
Harry si gratta con l'indice della mano uno zigomo, poi scuote appena il capo e le sorride, inclinando la testa. “Non ti preoccupare, è tutto okay, - la rassicura – È stata solo una reazione un po' insolita. Sai, normalmente le ragazzine si mettono a piangere o cose del genere”
Nella sua voce non c'è alcuna traccia di maliziosità, è semplicemente un dato di fatto.
“A Barbara la musica non piace molto – confessa Natalia, stringendosi nelle spalle – E hanno entrambi solo due ore al giorno di televisione, quindi non penso sia una vostra fan o altro. A dire il vero, a Barbara non piace assolutamente nulla, se non correre, ovviamente”
“Oh – Harry spalanca gli occhi verdi, ma è possibile che un ventenne sia così alto? - Beh, ognuno ha le proprie passioni. Forse deve trovare le canzoni adatte a lei”
“Come le tue, per esempio?” Natalia gli sorride, sposta i fianchi e incrocia le braccia al petto.
Harry ridacchia e “Dici così perché non ci hai mai sentito. Siamo abbastanza fighi, sai? Dovresti ascoltarci, qualche volta”
“Ho trentaquattro anni, Harry – ribatte Natalia, inclinando la testa da un lato – E un lavoro, due figli e un Labrador, pensi che abbia tempo di ascoltare la musica?”
“C'è sempre tempo per ascoltare la musica” ribatte il ragazzo, risoluto.
Natalia scuote il capo e ridacchia: “Sei assolutamente un ventenne, sì” lo liquida, raggiungendo il bagno.
Ventidue!” la corregge Harry, alle sue spalle.




 
~





Natalia è ferma nel traffico londinese delle sei, l'auricolare connesso alla Mini Cooper azzurra e il tailleur che inizia a pizzicarle le cosce.
“Se il suo cliente non è in grado di restare nella stessa stanza con la mia cliente, signor Ruberro, non è qualcosa di mia competenza – sta dicendo, l'apparecchio infilato nell'orecchio destro – La mia cliente ha già firmato tutte le pratiche per il divorzio, non resta che il suo cliente. Ha tempo massimo tre settimane prima di un altro richiamo da parte del giudice”
“Il mio cliente non ha intenzione di firmare le carte, signora Dunn...”
Signorina Dunn – interrompe Natalia, alzando gli occhi al cielo per il tono noioso che si sente all'interno dell'auto – E questo è il mio ultimo avviso. O il suo cliente firma, o il giudice prenderà provvedimenti. Buona serata”
Riattacca schiacciando il bottone rosso sul volante, poi appoggia il capo all'indietro e sospira con esasperazione, troppo stanca anche per affrontare i discorsi di sua madre quando andrà a riprendere Thomas e Barbara dai nonni.
Preme qualcosa sullo schermo touch della radio, riprendendo il controllo dell'auto quando quella davanti a lei inizia a muoversi. Se tutto va bene, entro venti minuti sarà davanti a casa dei suoi.
In realtà poi i minuti sono quasi quaranta, e Natalia ha tutto meno che voglia di sentire i rimproveri di sua madre. Manda un messaggio a Barbara fuori dalla villetta a schiera di Kensington, e attende con pazienza che i suoi figli escano fuori.
Thomas è il primo, e zampetta con il suo zaino quasi più grande di lui verso la macchina, aprendo la portiera anteriore e sporgendosi subito per un bavoso bacio sulla guancia della madre.
“Ciao mommy! – esclama poi, allacciandosi la cintura di sicurezza – Nonna ha fatto la torta con il limone”
“Spero che tu me ne abbia lasciato un pezzo, Thomas” Natalia lo osserva dallo specchietto retrovisore, poi lo vede spalancare gli occhi di colpo, in trappola. I suoi capelli color miele e mossi gli arrivano quasi alle spalle adesso, facendolo sbuffare ogni volta che gli vanno sul viso tondo e paffutello.
“Ops” dice, coprendosi la bocca con le mani.
“Golosone!” lo accusa Natalia, finitamente arrabbiata, e Thomas spalanca la bocca in un sorriso e mette in evidenza gli spazi vuoti dei suoi denti, facendola ridere.
Barbara arriva qualche minuto dopo, lentamente, dentro la divisa scolastica che la slancia, i capelli lunghi legati e gli occhiali da vista rotondi che le danno un'aria austera, impassibile. Entra macchina sedendosi nel sedile del passeggero, appoggiando la borsa di scuola tra i suoi piedi e allacciandosi la cintura senza neanche guardare Natalia negli occhi, che sospira.
“Va tutto bene?” si azzarda a chiedere, prima di mettere in moto.
Barbara incrocia le braccia al petto, protettiva, e “Voglio andare a casa” risponde secca.
“Andiamo a casa, allora” mormora la madre, storcendo le labbra.




 
~






Il suo studio è nei pressi di Covent Garden, insieme a quello di altre decine di avvocati. Lavora sotto contratto da un paio di anni, e si trova bene, nonostante riesca a malapena a dedicare del tempo per se stessa.
È nella cucina comune dell'ufficio, e si è appena seduta per gustarsi il caffè della macchinetta, quando Greg si affaccia dalla porta a vetri e, in bilico su una gamba, le rivolge uno sguardo di scuse e la chiama, lentamente.
“Nat?”
“No. - ribatte lei subito – Sono i miei cinque benedetti minuti di pausa, Greg”
Le sorride con rammarico, alzando le sopracciglia grigie. “C'è una persona che ti cerca” continua.
“Mandala via”
“Non posso, mia figlia mi ucciderebbe”
Natalia smette di girare lo stecchino dentro al bicchiere di plastica, alzando finalmente lo sguardo verso gli occhi piccoli dell'uomo. “Cosa?” gli chiede, senza capire.
Greg le fa un cenno col capo, per invitarla a seguirlo, e Natalia si alza in piedi imprecando nel bere il suo caffè denso tutto in un sorso, per poi gettare il bicchiere accanto alla porta.
Seduto sotto al quadro italiano della sala d'aspetto, coi piedi storti sul parquet scuro e una rivista di moda tra le mani, c'è Harry Styles.
“Adesso capisci?” le mormora all'orecchio Greg, prima di tornare al suo ufficio.
Natalia gli sorride e fa un passo avanti verso il ragazzo, chiuso dentro un cappotto verde e un paio di jeans scuri tagliati al ginocchio.
“Harry?” lo richiama, cercando di restare nei limiti della formalità.
Lui alza prima la testa riccia e poi tutto il resto, sovrastandola di una spanna buona nonostante i tacchi della donna.
“Hey – Harry le sorride quasi imbarazzato, passandosi una mano grande tra i capelli per tirargli indietro – Mi serve un avvocato, Gemma dice che sei la migliore”
“Abbastanza, sì – Natalia incrocia le braccia al petto e gli rivolge un sorriso beffardo – Vieni nel mio ufficio”






