Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: _mErcy_    23/11/2014    0 recensioni
“Ehi Veronica aspetta!” Disse Marco avvicinandosi alla ragazza.
“Riguardo alla storia del tuo libro... non finisce veramente così.”
Veronica lo guardava incredula. “Cosa intendi dire?”
“Quando questa battaglia sarà finita, ti mostrerò il vero finale della storia.” Disse voltando le spalle alla ragazza. “E' una promessa.”
“Sarò lieta di scoprire qual è il vero finale della fiaba che mi ha cresciuta.” Dopodiché Veronica aggiunse: “Marco...”
“Si?”
“Sopravvivi, per il nostro futuro e per la tua promessa.”
“Si lo farò, ma fallo anche tu.” Veronica si limitò ad annuire, poi i due presero strade differenti.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jean Kirshtein, Marco Bodt, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter 2: Inside the nightmare

 

Year 845, Wall Maria/Wall Rose

 

La nave su cui era salita Veronica era riuscita a partire in tutta sicurezza.

Tutto sembrava essersi tranquillizzato, ma non era così. Quando la nave fece una decina di metri , si udì un forte rumore.

In pochi istanti un titano alto almeno una quindicina di metri, sfondò la seconda entrata del muro Maria dando il libero accesso ai titani nella parete interna.

Veronica, che se ne stava seduta a piangere, si era alzata per osservare cosa fosse successo. Quando vide quello strano titano,

subito si sgranò gli occhi per osservare meglio la gigantesca creatura, poi scuotendo la testa si rimise a sedere.

“Non ci sono più pericoli Veronica, qui sei al sicuro.” Ripeteva a se stessa cercando di tranquillizzarsi.

 

Dopo circa mezz'oretta la situazione sulla nave si era leggermente calmata anche se la gente continuava a dimenarsi e a piangere per le persone morte e per le loro vite ormai sconvolte.

Veronica smise di piangersi addosso e decise di alzarsi dall'umido pavimento di legno. Fece qualche passo e poi si guardò intorno, c'era un silenzio quasi inquietante. Ma se ascoltava bene poteva udire il rumore dello scorrere dell'acqua e i lamenti di alcune persone.

Poi qualcosa o meglio qualcuno attirò la sua attenzione.

“Eren?” Domandò.

Un bambino dai capelli castani e due luminosi occhi verdi si girò verso di lei.

“Veronica? Anche tu qui?” Domandò il moro. “Ehi Mikasa,Armin guardate chi c'è!”

Due bambini della stessa età di Veronica si presentarono davanti agli occhi della bambina.

“Veronica, così sei finita anche tu su questa nave.” Disse la ragazza dai capelli corvini e dai freddi occhi grigi.

“Si, sono riuscita a salvarmi... ma per mio padre...” Veronica si accasciò a terra ricominciando a piangere.

“Mi dispiace Veronica.” Disse Eren appoggiando la sua mano sulla spalla destra della bambina.

“Sai uno di loro ha divorato mia madre.” Disse ringhiando. La bambina lo guardò con stupore, conosceva Eren e sapeva che quel bambino era spesso arrabbiato, ma il dolore e la voglia di vendetta che bruciano nei suoi occhi la scioccarono molto.

“Ehi Vero, se vuoi puoi restare con noi fino a quando vorrai. Ti va?” Disse Armin, un bambino minuto dai capelli biondi e con gli occhi azzurri.

Veronica lo fissò per qualche secondo poi annuì con la testa.

 

I quatto bambini si conoscevano da molto tempo, erano nati e cresciuti nel distretto di Shiganshina e molto spesso si incontravano per giocare insieme, visto che la casa di Veronica e quella di Eren e Mikasa erano vicine.

Veronica spesso si ritrovava ad essere vittima di bullismo così come Armin, ma per loro fortuna a salvarli c'erano Eren e Mikasa che entravano in scena correndo, e con grande forza, riuscivano sempre a sconfiggere i bulli.

Nonostante la simile forza, Eren e Mikasa in realtà non erano fratelli di sangue, la bambina, infatti era stata adottata dai Jeager, ovvero la famiglia di Eren, l'anno prima perché i sui genitori erano stati uccisi da un gruppo di vandali.

Armin invece, era amico di Eren fin da quand'erano molto piccoli, insieme sognavano di visitare il mondo al di fuori dalle mura. Ma il loro sogno era lontano e quasi irrealizzabile, ma non avevano intenzione di arrendersi.

