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Autore: la luna nera    21/11/2014    4 recensioni
E' trascorso quasi un anno dal ritorno definitivo di Edward Harringhton nella nostra epoca e tutto fra lui e Daisy va per il meglio. Ma all'orizzonte si stanno addensando le nubi minacciose di un temporale. Che non è come tutti gli altri....
Cosa potrebbe accadere se qualcuno nel passato avesse bisogno di lui? Per caso c'è chi lo sta chiamando perché torni indietro nel tempo? E Daisy se ne starà con le mani in mano o farà di tutto per tenerlo accanto a sé?
Genere: Mistero, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alle 20:00 in punto il duca Gilbert fece il suo ingresso nel salone dei giardini dove tutti lo attendevano con ansia e curiosità. Edward temeva che il padre avesse preso la tanto temuta decisione in merito alle sue nozze, stringeva forte la mano di Daisy anch’essa molto nervosa. Anche Louise era presente a quell’incontro pur non avendone titolo, era stata la duchessa Anne e la figlia Henriette a volerla con loro; purtroppo per Edward la consideravano membro della famiglia ben più di Daisy. Rosemary era seduta in un angolo con il volto all’apparenza disteso e rilassato, solo un velo di malinconia si scorgeva nei suoi occhi. Lei sapeva cosa doveva annunciare il padre, gli spiriti dei suoi nonni glielo avevano già rivelato.
Lord Gilbert dunque si avvicinò alla famiglia, accese la pipa aspirandone il fumo, per poi liberarlo in aria mentre si apprestava a prendere la parola.
“La perdita della mia augusta madre è stata un duro colpo per tutta la famiglia Harringhton e solo ora, a distanza di quasi un mese dalla sua dipartita, inizio ad elaborare la situazione. Ho meditato a lungo sul da farsi per portare avanti e gestire nel migliore dei modi tutti i nostri possedimenti restando nella continuità di quanto fatto fin ora. Nelle mie lunghe passeggiate ho avuto modo di constatare che qui i nostri beni sono trattati con la dovuta cura e attenzione da parte di tutti, che i nostri collaboratori svolgono il proprio dovere con la dedizione loro richiesta, perciò sono giunto a questa conclusione su cui già da giorni, appunto, meditavo: lasceremo il Somerset per un periodo di tempo.”
L’annuncio colse tutti di sorpresa. “Come dite?” Lady Anne era rimasta di stucco. “Perché mai volete abbandonare Harringhton House?”
“Andremo a Londra. Forse ricorderete che abbiamo dei possedimenti anche presso la capitale del regno che negli ultimi anni sono stati amministrati da mio cugino Lawrence e ritengo opportuno trascorrervi del tempo per un po’.” Inspirò altro fumo. “Partiremo fra due giorni, quindi esorto ognuno di voi ad adoperarsi perché i preparativi siano più rapidi possibile.”
“Fra due giorni?” Henriette e la madre si guardarono meravigliate. “Chiedo scusa, padre, come mai avete tutta questa fretta?”