Indossa i suoi occhiali da lavoro, e si è dovuta legare i capelli perché dopo quasi due ore chiusa in quelle quattro mura ormai troppo familiari, ha iniziato a sentire caldo.
Harry parla lentamente, ma ha comunque dei momenti in cui l'ansia prende il sopravvento e allora si morde le labbra e le tocca con il pollice e l'indice della mano destra, senza smettere di guardarla o di gesticolare.
C'è una sorta di sensibilità, in Harry Styles, che Natalia non avrebbe mai immaginato. È giovane e famoso, sì, ma capisce che c'è altro, in lui, che viene fuori semplicemente nel modo in cui piega la testa o accavalla le gambe, nelle sue parole mal scandite, dentro i suoi occhi verdi come un prato d'inverno.
“Quindi, mi stai dicendo – Natalia si toglie finalmente gli occhiali, appoggiandoli sul plico di fogli sulla sua scrivania – che questi bastardi ti hanno seguito anche dentro la tua proprietà?”
Harry annuisce e appoggia la schiena alla sedia, poi incrocia le braccia sul petto ampio e “I paparazzi possono essere davvero inquietanti, certe volte” mormora.
La donna fa schioccare la lingua, negando col capo: “Questo è un crimine, Harry – gli fa presente, allibita – Il vostro management non ha mai preso provvedimenti? Mai?”
Lui scuote la testa, tentenna un po' e sembra quasi imbarazzato. “Più diventiamo pubblici, più loro ci guadagnano” spiega, schiarendosi la voce.
Natalia respira nervosamente, poi si alza in piedi. “Dovresti denunciare anche loro, allora – borbotta a bassa voce, per poi aggiungere – Ti aiuterò, Harry. Dovrai firmare qualche foglio e poi riparleremo della questione più seriamente”
Il giovane annuisce con vigore e passa le mani grandi sui suoi jeans neri. “Grazie, davvero” le dice, con sincerità, mentre si alza in piedi a sua volta.
Lei gli sorride e “È il mio lavoro” afferma, scrollando le spalle con aria scontata.
“Già, uhm” Harry si guarda intorno nello studio, come se stesse prendendo tempo. Alla fine intercetta la fotografia sulla scrivania, dentro una cornice di metallo, e le chiede: “Come stanno Barbara e Thomas?”
Gli occhi azzurri di Natalia si alzano dalle scartoffie che sta mettendo in ordine sul mogano, e sembra sorpresa. “Ti ricordi i nomi” mormora.
Lui alza le spalle larghe e le sorride in modo dolce, le fossette in bella mostra sulle guance chiare. “Mi piacciono i bambini” afferma semplicemente.
Natalia si morde la lingua per non sorridere, ma non ci riesce, perché è stupita e lusingata dalle attenzioni palesi del ragazzo.
“Stanno bene – risponde poi, sgusciando fuori dalla scrivania per accompagnarlo alla porta del suo ufficio – Sono a scuola, adesso”
Harry afferra il suo cappotto appoggiato al divanetto in pelle nera che c'è di fianco alla finestra e annuisce nell'infilarselo.
Quindi, - si schiarisce la voce e la guarda aprire la porta – se ti invitassi a prendere un caffé con me...”
“Assolutamente no” ride Natalia, senza cattiveria.
“Assolutamente no – ripete Harry, pratico, incassando il colpo con un sorriso – Posso sapere perché, per lo meno?”
La donna incrocia le braccia sopra alla sua camicetta bianca nel momento in cui lui esce nel corridoio.
“Perché dovresti essere a scuola – è l'ultima cosa che gli dice – come i miei figli
Lo sente ridere, quando chiude la porta.



 
~






Barbara tiene le braccia incrociate sul sedile passeggero, i capelli accuratamente sistemati per coprirle il viso bianco il più possibile e lo sguardo color ghiaccio corrucciato, fisso sulla strada.
Al suo fianco, Natalia lecca il suo gelato cercando di non sporcare la sua gonna e nel contempo cercando di non perdere la concentrazione alla guida, ed è parecchio goffa e buffa, quando veste i panni della madre.
“Sicura che non vuoi neanche assaggiarlo? - domanda, per l'ennesima volta, cambiando marcia con la mano destra – È assolutamente buonissimo”
Natalia è andata a prendere la figlia a scuola, quel mercoledì pomeriggio, e ne ha approfittato per fermarsi da Mario's, il gelato più buono di Londra, vicino Wembley. A Barbara piaceva da matti quando era più piccola, adesso invece non ha neanche provato a guardare i gusti appesi dietro al bancone, come se la cosa non le importasse minimamente.
“No – risponde quindi, secca, stringendosi nelle spalle in un vago tentativo di protezione – Non lo voglio il tuo stupido gelato”
“Barbara!” la riprende Natalia, spalancando gli occhi.
La ragazzina sbuffa rumorosamente e accende la radio. La donna invece si lecca le labbra e inizia a morsicare il cono, fermandosi a un semaforo.
Le dispiace, eccome se le dispiace. Lei e Barbara sono sempre andate d'accordo. Non è mai stato un rapporto alla Una Mamma Per Amica (Natalia non crede in questo genere di cose), ma era comunque intimo. Barbara sapeva di aver sempre qualcuno su cui contare e Natalia si fidava abbastanza da non dover preoccuparsi più del necessario. Da quando i rapporti con Robert sono diventati così tormentati, però, Natalia ha capito che la lontananza drastica che Barbara stava mettendo fra di loro non era data solo dagli anni pre-adolescenziali della figlia. E, come se questo non bastasse a farla sentire un genitore orribile, la donna è costretta a subirsi anche le ramanzine di sua madre su come sia incapace di badare ai propri figli. Non che la sfiorino più di tanto, anzi. Natalia ha avuto Barbara quando non aveva neanche ventidue anni, le parole di sua madre la perseguitano da allora, e ormai ci ha fatto l'abitudine.
“Passiamo un attimo da casa di Gemma e poi ti porto da tuo padre, vado a prendere tuo fratello a karate e allungo anche lui – dice a quel punto la donna, appena finito il cono – Devo portarti qualcosa da casa?”
Barbara scuote la testa energicamente, senza emettere alcun suono, ma Natalia sa che è fin troppo contenta di passare il week-end con suo padre e la sua nuova moglie, e finché la figlia è contenta e soprattutto mangia, lei non può che essere un po' meno angosciata.
Gemma e Klayton sono in luna di miele, finalmente. Sono partiti tre giorni fa, destinazione Mauritius tre settimane. Il lavoro di lui impediva loro di fare i bagagli prima, e Gemma doveva comunque concludere un progetto per l'università di Manchester. Ha lasciato un mazzo di chiavi a Natalia, perché le sue piante non sono ancora autosufficienti e qualcuno deve per forza dare da mangiare a Timon, il gatto persiano.
Casa di Klayton e Gemma è nei pressi di Notting Hill, ed è una piccola villetta privata di un rosa tenue, elegante. Natalia parcheggia esattamente davanti alle scale che portano alla porta d'ingresso e poi si volta verso Barbara, chiedendole: “Vuoi venire con me?”
Barbara sbuffa e scende dall'auto, sbattendo la portiera forse un po' troppo forte. Natalia la imita, si toglie le briciole dalle pieghe della gonna e chiude la Mini, pescando dalla sua pochette nera le chiavi dell'abitazione.
Superate le scale, però, Barbara sembra ripensarci perché si siede sull'ultimo gradino e “Ti aspetto qua” dice, monocorde.
“Va bene – Natalia infila la chiave nella toppa – Sta' attenta”





