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Autore: Giuls_breath    23/11/2014    2 recensioni
Elena Gilbert era una ragazza come le altre almeno fino a che la sua vita non si è incrociata a quella dei fratelli Salvatore.
Tratto dal secondo capitolo:
"Mamy" sussurra addormentata.
"Amore, torna a dormire" le rispondo con dolcezza "Fai tanti bei sogni, ti voglio bene".
"Secondo te anche il mio papà me ne vuole?"
Sento il mio cuore sbriciolarsi a quella domanda così innocente e una lacrima mi riga il volto.
"Ma certo che te ne vuole. E ora fa' la nanna".
Prima storia sulla mia coppia preferita.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo VIII

 
“Ciao, Elena, sono Vicki.”
“Ciao.” dico semplicemente.
Sono a lavoro quindi non posso lasciarmi andare a tanti convenevoli.
“Per dopo domani ho organizzato una bella rimpatriata, che ne dici? Ci verrai?”
Tentenno.
“Ti prego, non dirmi di no.” mi supplica quasi.
“Okay” sorrido “mi arrendo.”
“Bene! Porta anche il tuo fidanzato, non so se sei fidanzata..”
“Okay, ci saremo!” dico guardando verso Kol che è al momento impegnato a telefono con un fornitore giapponese.
“Fantastico! Non vedo l’ora di conoscere quest’uomo che ti ha rubato il cuore e ci vediamo a Mystic Falls.” il cuore manca un battito e per poi riprendere a battere più veloce.
“Guarda… se era qui a New Orleans tranquillamente, ma…”
“Oh guarda che ho pensato a tutto! Ho prenotato delle stanze così staremo la notte qui e poi il giorno dopo ognuno ritorna alla normalità, diciamo. Dai su, il giorno dopo è anche sabato!”
“Vicki, non è per essere scortese, ma non posso lasciare una mia amica da sola.”
“Portala! Magari conosce mio fratello Matt che poverino sta sempre solo!”
Oddio e ora come me ne esco?
“Veramente…. non vuole vedere nessuno. Sai, è in crisi con il suo compagno e…” mi riallaccio alla storia di Care “quindi non si sente molto socievole.”
“Elena, dai. Ti prego, trova il modo, ma vieni!”
Dimenticavo quanto Vicki Donovan fosse insistente, sbuffo allontanando il ricevitore dalla bocca e poi lo riavvicino dicendo in tono arrendevole: “Okay, va bene. Dopo domani a Mystic Falls.”
“Bene, vi aspetto! Buona giornata.” e riaggancia.
Poso il ricevitore e poso il capo sulle mani posate sulla scrivania.
Sono stanca, incredibilmente stanca. Marcel mi tartassa ultimamente, i lavori non gli piacciono, dicono che sono sciatti, ripetitivi e che tra poche settimane devo fargli sapere chi scelgo tra Damon ed Andie. Damon è migliorato ultimamente: i tratti sono più decisi, meno tremanti, i vestiti diversi, particolari, i colori accattivanti. Andie invece sta promuovendo una linea tutta sua, volgare. A mio avviso.
“Tutto bene?” alzo il capo, è Bonnie.
“Sì, grazie Bonnie. Sono solo un po’ stanca.”
“Marcel ti fa lavorare troppo, eh?”
“Già.” dico massaggiandomi le tempie.
“Senti, ma perché non ti fai aiutare da Kol nelle decisioni almeno tra Salvatore e Star? Quel ragazzo ha un debole per te, spero tu te ne sia resa conto.”
“Kol? Ma no, lui è soltanto molto gentile con me. Siamo ottimi amici..”
“E passa il 60% del suo tempo a fissarti o a parlare bene di te, a elogiarti.”
La guardo sorpresa “Davvero? Insomma, so che Kol per me nutre una grande simpatia, ma sentirmi dire che mi elogia o fissa… insomma mi lascia completamente basita.” ed è vero!
“Non farlo soffrire, va bene? Non lo merita.”
Annuisco solo.
Oggi lo invito a pranzo, devo chiarire cosa provo per lui e non voglio illuderlo.
 