“Cambiare aria gioverà ad ognuno di noi. Queste mura portano ricordi ancora troppo dolorosi.” Si alzò dalla poltrona e ripose la pipa sul posacenere del tavolino. “Ci sistemeremo nel nostro palazzo poco fuori la città, vedrete, vi piacerà soggiornare a Swanlake Palace.”
Al suono di quel nome Daisy ebbe un sussulto, rivolse lo sguardo verso Edward incollando i suoi occhi in quelli di lui. Si capirono all’istante e le loro menti volarono abbracciate ai momenti che avevano visto nascere il loro amore, tutte le emozioni vissute e tutti gli avvenimenti che orbitavano attorno a quel luogo. Fra due giorni vi avrebbero rimesso piede e Daisy lo avrebbe potuto ammirare in tutto il suo splendore che nel giro di un centinaio di anni sarebbe stato ricoperto dalla polvere e dai segni del tempo.
Louise invece mostrò preoccupazione, doveva trovare il modo di seguirli a Londra e restare incollata ad Edward il più possibile. La gallina abitava in quella città ed aveva come la sensazione che il duca, dentro di sé, volesse affrontare il viaggio per giungere alla decisione in merito alle nozze del figlio, forse voleva incontrare la famiglia della ragazza e concordare il matrimonio. Sentiva di dover intervenire, non poteva sopportare oltre l’attesa che si era protratta a causa del lutto. “Chiedo la parola, milord.” Si alzò in piedi mentre lo sguardo dei presenti si incollava su di lei. “Mi rendo conto che questi luoghi siano intrisi di ricordi dolorosi per voi e per tutta la vostra nobile famiglia e che vogliate controllare di persona i vostri possedimenti presso la capitale, ma non comprendo appieno la fretta che vi ha portato a prendere questa decisione.” Lanciò un’occhiata fulminante a Daisy. “Posso chiedervi, Vostra Grazia, se esiste un nesso fra quanto da voi annunciato e il rapporto esistente fra vostro figlio e lady Thompson? Correggetemi se sono in errore, la qui presente proviene da quella città: c’è forse un collegamento fra la cosa e la questione ancora in sospeso della decisione sulle nozze?”
L’uomo la guardò con aria disapprovante. “Lady Millstone, credo sia più opportuno per voi se portiate rispetto per la nostra famiglia. Il nostro periodo di lutto non si è ancora concluso e la questione delle nozze non è al momento fra le priorità che ritengo di dover affrontare. Vi prego di non tornare più sopra l’argomento fin quando non sarò io a deciderlo.”
Daisy incassò le parole del duca come una piccola vittoria personale e cominciò a pensare che forse uno spiraglio di luce esisteva anche per lei in quella situazione ingarbugliata e così lontana dal suo mondo. Mentre il padre di Edward usciva dal salone, lo sguardo della ragazza cadde su Rosemary, seduta immobile nella poltrona, con gli occhi persi in un punto morto della parete dove non c’era nulla da osservare, neanche gli spiriti degli Harringhton. Ebbe come la sensazione che per lei lasciare il Somerset significava qualcosa di ancora più forte, qualcosa che nonostante le provocasse un grande dispiacere, doveva accettare senza controbattere.
 