Quando torna – davvero, non saranno passati neanche dieci minuti -, Barbara non è più sola. Al suo fianco, incurvato nelle sue spalle larghe, c'è Harry Styles. E dietro la sua Mini, un Range Rover nero sembra quasi spaventare la sua povera piccola macchina.
“Abbiamo le stesse scarpe” dice Harry, e lo vede sorridere leggermente verso la ragazzina, indicando con la testa i loro piedi.
“Ma le tue sono più grandi” mormora Barbara, ancora rigida.
Il giovane ridacchia e “Sì – concorda – Hai ragione. Guarda che differenza”
Fa coincidere il profilo del suo piede con quello di lei, rubandole un sorriso divertito, forzatamente tirato indietro.
Ed è quel gesto, ciò che più fa meravigliare Natalia, dietro di loro. Si sente quasi di troppo, mentre chiude la porta alle sue spalle, annunciandosi.
I due si voltano di scatto, e Harry si alza in piedi allargando il sorriso e “Ciao” la saluta, gli occhi luminosi.
“Ciao, Harry – dice Natalia a sua volta, sfilando le schiavi dalla toppa – Che ci fai qui?”
“Avevo qualche ora libera, e ho pensato di venire a vedere se Timon fosse ancora vivo – risponde lui, facendo un passo sul gradino più basso – Ma vedo che sono arrivato tardi”
Barbara si alza in piedi e guarda le scarpe lunghe e rovinate di Harry, poi dice: “Sono enormi”
Lui ride, il tono basso e caldo, “E le tue sono piccolissime” ribatte.
Natalia sorride, mentre “Non è vero! - esclama Barbara, indignata – Ho il piede grande quasi come quello della mamma!”
“La tua mamma ha un piede molto piccolo, allora” Harry le sorride, poi le fa la linguaccia in modo scherzoso.
“Scusa tanto se non siamo tutti un metro e novanta come te” si aggiunge a quel punto Natalia, scendendo le scale.
Il ragazzo ride, e la sua presenza ha un che di confortevole, di elettrizzante e talvolta di famigliare. Si tasta il cappotto nero e lungo fino a pescare il telefono, sbloccando lo schermo.
“Facciamo una foto alle scarpe – dice poi, guardando Barbara – Mi sento ispirato”
La ragazzina torna a fissarlo con il solito sguardo che assume quando qualcuno invade troppo il suo spazio. C'è indifferenza, nei suoi occhi azzurrissimi, ma anche curiosità e incertezza. Natalia teme che possa dire qualcosa di sgarbato, rovinando quel momento privo di tensione che con Barbara non ha da tempo, ma poi invece sua figlia la sorprende, perché si lascia trasportare dal piccolo sorriso che le nasce sulle labbra carnose e “Va bene” mormora, senza sbilanciarsi troppo.
Harry sembra davvero contento della sua reazione, ma non ha tempo di farlo vedere perché le sue sopracciglia si aggrottano nello scattare la foto dei loro piedi uniti, concentrato.
Poi ripone di nuovo il telefono nero nella tasca e le sorride. “Grazie mille” biascica.
Lei scrolla le spalle con aria tranquilla e si infila in macchina.
“Timon è vivo – dice a quel punto Natalia, facendo un passo avanti a braccia incrociate – E ho annaffiato tutte le piante di Gemma”
“Ti ringrazio – Harry stende le labbra scure in un sorriso dolce, inclinando appena la testa – Posso offrirvi qualcosa, allora?”
Lei sogghigna divertita e “Diventerai presto un mio cliente, Harry – gli fa presente – Sarebbe poco professionale”
“Questo non è vero” ribatte lui.
“Non ti lamentare – la donna fa il giro della macchina, alzando una mano in segno di saluto e aprendo la portiera del guidatore – Ci vediamo lunedì, superstar”
“A lunedì – risponde Harry, mordendosi un sorriso e traballando sugli stivali di cuoio – Ciao, Barbara!”
Natalia mette in moto, sentendo mormorare un “Ciao, Harry” di rimando.
Sorride.


 
~





Robert Choen, al secondo anno di architettura, aveva buona parte della facoltà ai suoi piedi.
Nelle foto che lo ritraggono di quegli anni, lo vedi sempre sorridente, sommerso da amici, coi capelli ramati portati lunghi e gli occhi scintillanti e verdi di chi crede fin troppo in se stesso. Natalia è rimasta subito affascinata dal suo modo di porsi, dal suo gesticolare elegante, i vocaboli usati, il sorriso abbagliante e le lentiggini chiare sul volto. Non hanno mai avuto tempo di conoscersi fino in fondo, per innamorarsi, perché neanche due anni dopo il loro incontro sulle scale dell'università, Natalia è rimasta incinta di Barbara.
I Choen sono dei ricchi imprenditori di Liverpool, per loro trovare un bell'appartamento per l'unico figlio maschio e la futura sposa non è stato un problema, tutt'altro. Li hanno mantenuti come dei principi, pagando affitto, bollette e spese per la gravidanza. E andava tutto bene, e anche la madre di Natalia era felice perché, nonostante tutto, Robert stava bene economicamente e prometteva grandi cose e tanto successo.
Natalia se n'è innamorata dopo, tra le mille tate diverse per Barbara e gli esami stressanti, il tirocinio e le mura pallide dell'appartamento. Robert è un uomo superficiale, troppo ambizioso, ma era buono, per lo meno con lei. Ed era bello parlarci, perché aveva sempre qualcosa di nuovo da raccontare, e lei era giovane e la loro meravigliosa figlia dormiva nell'altra stanza.
Non sarebbe potuta andare diversamente.
Lui ha trovato lavoro ancora prima di avere in mano la laurea, investendo in un'agenzia immobiliare incentrata sugli stranieri che vengono in Inghilterra, guadagnando molto. Molto.
Natalia non ha mai abbandonato l'università, e il lavoro l'ha trovato l'anno successivo, quando ormai Barbara andava a scuola. E stavano bene, perché erano la coppia perfetta che aveva superato tutto, ed erano belli e ricchi.
Poi è nato Thomas, e la situazione ha iniziato a cambiare. Prima erano le solite litigate stanche della sera, poi Robert ha iniziato a scordarsi le cose o a non volersele ricordare, a rientrare un po' più tardi per uscire sempre prima, a saltare la cena, a saltare gli appuntamenti, evitare le sue chiamate ed evitarla in generale.
Poi una sera era tornato a casa, con un sorriso strano, e Natalia lo aveva osservato attentamente, mentre i loro figli facevano tintinnare le forchette dalla sala da pranzo. L'aveva guardata dritta negli occhi, allentando la cravatta, e le aveva detto: “Ho un'altra”
Se tornasse indietro, la sua reazione sarebbe stata completamente diversa. Se fosse stata a quell'epoca la donna indipendente che è adesso, di certo non avrebbe deglutito, non avrebbe annuito e non avrebbe portato avanti una cena normalissima con la sua famiglia, facendo finta di niente. Non avrebbe pianto chiusa in bagno, e non l'avrebbe guardato fare le proprie valigie con così tanta impotenza.
E se Natalia è la donna con i coglioni che è adesso, è anche grazie al suo ex marito. Adesso può vantare da sola uno splendido flat in pieno centro, uno stipendio copioso e due bambini meravigliosi, oltre che un Labrador educatissimo.
E non ha assolutamente bisogno di alcuna figura maschile al proprio fianco, perché quello che ha è a sufficienza per una vita piena e ricca di grandi cose.
O, per lo meno, è quello che pensa lei.



 
~





“Perché i tuoi figli non guardano la televisione?”
Natalia blocca il movimento meccanico della sua mano destra che appunta velocemente gli ultimi impegni prefissati per la settimana prossima. Aggrotta le sopracciglia e alza gli occhi chiari e confusi su quelli curiosi e verdi di Harry, seduto dall'altra parte della scrivania dell'ufficio.
“Scusa?” gli chiede, senza cattiveria.
“La prima volta che ci siamo incontrati mi hai detto che i tuoi figli non guardano la televisione se non due ore al giorno – spiega lui – Ti chiedo, come mai?”
La donna alza le spalle, corrucciando le labbra in cerca di parole, si toglie gli occhiali piccoli da lettura. “Beh – inizia, vaga – Ho un metodo tutto mio di badare ai miei figli. Non voglio che la loro infanzia venga rovinata da cose non adatte e quant'altro”
“Barbara è ormai una ragazzina” le fa presente Harry, inclinando la testa.
Tu sei un ragazzino, Harry – ribatte Natalia subito, facendolo sorridere – Barbara è ancora una bambina. Può avere dodici anni, certo, ma non c'entra. Lei è...piccola, è pura. Non si preoccupa di vestiti, né di boyband – lui fa un altro sorriso – o di tutte quelle cose normali per una dodicenne, no. Lei è solo immersa nei suoi pensieri e nelle sue paure, e anche se può sembrare sgarbata o maleducata, è una persona meravigliosa”
Lui è ancora lì a fissarla, quando Natalia rialza il suo sguardo commosso sui suoi occhi verdissimi, completamente assorti, come se stesse ascoltando la cosa più importante del mondo. Ed è strano, il modo in cui le fissa le labbra socchiuse, il modo in cui sembra metterla al centro dei propri pensieri ogni volta che Natalia apre la bocca. Non si tratta di semplice educazione, non è una questione di ascoltare, no. È il modo in cui la fa sentire semplicemente prestandole attenzione, come qualcosa di prezioso, da ammirare. È.
Disarmante.
“Barbara e Thomas sono abbastanza intelligenti da capire la differenza che c'è tra il bene e il male – riprende il discorso poi, distogliendo lo sguardo per puntarlo sul palazzo di fronte fuori dalla finestra – Il loro padre è un pezzo di merda, ma sotto questo punto di vista li ha educati anche meglio di quanto abbia fatto io”
“Avete divorziato?”
Torna a guardarlo negli occhi, sorridendo quasi con incredulità. “Questi non sono affari tuoi, Harry – gli dice – Sei un ragazzino troppo curioso, te lo hanno mai detto?”
Harry spalanca la bocca per ridere, annuendo con energia e “Continuamente” risponde, quasi orgoglioso.
“Forza – Natalia scuote la testa esasperata e si rimette gli occhiali – riprendi il discorso iniziale o non finiremo mai più”







