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Autore: Sian    23/11/2014    0 recensioni
Dopo essere stati risucchiati dentro un portale, Glaceon, Plusle, Minun, Leafeon, Houndoom, Absol e Flygon scoprono di avere una forma completamente diversa: hanno delle sembianze umane. Anche l'ambiente che li circonda è decisamente diverso. Sono lontani fra di loro e vogliono cercare di tornare come prima tornando dai loro allenatori, Hitomi e Kai. Non sanno però che anche Kai è in quella dimensione assieme a loro.
Degli umani aiuteranno questi 7 pokémon smarriti ad ambientarsi alla loro nuova vita. Resteranno o vorranno tornare alla normalità?
Dal capitolo 1:
L’aveva trovata che girava nei pressi di casa sua, come se si fosse persa. Non l’aveva mai vista, quella ragazza dai capelli lunghi e azzurri, con gli occhi di ghiaccio. Era una tipa strana: aveva una coda e delle orecchie, sempre azzurre anche quelle ma con una punta più scura all’estremità, e non parlava moltissimo, o meglio, quando parlava era glaciale.

[AU - Personificazioni Pokémon - Gijinka Pokémon - Dal mondo di Hoenn a Tokyo - Revisionata con modifiche e aggiunte di personaggi di trama]
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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~Capitolo 3~