 

 

 

Year 845, Trost District, Wall Rose

 

Era ormai passato un giorno da quando la nave aveva attraccato nel distretto.

Veronica, Eren e Mikasa stavano aspettando le loro porzioni di cibo, quando arrivò Armin correndo verso di loro con in braccio quattro pagnotte.

“Ragazzi guardate cosa mi ha dato mio nonno!”

“Ah delle pagnotte, fantastico!” Disse Veronica quando Armin gliene porse una.

Prima che mangiassero, sentirono un uomo appartenente al Garrison, farfugliare qualcosa riguardo la gente del muro Maria rifugiata nel muro Rose, e sul fatto che sarebbe stato meglio se ne fossero morti molti di più.

Eren preso dalla furia s'incamminò verso l'uomo e gli diede un calcio nello stinco. Costui insieme ad un suo compagno, reagirono male a tale azione, così colpirono Eren, che si accasciò a terra.

Prima che il bambino fosse colpito di nuovo, s'intromise Armin che si scusò per il comportamento dell'amico, giustificando la sua azione dicendoli che aveva reagito così solo perché era affamato.

I quattro si stavano spostando, quando Veronica notò una persona a lei famigliare camminare accanto a loro.

“Mamma?” Chiese Veronica.

“Veronica, sei tu?” La madre non esitò ad abbracciare la figlia, che non riuscì a far frenare le lacrime.

“Pensavo fossi morta!” Disse Veronica staccandosi dalla madre.

“No tesoro sto bene.” Disse guardandola, poi passò lo sguardo ai tre bambini dietro di lei.

“Oh voi siete gli amichetti di Veronica, non è vero?”

I tre annuirono all'unisono e la madre di Veronica gli domandò: “Siete soli? Perchè se è così potete stare da noi.”

“No stia tranquilla sappiamo dove stare.” Rispose Mikasa gelidamente. “Grazie della sua offerta.” Disse infine.

“Va bene, comunque se cambiate idea potete trovarci nella 18° strada ad ovest, chiedete a qualcuno di Trost nel caso voi non la troviate.”

Veronica e la madre si allontanarono da loro tre e incominciarono ad incamminarsi.

“Mamma, dove andiamo?” Chiese la piccola timidamente.

“Dai nonni, d'ora in poi vivremo lì.”

“I nonni! Ah che bello!” Rispose allegramente.

La madre sorrise e prese per mano la figlia.

“Andiamo, scommetto che la nonna stasera per cena farà il tuo piatto preferito.”

“Uhmm Yummy.”

 

-

 

Year 846, Trost District, Wall Rose

 

Era in quel anno che le persone si erano riunite per decidere di ricostruire il muro Maria.

In molti erano stati obbligati a coltivare terreni per procurare abbastanza cibo per la sopravvivenza di tutti.

La mamma di Veronica era stata convocata per partire alla riconquista del muro Maria. Veronica era contraria a questa decisione, però non avevano altre scelte.

“Mamma... Lunedì ritornerai, vero?” Chiese Veronica mentre si avvicinava alla soglia della porta, dove vi era la madre.

“Mi dispiace tesoro, ma devo partire, per l'umanità.” Disse la madre abbassandosi all'altezza della figlia per darle un dolce bacio sulla fronte. “Come ti ho detto il mio dovere è quello di proteggere le mura, non è così?” La madre le porse un sorriso triste è se andò salutando tutti con una mano. Veronica la guardò allontanarsi e con occhi colmi di tristezza si ritirò in casa per preparasi a lavorare.

 

Veronica si era tolta il pigiama e si era messa dei vestiti comodi per il lavoro, un paio di stivali di gomma e aveva legato i lunghi capelli in una semplice coda di cavallo bassa. Alla fine mise un cappotto adatto per la fredda stagione, e lei e il nonno erano pronti per coltivare i campi.

Appena usciti s'imbatterono nel loro vicino di casa, Thomas Wagner, un tipo alto, biondo e con delle lunghe basette, all'incirca della stessa età della bruna.

A Veronica pareva un ragazzo simpatico e sveglio e accettava volentieri la sua compagnia durante il lavoro.

 

Year 846, Wall Rose/Wall Sina

 

Il lavoro era tanto e difficile, i più anziani alzavano e abbassavano la zappa con fatica e anche i più piccoli non erano da meno.