Quella sera, durante le due ore di televisione, trasmettono Finding Nemo. Barbara è seduta sulla poltrona gialla, con gli occhi socchiusi per la stanchezza, mentre Lennon è appallottolato su se stesso ai suoi piedi e Thomas invece guarda la televisione con straordinario interesse sul divano accanto a Natalia.
Quando il telefono di casa suona, nessuno dei suoi figli pare accorgersene. La donna sorride e si rintana in cucina per non disturbare.
“Pronto?”
“Perché le scarpe di tua figlia hanno più likes di una mia selfie?”
È Debbie.
Natalia aggrotta le sopracciglia e tace per qualche secondo, senza aver capito assolutamente niente di quello che le è stato appena detto.
“Potresti gentilmente parlare in una lingua comprensibile?” sbotta poi.
“Ah, già – Debbie sbuffa dall'altra parte della cornetta – Dimenticavo che hai centoventicinque anni”
“Sto per riattaccare, ti avverto”
“E va bene! - può vederla roteare gli occhi anche da lì – Harry Styles”
Natalia sbuffa: “Harry Styles cosa?”
“Ci sono le scarpe di Barbara sul suo profilo Instagram. - le spiega Debbie, col tono di voce ovvio e potente – E lo so perché quelle scarpe gliele ho regalate io”
“Un sacco di gente ha quelle scarpe...”
“Natalia!”
“E va bene! - le viene da alzare gli occhi al cielo come una bambina – Instagram è quello delle foto, vero? Devono averla fatta qualche giorno fa, lo abbiamo incrociato per caso davanti a casa di Gemma. A proposito, l'hai sentita?”
“Non cambiare argomento – esclama Debbie infervorita – Lo sai che quel ragazzino ha una cotta stratosferica per te, vero?”
Natalia si appoggia al bancone della cucina, reprimendo un sorriso. “Certo che lo so, non sono stupida – risponde prontamente – Dovrebbe interessarmi?”
“È uno dei ventenni più ricchi del globo, quindi....sì?”
“Non ho tempo per queste pagliacciate, Debs – sospira – Lo sai”
“Dovresti trovarlo, invece – è il consiglio immediato di Debbie, come se non aspettasse altro che arrivare a quel punto della conversazione – Dovresti divertirti, Lìa. Insomma, quand'è stata l'ultima volta che sei uscita con un uomo? L'ultima volta che...ci sei stata a letto, eh? Quando?”
Natalia di riflesso si guarda intorno, come per accertarsi che nessuno dei suoi figli stia ascoltando la conversazione. È sola.
Ed è passato un po' di tempo, in realtà. Quando tuo marito, l'unico vero uomo della tua vita – oltre a tuo padre – ti confessa che ha un'amante come se ti stesse dicendo cosa comprare per il week-end in campagna, beh. Inizi a dubitare di diverse cose, e a pensarne altre.
Questo, il non averne tempo, è stato il suo modo di affrontare la faccenda, il suo modo alternativo al dolore. 'Che se ne avesse di tempo per pensare, probabilmente non farebbe altro.
“È un bambino, Debbie...” mormora poi, a bassa voce.
“Come se fosse l'unico! - la sente sbuffare – Sei una donna meravigliosa, Natalia, sia dentro che fuori. Hai cresciuto dei bambini splendidi e ti fai sempre in quattro per aiutare gli altri. Prenditi cura di te stessa, per una volta. Pensaci. E quando lo avrai fatto, comunicalo a Gemma, perché se mai dovessi portarti a letto il suo fratellino senza il suo consenso, darebbe di matto”
Nonostante tutto, Natalia ridacchia, quasi commossa. “Lo farò – promette – E grazie”
“Quando vuoi, tesoro” la saluta Debbie, e riaggancia.




 
~





Dopo la telefonata con Debbie, Natalia inizia a ragionare in modo diverso, quasi nervoso.
Si dice che la sua amica ha ragione, e che anche lei ha bisogno di distrarsi, qualche volta. Il fatto che non ci credi, è un altro discorso.
Quando però, appena uscita dall'ufficio, si imbatte in Daniel Newman, uno dei suoi vecchi compagni di liceo, ci mette davvero poco a rispondere che sì, un caffè mercoledì mattina andrà più che bene.
E le salgono i brividi dalle ginocchia, perché non è mai uscita con nessun altro, dopo Robert. Le sembra di star infrangendo volutamente una qualche regola non scritta, ed è tutto parecchio nuovo, assolutamente eccitante.


 
~




È appena uscita dal bar, quando il telefono le suona nella borsa. Ed è andato tutto così bene con Daniel che ha quasi paura che sia la scuola dei ragazzi, che Thomas sia inciampato da qualche parte o che Barbara abbia tirato i capelli a una compagna.
Tira un sospiro di sollievo, quando vede il nome di Gemma Styles lampeggiare sullo schermo.
“Pronto?”
“Compagna di avventure! - l'apostrofa subito l'amica, entusiasta – Come stai?”
“Come stai tu, piuttosto” sorride Natalia, iniziando a camminare verso l'ufficio, cercando di infilarsi l'auricolare bianco senza cadere sui tacchi.
Gemma emette un verso eccitato. “Come una regina! - risponde poi, il tono soddisfatto – Non faccio assolutamente niente dalla mattina alla sera se non abbronzarmi e bere cocktail sulla spiaggia. La vita reale mi sembra così lontana...”
Natalia avvicina il microfono del filo alla bocca, continua a sorridere. “Beata te – sospira, fermandosi a un semaforo – Io sto andando in ufficio in questo momento. Devo chiamare il tribunale prima che venga il tuo fratellino”
Gemma quasi urla: “Me lo ha detto! Dice che è felicissimo, ma suppongo che sia anche grazie alle tue straordinarie gambe”
“Mi stai dicendo che non so fare il mio lavoro?” Natalia si finge offesa quando scatta il verde, e riprende a camminare.
“Non mi permetterei mai – l'amica ride – Sono molto contenta anche io. Nostra madre era parecchio preoccupata per questa faccenda, ma siamo tutti molto più tranquilli sapendo che è nelle tue mani”
“Farò del mio meglio – dice Natalia allora, più seria che mai – È una causa giusta e interessante, e lui è solo un po' invadente, per il resto è un ragazzo d'oro”
Si sorprende nel modo in cui la sua bocca emette quelle parole ancora prima che la sua testa connetta. E si sorprende ancora di più, perché lo pensa davvero.
“Già, hai ragione – Gemma assume quella sfumatura di tono orgogliosa, fragile quasi. Poi ritorna se stessa – A ogni modo, cosa ci facevi fuori dall'ufficio? Per una stacanovista come te è qualcosa di raro”
Natalia scoppia a ridere, senza sapere il perché. Probabilmente è solo un po' nervosa.
“Sono andata a prendere un caffè... - tentenna – con un uomo”
Anche Gemma ride adesso. “No, seriamente però – dice poi – Cosa stavi facendo?”
Un altro semaforo, la donna sbuffa e rotea gli occhi. “È così strano che io esca con degli uomini?” ribatte, scocciata.
“Tesoro, non è strano. È qualcosa di impossibile”
“Gemma!”
“Hai ragione, hai ragione – l'amica si scusa con un sorriso – Sono felice per te, davvero. Chi è? E come è andata?”
Natalia riprende a camminare, si sistema la borsa rossa che indossa e poi i capelli tenuti fermi da una spilla brillante.
“Si chiama Daniel, è un mio vecchio compagno del liceo – spiega – Ci siamo incontrati per caso e siamo usciti. Lui è...davvero dolce, e abbiamo passato tutto il tempo a ricordare gli anni a scuola e a ridere. Lavora in un'agenzia di viaggio ed è...okay, suppongo”
“Supponi? - Gemma sembra non capire – Lia, perché devi sempre essere così rigida con gli uomini?”
“Forse perché l'unico che io abbia mai amato in tutta la mia vita mi ha tradita per un anno intero e poi mi ha lasciata” ribatte subito Natalia, gelida.
“E quindi? Il mare è pieno di pesci, te lo hanno mai detto? Il mondo non è fatto solo da stronzi, tesoro, e non sono tutti come Robert. Prendi tuo padre, per esempio, che ama tua madre nonostante il suo pessimo caratteraccio. O prendi Klayton, che si è innamorato di me! - Gemma ride, incredula – Gli uomini veri, quelli che tu meriti, esistono ancora. Ma se non riesci a lasciarti andare un po', non riuscirai mai a saperlo”
“Ci proverò” è l'unica cosa che Natalia si sente di dire, qualche secondo dopo.
Il fatto è che Gemma ha così dannatamente ragione che non riesce neanche a trovare le parole per contraddirla, nonostante lo faccia di professione. Solo che...non è facile, non è facile per niente.
“D'accordo – l'amica sorride – Salutami Harry, e dirgli di chiamarmi! Ci sentiamo, Lia! Manda un bacione a quelle creature meravigliose dei tuoi figli!”
“E tu fai altrettanto con Klayton!” la saluta Natalia, riattaccando.