Siamo seduti al tavolo del ristorante cinese, abbiamo preso degli involtini primavera e stiamo aspettando il riso alla cantonese.
“Kol, ti devo dire una cosa.”
“Dimmi.” mi sorride dolce.
“Tu lo sai che io ti voglio bene, vero?”
Annuisce.
Abbasso gli occhi “Sai che io provo soltanto affetto per te.” alzo gli occhi sul suo volto improvvisamente scuro “E’ come sospettavo dunque Kol?” chiudo gli occhi e stringo le labbra “Mi..”
“No, Elena, non dispiacerti.
Io lo so quali sono i tuoi sentimenti per me e so che i sentimenti che provi per Damon sono l’uno la luce e l’altro le tenebre. So che lui è e resterà per sempre l’uomo che ami. Ti ha come stregata, non importa tutto il male e il dolore che ti ha inflitto, tu lo amerai sempre. Ti è entrato sotto pelle*.”
Quelle parole mi scottano e mi feriscono: feriscono perché mi mettono di fronte – e questa volta senza scappatoie – ai miei sentimenti.
“Elena” mi chiama Kol e mi stringe entrambe le mani “non permettere al tuo orgoglio di avere la meglio su di te, su ciò che sei, non permettergli di renderti cinica, fredda e soprattutto innaturale. Tu sei una splendida giovane donna che ha sofferto tanto e che ha ancora tutto il tempo del mondo per donare, ricevere e respirare amore.
Non tirarti indietro, okay?”
Annuisco incapace di commentare quelle parole.
Respiro pesantemente più volte: è come se avesse appena rotto gli argini di una diga già pericolante. Sembra notarlo perché stringe più forte le mie mani e dice: “Non tenerti tutto dentro. Lui ha sbagliato e sta continuando a farlo, non commettere il suo stesso errore. Potete essere ancora felici se davvero lo voleste!”
“No, per me e per lui è tardi. Io ho sua figlia e la mia vita, lui la sua compagna e la sua vita.” concludo reclinando il capo.
“Ehi” mi richiama facendomi sollevare la testa e lo sguardo verso di lui “va’ da lui e digli che Astrid è sua figlia! Ti odierebbe se sapesse che gli ha tenuta nascosta una cosa del genere.”
“Adesso è lui la vittima?” dico alzando la voce di qualche ottava e facendo voltare qualche commensale.
“Sssh, calma. Non sto dicendo che tu sei il carnefice e lui la vittima, qui non ce ne sono. Ci sono solo due persone che hanno condiviso un anno della loro vita amandosi e da questo amore è nata una bambina che non c’entra nulla con questa tua avversione nei confronti del padre. Io sono dell’avviso che è sempre meglio dire la verità. Vedrai che dopo che saprà, vi avvicinerete e la vostra storia ricomincerà.”
“E se non gli importasse? Se non volesse neanche rivedere la bambina in quelle vesti?”
“Ascolta, tu parlagli. Digli la verità e poi qualunque sarà il suo atteggiamento sarà relativamente un tuo problema, l’importante è che tu gli abbia detto la verità.”
Sospiro indecisa sul da farsi.
“C’è un’altra cosa che ti devo dire” comincio per poi raccontargli dell’iniziativa di Vicki, lui mi guarda perplesso e poi mi ammonisce dicendo: “E’ l’ultima volta che ti copro! Poi gli dovrai dire la verità anche sul nostro rapporto.”
Annuisco con aria colpevole.
Poco dopo ci portano le nostre porzioni di riso alla cantonese e mi rilasso parlando del basket e di come i Lakers abbiano battuto i Bulls.
 