Veronica aveva appena finito di coltivare il suo piccolo pezzo di terreno, quando Thomas le si avvicinò.

“Wow Veronica sei veloce!” Si complimento il ragazzo. “Guarda come sono indietro io!” Disse indicando il suo pezzo di terreno mezzo coltivato.

“Ti ringrazio Thomas, ma anche tu non te la cavi male.” Rispose Veronica sorridendo. “Ora se non ti dispiace vado ad aiutare mio nonno, sembra si stia affaticando troppo.” Detto questo salutò il biondo e si diresse dal nonno che come la vide, smise di zappare.

“Tesoro mio, hai già finito?”

“Si” Disse prendendo la sua zappa e incominciando a impiantarla più volte nell'umido terreno.

“Cosa fai?”

“Ti aiuto, così andiamo a casa prima.” Disse la ragazzina sorridendo all'anziano.

 

Year 846, Trost District, Wall Rose

 

I lunghi giorni a lavorare passavano in fretta e arrivò il tanto atteso lunedì, ovvero il giorno in cui la madre di Veronica sarebbe dovuta ritornare dalla missione.

La ragazzina se ne stava seduta a disegnare su un tavolo nel salotto, quando sentì bussare alla porta.

“La mamma! E' tornata!” Disse saltando giù dalla sedia.

La nonna intanto stava andando ad aprire. Quando Veronica arrivò trovò la nonna inginocchiata per terra in preda alla disperazione, ed un uomo in divisa davanti alla porta.

“Dov'è mamma?” Chiese Veronica guardandolo terrorizzata.

“Mi dispiace, ma non ce l'ha fatta, se ne è andata valorosamente durante la missione di ieri mattina.” L'uomo fece il famoso saluto mettendo il pugno destro sul cuore e il braccio sinistro dietro la schiena. “Vivissime condoglianze.” Dette queste parole se ne andò lasciando che il silenzio di quell'istante invadesse la mente della povera ragazzina.

 

-

 

Il lungo inverno era giunto al termine e Veronica stava ritornando a casa dal lavoro, quando s'imbatté in un gruppetto di tipi loschi, forse di qualche anno più grandi di lei.

Stavano picchiando un povero gattino bianco. Veronica non poteva stare lì a guardare.

“Ehi voi, smettetela subito!” Gridò con tutto il coraggio che aveva addosso.

“Oh ma che bella bimbetta abbiamo qui?” Disse il più grande di loro con un orribile ghigno sul volto.

“Sarà divertente ridurti in poltiglia non è così Carl?” Aggiunse un altro tipo losco.

Veronica non poteva fare nulla per fermarli erano forti e lei era da sola.

Quei tipacci l'avevano presa a calci umiliandola e deridendola.

Si sentiva inutile ed era in questi momenti che le risalivano in mente certi ricordi, ricordi di suo fratello Antonio.

 

-

 

Year 841, Shiganshina District, Wall Maria

 

Veronica era sdraiata per terra e piangeva, i soliti bulli del distretto la stavano tormentando di nuovo, le tiravano i capelli e la insultavano sputandole addosso.

Il suo tormento sarebbe ben presto finito, perché dall'angolo spuntò suo fratello Antonio, che corse nella sua direzione.

“Ehi voi lasciatela stare!” Urlò ai bulli.

“Cazzo! E' Antonio! Scappiamo!” Gridarono all'unisono e poi correndo se ne andarono via.

“Ehi Vero...” Disse il fratello alzandola da terra.

“Domani partirai... come farò senza di te.” Disse sfregandosi gli occhi cercando di non piangere.

“Stai tranquilla ti verrò a trovare dopo le spedizioni.” Disse mostrando alla sorella un ampio sorriso.

“Ma andrai fuori dalle mura, è pericoloso e tu lo sai!” Disse abbracciandolo. “Non voglio!”

“Tranquilla andrà tutto bene, ti prometto che quando ritornerò giocheremo tutto il giorno insieme.”

“Me lo prometti?” Chiese Veronica porgendoli il mignolino.

“Si te lo prometto.” Disse afferrando il mignolo della sorella con il suo.

 

-

 

Year 843, Shiganshina District, Wall Maria

 

“Tesoro, sono ritornati dalla spedizione!” Disse la madre urlando dall'altra parte della cucina.

Veronica senza contenere l'emozione, si precipito fuori dalla porta insieme al padre.