I capelli di Harry sono legati in uno chignon praticamente perfetto. È seduto sulla sedia dietro la scrivania, con le gambe accavallate in modo goffo e il maglione largo e blu che gli lascia scoperta una scapola e il numero sopra tatuato.
Natalia è ancora al telefono con la segretaria del giudice Rayne, che è chiaramente una principiante, dato che non riesce a capire assolutamente niente.
Per questo, Harry non riesce a smettere di ridere.
La donna è con una spalla premuta contro il muro vicino alla finestra del suo ufficio, e sta guardando fuori per evitare di distrarsi con gli occhi divertiti del ragazzo.
“No, lunedì ventiquattro – ripete, per la centesima volta – Tre e venti, sì. No. Sì. Tre e venti, il mio appuntamento, sì. Guardi, la cosa non mi interessata, dica pure al giudice Rayne di richiamarmi se ha qualcosa da obiettare, adesso ho del lavoro da svolgere. Arrivederci”
Riaggancia, emettendo un gemito disperato.
Harry scoppia a ridere più forte, e lei si volta a guardarlo con gli occhi fiammeggianti.
“Te lo hanno mai detto che bisogna stare in silenzio quando qualcuno è al telefono?” esclama, il tono che somiglia parecchio a quello che usa con Barbara o Thomas.
Il ragazzo sorride, si ricurva in avanti per tossire nel suo pugno e poi si schiarisce la voce, osservandola sedersi davanti a lui. “Sei davvero molto bella quando assumi gli atteggiamenti da avvocato” le dice poi, asciutto.
Sono interessanti scelte di parole. Non fa la battuta della donna sexy in carriera, non accenna allo sguardo sensuale, non mette in tavola nessuna allusione. È bella e basta.
Natalia scuote la testa, a corto di idee su cosa blaterare. Gli sorride però, un po' riconoscente.
“Le pratiche per la denuncia sono arrivate oggi a destinazione – cambia poi argomento – Il ventiquattro ho appuntamento col giudice, e tra qualche giorno dovrebbero chiamarmi gli avvocati per fissare varie date e poi l'udienza”
Harry si lecca le labbra e annuisce, ma non ha ancora smesso di sorridere.
E Natalia si ritrova quasi imbarazzata, di nuovo, per il semplice modo con cui lui è solito a guardarla.
Non crede di esserne all'altezza.
Inizia a respirare appena più velocemente e “Cosa c'è?” gli chiede, la voce che viene improvvisamente meno.
Il ragazzo si morde il labbro superiore in un gesto di tentennamento, poi sembra riacquistare la sicurezza necessaria per tornare a sorridere, mostrare i denti dritti e bianchi e dire: “Un caffè e basta”
Natalia si appoggia alla sedia con un sospiro esasperato, lo stesso lusingata per quelle attenzioni.
Realizza che sarebbe tutto più facile, se invece fossero scomode e fastidiose.
“No” gli risponde poi, sorridendo a braccia incrociate.
Lui si mette nella stessa identica posizione, “Non vuoi darmi nemmeno una possibilità – le fa presente – Non ti sembra un comportamento infantile per una donna così adulta come te?”
Natalia allora ride di cuore, perché è pessimo anche con frecciatine e battutacce. “Non ho dodici anni, Harry – ribatte – Queste cose con me non funzionano. E sei qui da quasi tre ore, e io devo andare a prendere i miei figli e fare la mamma”
Si alzano in piedi contemporaneamente, mentre lei sistema la gonna del suo tailleur nero e lui la manica del suo maglione rovinato. La donna fa il giro della scrivania, lancia un'occhiata all'espressione indecifrabile del ragazzo che si sta rimettendo la giacca e poi scuote la testa, sospira e sorride.
“Non disperarti – lo consola, affettuosamente – Milioni di ragazze là fuori si farebbero offrire un caffè da te”
Harry non ribatte, ma il suo sorriso assume un che di distaccato, quasi forzato. Blatera: “Sì, già” ed esce dall'ufficio, salutandola con la mano aperta.
“Chiama tua sorella!” esclama Natalia, congedandolo.







Thomas è al primo anno di scuola elementare e oggi ha fatto per la prima volta 7+3 – da solo, tende a precisare dai sedili posteriori della macchina.
Natalia si lascia raccontare tutto, e anche quando Barbara entra in auto, il piccolo non smette di agitarsi per la contentezza.
A metà tragitto verso casa, finito il racconto, Thomas domanda: “E tu cos'hai fatto oggi, Barbara?”
E Natalia, che non è stupida, guarda sua figlia quel tanto che basta da farle scorgere un piccolo sorriso nascere sulle labbra chiare, prima di venire fermato dai denti bianchi e poi da un sospiro appena più rigido.
“Niente di interessante” risponde, col tono controllato.
Per il fratello sembra una risposta più che esaudiente, perché annuisce e con l'aria davvero curiosa, le chiede: “Tu lo sai fare 7+3?”





