Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |       
Autore: Griduccia88    19/11/2014    1 recensioni
Storia di una ragazza sfiduciata, disillusa, con il cuore a pezzi ma che infondo spera ancora nel grande, vero e puro amore...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-1-
Cosa pensate del destino?, lo considerate ‘qualcosa’ che siamo costretti a subire oppure siamo noi i veri artefici?.
Lo so è una domanda che divide in due, ci sarà sicuramente chi si schiererà da un lato con la convinzione che ‘subiamo il destino’ mentre dall’altro lato si posizionerà chi è fermamente convinto che ‘siamo i soli artefici del nostro destino’.
Io non so ancora da che parte schierarmi ma credo di essere più vicina alla corrente di pensiero di crede di ‘subire il destino’.
Mi chiamo Josephine…odio con tutte le mie forze questo nome. Sa di rammollita, debole, senza coraggio e sempre con le lacrime disegnate sul viso. Sa di ragazzina con abiti dell’800 conditi da calze bianche, ballerine ed ombrellino per proteggersi dal sole.
Non sono così, non sono mai stata così…anzi.
Sono testarda, sfrontata, dalla lingua tagliente e consapevole della vita. Non credo nei miracoli, nelle storie d’amore che sembrano favole. Le favole esistono SOLO ed UNICAMENTE nei libri, nella vita non ci sono principi azzurri, non ci sono magie né l’eterno e scontato lieto fine. La vita spesso è amara, difficile, dura.
Per tutti sono Joey, lunghissimi capelli castani scuri, occhi marroni con qualche riflesso verde al sole, 180 centimetri e la pelle tatuata a regola d’arte in alcuni punti. Amo le harley, i piercing e gl’uomini con i tatuaggi.
Diplomata ma con la certezza di non voler fare l’università, dicono che studiare è un diritto…sì un diritto a tanti zeri visti i soldi che si devono sborsare per ottenere una laurea. Ho preferito conquistare il diploma, rimboccarmi le maniche e cominciare a lavorare. Di giorno faccio la segretaria, di sera lavoro come barista. Sgobbo, fatico, stringo i denti ma a fine mese guadagno e non sto a stressarmi in vista di un imminente esame che dà solo crediti e ti fa capire sempre di più quanto altro stress e panico dovrai accumulare da lì alla tesi.
Volevo libertà, volevo indipendenza, volevo essere padrona delle mie scelte e delle mie decisioni ma sopra ogni cosa volevo andare a vivere da sola. Stanca di una casa perennemente vuota. Figlia di una giornalista di successo e di un padre, praticamente nullafacente, che in teoria dovrebbe lavorare come meccanico e poi in realtà sta sempre o al bar con gli amici o al campetto a tirar calci al pallone. Mamma perennemente in viaggio come corrispondente, papà in silenzio a subire e zerbino di una donna forte e di livello superiore. Lauree, specializzazioni, master nelle migliori università americane. Puro sangue californiana, biondissima ed amazzone; non ha mai accettato le mie scelte ed il mio modo d’essere. Ha sempre criticato i miei capelli…o troppo lunghi o troppo corti. Ha sempre odiato i miei tatuaggi, gli amici, i fidanzati. Secondo lei ho una ‘passione’ per i ‘delinquenti’, i problematici, gli spiantati…dall’aspetto cattivo ed aggressivi. Non accetta il mio bisogno innato di libertà, mi voleva all’università di Yale per studiare architettura, viste le mie doti. Mi voleva negli Stati Uniti persa in amicizie altolocate a cambiare spider ogni anno e a frequentare il classico borghesuccio tutto giacca, cravatta, miliardi. Mi ha sempre dipinta simile a mio padre ma con più carattere…sono un peso, per lei, un’eterna preoccupazione.
Condividiamo il paese d’origine. Gli Stati Uniti, anche io come lei sono nata nella città degli angeli ma c’ho vissuto solo per 12 anni poi ad un passo dall’inizio del liceo mi hanno strappata violentemente dal mio ambiente e mi hanno portata nella capitale. A ripartire da zero, in un sistema scolastico assurdo. Stavo per cominciare il liceo al ‘West Beverly High School’ e a Roma mi ritrovavo all’inizio della seconda media. Assurdo, a ripetere cose ormai acquisite da tempo. Stavo per diventare adulta in America ed in Italia tornavo in fila come una lattante.
Stavano per aprirsi le porte della scuola più ambita, popolare ed amata della costa occidentale ed a Roma rannicchiata in un banco di una scuola media di quartiere accanto a borgatari, sboccati ed ignoranti. Mi sono ritagliata la mia Svizzera e ho cercato di concentrarmi per finire le medie il più presto possibile. Col passare dei giorni mi sono informata, non aveva senso star lì…a RIPETERE. Colloquio in presidenza e moduli per fare 2 anni in uno. Accettai senza pensarci 2 volte, accettai senza consultarmi con i miei. Avrei potuto anche rendergli nota la mia decisione ma a che pro?, mamma come al solito in viaggio, papà troppo bonaccione ed ignorante per comprendere i miei programmi. Mi misi a lavoro e 12 mesi dopo varcai le soglie del liceo. Scelsi uno scientifico particolare…una scuola americana. Ho sempre pensato che essere bilingue fosse una fortuna immensa e non volevo rinunciarci.