Kenji

 photo kenji.jpg 

Intorno a lei c’era un paesaggio tutt’altro che uguale a quello della radura. Si trovava in una stanza monotona: scaffali color nocciola, muri bianchi, un letto con una coperta nera piena di peli di cane, una fotografia, raffigurante un ragazzo dai capelli neri e gli occhi mori assieme ad un akita-inu rosso, appesa sopra alla scrivania di fronte al letto. La ragazza si affacciò alla finestra e vide che si trovava ad un’altezza per lei stratosferica. Poi si accose che il vetro rifletteva la sua immagine: era diversa da come era prima. Ora stava su due zampe, i capelli corti lilla erano scompigliati, gli occhi del medesimo colore erano impauriti e in mezzo alla fronte aveva un pallino rosso. I suoi vestiti, anch’essi viola e lilla, erano piuttosto stravaganti: pancia scoperta, gonna corta e calze lunghe, una coda biforcuta e due lunghe orecchie.
Era ancora intenta a guardare la sua nuova immagine riflessa, quando sentì dei rumori provenienti dal resto dell’appartamento. “Eccoci a casa!” Una voce maschile provenì dal salotto. Poi ci fu un abbaio di un cane. La ragazza capì che si trattava probabilmente del ragazzo nella foto con il suo cane.
Dei passi si muovevano verso la stanza dove si era ritrovata. Quando il ragazzo aprì la porta della camera e trovò lei vicino alla finestra ebbe un sussulto. “Chi diavolo sei? Come hai fatto ad entrare?” Era spaventato e prese in mano l’asta appendi abiti che c’era di fianco alla porta della camera.
La ragazza era altrettanto spaventata e disorientata, quasi come se sembrasse colta di sorpresa: “io... Cercavo Kai veramente...”
Il ragazzo la guardò stranamente: gli sembrava impossibile che una ragazza del genere vestita in abiti provocanti cercasse qualcuno in casa sua. Come minimo era un ladro stravagante. “Dimmi la verità, se vuoi i soldi prendili pure.”
“No, mi chiamo Sion e ad un tratto mi sono trovata qui, all’improvviso. Stavo lottando assieme a Kai contro Natsume e Hitomi in una radura. Non voglio i soldi...” La ragazza era più spaventata del ragazzo tanto che iniziò a parlare senza fermarsi. Non capiva perché si fosse ritrovata con altre sembianze in un appartamento di un ragazzo mentre poco prima stava lottando.
Arrivò l’akita-inu del ragazzo e iniziò ad abbaiare a Sion. “Calmo Aka... Ci penso io” Il ragazzo impugnò per bene l’asta appendi abiti, di quella ragazza non si fidava. “Ti conviene andartene prima che ti succeda qualcosa. Non chiamerò la polizia.”
Sion lo guardò e iniziò a piangere: “Non voglio fare niente di male... Io mi sono trovata qui, con questo corpo. Non so nemmeno come e perché sono qui.”
Notò che era impaurita e che, se non stesse fingendo, era una ragazza fragile. Pose l’asta vicino al muro ma senza abbassare la guardia. “Ancora non ho capito come hai fatto ad entrare, però mi sembri sincera.”
“Io voglio tornare da Kai... Aiutami ti prego!” Sembrava si fosse calmata ma all’improvviso scoppiò a piangere di nuovo. Per il ragazzo sembrava avere a che fare con una bambina delle elementari, non di certo con una dall’apparenza di diciassette anni.
“Kenji, piacere.” Si presentò e poi le porse dei fazzoletti. “Non so chi sia questo Kai, e nemmeno come sei sbucata qui, ma farò il più presto possibile per farti andare via dal mio appartamento e ritrovare Kai.”
“Grazie! Sei gentile” Sorrise asciugandosi le lacrime.
Kenji la guardò basito: a lui stesso gli era sembrato sgarbato e poco cortese mentre lei apprezzò la sua rudezza. Quella tipa era davvero lunatica. “Sono appena rientrato da una passeggiata... Ma mi costringi ad uscire di nuovo per questo Kai... Muoviti, prima che mi passi la poca voglia che ho di aiutarti.”
Sion, ancora con il sorriso in faccia, si diresse assieme a Kenji all’uscita della palazzina. Una volta scesi Kenji guardò la ragazza lilla, sembrava una di quelle tipe travestite, un cosplay di qualche cosa. Anche se era vestita in quel modo molto piccante aveva capito che era una ragazza fragile e timida. Per questo non capiva il perché di quei vestiti. “Senti...” Incominciò il ragazzo. “Posso chiederti una cosa?”