Quella sera, prima di andare a dormire, dopo aver guardato un documentario marino per bambini, Barbara, in camicia da notte bianca e coi capelli spazzolati a dovere, fa irruzione nella stanza di Natalia, che si sta spalmando una crema contro le rughe sul volto.
“Mamma” la chiama piano.
La donna sposta la concentrazione dallo specchio appeso sopra al cassetto dell'Ikea rosso allo stipite della porta, aprendosi in un sorriso sorpreso. “Dimmi, tesoro”
“Potrebbe venire a prendermi papà domani?”
C'è difficoltà, nel suo tono di voce, come se fosse imbarazzata nel chiederle una cosa del genere. O come se avesse paura di farle male.
Natalia è spiazzata, ma non è offesa. Robert è un bravo padre, e vuole bene ai suoi figli.
“Provo a sentirlo domani mattina – risponde quindi, leccandosi le labbra – Ma penso che andrà bene. È successo qualcosa?”
“Sì. No. Forse – Barbara tentenna, e sta cercando di non sorridere – Io vorrei solo...papà, ecco”
La donna annuisce e si avvicina al suo letto grande e alto, pieno di cuscini. “D'accordo – dice – Sai che puoi sempre parlare con me se ci so-”
“Voglio parlarne con papà” la interrompe subito la figlia, arrestando le sue rassicurazioni.
E forse adesso si rattrista un po'.
Cerca di sorriderle ma ha lo sguardo spento. “D'accordo, allora. Domani mattina lo chiamo. Buonanotte”
Non chiude occhio.



 
~






Quella mattina, Natalia manda un messaggio disperato a Susan chiedendole se è in grado di accompagnare i bambini a scuola. Con l'okay da parte della sua migliore amica, ha più tempo per togliere dal suo volto stanchissimo i segni di una notte passata insonne. Lascia sciolti i capelli, indossa una salopette di pizzo nero e lunga e sceglie i tacchi più bassi.
Quando Susan suona il citofono, Lennon inizia ad abbaiare. Thomas ride e gli fa segno di stare zitto, poi lo accarezza e gli dà un piccolo bacio sul pelo chiaro e corto, facendolo scodinzolare come un pazzo.
Natalia bacia i suoi figli frettolosamente, aspettando poi fuori nel corridoio che scompaiano dentro l'ascensore, prima ritornare in casa e darsi un'ultima sistemata.
Controlla che Lennon abbia cibo e acqua a sufficienza, lascia la porta del balcone socchiusa e afferra chiavi e telefono.
Si prospetta una giornata infernale.






Natalia è bloccata – stranamente – nel traffico, quando Robert risponde al telefono collegato alla macchina.
“Sì?”
“Vai tu a prendere i ragazzi oggi?” non lo saluta nemmeno.
Si sente un brusio di sottofondo, poi l'uomo dice: “Come mai?”
Natalia si morde il labbro, gli occhi fissi sulla strada. “Hanno voglia di vederti” opta per rispondere, che non è una bugia.
“Ti conosco, Lia” ribatte a quel punto Robert, il tono millefluo, lascivo e divertito.
La sta prendendo in giro.
Lei stringe il volante con più forza, tendendosi come un violino. La fa così dannatamente arrabbiare il fatto che lui continui a prendersi tutta questa confidenza, come se potesse farlo. Non ne ha più il diritto e oggi non è giornata.
“Sono Natalia per te, non te lo scordare – sibila, controllata – E quello che vuoi insinuare non è affar mio. Allora, vai tu?”
Robert ride, increspando la linea. “D'accordo, d'accordo – esclama – Non ti scaldare. Vado io. Devo portarli da te o restano da noi?”
Noi. Lui e quella putt-
“Come preferiscono loro – risponde, schiarendosi la voce e premendo sull'acceleratore – Basta che mi fai sapere”
“Okay. Buona giornata”
“Sì, come ti pare”






Sta dormendo su una delle sedie della cucina dello studio, quando Greg le scuote il braccio, facendola sobbalzare.
“Che diavolo vuoi” si lamenta, la voce bassa, facendolo ridere.
“Mi dispiace svegliarti, principessa – risponde lui, in mano una grande tazza di caffè acquoso – ma il tuo lavoro ti aspetta”
Natalia si alza in piedi con un lamento poco elegante, si dà una veloce sistemata ai capelli e rilassa i muscoli delle spalle mentre cammina verso il proprio ufficio.
Harry è già seduto, stavolta sul divano, ed è rigido, curvo su se stesso, vestito di nero da capo a piedi, col solito chignon sopra la nuca.
“Aspetti da molto?” è la prima cosa che gli dice Natalia, raggiungendo la scrivania e la sua sedia.
Si siede con uno sbadiglio e lo guarda, in attesa di una risposta.
Risposta che non arriva, perché Harry si limita a fissarla a propria volta, il volto sorprendentemente serio, lo sguardo scuro.
“Gemma mi ha detto che sei uscita con un uomo, ieri” dice invece lui, spiazzandola.
Natalia sbatte le palpebre più volte, convinta di aver sentito male. “Scusa?”
“Mi ha raccontato che vi siete incontrati per caso e che siete usciti” borbotta il ragazzo.
E lei odia il tono offeso e pieno di sarcasmo che sta usando. Odia gli uomini anche per questo, perché è lo stesso tono che usa Robert.
“Forse Gemma ha dimenticato di dirti che non ti devo alcuna spiegazione” ribatte a quel punto.
Harry balza in piedi, allargando le narici per la forza con cui respira, le collane appese al suo collo vibrano appena.
“Penso di meritarmela, almeno – esclama, teso – Esci con lui ma se la cosa riguarda me allora niente da fare”
Si alza in piedi anche lei, appoggiando le mani aperte sulla scrivania, arrabbiata.
“Quindi è di questo che si tratta? - esordisce, allibita – Il tuo povero ego ha avuto un duro colpo? Lo fai per una questione personale?”
“Ecco cosa mi fa incazzare di te! - Harry la indica, alza la voce – Tu mi consideri un bambino! Parli sempre della mia età e di quanto io sia giovane, ma non è così!”
“Sì che è così!” lo interrompe la donna, ovvia. Perché diavolo non riesce a capire?
“Se tu sei stata una persona del genere, non vuol dire che tutto il mondo lo sia di conseguenza!”
“Tu non sai niente!” lo accusa, al limite della sopportazione.
Alla sua età, lei aveva già una figlia ed era già sposata, stava studiando e si stava spezzando in due per far quadrare la sua vita.
“Sì, beh, - Harry ribatte, il petto ampio che si alza e abbassa a un ritmo intenso, il tono più basso – ci sto provando. Io ci sto provando a capire. Provo a capirti, maledizione! Pensi che io sia quel genere di ragazzo che solo perché ha i soldi pensa di essere a capo del mondo, ma non è così. E mi fa incazzare il fatto che tu non lo veda perché sei troppo impegnata a sottovalutarmi così tanto per conoscermi”
Deve essere qualcosa nel suo DNA, una caratteristica sua personale. Harry Styles ha il potere di lasciare le persone senza fiato, senza parole. Che sorrida, che parli, che semplicemente guardi negli occhi.
E la spiazza anche stavolta, perché le labbra di Natalia non emettono alcun suono e sì, ha ragione su tutto, e se ne rende conto adesso.
Per tutto questo tempo, non ha fatto altro che mettere subito le mani avanti, giudicandolo, proteggendosi. Lo ha dipinto come una persona con la quale non sarebbe mai potuta andare d'accordo, cancellando tutte le cose buone che ha finto di non notare. La gentilezza, la sensibilità e il sorriso. Fossette occhi e mani. Voce parole labbra.
È una codarda.
Harry torna a respirare piano, le mani chiuse a pugno e gli occhi socchiusi, feriti.
“Devono averti fatto davvero molto male” è l'ultima cosa che dice, prima di uscire.
Non è facile.






Passa la serata da sola, nel buio della cucina, mentre Lennon sonnecchia sul tappeto del salotto e il suo tea caldo sul tavolo si raffredda per il troppo pensare.
C'è una voce dentro la sua testa che continua a dire quanto lei non sia abbastanza.




 
~





Harry salta il loro appuntamento, quel giovedì pomeriggio.
Natalia vorrebbe sorridere, pensa “che razza di bambino!” e poi si rimangia tutto con un sorso di caffè e un altro sospiro spento.