Il resto fu in discesa, media scolastica alta, qualche amico e qualche ragazzo. Ottenuto il diploma cominciai a lavorare ed ora eccomi qui. Indipendente e libera da 4 anni ormai. 22 anni compiuti, cuore spezzato ed una forte passione per la musica italiana.
Spingo via il lenzuolo e comincio questo nuovo giorno, non ho fretta. L’ufficio è chiuso per un po’, è in fase di ristrutturazione e questa sera il bar ha il giorno di chiusura; posso occuparmi delle faccende domestiche…quelle profonde e poi le solite bollette da andare a pagare.
Scendo al piano di sotto a piedi nudi e mi preparo una bella colazione. L’ingrediente principale??
CAFFE’ NERISSIMO ED AMARISSIMO. Devo pur svegliarmi in qualche modo.
Preparo la moka e poi spalanco il frigo in cerca di uno yogurt, sperando che non siano finiti quelli al limone…forse dovrei cambiar gusto, potrebbe essere proprio questo alimento a rendermi acidissima. Preso il vasetto in plastica chiudo il frigo con un colpo di fianco e dal cassetto recupero un cucchiaino. Neanche il tempo di strappare la carta dallo yogurt che il cordless comincia a trillare. Lo stacco dalla parete e lo poggio sulla spalla.
-pronto- -We Joey buongiorno-
-giorno Ale, come va?-
-tutto bene amica mia. Ho litigato di nuovo con Giovanni e l’ho sbattuto fuori casa!!-
Dichiara una delle mie amiche storiche, rido. È una condizione normale questa. Lei e Giovanni stanno insieme da 8 anni, convivono e si amano profondamente ma non riescono a fare a meno di litigare. Entrambi miei amici, persone care. Li ho conosciuti a liceo, stessa classe.
-quando lo fai rientrare questa volta?-
Domando mentre spengo il gas sotto la moka.
-quando dimostrerà di meritarselo. Hai impegni oggi visto che non lavori?-
-no Ale, pensavo di fare pulizie profonde dato che quando lavoro posso fare solo le cose principali. Devo fare il cambio di stagione nell’armadio che rimando da 2 settimane poi devo andare in posta-
-porta con te le bollette. Le molliamo a mia sorella che lavora in posta e te le riconsegna stasera pagate. Per quanto riguarda l’armadio, stasera dormo a casa tua e domattina ti sveglio alle 6 e ti aiuto. Va bene?-
-ma perché?, cosa succede oggi che vuoi a tutti i costi liberarmi?-
Domano, curiosa. Verso la bevanda calda di origine arabica nella tazzina e mentre la sorseggio continuo la conversazione.
-ti sto venendo a prendere. Ho bisogno di te amica mia!-
-stai male?-
-sto una favola-
Dichiara serena.
-e allora??-
-concerto dei One Direction-
Ammette FINALMENTE, quanto c’ha girato intorno. Alessia non è una semplice fan, è una DIRECTIONER. Di quelle serie, che amano profondamente la musica della band. Non ha nessun debole per un componente in particolare. Li stima e li adora senza distinzioni né particolarità. Non è mai stata un’appassionata folle di musica, tra me e lei sono sempre stata io l’animale da transenna ma da quando sono arrivati ‘loro’ si è trasformata.
Come ripete sempre: prima di loro non ero interessata a nessuno in particolare, ho vissuto in attesa della musica dei ‘1D’.
-e vuoi farti accompagnare da me?-
-ti supplico. Non dirmi ‘no’-
-amica mia, so che per te è un momento importante. So cosa significa, lo capisco perché come sai l’ho provato sulla mia pelle ma non preferisci andarci con qualcuno che li ama come te, che conosce le loro canzoni e vive il momento come te?. Io ti sarei di peso-
-non ti chiedo di venire per convertirti alla loro musica ma semplicemente perché ho vinto il meet. Ho avuto una fortuna immensa dato che sono stata l’unica a vincere ed entrerò solo in compagnia di una persona di mia scelta. Probabilmente sì dovrei portare con me una persona che ama i 1D proprio come me ma per come sono fatta io preferisco di no. Voglio al mio fianco un’amica vera, alla quale voglio bene, che considero una sorella e non una persona con cui sono ‘amica’ solo perché abbiamo una passione in comune-
-il caffè è pronto, ti aspetto e sono estremamente onorata di esserti accanto in un momento così speciale. Sono felicissima che tu abbia vinto. Fra quanto arrivi?-
-aprimi. Sono davanti al portone-
Rido. Metto a posto il cordless e spalanco il portone. Ci salutiamo.
-ey come facevi a sapere che avrei accettato?-
Le domando.
-ti conosco bene Josephine-
-se mi chiami Josephine lo sai, ti faccio accompagnare da Giovanni-
-allora JOEY. Dov’è il caffè che dobbiamo prepararci-
Rido e le offro un bel caffè, lei lo prende zuccherato.
 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Griduccia88