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Autore: Desy97    18/11/2014    0 recensioni
Durante le solite passeggiate nel bosco dietro casa sua, Desy scopre un mondo magico e troverà l'amore.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano passati dei mesi dalla morte di Lucius, ma noi continuavamo a portargli dei fiori e fargli visita continuamente. Anche le mie passeggiate erano continue. La storia con Caronte andava a gonfie vele. Sarah eFin avevano passato un brutto periodo ma per fortuna avevano risolto tutto. Quella matina aveva nevicato, perciò mi ero messa un maglione. Il bosco era ricoperto da un manto bianco, era stupendo. Passeggiavo mano a mano con Caronte, ero felice con lui, non mi importava della diversità, non mi importava nulla, mi importava solo di essere felice. Sarah e Fin avevano deciso di rimanere giù al villaggio. Durante la passeggiata un nano della stirpe dei guerrieri ci bloccò la strada. Caronte era irritato da quel guerriero. - Che ti sere Kal?- - Mi ha mandato il capo del nostro regno, vuole espandere il suo, perciò mi ha incaricato di parlare con il capo di ognuno per far sì che possa essere lui il sovrano di tutti.- - Non succederà mai! Il Colosso non prenderà mai il potere.- Ringhiò Caronte Il nano aveva uno sguardo cupo, forse era intimorito. Caronte mi aiutò a salire in groppa e corse a più non posso. Si fermò di colpo, piangeva. Lo avevo abbracciato. - Che succede amore?- Gli avevo sussurrato dolcemente. - Scoppierà una guerra a breve. Ci sono tante cose che non ti ho detto su questo posto. Non avrei voluto lo sapessi così, avrei potuto spiegarti tutto.- Piangeva sulla mia spalla come un bambino. - Ho tempo ancora, raccontami per favore.- - Questo è un bosco suddiviso in sei regni, tutti con un unico re. Cinque, compreso il nostro, sono regni pacifici, il sesto, invece, è un regno molto guerrigliero, vuole conquistare gli altri cinque. C'è sempre stata una guerra, noi cinque regni ci univamo per combattere e vincevamo sempre. Ma questa volta è diverso, il Colosso ha guerrieri più validi, non vinceremo mai.- Un rumore sordo mise in guardia Caronte, fortunatamente erano Fin e Sarah. - Caronte, sono arrivati i messaggeri del Colosso. Se non cediamo il sesto regno ci dichiarerà guerra un'altra volta.- - Torniamo al nostro villaggio, parliamo con il saggio, poi andiamo negli altri regni.- Come al solito, galoppando tra i vari percorsi del bosco, eravamo arrivati al villaggio in un battibaleno. Il saggio ci aveva consigliato di avvisare gli altri regni e mettere in battaglia i più valorosi. Io e Sarah dovevamo tornare a csa. Volevo stare lì con loro, perciò avevo deciso di parlare con papà di tutto ciò. Sapevo che per lui sarebbe stato difficile, ma sapevo che comunque avrebbe capito. Caronte e Fin ci avevano accompagnate sino all'entrata del bosco - Come facciamo a far capire ai nostri genitori?- - Non lo so, dobbiamo provarci Sarah. Dobbiamo partecipare a questa battaglia, oramai facciamo parte del villaggio.- Sarah aveva annuito. Ero arrivata di corsa a casa, papà mi guardava perplesso. Per mia fortuna i piccoli erano da mamma. Avevo spiegato la situazione a papà, mi guardava sbalordito. - Quanto durerà? - - Non lo so, devo andare ora. Ti voglio bene, ti prometto che tornerò viva. - Lo avevo abbracciato. Con Sarah ci eravamo incontrate a casa sua, la mamma era preoccupata, ma anche lei come papà aveva capito quanto era importante per noi. Eravamo tornate al bosco, Caronte e Fin ci attedevano, - Siete pronte ragazze? - Caronte era preoccupato. Avevamo annuito. - Il Colosso ha dichiarato guerra. Non so quando, ma abbiamo già i soldati pronti. - Fin riusciva a parlare con uno sguardo. Arrivati ai confini con uno dei regni, c'era una schiera di elfi, maestri dell'arco, mentre i centauri erano dietro. Non avevo mai toccato o sfiorato un'arma, ma quel giorno dovevo farlo. Non avevo buona mira, perciò avevo deciso di scartare l'arco e di prendere