 
~

 


È domenica mattina e Barbara e Thomas stanno dormendo, quando Robert chiama.
Natalia è appena rientrata dalla sua passeggiata con Lennon, toglie dal frigo il suo post it giallo che nessuno ha chiaramente letto e si premura di riempire la ciotola d'acqua dell'animale, che scodinzola e le lecca una caviglia in un gesto di ringraziamento.
Il telefono vibra dalla tasca della sua felpa viola, la donna lo tira fuori e subito rotea gli occhi (è più forte di lei).
“Pronto?” risponde, raggiungendo il salotto e sedendosi sul divano.
“Barbara vorrebbe riprendere a correre – sbotta subito il suo ex marito – il suo professore di educazione fisica le ha detto che ha un'ottima andatura e lei ha preso in considerazione l'idea di tornare agli allenamenti”
Qualcosa dentro Natalia si scioglie, e lei non può che tirare un sospiro di sollievo. È una buona notizia, è la prima buona notizia di quei giorni.
“Ma è fantastico – commenta poi – Ti ha detto solo questo?”
“Per ora sì – dice Robert subito – ma suppongo se ne dovrà discutere più seriamente. Se ha davvero intenzione di riprendere a correre, dobbiamo informarci sulle palestre attrezzate, sugli orari e sugli allenat...”
“Ci penseremo poi” lo interrompe Natalia, con un sorriso.
Poi quando, Natalia? - esclama l'uomo, e il suo tono somiglia troppo a quello che lei conosce bene – Dobbiamo cercare adesso, non poi! Ormai è fin troppo grande per cominciare da capo e senza un allenamento come si deve non riuscirà mai a stare al passo con quelli della sua età”
Respiri profondi, non si dicono parolacce. Sempre il sorriso.
“Buona domenica, Robert” riaggancia lei, senza la minima intenzione di sentirlo rimproverarla per la sua scarsa efficienza nel ruolo di madre. Ha già la sua, di madre, a rinfacciarglielo.
Sveglia i bambini verso le dieci, insieme fanno colazione e poi escono con Lennon per una bella passeggiata per Hyde Park. Pranzano in un ristorante biologico, si divertono, perfino Barbara ride parecchio.
Natalia scatta una foto ai suoi figli mentre litigano per una forchetta e pensa che questo amore, un uomo non riuscirà mai a darglielo.





 
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Pioviggina quel lunedì mattina, quando Harry Styles bussa piano alla porta del suo ufficio.
Natalia, gli occhiali traballanti sul naso e i capelli impigliati in una molletta verde, alza di scatto la testa e spalanca gli occhi azzurri, colta di sorpresa.
“Posso entrare?” domanda lui, il capo inclinato, i capelli umidicci a sfiorargli il collo bianco e il mento spigoloso.
Natalia annuisce velocemente e si sente stranamente nervosa adesso che ce lo ha davanti. Sposta alla cieca qualche scartoffia inutile dalla scrivania e “Vieni pure – risponde, la voce che s'inclina per l'emozione di nemmeno lei sa cosa – Accomodati”
Lui ha le mani infilate dentro alle tasche del cappotto di velluto marrone imbottito, i jeans incredibilmente stretti e gli stivali che fanno rumore a ogni passo. Mette un piede davanti all'altro, in una camminata incredibilmente elegante, ma il suo portamento è goffo, ricurvo. È un contrasto continuo, Harry Styles.
Si sbottona la giacca solo quando arriva alla sedia, l'appoggia allo schienale e poi si siede, schiarendosi la voce contro il pugno.
“Hai dello...smalto?” Natalia aggrotta le sopracciglia, sbalordita.
Sulle unghie piccole del ragazzo, ci sono diverse pennellate di smalto giallo limone.
Lui si guarda la mano e poi accenna a un sorriso, scrollando le spalle ampie evidenziate da un maglione rosso.
“Sì, già – farfuglia in risposta, e le sue falangi enormi sistemano da una parte quei capelli troppo lunghi per una persona goffa come lui – Lou, la nostra truccatrice e hair-stylist. Ero a casa sua ieri sera e parlavamo di questa linea di smalti che sua sorella ha fatto insieme alla marca per cui lavora e a quel punto qualcuno ha detto 'chissà come starebbe Harry con lo smalto' e allora...” lascia la frase in sospeso, la finisce con un'altra scrollata di spalle.
E nonostante tutto, Natalia non riesce a non ridere, sorpresa, in qualche modo imbarazzata per l'ingenuità del ragazzo che ha di fronte.
“Potevi dire di no, sai?” gli fa presente.
Nel vederla sorridere, Harry sembra trovare abbastanza sicurezza per sorridere a propria volta, mostrando quelle due fossette adorabili che gli fanno perdere dieci anni d'età in un micro secondo.
“Sì, ma non è un grosso problema – ribatte, tranquillo – Voglio dire, è solo smalto, andrà via. Mi sembrava una cosa...carina. Non è la fine del mondo, no?”
Natalia lo guarda, a quel punto. Forse lo vede per la prima volta, e capisce che Harry è qualcosa che lei non ha mai incontrato prima d'ora. Ha i capelli lunghi, gli stivali che per via del tacco fanno rumore e dello smalto sulle unghie e si comporta come se tutto questo fosse normale, specie per una persona così famosa come lui. Lo vedi, lo percepisci il fatto che sia a suo agio con tutta quella femminilità addosso. Non si tratta di orientamento sessuale, non c'entra neanche il provocare una reazione – positiva o negativa – verso chi lo segue. È qualcosa di personale, qualcosa solo suo che lo fa stare bene. Ed è bello, tremendamente coraggioso, il fatto che non abbia paura di mostrarsi per quello che è.
“Suppongo di sì” è il mormorio meravigliato di Natalia, completamente stregata.
Harry si sfrega le mani tra di loro e poi si schiarisce la voce un'altra volta, muovendosi sulla sedia per trovare la posizione comoda e dire: “Mi dispiace per l'altra volta. Non avrei dovuto dirti quelle cose e arrabbiarmi o fare l'offeso o qualunque cosa io abbia fatto. Io...solo, mi dispiace, ecco”
Natalia fa schioccare la lingua sul palato e “Avevi ragione – ribatte, pacata, per poi correggersi – Beh, in parte avevi ragione. Mi dispiace per averti giudicato subito, suppongo di essermi fatta prendere un po' troppo dall'apparenza. Ma. Non mi dispiace per averti rifiutato, Harry. Vogliamo cose diverse, e lo sai”
Nessuna accusa, solo tanta verità. Harry incassa il colpo e si lecca le labbra mentre annuisce lentamente, metabolizzando il tutto.
Dopo qualche istante dice: “Lo stai facendo di nuovo” e si alza in piedi, voltandosi per uscire.
Natalia spalanca gli occhi, sente qualcosa simile alla paura nel suo stomaco nel vedere la sua schiena larga vicino alla porta chiusa.
“No, aspetta!” esclama, raggiungendolo di scatto.
L'idea che se ne vada un'altra volta, lasciandola a mangiarsi le mani per i sensi di colpa è qualcosa che non può affrontare ancora.
“Prova a smentirmi, Harry – afferma, facendolo voltare – Tu hai ventidue anni e puoi fare finta che questo non sia un fattore importante, ma lo è! Io ho due bambini, una famiglia, e tu hai la vita intera per decidere cosa ne sarà del tuo futuro. Tu hai una notorietà, io delle persone a cui badare quando torno a casa la sera, e non posso...buttarmi a capofitto in una relazione con qualcuno che non ha intenzioni serie! È questo quello che vuoi?”
“Io voglio te! - lui alza la voce, allarga le braccia per enfatizzare il concetto e la guarda con gli occhi arrabbiati, delusi quasi – Perché non riesci a capirlo? Perché hai paura così tanto di anche solo provarci? Non ti sto chiedendo di sposarmi, ti sto chiedendo di cercare di fidarti di me! Tu neanche mi ascolti, pensi che voglia solo fare l'amore con te e invece ho così tanta voglia di...di vedere come va davvero che il fatto che tu nemmeno ti stia sforzando è...”
Serra i pugni. Amore.
L'attimo dopo, Natalia sta così tremando che realizza più tardi il fatto che quelle mani così grandi e così paurose sono finite sul suo volto, e stringerle le guance. Ha già serrato gli occhi quando sente la bocca di Harry urgente, spiazzante contro la sua.
Non ha baciato tanti uomini in trentaquattro anni di vita, ma nonostante l'inesperienza, sa che questo è uno di quei baci che lasciano l'impronta. Quelli che ti fanno sorridere all'improvviso nel ricordarteli, che ti fanno ansimare e imbarazzare per l'intensità e i rimorsi che inevitabilmente arriveranno poi.
Natalia trema perché Harry è una tempesta e anche se fuori sono solo quattro gocce lei si sente dentro un uragano e sentire il suo esserci così forte, sicuro, territoriale, è abbastanza da farle schiudere le labbra e aggrapparsi ai suoi avambracci tatuati.
Lo capisce dopo, quello che sta succedendo. E quando comprende, inizia ad ansimare e lo spinge via di colpo, come se avesse preso a bruciare.
Harry ha gli occhi spalancati, arrossati, quando gli tira uno schiaffo.
Se ne pente l'attimo dopo, certo, ma Natalia è troppo coinvolta per non fare assolutamente niente di sbagliato. Non è ancora lucida.
Harry ha il petto che si alza e si abbassa a un ritmo impressionante, come se avesse lottato per qualcosa di importante.
(le piace pensarla così)
“Io voglio questo – ansima, deglutendo e guardandola negli occhi – È così sbagliato?”
E no, no, no, non è sbagliato. È solo rischioso.
Natalia respira forte, gli guarda il collo e la collana appesa. “Non farmene pentire, ti prego” sussurra, la voce spezzata.
Harry le poggia ancora le mani sulle guance, alzandole il volto in fiamme mentre il suo inizia ad arrossarsi sulla guancia colpita.
Coincidono le fronti e i sospiri, gli occhi che anche se c'è imbarazzo non si lasciano più.
“Lo prometto”
Quando lo bacia ancora, Natalia si accorge che Harry non ha preso neanche la giacca, quando si è alzato.
Aspettava di essere fermato. Lo sapeva.
(le piace pensarla così)