 
Il giorno fatidico è arrivato: Astrid è andata da Jessica, altra sua amichetta, e le ho detto che la mamma tornerà a prenderla il giorno dopo nel pomeriggio, lei non ha battuto ciglio, mi ha salutata ed è andata. Kol, mentre viaggiamo, non fa altro che elogiare mia figlia dicendo quanto sia speciale, sveglia e che ha preso qualcosa anche dal papà.
“Gli occhi, il carattere ribelle, sveglio e di chi vuole cavarsela sempre da solo.” gli racconto dell’episodio capitato alla festa e lui commenta dicendo che tra qualche anno diventerà una bella tigre.
Dopo un paio d’ore siamo a Mystic Falls. Ferma la macchina, fisso quella che un tempo era casa dei miei genitori – venduta quando ero poco più che un’adolescente da zii che non sapevo neanche di avere. Mi dirigo quindi verso la casa in cui io e Care siamo cresciute, per fortuna ho le chiavi di quella casa sempre con me.
“Stasera vado nella camera che la tua amica ha prenotato così avrai la tua privacy.”
“Grazie, ma la casa è grande e non c’è bisogno.”
“Insisto, non preoccuparti. Una notte in albergo non nuocerà.” sorride “Prima però che ti sistemi, potresti portarmi lì? Così mi sistemo anch’io.”
 
La sua stanza è piccola, essenziale.
Niente di troppo pomposo.
Lo lascio solo qualche istante poiché mi ha detto di aspettarlo giù nel bar per prendere un aperitivo, un caffè o qualcos’altro. Scendo e alla fine delle scale incrocio Damon e Vicki.
“Ciao.” squittisce lei abbracciandomi.
Ricambio l’abbraccio e il saluto, mentre fulmino Damon che mi sta fissando.
“Sono così contenta che tu sia venuta! E il tuo uomo?” dice sciogliendo la stretta.
“Oh, è su. Voleva fare la doccia e così ho pensato di andare a fare un giro giù.”
“Potevate farla insieme, no?” dice sorridendomi maliziosamente. Abbasso lo sguardo imbarazzata da quelle parole dirette. “Oh, scusate, voi non vi siete ancora salutati.” dice spostandosi come a volerci dare lo spazio per scambiare un abbraccio, ma né io né lui ci avviciniamo. Ci limitiamo ad un ciao molto formale lasciando la giovane senza parole che ci guarda come se stesse seguendo una partita di tennis.
“Ci vediamo stasera.” mi congedo cercando di allontanarmi, ma Damon mi blocca e in tono – quasi – gentile mi invita a bere un caffè con loro, sarebbe inutile declinare l’invito conoscendo l’insistenza di Vicki perciò accetto seppur controvoglia.
Ci sediamo al tavolino del bar dell’albergo, è intimo e assolutamente informale come posto. Prendo un tè – al momento il caffè mi renderebbe solo più nervosa.
“Perché non mi parli di te?” chiede la mia ex compagna di scuola “Sono più di 10 anni che non ci vediamo.”
“Sì, è vero. Beh, io ho frequentato una scuola di moda, subito dopo ho iniziato a lavorare presso la corporazione di Marcel Gerard dove Damon aspira al posto di stilista.”
“Sì, sì lo so. Mi ha detto che vi siete rivisti dopo tanti anni.”
“Già.” dico guardando fugacemente entrambi.
“E a parte il tuo attuale ragazzo che si chiama…”
“Kol. A parte lui c’è stato solo un altro che, sapete, mi ha fatto molto male.” dico guardando Damon dritto negli occhi “Sai, Vicki l’ho anche rivisto” dico questa volta guardando verso lei “mi aveva fatto credere chissà cosa lo aveva fatto allontanare da me e invece il motivo era solo uno, una donna.”
“Gli uomini, tutti uguali!” commenta disgustata.
“Vicki, non giudicare! Non sai i vero motivi!”
“Tipica solidarietà maschile, Damon?” chiedo provocante.
“No, semplice constatazione.” risponde scrollando le spalle e alzando le sopracciglia. Lo fulmino con lo sguardo e lui infierisce ulteriormente “Tu e Kol come vi siete conosciuti?” chiede perfido posando i gomiti sul tavolo e la testa sui palmi delle mani aperte. Deglutisco e adesso?
In quel momento Kol entra ed è la mia salvezza.
“Ehi.” dico sorridendogli e andandogli incontro, gli prendo la mano e lo imploro a denti stretti di comportarsi da fidanzato. Si presenta alla ragazza e saluta cordialmente Damon, poi ordina un caffè decaffeinato. “Dunque, perché non ci raccontate come vi siete conosciuti?” chiede di nuovo Damon, temo abbia intuito qualcosa.
Io e Kol ci guardiamo per un decimo di secondo e sorride dicendo: “Faceva freddo e pioveva, era gennaio. Era il 12, vero tesoro?” sorrido annuendo “Io avevo il colloquio da Marcel ed ero in ritardo, correvo ed ero talmente impacciato che per correre, ho urtato questa splendida ragazza bagnandola tutta. Mi avrà detto una dozzina di parolacce, ma poi siamo diventati amici.”
“E il primo bacio?” chiede Damon.
“Damon! Non sono cose da chiedere.” lo rimprovera Vicki.
“E’ una curiosità.” si giustifica.
“Damon, c’è stato sette mesi fa, vuoi sapere anche l’ora, il minuto, secondo, cosa mi ha spinto a baciare e ad amare questa meravigliosa giovane donna? Te lo dico subito.
Io l’ho amata da subito, incondizionatamente, per la sua energia, i suoi alti e bassi, il suo sorriso, l’ho amata e la amo tuttora per il suo cuore e l’amore, il coraggio che ha e riesce a trasmettere, la amo perché è così. Vera.” quelle parole mi spiazzano, lo guardo commossa e inaspettatamente mi bacia, casto. Sono così profondamente scossa che non riesco a far altro se non ricambiare. Si allontana pochi istanti dopo e mi sorride, io lo guardo sognante e basita, incapace di parlare.
“Siete una coppia stupenda!” esclama Vicki sognante “Tu non mi hai mai detto parole così!” si lamenta pizzicando Damon sul braccio.
“Scusami, tesoro.” dice baciandola.
Io guardo Kol e lui ricambia lo sguardo, poi questi chiede ai due davanti a noi “Allora a che ora ci vediamo stasera?”
“Alle 9.”
“Perfetto, scusate, ma ora vorrei stare un po’ da solo con la mia ragazza.” dice facendo intrecciare le nostre dita.
“Okay a stasera.” ci saluta Vicki.
“Ciao.” li saluto.
“Ciao… Elena.” dice Damon facendomi voltare verso di lui.
Devo fare violenza su me stessa per girare le spalle e seguire il mio finto fidanzato.
 