Guardava con stupore la Legione Esplorativa che stava rientrando nell'interno.

Con lo sguardo stava cercando il fratello, ma non lo vedeva da nessuna parte.

Alla fine notò il caporale Levi arrivare con un cavallo nella sua direzione.

Veronica non esitò a domandarle del fratello.

“Dov'è Antonio?” Levi la guardò cupamente, quell'uomo era sempre cupo, ma in quel momento lo sembrava più del solito.

Scese dal cavallo e mise la mano destra sulla spalla della bambina.

“Mi dispiace, ma tuo fratello non ce l'ha fatta.” A quelle parole Veronica si sentì crollare il mondo addosso.

Non poteva essere, suo fratello era uno dei soldati migliori dopo di Levi, era secondo nella top ten dei tirocinanti. Non poteva crederci, come era successo tutto questo?

 

-

 

Year 846, Trost District, Wall Rose

 

La ragazzina non poteva essere umiliata ancora per molto, e con tutte le forze che aveva in corpo, riuscì ad alzarsi ed a sferrare un colpo dritto sul naso di Carl, che indietreggiò quasi cadendo.

“Cazzo che male!” Disse toccandosi il naso sanguinante.

“Ne ho anche per voi, pezzi di merda!” Gridò Veronica agli altri due.

“Nono grazie.” Risposero in coro. Dopodiché alzarono le suole e se ne andarono.

La ragazzina tutta addolorata e piena di lividi, decise di portare a casa con se il gatto per curarlo.

 

-

 

Year 847, Trost District, Wall Rose

 

“Davvero? Ci saranno i reclutamenti a breve?” Chiese un uomo anziano ad una signora.

“Eh si sai, a breve avremo altri eroi a proteggerci.”

Veronica era sulla via del ritorno dal lavoro e aveva sentito questo discorso, così incuriosita si avvicinò ai due anziani.

“Scusate, davvero ci saranno i reclutamenti?”

“Certo, perché vuoi arruolarti anche tu?” Chiese la signora ridacchiando.

“Certo che si!”

“Ma non sei troppo piccola?” I due anziani risero in coro.

“Ma ho 12 anni!” Rispose ringhiando. Poi senza pensarci troppo si diresse da un uomo del Garrison per arruolarsi.

 

-

 

Era il giorno della partenza, e Veronica si stava pettinando davanti allo specchio del bagno, quando un pensiero la bloccò.

“Questi capelli... sono troppo lunghi.” Disse facendo scorrere i suoi capelli corvini tra le dita.

“Devo tagliarli.” Veronica aprì il cassetto del nonno e prese le forbici da barbiere, e senza pensarci troppo, con delle grosse sforbiciate tagliò i suoi lunghi capelli in un corto caschetto.

Dopo tale azione prese i bagagli e scese le scale.

“Tesoro aspetta!” Disse la nonna fermandola. “Sei sicura di voler partire?”

“Più che sicura.” Rispose aprendo la porta.

“Perchè hai tagliato i capelli? Erano così belli.”

“Nel militare non serve essere belli, bisogna solo combattere duramente per la sopravvivenza della nostra specie.” Dopo queste parole Veronica uscì dalla porta salutando con la mano i nonni.

Nel suo cammino verso l'uscita di Trost scontrò un ragazzo.

“Ehi tu deficiente stai attenta a dove vai!” Le urlò contro il ragazzo.

“Sta attento tu, imbecille.” Le rispose infastidita.

“Tsk, ma guarda che stupida ragazza dovevo scontrare.” Bisbigliò il ragazzo allontanandosi da lei.

“Ma chi si crede di essere questo tipo con la faccia simile a quella di un cavallo e poi che razza di capelli sono quelli!” Disse urlando e battendo ferocemente i piedi per terra.

Mentre lei era alle prese con il suo sfogo, un altro ragazzo la scontrò da dietro.

“Ops.”

Veronica si girò e un viso famigliare le si mostrò davanti agli occhi.

“T-Thomas? Anche tu ti arruoli?” Chiese stupita.

“Certo perché non dovrei, e comunque non stare in mezzo alla strada, altrimenti blocchi il passaggio. “ Le raccomandò ridendo.

“Certo.”

“Andiamo insieme, ti va?”

“Si, va bene.”

I due s'incamminarono verso l'uscita pronti per incominciare la loro nuova vita nell'esercito.

  
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