Harry Styles ti cambia la mente.
Natalia ci pensa quella stessa sera, mentre non riesce a dormire, col sorriso colpevole sulle labbra.
Non ha neanche richiamato Daniel.



 
~

 


La realizzazione di averlo fatto, arriva solo la mattina dopo, a colazione.
Thomas sta immergendo il suo biscotto integrale dentro al latte di soia, Barbara addenta mollemente una fetta biscottata e Natalia sorride. Sorride parecchio.
“Perché sorridi?” la figlia glielo fa subito notare, quasi allarmata.
Natalia sospira serena e scompiglia i capelli lunghi di Thomas, che allarga gli occhi grandi.
“Perché non andiamo tutti insieme a fare shopping, oggi pomeriggio?” propone invece, cambiando argomento.
“Sì! - il più piccolo batte le mani sporche di colazione – Io vorrei della tempera nuova, mamma”
Lei lo guarda con le sopracciglia aggrottate. “Le hai già finite? Tutte?”
Thomas annuisce con orgoglioso e Natalia scuote la testa e torna a sorridere. “E va bene – acconsente, per poi voltarsi a osservare Barbara – Vieni anche tu? È tanto che non facciamo shopping”
“No – è la risposta immediata della figlia – Ho delle...cose da fare oggi”
Il sopracciglio destro della donna si inarca. “Cose? - ripete – Potremmo andare a comprare un nuovo paio di scarpe per correre o dare un'occhiata a qualche associazione sportiva”
Barbara sbuffa in modo plateale e scosta la sedia dal tavolo per alzarsi in piedi. “Te lo ha detto?” si lamenta, la voce infantile.
“Certo che me lo ha detto – Natalia arriccia le labbra – Nel caso te lo fossi scordato, signorina, sono ancora tua madre”
La dodicenne rotea gli occhi al cielo, emette un suono quasi schifato e corre via dalla cucina.
Natalia a questo punto si guarda intorno, neanche si aspettasse che qualcuno saltasse fuori dai mobili e si mettesse ad applaudirle. Invece trova gli occhi vispi di Thomas, che le sorride, ride e dice: “Brava, mommy
La donna gli bacia affettuosamente una guancia e gli pulisce i baffi del latte di soia.




Il caso 876 della compagnia – quello di Harry Styles – ha la prima udienza in tribunale fissata per il primo dicembre.
Il fax le arriva dieci minuti prima che il suo cliente faccia effettivamente presenza nel suo studio.
Entra piano, ma la porta la lascia scricchiolare un po' per farla chiudere con un tonfo sordo.
Natalia alza gli occhi sulla sua figura, togliendosi subito gli occhiali da vista e sorridendogli, il volto già bollente.
Harry indossa un cappotto lungo e nero, dei jeans tagliati sul ginocchio dello stesso colore e una felpa sportiva grigio chiaro.
Si slaccia il cappotto, lo appoggia sul divano e si tira su le maniche per poi passarsi una mano tra i capelli e sedersi.
“Ciao”
“Ciao”
E hanno dei toni diversi, le loro voci. È una sfumatura più intensa, qualcosa di più profondo, la tonalità più scura del cielo mentre il sole cala. Sta arrivando qualcosa di importante. C'è.
Harry le sorride, si morde la lingua. Le chiede se sta bene e lei si premura di non fare riferimento al tempo.
“(Adesso) Sto bene grazie – si passa la mano sul collo, cerca di respirare con regolarità ma quello sguardo è comunque uno sguardo che non si sentiva addosso da tempo. È difficile credere alle persone che ti fanno sentire desiderata per davvero, senza qualcosa che sia solo fisico – Tu come stai?”
“Sto bene, molto – risponde Harry, e sembra abbia capito i suoi pensieri, anche lui è imbarazzato un poco – Stasera ci esibiamo in diretta dopo tipo...due mesi di pausa. È una figata”
“Davvero? - Natalia spalanca gli occhi sorpresa – Non me lo avevi detto”
“Volevo concentrarmi su altro, in realtà”
La fa arrossire ancora, e lei lo lascia fare come se fosse una ragazzina alle prime armi. Non si sentiva così messa in gioco da anni.
“Come sei sfacciato, Harry” lo riprende, con un sorriso.
Le spalle del ragazzo tremano mentre lui ride a bocca aperta, socchiudendo gli occhi verdi.
“È una delle mie qualità, sì” concorda poi.
Natalia scuote la testa, con la schiena si fa più vicina alla scrivania per farsi più vicina a lui. “E sentiamo, quali altre qualità avresti?”
Harry fa la medesima cosa, si alza appena sulle gambe piegate per appoggiarsi coi gomiti e sfiorarle la bocca col respiro che sa di caffè e ginseng.
“Faccio perdere la testa alle donne, te lo hanno mai detto?”
Natalia chiude gli occhi per non scoppiare a ridere e lo bacia per il medesimo motivo.
Forse.




Rifare le cose da capo non è noioso o inutile. È qualcosa che va forte e veloce, perché sai già quali pali crolleranno e quindi quali a cui non ti appoggerai. Dicono che devi andarci con calma, che c'è tempo. Natalia ha trentaquattro anni e di tempo ne ha già perso abbastanza. Adesso vuole solo correre e magari sbucciarsi un ginocchio per la fretta. Sa quali punti non toccare per non bruciarsi e quasi tasti non schiacciare per interrompere questa patina che non è ancora in grado di coprire qualcosa di più grande. Arriverà il momento di sporgersi appena un po' e smettere di girare intorno, e andare un po' più in là e sfiorare tutti quei punti che l'hanno fatta già cadere.
Per ora si gusta quello che ha, ogni giorno qualcosa di più e poi forse chissà.









 
  
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