Arriviamo in camera e lo guardo, Kol chiede: “Ci avranno creduto?”
“Direi proprio di sì.” taccio qualche istante “Davvero pensi tutte quelle cose di me?”
Sorride “Sì. Ti sembro ridicolo?”
“No, molto dolce piuttosto.”
“Grazie. Io vado a fare una doccia, tu stenditi, riposati, non so… chiama tua figlia. In fondo un paio d’ore dobbiamo passarle insieme, no?” chiede facendomi l’occhiolino, io credo proprio di essere arrossita.
Chiamo prima mia figlia ed è tranquilla, anzi è lei che mi dice di stare attenta e non fare danni, mi addormento quindi un po’. Sono stanca e cado in un sonno profondo, fatto di belle parole dette però da qualcun altro, da una voce suadente e calda, gli occhi sono due angoli di cielo, chiari, grandi.
Può un demone rubare gli occhi ad un angelo?
In quegli occhi, quello sguardo mi sembra quasi impossibile non leggerci ogni volta una sfumatura diversa.  Con lui anche gli sguardi – oltre le parole – sono imprevedibili.
Mi sveglio da quel sogno perché solo attraverso questo posso vederlo così dolce e senza quel ghigno che prima amavo, ora detesto.
“Elena” mi chiama Kol “sono quasi le sei, credo tu debba andare a prepararti.” mi alzo in fretta, sciacquandomi velocemente il viso e poi scendo. Per fortuna non incontro nessuno e in meno di venti minuti sono a casa.
Quella casa così vuota mi provoca una grande tristezza, inquietudine e solitudine. Pensare che qui ci ho riso, scherzato, pianto mi annienta. Questa casa mi ha dato tanto e mi ha tolto anche ed è come se fosse rimasto qualcosa qui, impregnato nell’aria, tra le mura: è come se riecheggiasse il rumore dei ricordi.
 