 
 
Spuntò il sole sulla campagna inglese, qua e là qualche mucchietto di neve non voleva arrendersi ai raggi solari, nascondendosi nei punti in ombra per voler resistere al tiepido calore che preannunciava il suo scioglimento all’arrivo della primavera. Mancava poco all’equinozio e le colline attorno ad Harringhton House si stavano pian piano risvegliando dopo in lungo sonno invernale.
Nell’ampio piazzale antistante la villa i preparativi per la partenza del giorno successivo andavano avanti incessantemente: molti dei bauli contenenti gli abiti erano già stati accatastati in previsione di collocarli sulle carrozze che avrebbero formato il corteo che li avrebbe portati a Londra. Rosemary si era alzata molto presto quella mattina e, senza fare colazione, si era recata nelle scuderie, aveva sellato il suo cavallo ed era partita al galoppo dirigendosi verso Yeovil. Daisy l’aveva osservata dalla finestra , sentiva chiaramente che la ragazza aveva uno stato d’animo molto combattuto fra il desiderio di restare e la consapevolezza di dover partire.
“Hai già preparato i tuoi bagagli?” Edward l’abbracciò da dietro baciandole i capelli.
“Si.” Lasciò la testa cadere all’indietro facendola poggiare sulla spalla del ragazzo. “Tua sorella sta soffrendo molto in questi momenti.”
“Ti ha confidato qualcosa?”
“No, riesco a percepirlo in modo extrasensoriale.”
“Credi dovremmo parlarle?”
“Lo farà lei se e quando lo riterrà necessario.” Si voltò verso di lui senza staccarsi da quel caldo abbraccio. “Ti va di fare una passeggiata in campagna prima di immergerci di nuovo nel fumo della città?”
Edward acconsentì di buon grado ed uscirono mano nella mano inspirando quell’aria di tranquillità che dal loro arrivo nel passato avevano gustato poche volte.
Nel frattempo Rosemary si era soffermata presso le sponde di un laghetto situato ai margini della proprietà della sua famiglia, luogo che distava un paio di miglia dal centro abitato di Yeovil. Si mise seduta sotto un salice che ancora non aveva iniziato a ricoprirsi delle verdi e tenere foglie primaverili. E lì ben presto fu raggiunta dalla persona che attendeva con ansia. Un giovane di bell’aspetto e dall’età apparente di circa vent’anni, scese da cavallo e si avvicinò a lei salutandola con un rispettoso inchino. Si alzò e si lasciò baciare la mano con un sorriso velato di malinconia.
“Buongiorno. Avere il privilegio di vedere il vostro volto rende più luminosa qualsiasi giornata.”
Negli occhi della ragazza comparve una lacrima. “Mi duole enormemente riportarvi queste parole ma non posso fare altrimenti: oggi devo dirvi addio…”
“Come? Perché mai?”
“Domani partirò per Londra con la mia famiglia.” Una lacrima le rigò il volto. “Mio padre ha deciso così ed io non posso oppormi. Mi capite, non è vero?”
Il volto del giovane si fece scuro. “E’ forse accaduto qualcosa di cui devo assumermi la responsabilità?”
“No, voi non avete colpe, state tranquillo. E’ stata una decisione scaturita dalla morte di mia nonna, almeno è quanto abbiamo appreso dalle parole di mio padre.”
Fra i due piombò il silenzio. Si misero di nuovo seduti con lo sguardo perso all’orizzonte, senza la voglia di pronunciare una sola parola, solo con un profondo senso di amarezza sceso nei loro cuori come un vento impetuoso capace di spazzare in un attimo, momenti spensierati e pieni di felicità.
“Credete mi sia consentito venirvi almeno a salutare?”
“E’ rischioso, nessuno sa che ci vediamo e…. insomma… conoscete la mia famiglia.” Gli occhi color del cielo di Rosemary si incollarono in quelli verdi del ragazzo, il quale le catturò le mani e le strinse forte, imprimendovi poi un dolcissimo bacio.
“Avete ragione, non posso oppormi alla decisione di vostro padre e soprattutto non vorrei farvi cadere in situazioni pericolose per la vostra persona e per il vostro onore. Se dirvi addio è ciò che mi chiedete, obbedisco anche se sento la mia anima morire dal profondo.”
“Vi prego, non parlate in questo modo… Rendereste più doloroso il nostro addio…”
“Addio? Un momento, state forse dicendo che non farete più ritorno nel Somerset?”
“Non lo so. L’unica cosa che posso dirvi in questo momento è che non vi dimenticherò mai, per nessun motivo e che conserverò questi nostri incontri come un tesoro prezioso da tenere in segreto nel mio cuore.”
Il ragazzo le asciugò l’ennesima lacrima che sgorgava dai suoi occhi, sfiorandole la pelle con la delicatezza della ali di una farfalla. “Prima di lasciarvi andare, vorrei chiedervi un’ultima cosa…” Prese un bel respiro. “Dal nostro primo incontro non ho fatto altro che tormentarmi nell’immaginare quale dolce sapore avessero le vostre labbra simili al bocciolo della prima rosa sbocciata al sole. Visto che questa è l’ultima volta che ci vediamo, vi chiedo il permesso di acconsentire che io possa bearmi della vostra fragranza.”
Queste parole fecero divampare un violento incendio nella ragazza: lui, il suo lui segreto e impossibile, bramava un bacio. Anzi quello sarebbe stato il suo primo bacio, quello che può farti comprendere quanto di meraviglioso e di doloroso si nasconda nell’amore. Tremava Rosemary, tremava come una foglia d’autunno in preda alle raffiche di vento che la fanno oscillare in una piacevole quanto confusa danza. Tremava per l’emozione che le faceva battere il cuore in modo incontrollabile, mentre le labbra di lui si facevano attimo dopo attimo più vicine. E quando si posarono delicatamente sulle sue, chiuse gli occhi lasciandosi accarezzare da quel vortice di emozioni che stava sconvolgendo la sua giovane vita per la prima volta.
 