Sion, colta di sorpresa, rispose con un cenno. Si sentì domandare: “Perché quei vestiti così strani?”. Lei arrossì perché veramente non lo sapeva neppure lei e non poteva rispondergli che ci si è ritrovata, suonerebbe troppo bizzarro. Così rispose: “è un regalo che mi ha fatto Kai”. Ciò non era nemmeno falso perché Kai, ultimamente aveva regalato a Sion un fiocco da mettere al collo e quei vestiti ci assomigliavano.
Kenji pensò a chi potrebbe essere questo Kai di cui tanto parlava come se fosse il suo ragazzo. “Ok, vogliamo andare?”
La ragazza in lilla seguì Kenji che le faceva domande in modo svogliato sull’aspetto di questo presunto Kai. Dopo averlo descritto in tutti i minimi dettagli cercò di ricordarsi dove l’aveva lasciato. “In una radura, stavo combattendo contro Natsume”
Kenji guardò stranito Sion, anche se questa storia l’aveva già sentita quando la trovò in camera sua. Qui in giro non c’erano radure e gli sembrava impossibile combattere contro una persona, a meno che non tirassero a Boxe. Ma Sion non aveva per niente l’aspetto di un pugile. Inoltre ancora non gli era chiaro come avesse fatto a trovarsi nel suo appartamento.
La ragazza spiegò: “Te l’ho già detto, dopo essermi scontrata contro Natsume sono stata portata qui.”
Kenji scoppiò a ridere mentre a Sion salivano le lacrime agli occhi. “Scusa ma non credo a queste cose” Poi notò che la ragazza era moralmente instabile, perciò smise di ridere. Era proprio una noia aiutare quella tipa, aveva ben altro da fare, eppure non l’aveva ancora abbandonata.
“Kenji, sto dicendo la verità... Io non so come abbia fatto a trovarmi nel tuo appartamento.” Sion piagnucolava.
Il ragazzo non sapeva cosa ribattere. Non poteva lasciarla lì, era indifesa e debole. Ma non poteva nemmeno aiutarla visto che non capiva la situazione. “Non sai dove poter trovare Kai?”
Si asciugò le lacrime “No, non ci separiamo mai, non saprei dove cercarlo”
Kenji la guardò e si accorse che, anche se aveva un cuore duro e l’inizio non era cominciato bene, le faceva tenerezza. Le sorrise. “Ho capito. Allora facciamo un giro nei dintorni”
Sion lo guardò: non sembrava più il ragazzo che l’aveva quasi aggredita nell’appartamento. Così iniziarono a vagare per il parco vicino la casa di Kenji.
“Quindi cosa farai se non troviamo Kai entro oggi?” Le domandò.
Ci pensò, ma non arrivò ad una risposta “Non lo so”
Gli balenò in testa un’idea bizzarra “Ti posso ospitare per la notte, se hai bisogno!” Anche se Aka, il suo cane, non gliel’avrebbe permesso.
A Sion brillarono gli occhi. “Davvero?”
“Certo, non posso di certo lasciarti qui. Ho capito che sei in difficoltà e che non hai mai visto una città come questa, anche se non capisco come sia possibile, ma accetterò le tue parole” Kenji la guardò, era davvero entusiasta e felice per quella proposta.
“Grazie!”
Continuarono a cercare Kai nel parco, anche se sapevano entrambi che non era lì. Ormai stavano passando il tempo a passeggiare più che a cercare Kai. “Qui mi rilasso sempre assieme ad Aka.” Il ragazzo andò verso una panchina libera, dove solitamente si sedeva assieme all’akita inu e aspettava che Natsumi, la ragazza che le piaceva, passasse di lì per tornare a casa, ma purtroppo era già tardi.
“Aka è il tuo cane?” Sorrise Sion sedendosi mantenendo una certa distanza.
“Sì, spero non ti abbia spaventata”
“In verità un pochino, ma sono abituata a sentire Natsume” Rise pensando a Houndoom quando lo faceva arrabbiare.
Kenji era confuso, pensava che Natsume fosse una persona, non un cane. Ma non chiese nulla e sorrise. “Torniamo indietro? Ormai sta facendo buio”
“Come vuoi tu” Sion si alzò assieme a Kenji e tornarono a casa.
Appena entrarono nell’appartamento Aka saltò addosso a Kenji, mentre quando vide Sion le ringhiò contro. “Aka, sta calmo, è una brava ragazza, non farà nulla”. L’akita inu annusò la nuova arrivata e poi si mise nella sua cuccia ad aspettare l’ora di cena.
Sion sentì un tintinnio di un collarino per animali. Si girò verso la finestra e notò un gatto nero sdraiato sul davanzale: probabilmente prendeva il sole prima che tramontasse.
“Lui è Saki” Kenji lo richiamò con un fischio breve, distinto da quello per Aka. Il gatto aprì gli occhi, e con pigrizia si alzò, si stiracchiò e miagolò a Kenji prima di saltare giù e correre in mezzo alle sue gambe.