la spada. - Cosa succede se dovessimo perdere?. - Lacrimavo. - Nè tu, nè i bambini potrete tornare qua, sarebbe troppo rischioso. - I pensieri, dopo quell'affermazione, si stavano affollando. Volevo continuare a vederlo, volevo continuare a far sognare miei fratelli, perciò perciò avevo deciso di dare tutta me stessa in quella battaglia. Eravamo in tanti, Sarah si era avvicinata me e mi aveva detto : - Se dovessi morire, sappi che ti ho voluto bene, come fossi una sorella. - Le lacrime percorrevano il mio volto, lo era anche per me, un lungo abbraccio ci aveva fatto dimenticare per un attimo tutto ciò che era intorno a noi. Le truppe avversarie avanzarono. Troll, nani guerrieri, orchi e elfi con sete di sangue. L'ansia si stava impadronendo di me, avevo paura, tanta. Mi ero girata un momento per vedere Caronte, in quella frazione di secondo, non so come, iniziò tutto. Ero confusa, vedevo frecce vaganti, guerrieri che si scontravno. Gli elfi a gruppi miravano i troll per abbatterli. I centauri si occupavano di quei strani elfi, e gli altri, tutti volti nuovi, non del nostro regno. Erano perlopiù fauni, fate e maghi. I guerrieri con le spade erano tutti umani o così sembravno. Un elfo nemico si stava scagliando su di me, non so con quale coraggio ero riuscita a colpirlo. Erano passati diversi giorni dall'inizio della battaglia, avevo preso confindenza con la spada, sino a che non riuscivo a maneggiarla alla perfezione. Dei nostri pochissime perdite, grazie ai maghi riuscivamo a continuare a combattere. D'un tratto tutti si fermarono e le truppe nemiche si erano inginocchiate. Il loro re era sceso in battaglia. Quando per la prima volta lo avevo sentito nominare, avevo pensato ad una creatura enorme, eccessivamente grande. Invece non era altro che un elfo piuuttosto mingherlino. Qualcuno mi sussurrò all'orecchio che era molto forte con la spada. Avevamo ripreso a combattere. Nessuno si fermava a pensare un attimo. Caronte era dall'inizio della battaglia che non lo vedevo, ero preoccupatissima, anche di Sarah nemmeno l'ombra. Mentre combattevo, avevo osservato il cosiddetto "Colosso", era davvero abile con la spada. Avevo iniziato ad osservare tutto, qualcosa mi suonava strano. Mi balenò in mente un flash, i nemici dipendevano completamente da lui, perciò di conseguenza se veniva uscciso lui, l'esercito era più vulnerabile. Dovevo riuscire a parlare con Caronte, mentre combattevo, le ferite iniziavano a bruciare e le spalle erano indolensite. Finalmente lo trovai. - Ho capito tutto, il "Colosso" è il perno dell'esercito, se uccidiamo lui, l'esercito sarà più vulnerabile.- - Come faremo? - - Io cercherò di tenergli testa con la spada, quando sarà il momento tu userai l'arco. - Lui aveva annuito. Mi ero avvicinata, avevamo iniziato a duellare. Era forte, ma non so come riuscivo a tenergli testa egregiamente. Durnte lo scontro ero caduta, avevo uno squarcio nel braccio, non riuscivo a muoverlo. Quando pensavo fosse tutto perduto, Caronte era riuscito a uccidere il "Colosso", così i nostri soldati erano riusciti a sconfiggere i nemici. Tra lacrime di gioia e di dolore, ci eravmo uniti in cerchio per rispetto dei morti. La ferita mi bruciava, mi vevano accompagnata sino all'entrata del bosco e Sarah mi aiutò a tornare a casa. Papà mi aveva portato d'urgenza in ospedale. Mesi dopo, il mio braccio si era fortunatamente ripreso, i regni si unirono in un unico regno e Caronte era stato nominato re. Nonostante ciò, io continuavo a portare miei fratelli nel regno. Io sarei dovuta diventare regina, miei fratelli erano eredi diretti al trono. Non mi sentivo pronta, era un incarico troppo grande. Dopo tutto quello ch era successo, aveva cambiato in me tantissime cose, ero più matura e Caronte mi aiutava ad allenarmi con la spada. Per la prima volta in tutta la mia vita ero messa davanti ad una scelta. Era iniziata così la mia battaglia interiore.
   
 
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