 
Kol passa a prendermi alle 8.30 e io sono pronta, ma con una strana agitazione che mi scuote nel profondo. Mi guardo di nuovo – e per l’ultima volta – allo specchio: indosso un vestitino nero, stretto dalla vita in giù e più morbido nella parte superiore, non amo i vestiti particolarmente attillati. Un paio di scarpe con un po’ di zeppa e una borsetta. Non è niente di troppo elegante anche perché sarà una ‘cosa intima’ a detta di Vicki. Apro la porta di casa e Kol mi aspetta a pochi metri da questa.
Chiudo la porta di casa e poi lo raggiungo, lo bacio sulla guancia e salgo in macchina.
“Cosa hai intenzione di dire o fare stasera?” mi chiede.
“Che intendi?” chiedo guardandolo.
“Lo sai.” dice distogliendo solo per un momento lo sguardo dalla strada.
“Kol, non lo so.” scuoto la testa “Ho pensato alle parole che mi hai detto al ristorante e poi a quello che tu mi ha detto, a quello che pensi di me al bar..”
“Senti, dimentica quello che ti ho detto! Devi pensare a te, alla tua vita.
Ti rendi conto che se non parlassi, se ti tenessi tutto dentro ti danneresti per il resto della tua vita? Cazzo, Elena, svegliati! Tu pensi tanto, ma fai poco!” urla quasi “Agisci! Parlagli, schiaffeggialo anche se necessario, se può farti stare meglio, ma agisci.”
Resto imbambolata.
“Scusa, non volevo urlarti contro. Il concetto però è quello. Devi darti una mossa.
Sembri un’eterna indecisa: parlo, non parlo; faccio, non faccio. La vita è una, Elena, se la butti via così dopo a chi avrai fatto torto? A Damon? Lui al momento si sta divertendo. Tu? Ti stai dannando l’anima, stai soffrendo da troppo tempo in silenzio ed è ora che quel silenzio sia rotto!”
Annuisco.
“Capito? Voglio vederti sorridere, essere la ragazza forte che ho incontrato mesi fa, voglio vederti gridare, lottare com’è nella tua natura. Non voglio vederti passivamente osservare la vita intorno a te come se tu fossi la spettatrice di un film noioso perché la vita non lo è. La vita è bella, meravigliosa, imprevedibile ed è unica. Quindi stasera romperemo anche davanti a tutti se necessario, ma voglio che tu e Damon stiate da soli! Voglio che vi parliate, che facciate qualcosa, qualunque cosa, ma che la facciate e che dopo tu sia serena.”
Intanto siamo arrivati davanti a quella che un tempo era la Residenza dei Lockwood, ora è un ristorante.
“Kol, sei veramente il migliore amico che una donna possa avere.
Grazie.”
Lo abbraccio.
“Ora va’ dentro. Io parcheggio e… cerco di inventare una scusa per rompere con te.”
Sorrido e annuisco.
Scendo e salgo i due gradini per giungere dinanzi al portico ligneo decorato da candele profumate esterne. La porta è aperta ed entro, mi guardo intorno. Riconosco l’ambiente anche se lo stile, i mobili sono completamente diversi. Questi sono di legno scuro, ambiente tetro se non fosse per le sfavillanti luci che decorano l’ambiente e una dolce melodia di sottofondo.
“Elena!” mi saluta Vicki venendomi incontro, mi da’ due baci sulle guance e poi m’invita ad accomodarmi fuori che c’è un piccolo rinfresco, mentre nella sala alle mie spalle c’è da bere. “Oh scusa, credo che Matt sia arrivato! Vado a prenderlo.”
Si allontana e io mi volto verso la sala alle mie spalle.
Lo vedo, sta bevendo del Bourbon – riconosco il liquido ambrato – ed è rilassato.
E’ bellissimo. Alza lo sguardo e i nostri occhi si incrociano.
Mi guarda e sorride dolce, non sa che intanto mi tremano le gambe.
Mi si avvicina, ma in quel momento mi si para davanti Matt Donovan “Ehi” mi saluta abbracciandomi.
“Ciao.” ricambio sorridendo quell’abbraccio.
Guardo verso Damon che ha abbassato la testa e osserva il whisky nel bicchiere.