 
Poco più in là qualcuno aveva assistito alla scena involontariamente. Edward e Daisy stavano passeggiando per il parco di Harringhton House e finirono proprio per trovarsi nelle vicinanze del laghetto dove Rosemary si incontrava spesso con il suo misterioso innamorato.
“Ma… quella è mia sorella.”
“Fa’ vedere.. Si, è lei.” Le sfuggì un sorriso. “E noto con piacere che è in dolce compagnia. Lo conosci?”
Edward scrutò con occhio attento il ragazzo. “Lo conosco, si. E mi meraviglio di lei!”
“Perché? E’ un delinquente?”
“E’ Nicholas Leighton, figlio del conte di Yeovil, un piccolo aristocratico locale che possiede l’allevamento di cavalli presso cui anche noi acquistiamo gli animali.”
“E dunque?”
“Quel ragazzo non è un buon partito, la sua famiglia è di rango inferiore e non potremmo mai acconsentire al loro fidanzamento.”
“Mi meraviglio di te!” Sbottò Daisy incrociando le braccia. “Stai a guardare queste cavolate invece che alla felicità di Rosemary?!”
Edward non rispose. Era rimasto stupefatto dalla scoperta che la sua sorellina aveva una tresca amorosa segreta.
“Caro amore mio, credevo avessi imparato qualcosa dalla tua permanenza nell’epoca moderna. Se quei due si amano, che motivo hai tu di metter bocca fra di loro? Sei forse geloso che la tua sorellina sta crescendo?”
Il ragazzo si voltò ed effettivamente quel fastidio che sentiva poteva essere riconducibile ad una sorta di gelosia nei confronti della ragazza. “Io… voglio solo che non soffra. Leighton appartiene ad una famiglia inferiore alla nostra e temo solo che se la cosa venisse scoperta Rosie passerebbe un brutto momento.”
“Io invece credo lo stia già passando.” Fece una breve pausa. “Gli sta dicendo addio. Domani partiamo per Londra e in un modo o nell’altro doveva comunicarglielo. Sai benissimo che forse non potranno vedersi mai più, quindi non stare a tirare fuori queste sciocchezze dei ranghi sociali perché in casa tua c’è già chi gliele potrebbe sparare addosso. Lascia che viva il suo primo amore liberamente, non fare una sola parola con lei sull’argomento fino a quando non ce ne vorrà parlare. E ti prego di non ferirla con le parole che hai pronunciato prima.” Si voltò verso i due e, preso Edward per la mano, si allontanarono in silenzio. “ Lasciamoli soli, non peggioriamo la situazione. Se anche lui la ama, credi sia felice di vederla partire?”
C’era del vero nelle parole di Daisy, la strinse forte baciandola con amore e insieme presero la strada per far rientro ad Harringhton House.
Dove qualcuno tramava di nuovo nell’ombra.
 
 
 
Ciaoouu!
Confesso di non essere del tutto convinta del capitolo ed ho combattuto fino a qualche istante fa sull’aggiornare la storia o meno questo venerdì rimandando alla settimana prossima. Ho avuto un periodo di stop, non riuscivo ad andare avanti. Comunque spero non abbiate trovato il capitolo troppo noioso.
Si torna dunque a Swanlake Palace, è lì che infatti si trova lo stargate che Daisy e Edward hanno attraversato insieme… E Rosemary deve dire addio al suo innamorato:  lei deve andare a Londra perché altrimenti i due non potranno mai tornare nella nostra epoca.
Vi ringrazio di nuovo per il tempo che spendete nel leggere la storia e ringrazio fin d’ora chi vorrà lasciare un commento.
 
Un abbraccio
La Luna Nera

 
  
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