“É affettuoso” Sorrise abbassandosi ad accarezzare il gatto.
“Sì, molto. Vieni a vedere cosa mangiare?” Si incamminò verso la cucina.
Sion annuì e lo seguì in cucina assieme a Saki. “Vivi da solo?”
“No, i miei genitori lavorano tutto il giorno. Escono presto e tornano tardi. Non li vedo quasi mai se non sto sveglio fino a tardi o mi sveglio presto al mattino.” Kenji aprì il frigorifero e fece guardare a Sion cosa volesse di cena mentre lui aprì la scatoletta per Saki e diede i croccantini ad Aka. Per cena scelse di mangiare della frutta fresca. Kenji era in realtà un po’ preoccupato della scelta della ragazza. Lui invece si preparò del riso bollito, due patate al cartoccio accompagnate dagli spinaci, concludendo con una mela. “Sei sicura che ti basta della frutta?”
“Sì, penso sia anche tanta. Di solito mangio solo delle bacche o cose piccole” Sion sorrise mangiando una mela.
Kenji era allibito: era proprio strana. Finirono di cenare in silenzio: Sion era imbarazzata mentre Kenji non sapeva cosa dirle.
“Se vuoi farti la doccia vai pure, domani dopo che sarò tornato da scuola andremo a cercare Kai, va bene?” Kenji mise gli utensili usati in lavastoviglie e poi andò ad accendere la tv distendendosi sul divano di pelle, mentre Saki gli salì sulla pancia per farsi coccolare.
“Ok...” Sion era preoccupata per Kai e per gli altri. Dove erano spariti tutti? Perché si trovava in quelle sembianze? Non faceva altro che chiederselo anche sotto la doccia. Prese un asciugamano ed uscì dal bagno perché aveva una domanda urgente da fare a Kenji: “Domani possiamo andare a comprare anche dei vestiti? Mi vergogno ad andare in giro con dei vestiti del genere”
Kenji la guardò e poi accorgendosi che era nuda con solo un asciugamano addosso si rigirò e rispose di sì. Era arrossito dall’imbarazzo: cosa le prendeva a quella ragazza? Però un po’ gli dispiaceva non vederla più con quegli abiti addosso. Non ci pensò più, Sion era ancora lì con solo l’asciugamano. Magari si aspettava qualcosa. Kenji senza girarsi le chiese: “Hai bisogno per caso dei vestiti per questa notte e per domani?”
Sion rispose affermativamente, aspettando che il ragazzo le donasse degli abiti.
Il ragazzo dai capelli corvini scansò Saki dalla pancia e si alzò evitando la vista su Sion e si diresse in camera dei suoi genitori. “Non penso mia madre si accorgerà che gli mancheranno dei vestiti... Nel caso dovrò comunque spiegarle che ce li hai tu e perché.” Sospirò, non sarebbe stato facile. Non aveva grandi rapporti con i suoi genitori e nemmeno riusciva ad affrontare delle discussioni con loro. Ma prese una camicia da notte, dei pantaloncini di jeans e una maglietta a maniche corte azzurra. Li porse a Sion. “Spero ti piacciano, sono le uniche cose un po’ giovanili in questo armadio antiquato” Rise chiudendo le ante.
La ragazza lilla annuì “Vanno benissimo, grazie!” Si dileguò di nuovo in bagno ad indossare la camicia da notte per poi andare a dormire. “Kenji, dove posso dormire?”
Spense la tv e raggiunse Sion. Si diresse verso camera sua: “Puoi usare il mio letto, io farò finta di essermi addormentato sul divano, mi capita spesso. I miei non verranno a controllare in camera mia, lo sanno che non sopporto quando entrano a guardare cosa combino.”
“Oh.. ok. Grazie” Sion era un po’ preoccupata. “Devo dormire in camera da sola al buio quindi?”
Kenji le sorrise rassicurandola che il lampione della strada avrebbe fatto luce lo stesso. E non era da sola perché per ogni evenienza lui era in salotto, non in capo al mondo. Sion annuì e si ritirò in camera addormentandosi nel letto di Kenji, o forse il letto di Aka vista la quantità di peli presenti sulla coperta.
Anche il ragazzo si addormentò sul divano, poco prima che i suoi genitori entrassero e lo videro dormire tranquillo.

Note dell'Autore:
Eccomi con un nuovo capitolo :') Il prossimo sarà Houndoom! Fatemi sapere che ne pensate sulla storia in sé. Cosa vi aspetterete quando verranno raccontati tutti i personaggi? Cosa succederà? Vi lascio con un po' di domande xD
Ci vediamo a Dicembre,
Sian <3

   
 
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