Sciolgo l’abbraccio.
“Come stai?” chiedo a Matt.
“Bene. Tu? Sono anni che non ti vedo.”
“Io… bene, bene.” dico “Sono cambiate un bel po’ di cose da quando ci siamo visti, ma si va avanti. Tu? Novità?”
Scrolla le spalle “La mia vita è piuttosto noiosa, faccio il barman per quasi otto ore al giorno qui a Mystic Falls. Non ho nessuna ragazza fissa.” scrolla le spalle “Si tira avanti, come dici tu. Invece con la vita amorosa ho visto che te la cavi bene!”
“Sì?” dico perplessa.
“Sì, si chiama Kol, mi sembra di aver capito. Sta’ incantando mia sorella con i racconti di un suo viaggio in Giappone, sai mia sorella quanto è fissata per la cultura orientale.”
“Me lo ricordo!” guardo verso la direzione di Damon che però non c’è più “Ti… ti dispiace se vado a prendere qualcosa da bere?”
“Vengo con te.” dice.
Matt è un bravo ragazzo, ma è terribilmente noioso.
Sono cinque minuti che mi parla solo dei pasticci fatti al locale, di quanto il proprietario sia ingiusto nei suoi confronti e bla bla bla… ad un certo punto neanche lo ascolto più.
“Ecco dov’eri!” grida quasi Kol facendomi sobbalzare “Io ti cerco per tutto il locale e tu eri qui a fare la gatta morta con un altro!”
“La gatta morta? Ma come ti permetti?”
Sbuffa “Io volevo stare da solo con te per due minuti e tu che fai? Sorridi, parli, ti diverti.”
“Siamo ad una festa, genio! Cosa dovevo fare, aspettare i tuoi comodi? O magari dovevo aspettare che finivi di raccontare della tua avventura in Giappone a Vicki?” sbotto posando le mani sui fianchi.
“Ora fai tu la gelosa? No, no cara mia con me questo gioco non attacca.
Non voglio più vederti.” volta le spalle.
Lo fermo “Kol Mikaelson, sono io che non ti voglio più vedere! Sono stanca della tua inutile gelosia e soprattutto sono stanca dei tuoi continui sbalzi d’umore!” dico spingendolo per le spalle, prendo il bicchiere con il Bourbon ed esco, noto che c’è uno strano brusio di fondo.
Tutti avevano assistito alla scenetta.
Tutti tranne Damon.
Abbasso lo sguardo mortificata, delusa.
Mi allontano da Matt e gli altri scappando quasi verso il giardino.
Mi si apre davanti un corridoio erboso enorme illuminato.
Respiro a pieni polmoni, l’aria lì è terribilmente pulita.
M’incammino lentamente assaporando quei quaranta gradi di alcool che scendono nello stomaco, chiudo gli occhi, la gola sembra andare in fiamme e faccio fatica a non tossire. In quel momento sento dei passi alle mie spalle, apro gli occhi e mi volto, Tyler Lockwood mi si para davanti, ha un fisico atletico, massiccio, i lineamenti del viso sono marcati e un tempo li trovavo affascinanti, gli occhi sono grandi e scuri, le labbra piene e carnose. Ha i capelli neri tagliati corti, a spazzola.
“Tyler?”
“Ciao, Gilbert.” sorrido.
“Come stai?”
“Bene, ho appena assistito alla…” indica verso il ristorante.
Annuisco abbassando lo sguardo.
“Mi dispiace.” dice.
“Grazie. Sopravviverò.”
“Non essere triste.” mi dice avvicinandosi “Ci sono qui io.” dice in modo troppo teatrale, innaturale. Alzo lo sguardo “Visto che ora sei libera, puoi concederti un’avventura con me.” si avvicina ancora e io retrocedo di un passo “Ricordi quante volte ho cercato di portarti a letto? Ricordi quanto ti volessi? E poi? Ho saputo che ti sei fatta salire su quel Damon Salvatore.”
Sgrano gli occhi “Chi te lo ha detto?”
“Voci di corridoio.” dice guardandomi dritto negli occhi “Ora avrò quello che ho sempre voluto. Te!” mi si avventa addosso, cerco di respingerlo, allontanando il suo viso dal mio, avverto un fortissimo odore di alcool.
“Tyler! Tyler fermati!” urlo quasi.
Niente non mi sente, mi stringe ancora più forte a lui e cerca di baciarmi, è violento.
Questo mi fa ricordare perché ho rotto con lui.
Ora ho paura.
“Ti prego, no.” dico continuando a lottare come posso.
“Ehi, ehi, ehi, ehi.” dice qualcuno alle mie spalle, Tyler molla la presa e guarda alle mie spalle, mi volto e Damon è seduto su una panchina con un bicchiere pieno di ghiaccio e residui di Bourbon ne sono sicura “Giovane ti suggerisco di andare.”
“Oppure?” chiede arrogante.
Si alza avvicinandosi “Ti faccio rimpiangere di averla importunata.”
Tyler si avvicina a Damon con passo minaccioso, ma è talmente ubriaco che a Damon basta spingerlo appena con una mano per farlo cadere a terra.
“Va’.” gli ordina con un cenno della testa, Tyler senza battere ciglio scappa.
Resto immobile guardando il luogo verso cui è corso via Tyler, poi guardo Damon che mi osserva preoccupato. Siamo per la prima volta veramente soli e sento il cuore battere forte nel petto.
“Stai bene?” mi chiede.
Annuisco.
“Vieni qui.” m’invita dolcemente avvicinandomi a lui.
Tentenno qualche istante per poi avvicinarmi.
Mi guarda negli occhi e senza dire aggiungere altro, mi abbraccia. La mia guancia si posa sul suo petto, lui mi stringe a sé dolce e protettivo e con l’altra mano mi accarezza l’altra guancia.
“Ehi, non tremare! E’ finita.” mi dice posando un bacio tra i miei capelli.
Stringo con una mano la sua camicia e stringo gli occhi respirando pesantemente.
Neanche mi sono resa conto di tremare.
“Grazie.” gli dico in un sussurro chiudendo gli occhi.
Ho avuto veramente tanta paura, credevo di essere sola, lontana da tutti.
Ho avuto paura che Tyler potesse abusare di me.
Stringo più forte la presa su di lui e lui sembra capirlo poiché intensifica il  suo abbraccio. Mi sento al sicuro. Siamo io e lui e ora capisco la semplicità e intensità del sentimento che provo verso di lui.
Lo amo.
Alzo lo sguardo verso di lui e lo scopro fissarmi.
“Perché mi fissi?” gli chiedo.
“Perché so che tra pochi istanti scapperai via da me e io non voglio dimenticare questo momento e l’intensità di questo momento. Io ti amo ancora e dirti quanto non riuscirebbe mai a fartelo realmente capire.”
“Ti amo anch’io.” ammetto in un sussurro.
Strabuzza gli occhi “Cosa?”
“Sì, Damon. Ti amo anch’io e per quanto mi sia ostinata ad odiarti in questi anni, io ti amo ancora e…ho paura.” confesso.
“Di cosa? Io te lo giuro, non scapperò più.
Non ti lascerò mai più.”
“E Vicki?”
“Tu dì una sola parola e io la lascio. Per te farei qualunque cosa.
Voglio stare con te. Solo con te.”
“Non è giusto che la lasci per colpa mia.” dico.
“Io non la amo. Non ho mai amato nessuna come ho amato e amo te.”
Alzo il viso verso di lui, vorrei ribattere qualcosa, ma ciò che faccio è in completo contrasto. Avvicino il mio viso al suo e lo bacio.
Tutte le mie difese se ne sono andate e il respiro si infrange contro le sue labbra che soltanto per un attimo discosta dalle mie, lo guardo incapace di fare o dire qualunque altra cosa. Le mie labbra diventano preda delle sue in un secondo e io sento un brivido intenso invadermi, facendo così perdere qualunque controllo sul mio corpo e sulle mie azioni.
“Andiamo via.” sussurra discostando le sue labbra dalle mie.
Incapace di dire o fare altro mi lascio condurre via…




______________
 
Buonasera!

Sono tornata con un nuovo capitolo, mi fate sapere cosa ne pensate? *°*

POOOI, vi voglio segnalare un'altra mia nuova fanfiction si chiama "THE ENCHANTED STORY" e la trovate qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2915182&i=1 

Protagonisti? 
I nostri Delena anche se in situazioni diverse e particolari...


A presto!
 
  
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